Recensioni per
L'agonia della Luce.
di Makil_

Questa storia ha ottenuto 38 recensioni.
Positive : 33
Neutre o critiche: 5 (guarda)


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Recensore Veterano
24/09/15, ore 21:37

Ciao! Rieccomi qui dopo aver dato finalmente gli ultimi esami dell'università. Facciamo così, per questa volta ti darò bandierina verde sulla fiducia perchè il capitolo rispetto ai precedenti è migliorato ma ci sono ancora molte cose che non vanno, molte cose che sono davvero insensate, comportamenti che una persona normale non potrà mai avere. I discorsi sono migliorati, sono meno astratti e più ... veritieri, ma il tasto dolente sono i personaggi e la loro introspezione. Voglio essere sincera, sono più piatti di una sogliola, mancano di introspezione, di quei ragionamenti e pensieri che ci fanno capire come sono fatti dentri, cosa pensano, cosa provano. Oswald e tutti gli altri non mi trasmettono nulla, mi sembrano figuranti, o meglio, burattini non persone vere e in carne d'ossa che si trovano in situazioni fuori dal comune. Il libro non si può basare solo su una serie di eventi, le sue radici si immergono anche nei personaggi. Io dovrei piangere quando loro piangono, stanno male, soffrono, dovrei essere felice quando finalmente le cose si sistemano ma qui ... manca tutto ciò, mancano quelle emozioni che una storia dovrebbe far provare. Non importa se fantasy, storica, comica, romantica, horror e chi più ne ha, più ne metta, la storia deve portare il lettore al suo interno, farlo affiancare ai suoi protagonisti. Se la pensiamo allo stesso modo, allora ti consiglio di rivederla, di rileggerla anche cento volte finchè non piangi anche tu per quello che stai scrivendo: in quel momento saprai che avrai fatto centro. Se invece abbiamo due visioni differenti, arretro e mi faccio da parte perchè ognuno è libero di scrivere le proprie storie come vuole. Le descrizioni finalmente non mi sembrano più dei mattoni pesanti, anche se noto ancora aggettivi messi quasi a caso, giusto per allungare il brodo. E la grammatica, ahia, anche qui tasto dolente, nei primi capitoli non ci ho fatto molto caso perchè ero stanca per lo studio, ma ora che ho letto questo capitolo di giorno in tutta tranquillità di voglio far notare un paio di cosette:
- tempi verbali: se inizi con un tempo verbale devi usare per forza quello per tutto il resto del racconto, non puoi passare dal presente al passato, è un errore anche abbastanza grave;
- punteggiatura: disastro. Virgole dove non ci dovrebbero essere, punti che spariscono, punti e virgola in posti inutili. Rileggi il testo ad alta voce prima di pubblicare seguendo la punteggiatura, in questo modo sarà più facile correggerla. Ah, e non è necessario usare le lettere maiuscole quando il personaggio urla, basta il punto esclamativo, esiste per un motivo. 
- la sintassi della frase: come vedrai in seguito, ti ho correto delle frasi che lette non filavano molte bene a causa anche delle virgole messe in posti non proprio opportuni. Quindi ti consiglio vivamente di trovarti un beta o qualcuno che rilegga la tua storia in modo imparziale, che ti corregga prima che pubblichi i capitoli perchè ci sono molte che devono essere corrette e riviste. 
Ora passiamo al capitolo vero e proprio: l'idea di fondo non è male ma speravo in qualcosina di più. Mi aspettavo una battaglia cruenta non una specie di battaglia in cui il protagonista sembra passeggiare disinvolto fra un Gurak e l'altro senza farsi nulla. Non sento la crudeltà, il sangue e la morte che una battaglia del genere dovrebbe trasmettere a causa anche dei comportamenti innaturali dei personaggi. Sembra tutto apatico, come se non fossero davvero lì. Devo ammettere però che i Gurak li hai descritti abbastanza mostruosi e ripugnanti, mostri orripilanti che non provano pietà per nessuno e questo mi piace in un mondo dove tutto sembra rose e fiori. E le parole della sacerdotessa mi hanno stupita, hai una bella vena poetica. La madre che parte non mi ha toccato più di tanto, dal poco che ci hai mostrato p una donna che sembra capace di fare solo sceneggiate e nemmeno un discorso serio. 
- raggirare lei (sarebbe meglio scrivere raggirarla ed evitare di aggiungere il lei, il significato tanto non cambia).
- « Ti ho spiegato anche questo, un centinaio di volte forse … i Gurak conoscono la moglie di colui che ha ucciso e diffamato il loro Dio. Domanda spontanea: come fanno a conoscerla se lei non ha mai partecipato a nessuna battaglia? Non penso che il marito abbia sbandierato al mondo l'identità della moglie che tra l'altro portava in grembo suo figlio. 
- « Proprio quel che cercavo! ». Sarebbe meglio dire, proprio chi cercavo, il povero Liffar non è un oggetto qualunque, è una persona in carne ed ossa. 
- Oswald si girò e posò tutte le sue lettere – consegnategli da Liffàr - Non c'è bisogno di sottolinearlo, l'evento è avvenuto pochi secondi prima. 
- Poi Oswald iniziò a lanciare ogni lettera sull’altra parte del tavolo, man mano che gli capitavano in pugno. Consiglio, questa frase stona abbastanza, non so, si può dire: Oswald cominciò a rovistare fra le missive alla ricerca di qualcosa di utile che potesse aiutarli. 
- Ah, hai ripetuto la parola lettera troppo spesso. Ci ho fatto subito caso perché il mio cruccio fin da piccola sono le ripetizioni, le odio con tutto il mio cuore perciò quando leggo un testo mi saltano subito agli occhi perché comunque nella nostra lingua è un errore. 
- i Gurak sono in migliaia e stanno per giungere al regno. Dunque, un esercito di migliaia di mostricciatoli non passa inosservato e di certo non appare dal nulla (a meno che non vengono dalle viscere della terra e compaiono da fenditure nel terreno ma questo è una mia ipotesi campata in aria), perciò mi chiedo: nessuno lo ha notato, insomma, quando un esercito passa lascia dietro di sé macerie, distruzione e morti, possibile che nessuno li abbia visti (a parte Oliver che sembra essere sempre al momento giusto nel posto giusto, cosa che mi insospettisce un pochetto)? 
- Quando Oswald smise di leggere, mostrò lieto la lettera alla madre che con curiosità iniziò a leggerla, scrutando ogni minima riga d’inchiostri, all’erta con i suoi occhi vitrei inglobati nei suoi rilucenti zigomi perfettamente scolpiti. 
Non sarebbe più fluente: che incuriosita, iniziò a leggere le righe d'inchiostro, forse la soluzione ai loro problemi. E opterei per togliere gli occhi vitrei ecc. perché è un' inutile aggiunta. 
- « Non sono mai stato a Forte del Drago, dov’è che si trova con precisione? » domandò Oswald alla madre. 
« Lontano, molto lontano da Darlas, vi si arriva camminando ad est » « Oltre il Mare Corto? » domandò scioccato Oswald. 
« Oh no, per capirci … un po’ prima del Mare Corto! » mormorò a denti stretti Iranis. 
« Madre, ti servirebbe preparare ogni cosa, come vedi dalla lettera dovrai partire.
Altra domanda: capito, Oswald non è bravo in geografia ma non ha una mappa per orientarsi? Mi sembra un dialogo un po' irreale, insomma, di solito uno non 
