Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: Tanit    12/04/2012    3 recensioni
Ambientata subito dopo i fatti del primo OAV. I troopers hanno liberato Seiji da Shikaisen e si apprestano a tornare in giappone dopo la battaglia appena affrontata. Il genere è Yaoi e il pairing è tra i miei due amatissimi Seiji e Touma ^^ E' la mia prima fanfiction sui troopers spero che vi piaccia.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era ormai tardo pomeriggio, quando Touma si apprestò a rientrare nella stanza che lo zio di Shu, aveva loro gentilmente concesso durante quei pochi giorni trascorsi a New York. Non era la prima volta che il ragazzo si recava nella metropoli americana: in altre occasioni aveva accompagnato sua madre in qualcuno dei suoi tanti viaggi di lavoro, ma quello era stato senza dubbio il soggiorno più terribile e movimentato. Come al solito, lui e i suoi amici, avevano dovuto affrontare un nuovo e pericoloso avversario: Shikaisen, che oltre a seminare morte e distruzione nel mondo degli umani, era anche riuscito a utilizzare l’armatura del Nimbo per attuare i suoi scopi malvagi. Alla fine, dando fondo a tutte le loro forze, erano riusciti a sistemare le cose: avevano neutralizzato il temibile alleato del male, riabilitando in un qualche modo il nome dei samurai. Inoltre - Touma deglutì - avevano salvato Seiji.

La sera della festa di Ryo, quando il biondo samurai non si era presentato all’appuntamento con tutti loro, Touma aveva sentito lo stomaco stringersi in una morsa di inquietudine e preoccupazione. Tenku voleva un gran bene a tutti quanti i suoi amici, ma Seiji … beh, era Seiji! Quante notti avevano trascorso nella camera che dividevano a casa di Nasty, a parlare, confrontarsi … a volte battibeccare! Prima di allora lui non aveva mai avuto dei veri e propri amici con cui condividere tutto, nè tantomeno aveva avuto qualcuno con cui confidarsi. Con Seiji, dopo un primo periodo di smarrimento in cui aveva dovuto adattarsi alla convivenza con altre persone,  gli era sembrato così naturale condividere i propri pensieri e le proprie debolezze. Dietro la dura corazza rigida e impostata, del samurai del Nimbo, vi era davvero una persona piena di sensibilità.

Arrivato davanti alla porta della camera, Touma si bloccò per un attimo, chiedendosi se dovesse bussare. Non voleva assolutamente disturbare il riposo di Seiji! Il suo amico aveva passato dei giorni veramente terribili nelle mani di quei pazzi ed era sicuramente stanco sia fisicamente che mentalmente. In un flash, Touma rivisse l’attimo in cui aveva liberato il biondo samurai dalle catene che lo tenevano prigioniero. Rivide gli occhi violetti di Seiji guardarlo con un moto di speranza e le sue labbra sussurrargli “ Sei venuto a liberarmi, Touma “ Un tenero sorriso apparve sul volto del samurai dai corti capelli corvini – Sarei venuto a salvarti anche in capo al mondo …  - Pensò tra se e sé. Gli aveva fatto male vedere Seiji così sofferente e apparentemente vulnerabile; non poteva sopportare di sapere in tale condizione proprio lui, la cui fermezza e solidità erano sempre stati un punto fermo per tutti loro. Decise infine che era meglio entrare senza fare rumore: se il suo amico stava dormendo non l’avrebbe disturbato, in caso contrario gli avrebbe chiesto di fare compagnia a tutti loro per la cena, dato che lo zio di Shu aveva organizzato un banchetto coi fiocchi per festeggiare la recente vittoria sulle forze del male e ci teneva ad averli tutti presenti. Touma sentì lo stomaco brontolare. Cavolo! Dopo tutto quel combattere ci stava davvero di mettere qualcosa sotto i denti e sarebbe stato meglio affrettarsi prima che Shu facesse piazza pulita di tutti gli squisiti piatti che sicuramente erano stati preparati apposta per loro.

Lentamente abbassò la maniglia ed entrò. La stanza era in perfetto ordine e dagli scuri delle finestre, lasciati aperti, filtravano le ultime luci della sera. Il letto di Seiji, vuoto e perfettamente riassettato, faceva decisamente una figura migliore del suo, che al contrario sembrava un campo di battaglia. Touma entrò velocemente, chiedendosi dove si fosse cacciato il suo amico, quando udì provenire dall’attiguo bagno lo scrosciare della doccia.

Touma sorrise; Seiji non era certo tipo da indugiare a letto più del dovuto, era lui quello dormiglione!!! Con passo veloce si avvicinò al suo letto e prese a sistemare le proprie lenzuola, riflettendo sul fatto che fosse meglio vincere il suo proverbiale disordine per non abusare dell’ospitalità di zio Chin. Mentre era ancora intento a districare il groviglio delle coperte, dalle quali erano magicamente sbucati il pigiama e un paio di libri, la porta del bagno si aprì rivelando un Seiji dai capelli ancora umidi e con addosso un paio di jeans molto aderenti.

 

-          Questa me la devo segnare – Ridacchiò il biondo samurai avvicinandosi all’amico – Touma che riordina la stanza –

 

- Cosa vorresti …. - Touma si voltò nella sua direzione, pronto a ribattere alla frecciata, quando alla vista dell’altro in tale veste, rimase semplicemente a bocca aperta. La figura alta e snella, la pelle candida, i biondi capelli che ancora bagnati, gli ricadevano aggraziatamente sulle spalle … Dio, quanto era bello!

 

-          Beh? Perché mi fissi a quel modo? – Chiese il biondo, ignaro dei veri pensieri dell’amico – Ho un’aria così terribile? –

 

Touma deglutì, cercando di tornare in sé. Maledizione! Se solo Seiji avesse saputo cosa si agitava nella sua mente e … beh, non solo in quella ^///^, di certo non avrebbe mai più voluto guardarlo in faccia! Non sapeva dire da quando aveva iniziato a provare per il suo compagno d’armi qualcosa che andava oltre l’amicizia. Tutti loro cinque erano legati da un un vincolo indissolubile, al quale si aggiungeva un sentimento comune di empatia. Quando si trovavano insieme, Touma poteva sentire la loro presenza come un abbraccio attorno a se: erano, assieme in parte anche a Nasty e Jun, la famiglia affettiva che di fatto non aveva mai avuto. Con Seiji però, era diverso: tra loro due c’era qualcosa di più profondo. Il solo pensiero di vederlo soffrire lo atterriva in una maniera che mai avrebbe creduto possibile; gli bastava vedere i suoi bellissimi occhi sorridere, per rallegrargli la giornata, gli bastavano la sua vicinanza, le sue parole, per renderlo sereno e felice come non mai. Lo amava, punto. Che altro c’era da dire?

