One More Time

di Deb
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Indice delle storie ***
Capitolo 2: *** Prompt: Bebè ***
Capitolo 3: *** Prompt: Rapimento ***
Capitolo 4: *** Prompt: Gomma a terra ***
Capitolo 5: *** Prompt: Web ***
Capitolo 6: *** Prompt: Reggiseno ***
Capitolo 7: *** Prompt: Influenza ***
Capitolo 8: *** Prompt: Fumo ***
Capitolo 9: *** Prompt: Vampiro ***
Capitolo 10: *** Prompt: Poste ***



Capitolo 1
*** Indice delle storie ***


INDICE DELLE STORIE
Prompt: Bebè
Akito aveva finalmente trovato un parcheggio ed in quel momento stava estraendo il passeggino dal portabagagli.
[ Rating: Verde ] [ Genere: Divertente, Slice of life ] [ Personaggi: Sana/Akito ]
[ Pubblicata: 13/10/11 ]


Prompt: Rapimento
Se ne stava disteso in posizione fetale nel cofano di una macchina, con il nastro adesivo sulle labbra e con i piedi ed i polsi legati da una corda.
[ Rating: Verde ] [ Genere: Divertente, Slice of life ] [ Personaggi: Naozumi, Akito, Tsuyoshi ]
[ Pubblicata: 31/10/11 ]


Prompt: Gomma a terra
Lei era lì, sul ciglio della strada e quanto più il tempo passava quanto più sbuffava.
[ Rating: Verde ] [ Genere: Slice of life ] [ Personaggi: Fuka ]
[ Pubblicata: 16/11/11 ]


Prompt: Web
Non sapeva fare le ricerche, anche se non era poi così difficile imparare, e non capiva il motivo di tanta passione – per certe persone – verso quel... coso, ecco.
[ Rating: Verde ] [ Genere: Slice of life ] [ Personaggi: Sana, Fuka ]
[ Pubblicata: 06/12/11 ]


Prompt: Reggiseno
Allora perché Tsuyoshi gli aveva dato retta ed in quel preciso momento si stava guardando intorno spaesato, circondato da file e file di mutandine e reggiseni?
[ Rating: Verde ] [ Genere: Introspettivo, Slice of life ] [ Personaggi: Tsuyoshi ]
[ Pubblicata: 18/01/12 ]


Prompt: Influenza
Certo, i sintomi c'erano tutti... ancora un po' di mal di gola, naso super chiuso e tosse secca. Come se non bastasse sentiva che le orecchie si erano tappate ed i suoni le arrivavano completamente ovattati.
[ Rating: Verde ] [ Genere: Introspettivo, Slice of life ] [ Personaggi: Aya ]
[ Pubblicata: 16/04/12 ]


Prompt: Fumo
Portò la sigaretta alla bocca ed aspirò la nicotina attraverso il filtro, ributtò fuori dal suo corpo il fumo grigio. Colore che gli si addiceva perfettamente in quel periodo.
Non avrebbe mai creduto che quelle piccole strisce contenenti tabacco potessero mai cominciare a far parte della sua vita.
D'altronde, ormai non era più sicuro di nulla.

[ Rating: Verde ] [ Genere: Introspettivo, Malinconico ] [ Personaggi: Rei ]
[ Pubblicata: 07/06/12 ]


Prompt: Vampiro
Lei lo aveva sempre immaginato. Sognatrice com'era doveva saperlo che il suo ragazzo, così taciturno e misterioso, fosse in realtà una di quelle creature che in quel momento andavano tanto in voga.
[ Rating: Verde ] [ Genere: Comico, Slice of life ] [ Personaggi: Sana, Akito ]
[ Pubblicata: 12/07/12 ]


Prompt: Poste
Lui odiava andare alle poste. Non che le altre persone l’amassero.
[ Rating: Verde ] [ Genere: Slice of life, Divertente ] [ Personaggi: Rei ]
[ Pubblicata: 11/08/12 ]




L'indice delle storie verrà aggiornato di volta in volta in quanto le flash della raccolta non hanno tutti gli stessi generi e personaggi. ;)

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Capitolo 2
*** Prompt: Bebè ***


Dedicata ad Ili che oggi compie gli anni! Auguri cara!



Prompt: Bebè


Fortunatamente lo aveva convinto ad accompagnarla.
Doveva passare a ritirare diversi abiti in tintoria ed aveva deciso di acquistare un regalo per Ken. Un vestitino blu sarebbe stato perfetto.
Akito aveva finalmente trovato un parcheggio ed in quel momento stava estraendo il passeggino dal portabagagli.
“Mi ripeti perché sono dovuto venire anche io?” Chiese con stizza, appoggiando le quattro ruote sull'asfalto.
“Non mi andava di andare da sola! Mi hai fatto una cortesia, grazie.” Ripose Sana adagiando il bambino con delicatezza ed allacciandogli la cintura.
In quel momento un gruppo di ragazzi riconobbe l'attrice di fama nazionale Sana Kurata e si accerchiarono intorno a lei.
“Oh, andiamo!” Sbuffò Hayama mentre i fan avevano cominciato a chiedersi chi fosse il bebè e se lui fosse effettivamente il padre.
Una ragazza audace si fece avanti. “Ti assomiglia da morire, Sana-chan!”
Akito alzò gli occhi al cielo. “Peccato che stia soltanto facendo da baby-sitter e questo non è suo figlio.”
La bruna arrossì, abbassò gli occhi e scappò.
“Non potevi essere più delicato? Poveretta, le hai fatto fare una figura barbina!” Esclamò la sua ragazza rompendogli in testa il suo fido martello di plastica.