è che uno dice, oh sì, è lì ad est, da qualche parte ad oriente, prima o poi ci incapperai. La madre avrebbe dovuto prendere una mappa e fargli vedere dov'è il Forte, metti il caso che la sua guida muore o lo abbandona non è che può continuare a girovagare per il mondo senza punti di riferimento. 
- Ehm ... va bene che deve partire per un lungo viaggio ma di solito quando si scappa da un nutrito gruppo di mostri assettati del tuo sangue, si viaggia leggeri per essere più veloci, quindi le cose essenziali. Poi ... una cosa che ho trovato no sense è il fatto che attraversano il regno a piedi come se nulla fosse, come se fosse una normale passeggiata. Portarsi indumenti pesanti per i duri inverni del posto lo capisco ma non si può portare dietro la casa.
Penso che tu abbia sbagliato ad utilizzare il termine regno perché definisce uno stato sotto il controllo di una monarchia, lo ritrovo per tutto il testo ma secondo me sarebbe stato meglio dire città. Trovo abbastanza improbabile che uno attraversa un regno intero, carico di bagagli e senza né un cavallo né un carro, giusto? Perché non li trovo nominati nel testo. Penso che tu debba rivedere questo punto. 
- Il fosso in pietra, era un antico punto di ritrovo. Niente virgola fra soggetto e predicato.
- « Esattamente. La sacerdotessa ed i Gurak sono ormai giunti vicino Calengol, perderei troppo tempo, io devo restare qui; sono ordini dettati da Oliver. Stiamo tutti seguendo il suo piano perfetto, siamo nella sue mani. Ora Iranis, fuggi via, va’ o sarà troppo tardi! ». Mi fa storcere il naso che un uomo anziano e vissuto come Liffar prenda per oro colato le parole di Oliver: o lo conosce da tanto tempo e si fida di lui, o lasciamelo dire, è un po' cretino a fidarsi di una persona appena conosciuta.
- « Fugge Iranis Melin, benché d’animo estremamente impetuoso , nobile ed audace, ella non regge il duro colpo che inflitto fu a Darlas! La sua famiglia è più, tanto più, estremamente importante! » canticchiò Liffàr. Ma sì, canticchiamo ironicamente mentre una madre si separa dal figlio e questo sta morendo dal dolore. Ma sì, prendiamo una bella manciata di sale e spargiamola sulla ferita aperta -> ecco, qua il comportamento di Liffàr mi ha lasciato perplessa perchè sembra, passami il termine, un bambinetto delle elementari che sta prendendo in giro un compagno. Non sarebbe stato meglio scrivere: Liffàr rimase in silenzio, rispettando la sofferenza che intravedeva negli occhi di Oswald o qualcosa del genere insomma. Non è la reazione di un uomo adulto. 
- Oswald era stremato adesso, non pareva aver riconosciuto quanto poteva essere straziante la fuga di sua madre in quel momento, proprio ora che gli serviva qualcuno con cui poter parlare e relazionarsi, proprio ora che gli serviva un appoggio morale. Idem, frase sbagliata grammaticamente e davvero brutta da leggere. Direi: Guardare la madre fuggire in groppa al cavallo gli creò un groppone in gola, fino a quel momento non si era reso davvero conto che aiutarla a fuggire equivaleva a non averla più al suo fianco. Con chi si sarebbe sfogato ora che se n'era andata? 
- A Darlas non c'è un esercito fisso, se c'è un attacco raccattano i contadini per contrastare le forze nemiche? Qui è uno scivolone non da poco, capisco che sia un mondo inventato e che magari in tempi di pace, l'esercito venga ridotto di qualche unità, ma non avercelo proprio? Insomma, è davvero strano. Sì, ci sono i paladini ma quanti saranno: una ventina? Trentina? 
- Le frecce non funzionano contro i Gurak ma i pugni di un lepricauno, alto quanto un soldo di cacio, sì? Che pugni ha? Di acciaio? Ti consiglio di rivedere questa parte. 
- Ovvio, non sai combattere, quindi che fai, resti come uno scemo in mezzo alla battaglia, per di più senza armatura, a osservare gli altri che si ammazzano a vicenda come se fosse la cosa più normale del mondo. Non prende un'arma qualsiasi (anche un bastone visto che sembra che i pugnetti di un lepricauno siano molto letali) e incomincia a lottare per aver salva la vita, no, resta a guardare gli altri mentre gliela salvano, in una posizione alquanto strana, visto che essendo in mezzo al furore della battaglia (suppongo visto che non si specifica se corre via come un vigliacco) dovrebbe restare ferito in qualche modo. 
- Roteava con in mano una daga, stretta nelle sue lunghe dita, ed uccideva uomini come mosche. - > Con la daga, stretta fra le sue lunghe dita, la donna roteava su stessa e falciava uomini come se fossero stati spighe di grano maturo pronte per la mietitura. 
- ogni cittadino ne fu allora molto scosso. -> mi aspettavo una reazione molto più intensa, non possono essere solo scossi, la loro città è distrutta, loro stanno per essere massacrati ... uno dovrebbe essere disperato, impaurito della morte che potrebbe raggiungerlo in ogni istante. Che se ne frega della statua di Galioph? 
- Ah, e poi ... capisco che sta vedendo una marea di gente morta ma com'è possibile che si sia dimenticato della morte del suo migliore amico? Non dico che doveva rannicchiarsi in un angolino e piangere disperato ma ... penso sia difficile non rivedere in testa il tuo migliore amico con un'ascia conficcata in testa (io per esempio passerei la mia vita dallo psichiatra). 
- è ferito al polpaccio ma non fa una piega. Capisco la situazione disperata ma un "ahia! Una freccia mi si è appena conficcata nel polpaccio!". No, lui va avanti come se nulla fosse, come se non avesse una freccia piantata nel muscolo. Reazione decisamente poco umana. Io avrei scritto: Ad Oswald sfuggì un gemito quando una freccia gli si piantò nel polpaccio, il dolore si propagò lungo la gamba, insopportabile e inclemente, ma era conscio che rallentare o fermarsi per togliersela sarebbe equivalso a morte certa. Strinse i denti e continuò a correre, doveva resistere o la morte di Alais e dei suoi concittadini sarebbe stata vana.
Insomma, c'è tanto da rivedere e da correggere però penso che se tu tenga alla storia (che suppongo sia corretto visto che mi hai mandato apposta un messaggio per chiedermi un parere) non ti scoraggerai e con tanta buona volontà potrebbe venire fuori qualcosa di carino. Seppure non ancora ho visto una tua recensione alla mia storia (forse non hai tempo oppure voglia, non lo so) sono una persona che rispetta i patti e continuerò a recensirti il tuo racconto anche se non ricambiata. 
Spero che la marea di appunti che ti ho fatto notare ti saranno d'aiuto a migliorare. A presto.
Arya373 

 
(Recensione modificata il 25/09/2015 - 12:25 am)
(Recensione modificata il 25/09/2015 - 12:27 am)

Recensore Veterano
11/09/15, ore 18:34

Makil_,
premetto che reputo il fantasy molto difficile da scrivere perché, a parte un’alta dose di fantasia, appunto, bisogna saper orchestrare tanti personaggi particolari che questi siano umani e non. Di più: bisogna inventarsi un mondo totalmente nuovo e fare in modo che il tutto sia corale e amalgamato al meglio.