 

-          Emh … no, no, è che … ecco, non mi aspettavo di trovarti già sveglio, tutto qui! – Balbettò, non trovando nulla di meglio da argomentare e distogliendo lo sguardo dallo splendido corpo dell’amico. Non era il caso di continuare a fissarlo con quell’aria da maniaco!

 

Seiji ridacchiò, tamponandosi i capelli con un asciugamano

 

-          Ma và … sei tu quello che non si sveglierebbe nemmeno con le cannonate! – Disse sorridendo.

 

Lo sguardo di Touma percorse velocemente il corpo dell’amico, individuando gli inconfondibili segni della recente prigionia. Gli occhi del bruno indugiarono sugli evidenti ematomi che le catene alle quali Seiji era stato costretto per diversi giorni, avevano lasciato sui suoi polsi. Ad essi, si aggiungevano alcuni segni bluastri sul torace e all’addome.

 

-          Come stai? – Gli chiese senza tanti preamboli.

 

Seiji trasalì e interpretando lo sguardo dell’amico, istintivamente volle coprire le ferite,  abbandonando l’asciugamano sul letto e infilandosi velocemente la camicia che aveva lasciato appoggiata su una sedia.

 

-          Sto bene – Disse, sorridendo debolmente - … grazie a voi. Vi devo la vita e l’onore dell’armatura del Nimbo –

 

-          Smetti, non ci devi nulla. Siamo una squadra, no? … Inoltre per colpa di quel maledetto demonio era in gioco l’onore di tutti quanti i samurai!  – Replicò Touma, ben conscio che il biondo gli stava nascondendo il suo vero malessere. Come al solito Seiji cercava di sembrare forte, cercava di convincere se stesso e gli altri che tutto andava bene, di avere tutto sotto controllo, ma i suoi occhi spenti tradivano ciò che realmente si agitava nel suo animo tormentato.

 

-          Gia’ … - Ribattè Seiji amaramente - … e tutto questo per colpa mia –

 

Touma si sentì stringere il cuore alla vista dell’amico così giù di morale: maledizione a lui e alla sua boccaccia! Se prima Seiji si sentiva in colpa, ora grazie al suo brillante intervento era riuscito a farlo stare ancora peggio, se possibile!

 

-          Seiji, non intendevo dire questo – Si affrettò a ribattere, avvicinandosi all’amico e mettendogli una mano sulla spalla. – Tu non hai colpa di nulla, hai capito? Di nulla!-

 

Il biondo si girò a fronteggiare l’amico. Nei suoi occhi Touma potè leggere un’infinita tristezza, che gli ferì il cuore.

 

-          E’ così invece … la colpa di cio che è accaduto è mia, mia soltanto. Se solo non fossi stato così ingenuo da farmi catturare come un bambino, tutto questo non sarebbe mai successo! Quelle persone uccise dall’armatura sarebbero ancora vive; quella ragazza, Luna, non sarebbe rimasta uccisa e voi  … - la voce di Seiji si spezzò per un attimo - voi non avreste dovuto rischiare la vita per me! -

 

-          Basta Seiji! – Esclamò il ragazzo moro afferrando l’altro per le spalle – Ormai quello che è fatto, è fatto … la verità è che sarebbe potuto accadere a chiunque di noi! Cosa potevi saperne che si trattava di una trappola? –

 

Il samurai del Nimbo abbassò lo sguardo e Touma si sorprese nel vedere che i suoi occhi erano lucidi

 

-          Touma … - Replicò il ragazzo in un sussurro – Davvero non lo capisci? Cio che mi ferisce di più è il pensiero che tu … che voi tutti siate stati costretti a tornare a combattere a causa mia! –

 

Il guerriero del cielo rimase a fissarlo con un’espressione grave. Dunque era questo che gravava sul cuore di Seiji. Possibile non capisse, che per lui avrebbe fatto qualsiasi cosa? Qualsiasi, maledizione?

Senza sapere da dove gli provenisse tanto coraggio, prese il volto dell’amico tra le mani, avvicinandoglisi col proprio viso, come mai prima aveva osato fare.

 

-          Io combatterei contro un intero esercito di demoni, per te … solo per te –

 

Seiji fissò il proprio sguardo su quello del compagno con aria attonita. Rimasero così, a fissarsi per alcuni secondi che sembrarono eterni. Cosa stava accadendo? Sentiva il cuore battere a mille e le mani tremare. Quante volte avrebbe voluto trovarsi così vicino a Touma, così tanto vicino che i loro volti si sarebbero potuti sfiorare… tanto che le loro labbra … Scosse il capo violentemente, come per svegliarsi da un sogno.

 

-          Che hai Seiji? – Chiese Touma sentendolo tremare sotto di se – Hai freddo? – Per un attimo a Tenku era sembrato di vedere negli occhi dell’altro una luce strana … Ma no, cosa gli saltava in mente? Stava correndo troppo con la fantasia! Certo che avere il *suo* Seiji lì davanti, con quell’aria arruffata e la camicia semiaperta non lo aiutava di certo ad essere obiettivo. Cavolo … non si ricordava di averlo mai visto più sensuale e desiderabile di così.

Il biondo ridacchiò nervosamente, divincolandosi dalla stretta dell’amico:

 - E’ meglio che mi asciughi prima che mi prenda un raffreddore – Si affrettò a dire, riacciuffando l’asciugamano e riprendendo a strofinarsi energicamente i lunghi capelli biondi. Non sapeva perché, ma voleva fuggire da quella situazione, che a sorpresa si era fatta davvero imbarazzante …

- Va bene, ti aspetto di sotto allora, gli altri si staranno chiedendo dove siamo spariti tutti e due – Concluse Touma, lasciando il samurai della luce perso nei propri pensieri.