Angolo Autrice

Buongiorno popolo di EFP! (:
Sono tornata con una nuova fic, cioè... è una raccolta di flashfic. xD Quella che ho postato adesso l'ho scritta nel lontano Dicembre 2010, come anche la prossima che posterò. xD
Non so perché non avessi pubblicato le due flashfic che per ora ho scritto, probabilmente mi ero dimenticata della loro esistenza se non fino ad adesso. u.u
Sono fic senza pretese, scritte più che altro per divertimento e per vedere dei momenti che - a me personalmente - farebbero ridere se li vedessi. Spero che anche a voi vi possano piacere! (:
Il titolo della raccolta è "One More Time" (Ancora una volta). Non so perché l'ho scelto, forse perché ancora una volta sto pubblicando una raccolta non ancora conclusa. Spero di scrivere altri capitoli oltre ai due finora scritti nel 2010. Spero comunque che mi seguirete ancora una volta con pazienza. Sperando che prima o poi mi torni l'ispirazione per rimettermi a scrivere!
Grazie mille
Bacioni
Deb

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Capitolo 3
*** Prompt: Rapimento ***


Prompt: Rapimento


Non avrebbe mai creduto che sarebbe caduto così in basso. No.
Lui, rapito.
Chi diavolo poteva averlo fatto? Chi era la persona, o la banda, o chi che fosse, che ce l'aveva con lui?
Avrebbero chiesto un risarcimento ai familiari?
Se ne stava disteso in posizione fetale nel cofano di una macchina, con il nastro adesivo sulle labbra e con i piedi ed i polsi legati da una corda.
Voleva piangere, ecco cosa voleva. Eppure non ci riusciva, era troppo spaventato perfino per quello. Avrebbe preferito mangiare un peperoncino – e tutti sapevano quanto lui odiasse i sapori forti – che rimanere rinchiuso ancora per molto lì.
Aprì gli occhi solo quando sentì l'auto fermarsi.
Sicuramente erano arrivati nel luogo dove lo avrebbero tenuto prigioniero, però... perché sentiva della musica?
Il cofano si spalancò e tre figure incappucciate davanti a lui lo fecero uscire e mettere in piedi. Gli tolsero il nastro adesivo dalla bocca che, non appena libera, urlò: “Prendete tutti i miei soldi, ma non fatemi del male, vi prego!”
Il primo dei tre si tolse la maschera e ghignò. “Se proprio insisti, li prendo volentieri tutti i tuoi soldi.”
Kamura lo guardò sconcertato. “Ma... ma...”
Non aspettava proprio di trovarsi Akito Hayama di fronte.
Un secondo uomo si tolse la maschera. “Volevamo soltanto farti una sorpresa per il tuo addio al celibato, Naozumi-kun.”
“Andate al diavolo!” Urlò l'attore non riuscendo a trattenere le lacrime che, fino a pochi istanti prima, non era riuscito ad espellere. “Mi avete fatto prendere un colpo!”

Angolo Autrice

Buon Halloween a tutti! ♥
Da questo capitolo e tutte le flash che verranno saranno betate da Ili91! Grazie di cuore, cara!
Che dire di questa flash? Ovviamente – si sarà capito – il protagonista è il nostro simpaticissimo(?) Naozumi Kamura! Ci avreste mai creduto che avrei dedicato una flash interamente a questo individuo? Io me ne sono stupida quando ho scritto questa flash! XD
Certo, non fa poi la parte del grande eroe qui, anzi… diciamo che se la sta facendo sotto per tutto ciò che sta capitando! XD Però mi sono divertita a scriverlo! (:
E… visto i nostri amici – Aki, Tsu e basta… ha altri amici? XD Inventateli se volete! – l’hanno rapito per portarlo al suo addio al celibato la domanda sorge spontanea… chi è quella donna o uomo corragiosa/o che se lo prende per tutta la vita?
Anche questo… inventatelo voi! XD Anche se io già so chi lo sposa! Certo, sarà Ili91! XDD Non è vero, cara? Lo vedo che quando parli di lui ti si illuminano gli occhi! :p Scherzo, scherzo! XD Non ti vorrei mai così male! :p
Spero che la flash vi sia piaciuta! ♥ Nel prossimo ci sarà un nuovo protagonista ancora… ma non svelo chi! Secondo voi? ;)
Bacioni
Deb

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Capitolo 4
*** Prompt: Gomma a terra ***