Personalmente mi attengo a una regola fondamentale: mai si può contestare l’idea che c’è alla base di una storia. Se questa è frutto del proprio pensare non può essere opinabile. Può piacere, può annoiare, può essere banale, ma, in ogni caso, nessuno può dire a nessun altro che la storia in sé non vada bene.
Puoi scrivere di un rigatone che veste pantaloni alla zuava il lunedì e suona il piffero il giovedì e io, più di dirti se la tua idea mi è piaciuta o no non posso permettermi di fare.
Altro discorso, invece, è la messa in opera dell’idea.

Come spesso ho detto (su efp), qui nessuno è Dante, e per l’occasione dico Tolkien, ma questo non deve permetterci di scrivere senza attenzione, senza cura; dobbiamo sempre dare il meglio, al massimo delle nostre possibilità.
Ecco, Makil_, la tua messa in opera, a parer mio, è piuttosto opinabile; per questo ho molte cose di cui parlarti e vado a iniziare, premettendoti che questa recensione si limita, come ben vedi, alla prima parte della tua storia.

Per quanto riguarda la trama, dopo questo primo capitolo non mi è arrivato alcun input e non ho capito su cosa si basi la tua storia.
È vero, potresti dirmi “beh, prosegui nella lettura” ma ti rispondo che non mi regolo mai in questo modo.
Sono un’istintiva e se il primo capitolo non mi prende, per quel che mi riguarda il discorso finisce lì.
Certo, ognuno scrive come meglio crede; magari il “clou” è nel secondo capitolo o forse nel terzo, ma, le storie scritte in questo modo non sono di mio gradimento.
Mi avrebbe fatto piacere se la tua storia mi avesse preso al laccio, mi avesse sorpresa senza darmi altra possibilità se non quella di correre a leggere gli altri capitoli; ma così non è stato. Questo, ammetto, può essere un mio limite.

I personaggi sono piuttosto stereotipati sia nel carattere che nel fisico e nessuno di loro mi è particolarmente simpatico o antipatico. Non ho trovato alcuna peculiarità, ma questo, sicuramente è dovuto al fatto che stiamo parlando del primo capitolo.

Ho avuto l’impressione che tu volessi, a tutti i costi, farci conoscere molto (e troppo) del mondo che hai inventato; il risultato è un fin troppo variegato miscuglio di persone, luoghi, legni e pavimenti.

Probabilmente il "Qesitay" (pietra luminescente che mi ricorda il Loc-Nar di “Heavy Metal” ) è fondamentale, ma lo hai gettato lì in mezzo a tante parole e nell’arco della lettura me lo sono perso, nonostante sia collocato alla fine del capitolo.

Usi termini in modo erroneo; per farti qualche esempio: "aleggiare" ha un significato come di volo leggero, quasi impalpabile, soffiato, lieve: le leggi del Re di Fentos non sono affatto lievi e leggere;
o in modo ambiguo come "bastione": non si capisce se è il "bastione" in quanto tale (e cioè la porzione di muro di cinta, posta agli angoli del perimetro - quadrilatero o poligonale – della fortificazione) o "bastione" nel senso esteso del termine, che identifica proprio la costruzione muraria fortificata. In entrambi i casi, architettonicamente, non sono riuscita a immaginarlo.
Vintarige è il Re di Darlas eppure tu lo chiami Sovrintendente. Anche qui, un termine usato a sproposito: il Sovrintendente sovrintende ma non è il Re. Quindi decidi la carica di Vintarige in modo da non confondere o fuorviare chi legge.
Chi come te ignora il significato di alcuni vocaboli, può essere informato in malo modo delle loro peculiarità e sul loro uso e chi scrive non si può certo permettere di essere inattendibile con i propri lettori.
Essere alti, magri, biondastri e pescatori, non vuol dire essere virtuosi. La "virtù" è un'altra cosa.

Anche la tua grammatica, la sintassi, la punteggiatura sono piuttosto fallaci:
Alcuni verbi sono sbagliati e per questo non rispetti la regola che vuole un racconto narrato con lo stesso tempo verbale.
Mischi la lingua italiana a tuo piacimento, con modi e intercalari dialettali e non va bene. A questo proposito devo segnalarti la ricorrente formula di collocare il verbo alla fine della frase. L'italiano non è il latino e non prevede ciò. Mi viene da pensare che il tuo, sia un modo sbagliato, per dare al racconto un'aria forbita. Se non fosse questo, il tuo intento, allora vuol dire che probabilmente sei del Sud (come lo era il mio papà) e, comunque, non esentato dallo scrivere in italiano. Se proprio non vuoi o non puoi farne a meno, dovresti avvertire il lettore che si troverà di fronte a forme “particolari” quali, ad esempio "... mentre che...".
Fai un po' di confusione con “suo” e “proprio”.
"...non per nulla di minor importanza..." la doppia negazione rivela proprio come "quei luoghi" siano di minor importanza.
"...per lo più formata solamente da bambini..." insomma, è "per lo più" o "solamente"?
"banchetto": non mi sembra che Vergar Lewin abbia approntato un pranzo.
"bambocciona" è sì, dispregiativo, ma sempre riferito a una persona adulta: è un termine che non si adatta mai a una persona di giovane età e in questo caso quindi, alla bambina. Se poi quello è il modo di parlare, evidentemente sbagliato, di Vergar, allora dovresti precisare che si tratta di un truffaldino che si diverte a giocare con le parole alle quali non dà il significato giusto.
" 'Sta mattina" non esiste: o scrivi "questa mattina" o "stamattina" o se vuoi un più poetico e letterario "stamane".
Il "NO!" di Vergar, scritto a lettere maiuscole è esagerato: basta il punto esclamativo per dare vigore.
E’ con l’apostrofo, è sbagliato: quando scrivi, se hai word, vai su “simbolo” e cerca il corretto È. Oppure, sempre con word, ti basterà scrivere è. e quando darai la barra spaziatrice, in automatico diventerà maiuscolo; torni indietro e togli il punto. Ok, complicato, ma meglio che E’ sicuramente.

A parte i problemi che ti può dare l'html, e ti capisco, la tua punteggiatura è sbagliata. Se è vero che serve per dare cadenza a una frase e a un racconto, è altrettanto vero che ha delle regole e queste vanno rispettate.
Usi il punto e virgola in modo arbitrario, così come la virgola;
i due punti li salti a pie' pari;
il punto fermo e il punto e accapo hanno, per te, la stessa funzione e va da sé che non sia così;
disattendi le lettere maiuscole dove servono;
il punto esclamativo, per definizione, esclama! Il punto interrogativo presuppone una domanda, una richiesta. Non si esclama una domanda; semmai si può porre in tono provocatorio, scherzoso, indifferente, ecc. Foneticamente, come fai ad esclamare una domanda?

