Recensioni per
Il Libro dell'inquietudine
di SherryVernet
Ooooh, i mari del Sud! *___* |
Mi piace come hai presentato il terzetto dei generali dei mari del sud. |
Sono boreale anch'io, come questi due gaglioffi inscatolati; ma mentre Caça ha avuto un assaggio di cosa sia l'Oceano, ché sull'Oceano, si affaccia Lisbona, Sorrento, no. Sorrento, che nel nome porta una ridente e giallissima località del Tirreno, è nato in un paese che non si affaccia sul mare. Ma nemmeno per sbaglio. E quand'anche in passato l'Austria lo abbia fatto, scippando la libertà a Venezia (e a cagione di ciò il Foscolo si è sentito in dovere di dire la sua e martoriare l'anima a noi, col suo patriottismo a buon mercato), L'Adriatico non è un mare. Il Mediterraneo, che noi ci ostiniamo a chiamare Mare Nostrum è poco più che un lago. Una sacca, una tasca in cui Poseidone ha infilato sirene e tritoni e marosi risibili, in confronto a quello che accade nei Mari del Sud. Come se il dio, pietoso, avesse trattato noi mediterranei come si fa coi bambini che giocano alla guerra, in cortile, due dita a mimare una pistola ed un ramo secco a far da ficule. Marinai, ci siamo definiti. Senza pensare - senza sapere - che eravamo poco più di una barchetta di plastica. O una paperella, nella vasca del bagnetto del bambino. |
Una delle sezioni che a me sono piaciute di più di questa raccolta è stata "Solo questa libertà". Qui c'è lo stesso tono, lo stesso disperato desiderio di credere in qualcosa che non è vero. In Poseidone per primo, che vuole farsi ingannare, forse vuole essere Julian Solo. I Generali hanno questo privilegio. Il dio non del tutto, ma gioca a lasciarsi convincere. Kanon, invece, non ha più niente in cui credere. I pezzetti del suo mondo non si possono ordinare. Mi piace incredibilmente il tuo Kanon, il modo umanissimo in cui racconti quest'uomo, questo ragazzo. |
E si ricade nel caro vecchio cinismo di Caça. |
La verità è un funambolo che cammina sul filo della menzogna e delle illusioni, sic...il diletto Kanon lo sa come il nostro, vivono fingendo favole e sogni, parafrasando Metastasio, che penso di aver citato in altra sede.. Ben tornata e non vagare troppe tra terre e oceani... Besos 🍷🍷 |
A volte ci si scorda che questi personaggi uccidono. Per necessità - se sei un eroe - perché ti diverte - se sei un villanzone. |
E hai fatto bene a riportarci coi piedi per terra, rischiavo di affezionarmi al Viscidone - il che non va bene, vero? |
Quando ho letto Caça e Kanon dopo un'etichetta rossa, mi è sceso un brivido lungo la schiena ed ho pensato "cosa?!". Ma ho fatto malissimo. Il rosso per la violenza ci sta tutto: non è solo violenza, è il compiacimento per la violenza. Il piacere di uccidere. Il senso di potere. È vero: Caça ce lo hai presentato in una luce simpatetica. Qua è tutto Caça, che da ragazzino si gode ogni minuto dettaglio dell'uccisione. Dovrebbe far provare ribrezzo, e invece viviamo questa morte attraverso i suoi occhi. C'è una certa sottile perversione nel piacere di uccidere come se fosse un suicidio, ché ha senso che per Caça lo sia, un suicidio. Per qualcun altro sarebbe un'esperienza catartica, un momento empatico, una connessione con l'umanità della vittima. Per Caça no: è quasi un liberarsi della propria, nell'accorgersi che anche gli altri hanno un'anima. E vede anche Kanon più chiaramente, più vivido. Uccidere per lui pare una droga. Mi sento anch'io un po' nei panni di Kanon, lì accanto, che approva. |
Suppongo che l'ego di Kanon si sia gonfiato ben bene mentre il diluvio parte seconda inondava la Terra. Il primo, agognato passo dell'altrettanto agognata vendetta. E quant'è dolce, la vendetta, specie quando hai avuto il buonsenso di gustartela fredda - e tredici anni sono un lasso ragionevole di tempo perché la polvere si posi e la pietanza si raffreddi. |
Quanto mi piace l'immagine degli annegati come lucine di Natale fulminate! |
Nei lunghi giorni e nelle brevi notti, dinanzi a un crepuscolo cade la pioggia e i morti nel gorgo.. Domande senza precisa risposta mentre la notte cade sulla frontiera e negli abissi, la danza delle illusioni, delle Morgane, verso la lucida fine. Vibrante as usual kisses Jane |
Gioia mia, se non si infila Kanon dovunque parlando del mondo sottomarino dove altro lo si può fare? Nessuno si lamenta, su questo versante! |
Ooh, mi piace mi piace mi piace. |
Mi torni con una doppietta! Comincio da qui, perché aspettavo Sorrento, l'unico che alla fine la spunta. Hai messo in luce una somiglianza fra Caça e il Sirenetto cui non avevo mai pensato: entrambi intelligenti, entrambi vengono da una città fluviale (lasciami assumere che Sorrento sia viennese!), entrambi pericolosissimi. L'uno con la sua musica, l'altro con le sue illusioni, i loro colpi sono cose belle, desiderate, che uccidono. No, non ci avevo pensato. Ma hai ragione. |