Ciao, come ti avevo detto volevo passare da te, come sai adoro questa storia e sono felicissima che tu abbia potuto aggiornare, così eccomi con tanto entusiasmo per un nuovo bellissimo capitolo!
Christian si sta preparando a una battaglia, e la sua mente e il suo cuore sono lacerati. Lui è perfettamente consapevole di non essere in grado di sparare a sangue freddo per uccidere altri esseri umani, la sua sensibilità è troppo forte e non gli permette di vedere nei soldati avversari dei veri nemici, sa che non riuscirebbe mai a sparare per primo. D'altro canto, però, si rende anche conto del fatto che i suoi scrupoli potrebbero portare alla morte dei suoi uomini, perché in fondo è lui che deve guidarli e non può permettersi esitazioni. In tutto ciò mi chiedo perché, alla fine, si sia arruolato, visto che sapeva di non voler togliere la vita ad altri uomini, forse sarebbe stato più utile come ufficiale medico o cose del genere, perché adesso la sua situazione è veramente molto delicata. Mi si è straziato il cuore durante la sua telefonata a Katherine, in un certo senso mi è quasi parso che la sua fosse una telefonata di addio, come se Christian avesse pensato di sacrificarsi pur di non uccidere nessuno e non mettere in pericolo i suoi uomini... spero di aver capito male!
E poi c'è l'azione, la battaglia. Devo dire che in questa parte mi sono commossa ancora di più per Flores, che dimostra sempre maggiore umanità e sembra riavvicinarsi sempre di più al giovane che era tanti anni prima. Desidera salvare quanti più civili possibile perché si sente in colpa per ciò che ha fatto in Vietnam, e poi ha sviluppato un senso di protezione per Christian, ha capito il suo senso dell'onore e la sua volontà di pace e vuole ad ogni costo che torni sano e salvo dalla sua famiglia e soprattutto dalla sua bambina. Nel frattempo, però, Christian è in mezzo alla battaglia e io posso anche capire la sua comprensione e il rifiuto di sparare contro ragazzi che sono stati costretti da un regime malvagio a combattere (un po' come Josef nella mia storia!), oppure convinti a forza di indottrinamenti e lavaggio del cervello... lo capisco però sono anche tanto in pena per lui! Comunque, a quanto pare, anche Beatriz condivide i suoi sentimenti, quando colpisce un giovanissimo afghano resta sconvolta, si rende conto che quel ragazzo potrebbe essere suo figlio e non vuole lasciarlo morire da solo, resta accanto a lui in lacrime fino alla fine. Christian e Beatriz non possono che essere grandissimi amici, visto che condividono la stessa visione della vita e vedono nella guerra un mostro, qualcosa voluto dai governi che mandano a morire giovani e anche civili innocenti per i loro interessi.
Intanto, a Los Angeles, altre persone stanno vivendo un proprio Inferno interiore. Margaret continua a soffrire e a angosciarsi per la sorte di Samuel, ma adesso scopre che anche il suo grande amico Padre Ralph sta per partire per l'Afghanistan e non può sopportarlo, non può permettere di perdere anche lui. Mi fa molta pena questa ragazza che in poco tempo ha visto crollare tutto il suo mondo e le sue sicurezze e che vede le persone amate partire per un luogo dove c'è solo morte e distruzione, nonostante quello che dice Padre Ralph. Ho trovato molto bello che Delilah sia stata la persona alla quale Margaret si è subito affidata per esprimere il suo dolore e la sua paura, ovviamente lei ha temuto che fosse successo qualcosa a Samuel, invece Margaret è stravolta perché anche Padre Ralph vuole raggiungerlo in Afghanistan.
E poi è davvero bellissimo l'approfondimento su Padre Ralph, che, un po' come Flores, nasconde un passato tragico, errori compiuti e in particolare cose che sono accadute in Vietnam e adesso vuole cercare di rimediare partendo per l'Afghanistan e cercando di ritrovare Samuel. La sua Rachel non è morta come Isabel, ma è stato lui a lasciarla perché, dopo gli orrori del Vietnam, non si è sentito più degno di lei e di una vita felice al suo fianco. In un certo senso mi ha dato l'idea che la sua scelta di diventare sacerdote sia nata dal desiderio di rimediare e riparare più che da una vera e propria vocazione, e questo lo porta a voler raggiungere un territorio come l'Afghanistan, distrutto e martoriato, per portare conforto, una sorta di espiazione per ciò che tanti anni prima ha compiuto invece in Vietnam. E, anche se mi dispiace molto che Margaret debba veder partire anche lui, nel suo caso soprattutto posso capire il suo bisogno di andarci e di rimediare, portando amore e pace come un tempo, da soldato, ha invece portato violenza e morte. I sensi di colpa non si sono mai placati, non gli è bastato rinunciare alla sua stessa vita e alla donna che amava, ora sente la necessità di fare di più ed esporsi in prima persona.
Sono stata felicissima di leggere di nuovo questa storia, i tuoi personaggi sono sempre così intensi e profondi, le loro vicende e i loro problemi toccano il cuore e commuovono, mi erano davvero mancati tanto!
Bravissima, spero che troverai ancora il tempo per portare avanti questa magnifica storia!
Un abbraccio!
Abby |