Di norma, si dà per scontato che, le leggi fisiche che governano il nostro mondo siano rispettate; nel caso non fosse così, è vero, sì, che per licenza poetica si può scrivere di tutto ma, se non si vuole etichettare con Nonsense il proprio lavoro, è opportuna una spiegazione.
Epoglo: è, l'ho scoperto da sola perché non lo spieghi, una suddivisione temporale e potrebbe essere un’idea suggestiva, come invenzione, ma poi l'assoggetti agli "anni" che appartengono a questa dimensione reale.
In ogni caso mi sono fatta due conti: Casa Polfinger perde tutto e dopo varie vicissitudini conosce Galioph, il futuro Re, che edifica la città di Darlas. Isaac e Camlie hanno un figlio, Demien, che ha Jorin, che ha Oswald, che sembra essere il nostro protagonista, sedicenne.
Sul nostro pianeta, la Terra, potrebbero essere passati più o meno una settantina di anni. Ho preso ad esempio la mia famiglia: Isaac è mio nonno, Demien è mia madre, Jorin sono io e Oswald, mia figlia; settant’anni, appunto.
Ora: o i Polfinger sono i co-fondatori della città di Darlas e questa ha poco più di 70 anni di vita, oppure sul pianeta che hai inventato tu il tempo scorre in modo diverso che da noi. Se fosse questo il caso dovresti spiegarlo in maniera esaustiva e non lasciare che il lettore si perda in improbabili calcoli… perché credimi, c’è chi, come me, se li fa.
Stesso discorso vale per la descrizione di Iranis, la mamma di Oswald, che ha il volto rovinato dalla maternità: sono madre e passi che la struttura del bacino, cambi; che il seno, dopo l'allattamento, diventi più morbido; che la pelle, con lo stiramento della pancia, possa essere segnato da smagliature, ma, non ho mai sentito che una donna per via della gravidanza, si ritrovi col viso rovinato. Se questa è una peculiarità delle femmine del tuo pianeta, anche qui è necessaria una spiegazione.
Telanor: è una carica (presumo) e va con la maiuscola e dovresti spiegarne l’origine; non basta, a pie' pagina, avvertire che usi dei termini di tua invenzione.
Potresti elencare un glossario a parte, il che farebbe del tuo racconto, un qualcosa di ancora più speciale.

Questa mia, insomma, per dirti che del tuo racconto ho di sicuro sentita l’intenzione ma l’ho vista anche lasciare il passo a un’esecuzione piuttosto sommaria.
Ti sei perso e/o dimenticato la spiegazione del conteggio del tempo; parli di “pollo” ma lo lasci cuocere così rapidamente che può essere tutto tranne che pollo; la cura che hai nell’usare parole e frasi ricercate e altisonanti ti si rivolta contro se poi le usi a sproposito o in modo esagerato: nelle descrizioni snoccioli aggettivi a profusione e questo distrae. Non dimenticare che la semplicità paga. È molto meglio scrivere semplice ma chiaro e scorrevole, piuttosto che forbito ma poco comprensibile. Non solo, invece di elencare tutti gli aggettivi che usi per colorare un personaggio o un luogo, fai economia; ti torneranno utili in seguito.

Per gli errori di distrazione ho un consiglio: prima di pubblicare leggi il tuo racconto al contrario partendo dall’ultima parola fino alla prima; gli errori ti salteranno agli occhi più facilmente.

Per l’html, se apri la finestra di correzione (in alto a sinistra della pagina del tuo racconto, trovi “modifica testo capitolo”) puoi aumentare il numero che compare vicino al font e avrai le lettere un po’ più grandi (font size 16 px - ad esempio) e se non ti piace “verdana” puoi provare, in modo analogo, un “georgia, serif” e cambiare carattere;
inserendo br / (tra le mono virgole basse ) alla fine di un periodo, vai accapo.
Constaterai che non è difficile usare l’html del sito. E poi, come si dice? Dove uno arriva, mette il punto!
Per quel che mi riguarda uso molto il “modifica testo” perché non sono mai soddisfatta e come per tutte le cose, più le usi più ne diventi padrone.

Nonostante l’intenzione e l’impegno che immagino sia tanto e il “coraggio”, perché checché se ne dica, pubblicare non è poi così facile: ci rimettiamo al giudizio degli altri, facciamo conoscere una parte di noi o, per lo meno, quale sia stata la cosa che ci ha portato via del tempo e alla quale ci siamo dedicati, in tutta onestà non posso recensirti con una bandierina che non sia rossa: tanti, troppi errori; tante, troppe le cose da rivedere.
Mai vorrei, con questa recensione, buttarti giù il morale, tutt’altro: sforzati di migliorare e sicuramente la tua fantasia verrà premiata. E non dimenticare che c’è sempre da imparare; che sfogliare un vocabolario è indice di umiltà e apertura mentale; che se ti piace internet, ripassare un po’ di grammatica fa sempre bene e in rete ne trovi a iosa, finché basta, finché non ne puoi più.
Mai, mai dare per scontato di sapere: è il più grosso errore che chi si cimenta nello scrivere (e poi pubblicare) può fare.
Quando hai finito la tua storia lasciala da parte; riprendila dopo qualche giorno e controlla. A scanso d’equivoci informati se quel termine è giusto, se andare accapo è meglio, se quella forma verbale è corretta, se tutte le virgole, i punti, le virgolette sono messe al punto giusto; e solo dopo che tutto è “quadrato” e preciso, pubblica: meglio per te e soprattutto meglio per chi ti legge. E non disdegnare l’aiuto di un beta o di un revisore che possano spiegarti in dettaglio dove, come, quando e se sbagli.

Un ultima cosa: immagino che ai tuoi occhi dia una certa parvenza di serietà, ufficialità, e perché no, di superiorità ma reputo non solo un po' sciocco ma anche inutile sbandierare il Copyright.
Lo hai messo? Ben per te: nessuno potrà copiare la tua opera senza pagarti i diritti. Averlo sottolineato, però, è a mio avviso, un vanesio peccatuccio di superbia. Se tu non l'avessi scritto nelle note, il Copyright sarebbe comunque valido e non avresti fatto la figura del fanatico.

Spero che la mia recensione ti torni utile anche se ti chiederai “ma chi me l’ha fatto fare, d’andarla a stuzzicare questa tizia?”
Ciao.
Monty
(Recensione modificata il 05/11/2015 - 06:04 pm)
(Recensione modificata il 05/11/2015 - 06:11 pm)

Recensore Master
30/08/15, ore 21:44

Ciao!
Mi dispiace molto lasciare una bandierina vermiglia alla storia, ma, purtroppo, penso che tu abbia bisogno di ricevere pareri schietti, in questo momento, onde evitare di farti illusioni.
Per prima cosa, ti segnalo che c’è qualche problema con la riga nell’introduzione, che deforma la pagina.
Ma passiamo alla storia.
Purtroppo, devo consigliarti di lasciar perdere il fantasy e dedicarti ad altro. Ci sono molte criticità in questa storia, troppe per poter essere sistemate col tempo e anche questo capitolo fa intuire molto chiaramente che sono altri i generi più adatti a te. Premetto a tutto (ti spiegherò, punto per punto, cosa non va) che hai delle ottime potenzialità come scrittore, che col tempo e molto esercizio potrai concretizzare in qualcosa di bello, ma secondo altre forme.
Faccio un elenco per comodità, d’accordo?

