Recensioni per
Tutto il gin di Calcutta
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 117 recensioni.
Positive : 117
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/05/17, ore 16:08
Cap. 1:

PRIMA CLASSIFICATA al Contest 'DIRE CIRCUMSTANCES' indetto da Sagas sul Forum di Epf.
[Attenzione questa valutazione contiene spoiler sullo svolgimento della storia]
Tutto il gin di Calcutta di Old Fashioned – TOTALE: 75/70

Suggerimento: #Lingua d’argento – “armistizio”
Immagine personaggio: 22, 23, 24
Immagine oggetto: 27, 33, 35, 44
Immagine paesaggio: 101, 102, 103, 104


Attinenza al tema ed uso suggerimenti/immagini – 10/10 + 6

La storia comincia in medias res e si attiene perfettamente al tema del contest, ovvero quello dell’acqua alla gola. Il suggerimento scelto di “armistizio” è usato in maniera eccellente non solo nella fase iniziale, ovvero quando il tenente evita di venire sacrificato alla dea Kali, ma anche per quasi tutto il resto della narrazione.
Eldred Grosvenor è una vera e propria “lingua d’argento”; riesce a trovare un commento ironico per qualsiasi situazione, dalle più semplici alle più disperate, addirittura quando parla con se stesso.

Delle immagini scelte sono state conteggiate come valide la 22, la 23, la 24, la 27, la 44 e la 101. Delle altre, o non siamo riuscite a riscontrare la loro effettiva presenza nella trama, oppure ci siamo trovate a non poterle considerare come valide (nel caso della chiave e della bussola) poiché non avevano una reale attinenza con quelle presentate dall’immagine, ma poteva trattarsi una qualsiasi chiave (fatta in qualsiasi modo) e di una qualsiasi bussola, dato che non vengono descritte nel dettaglio.


Contesto/Atmosfera – 10/10

Un contesto perfetto, anche nelle minuzie di dettagli, e un’atmosfera degna dei romanzi di Emilio Salgari, condita con uno sfondo ironico che più volte strappa una risata.
Tutto ciò che accade in narrazione è supportato da una resa del contesto gestita in maniera millimetrica, che si incasella perfettamente nelle vicende storiche che hanno caratterizzato l’India di quel periodo (con tanto di riferimenti culturali spiegati con accurate terminologie, senza sbavature). Non resta alcun dubbio o incomprensione, e le vicende rocambolesche dei personaggi prendono note di colore realistiche nonostante l’assurdità di ciò che gli accade, grazie al lavoro di contestualizzazione svolto.

Alcuni dettagli storici come quello dei pandit sono stati opportunamente romanzati, in un modo che né infastidisce né crea confusione nel lettore, e anzi contribuisce alla resa altrettanto eccellente dell’atmosfera. Le descrizioni del clima umido e degli usi e costumi locali facevano venire voglia di accendere il ventilatore, e bere qualcosa di fresco per far fronte alla calura (magari proprio un gin tonic, ma per rispetto al tenente abbiamo preferito della semplice acqua). L’atmosfera varia di volta in volta da frenetica ad ansiogena, da soffocante a graffiante, creando un ritmo incalzante che non consente al lettore di distrarsi e di perdere la concentrazione, tenuto sul filo del rasoio dei tumultuosi eventi.
Ogni scenario ha la sua particolare “aria”, dal tempio di Kali alla giungla afosa, dalla piccola locanda alla groppa dell’elefante, dal fortino abbandonato ai vagoni del treno. Il tutto è condito dallo humor inglese di Grosvenor, ma anche dagli scambi tra lui e gli altri tre che creano degli adorabili stacchetti comici.