 

Appena Touma raggiunse il resto del gruppo, trovò già tutti quanti seduti attorno a un grande tavolo cinese rotondo, con davanti i piatti ancora vuoti. Shu come al solito si stava lamentando per la fame, preso in giro da Shin e Ryo; lo zio di Kongo chiacchierava con Nasty, mentre Jun e Fiamma Bianca scorrazzavano allegramente per la sala. Il locale era ancora abbastanza malridotto dopo l’attacco dei guerrieri di Shikaisen, ma era stato ugualmente riassestato in un modo che Touma non avrebbe mai creduto possibile, dopo solo un paio di giorni dalla sua devastazione. Non appena Tenku si accostò al tavolo, Shin si rivolse a lui con aria preoccupata:

 

-          Touma … allora come sta Seiji? –

 

      -Tutto bene – Rispose l’interpellato – Sta per raggiungerci per la cena –

 

-          Coooosa? Lo hai lasciato solo? Potevi anche rimanere con lui, testone che non sei altro! – Lo apostrofò Shu con stizza

 

-          Guarda che Seiji non ha bisogno della balia – Ribattè Touma lanciandogli un’occhiataccia. In realtà anche lui, come Korin, aveva sentito il bisogno di allontanarsi, in quanto la situazione di prima lo aveva decisamente destabilizzato. Cavolo, erano così vicini … ci era mancato poco che non avesse seguito l’impulso di posare le sue labbra su quelle dell’altro! Inoltre lo sguardo di Seiji era così strano; sembrava quasi che con gli occhi lo pregasse di abbracciarlo. Tenku soffocò un sorriso amaro; si, certo … Seiji che pregava qualcuno … ma che razza di film si stava facendo? Era forse impazzito? Conosceva abbastanza bene l’amico da riconoscere che il biondo samurai sarebbe morto piuttosto che ammettere di avere bisogno di rassicurazioni o supporto da parte di qualcuno. Anche se quel qualcuno era il suo fidato compagno di stanza.

 

-          Dai ragazzi, piantatela! … almeno per stasera, evitiamo di litigare per cortesia! – Intervenne Ryo sbuffando, mentre afferrava uno degli involtini primavera che un paio di cameriere avevano gia servito a tavola. Shu lo imitò velocemente e senza ribattere altro si riempì la bocca con una buona porzione di riso, mentre Shin aprì una birra e ne versò un po’ per sé e un po’ per gli amici.

 

-          Ehy, vacci piano Shu … lascia qualcosa anche per noi! – Disse Seiji, spuntando dalle scale.

 

Tutti i presenti si voltarono a guardarlo

 

-          Hey amico, tutto bene? – Chiese Ryo per primo, rivolgendogli uno dei suoi ampi sorrisi.

-          Sto bene grazie – Asserì il biondo, prendendo posto tra Nasty e Touma – Ho una gran fame a dire il vero! –

-          Mangiate pure a volontà miei cari! – Offre la casa! – Disse allegramente lo zio di Shu. Mentre altre cameriere servivano in tavola ogni prelibatezza.

-          Se è così, diamoci dentro ragazzi! – Farfugliò il nipote ingurgitando una spropositata quantità di riso

-          Che scroccone … - Lo rimbeccò Shin guardandolo disgustato.

-          Shu, fai una pausa, o soffocherai – Ridacchiò Nasty con aria materna.

 

La cena proseguì tra le risate e l’allegria di tutti; Touma adorava quei momenti, quando dopo una battaglia, potevano permettersi di tornare ad essere dei normalissimi teenagers

… o almeno a far finta di esserlo.

Improvvisamente notò con disappunto che una delle cameriere pareva non riuscire a togliere lo sguardo da Seiji * Tsk, ma guardala … ha gli occhi a cuore * Pensò il giovane Tenku distogliendo lo sguardo con noncuranza. Drizzò le antenne solo quando la tizia in questione tentò inaspettamente un approccio diretto verso il biondo samurai, che rispose con educata freddezza. Touma non sentì cosa si dissero, ma a giudicare dall’espressione della ragazza, Seiji non doveva averle dato l’impressione di volere approfondire la conoscenza, costringendola a battere in ritirata alquanto delusa. Il giovane si lasciò sfuggire un sorriso divertito: poverina, a Seiji non erano mai piaciute le ragazzine oche e in ogni caso, quella sera era più taciturno del solito; cosa peraltro perfettamente comprensibile, dopo tutto quello che aveva passato nelle scorse giornate.

 

-          Che fai Touma? Ridi con gli angeli? – Lo canzonò Shu balzandogli addosso e scompigliandogli i capelli.

-          Lasciami!!! Lasciami accidenti a te!!! –

 

Shu rise e lo trascinò con gli altri in una saletta poco distante dotata di un grande televisore, dove a turno i ragazzi si sfidarono a colpi di videogiochi. Il samurai dell’etere si sentì finalmente rilassato: quell’atmosfera chiassosa, tipica del loro gruppo e a lui tanto famigliare, lo metteva di buon umore; complice anche la grossa quantità di birra che Ryo e Shu gli versavano in continuazione nel bicchiere, ovvio.

 

-          Touma, se vai avanti di questo passo dormirai una settimana intera per smaltire la sbornia – lo canzonò Ryo

-          Allora smetti di versarmi da bere! – Ribattè Touma ormai già più che alticcio.

-          Hey, andateci piano! Guardate che poi devo subirmelo io in camera mentre russa! – Ridacchiò Seiji, che seduto sul bracciolo della poltrona, pareva finalmente più tranquillo.

 

Touma non potè fare a meno di pensare che se fosse dipeso da lui, avrebbe fatto ben altro in camera con Seiji piuttosto che dormire, e quel pensiero lo fece arrossire furiosamente.

 

-          Non vorrei essere nei tuoi panni Seiji! – Affermò Shin con aria paziente

–        Gia, Si meriterebbe che lo mollassi in stanza da solo, così impara! … Guardalo, ha la faccia già incendiata! –

–        Ma no, povero Touma … non lo abbandonerei mai nel momento del bisogno – Scherzò il biondo posandogli una mano sul braccio., ignaro che il rossore del giovane moro fosse di tutt’altra natura.

 

Touma ebbe un sussultò; la pelle di Seiji era fredda … eppure perché lui se la sentiva ribollire sul suo corpo come se fosse di fuoco?