- Il capitolo è troppo denso. Ci sono troppi avvenimenti, troppe scene, troppi cambiamenti spazio-temporali, che, invece, non dovrebbero andare oltre i due/tre. Inoltre, a volte condensi in due righe avvenimenti che richiederebbero pagine intere, come la storia del Regno in cui ci troviamo o la spiegazione sulla pietra. Certo, è ovvio che, temporalmente, certi avvenimenti abbiano la stessa durata, ma il compito dello scrittore è anche dilatare il tempo a suo piacimento, sfruttandolo per dare più o meno importanza a certi fatti piuttosto che ad altri.
- La forma. Apparte la punteggiatura messa spesso a casaccio, a volte violi le più elementari regole della grammatica italiana, come quella che prevede non vi sia niente fra soggetto e verbo, men che mai virgole o punti e virgola! Ti consiglio, pertanto, un bel ripasso della stessa. Su internet trovi dei siti molto carini e completi, migliori anche dei tomi scolastici.
- I personaggi. Non hanno spessore, né introspezione e i loro stessi comportamenti, a volte (anzi, spesso) suonano artificiosi, come se fossero delle marionette mosse dal burattinaio! I dialoghi fra di loro, inoltre, sono poco realistici e ben lontani da quelli che avvengono nella vita reale.
Un esempio? Oswald discute di importanti argomenti con sua madre come se fossero due amici, ma poche righe dopo si rivolge a lei chiamandola “madre”. Come può essere possibile? E’ incoerente! Soprattutto perchè un simile linguaggio, così eccessivamente... formale può al massimo essere usato da un membro dall’aristocrazia o della famiglia reale e i nostri due non appartengono certo a nessuno dei due!
Anche il loro modo di trattare argomenti delicati (come la politica) viene fatto con la stessa superficialità con cui una persona parlerebbe della lista della spesa o degli ultimi avvenimenti nel vicinato.
- Infine, le descrizioni. Tu pecchi di un errore comune fra gli scrittori amatoriali che si chiama “info dump”. Consiste nel fornire subito al lettore tutte le informazioni su un personaggio o una situazione, invece di dargliele pian piano attraverso il racconto come andrebbe fatto. Ma in questo modo sembra una scheda identificativa!

Dovrei aver detto tutto, o, perlomeno, le questione più centrali/critiche.
Un carissimo saluto e buona fortuna per tutto,
Viviana

Recensore Veterano
28/08/15, ore 00:26

Ciao :) Sono riuscita finalmente a passare. Dunque, stavolta ho deciso per la bandierina neutra perchè ho riscontrato molte incoerenze all'interno del testo. Per prima cosa il capitolo è davvero troppo lungo, per leggerlo tutto ci ho messo un sacco di tempo e per arrivare alla fine ho faticato tantissimo. 
La grammatica è migliorata, ho notato qualche presente che non ci doveva essere e virgole sbagliate (es: Oswald ed Alais guardarono sospetti, lo sguardo vitreo e perplesso -> non serve la virgola fra soggetto e complemento oggetto), però a volte trovo degli aggettivi che non c'entrano un bel nulla con il sostantivo a cui sono legati (es: una lussureggiante spada di acciaio -> cosa c'entra lussureggiante con una spada? Significa florido, rigoglioso, vuole dire che la spada è ricca di ornamenti?). E ho visto errori di distrazione (es: il Liffàr, non ci deve essere l'articolo), ma comunque sono normali, tutti li fanno. 
Passiamo al contenuto che penso sia la parte in cui ci ho capito sempre meno. Partiamo dal re, o meglio, di un omino di nome Vintarige che è la brutta copia di un tiranno, la domanda che mi sorge spontanea è: com'è possibile che un re, educato fin da piccolo al comando, sia così ... così incapace? Un re può diventare ambizioso, bramoso di potere ma ... così? Mi sembra solo un uomo isterico, preda di attacchi d'ira, narcisista e incapace. Lui, un politico che sa destreggiarsi con il cattivo di turno, ma quando mai? Non avrà vita lunga, gli do uno, massimo due capitoli di vita. Poi, le due guardie reali che lo difendono, ennesima domanda spontanea: come hanno fatto a diventare guardie reali? Ci sarà un addestramento per assumere un ruolo così importante, insomma, difendere il re a costo della propria vita è una posizione a cui molti vorrebbero arrivare, eppure qui mi ritrovo due incapaci: un'idiota e uno fuori forma. Sono abbastanza perplessa, però forse è una cosa voluta per sottolineare la stupidità del re. 
La parte di Vergar e il palazzo non mi è parsa molto chiara. Questa frase non la capisco: Il suo straziante grido fu lacerato dall’aria, lo scalpellino venne trainato con forza aldilà della piazza, lontano, dagli sguardi esilarati di Alasi e Oswald. Esilarati? Stanno ridendo del povero scapellino che sta per essere buttato in cella, forse assieme alla sua famiglia? Devo dire che è una reazione alquanto strana.
Il palazzo, nota dolente. Ma il sovrano ha solamente due guardie reali? Perchè il palazzo non sembra essere sorvegliato quando Oswald e il suo amico si avvicinano al portone per origliare? Insomma, può avvicinarsi chiunque così? E poi, come diavolo fanno a sentire le urla e le voci provenienti da dentro al palazzo, il portone lo descrivi come imponente, non basta appoggiare l'orecchio e ascoltare, possiede uno spessore notevole visto che in teoria deve tenere fuori i nemici dalla struttura, la scena mi è parsa molto surreale.
Poi non ho capito bene il resto: Oswald sente il resto o no? All'inizio credevo di sì, poi mi è venuto un dubbio quando ho letto: « La Torre Alta è il luogo in cui porteranno Vergar, non è così? », Oswald lo chiede ma pensavo che lo avesse sentito prima nel palazzo. Ok, sono molto confusa. 
Passa del tempo e la madre cerca in tutti i modi di dissuadere Oswald nell'impresa, e questo mi sta bene, si comporta da madre. Dici che alla fine Oswald si scorda della storia di Vergar, ma poi: Erano giorni che non stava nella pelle in attesa di questo momento; anche questo passaggio mi lascia perplessa, prima dice che si è quasi dimenticato del folletto, poi sembra che sia da giorni che pensa ad un modo per portarlo fuori da lì. 
Sunto dopo tutta questa papardella, il capitolo non è male ma è molto più pesante del primo, a volte penso che ci sia troppo dentro (es: gli occhi che gli erano d’ausilio per osservare: non era necessario dirlo), troppe cose che rallentano la lettura, anche se devo dire che le descrizioni sono meno farcite di dettagli, un punto sicuramente a tuo favore. 
Dopo l'incontro con il lepricauno (suppongo che dirai più avanti come ha fatto a scoprire che Oswald aveva la pietra), sono curiosa di sapere cosa accadrà, insomma c'è un esercito di mostricciatoli che sta marciando verso la città, fra poco ci dovrà essere una battaglia e io amo le battaglie. 
Ah, volevo avvertirti che sto revisionando la mia storia perciò quando incomincerai a leggerla, troverai tra il primo e il secondo capitolo delle incongruenze, ma è normale e la storia si legge senza problemi, mi sembrava giusto avvisarti :) A presto.
Arya373 
(Recensione modificata il 28/08/2015 - 12:30 am)
(Recensione modificata il 28/08/2015 - 12:32 am)