Trama/Intreccio – 10/10

La trama di questa storia è un continuo tumulto di adrenalina e ansia, il tutto mescolato dalla gravosità della missione del protagonista che però non rende la narrazione nemmeno lontanamente pesante.
Tutte le svolte narrative sono risultate fluide, così come i retroscena supportati da un contesto reso alla perfezione, e non è presente alcun “punto cieco” che fa inarcare un sopracciglio al lettore. Tutto ciò che accade è perfettamente realistico anche nell’assurdo, e incasellato in una dinamica credibile nonostante i notevoli colpi di fortuna dei personaggi in gioco (al punto da portare lo stesso tenente a pensare che Sri Ganesha in persona stia proteggendo lui e gli altri da un destino infausto).
Fortuna sì, ma anche perizia: dopo la morte di Chāyā, già nel secondo capitolo, la sorte dei personaggi sembra volgere al peggio. Ma Eldred Grosvenor e i suoi non si perdono d’animo, e chi in un modo chi in un altro contribuiscono tutti alla riuscita della missione, e soprattutto collaborano efficacemente per portare a casa la pelle.
La trama stessa della storia inoltre appare vasta sotto la superficie; vi sono i thug alla ribalta dopo mezzo secolo, spie russe, il Grande Gioco di sottofondo. Ma ci concentriamo solo su questo piccolo episodio e va bene così, e alla fine della storia si spera che Eldred e compagnia possano godersi il meritato riposo al circolo ufficiali, e lasciare il resto a chi è stato addestrato per farlo.
Gli spunti narrativi comici poi sono eccezionali. Più volte le scene sono passate dall’adrenalinico al delirante, come nella parte del treno. Il tenente è arrivato a un soffio dalla morte, e subito dopo vediamo un gigantesco elefante da guerra che sviluppa una fascinazione per il sergente Jenkins, e sembra corrisposto.

Tutti i piccoli colpi di scena sono ben gestiti, come quello finale della bussola, e contribuiscono a tenere il lettore in equilibrio sulla sedia, attento a non perdersi nessun passaggio.


Caratterizzazione dei personaggi – 10/10

Caratterizzazione impeccabile sia per quello che riguarda il protagonista, Eldred Grosvenor, la cui immagine risulta talmente iconica che non si faticherebbe a immaginarlo come il protagonista di una lunga saga di successo, sia per i personaggi secondari. Ognuno di loro resta impresso e tutti hanno una loro particolarità degna di nota; Barrett il piccoletto angelico che “miete pagani come l’Arcangelo Michele”, Thayes l’energumeno burbero ma con un evidente cuore d’oro, Jenkins sempre compito e in grado di recuperare un fazzoletto candido anche dopo aver nuotato nella melma.
Ma anche il personaggio secondario di Chāyā risulta interessante e piacevole da leggere, con un carattere che ne evidenzia le abilità e contemporaneamente la giovinezza. Ci si affeziona a lui in poche righe, e la sua morte difatti dispiace, nonostante si abbia avuto a che fare con lui per un periodo di tempo narrativo molto breve.
Per quello che riguarda le cosiddette “comparse” non è stato possibile un approfondimento ma va bene così: anche se non hanno un ruolo importante non risultano affatto piatti, nemmeno il signor Jaidev che vende Sarkesh ai nostri eroi, e addirittura Kaur, personaggi che compaiono per non più di una scena ma che sono ugualmente ben delineati sullo sfondo della narrazione.


Utilizzo dei POV – 9/10  

C’è una generale oscillazione tra narratore esterno e interno.
Non abbiamo sottratto un punteggio elevato da questo parametro perché era tutto perfettamente seguibile e comprensibile, e non abbiamo mai fatto fatica a discernere chi fossero i soggetti parlanti e gli oggetti riceventi, ma ci sono diversi punti della storia in cui sono presenti intromissioni da parte del narratore esterno.

Un esempio: “Ufficiale e sottufficiale reputarono la frase decisamente sospetta.”
Questa frase appartiene ad un paragrafo narrativo che fino a quel momento è stato strettamente POV Eldred, ma è pronunciata chiaramente da un narratore esterno, che conosce l’interiorità di entrambi i personaggi (e per cui sa, di fatto, che entrambi reputarono la frase decisamente sospetta, mentre Eldred non potrebbe saperlo, non leggendo i pensieri degli altri).