Prompt: Gomma a terra


  Quasi tutti gli uomini dicevano che le donne al volante erano pericolose.
Lei non era d'accordo. Il problema non era il loro modo di guidare, infatti le femmine spesso erano più prudenti dei maschi.
La seccatura era quando si finiva con una gomma a terra, perché la verità si doveva dire ed era semplice e scontata. La maggior parte delle donne non sapeva minimamente dove mettere le mani per cambiare la ruota rotta.
Lei era lì, sul ciglio della strada e quanto più il tempo passava quanto più sbuffava.
“La sfiga mi si porta a spasso!” Esclamò dopo il decimo tentativo di usare il crick. Ormai sporca di nero nelle mani, nelle braccia e persino in volto.
Se fossero stati nelle sue corde avrebbe ringhiato e rotto quel ammasso di ferraglia con le unghie.
Sbuffò ancora una volta. “Possibile che il telefono non prenda? Diavolo, prendono dappertutto e una volta che devo fare una chiamata non prende!” Urlò al vento. Un'altra sua fortuna era che, strano ma vero, non stava passando un'altra auto. C'era solo lei, e quella strada non era poi così deserta negli altri giorni.
Con la coda dell'occhio notò un'auto blu sfrecciare verso di lei, si portò in vista ed alzò le braccia.
Pregava che all'interno non ci fosse nessuno di svitato che magari l'avrebbe uccisa. Non poteva non ammettere di averne paura, visto e considerato che quello era tutto fuorché il suo giorno fortunato.
L'auto si fermò ed il passeggero seduto nei sedili posteriori tirò giù il finestrino.
“Fuka, hai per caso fatto la lotta con qualcuno? Sei tutta sporca.” Affermò Sana un po' interdetta di vedere la sua migliore amica in quelle condizioni.
“Sana!” Fuka cercò di abbracciarla dal finestrino, ma l'amica arretrò per non farsi toccare. Cercò di non arrabbiarsi per quello e spiegò tutto ciò che le era successo.
“Rei, le potresti dare una mano?”
Il manager dell'attrice borbottò qualcosa fra sé e sé, ma scese dall'auto e in poco tempo – almeno così sembrava alle ragazze – riuscì a cambiare la gomma.
“Ma secondo te come fanno?”
Sana alzò le spalle. “Nel cervello gli uomini hanno un parte completamente dedicata alle automobili.” Rispose seriamente.
Fuka quel giorno si convinse che doveva assolutamente prendere qualche lezione da Rei su come essere in grado di cambiare una gomma a terra, perché se le fosse successa nuovamente una cosa del genere, e non ci fosse stata la clemenza divina che facesse passare la sua amica per quella strada, non voleva perdere tutto un pomeriggio a cercare di capire come usare il crick o come montare una ruota.

Angolo Autrice

Buongiorno a tutti! ♥
Tutto bene? Io ancora mi devo riprendere per il fatto di essere già a metà novembre D: Passa troppo in fretta questo tempo!
Finalmente ho aggiornato anche OMT! Spero che questa flash vi sia piaciuta! *_* Io personalmente ho sempre avuto l'ansia che mi succedesse una cosa del genere. Entrerei nel panico perché non saprei dove mettere le mani. XD
La cosa buffa è che, dopo due settimane circa aver scritto questa flash ecco che mi si buca una gomma D: Forse me la sono tirata dietro, non so. XD
Fortunatamente non è successo nulla di che, anzi... non mi sono accorta di nulla se non dopo essere uscita dal supermercato e vedere la gomma a terra... altro che Fuka con il crick io ho visto la mia gomma sgonfia ho alzato le spalle e sono tornata a casa. XD Due giorni dopo sono andata dal meccanico mio di fiducia, mi ha messo il ruotino, e la sera stessa avevo la gomma bucata come nuova. Avevo preso un chiodo u.u
Diciamo che mi è andata bene. XD Come si suol dire... mi piace guidare, sono brava... ma di auto non ne capisco una cippa. XD Persino di gomme.
Una settimana più tardi, poi... ho scoperto che anche mia zia aveva bucato. Lei di chiodi ne aveva presi addirittura due! Sulla stessa strada, aggiungo.
Ringrazio Ili che ha betato la flash. Presto pubblicherò anche il nuovo capitolo di TOG, anche se sono nuovamente ad un punto morto :(
Bacioni
Deb.

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Capitolo 5
*** Prompt: Web ***


Prompt: Web


Non aveva tutta questa dimestichezza nell'uso di internet.
Non sapeva fare le ricerche, anche se non era poi così difficile imparare, e non capiva il motivo di tanta passione – per certe persone – verso quel... coso, ecco.
Inutile dire che aveva un computer in casa, sopra la sua scrivania. Non lo accendeva spessissimo, ma quel pomeriggio decise che tutto era meglio tranne studiare.
Per questo motivo accese il portatile ed aprì il, come si chiamava?, Browser.
Fece due click sopra l'icona del programma per accedere alla rete. Si aprì il motore di ricerca Yahoo.*
Scrisse “Sana Kurata” e premette invio.
Alla fine era curiosa di sapere se qualcuno parlasse di lei sul web.
Il primo link vedeva il suo nome sul social network Mixi1, aprì la pagina che la indirizzava verso la comunità dei fan di essa medesima.
Poteva constatare che alcuni le elargivano lodi su lodi, altri la insultavano. Probabilmente non erano poi così fan.
Alzò le spalle e chiuse tutto.
No, internet non faceva proprio per lei.
Preferiva di gran lunga uscire con i suoi amici anziché trovarsi con loro tramite pagine di rete, nascosti da un monitor. Che senso aveva?
In quel preciso momento le squillò il cellulare. Rispose al volo.
“Fuka!” Esclamò felice l'attrice. “Ti va di uscire oggi?”
“No. Ho l'influenza, accidenti.”
“Oh, mi dispiace...”
Poi, improvvisamente, le venne un lampo di genio. “Ehy, sei iscritta a Mixi?” domandò curiosa.
“Ovvio. Chi non ci è iscritto?” Replicò come se essere registrati a quella pagina fosse la cosa più naturale ed ovvia del mondo.
“Io, ad esempio.”
“Perché non lo fai?” Chiese prima di starnutire.
“Sì, mi iscriverò, così ti farò da infermiera per corrispondenza.”
Fuka alzò gli occhi al cielo e pensò che forse, forse sarebbe stato meglio se Sana non si fosse iscritta. Non sapeva se con i suoi trentanove gradi centigradi avrebbe potuto sopportarla, anche se si parlava di internet.
Lei stava male e voleva soltanto riposare, ma l'amica non era poi così d'accordo, visto che sorrideva compiaciuta del fatto di poter stare con lei tramite la rete considerando che non avrebbe potuto starle vicino fisicamente.
Sì, la rete aveva la sua comodità, ogni tanto.

