Buonasera lupo.
Il vantaggio di una rilettura è che ti permette di focalizzare più particolari e di farti colpire da questi in modo nuovo.
Così ho immaginato Rein nel silenzio della sua casa che affronta la vita con coraggio, non chiudendo gli occhi di fronte ai colpi, ma accogliendoli in pieno petto.
Nella sua quotidianità tutto è svuotato di importanza e significato perchè Rein stessa si sente vuota. E i gesti monotoni eppure luminosi di Mirlo servono a poco. Però è solo grazie a lei che Rein resta in piedi, che non si lascia cadere totalmente nell'abisso.
Rein è come un fiore che invece di schiudersi al mondo si chiude in se stesso. Viene calpestato, viene maltrattato, ma continua a vivere nel grigiore.
Il veleno puro e denso che le gettano addosso la rende più fragile, ma lei continua a combattere come un'eroina.
Morire in silenzio per la salvezza di qualcuno a cui vuoi bene è una scelta che fanno in pochi. Quando l'amore è più grande di qualsiasi altra cosa.
Il pregiudizio ha impedito che si vedesse, ma c'è una luce immensa in Rein, una forza che brucia e divampa, trattenuta dalle ferite e dagli insulti, ma che aspetta solo un segno.
Quel fiore sboccerà, finalmente, e nessuno potrà impedirlo. In silenzio, un silenzio assordante nello stupore generale.
Di seguito è riportata la mia vecchia recensioneche ho recuperato e che ritengo ancora valida.
La parola chiave di questo capitolo è il vuoto. Il cuore di Rein ha un vuoto incolmabile. Nemmeno le lacrime di Mirlo possono riempirlo.
Il cielo azzurro è vuoto, perchè suo padre non è più lì a riempirlo di libertà.
I tentativi di andare avanti, le parole di incoraggiamento di Mirlo, sono vuote. Non ha senso cercare di vivere di nuovo, perchè vuota è la vita stessa e niente può cambiare le cose. Tranne qualcosa di straordinario. Qualcosa di altrettanto irrimediabile.
Altezza è, senza dubbio, priva di tatto. Ma è inutile fermarsi su questo punto.
La purezza di Rein, il desiderio di non fare male, ma di riceverne. Il tener conto dei tagli. Questo mi ha commossa. Non la morte, no. Perchè Rein chiude gli occhi su un mondo per riaprirli in un altro. E non è la certezza che non è finita qui che me lo fa dire.
So cosa significa fare di tutto per non essere di peso, per non ferire e distruggere ciò che ci sta intorno, per passare inosservati, per andare avanti passo dopo passo, in silenzio. Sentire i sussurri, sopportare i giudizi, racchiudere tutto dentro. Lo so benissimo.
Ho provato per gran parte della mia vita a confodermi con le pareti, a oscurare il resto del mondo, a ritagliare un piccolo posto dove potessi essere me stessa, al sicuro da occhi e bocche.Per Rein è il volo di pensieri dopo un taglio netto sulla pelle, è il sangue che sgorga come il dolore più nero che vuole lasciar scivolare via.
Per me era la mia stanza, al buio, piena di musica. Era l'immaginazione che sta dietro le palpebre e l'illusione di essere qualcun altro, di vivere un'altra vita. Per un'ora o due uscivo da me stessa e dimenticavo tutto.
Io però avevo ancora la mia famiglia. Rein non ha più niente. Solo Mirlo che è convinta di far soffrire.
E allora non c'è più qualcosa che la lega al mondo. E può andare via.
Mi è difficile dirti più di così quanto sono stata sconvolta e coinvolta in questo capitolo.
La mia infanzia l'avevo in parte eliminata e invece anche stavolta stai portando a galla ricordi repressi e abbandonati volontariamente, ma con cui devo ancora fare i conti.
Il lupo è una benedizione. E credo che Rein avesse trovato la libertà proprio una volta andata in mille pezzi. Proprio nella morte.
Ho il cuore chiuso, in posizione di difesa, perchè so che non è finita e che, nonostante stia evitando di pensarci, tornerò a rimuginare di nuovo sul mio passato. Brucia - che assurdità - non più così tanto come qualche anno fa.
Quando chiudevo gli occhi nel buio della mia stanza perchè non volevo più vedere, quando ascoltavo musica a tutto volume perchè non volevo più sentire.
Ma ora sono pronta ad aprire gli occhi e spero che anche Rein lo sia.
Un bacio,
Giulia |