Un altro esempio, più semplice, è questo: “Era già voltato verso l’uscita, per cui non si accorse che il cameriere li raccoglieva e se li metteva in tasca.”
Come lo stesso narratore sottolinea, Eldred non può accorgersi che il cameriere aveva raccolto i dadi e se li era messi in tasca, per cui anche qui c’è stata un’intromissione di narratore esterno nel POV di Eldred (che per tutta la storia “racconta” la vicenda dai suoi occhi ed è tramite quelli che sono le sue percezioni, tant’è che quando perde conoscenza, anche per il lettore si fa “tutto buio”).

Ci è sembrata per certi versi una scelta voluta, ma che a tratti è risultata in qualche modo stonata, per cui abbiamo preferito segnalarla.


Gestione dei dialoghi/Gestione dell'introspezione – 10/10 

Sia dialoghi che introspezione sono uno dei punti di forza di tutta la narrazione.
Gli scambi di battute tra i diversi personaggi, così come i dialoghi interiori del tenente e le sue riflessioni, sono non solo utili a svelare dettagli di trama, ma creano dei siparietti tragicomici assolutamente deliziosi. Siamo più volte scoppiate a ridere nel leggerli, vuoi per la situazione vuoi per lo humor del tenente.
Inoltre i dialoghi danno forza alla caratterizzazione dei personaggi, soprattutto quelli dei quattro inglesi, facendoli apparire non solo connotati di carattere e sfumature, ma anche… estremamente inglesi. Se non fossimo assolutamente certe di aver letto questa storia in italiano, quasi ci sarebbe da credere di aver seguito i loro dialoghi nella lingua madre di Eldred Grosvenor.
La loro nazionalità trapela da ogni frase, così come il modo in cui ognuno di loro vive la propria nazionalità (per esempio nella profonda differenza di parlato che c’è tra Jenkins, per cui gli indiani sono tutti dei mangiacurry, e Barrett, cresciuto in una grande piantagione a Darjeeling e difatti parla correntemente bengalese).
Inoltre, nei dialoghi tra il tenente e O’lim, appare chiara la profonda conoscenza della cultura inglese di quest’ultimo, il che gli da una connotazione che non è quella del semplice assassino-spia. È quasi un peccato che fosse dalla parte dei “cattivi”, e che quindi non abbia potuto fare da personaggio parlante, poiché si prospettava anche lui degno di approfondimento per quel poco che è stato possibile vederlo.

Dal punto di vista tecnico niente da eccepire: i dialoghi sono scritti in modo tale per cui non c’è alcuna confusione di soggetti, è sempre chiaro chi stia dicendo cosa e le tempistiche di azione/reazione dei personaggi a una frase o all’altra sono perfette.


Gradimento personale – 10/10 

Questa storia è eccezionale. L’abbiamo divorata talmente in fretta che è stato necessario per entrambe rileggerla più volte, consce che non potevamo perderci nessun passaggio, ma l’abbiamo fatto con estremo piacere e ridendo tutte le volte. Abbiamo amato follemente tutti i personaggi, ma con un’ovvia predilezione per lo splendido Grosvenor, che si spera avrà il riconoscimento che merita dopo questa prodezza eroica.
Spiritoso e ironico com’è, non ci aspettavamo di vederlo modesto sul finale, ma è riuscito a sorprendere una volta di più.
Che altro da dire che non è stato già scritto in valutazione? Le descrizioni sono fantastiche, da far credere di trovarsi realmente nell’India di quei tempi, e complimenti per tutte le minuzie culturali che hai aggiunto qua e là, che non fanno mai sentire spaesati. Gli scambi tra i personaggi sono appassionanti e/o fanno piegare in due dalle risate, così come alcune scene che sono davvero impagabili… come quella dei due soldati colti in flagrante con le “brache calate”, letteralmente, e annessa imperturbabilità “british” di Eldred.
Siamo rimaste incollate allo schermo su ogni minuscolo passaggio e li abbiamo amati tutti, così come abbiamo amato i dialoghi, le offerte mentali di Eldred a Ganesha, a cui il nostro beneamato prometteva “tutto il gin di Calcutta”, il coraggio imprevedibile del tenente che sembra proseguire svagato sulla strada della vita, ma che non esita a gettarsi in un corpo a corpo con O’lim per salvare la vita al Governatore, mostrando un coraggio da fiera.
Insomma, complimenti per questo capolavoro.