* Il motore di ricerca più usato in Giappone è, appunto, Yahoo.
1 In Giappone il social network più diffuso è “Mixi” e non Faccialibro. Più o meno sono uguali, ho visto che in Mixi si può anche tenere un blog, ci sono le pagine e le comunità.

Angolo Autrice

Buongiorno ragazzuole! :D Come state? Io ho sonno! xD
Ma veniamo a noi, ecco il nuovo capitolo di OMT! ♥ Questa shot non mi piace moltissimo, preferisco la prossima! :p
Ad ogni modo ho sempre pensato che Sana fosse proprio una niubba per internet e computer e che non le interessasse essere iscritta a socialnetwork. Ma per passare un po’ di tempo con Fuka questo ed altro. Più che altro, Fuka mia fa pena. xD Sta male e le tocca sorbirsi Sana comunque ahah Cavoli suoi che le ha detto di iscriversi! :p
Spero vi sia piaciuta! Se vi va, fatemi sapere che ne pensate!
Bacioni
Deb.

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Capitolo 6
*** Prompt: Reggiseno ***


Prompt: Reggiseno


Akito la faceva facile.
Quando gli aveva chiesto che regalo avrebbe potuto fare ad Aya per il loro anniversario, lui non aveva battuto ciglio e gli aveva risposto “Un reggiseno.”
Perché lui, Akito s'intende, era fissato di reggiseni e nemmeno ne capiva il perché.
Innanzitutto già alle elementari rompeva l'anima a quella povera Sana – come faceva ancora a sopportarlo era un mistero, anche se quei due non potevano stare separati – perché non indossava il famoso reggiseno e aveva cercato di regalargliene uno anche per la festa di mezzo, a metà tra il compleanno di Sana e quello di Akito. Inutile dire che alla fine non glielo aveva acquistato; forse perché non conosceva la sua taglia oppure perché – com'era giusto che fosse – si vergognava ad entrare in un negozio di intimo e chiedere alla commessa un reggiseno.
Allora perché Tsuyoshi gli aveva dato retta ed in quel preciso momento si stava guardando intorno spaesato, circondato da file e file di mutandine e reggiseni?
Perché non aveva altre idee? Bastava soltanto spremersi le meningi e probabilmente a quell'ora non si sarebbe trovato lì dentro, rosso in volto e con il terrore che quell'intimo potesse morderlo.
Non che ci credesse davvero, eh?! Nel senso che sapeva che quella stoffa non potevano certo mangiarlo, ma lui aveva una repulsione verso tutto ciò che vedeva.
Gli piaceva osservare quelle cose addosso alla sua donna e soprattutto gli piaceva quando le toglieva dal corpo della sua Aya. Purtroppo però era lì per sceglierne uno dell'immensa collezione autunno barra inverno di intimo e non aveva idea di quello che doveva o non doveva fare.
Non sapeva perché, forse gli uomini non erano tagliati per comprare cose così sconce. Perché lui, doveva ammetterlo, si sentiva un pervertito soltanto per essere entrato lì dentro osservando tutta quella lingerie.
Certo, rimanere fermo imbambolato in mezzo al negozio a guardarsi intorno faceva aumentare l'idea delle altre persone che lui fosse effettivamente un rozzo pervertito che si eccitava per il solo fatto di stare lì dentro.
Scosse la testa per ridestarsi dai suoi pensieri. Andò verso una commessa, a testa bassa ed ancora completamente rosso sulle gote cercò di mettere in fila una semplice frase.
“Dovrei... ehm... dovrei fare un regalo per la mia ragazza.” Sussurrò. Forse così piano che si chiese se la ragazza avesse effettivamente sentito la sua richiesta.
“Cosa?” Come volevasi dimostrare. “Le serve aiuto.”
Annuì con la testa energicamente. “Per la mia ragazza...”
La signorina cercò di trattenere una risata e per poco Tsuyoshi non si mise a piangere.
Stare lì dentro era davvero uno stress.
“Mi scusi... molti uomini si comportano come lei, sa? Non deve preoccuparsi. È carino voler regalare dell'intimo alla propria compagna.” Cercò di rassicurarlo lei, cosa più o meno riuscita.
Certo, non si trovava a suo agio, ma almeno in quel momento aveva capito di non essere un caso patologico.
Assestò gli occhiali sul naso. “Cosa aveva in mente? Un completino un po' provocante?”
“Guardi...” Fece una pausa. “... Non ne ho idea... Cosa mi suggerisce?”

Alla fine, dopo più di un'ora, era riuscito ad uscire da quel negozio con un pacchetto regalo.
Le aveva comprato un completo molto grazioso, nello stile della sua adorata ragazza. Era semplice e di colore rosa con i contorni lavorati in pizzo. Le sarebbe sicuramente piaciuto, o almeno... lo sperava.
Di una cosa era certo però, non sarebbe mai più entrato in un negozio del genere.

