Per la Seblaine Week
5th day – AU Seblaine
~
Me against you
Le
8:40.
Maledizione,
non sarebbe riuscito a trovare un posto decente in aula, come ogni venerdì del
resto, a quel dannato corso.
Accelerò
il passo e fece slalom tra le persone in fila davanti alla commessa, dietro la
cassa del bar dell’università. Percorse un paio di corridoi e, alla fine, si
ritrovò a pochi passi dall’aula. La porta era ancora aperta e ciò voleva dire
che il professore non era ancora arrivato. Entrò, scorrendo con lo sguardo i
posti liberi in classe e non riuscì a non notare la faccia assonnata di
Sebastian Smythe, un suo compagno di corso.
‹‹Buongiorno››
gli disse timidamente.
Quello
gli rivolse un sorriso giocoso e lo salutò dicendo: ‹‹Buongiorno, Blaine. Sei in ritardo, non dovresti poter entrare›› e rise
un po’, mentre un paio di suoi amici accennavano appena una smorfia divertita.
Blaine ricambiò il sorriso e,
nel frattempo, gli fornì una risposta sconclusionata, qualcosa come: ‹‹Posso…
Il prof non c’è…›› che non fu comunque recepita dal castano, perché quello
stava già parlando d’altro con i suoi compagni.
Il
moro arrossì un po’ ed imprecò un attimo dentro sé stesso per la figura pessima
che aveva fatto, poi si decise a proseguire e ad accomodarsi al secondo banco,
proprio dietro Sebastian, il quale era solito stare sempre al centro dell’attenzione,
anche per dimostrare le sue conoscenze al docente.
Ecco,
Blaine odiava profondamente quel genere di
comportamento e, in generale, odiava Sebastian caratterialmente parlando, più
che altro perché quel tipo era troppo abituato a snobbare le persone – lui in particolar modo – e a pensare di
essere superiore. Insomma, solo perché aveva una media discretamente alta,
questo non voleva dire che gli altri fossero spazzatura.
Fece
una smorfia seccata mentre pensava ciò e distolse lo sguardo dalla schiena di
Sebastian nel modo più naturale possibile, anche se, nel farlo, sembrò quasi
che volesse attirare la sua attenzione, infatti si mise seduto composto, con
l’espressione di chi ha la puzza sotto il naso e il mento in su. E quindi tanto
naturale non era! Ma a lui sembrò tale e quindi tanto di cappello.
Proprio
in quel momento, il professore fece il suo ingresso e sembrava avere lo sguardo
ancora più assonnato di quello di Sebastian. Dopo essersi stropicciato gli
occhi, iniziò a parlare con una voce atona e Blaine,
in tutta la lezione, non ascoltò neanche la metà di quello che stava dicendo.
Primo, perché era presto per i suoi orari standard, e secondo, perché Sebastian
era davanti a lui.
Sì,
poteva odiare mille volte i comportamenti di Sebastian, il fatto che si
credesse un figo – e lo era davvero! – o il fatto che si sentisse più
intelligente di tutti gli altri, ma se c’era una cosa che mai e poi mai avrebbe
potuto odiare, quella era il suo sguardo concentrato, mentre era a lezione, con
i capelli leggermente arruffati, perché sicuramente, per il troppo sonno, non
era riuscito ad acconciarli meglio, e la sua mano che scorreva sul foglio
veloce, prendendo appunti.
Già,
le sue mani… A dirla tutta, erano quelle che distraevano maggiormente Blaine, così belle, affusolate e lisce. Quante volte si era
immaginato a stringerle… Quante volte aveva immaginato che gli prendessero il
viso e che Sebastian lo baciasse.
Okay,
fondamentalmente Blaine odiava Sebastian, o per
meglio dire odiava come veniva trattato da Sebastian, però lo amava allo stesso
tempo. Non c’era una parte di sé che non ne fosse completamente rapita, o che
pensasse che l’odio potesse prevalere, perché quando il suo cuore batteva forte
era perché Sebastian era lì, nei paraggi, magari dieci posti più avanti ma pur
sempre lì, visibile, bello come non mai.
Sebastian
finse di non accorgersi che Blaine gli aveva dato una
risposta. Voltò il capo ed iniziò a raccontare un aneddoto a caso al ragazzo
che gli stava seduto accanto, convincendosi che fosse una buona strategia per
non far caso al rossore sulle guance del moro, il quale, dal canto suo,
sentendosi ignorato, si mosse andando alla ricerca di un posto a sedere.
Non
riusciva mai a resistere quando lo vedeva, doveva inavvertitamente stuzzicarlo,
dire qualsiasi cosa a suo discapito, allo scopo di vedere almeno una volta
vacillare quel sorriso cortese. Tuttavia, l’unica cosa che riusciva a fare era
renderlo più introverso di quanto già non fosse e vederlo arrossire
immancabilmente, al che si era detto che doveva avere un certo fascino su di
lui ed era piuttosto convinto di ciò. Se non che, qualcosa gli diceva che a Blaine non andasse molto a genio l’idea di poter avere una
cotta per lui, dato che, se non per dargli il buongiorno, non gli rivolgeva la
parola.
A
lui, invece, Blaine intrigava in maniera
assolutamente incredibile. Qualsiasi gesto facesse, tendeva a creargli una
morsa allo stomaco: quando lo osservava di soppiatto, quando alzava il mento
per apparire offeso, quando lo chiamava per nome…
‹‹Sebastian››
sussurrò Blaine, dietro di lui, mentre il professore
se ne stava girato verso la lavagna a scrivere.
Il
diretto interessato sobbalzò e la stretta allo stomaco si fece sentire più
forte, facendogli quasi venire la pelle d’oca. Si voltò leggermente verso il
moro.
‹‹Mmh?›› fece fingendo indifferenza.
‹‹Puoi
ripetermi la definizione che ha appena detto››.
Sebastian
ghignò e gli rivolse un’espressione compiaciuta.
‹‹Ti
sei distratto, eh? A cosa pensavi?›› gli domandò sornione, mettendo un bel po’
di parole nascoste tra le righe.
Blaine arrossì, per la
seconda volta quella mattina.
‹‹Nulla…
Ero solo…›› farfugliò agitato.
‹‹Solo?››
soffiò Sebastian, dando uno sguardo al docente per assicurarsi che non si fosse
accorto della loro conversazione.
‹‹Nulla›› disse di nuovo Blaine, stavolta con un tono abbastanza deciso.
Sebastian
fece spallucce e poi gli riferì ciò che voleva sapere.
‹‹Sta’
più attento›› aggiunse dopo, ‹‹Io non
scappo, ma le definizioni sì›› e fu quasi certo che, mentre tornava a
concentrarsi sulla lezione, Blaine avesse aggrottato
le sopracciglia e boccheggiato un paio di volte, sempre più imbarazzato.
Amava
troppo vederlo in difficoltà, ma ogni volta era una battaglia persa, Sebastian contro
Blaine e contro tutto quello che era… tutta quella
tenerezza, che lo faceva andare in corto… sempre.
“I found your fingerprints on a glass of wine.
Do you know you’re leaving them all over this heart of mine too?
But if I never take this leap of faith, I’ll never know
So I'm learning to fall with no safety net to cushion the blow…”
~ Natasha Betingfield, I bruise easily ~
Fine.