 

-          Piantatela! non sono affatto ubriaco! – Si difese, ritirando velocemente il braccio come se fosse stato morso da un serpente. Solo quando fu troppo tardi, notò con rammarico lo sguardo addolorato dell’amico alla sua improvvisa reazione.

 Non sapeva perché l’avesse fatto, era solo che a volte la presenza di Seiji riusciva a turbarlo e quella era una di quelle volte.* Accidenti a me, ma che mi prende stasera? * si ammonì: era la seconda volta in poche ore che in un qualche modo feriva la persona che più amava al mondo. Si sentì un vero idiota! In quel modo riusciva soltanto ad allontanare l’amico da se, peraltro in un momento in cui Seiji aveva sicuramente bisogno di parlare e di aprirsi con qualcuno: cosa che già in condizioni normali non gli riusciva affatto facile! Mentre Tenku era invischiato in questi pensieri, il biondo si alzò da dove era seduto e si congedò con gli amici rivendicando il fatto che l’indomani avrebbero dovuto alzarsi molto presto per il ritorno a casa.

 

-          Buona notte ragazzi – Li salutò Seiji con un mezzo sorriso

-          A … aspetta Seiji, vengo con te! – Disse prontamente Touma, scattando in piedi come una molla.

-          Hey … e la nostra gara? – Sbraitò Shu con disappunto acciuffandolo per la maglietta

-          Cedo il testimone a Jun! – Ribattè Touma – Jun, vai … distruggilo! –

 

Il bambino parve ben felice di prendere il posto del ragazzo alla playstation e si sedette accanto al samurai della terra con aria soddisfatta.

 

-          Buon letargo Touma! – Lo canzonarono gli amici, guardandolo camminare con un equilibrio alquanto instabile. Quest’ultimo rivolse loro una linguaccia e con Seiji accanto uscì dalla sala.

 Appena ebbero guadagnato le scale, il samurai del Nimbo osservò con aria critica l’amico che si aggrappava alla ringhiera come uno storpio al bastone.

-          Ehm … Touma, sei sicuro di riuscire ad arrivare fino in cima? –

-          Che dici? Ti ci metti anche tu adesso? – Ribattè Tenku risentito, inciampando quasi senza accorgersene su un gradino. Il giovane sarebbe di sicuro rovinato a terra sbattendo la faccia sulla scala di granito, se Seiji non l’avesse afferrato al volo.

-          Ehy, ti vuoi rompere la testa? Stai un po’ attento! – Disse il biondo con un tono tra il severo e il divertito. Come al solito non sapeva se rimproverarlo o scoppiare a ridere. Touma era davvero buffo quando ci si metteva! Vederlo mezzo ubriaco poi, era spassoso. Ricordava bene di alcune notti, trascorse a vegliarlo mentre il moro straparlava smaltendo i postumi di una serata alcoolica.

 

Sentirsi tra le braccia dell’amico generò in Touma la stessa sensazione di estremo calore che aveva avvertito quando Seiji gli aveva posato la mano sul braccio. In un attimo ricordò che solo qualche ora prima si era trovato a pochi centimetri dal suo viso e il turbamento divenne se possibile ancora più intenso. Tenku rise nervosamente e avvampò di nuovo in volto, sia per l’imbarazzo che per l’alcool che aveva in corpo, mentre Korin lo fissava a bocca aperta.

-          Ma si può sapere che hai stasera, da ridere in continuazione come una iena? – Borbottò il biondo osservandolo in tralice.

Per tutta risposta Touma barcollò di nuovo continuando a ridacchiare.

-          Ok … ho capito che ti dovrò trascinare in camera – Concluse Seiji rassegnato.

Touma, guardando dinnanzi a se, vide le scale sbiadirsi e sdoppiarsi. Ok; forse aveva davvero bevuto un po’ troppo! Si lasciò trasportare dall’altro samurai fino alla camera senza fare altre storie. Accipicchia … ora l’abbraccio di Seiji gli sembrava così avvolgente.  Quando finalmente furono entrati in camera, il moro sentì lo stomaco contorcersi pericolosamente ed emise un sonoro singhiozzo.

-          Touma … sei sicuro che non devi vomitare? – Gli chiese il biondo guardandolo con disappunto.

-          Umhhhh … ho sonno … voglio andare a letto – Rispose l’interpellato con voce impastata.

 

Seiji pazientemente lo condusse fino al letto, adagiandolo sul materasso e sedendogli accanto.  

 

-          Accidenti … sei proprio un peso morto! Che fatica mi hai fatto fare!!! – Lo accusò, senza però ottenere risposta – Touma! … Touma! Ma stai già dormendo??? –

 

Il biondo rimase qualche attimo in silenzio ad osservare l’amico respirare pesantemente, poi non ottenendo risposta, fece per alzarsi ma fu trattenuto da un mugugno provenire dal samurai dell’etere

 

-          Seiji … -

-          Cosa? – Ridacchiò il biondo accarezzandogli i capelli. Nonostante avesse già 16 anni, a volte Touma  si comportava proprio un bambino e lui … beh, lui era davvero uno sciocco! Anziché rimproverarlo stava li a fargli le coccole, manco fosse un gattino e non un suo compagno d’armi. D’altronde cosa poteva farci se vedere Tenku in quelle condizioni gli faceva una tenerezza infinita?

-          Seiji, io ti amo tanto, tanto tanto … - biascicò Tenku con la faccia premuta sul cuscino. – tanto …-

Il ragazzo biondo ebbe un tuffo al cuore.

-          Touma … - Disse con aria quasi allarmata, mentre per un attimo sentì il cuore bloccarsi nel petto; proprio in quel momento però l’altro giovane prese a russare leggermente.

