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Autore: DramioneMalfoy    10/04/2012    7 recensioni
In un mondo dove Lord Voldemort non è mai esistito, ben altri sono i problemi che devono affrontare Hermione Jane Granger e Draco Lucius Malfoy.
Lei: strega Purosangue, docile, genitle, spirito libero e battagliero Grifondoro.
Lui: mago Purosangue, arrogante, borioso, furbo e calcolatore Serpeverde.
Tra tutti i sentimenti contrastanti derivanti dall'Odio e, inaspettatamente, dall'Amore; i giovani rampolli di due delle casate più antiche e potenti del Mondo Magico si ritroveranno coinvolti in un matrimonio tra Puorsangue deciso dalla nascita; capiranno che vivere sotto lo stesso tetto potrebbe essere difficile per due persone come loro sempre pronti a lanciarsi parole poco carine, ma potrebbe anche rivelarsi portatore di gioie.
Così, non volendo deludere i loro genitori, vivranno insieme e scopriranno che tra l'Odio e l'Amore non c'è mai troppa differenza!
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Chiarimenti: Herm e Dray sono al sesto anno.
Odio o Amore?
Scottanti verità!


 

“Si, Granger ricordo tutto” risponde alla mia muta domanda il biondo, riportandomi bruscamente alla realtà.
Adesso la domanda è: quello che ha detto lo pensava davvero o è stato tutta colpa della sbronza?
“Granger devi fare ancora per molto la bella statuina o puoi venire a letto e spegniamo le luci?! Gradirei dormire” mi dice irritato, ma io gli presto poca attenzione. Voglio sapere, io devo sapere. Non posso rimanere nel dubbio. Ma se poi mi ridesse in faccia dicendomi che ero stata stupida solo per aver pensato che tutto fosse vero?
“D-Draco ricordi tutto? Intendo anche-” non riesco a continuare, non è mai stato da me non trovare il coraggio, adesso capite perché voglio appartenere alla casa di Salazar? Non sono degna di essere una Grifona, tantomeno la Regina.
“Si Granger anche la parte dove ti dicevo che ti amo, che sei l’unica, che ti voglio eccetera eccetera eccetera” ribatte interrompendomi tranquillo, come se niente fosse. Me lo sta dicendo come se è una cosa che ripete spesso, stanco ormai di dirla; me lo dice come se lo provasse sul serio.
“Vuoi sapere la verità Granger?” parla ancora scendendo con uno scatto felino dal letto e raggiungendomi con due falcate, mi viene vicino e mi alza il mento “Non me ne pento” dice per poi baciarmi la clavicola e scendere fino alla scollatura del seno. Sento il suo profumo di One Million che amo tanto, Paco Rabanne, entrarmi nei polmoni attraverso le narici fino a stordirmi, ma in questo momento non me ne curo. In questo momento c’è solo lui di fronte a me. Ma poi penso e, forse, è il pensiero più sensato che riesca a fare adesso: tutto questo finirà ed io non voglio soffrire ancora, non più di quanto abbia già fatto e di quanto tutt’ora è. Voglio andare via, ma le mie gambe non si muovono. Mi guarda in maniera ipnotica e sento che tutto questo è sbagliato. Non posso pensare ad altro, tutto è un grande errore, ma credo che sia il più bello della mia vita. Smetto di pensare al male che proverò, non può essere peggio di quello che provo già ogni giorno sopprimendo i miei sentimenti. Perciò li lascio liberi, stanca di combatterli; stanca di, scusate il gioco di parole, fingere che quando siamo con i nostri genitori sia una finta. Non posso più negare l’evidenza che mi viene sbandierata in faccia ogni giorno di più: lo amo e questo mi sta facendo diventare dipendente, come una droga. Persa nei miei pensieri non mi accorgo neanche che Draco mi ha tolto la sottana nera e adesso sono completamente in intimo dinanzi a lui. Mi sta guardando intensamente negli occhi, quasi… speranzoso, non so se sia una muta domanda di poter continuare quello che ha iniziato. Non faccio nessun cenno, rimango immobile non so cosa fare.
“Allora?” mi domanda. Allora cosa? Deve avermi fatto una domanda, ma io ero troppo impegnata a reprimere il dolore sullo stomaco molto simile a un buco.
“Cosa?” chiedo stanca, ancor più di prima.
“Come cosa? Te ne sto parlando da quindici minuti Granger, io lascio la Parkinson e tu Weasley” mi guarda e non capisco il perché, ma quella situazione sembra un momento già vissuto in precedenza.
Frustrata, mi abbandono ai ricordi.


