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Autore: DramioneMalfoy    09/04/2012    6 recensioni
In un mondo dove Lord Voldemort non è mai esistito, ben altri sono i problemi che devono affrontare Hermione Jane Granger e Draco Lucius Malfoy.
Lei: strega Purosangue, docile, genitle, spirito libero e battagliero Grifondoro.
Lui: mago Purosangue, arrogante, borioso, furbo e calcolatore Serpeverde.
Tra tutti i sentimenti contrastanti derivanti dall'Odio e, inaspettatamente, dall'Amore; i giovani rampolli di due delle casate più antiche e potenti del Mondo Magico si ritroveranno coinvolti in un matrimonio tra Puorsangue deciso dalla nascita; capiranno che vivere sotto lo stesso tetto potrebbe essere difficile per due persone come loro sempre pronti a lanciarsi parole poco carine, ma potrebbe anche rivelarsi portatore di gioie.
Così, non volendo deludere i loro genitori, vivranno insieme e scopriranno che tra l'Odio e l'Amore non c'è mai troppa differenza!
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Odio o Amore?
Sconcertanti rivelazioni!



 

Sono comodamente seduta sul divano di Malfoy-Granger Manor, mentre leggo un libro. Ogni tanto mi soffermo ad ammirare i giochi di colore e le ombre creati dal fuoco nel camino di fronte a me sulla pelle delle mie cosce, scoperte dal vestito.
Poco più in là, seduti al tavolo da pranzo di uno dei tanti salotti di quella casa, ci sono i miei genitori con i Malfoy. Gli uomini parlano di politica e sport e le donne di vestiti e accessori.
Stanca di futili argomenti sull’imminente matrimonio che si sarebbe svolto alla fine dell’anno scolastico, avevo deciso di prendere un libro e di dedicarmi alla lettura.
“Mamma, papà, Signori Granger… a-amore, sto uscendo” ci informa Draco scendendo le scale del castello e pronunciando la frase con evidente sforzo sulla parola ‘amore’. E’ dannatamente sexy, indossa una camicia bianca sbottonata sui primi bottoni lasciando intravedere il petto e un jeans nero, porta i capelli scompigliati e le punte leggermente bagnate, segno evidente che si è appena finito di fare una doccia. Mi viene vicino e, con ostentata tranquillità, mi bacia una guancia per poi indugiare fin troppo con lo sguardo sulle mie gambe. Chissà perché questo comportamento non mi dà fastidio, un tempo sicuramente l’avrei considerato sdegnoso; tutte le ragazze per bene si coprirebbero subito le gambe con la coperta che adesso è ai miei piedi, ma ultimamente sono tutto tranne che una ragazza discreta.
Nonostante non lo dia a vedere, mi fa piacere quando mi guarda come se fossi… donna per lui. E non può che compiacermi quando chiede il mio parere, sebbene sappia che lo fa solo per mostrare ai nostri genitori quanto andiamo “d’accordo”. Tuttavia mi sento bene quando interessato mi chiede come ho dormito e quando la mattina scende a fare colazione, mi bacia la tempia, si siede vicino a me e mi tiene per tutta la durata del pasto mi tiene la mano, sento di essere al sicuro e mi convinco che dopotutto sposarlo non sarebbe così male.
Probabilmente dai quei piccoli gesti ho cominciato ad amarlo. Pensavo che  i matrimoni Purosangue fossero lo sposarsi, avere un erede e tanti saluti, pochi erano i casi dei nostri genitori che si amavano realmente. Forse potevo veramente apprezzarlo per quello che era, nonostante fosse un arrogante e altezzoso. Tutto ciò però non avrebbe cambiato nulla: lui non mi avrebbe comunque amato, ed io mi sarei ritrovata a passare una vita infelice con un uomo che non mi avrebbe mai desiderata come io desideravo lui, destinata a soffrire tutte le notti che lui sarebbe tornato tardi sicuramente da casa di un’altra donna, mentre io lo aspettavo in piedi con in braccio il nostro erede.