 

Seiji sorrise e riprese ad accarezzargli dolcemente i capelli. Come al solito Touma straparlava! Nel sonno sembrava talmente fragile e indifeso, ma proprio per questo era così carino. Avrebbe potuto rimanere ore così: in silenzio a guardarlo dormire, come tante altre volte aveva fatto in passato. Dividere la stanza con Touma non era stato facile all’inzio: Tenku era sempre stato abituato ad essere solo e non trovava facile adattarsi alle esigenze di qualcun altro, soprattutto per quanto riguardava il rispetto degli orari. A volte Seiji aveva creduto di essere praticamente agli antipodi riguardo a diversi punti del loro carattere: Touma era ribelle, mentre lui era rispettoso delle regole; Touma era egocentrico e poco adattabile, mentre lui cercava sempre la chiave per poter trovare un equilibrio tra se stesso e gli altri. Non parliamo poi delle abitudini di vita: Tenku era dormiglione e ingordo, quanto lui era mattiniero e morigerato anche nel cibo. Insomma: apparentemente potevano sembrare due persone diametralmente opposte! In realtà con il tempo, aveva capito che il carattere difficile dell’amico era in realtà dettato proprio dal fatto che il giovane aveva trascorso in solitudine i primi anni della sua vita e dunque mancava di esperienza riguardo ai rapporti umani. Loro quattro erano stati i suoi primi amici, i suoi primi coinquilini … la sua prima vera famiglia e nonostante le inevitabili incomprensioni iniziali, il loro rapporto era cresciuto sempre più, fino a diventare di importanza vitale per ognuno di loro.

Quasi senza accorgersene, mentre era perso in questi pensieri, Seiji si lasciò vincere dalla stanchezza, scivolando in un sonno senza sogni. Nonostante non volesse ammetterlo, la recente prigionia e la battaglia che ne era conseguita, l’avevano indebolito parecchio e il suo corpo necessitava di ulteriore riposo.

 

 

Touma si mosse quasi impercettibilmente dalla posizione in cui si trovava; sentiva la testa che gli doleva e una vaga sensazione di nausea rivoltargli lo stomaco. Dove diavolo era? Ah, si … la cena … aveva bevuto troppo e si era preso una bella sbronza. Ancora prima di aprire gli occhi, si rese conto di essere appoggiato col capo su qualcosa di caldo e morbido … qualcosa che gli era decisamente famigliare. Gli prese quasi un colpo, quando si accorse che il suo improvvisato cuscino era proprio il ventre di Seiji! Oh, accidenti! … Adesso ricordava benissimo di essere stato praticamente trascinato di peso dal suo amico fino alla stanza in cui si trovavano! Che figura!!! In realtà, visti i recenti avvenimenti, avrebbe dovuto essere lui a prendersi cura di Korin e non il contrario!!! Al solito, tutti i suoi buoni propositi erano stati completamente disattesi!

Cercando di muoversi il più lentamente possibile, si alzò a sedere sul materasso. In un’altra situazione, dormire tra le braccia di Seiji gli sarebbe sembrato il massimo, ma in quel caso gli pareva doveroso aiutare l’amico ad assumere una posizione un po’ più comoda, dopo tutta la fatica che aveva fatto trascinandolo su per le scale. In silenzio, Touma lo osservò: il volto stanco di Seiji era illuminato per metà dalla luce della luna che filtrava dalle finestre semiaperte. Il ragazzo si era addormentato in posizione semiseduta, con la schiena addossata alla parete e il capo reclinato verso la spalla destra. I capelli, un po’ spettinati, avevano comunque la solita piega e coprivano con grazia l’occhio destro. Era ancora completamente vestito e nel punto in cui Touma era stato appoggiato con la testa, la camicia si presentava leggermente stropicciata. Un tenero sorriso illuminò il volto di Tenku: anche nel sonno Seiji era talmente bello, nonostante l’aria innegabilmente spossata. Tenendosi la testa con la mano e cercando di non svegliare l’amico, Touma si alzò dal letto e preso un plaid dal mobile accanto, coprì con cura Seiji. Si avvicinò poi alla sua borsa da viaggio e ne estrasse un blister di compresse bianche: doveva assolutamente fare qualcosa contro quel fastidiosissimo mal di testa. Sempre muovendosi il più silenziosamente possibile, andò in bagno e aperto il rubinetto del lavandino, lasciò scorrere un poco l’acqua prima di sciacquare con cura il viso e di riempirsi metà bicchiere di liquido fresco. Si sentiva decisamente accaldato e se non avesse voluto fare rumore, avrebbe volentieri approfittato della doccia. Per un attimo rivide in un flash il Seiji del pomeriggio precedente uscire dalla doccia a torso nudo, con quel paio di jeans così sexy …  i muscoli tonici … un sedere che … arghhhh bastaaaa … non era proprio il caso di pensare a quelle cose, altrimenti la sua emicrania sarebbe sicuramente peggiorata!!! Senza ulteriori indugi, rientrò in camera e ingoiò di seguito prima una compressa e poi altre due … se non voleva rimanere tutta la notte con un martello pneumatico nel cervello, meglio andarci giù pesante con le dosi!!! Poi vabbè … non c’era il pericolo di intossicare ulteriormente il fegato: se era sopravvissuto alla precedente maratona di birre, di sicuro avrebbe resistito a qualche antinfiammatorio in più!

-          Touma – Disse una voce alle sue spalle – Ti farà male prendere tutta quella roba, specie dopo esserti bevuto l’impossibile! –

Tenku trasalì un poco girandosi verso il samurai del Nimbo.

-          Scusa, non ti volevo svegliare … - Ribattè sottovoce.

-          Che ore sono? – Chiese il biondo, stropicciandosi l’unico occhio lasciato libero dalla folta capigliatura.

-          Non ho l’orologio, ma a giudicare dall’esterno direi che mancano ancora parecchie ore all’alba – Rispose l’altro.

Seiji ridacchiò

-          Accipicchia … ti sei svegliato prima di me; questo è un avvenimento da segnare sugli annali! … e io che credevo ci sarebbero volute le bombe a mano per tirarti giù dal letto domattina! –

-          Vedi che dopo tanto tempo, riesco ancora a sorprenderti? – Scherzò Touma sogghignando.

Il biondo lo fissò con una strana aria indagatrice. Tenku aveva sempre trovato lo sguardo di Seiji un po’ inquietante … forse per via di quegli occhi di ghiaccio, che parevano trapassare l’anima di chiunque li incrociasse. Una delle cose che lo mettevano in soggezione nei riguardi dell’amico, era appunto questa: gli sembrava che qualunque cosa lui avesse nell’anima, Seiji fosse in grado di leggerla. Come ad esempio era riuscito a capire il suo dolore per l’assenza di una famiglia solida alle spalle e tantissime altre cose riguardo il suo carattere.

-          Già – sussurrò Korin – decisamente a volte riesci a sorprendermi … -

Questa volta fu Touma ad osservarlo incuriosito.

-          A cosa ti riferisci? – Gli chiese avvicinandosi.