Recensore Veterano
26/08/15, ore 18:07

Ciao, ovviamente non aveva dimenticato la tua storia, solo che tra vari impicci ho avuto poco tempo per leggerla. Quindi ho ripartito la lettura in parti, visto la lunghezza dei tuoi capitoli, che devo ammmettere,sono davvero corposi ma non annoiano, quindi ben venga. Magari prova ad accorciali leggermente, è solo un consiglio, a me piacciono anche così.
Allora, non ho trovato gravi scorrettezza grammaticali, anzi. La lettura, inoltre, è ancora più scorrevole rispetto al primo capitolo. 
Mi piacciono, in particolare, due personaggi: Alais e Garmold, perchè è molto divertente.
Hai una fervida immaginazione, quindi suppongo tu sia specializzato nella lettura di fantasy. Complimenti.
Al prossimo capitolo
Bye bye
Alexiases

Recensore Veterano
24/08/15, ore 16:49

Dunque, cercherò di andare con ordine, partendo con le segnalazioni meno piacevoli e le critiche:
- la lunghezza del capitolo; mi duole ammetterlo ma ho fatto davvero fatica a finirlo, è troppo lungo e zeppo di avvenimenti. Questo lo rende noioso e non ne incentiva la lettura. Il mio consiglio è di spezzettarlo o sfoltirlo: elimina qualche avvenimento di minor importanza e non dilungarti troppo a descrivere ogni minimo particolare e qui si va al punto due
- non c'è bisogno che specifichi ogni minimo particolare, dovresti semplificare, rendere il testo più scorrevole e piacevole alla lettura; presa dalla smania del raccontare inserisci particolari ridondanti o inutili; è molto poetico il modo in cui ogni volta descrivi il temporale, ma non c'è bisogno di nominarlo ogni volta, basta un accenno ogni tanto (questo per farti un esempio)
- l'uso della punteggiatura, oltre che essere lungo il capitolo è anche poco segmentato; alcune parti abbondano di virgole, altre ne sono completamente prive. Inoltre la descrizione iniziale è piuttosto pesante da leggere di seguito, io sarei andata a capo più spesso
- il linguaggio, apprezzo molto il fatto che cerchi di utilizzare parole ricercate e inusuali che danno una sfumatura quasi epica e poetica alla storia, ma spesse volte le usi a sproposito, in contesti che non c'entrano nulla e fanno stonare l'intera frase (es. si sbraita quando si è molto arrabbiati, quindi se lo associ alla madre che sgrida Oswald ci sta, ma non va bene quando Oswald richiama l'attenzione di Alais al portone)
- alcuni controsensi o contraddizioni (ovvero le mie pare mentali): mi sembra alquanto strano che esista una città così piena di contraddizioni: come è possibile che abbia scalini in marmo prezioso e strade in terra battuta? Inoltre case in granito (pietra piuttosto inusuale per la costruzione delle case) e paglia?
La madre, poi, mi sembra un po' schizofrenica, nel senso che cambia repentinamente il proprio stato d'animo, non può passare così improvvisamente dall'essere arrabbiata, poi incuriosita, poi furiosa, poi malinconica ecc. Anche il figlio devo ancora inquadrarlo e anche lui ha atteggiamenti contraddittori (a volte sembra un bravo ragazzo, tenero e affettuoso con la madre, altre strafottente e impertinente)
- errori veniali di distrazione, spesso e volentieri dimentichi articoli, preposizioni o addirittura sostantivi, ti consiglierei di rileggerlo

Ora passiamo alle più gradite note di merito:
- i nomi di personaggi e luoghi davvero molto originali e bellissimi, me ne sono innamorata
- la parte iniziale è davvero sublime ed evocativa, ti immerge pian piano nell'atmosfera e nel mondo della storia...Sarebbe un prologo meraviglioso, mi ha ricordato il ciclo di Shannara di Brooks
- la pietra e tutta la storia legata ad essa, invece, mi ha ricordato tantissimo la storia dei Silmaril di Tolkien
- le descrizioni, ne sono gelosa; sono davvero meravigliose, esaustive e ricche di dettagli, molto poetiche, soprattutto quelle degli ambienti
- le immagini che riesci a creare, anche attraverso le similitudini, sono davvero molto suggestive (anche se non sempre azzeccate e a volte azzardate)

Concludendo, la materia prima è buona, la storia è intrigante, ti incuriosisce e ti affascina; anche il linguaggio, se aggiustato, può risultare davvero bello e accattivante.
Insomma, penso che la tua storia sia come un pezzo di marmo da scolpire, levigare a aggiustare, da cui può derivare un'opera d'arte d'impareggiabile bellezza e splendore.
Un ultimo consiglio: i pensieri dei personaggi mettili in corsivo, senza il bisogno delle virgolette.

Recensore Master
24/08/15, ore 11:31

Come ti avevo promesso, non appena rientrata dalle vacanze ho fatto il mio dovere e questo è ciò che mi è passato per la mente dopo aver letto i primi tre capitoli della storia. Prima cosa: complimentoni-oni-oni per lo stile! Davvero molto dettagliato tanto da farmi sentire nel bel mezzo della vicenda e farmi provare le stesse sensazioni dei personaggi. Altra cosa che vorrei dire: il ritmo, specie nelle descrizioni delle battaglie, fa quasi riecheggiare il rumore delle armi tanta è la concitazione che ne esce. Parimenti è la tensione che si prova in altre sequenze come ad esempio Oswald che sta nascosto dietro il trono dell’ormani defunto Vintarige. Per quanto riguarda la
“creazione” del regno e quant’altro, beh, che dire? Ci vuole una grandissima immaginazione e suppongo tempo e pazienza per mettere assieme tutte queste brillanti idee che hanno meritatamente incontrato il favore dei lettori come si evince dal numero di commenti.
Forse non sono riuscita ad esprimermi al meglio, non sono propriamente un fenomeno, comunque non posso far altro che rinnovarti i miei complimenti. Ci sentiamo presto!!
La Luna Nera

Recensore Junior
24/08/15, ore 10:34

Ciao!

Come promesso eccomi qui a recensire.
Dunque, io partirei con le note dolenti così ce le togliamo e poi ti dico tutte le cose belle.
Cerco di andare con ordine, per quanto io sia una persona poco ordinata.