Flashback (6 anni prima)
E’ il mio primo anno ad Hogwarts e sono felice, non vedo l’ora di imparare, scoprire in che casa verrò smistata e fare nuove amicizie. I miei mi hanno già detto di non socializzare più del dovuto con i Mezzosangue ma sono già pronta a disubbidire, infondo non mi hanno fatto niente e alcuni sono addirittura simpatici. Non che ci voglia molto ad essere più simpatici dei miei “amici” definiamoli più conoscenti ecco dei Purosangue, altezzosi e snob. I miei non lo sanno ma sono fidanzata segretamente con Ron Weasley, Purosangue ma di rango di gran lunga inferiore al mio; non oso immaginare l’inferno che si scaturirebbe se lo rivelassi a mia madre e mio padre, loro sanno che sono fidanzata ufficialmente con Draco Malfoy e sperano che con il tempo la nostra “amicizia” possa sfociare in un passionale amore, che cosa disgustosa: io con Malfoy? Non mi importava se era il mio futuro marito, avrei fatto di tutto pur di non far accadere quel matrimonio, non con uno come Malfoy. Ieri per l’inizio del primo anno scolastico del erede dei Malfoy, quest’ultimi, hanno organizzato una festa nel loro grande salone da ricevimenti del loro imponente Manor. Proprio lì ho conosciuto quell’arrogante, borioso e viziato del loro erede nonché, ahimè, il mio futuro marito.
Ma i suoi genitori devono essere proprio santi se lo sopportano. Evidentemente però pur di accontentarlo gli comprerebbero persino la luna dato tutte le cose che riceve. Con questo non intendo dire che i miei mi facciano mancare qualcosa, tutt’altro anche io vengo considerata una ragazzina viziata se non mi conoscono bene.
Dopo la cerimonia di smistamento e il banchetto, giro per i corridoi e mentre passavo di fronte all’aula di Trasfigurazione. Una mano fredda con dita affusolate mi afferra il polso, non faccio in tempo a urlare che un’altra mano mi tappa la bocca. Guardo negli occhi il diretto interessato e, stranamente, mi rilasso: è solo quello scemo di Malfoy.
“Che cosa vuoi Malfoy?” domando cercando di mettere nel tono  tutto il disprezzo possibile che ho in corpo verso la sua persona.
“Granger è così che si risponde al tuo futuro marito? Mi darai del filo da torcere a quanto pare” dice ghignando divertito, nella sua voce e nella sua espressione non c’è minimamente quella di una persona ferita dalle parole dette in precedenza.
“Ripeto la domanda: cosa vuoi Malfoy?” chiedo volendomi togliere d’impiccio da quella situazione scomoda e fastidiosa.
“Un patto” risponde allentando, seppur di poco, il giusto indispensabile per non farmi male, la presa sui miei polsi.
“Un patto con il diavolo in persona? Non ci penso proprio” dico provando inutilmente a scansarlo.
“Almeno ascoltami Granger, dopo potrai andartene” parla tranquillamente sapendo di avermi incuriosito, perciò mi lascia i polsi consapevole di aver catturato la mia attenzione e che quindi non scapperò. Gli faccio cenno di parlare e dopo qualche secondo lo fa:
“Per tutti noi stiamo insieme ufficialmente, ci sposeremo perciò non intendo tollerare di passare per il cornuto di turno mentre te la fai con Weasley” dice guardandomi minaccioso e mantengo la testa alta fiera, pur volendo scappare e piangere: perciò lui mi considera un oggetto, un trofeo da mostrare.
“Anche tu stai con la Parkinson” dico con apparente tranquillità, ma il mio tono incerto e con una punta di… acidità?!, mi tradisce.
“Se imparassi ad ascoltare fino in fondo sapresti cosa voglio dirti: io lascio la Parkinson e tu Weasley. Tutta la scuola saprà che sei mia” dice ferendomi ancora una volta per il modo in cui mi considera.
“Io non sono una cosa da mostrare Malfoy, non starò ai tuoi ordini. Non mi importa cosa penserà la gente, ognuno vive la propria vita o almeno fino a quando non saremo chiusi in una prigione chiamata ‘matrimonio’” l’intensità delle mie parole lo colpiscono, lo vedo chiaramente, come uno schiaffo proprio come quello che gli ho appena tirato. La mano si è mossa da sola e le cinque dita sono andate a schiaffeggiare la sua diafana guancia, le lacrime ormai scendono copiose non mi preoccupo più di nasconderle.
“A me non interessa cosa vuoi tu Granger. Ti innamorerai di me e in quel momento sarai tu a non voler più stare con Weasley. Sei mia Granger, lo sarai sempre” dice sicuro di sé, prima di farmi una carezza sadica e poi andare via, lasciando dietro di sé una scia di profumo che riconosco come uno dei più costosi del Mondo Magico: Paco Rabanne, di One Million.
Da quel giorno io e Draco Malfoy abbiamo cominciato ad odiarci con tale intensità da farci male ogni volta che ci insultavamo nelle aule, nei cortili, nei corridoi, nella Sala Grande… dappertutto. Da quel giorno, inconsapevolmente, ho cominciato ad amare il profumo dolce e allo stesso tempo forte del mio peggior nemico.

Lui è ancora qui a fissarmi con insistenza. Mi sta chiedendo proprio quello che mi ha domandato sei anni fa, con la stessa muta preghiera. Non voglio soffrire, so che dopo che gli avrò detto ‘sì’ mi abbandonerà, sapendo di essere sua. Mi considererà solamente una vittoria personale, perché è riuscito a far cadere ai suoi piedi anche Hermione Jane Granger, ancor di più di quando ai ricevimenti devo stare sempre con lui.
“Mi dispiace non ho intenzione di lasciare Ron, non voglio farmi del male” dico per poi scappare dalla stanza, lasciandolo lì basito e con gli occhi assenti e vuoti.
Mi rifugio nella stanza accanto, la mia vecchia camera, svuotata di tutto tranne che per il letto. Mi butto lì e piango tutte le lacrime che ho in corpo.
 

  
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