-          A nulla in particolare … mi sorprendi e basta – Rispose Seiji guardandolo intensamente.

Touma fece un sorrisetto e gli si sedette accanto.

-          Posso sdraiarmi qui con te? Vediamo se il tocco di Korin è efficace anche contro l’emicrania –  Disse con la sua solita ironia.

-          Insolente! – Lo rimbeccò il biondo – Piuttosto, dovresti cercare di strapazzarti di meno, soprattutto dopo una battaglia! –

-          Perché mai? Così ho una scusa per averti come mio infermiere personale! – Rise il moro - … dai, fammi spazio! –

 

Senza tante cerimonie, Touma si stese completamente sul letto occupando gran parte dello spazio a disposizione.

-Hey, c’ero prima io! – protestò Seiji – sei sempre il solito egoista! –

- Veramente questo sarebbe il mio letto ... e poi non eri mica male come cuscino, sai? – Sestenziò Tenku afferrando l’amico per i fianchi e attirandolo a se a mò di guanciale.

Seiji non potè fare a meno di scoppiare a ridere. Evidentemente Touma era in vena di fare scherzi, ma a dire il vero nemmeno a lui dispiaceva il fatto di averlo così vicino, soprattutto quella sera. Era difficile spiegarne il motivo, ma nella sua mente aleggiavano mille dubbi ai quali ancora non riusciva a dare una identità concreta. Domande su se stesso … sulle battaglie che avevano intrapreso … sul loro rapporto. Non il rapporto amicale in senso stretto, no di certo, ma sulla loro identità come gruppo di guerrieri … e non sarebbe bastato quella volta convincersi che combatteva per svolgere il proprio dovere. Seguire le regole e agire secondo uno schema prestabilito era quello a cui era stato educato fin da piccolo, ma se questo voleva dire vedere di continuo morire delle persone e rischiare di perdere i suoi migliori amici; beh … allora lui non ci voleva più stare! A maggior ragione se si trattava della possibilità di perdere Touma.

-          Sciocco … bella la vita comoda, eh? – Esclamò, cercando di allontanare quei pensieri, mentre Tenku nel frattempo aveva definitivamente preso possesso sia del materasso, che della sua pancia.

-          Mmmm … dai, fammi qualcosa che mi faccia passare il mal di testa –

-          Ah ah … se vuoi proviamo a tagliarla via; sai come si dice? Via il dente, via il dolore!  … poi spostati più in su, mi stai schiacciando lo stomaco, sai che hai una zucca davvero pesantissima?!? –

-          Tsk … è pesante perché è molto piena di intelligenza – Sentenziò Touma altezzoso.

-          Di intelligenza o di segatura? – Scherzò Seiji posando una mano tra i capelli corvini dell’amico.

-          Di intelligenza … che domande! – Ribettè l’altro con fare presuntuoso.

Il tenero tocco della sua mano riempì l’animo di Touma che in un attimo si dimenticò della nausea, del mal di testa e di quant’altro non riguardasse lui e Seiji stesi in quel letto. Avrebbe potuto rimanere così tutta la vita, in quella camera afosa con la testa affondata sulla pancia del suo Korin. Anzi … a pensarci bene avrebbe preferito averlo ancora più stretto a sé. Molto lentamente, sollevò le braccia che fino ad allora aveva tenuto distese lungo il corpo, e con esse circondò il busto dell’amico, abbracciandolo. Rimasero così per diversi minuti, senza parlare. Touma poteva sentire chiaramente il cuore di Seiji battere ritmicamente nel petto e il calore del suo corpo pervaderlo totalmente. Korin era il suo rifugio … la sua certezza e non avrebbe mai permesso che niente e nessuno glielo portasse via.

-          Perché oggi hai fatto quegli strani discorsi sulla colpa, la battaglia, l’armatura e tutto il resto? – Gli chiese improvvisamente, ricordando la discussione che avevano avuto nel pomeriggio.

Seiji trasalì. Non si aspettava quel genere di domanda e non avrebbe voluto affrontare quell’argomento. Forse, una volta focalizzati bene i propri dubbi, immaginava che un giorno avrebbe potuto parlarne con Shin. Il samurai del torrente era dotato di una grande spiritualità e di un’ empatia fuori dal comune … forse Suiko avrebbe potuto capirlo … consigliarlo magari. In ogni caso Korin non voleva assolutamente  parlarne con Touma  o comunque non quella sera!

-          Io … - Rispose incerto - … ero solo preoccupato per voi e non mi ha fatto piacere vedervi costretti a tornare a combattere, tutto qui –

-          Ma che dici? Noi, siamo una squadra! Siamo nakama! … non importa quanto grande possa essere il rischio! Chiunque di noi sarebbe ben lieto di mettere a repentaglio la propria vita pur di salvare un amico! –

Seiji deglutì

-          Nakama … certo … - Sussurrò distogliendo lo sguardo

-          Seiji? … Stai mettendo in dubbio la nostra amicizia per caso? - Disse Tenku sollevandosi a sedere sul letto. Ma che stava succedendo al suo amico? Lui era sempre stato un punto fermo; la persona più forte interiormente tra loro; quello che li aveva sempre spronati e in un certo senso guidati verso il loro dovere di samurai. Possibile che proprio lui dovesse nutrire dubbi sulla necessità di combattere per proteggere il bene e chi si ama?

-          Cosa? No, Touma no … che hai capito? – Rispose prontamente l’altro – Non sto mettendo in dubbio la nostra amicizia, non lo farei per nulla al mondo! È solo che … oh è difficile … -

Korin sospirò, mentre Touma continuava a fissarlo come in attesa.

-          Voglio solo dire – continuò il biondo – che … che quando noi siamo insieme … tutti insieme intendo … accadono cose tremende e forse questo dipende dalle armature. Forse esse non sono così benevole come si potrebbe pensare … hai visto cosa è successo a quella del Nimbo? Nonostante tutto, ha creato morte e devastazione … è stata uno strumento nelle mani del male . –

-          Questo è successo soltanto perché era stata soggiogata dalla volontà di Shikaisen – Obiettò prontamente Tenku indispettito.

