Recensioni per
Il Libro dell'inquietudine
di SherryVernet
Ciao, cara! Ben ritrovata! Andati bene i mille giri che avevi in programma? :) |
Interessante questo Caça che continua a gironzolare senza meta per Lisbona, osservando le vite degli altri. |
È così che mi sono immaginata Atlantide: una specie di bolla artificiale, una boule-de-neige in cui, al posto della neve finta che cade, ci sono branchi di pesci che solcano il cielo su cui risplende un alone che ricorda il sole. O meglio, quello che dovrebbe essere il sole in una giornata di foschia. Non so se mi piacerebbe vivere lì sotto, perché la Scaglia è dorata, sì; ma è fatta di metallo ed è come le squame dei pesci. Fredda al tatto. Senza contare che Atlantide si porta appresso una nostalgia che solo i velieri affondati e le città sommerse possono vantare. Chi percorreva quelle strade, quelle piazze, chi abitava in quella città? |
Fra le poche cose di Pessoa che ho avuto tra le mani, ci sono le Odi di Ricardo Reis, in traduzione tedesca perché in portoghese arrivo sì e no a dire buongiorno e buonasera e ad ordinare da mangiare... |
Ad Atlantide è come se fosse un eterno giorno di pioggia. Caça sembra non volersene dispiacere, ma tutto sommato è pur sempre cresciuto nella luce magica del sole di Lisbona. In quell'altra luce magica del fondo del mare, che è appena una penombra, il sole alla fine gli manca. Mi piace il contrasto sottinteso nel riferimento implicito che hai inscenato fra le Cloth e le Scaglie: le scaglie non hanno niente del sole, sono fredde. Questo è un mondo freddo, sonnacchioso. Caça non se ne lamenta, ma fra i flutti galleggiano anche i ricordi che non vorrebbe ritrovare. |
I giorni piovosi si apprezzano solo in casa, al calduccio, preferibilmente prima di andare a letto - credimi, qua fa freddo e c'è nebbia, il sole è un miraggio desiderato ardentemente. Tutto 'sto gelo sprecato, nevicasse almeno... |
Gli stracci dei pensieri e maschere. E pensieri polverosi da cercare con tenera arroganza... |
Tu mi fai provare simpatia per Caça. Caça, il bruttissimo e cattivissimo dei sette mari ed oltre. Qua è un bambino con troppe voci in testa, che se ne va in giro in un pomeriggio d'estate. Che sente il richiamo del mare, sospeso e schiacciato fra la terra e il cielo. Vorrei non sentire tenerezza e un pizzico di angoscia per questo bambino. Ma non ci riesco. |
Il piccolo Caça sente il richiamo del mare. Lo sente da sopra i tetti, tra le strade, oltre il silenzio della visione sopraelevata. |
Leggendo mi viene in mente un racconto di Borges, il minotauro... Il labirinto e i vicoli ciechi che sono il mondo ed i silenzi aggiungo io.. C< |
Che belli quei pomeriggi di prima estate, quando il tempo sembra quasi sospeso, come se trattenesse il fiato o schiacciasse un pisolino anche lui. |
*sospira in preda ai ricordi* |
COSA SCORGONO LE MIE STANCHE PUPILLE! *___* |
Finzione, inganno, autoinganno, maschere, il distacco fra ciò che è vero o reale e ciò che è artefatto. Il tema si presta al personaggio, o forse è il personaggio che si presta al tema? Un giovanissimo Caça che legge nei cuori altrui ed è come il Tago: un fiume che si finge mare ed è e non è più un fiume allo stesso tempo. Chissà che cosa legge dunque nel proprio cuore, questo bambino. Sono curiosa di cosa ci farai scoprire. E di cosa scoprirà lui. |
Ma cosa vedo mai? Una nuova raccolta! Di più: una raccolta su un personaggio minore come Caça. Con Pessoa. Giustamente: dopo la musica, ora la poesia. Ci sono! Io mastico poco il portoghese e di Pessoa ho letto solo qualcosina, ma ti seguo. |