Recensore Master
19/05/17, ore 23:18
Cap. 3:

C'ho messo un po' per tornare, mi spiace :(
Le avventure di Grosenor continuano senza sosta, e adesso si trova nella difficile situazione di dover fuggire, piuttosto che entrare in un palazzo fortificato. Ed è molto più complesso, visto e considerato che non si possono distinguere gli alleati dai nemici: un vero gioco d'azzardo, con quei dadi che scottano tra le mani. Le descrizione storiche non metto in dubbio che siano accurate, e si vede bene dal contesto che ha creato attorno, con i mangiacurry che santo cielo se non vogliono uccidere ogni giubba rossa in India. Quel piccolo avamposto è stato distrutto, e chi lo abitava sterminato e sistemato in una sorta di fossa comune. La fuga è sempre rocambolesca, e finalmente si capisce il titolo della storia: una promessa strappata a chissà quale divinità, che praticamente lo farà lavorare nell'esercito a gratis per i prossimi duecento anni, tanti sono i soldi che dovrà sganciare per il Gin xD Meglio così, più avventure per lui e per i suoi sventurati o fortunati, dipende dai punti di vista, sottoposti ;) Sono ansioso di scoprire il finale, ma lo leggerò domani: mi sta prendendo un abbiocco devastante xD
Alla prossima
Spettro94

Recensore Junior
19/05/17, ore 18:19
Cap. 4:

La scena del treno mi ha lasciato senza fiato! ho temuto il peggio, sai! quando poi sono scesi sani e salvi alla cittadina vicina a Calcutta ho ripreso a respirare, perché ho capito che potevano sentirsi al sicuro almeno per un po'. Ottima idea quella di trovare un mezzo veloce per spostarsi, perché i nemici sono pur sempre alle loro calcagna. Però, un elefante non so se sono capaci di guidarlo, non è come un cavallo, e poi è un elefante bizzarro.
E' anche vero che gli elefanti sono abbastanza veloci... mah, speriamo in bene (gli elefanti mi piacciono, solo che avrei paura a salirci, già il cavallo lo trovo troppo alto per me: l'unica volta che sono salita in groppa mi girava la testa! sono ridicola, lo so).
La cosa importante è che i nostri eroi riescano a portare a termine la missione e a salvare la pelle!
Nelle scene d'azione sei imbattibile!
bravissimo e a presto
caterina

Recensore Master
19/05/17, ore 13:27
Cap. 4:

Innanzitutto... *°* Congratulazioni per la vittoria! *°*
Ellie sarebbe orgoglioso di te! ^^
-comincia a lanciare in aria polveri colorate, che nemmeno alla Festa di Holi-

Ma ci sono altri due motivi per gioire in questo capitolo: innanzitutto quel figo di Olim, un vero vilain d'altri tempi: spietato, versatile, acculturato, con cui mi pregio di aver fatto qualche viaggetto mentale accoppiandolo al suddetto Tenente Grosvenor e non per andare a farsi un gin tonic al circolo ufficiali ^^

 E poi c'è lui... Sarkesh! Immenso, imponente, dal gran brutto carattere, ma con un debole per il sergente britannico!
E' nata una nuova coppia e, sicuramente da parte dell'elefante, anche un grande amore *-*

Al solito la scena d'azione sul treno è coinvolgente e incalzante, ma la vera chicca è appunto lo scambio di battute tra la spia e il Tenente, lo humor britannico sbaraglia tutto *-*
 

