Passavo di qui solo per dirti che seguo la storia con vero, disumano interesse.
L’indiscussa verità è che noi Potterhead veniamo attirati da Hogwarts come le mosche dal miele. Non importa che la saga sia finita, riusciremo sempre a calarci di nuovo in quel mondo e a godercelo un mondo, anche!
Devo dirti che sono piuttosto contenta che tu non abbia "sostituito" nessun professore di Hogwarts. Pitch, a onor del vero, sarebbe stato un insegnante di Pozioni con i contro-attributi; tuttavia, credo che Hogwarts non sarebbe stata Hogwarts (o meglio, io non l'avrei sentita come Hogwarts) senza avere almeno l'illusione che il gigantesco tipo che traghetta le barche sul lago il primo giorno sia proprio Hagrid e che la professoressa di Trasfigurazione rigida e impeccabile sia nient'altro che la McGranitt.
E, per dirla tutta, non penso che sia umanamente possibile trovare un degno sostituto di Silente… ♥
Detto ciò, occorre sottolineare che non è solo Hogwarts il punto di forza della storia, ma i personaggi stessi (sebbene io ritenga che sia Hogwarts a permettere alla chimica che li lega di manifestarsi in modo così spontanteo e… be’, magico). Ma, tornando ai personaggi, è molto probabile che il mio coinvolgimento sia dovuto proprio al fatto che ho un legame particolare con ciascun protagonista e seguirli nella loro avventura potteriana ha un che di elettrizzante. È un po’ come ripercorrere le emozioni di tanti anni fa, quando Hogwarts era ancora tutta da scoprire anche per noi e, allo stesso tempo, è simpatico osservare i personaggi con una sorta di affettuosa superiorità, ridacchiare del loro stupore per il soffitto incantato della Sala Grande e pensare: “Aspettate di entrare nella Stanza delle Necessità, o di conoscere i Thestral, o anche solo di vedere l’orto di zucche di Hagrid!”
Insomma, abbiamo speso la nostra infanzia e di certo l’intera adolescenza a desiderare invano di poter respirare l’aria di Hogwarts e non si può non essere lieti che questa opportunità sia capitata almeno a Rapunzel, Merida, Hic e Jack.
Ho "conosciuto" Rapunzel al cinema quando entrambe stavamo per compiere diciott'anni, entrambe ci sentivano imprigionate in una torre (lei un po' più letteralmente di me) ed entrambe aspettavamo con struggimento una svolta nella nostra vita. Vedi, a volte, il "mal comune mezzo gaudio" aiuta a fare amicizia. E Rapunzel, per me, è stata un'amica di quelle preziose, con i suoi occhioni verdi e ingenuità disarmante, che ti insegnano a inseguire qualsiasi cosa tu voglia da te stessa e dal mondo.
Qualche tempo dopo è piombata nella mia vita Merida, che rappresenta tutto quello che avrei voluto (e vorrei ancora) essere. E non sto parlando solo del fatto che scali le montagne, cavalchi veloce come il vento e che Robin Hood si sarebbe innamorato pazzamente di lei (e al diavolo Lady Marian!). La verità è che Merida è meravigliosa, perché esuberante, vitale, decisa, compassionevole, ribelle. E coraggiosa, perché non sono in molti – in qualsiasi epoca si viva, fittizia o meno – ad avere la forza di scrollarsi di dosso le pressioni della società.
E poi, diciamocelo!, come si fa a non amare una principessa che non sa che farsene di un pazzo vestito di azzurro in sella a un cavallo bianco?!
Hiccup e Jack, li ho conosciuti solo di recente (Jack da un mese scarso); ma ritengo che non esista qualcuno al mondo capace di non amarli e non apprezzare il loro essere così poco “storie” (o leggende) e così tanto “realtà”. Realtà nel dramma di un ragazzino che non è il figlio perfetto del proprio imperfetto genitore; realtà nella solitudine di un adolescente che non vuole essere ignorato, che non vuole essere invisibile. Realtà nello sforzo sfiancante che entrambi devono compiere per trovare la propria strada.
Quindi, vedi, amo ogni singolo costituente della tua storia! Ma forse è proprio per questo che devo scriverti (e scusa la prolissità) quanto il tuo lavoro mi piaccia.
Perché, come potrai ben capire, siamo sempre pronti ad abbattere – figuratamente parlando – chiunque smacchi anche solo un po' le cose a noi care; tu, invece, hai questo dono particolare (e sappi che è difficile non invidiartelo) di entrare nei vari mondi come se fosse il tuo mondo e di adattarti alla pelle dei personaggi come se fosse la tua pelle.
Sei empatica, ecco. Sei nata per scrivere.
Niente è fuori posto, nel puzzle che stai assemblando, e niente sembra forzato. Immagino che, se lo avessi compiuto, sarebbe stato un errore comprensibile quello di rendere i protagonisti in qualche modo stereotipati.
Invece, tu salti l’ostacolo con estrema agilità e acume – il dettaglio più evidente è che non hai costretto Hic a Tassorosso, ma sei andata oltre tutto quello che la gente vede e sei arrivata dritta al cuore del personaggio (penso che il Cappello Parlante non sarebbe in disaccordo se dicessi che sei un po’ una Corvonero anche tu).
Altro che cliché! All’opposto, i contorni caratteriali dei quattro (dotati senza ombra di dubbio di personalità puntuali e caratterizzanti) sfumano in un non so che di indefinito che non li ingabbia e non li pregiudica in una fissità che li renderebbe poco realistici e piuttosto prevedibili.
Tutto ciò rende la lettura ancora più gradevole, ma soprattutto più frenetica, più un violento divorare le parole in un minuto scarso e rammaricarsi di dover aspettare chissà quanti giorni per un nuovo aggiornamento.
Adesso, prima di concludere, ritaglio un angolino tutto per Mavis.
Se c’è una persona in grado di apprezzare a pieno la magia di Hogwarts, quella è proprio Mavis, perché la signorina Dracula è una sognatrice, un’ottimista, un’ingenua, una curiosa… Sono, dunque, enormemente felice che tu l’abbia inserita nella storia, molto più di quello che non riesca a dire (e che non dirò, perché la recensione ha raggiunto una lunghezza disgustosa!). E non importa – non troppo, almeno – se il suo inizio a Hogwarts non è quello che meriterebbe. All’immagine di lei tenuta lontana da spicchi d’aglio mi è venuto in mente Harry, emarginato perché parlava serpentese. Come non struggersi d’amore per loro?
Ma Harry aveva Hermione e Ron; e Mavis ha Jack! Due pollici bene bene in alto per Jack, allora, che non smentisce mai la sua natura gentile, ancora più adorabile perché nascosta da quel suo sorriso malandrino.
Mi piace pensare che, se Jack fosse ancora invisibile, Mavis sarebbe la sua Jamie Bennett – anzi, ne sono piuttosto certa e più ci penso, più me ne convinco. Così, ritengo che sia poeticamente corretto che sia stato lui il suo primo amico a Hogwarts (non Hic, non Rapunzel, e di certo non l’impulsivamente Grifondoro Merida, che già pensa a come combattere i vampiri e ricopirsi di gloria!).
Che altro c’è da dire?
Non ho intenzione di essere smielata, ma ricordo ancora quando ti ho aggiunta fra gli autori preferiti. Non riuscivo a smettere di leggere (e rileggere, e rileggere…) le tue Fred/Hermione.
Sei stata la prima autrice che io abbia iniziato a seguire e l’unica che non ha mai deluso le mie aspettative. È giusto dirtelo adesso che siamo riapprodrate nel mondo di Hogwarts.
A presto!
Chicca
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