Avvolte però immagino quanto sarebbe bello e meno pesante, specialmente per lui, se mi amasse sul serio. Sono convinta che lui non mi ami, ma allora perché l’altra sera mi aveva detto quelle cose?

Flashback
Sono stanca ma non riesco a prendere sonno, non so se sia a causa dei tuoni che si sentono in lontananza malinconici e minacciosi. Mi giro e rigiro nel freddo letto della mia enorme stanza. L’incessante pioggia che continua incessantemente a scendere in questi giorni è il segno che l’estate volge al termine. Ho freddo, ma non sono sicura che il motivo sia l’aria gelida che regna sovrana nell’aria. Mi rifiuto di ammetterlo, nego l’evidenza. L’evidenza combatte contro la bugia e vince. Il motivo della mia tristezza va a braccetto con il fatto che Draco non è ancora tornato, non l’ho sentito imprecare come fa di solito prima di aprire la porta della sua camera, proprio accanto alla sua, dopo aver girato tutti i corridoi della grande abitazione. Non dovrebbe darmi così fastidio questa cosa, infondo io e lui stiamo insieme  ufficialmente solo dinanzi agli occhi dell’intera Comunità Magica, in privato io sto con Ron Weasley e lui con Pansy Parkinson. Consapevole del fatto che finché lui non sarebbe tornato non sarei riuscita a prendere sonno decido di andare a prendere un bicchier d’acqua.
Due delle scomodità del nostro castello sono che prima di saperti orientare bene ti perdi e la seconda è che se hai bisogno di qualcosa devi percorrere parecchia strada, inoltre l’ala dove viviamo io e Draco è parecchio grande e assai distante dal resto delle stanze. Penso che i nostri genitori l’abbiano fatto apposta per testare il nostro legame. Tornando alla situazione, potrei benissimo  chiamare un elfo e farmi portare l’acqua direte voi! Ma io sono una delle poche Purosangue che detesta trattare male quelle creature e considerarle inferiori. Persa nei miei pensieri mi accorgo leggermente in ritardo di essere arrivata in cucina. Mi avvicino e apro il frigo, una ventata d’aria fredda frusta contro la mia pelle coperta solo da una sottana di pizzo nera. Bevo tutto d’un sorso il bicchiere d’acqua e ripercorro la strada di prima per ritornare in camera, ancor con quel peso sullo stomaco: lui non è tornato!
Mentre torno nell’ala ovest del palazzo mi fermo di colpo. Mi avvicino al divano e noto che Draco sta dormendo ancora perfettamente vestito. Subito il magone provato in precedenza scompare e lo osservo dormire tranquillamente, sembra un angelo niente a che vedere con il bastardo egoista che è quando è sveglio. Non l’ho mai visto così tranquillo e rilassato, in questo momento sento di amarlo tanto. E’ incredibile ogni giorno che passa è un giorno che mi fa innamorare ancora di più di lui.
“Accio coperta” pronuncio sottovoce l’incantesimo per poi ritrovarmi tra le mani una coperta di plaid. Gliela metto delicatamente addosso e per un po’ resto lì a guardarlo. Libera da ogni turbamento, sbadiglio e finalmente, sapendo che lui è a casa, decido di andare a dormire. Incredibilmente ironico! Penso mentre gli lancio un ultimo sguardo: solo una persona si preoccupa così tanto dal non dormire finché l’altra persona non torna a casa… ed è la moglie. Mi alzo, e dopo essermi assicurata che non abbia freddo, faccio per andarmene quando una mano mi blocca tenendomi il polso. Mi volto di scatto sussultando spaventata. Incrocio il suo sguardo argenteo e mi sento nuovamente bene, come ogni volta che mi guarda intensamente negli occhi.
“Pensavo dormissi” dico continuandolo a fissare e solo adesso mi accorgo che ha lo sguardo lucido e capisco che, come ogni dannata volta che esce con i suoi compagni di Serpeverde, è sbronzo.