-prima di tutto, la lunghezza del capitolo. Premetto che generalmente i capitoli lunghi mi piacciono, preferisco leggere storie sostanziose piuttosto che capitoli da mezza pagina.
Però. C’è un però.
Il capitolo è molto lungo e denso di avvenimenti e descrizioni: mi racconti la storia della città, la storia di una guerra, la storia della famiglia dl protagonista in più mi racconti degli avvenimenti che coinvolgono il protagonista.
Se dovessi prendere ognuna di questi punti separatamente non avrei niente da obiettare, ma tutti insieme sono un po’ troppo: hai introdotto molte cose tutte insieme e per quanto siano spiegate bene, forse sarebbe stato più semplice se avessi dilazionato tutte le spiegazioni sulla storia/città ecc. in più capitoli, in modo che pian piano il lettore imparasse a conoscere il mondo che hai creato per poi pian piano aggiungere informazioni sulla sua storia.
Ovviamente è una mia opinione e praticamente l’unica critica che ti muovo a livello di contenuto.
Per quel che ho imparato scrivendo, è meglio dare le spiegazioni con il contagocce: riprendere descrizioni che si erano già fatte per arricchirle durante la storia è un buon modo sia per ricordare al lettore cose che magari avrebbe dimenticato, sia per dargli un po’ di sorprese durante la storia.

-le virgole e i paragrafi. A volte abbondi con le virgole, rallentando un po’ troppo la lettura.
Invece per quanto riguarda i paragrafi non è un vero e proprio errore, ma se fai delle descrizioni molto lunghe ti consiglio di andare a capo più spesso così il lettore fa meno fatica a seguire il filo del discorso.
Sono errori che facevo anch’io all’inizio, in fatti li troverai nei primi capitoli della mia storia ma mi sembra giusto dirtelo :)

Per il resto, a livello grammaticale non ho nulla da dirti. C’è solo qualche congiuntivo mancante qua e la ma in un capitolo così lungo ci può stare che qualcuno sfugga, niente di grave.

Ora passiamo alla parte bella: innanzitutto devo farti i complimenti per il tipo di linguaggio che hai usato. Ti dirò che generalmente un linguaggio del genere mi sembrerebbe troppo forzato e costruito e spesso nel tentativo di suonare realistico finisce per togliere credibilità alla storia.
Invece nel tuo caso non è così ostentato da risultare finto e soprattutto è omogeneo sia sulla parte dialogica che sulla parte narrativa.

Poi altri complimenti te li devo fare per l’universo che hai creato: mi piace il modo in cui hai creato una storia ben strutturata per spiegare sia il passato che il presente con i suoi usi e costumi. Spero che nei capitoli a venire dedicherai altre parti all’aspetto storico, magari con dei flashback (Riprendo quello che ti dicevo prima, hai creato una bella storia, faccela assaporare con calma ;) ).
I complimenti te li faccio soprattutto perché io quando ho cominciato a scrivere la storia che ti ho consigliato, forse non avevo ben chiaro quale fosse il mondo in cui si muovevano i miei personaggi e i pezzi si stanno aggiungendo pian piano ancora adesso che sono al terzo seguito.
E’ ammirabile il modo in cui tu hai già costruito tutto.

Sulla parte più “d’azione” la velocità narrativa è perfetta, non è troppo lenta o troppo veloce.
Per il resto l’unica cosa che ti posso dire, è che ho notato che tendi a caratterizzare i personaggi buoni con un bell’aspetto e molti aspetti positivi, mentre quelli cattivi totalmente all’opposto.
Ovviamente è solo il primo capitolo e non metto in dubbio che i personaggi si evolveranno, ma ti consiglio di non fossilizzarti solo sul bianco o sul nero.
Il buon G. Martin insegna, nessuno è mai solo buono o solo cattivo e l’aspetto inganna fin troppo spesso.
Qui gioca anche il mio gusto personale, mi piacciono i personaggi che giocano sempre tra luce e buio (c’è un’unica eccezione nelle mie storie, vediamo se capirai di chi sto parlando XD).

Per il resto, ti faccio di nuovo i complimenti. La storia si prospetta già avvincente e il modo in cui scrivi mi piace quindi… al prossimo capitolo!

Alli

Recensore Veterano
24/08/15, ore 00:17

Ciao :) Finalmente sono riuscita a passare. Dunque, il capitolo è davvero molto lungo, e forse sarebbe stato meglio dividerlo in due parti in modo da agevolare la lettura al computer. Un altro suggerimento che mi sento di darti è di scegliere il giustificato in Word per i margini del testo in modo da rendere il testo più ordinato e di stare attento quando vai a capo, a volte nel testo ci sono degli spazi inutili fra frasi che dovrebbero stare vicine, comunque non preoccuparti, non sono errori ma purtroppo io sono fin troppo precisina e queste cose mi saltano subito all'occhio. 
Ok, ora cominicia la recensione vera e propria. L'inizio mi ha destabilizzato un attimo, non mi aspettavo di trovarmi di già una descrizione così dettagliata della città di Darlas né un piccolo sunto della storia della famiglia del protagonista, è una sorta di piccolo prologo prima dell'inizio del capitolo. Visto che siamo in una terra praticamente sconosciuta, è abbastanza utile per capire il luogo in cui inizia la storia, io amo le descrizioni (quando leggerai la mia storia lo capirai) e ritengo che ti possano trasportare dentro alla storia, però la tua forse è fin troppo dettagliata, o meglio, è troppo dettagliata per essere messa all'inizio della storia. Delineare il luogo va bene, buttare addosso un qualcosa di così specifico (lo ammetto, l'ho dovuta leggere tre volte per stare al passo di ogni dettaglio che inserivi), un po' meno. Poi passi dal parlare di Darlas alle origini della famiglia del protagonista, e lì mi sono persa, sinceramente pensavo che stessi parlando della famiglia reale, poi però sono ritornata indietro e ho dovuto rileggere. Ecco, sarebbe stato meglio andare a capo. 
Passiamo al protagonista. Per ora non posso dire niente di Oswald ma è normale siamo al primo capitolo, però anche qui ti devo fare un appunto, capisco che essendo solo agli inizi uno non può conoscere il protagonista, però non ho riscontrato un'introspezione chiara del personaggio. Lo descrivi fisicamente e anche caratterialmente ma devo dire che è stato tutto molto frettoloso, insomma, non ci ho capito una cieppa, comunque, spero che man mano che la storia andrà avanti, riuscirò a comprendere appieno Oswald.
Mentre il resto dei personaggi è apparso ma nessuno ha attirato la mia attenzione, a parte forse la madre quando ha raccontato la storia al figlio, gli altri hanno fatto solo da contorno: ti suggerirei di concentrarti molto sull'introspezione dei personaggi, pensieri ed emozioni in grado di far avvicinare il lettore al personaggio. Nella tua storia invece sembra tutto molto distante, lontano, forse anche perchè a tratti la forma diventa più elaborata e studiata, mentre i dialoghi li trovo un po' troppo improvvisati, così come molte reazioni dei personaggi che trovo molto esagerate e quasi innaturali. Ti suggerirei di rivedere l'introspezione dei personaggi, di renderli, come dire, più veri, più umani, e meno persone sulla carta. La punteggiatura va abbastanza bene, anche se in certi punti l'avrei alleggerita o diradata. 
In sè, penso che la storia sia carina, si deve ancora sviluppare ma penso che abbia delle ottime basi: il cattivo che non è morto ma ha usato un escamotage per sopravvivere ad una fiammata di drago, la pietra che può essere usata sia per scopi benefici sia per scopi malvagi, Oswald che è appena diventato il suo custode per seguire le orme dell'eroe che era stato suo padre. Sì, direi che sono curiosa di come andrà avanti. Spero di riuscire a passare il prima possibile, a presto :)
Arya373
(Recensione modificata il 24/08/2015 - 12:19 am)
(Recensione modificata il 24/08/2015 - 12:20 am)

Nuovo recensore
23/08/15, ore 00:53

Oh cielo che capitolo lunghi che fai (non fraintendere, sono solo positivamente sorpresa).
Mi è interessata la questione del suono dei Guark, mi ha ricordato i pipistrelli.
Ehm (che dire che non sia stato già detto in altre recensioni?) sono anch'io molto dispiaciuta per Alais

Recensore Junior
22/08/15, ore 18:12

Come promesso sono passata appena ne ho avuto il tempo.