-          No! … Non solo … questo è successo perché IO non sono riuscito a impedirlo – Sbottò il biondo. – E’ colpa mia … e ci è mancato poco che non fossi pure la causa della vostra morte … io … io … oh maledizione! –

Seiji si prese la testa tra le mani, raccogliendo le gambe al petto, mentre Touma lo fissava attonito. Non l’aveva mai visto così in crisi e si trovava spiazzato. Anzi: a dire il vero non l’aveva praticamente mai visto turbato: Korin era sempre stato quello più ragionevole, sicuro e ponderato. No … se crollava lui, sarebbe crollato tutto e questo non poteva permetterlo. Tutti loro non potevano permetterselo! La sopravvivenza dei samurai troopers dipendeva anche da questo.

-          Seiji, noi siamo qui … e siamo vivi … smettila di tormentarti –

-          Già … vivi, ma per quanto ancora? Fino alla prossima disperata battaglia … e fino ad allora che faremo? La verità … la verità è che penso dovremmo provare a stare separati per un po’ … -

-          Cosa???? – Touma trasecolò. – ma cosa stai dicendo? – Esclamò afferrandolo per le spalle – Cos’è, ti è partito un embolo??? Si può sapere che ti prende? Io non ci penso neppure lontanamente a starti lontano! –

Colpito dalla sua forte reazione, Seiji fissò il suo occhio violetto su di lui con aria smarrita.

-          Tutti voi siete stati e siete tutt’ora una famiglia per me; la mia VERA famiglia – Continuò Tenku - … e ora mi dici di buttare tutto all’aria per cosa? Per dei dubbi? No, Seiji … non si passano anni accanto a delle persone, per poi dargli il benservito come niente fosse! –

Il giovane biondo era senza fiato. Non aveva mai visto Touma tanto infervorato … a parte quando si trovavano in battaglia ovviamente.

-          Non sto dicendo di cancellarci a vicenda dalle nostre vite … - Tentò di spiegare Seiji con pazienza -  Ti ripeto che la nostra amicizia non è in discussione –

-          E io ti ripeto … - Lo interruppe Touma con enfasi avvicinando il proprio volto a pochi centimetri da quello del compagno – Che siete … che SEI troppo importante per me e non solo come amico, tu sei molto, molto di più … e non parlo del gruppo, delle armature o di altro. Parlo di noi, di me e di te. –

Seiji sorrise dolcemente. Oh … se solo Tenku avesse saputo quello che lui provava in fondo al cuore!

-          E’ bello sentirtelo dire – sussurrò – Anche tu per me sei speciale e proprio per questo … -

-         Basta, non voglio più sentire nulla … - Disse Touma senza riuscire più a controllarsi. Quel discorso senza capo né coda doveva finire, non voleva ascoltare altro! Perdere la sua famiglia? Perdere Seiji? Ritrovarsi di nuovo solo? Sarebbe morto piuttosto! Doveva fare tacere il suo amico, a qualsiasi costo: quelle parole gli facevano troppo male. Quasi senza accorgersene si trovò a premere le sue labbra contro quelle di Seiji … con forza.

Korin si ritrovò in un attimo schiacciato contro il muro: le mani di Touma strette sulle spalle e la bocca spinta contro la sua.  Stordito, sgranò gli occhi abbandonando il suo proverbiale autocontrollo, mentre il cuore gli batteva talmente forte che da un momento all’altro avrebbe potuto schizzargli fuori dal petto. In un primo momento fu colto dall’impulso di divincolarsi, ma poi decise che le labbra di Touma erano troppo morbide e troppo invitanti per potersi allontanare da esse. Quanto aveva desiderato quel bacio! … e ora era li, in una stanza a migliaia di kilometri da casa, con la bocca letteralmente imprigionata da quella dell’amico. Si chiese cosa stesse succedendo a entrambi: stava accadendo tutto troppo in fretta! Certo, agognava da molto tempo quel bacio, ma non così. Non era la situazione che aveva tante volte immaginato, ecco tutto … ma in fondo andava bene lo stesso.

Fu Touma a staccarsi per primo, imbarazzatissimo. Che razza di situazione! Cosa cavolo gli era saltato in mente di baciarlo??? Ora sicuramente Seiji l’avrebbe guardato con disgusto, o peggio avrebbe riso di lui.

-          Se non altro … se non altro sono riuscito a farti stare zitto … - Disse cercando di evitare lo sguardo dell’altro samurai, che continuava a fissarlo con un’espressione indefinibile.

-          Se mi hai baciato solo per farmi tacere, potevi anche risparmiartelo! – Ribattè il biondo bruscamente, lasciandolo a bocca aperta. - … Io sto cercando di essere sincero con te e tu non trovi nulla di meglio da fare che prendermi in giro?

Seiji si alzò di scatto e fece per andarsene; era davvero arrabbiato! Aveva appena ricevuto un bacio dalla persona dei suoi sogni e si era trattato soltanto di uno scherzo? Non poteva tollerarlo! Il samurai del nimbo fu però prontamente fermato da Touma, che lo afferrò saldamente per un braccio impedendogli di allontanarsi.

-          Lasciami … voglio andare a dormire … DA SOLO! –

Per tutta risposta, il bruno lo attirò a sé, sbilanciandolo all’indietro e costringendolo a ricadere al suo fianco.

-          Ora basta, ti ho detto di lasciarmi in pace! – Esclamò il biondo visibilmente infuriato.

-          Non ti lascio andare da nessuna parte! – Lo interruppe Touma facendo scivolare una mano tra i capelli del compagno e avvicinando, questa volta dolcemente, il proprio viso al suo. Si fermò a pochi centimetri dalla bocca di Seiji. Poteva sentirne il fiato caldo e il ritmo del suo respiro, leggermente accelerato sia per la rabbia che per l’eccitazione.

-          A che gioco stai giocando Touma? – Gli chiese Korin teso.