“Questa?” domanda confuso Draco, indicando la coperta che aveva addosso.
“Te l’ho messa io, pensavo avessi freddo. Ti sei addormentato qui” spiego imbarazzata e in questo momento sicuramente sono rossa, ma penso che Draco dopo la bella sbronza non stia minimamente pensando al mio imbarazzo.
“Già ero troppo stanco per fare tutta quella strada” si siede sul divano e si passa una mano sul volto provato dalla stancante nottata.
“Potevi anche ritirarti prima” dico acida per poi pentirmi di quello che ho detto, infondo non sono nessuno per giudicarlo.
“E’ incredibile Granger non sono ancora tuo marito e mi fai già la paternale?” domanda stanco, osservo ogni sua mimica facciale a quella frase, tipo amarezza ma non vedo niente è troppo stanco persino per apparire divertito o menefreghista “Mi accompagni in camera?” domanda poco dopo.
“Si ma stai il più lontano possibile da me, puzzi d’alcool e a quest’ora della notte mi fa veramente vomitare” dico trattenendo a stento un conato di nausea.
“Che ore sono?” chiede alzandosi instabile dal divano, gli vado vicino e per evitare di farlo cadere lo abbraccio. Colto alla sprovvista si irrigidisce e rimane fermo, dopo qualche secondo però lo sento ricambiare la stretta e, inaspettatamente, mi sento bene.
“Le due” rispondo semplicemente staccandomi dall’abbraccio mentre lui sgrana gli occhi sconcertato.
Lo accompagno in camera e lo vedo buttarsi stanco sul letto. Non si muove e penso si sia addormentato, perciò mi avvicino silenziosa e gli tolgo le scarpe lucide nere e poi gli levo la cravatta. Lui apre gli occhi e mi guarda stupito incapace di sillabare una parola.
Gli sfilo la camicia e cerco di guardarlo il meno possibile. Vado nel suo guardaroba e cerco la maglia del pigiamo.
“Io dormo in boxer” spiega capendo il mio smarrimento. Mi volto di scatto, sentendomi a disagio.
“D-dovresti andare a sciacquarti la faccia, p-penso che ti sentiresti meglio” mormoro sconnessamente mentre lui mi sorride ed io perdo il contatto con la realtà. Poco dopo lo vedo tornare lavato e visibilmente più rilassato. E’ solo in boxer, perciò penso di togliere il disturbo e andarmene.
“Rimani” dice e mi volto allibita. Lo squadro e nella sua voce non c’è traccia di pentimento per quello che ha detto.
“Rimani” ripete nuovamente questa volta con voce più sicura “Stai con me” mormora avvicinandosi.
“Draco ti ricordo che la tua camera ha solo un letto ed è matrimoniale per di più quindi…” lascio la frase incompleta aspettandomi che lui capisse, ma fa una cosa che mi stupisce completamente.
“Tanto dormiremo insieme quando saremo sposati no?! Che differenza fa se cominciamo da adesso? Forse dovremmo iniziare a mettere da parte le nostre divergenze e a convivere con quello che ci aspetta” mormora lasciandomi spiazzata e sconcertata. Si avvicina lentamente a me e comprendo che la situazione è pericolosa, nella mia mente si accendono tante luci rosse che gridano allarme. Cerco di mettere il più possibile distanza tra noi spingendolo con una mano sul suo petto nudo.
“Draco sei ubriaco, queste cose non le pensi sul serio, domani non ti ricorderai già nulla!” dico cercando di allontanarlo quando comincia a baciarmi il collo.
“Ti prego Hermione rimani. Sei l’unica che amo, l’unica che mi ascolta quando grido e sento solo il mio eco, l’unica che c’è quando mi sento solo rompipalle come sempre ma ci sei comunque. L’unica che voglio, l’unica donna che vorrei come moglie” dice al mio orecchio ed il mio cervello smette di funzionare “Rimani” dice nuovamente, ma questa volta il suono è lontano, ovattato, troppo impegnata come sono a metabolizzare ciò che mi ha appena detto.