Recensore Master
18/05/17, ore 15:33
Cap. 4:

Buon pomeriggio.
Bellissimo capitolo!
I colpi di scena non mancano mai, così come l'azione... e l'avventura, naturalmente ^^
Perché di avventura, giustamente, si parla fino in fondo.
La spia russa è di certo più preparata nel suo ruolo che i quattro militari, e loro naturalmente devono un po' arrangiarsi. Per fortuna che un ottimo spirito di cameratismo li tiene uniti, e vanno sempre d'accordo.
Il lieve umorismo che di tanto in tanto appare è stupendo, anche perché appare nei momenti giusti.
L'elefante è stupendo. Sono certo che è la creatura che salverà la missione dei quattro coraggiosissimi militari, e che li porterà alla meta.
Complimenti per tutto, e si vede che sei stato in India. Tutto quanto è scritto benissimo e con immensa cura.
Ancora complimenti!
Buon proseguimento di giornata e a presto :)

Recensore Master
18/05/17, ore 09:15
Cap. 4:

Io ci avrei scommesso qualsiasi cosa che il viaggetto in treno sarebbe stato tutto fuorché monotono. Meno male che, ancora una volta, i nostri ce l'abbiano fatta a rotta di collo. Però è quasi come se ogni volta si arrivasse sempre più vicini ad un punto di rottura: più va avanti il nostro quartetto, e più i suoi nemici si fanno nervosi e violenti. E poi, come giustamente pensa lo stesso Grosvenor, loro sono dei valorosi soldati, sì, pieni di coraggio ed esperti di guerra, ma non sono spie o agenti segreti. Fanno più fatica, quindi, a contrastare questo continuo va e vieni di spie e controspie, a volte non capiscono neppure di chi fidarsi e di chi no.
La scena dell'elefantone mi ha fatto morire: per quanto io sia contraria all'addestramento di questi nobilissimi animali, mi sono gustata la scenetta di Sarkesh, che fa il divo bizzoso e che si incapriccia di Jenkins: ma la cosa non mi stupisce. Gli animali, esattamente come le persone, hanno pure loro simpatie ed idiosincrasie "a pelle": se poi parliamo di un animale molto intelligente come l'elefante la cosa è ancora più ovvia.
E bravo il nostro burbero Jenkins che si fa coccolare dal pachiderma! è una scenetta deliziosa, essendo io una grande amante degli animali!
Questa storia mi piace sempre più caro amico: non a caso l'ho segnalata per le scelte!

Recensore Master
17/05/17, ore 15:44
Cap. 3:

Buon pomeriggio, anche qui ^^
Beh, davvero... sei un genio!
Ma quanto scrivi bene?! E' sempre un piacere unico leggere i tuoi racconti.
Questo è curatissimo, gestito alla perfezione.. tanti, tantissimi complimenti!
Certo che la situazione è ancora grave. In questa India così ostile, i quattro militari dovranno ancora affrontare, di certo, altri problemi oltre a quelli che hanno già fronteggiato... ma, almeno, sembra che al momento opportuno la fortuna sia dalla loro parte. Speriamo continui così. In fondo, sono dei gran simpaticoni xD
Buon proseguimento di giornata e a presto :)

Recensore Master
17/05/17, ore 15:35
Cap. 2:

Buon pomeriggio.
Eh sì, l'avventura procede ^^
E che avventura! C'è un'insidia dietro ad ogni angolo.
Belle le ambientazioni, sembra di guardare un documentario o un film mentre si legge ^^
Passo a leggere il capitolo successivo, così riesco a mettermi finalmente in pari con la lettura del racconto :)
Sembra che tutto stia prendendo una piega un po' tragica...
A presto :)

Recensore Junior
16/05/17, ore 10:51
Cap. 3:

