Mio caro Niccolò,

ti scrivo questa lettera da Firenze,sperando in cuor mio che tu li ad Albergaccio stia trascorrendo una vita tranquilla e lontano dalla corruzione che negli ultimi mesi ha afflitto il genere umano.

I Borgia oramai hanno deposto nelle loro mani il destino dell’Italia e anche di Firenze,i nostri occhi  vedranno a breve l’avvento di una nuova guerra. L’unica maniera per far si che ciò non accada,è assassinare lo Spagnolo. La Volpe vorrebbe che io partissi per Roma. Si dice che il Papa sia facilmente corruttibile dinnanzi al corpo di una bella fanciulla, e ora che la Bella Farnese è partita per Bassanello,non tarderà a trovare un’altra compagna con cui giacere durante le notti fredde di dicembre. Mi ricordo ancora quando,prima della sua nomina a Santo Pontefice della Sacra Romana Chiesa,il suo segretario veniva a riferirmi dei suoi mezzi per corrompere i Della Rovere e gli Sforza. Si proclamava come riformatore di una Chiesa ormai corrotta. Ma come poteva lui rinnovarla se era il primo a infangare la religione in cui credeva,a patto che ci creda davvero tuttora?

Vorrei che tu fossi qui con noi,per guidarci sulla giusta via,le tue parole e la tua presenza sono tutto quello di cui ho bisogno.

A volte mi ritrovo per le stradine di Monteriggioni o ‘’appollaiata’’ su una delle torri dei ladri e sento che il vento mi accarezza il viso,e trovo divertente e piacevole immaginare che quelle carezze provengano dalle tue ruvide mani,consumate dalla carta e dal metallo della spada.

Quanto desidero averti qui accanto a me.... ma adesso sto divagando! Attendo una tua risposta,

sempre tua,

Andrea de Medici