Angolo Autrice

Buongiorno! (: Finalmente riesco ad aggiornare questa raccolta! ^_^ Scusate per il ritardo, ma come avevo scritto nell'introduzione gli aggiornamenti erano stati sospesi perché avevo il pc in assistenza.
Dopo mille peripezie, finalmente è tornato a casa sano e salvo con una scheda madre ed un alimentatore nuovo ♥
Ho avuto parecchio da fare i primi giorni perché il pc mi è tornato formattato – purtroppo – e quindi ho dovuto reinstallare tutto e ripristinare il backup. Come se non bastasse questo gran simpatico pc aveva deciso di non voler installare alcuni aggiornamenti di Windows, appena reinstallato, quindi mi è toccato ripristinare Windows senza aggiornamenti e rifarli tutti da capo. >_> Ci ho messo un giorno intero! ç_ç
Parlando invece di questa OS...
Mi è piaciuto molto scriverla e trovo che questa sia quella che per ora mi sia riuscita meglio. ♥
Il nostro povero Tsu alle prese con un negozio di intimo! ;)
Spero che abbiate trovato il personaggio IC e spero di leggere i vostri pareri! ♥
Ovviamente un sentito supergrazie alla mia beta Ili91.
Bacioni
Deb.

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Capitolo 7
*** Prompt: Influenza ***


Prompt: Influenza


La sfortuna vuole che quando meno dovresti prendere l'influenza, eccola che arriva.
Ed era proprio quello che era capitato a lei.
Aveva trascorso una settimana intera con un mal di pancia da paura; le sue cose non le avevano mai fatto così male in vita sua, ma lei aveva stretto i denti ed in fin dei conti era riuscita a sopportare il tutto.
Il problema nacque quando si svegliò quel sabato mattina. Lo sentiva. Percepiva quel piccolo fastidio alla gola e sapeva bene cosa avrebbe comportato.
Cominciò subito prendendo l'antibiotico, ma il giorno dopo stava da cani. Sì.
Era stata tutto il giorno distesa nel letto senza alcuna forza. Fortuna che con lei c'era il suo Tsuyoshi.
Okay, per lavare cinque piatti ne aveva rotti tre, ma le stava vicino e l'assisteva con cure amorevoli.
Si chiedeva come sarebbe riuscita ad andare a lavorare il giorno successivo se continuava a sentirsi così debole. Fortunatamente, però, doveva andare soltanto di pomeriggio quindi avrebbe osservato la sua salute in mattinata ed avrebbe preso una decisione in merito.
Continuando con l'antibiotico e prendendo un decongestionante nasale prima di andare a dormire, il giorno successivo riuscì a sentirsi un po' meno male.
Certo, i sintomi c'erano tutti... ancora un po' di mal di gola, naso super chiuso e tosse secca. Come se non bastasse sentiva che le orecchie si erano tappate ed i suoni le arrivavano completamente ovattati.

Alle tre del pomeriggio era in ufficio e mentre beveva il caffè con le sue colleghe – prima di cominciare a lavorare – raccontò quanto fosse stata sfortunata.
Poco più tardi arrivò il titolare che salutò le sue dipendenti e cominciò a dare lavori a destra e manca.
“Aya-san, cercami l'indirizzo civico del signor Takuma.”
Lei lo fece e dopo poco la dipendente tornò da lui con un foglietto in cui aveva annotato ordinatamente l'indirizzo.
Poco prima delle cinque di pomeriggio il suo capo se ne andò dal signor Takuma.
Verso le cinque e mezza suonò il telefono e, dopo appena uno squillo, Aya rispose.
“Aya-san, sono io. Senti io non lo trovo questo indirizzo... l'hai chiamato a questo per chiedergli il numero civico?”
La ragazza non capiva, perché non trovava quegli uffici? Prima di rispondere tossì. Quando gli rispose che lei lo aveva cercato, il capo alzò un po' la voce. “Misericordia, Aya-san, ti avevo detto di chiamarlo!”
Lei alzò un sopracciglio, tanto non poteva vederla. Quando mai le aveva detto una cosa del genere? “Avevi detto di cercarlo.” Rispose lei con innocenza.
“No, ti avevo detto di chiamarlo.”
Era una causa persa in partenza, quindi lasciò correre.
“Okay, adesso lo chiamo e ti faccio sapere.”
Senza nemmeno salutarla le chiuse il telefono in faccia e dopo nemmeno due minuti, nei quali Aya aveva chiamato lo studio del signor Takuma e stava telefonando nuovamente al suo titolare, entrò nel suo ufficio la collega che, trafilata, le disse che aveva appena chiamato il loro capo e che avrebbe dovuto chiamare il signor Takuma.
Inutile dire che quando Aya le disse che aveva già avuto quella conversazione con il capo, la collega – poveretta – non capiva allora perché l'aveva richiamata per riferirle che Aya doveva fare quella chiamata.
Dopo aver nuovamente chiuso la telefonata con il capo, Aya sospirò mentre la collega le chiedeva spiegazioni.
“Mi aveva detto di cercare il numero civico di questo studio, ma lui dice che mi aveva detto di chiamarlo.” Alzò le spalle e si soffiò il naso.
Forse aveva effettivamente capito male per colpa delle orecchie tappate, visto che il suo titolare di solito parlava a bassa voce.
Di una cosa Aya era certa. La prossima volta che avesse avuto l'influenza, poteva anche pregarla in ginocchio ma si sarebbe messa in malattia.