Descrivi benissimo i villaggi indiani, è come se li vedessi! so che ci sono zone molto povere e arretrate e che le persone fanno fatica a sopravvivere, però è bello vedere che appena possono costruiscono i templi dove pregare e offrire doni alle loro divinità: io penso che per capire l'anima di un popolo bisogna vedere che culto pratica e l'induismo mi ha sempre fatto simpatia.
Capisco anche che per l'inglese dell'epoca, che dominava l'India, fosse difficile capire usanze e culture tanto diverse: quando Jenkins si esprime con disprezzo verso gli Indiani chiamandoli "mangiacurry" è proprio perché li considera inferiori, e lo trovo un peccato.
Invece Grosvenor mi pare di idee più evolute e meno razziste, non mi sembra sprezzante verso quella povera gente, e già solo per questo rimane il mio preferito!

Recensore Master
15/05/17, ore 18:28
Cap. 3:

... Chi sarà mai la divinità di quel tempio, cui dedicare tutto il gin di Calcutta?
In modo semplicemente magistrale ci spieghi il significato del titolo di questo tuo bellissimo lavoro, grazie al quale ci immergiamo sempre più in atmosfere - sì, lo so, mi ripeto! - degna di Salgari!
I nostri riescono a scampare alla peggio morte ancora una volta: il fortino di Moktarpur è un cimitero orribile, la scena da te descritta fa accapponare la pelle! del resto, i thug sono spietati e crudeli, dei fanatici pazzi, quindi non c'è da stupirsi degli eccidi che commettono, specialmente se foraggiati da una potenza straniera.
Senza Chaya debbono fare assegnamento solo sul loro addestramento militare e sulla loro esperienza sul campo. Il problema è però che sono in un continente, quello indiano, palesemente ostile, data la dominazione inglese... e se non è ostile, la sua popolazione non intende muovere un dito per aiutarli, a parte, ovviamente, le persone del controspionaggio, come la signora silenziosa dal saree arancione.
Meravigliosamente caratterizzato è il sergente Jenkins con le sue filosofiche riflessioni sui... "mangiacurry" (cos'ha contro il curry, è così buono!): dopo Grosvenor è il mio preferito!
Scusami per il ritardo: solo adesso ho un attimo di tempo per poter leggere e commentare le storie che amo seguire.
Complimenti come sempre per questa magnifica storia, caro amico!
Lou

Recensore Master
15/05/17, ore 16:37
Cap. 1:

Buon pomeriggio.
Ah, come sempre sei bravissimo. Leggere ciò che scrivi è un piacere unico.
Il nostro amato ufficiale sta affrontando l'India, e si è trovato, anche qui, in grande difficoltà. Per fortuna è riuscito a cavarsela, in un modo o in un altro.
Ha avuto anche un pizzico di fortuna questa volta xD
La sua simpatica vena ironica è una compagna di viaggio durante le sue avventure.
Complimenti, davvero.
Buon proseguimento di giornata :)

Recensore Veterano
15/05/17, ore 14:47
Cap. 3:

Ciao! Finalmente sono di nuovo in pari!^^ (Che poi in realtà ero riuscita a leggere qualche giorno fa, ma non ho avuto tempo per recensire!)
Che dire, io ti nomino qui erede di Salgari ad honorem. *sparge illustrazioni di opere salgariane*
Non c'è una riga, dico una, che mi verrebbe in mente di saltare quando leggo. Non so se siano le descrizioni (ti ho già detto che sono magnifiche, ma qui in questo capitolo hai superato te stessa: sembra di essere in India, all'ombra di quel banian inghirlandato, un effetto che mi hanno sempre fatto le descrizioni di Salgari in persona - stringe la mano commossa) o i dialoghi, per niente forzati e dai quali si riesce a ricavare la personalità di ogni singolo personaggio, ma qualunque cosa sia, ragazza, hai talento, e parecchio.
La trama si sta complicando: mi chiedo se tutto il gin di Calcutta basterà davvero a salvare dai guai Grosvenor e i suoi compagni. XD
(Bellissimo il pezzo finale, mi sono ritrovata a ridere davanti allo schermo e di fronte ai miei coinquilini che non capivano nulla)
Aspetto i prossimi capitoli (e il tempo per leggere le avventure precedenti di Grosvenor, e magari un'altra long incentrata sulle sue avventure indiane ) (*occhi speranzosi*)