-          Non sto affatto giocando – Sussurrò l’altro – Pensavo ti desse fastidio … voglio dire, baciare un altro ragazzo … -

Seiji rise piano

-          Sei il solito testone … e non hai capito niente –

Le loro labbra si unirono per la seconda volta, in un lungo ed emozionante bacio. Touma si sentiva in paradiso; nemmeno nei suoi sogni più improbabili avrebbe mai immaginato che Seiji provasse per lui il medesimo sentimento di amore. Le mani del biondo scivolarono lungo le sue braccia in una delicata carezza, facendogli provare un’emozione indescrivibile. Una intensa sensazione di calore lo percorse come una scossa elettrica dalla zona in cui Seiji lo stava toccando, fino al cuore, ai visceri … e più in giù ancora. Tuffando le mani tra i capelli del compagno, Tenku lasciò scivolare fuori la punta della lingua, facendola scorrere dolcemente sul labbro inferiore dell’altro. Sentì Seiji irrigidirsi un poco a quel contatto inaspettato, ma poi i suoi muscoli si rilassarono, abbandonandosi alla pioggia di emozioni che entrambi stavano vivendo. Era tutto così strano, nuovo … e dannatamente coinvolgente! Touma si sorprese nello scoprire che in definitiva, le cose erano molto più semplici e naturali di quanto non si fosse aspettato. Avvertì le labbra di Seiji premere delicatamente contro le proprie, nell’evidente intenzione di approfondire ulteriormente il bacio e Touma lo lasciò fare, assaporando ogni attimo di quella notte magica. Ora le loro bocche erano schiuse e le loro lingue danzavano e si cercavano con passionale irruenza; mani frementi si accarezzavano in cerca dei lembi di pelle sotto gli abiti, ormai completamente stropicciati. Touma schiuse gli occhi lentamente e abbandonò la bocca di Seiji, mentre le sue labbra scesero delicatamente lungo il collo del biondo samurai, facendolo fremere di desiderio e spingendolo a sdraiarsi supino sul letto. Con le mani frementi, cercò di sbottonargli la camicia e lasciando una scia di piccoli baci, si soffermò sul suo petto, mordicchiandolo in maniera seducente.

Seiji sussultò – Touma … - Mormorò avvampando in volto.

-          Che c’è … - Rispose l’altro in un sussurro, alzando lo sguardo sul compagno. La sua espressione imbarazzata e allo stesso tempo eccitata, lo fece impazzire.

-          Così … mi rimarrà il segno –

-          Chi se ne importa … - Farfugliò Touma liberandolo completamente della camicia e sdraiandoglisi  praticamente sul corpo. Oramai la sua eccitazione era palesemente riscontrabile all’interno dei suoi pantaloni e premeva contro la gamba dell’altro, che ridacchiò di sopresa e di imbarazzo. Si baciarono di nuovo, a fondo, e a ogni bacio il calore e la passione aumentavano esponenzialmente. Touma si sorprese nel sentire che anche le mani di Seiji stavano lottando per cercare di togliergli la maglietta  e con una risatina decise di aiutarlo; si sollevò dal compagno, rimanendo a cavalcioni su di lui e si sfilò velocemente la maglietta, facendola volare da qualche parte ai piedi del letto. Da quella stessa posizione, rimase immobile a fissare Korin, che gli sorrideva delicatamente. Il suo volto, e il suo fisico scolpito erano illuminati dalla luce della luna, che quella notte era incredibilmente luminosa. Tenku non si ricordava di avere mai visto una notte più chiara di quella.

-          A cosa stai pensando? – Gli chiede Seiji in un sussurro

-          Penso che mi piaci un sacco … - Rispose il moro accarezzandogli i capelli – … e che ti voglio tutto per me –

Seiji rise piano

-          Sono tuo … - Affermò semplicemente - … e ti amo, ti amo moltissimo. –

Quelle parole colpirono a fondo il cuore di Touma, risvegliandolo un poco dal torpore in cui era scivolato a causa dell’eccitazione. Certo, tutto ciò che stava accadendo tra loro significava che l’attrazione e i suoi sentimenti per Seiji, erano decisamente ricambiati, ma sentirselo dire a parole, faceva tutto un altro effetto.

-          Ti amo anche io … -  Disse Tenku con uno sguardo dolce

-          E’ la seconda volta che me lo dici stasera – Sussurrò Korin sorridendo

-          Uhm? – Il moro era sorpreso - … Hey aspetta … cos’ho combinato mentre ero ubriaco –

Seiji rise di gusto.

-          mah … segreto – Rispose con fare vagamente misterioso.

-          Cattivo! – Sestenziò Touma fingendosi profondamente offeso – Non è affatto etico approfittarsi di una persona alticcia –

-          … dì pure ubriaca –

-          Alticcia! – Sottolineò Touma tornando a baciarlo maliziosamente sul collo.

Seiji sospirò di piacere, abbracciando strettamente il compagno sopra di lui.

-          Dimmi che non è un sogno … - Disse improvvisamente, mentre la sua voce si incrinò – Dimmi che domattina non sarà tutto finito e non mi troverò di nuovo …legato in quell’orribile sotterraneo –

Tenku si sentì stringere il cuore nel petto. Maledizione … si era lasciato prendere un po’ troppo la mano. Desiderava Seiji da morire, ma ci sarebbe stato tempo per andare al sodo, ora che il ghiaccio era stato rotto.

-          stttt … va tutto bene – Tentò di rassicurarlo – Sono qui al tuo fianco … sono vero e sono pazzo di te! Come lo sono sempre stato – Aggiunse.

L’altro giovane lo strinse forte a sé

-          Non sai quanto ti ho pensato durante questi giorni – Disse con voce rotta – La tua immagine è stata la mia forza, sempre … -

-          Te l’ho detto … farei di tutto per te – Mormorò Touma - … morirei per te –

-          Non dirlo nemmeno per scherzo … - Esclamò il biondo – Non dirlo mai più! Nessuno di noi morirà –

-          Adesso basta con le paranoie – Gli disse Touma all’orecchio – Non voglio più sentirti fare certi discorsi –

Seiji, sorrise tristemente non visto dal compagno. I suoi dubbi e le sue inquietudini nonostante tutto rimanevano e il fatto che Touma stesse diventando sempre più importante nella sua vita, non semplificava di certo le cose. Non era pronto a combattere di nuovo; non era pronto a rischiare di perdere per l’ennesima volta i suoi amici e il suo … grande amore. Decise comunque che quella notte avrebbe cercato di dimenticare qualsiasi pensiero negativo. Si lasciò avvolgere dall’abbraccio di Tenku e si fece cullare dai suoi baci. Non voleva rovinare quella notte così importante per loro: la notte in cui si erano dichiarati i propri sentimenti.

Si addormentarono così: abbracciati l’uno all’altro in attesa del giorno; sicuri che qualsiasi cosa fosse accaduta, il loro amore li avrebbe sorretti e spinti verso la luce.

 

 

 

 

 

 

  
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