Ho sempre adorato i capitoli sulle battaglie delle storie fantasy e questo non è stato da meno. La questione della sacerdotessa e di questi tre dei m'incuriosisce non poco e non vedo l'ora di saper a di più.
Inutile dire che sono triste per la morte di Alais e molto contenta per quella di Vintarige (gran bel soprannome Re Inutile, gli si addice).

Quindi ora inizierà il "grande viaggio" (scusami, io do nomignoli a qualsiasi cosa)? Non è un vero fantasy senza il il gruppo di persone/creature magiche in viaggio! 😂

Alla prossima,
Mel

Recensore Veterano
21/08/15, ore 21:00

Eccomi qui come promesso :)
Con una parole potrei esprimere quello che ho pensato appena sono arrivata già a metà racconto: FANTASTICO
Non so se tu sia un'autrice o un autore, per evitare incomprensioni userò il maschile, correggimi se vado errando.
Partiamo dall'inizio, sono rimasta particolarmente colpita dalla descrizione dell'ambiente intorno al quale si svolgono tutti i fatti narrati, partiamo dal presupposto che a volte, le descrizioni troppo lunghe, tendono ad annoiarmi. Al contrario la tua, è riuscita a trasportarmi davvero in un altro mondo... Bravissimo.
Ho sorriso tantissimo durante la discussione tra il folletto e Liffar. Sembrava di essere veramente lì con loro e di assistere alla spassosa scena.
Per quanto riguarda invece le vicende che vorticano intorno la pietra, voglio premettere una cosa: non sono un'esperta di fantasy, però mi sembra una storia ben strutturata, molto intrigante e che promette veramente bene.
Vorrei avere la tua abilità di scrittura, grammaticalmente parlando, a parte qualche segno di punteggiatura, ho trovato tutto scorrevole e preciso.
Domani leggerò il secondo capitolo, voglio andare con calma per gustarmi il tutto. Ho visto che hai scritto qualcosa anche su Harry Potter... Solo per questo ti farei un monumento... ( Stima assurda, davvero) . Passerò anche da quello *_*
Bravissimo, uno dei migliori autori di cui abbia letto qualcosa, fino ad adesso.
Sono contenta di aver avuto la possibilità di leggere la tua storia.
Scusa eventuali errori... ( Sono ancora una frana rispetto a te nello scrivere, spero che la recensioni sia all'altezza xD)
Allora bye bye, a domani ;)
Alexiases <3

Recensore Junior
21/08/15, ore 16:09

Ciao! Questo capitolo mi ha fatto molto pensare e quasi quasi avrei voluto prendere appunti per darti un'opinione più completa, ma spero di essere abbastanza esauriente. Cominciò dalle cose che mi sono piaciute. L'idea è carina perché, pur utilizzando elementi già sentiti nel mondo del fantasy, sei riuscito a dare una tua connotazione personale. I nomi sono belli e originali e le tue descrizioni sono esaustive (sebbene su questo argomento tornerò in seguito) cosa che rende la storia nel complesso meritevole di essere seguita. Passando alle note dolenti mi trovò a dover fare dei punti per chiarirsi le idee:
1- il capitolo è molto lungo e risente delle lunghe descrizioni, ma allo stesso tempo tante cose sono taciute. È bello sapere come è fatta la città, ma molti personaggi sono solo abbozzati senza una vera introspezione psicologica. Dal punto di vista della formattazione questa non aiutava a distinguere bene il narrato dal parlato
2- La Punteggiatura!!! È casuale (a volte abbondi, a volte latita) e non aiuta a leggere, anzi ostacola la leggibilità soprattutto nella parte iniziale. Il mio consiglio è rileggerlo ad alta voce: ogni volta che hai bisogno di fermarti un secondo a prendere fiato, metti una virgola; se la frase è finita, metti un punto; se vuoi staccare una affermazione senza interrompere la frase e dare più enfasi, metti un punto e virgola; se la pausa serve per spiegare allora metti i due punti.
3- il linguaggio è enfatico e a tratti epico cosa che alla lunga stona anche alla luce del comportamento dei personaggi. Mio personalissimo suggerimento: semplifica!
4- il comportamento dei personaggi mi ha lasciata stranita; quando Oswald parla con la madre prima sembra bravo, poi strafottente (nel modo di cambiare argomento mentre viene sgridato) e la madre niente... Neanche una parola... L'avessi fatto io da piccola mi sarebbe arrivata una di quelle pizze in faccia da farmi guardare dietro le spalle per un mese!
Quindi bandierina bianca che va intesa come invito a migliorare una bella idea. Alla prossima, Francesca

Recensore Master
19/08/15, ore 12:16

Avvincente la battaglia e il povero Oswald che non è ancora un soldato deve cavarsela come può, un pò strano il modo in cui i personaggi dialogano fra loro, ma convincente.
Probabilmente nel passato si parlava davvero così, mi ricorda molto il Signore degli Anelli a volte nel modo di raccontare sembra di leggere delle antiche cronache.
Aspetto il prossimo.

Recensore Junior
18/08/15, ore 19:47

Rieccomi per il secondo capitolo!

Prima di tutto vorrei farti notare alcune cose (ovviamente sono solamente mie opinioni, farai poi come credi sia meglio):
punto primo, la lunghezza dei capitoli. Forse sono io che amo i capitoli corti e non danno fastidio a nessun altro oltre me, ma penso che i tuoi siano un po' troppo lunghi. Ho impiegato tutto il pomeriggio per leggerlo e ho dovuto fare due pause perché dopo un po' diventava stancante e perdevo la concentrazione.
Punto secondo, nel frattempo che/nel mentre che. Non sono scorrette come forme solo che non si usano più, togliendo il "che" il testo diventerebbe molto più scorrevole.
Ultimo punto, ogni tanto ti sfugge qualche tempo verbale al presente (non tantissimi, ne avrò visti due, al massimo tre).
Infine, questa è una domanda mia, il mare mica si chiamava Mare Corto? Perché qui l'hai chiamato Mare Stretto (come quello di GOT), forse però si tratta di due mari diversi e sono io che non ho colto.

Per il resto la storia si fa sempre più affascinante e non vedo l'ora di scoprire quando attaccheranno le armate e se i nostri amici riusciranno nel loro intento di fuga.

Spero di riuscire a ripassare presto,
Mel

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