Recensore Master
12/05/17, ore 13:59
Cap. 3:

Nemmeno il tempo di espletare le proprie necessità fisiologiche che un Thug armato fino ai denti ti spunta alle spalle nel luogo in cui si dovrebbe stare rilassati e in santa pace!
Di nuovo i nostri eroi sono in marcia e non hanno un attimo di respiro; la rivolta dilaga e lo scontro in armi nel forte inglese depredato è un'altra chicca d'azione godibilissima, così come il modo di andarsene dal suddetto e il pericoloso nascondiglio nel tempio di Sri Ganesha, dove ho tenuto il fiato anche io insieme alla truppa.
Molto divertenti sono anche le dinamiche interne al gruppo di soldati e l'atteggiamento anticonvenzionale di Ellie, che contribuisce a stemperare il clima di tensione dell'avere una mandria di thug arrabbiati alle calcagna ^^
 

Recensore Master
11/05/17, ore 12:04
Cap. 3:

Ciao carissimo!
Sono ancora con il fiato sospeso per quanto è stata bella l'ultima scena. Il bastardo che sembrava fiutare la posizione di Grosvenor, e lui che continuava a fare "fioretto" (fioretto con il gin, non si può sentire, ti adoro!) e ad alzare il Gin di Calcutta in palio. E così hai giustificato a pieno il bellissimo titolo che hai voluto dare a questa long. Comunque, la storia si fa davvero intricata, il mio adorato Grosvenor (quanto sense of humor tutto britannico, non so come fai <3) non sa più da che parte girarsi e, in tutti i sensi, il suo andare mi sa di corsa contro il tempo. Corsa in cui riuscirà ad aver ragione? Chissà. Io spero che ce la faccia.
"E a Moktarpur ci sono duecento thug e una spia russa che ci aspettano". Già. Appunto.
Ah, non so se l'avevo già scritto, ma te lo dico ora: adoro Jenkins. ^^
Ottimo capitolo anche questo, amo come scrivi, mi fai sempre sorridere (se non sganasciarmi qualche volta). Giuro che questa volta sembra un film per quanto è ben delineato. All'inizio del capitolo, quando hai descritto Mahish Bathan, mi sembrava seriamente di essere lì!
_morgengabe

Recensore Master
09/05/17, ore 12:13
Cap. 2:

Attenzione, attenzione, attanzione. Chaya è morto male, molto male, e dire che mi era parso abbastanza in gamba. La missione si sta rivelando ben più importante di quanto avessero immaginato, sembra, e i mezzi putroppo decisamente scarsi; fortuna che il marahja per dare la caccia alle anatre a momenti colleziona anche cannoni, almeno si sono riforniti per ben bene. Mi è piaciuta la sparatoria, per un attimo mi è sembrato, non chiedere perché, di rivivere l'inizio del film di Sherlock Holmes con Robert Downey Jr e Jude Law, quando mettono a tappeto la sentinella di Lord Blackwood. Lieto di vedere che anche altri usano termini come dritto tondo e così via, mi sentivo un po' solo xD. Quella scena di combattimento è stata molto realistica, ben fatto! Veers si è reincarnato in Grosvenor, anzi, direi che se Star Wars si trattasse di un vero o possibile futuro allora l'ufficiale inglese è l'antenato ancestrale dei Veers; se fossimo in Game of Thrones, decisamente lo stemma di questa famiglia sarebbe una pinta di birra gialla, dai bordi neri, che scivola in una vasca di rame del medesimo colore, il tutto su sfondo arancione tramonto. Peccato solo che la storia prende il via in India e non in Giappone, altrimenti potremmo tranquillamente dire che sono stati loro i fautori dello "stile dell'ubriaco." Bel capitolo! 
Alla prossima
Spettro94