Angolo Autrice

Diciamo che non sono sparita del tutto. Sono sempre qui, nell’ombra, ed ogni tanto torno. :p
Scusatemi se non mi sono fatta più vedere, è che purtroppo non si può stare sempre al computer e la vita vera porta via un sacco di tempo xD
Ma voi non demordete perché io son fatta così. Prima o poi torno! ^_^
Capirò comunque se non seguirete più i miei scritti. Scusatemi ancora se vi faccio sempre attendere così tanto. :(
Questo racconto parla di Aya. Ancora lei mancava all’appello :D E’ una shot un po’ autobiografica visto che ciò che ho raccontato è successo a me al lavoro xD
Spero vi siate divertite a leggerla come io a scriverla!
Spero di tornare presto su questi lidi!
Bacioni
Deb.

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Capitolo 8
*** Prompt: Fumo ***


Prompt: Fumo


Portò la sigaretta alla bocca ed aspirò la nicotina attraverso il filtro, ributtò fuori dal suo corpo il fumo grigio. Colore che gli si addiceva perfettamente in quel periodo.
Non avrebbe mai creduto che quelle piccole strisce contenenti tabacco potessero mai cominciare a far parte della sua vita.
D'altronde, ormai non era più sicuro di nulla.
Se fosse stato per lui sarebbe tornato a fare il vagabondo, ma non poteva certo abbandonare quella bambina – ormai diventata una giovane donna – che gli aveva salvato la vita anni fa, che l'aveva accolto a casa sua come se niente fosse, soltanto per la bontà che era parte integrante del suo cuore.
Già si immaginava quante parole sarebbero eruttate dalla sua bocca, con la sua voce acuta, se solo avesse scoperto il suo segreto.
Perché quello era il suo segreto. Quei pacchetti che piano piano andavano svuotandosi con scritto sopra “Il fumo uccide”, erano diventati il suo più grande segreto da poco più di due settimane.
Forse, voleva veramente uccidersi, lentamente ed inesorabilmente perché non aveva più senso vivere se lei non era più al suo fianco.
Sorrise amaramente. Si vergognava di se stesso. Era così dannatamente debole.
Si portò nuovamente la sigaretta alla bocca ed ancora una volta il fumo grigio uscì dalla sua bocca e dal suo naso.
Non poteva farci niente, aspirare ed espirare quella cosa lo calmavano. Sapeva che se non avesse avuto una valvola di sfogo sarebbe impazzito. Questa volta non sarebbe tornato a dormire su un marciapiede, anche se quello sarebbe stato il male minore, no, lui sarebbe andato lì ed avrebbe ucciso quel figlio di buona donna a suon di legnate.
Dentro di lui covava una gran rabbia ed il fumo, era stupido dirlo perché era soltanto una cosa psicologica, lo calmava.
Doveva fumare altrimenti Rei Sagami avrebbe compiuto un atto di cui poi si sarebbe pentito. Ne era certo.
Eppure non poteva nemmeno dare la colpa alla sua, nuovamente, ex ragazza. Se si era, come gli aveva detto lei, innamorata di un altro che poteva farci?
L'amore era così volubile. Pensò lui inalando ancora del fumo.
Così lui era, nuovamente, perso e vuoto. Come lo era stato tanti anni fa quando Asako l'aveva lasciato per entrare nel mondo dello spettacolo.
No, lui non ce l'aveva con lei, ce l'aveva con il suo nuovo ragazzo che, una volta entrato nella vita dell'attrice, gliel'aveva strappata dalle mani.
Che male c'era, quindi, se faceva due tiri di sigaretta per calmarsi? Per non sentirsi più solo e tradito? Che male c'era se il fumo era diventato il suo nuovo migliore amico?
Ancora una volta si ritrovò a pensare quanto fosse stupido, ma questa volta alzò le spalle. Non era colpa sua se, in fondo, era un debole quando si parlava di Asako. L'amava ancora troppo per non provare rabbia, rancore o vuoto per la perdita della sua anima gemella.
Perché lui lo sapeva e prima o poi l'avrebbe capito anche lei. Rei buttò la cicca a terra schiacciandola con un piede. Quel giorno però, quando Asako sarebbe tornato nuovamente da lui con la coda tra le gambe, lui si sarebbe voltato e se ne sarebbe andato lasciandola sola. Perché si era ormai stancato di combattere per lei che, alla prima tentazione, lo abbandonava senza pensarci due volte su.
Per cui a chi poteva importare se fumava due o tre sigarette al giorno per poter calmarsi e non commettere l'errore più grosso che avrebbe mai potuto fare?

Angolo Autrice

Buongiorno. Chi non muore si rivede.
No, non sono propriamente sparita. u.ù
Ho avuto un bel daffare. Scusate per il ritardo.
Per questa OS cosa potrei dire? Nulla di che. Molto malinconica e tutta dedicata a Rei e di come le sigarette lo riescano a calmare e a placare la sua rabbia.
Povero Rei, cosa gli ho fatto passare ç_ç
Spero vi sia piaciuta!
Ora mancano altre due OS e poi questa raccolta può ritenersi conclusa.
Together per il momento è sospesa. Non so se e quando la riprenderò (mi dispiace) e, una volta conclusa questa raccolta, credo che non tornerò su questo fandom che mi ha dato tanto, ma che credo abbia concluso tutto ciò che poteva donarmi.
Sana e Akito, come Kodocha in generale, hanno deciso non farsi scrivere più da me. u.ù Almeno per il momento.
Ci vediamo con i prossimi due capitolo! :*
Bacioni
Deb.