L’unica cosa che riesco a pensare è: rimani. Perciò lo faccio. Lo conduco a letto e mi sdraio accanto a lui. Sento il cuore battere più veloce del normale e tutto questo viene alimentato quando lui… MI BACIA. Oh Santo Merlino, Draco Malfoy mi sta baciando. Sento mancarmi il respiro e il cuore scoppiare di felicità, mi sento bene come se quello fosse il mio posto nel mondo.
“Quindi rimani?” domanda e mi sembra quasi indifeso, l’unica cosa che mi dispiace è che lui non si ricorderà niente domani e probabilmente tutto quello che mi ha detto è stato solo dettato dalla sbronza, ma in quel momento non mi interessa, voglio solo godermi il momento e non pensare alle conseguenze.
Vi starete chiedendo cosa è successo dopo! Semplice: sono andata via prima che si svegliasse e lui non ha dato segni di ricordare qualcosa in questi giorni ed io di certo non ho tirato fuori l’argomento. Mi ha solo ringraziata perché, a quanto pare, ricorda che l’ho accompagnato in camera nulla di più.
“Draco porta Hermione con te, è la tua ragazza” dice perentoria Narcissa per poi riprendere a parlare con mia madre. Vedo Draco roteare gli occhi e sbuffare silenziosamente.
“Non è necessario Narcissa sul serio sono stanca. Tesoro voglio solo sapere dove vai?” domando sapendo che odia quando fingo di essere una fidanzatina apprensiva e premurosa.
“Vado al pub con gli amici” risponde irritato stringendo convulsamente in mano le chiavi della sua auto nera sportiva.
“D’accordo però non fare tardi e non bere, se ci riesco ti aspetto sveglia cucciolo” dico con finta dolcezza vedendo il suo sguardo ancor più carico d’odio all’ultima parola.
“Okay ma se non ci riesci non ti preoccupare amore mio” dice dandomi un bacio sulla tempia.
“Siete proprio belli insieme ed è anche una fortuna che non siate solo destinati ma come noi vi amate” dice commossa mia madre stringendosi ancora di più a mio padre.
“Già è una vera fortuna. Adesso vado a stasera” esclama Draco uscendo di casa.


Draco era, inaspettatamente, rincasato prima a causa di una lite con il suo migliore amico Blaise Zabini. Così ci eravamo ritrovati tutti e sei seduti al tavolo a cenare.
“Penso che dovreste cominciare a dormire insieme” dice di punto in bianco mia madre portando della zuppa alle labbra, sotto la calma glaciale dei Malfoy e l’aria, anche se un po’ contrariata, saccente di mio padre.
Io e Draco, ci guardiamo terrorizzati.
“Mamma non penso sia il caso…” mormoro assai imbarazzata.
“Oh ma dai non posso credere che ad Hogwarts non abbiate mai… oh si insomma avete capito, infondo siete giovani, belli e vi amate” dice mia madre non volendo pronunciare quella parola.
Come spiegare che io e lui ad Hogwarts praticamente ci odiamo e quella a casa è tutta un farsa? Come dire che a scuola era già tanto se ci insultavamo? Semplice non lo dici e accetti la situazione così com’è, come fate sempre per non deludere i nostri genitori.
“Certo Jane penso che sia un’ottima idea” risponde Draco educatamente a mia madre e lanciandomi uno sguardo di incoraggiamento.
Mamma e Narcissa fanno subito portare le mie cose nella sua stanza.
Quella sera arrivati in camera, mi guardo attorno imbarazzata all’idea di dover dormire con lui nuovamente ma questa volta con lui cosciente. Mentre esco dal bagno con la sottana di raso nera lo vedo guardarmi con desiderio per poi fissarmi negli occhi.
“Dai non può essere tanto male, infondo non è la prima volta che lo facciamo no?!” dice facendomi rimanere di stucco: allora lui ricordava, ricordava tutto quello che era successo. In quel momento non seppi se esserne felice o disperata di quella rivelazione.
 
  
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