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Capitolo 9
*** Prompt: Vampiro ***


Prompt: Vampiro


Lei lo aveva sempre immaginato. Sognatrice com'era doveva saperlo che il suo ragazzo, così taciturno e misterioso, fosse in realtà una di quelle creature che in quel momento andavano tanto in voga.
Non che a lei non piacessero i vampiri; lei li amava, ma non perché andassero di moda. Più semplicemente perché era sempre stata affascinata da quei cosi con i denti aguzzi pronti a bere il sangue, la linfa vitale di ogni persona, solo per poter sopravvivere.
Ecco, le piaceva il mistero che si celava dietro di loro, anche lei aveva sempre creduto che i vampiri bruciassero al sole.
Aveva sempre letto di loro, di quanto erano spietati e violenti. Se per loro fosse stato davvero possibile andare in giro di giorno e prendere il sole, tutti gli umani non sarebbero più liberi di camminare per strada. No! Sarebbero sicuramente schiavi di quei vampiri tanto misteriosi e spiegati.
Eppure lei amava il suo succhiasangue. Parlando chiaro, le piaceva tantissimo quando faceva quella cosa sul suo collo.
Arrossì al solo pensiero e guardò con la coda dell'occhio il suo ragazzo non-morto. Di certo una persona normale non avrebbe mai potuto fare quella cosa lì, che le era piaciuta da morire ma che, allo stesso tempo, aveva lasciato il segno.
Si toccò quel punto. Non faceva male. Forse perché il vampiro che l'aveva morsa era innamorato di lei, o forse perché lei stessa nutriva quel sentimento per lui.
“Il mio ragazzo è un vampiro...” Disse ad alta voce, guardandolo con sguardo perso. Chissà, magari nemmeno lo amava. Forse l'aveva soltanto soggiogata. Si diceva che quelle creature potessero farlo, giusto?
Akito roteò gli occhi e cambiò posizione, portando una gamba sopra il divano e l'altra ancora a penzoloni.
“Sana, lo sai, vero, che quello che stai dicendo è una cavolata bella e buona?” Le chiese cercando di essere il più delicato possibile. Probabilmente lei ci credeva davvero. Tutto era possibile per quella Kurata, anche credere veramente ad un essere che era soltanto frutto dell'immaginazione, della paura e – allo stesso tempo – dell'amore degli umani verso il mistero e ciò che non si conosce.
“Fandonie! Tu, succhiasangue,” Sottolineò bene l'ultima parola detta. “non mi freghi più!”
Il ragazzo, ormai esasperato da tutte le volte che Sana aveva dato di testa, sbuffò sonoramente. “E dimmi, quando mai hai capito che fossi un vampiro?”
“Da questo!” Esclamò lei, quasi urlando. Indicò il punto del collo dove in precedenza Akito aveva riposto le sue attenzione. Vergognandosi della stupidità della sua donna, quest'ultimo portò una mano alla testa nascondendosi da quella vista.
“E' un semplice succhiotto, Sana!” Urlò tornandola a guardare ed alzandosi in piedi di scatto.
L'attrice arretrò di un passo. “Un succhiotto? E che sarebbe?"
Per poco Akito non cadde a terra. Fortuna che dietro di sé vi era ancora il divano, che attenuò la mezza caduta in modo tale da preservare il suo coccige.
“Dio. Quanto sei ingenua.” Sussurrò ricoprendosi il viso con una mano, questa volta perché era lui che si stava vergognando di se stesso, imbarazzandosi a pensare di aver fatto qualcosa di cui Sana nemmeno conosceva il termine, come se fosse stata una bambina e non una ragazza di quindici anni. Ma dove aveva vissuto? Sulla luna?!
“Quindi non sei un misterioso vampiro?” Chiese dopo un po' sembrando perfino triste per la scoperta.
“Non esistono. E' diverso.” Le rispose allungando un braccio verso di lei. Quando Sana gli strinse la mano, Akito la strattonò verso il divano e senza darle il tempo di ribattere, le mordicchiò il collo.
“Se permette, giovane umana, vorrei assaporare il vostro dolce sangue.” Affermò con voce roca, solleticandole la pelle con il respiro.
Sana era Sana, lui non poteva fare altro che stare al gioco. Alla fine era divertente fare la parte del vampiro visto che in quel modo avrebbe potuto morderla in ogni dove.
Akito sogghignò. “Ti sei cacciata in un mare di guai”.

Angolo Autrice

Buonasera! Eccomi tornata con la penultima flash di questa raccolta!
Spero vi sia piaciuta! :D
Visto che vanno tanto di moda i vampiri non potevo non scrivere una flash su questo argomento! u.ù
Grazie a tutte le persone che seguono questa raccolta! Tanti baci! :D
Deb.

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Capitolo 10
*** Prompt: Poste ***


Prompt: Poste


Lui odiava andare alle poste. Non che le altre persone l’amassero.
Anzi, guardandosi intorno poteva notare benissimo quanto sbuffassero e cambiassero posizione ogni trenta secondi.
Stava ormai in fila da più di mezz’ora ed ancora aveva davanti a lui tre persone. Sarebbe mai riuscito ad arrivare in cima? Cominciava seriamente a perdere le speranze.
Era ormai passata l’una e perfino i postali guardavano continuamente l’orologio come se potessero mandare avanti il tempo e poter andare a casa. Ogni loro movimento sembrava lento, soltanto per spostare una busta da lettera impiegavano almeno trenta secondi.
Sbuffò, per l’ennesima volta, battendo convulsamente un piede a terra e sventolando il modulo per la raccomandata su una coscia.
Finalmente la fila si mosse e in men che non si dica – stranamente, vorrebbe aggiungere – era il suo turno.
Si fermò davanti al bancone e fece passare la busta ed il modulo per la piccola fessura in modo tale che il postale potesse pesare la lettera, compilare il programma al pc e spedirla.
Inutile dire che l’impiegata in questione lo guardò e… se ne andò. Sparì dietro l’angolo senza dire nulla, nemmeno un “Aspetti un attimo.”
Rei sgranò gli occhi per quella mancanza di rispetto, ma attese che la ragazza tornasse – perché l’avrebbe fatto, vero? – battendo le dita sul bancone.
La postale tornò com’era venuta, prese la lettera e cominciò finalmente a lavorare. Il grande manager si chiedeva se loro effettivamente lavorassero di tanto in tanto, o forse era solo quell’ufficio postale vicino a casa ad essere così dannatamente inefficiente.
Dopo pochi minuti la donna si voltò verso di lui. “Deve andare da un’altra parte.”
Che? Cosa? Perché? Miriade di domande invasero la mente del povero uomo, ormai lì da più di tre quarti d’ora.
“Eh?!” Uscì dalle sue labbra.
“Deve andare da un’altra parte. Non me la fa spedire. Mi dà errore. Provi in un altro ufficio postale.” “Non può ripr…” Cercò di dire lui. Non aveva voglia di uscire da lì, con la lettera non spedita quando era davvero importante spedirla quel giorno.
Diavolo, era la domanda d’iscrizione all’università di Sana e doveva assolutamente arrivare in facoltà per il giorno successivo se no… non sapeva cosa sarebbe accaduto, ma il termine massimo scadeva il giorno successivo.
“Gliel’ho detto. Mi dà errore. Arrivederci.” La ragazza gli ripassò la busta ed il modulo. Non poteva fare altro di uscire da lì a testa bassa, dandosi mentalmente dello sfortunato. Perché lui sapeva di esserlo.
Non era normale che ogni volta che andava alle poste succedeva sempre qualcosa di strano.
Salì in auto e partì in direzione di un secondo ufficio postale. Continuava a sbuffare lui, chiedendosi anche perché diavolo Sana non ci aveva pensato prima. Perché doveva sempre fare la cose all’ultimo minuto.
Era colpa sua, però. Sì, perché lui l’aveva viziata troppo.
Dopo meno di dieci minuti, ed erano le tredici e quindici, parcheggiò l’auto e di corsa arrivò davanti alla porta dell’ufficio.
Chiusa.
Voleva urlare, ecco cosa Rei voleva fare. Quel giorno non gliene andava bene una e mancava solo un quarto d’ora alla chiusura di tutti gli uffici postali. Doveva farcela, però. Per forza.
Sulla vetrina vi era attaccato un messaggio “In data 17/09/xxxx Per motivi tecnici il seguente ufficio rispetterà i seguenti orari: 8:30/11:30”
“Dannate poste!” Esclamò il manager preso da un moto d’ira.
Rimontò in macchina. Nelle vicinanze era aperto soltanto un altro ufficio. Non fosse riuscito a spedire la raccomandata da lì, non sarebbe più riuscito a farlo per quella giornata.
Cercò di andare più veloce che poteva – cosa per lui assai rara – e scese nuovamente dall’abitacolo per correre nel suo terzo ufficio postale.
Con sua grande gioia notò che davanti a lui c’era soltanto una persona.
Pazienta, Rei, pazienta. Questa sarà la volta buona”. Si ripeteva nella mente.
Continuava a battere il piede a terra, ormai era diventata un’abitudine. Se poi ci si aggiungeva che l’uomo davanti a lui e la postale stavano parlando di cozze, l’ira e l’impazienza del manager andavano aumentando. Possibile che quell’impiegata dovesse farsi portare la cena in ufficio?
Finalmente – dopo diversi minuti nei quali i due parlarono di mettere i molluschi in congelatore e che, quella volta, erano più grossi di quella precedente – toccò a lui e, alla fine, riuscì ad inviare la raccomandata.
“Arriverà domani, vero?” Domandò Rei pregando gli Dei del cielo.
“Sì, domani. Sono 830 yen*
Pagò ed una volta uscito da quell’ufficio non poté fare a meno di inalare un sospiro di sollievo. C’era riuscito. Era riuscito a spedire finalmente quella cavolo di raccomandata.
Non poteva crederci. Senza accorgersene cominciò a piangere lacrime di felicità. C’era riuscito, c’era davvero riuscito. In solo… un’ora e tre quarti.
Di una cosa era certo, però, quando sarebbe arrivato a casa avrebbe fatto un discorsetto alla sua cara Sana. Non avrebbe più dovuto fare, anzi farsi fare, le cose all’ultimo minuto.
Rei scosse la testa. Tanto lo sapeva. Sapeva perfettamente che lei non sarebbe cambiata.
Bhè, lui comunque alle poste avrebbe cominciato a metterci piede il meno possibile.

* Circa 8€ - la raccomandata 1 qui in Italia costa così… ho messo lo stesso prezzo non conoscendo le tariffe giapponesi.

Angolo Autrice

Buonasera. Con questa flashfic si conclude la raccolta su Kodocha! Spero che vi sia piaciuta!
Anche questa flash, come un’altra che ho postato in passato, tratta di un avvenimento accadutomi. Dannate poste, davvero.
Mi spiace dover metter come conclusa questa raccolta perché significa che il mio periodo – che è stato bellissimo e qui ho conosciuto persone fantastiche – si è concluso.
In questo periodo sono molto ispirata da Revenge, quindi se guardate quella serie, passate in quel fandom :D Mi troverete sicuramente.
Inoltre, se volete rimanere in contatto con me, potete trovarmi su facebook e twitter.
Baci
Deb.

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