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Autore: Shizuru117    26/04/2004    8 recensioni
E se mai Orlando Bloom incontrasse un giovane ragazza che non ha idea di chi sia? Cosa verrà fuori? Fuoco e fiamme! E non nel senso malizioso della parola
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fine!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Questa volta le note saranno più brevi, per esigenze personali. Vi dico solo che questo è l’ultimo capitolo e vi rimando alla fine, dove farò gli adeguati ringraziamenti!^^Bacini Shi*

 

Capitolo 35.

Promesse.

 

Era ormai passato un anno da quel giorno, all’aeroporto. Anche se non si erano più rivisti, si sentivano regolarmente. Si telefonavano quasi ogni settimana e si spedivano spesso delle lettere, sicuramente più personali di una banale e-mail (anche perché Orlando non sapeva usare il computer). Anche Christy ed Elijah erano costantemente in contatto con l’amica, che aveva avuto qualche piccolo problema burocratico con il pequeño. C’era stata qualche lamentela a causa del servizio e delle uscite di sicurezza, così c’era il bisogno di interpellare la legittima proprietaria.

 

In quel lasso di tempo, Ob aveva avuto molto da fare con Pirates of the Carribean 2 e, di conseguenza, il tempo che dedicava a sé stesso era un po’ diminuito. Per mantenersi in forma, in conclusione, andava a correre regolarmente, ogni mattina dalle 8.00 alle 9.00. Ogni tanto lo accompagnava anche Elijah ma, solitamente, era da solo.

 

Ogni volta passava davanti alla casa di Amina e, ogni volta, vedeva il cartello FOR SALE (in vendita, dall’inglese. NdShizuru117). Si fermava sempre e lo osservava.

 

“Prima o poi, vado da Mark Oaudesy e mi compro questa casetta. Se ci abitasse qualcun altro, non potrei sopportarlo.” Ripeteva questa frase tutte le volte.

 

Non che non lo volesse fare, però gli mancava sempre il coraggio. Così si faceva una promessa che non sapeva di poter mantenere. Una mattina, mentre era con El, ridisse quelle parole.

 

“Scusami Ob, ma perché non lo fai sul serio? Voglio dire, non ci vuol niente a fare una telefonata al proprietario e chiedergli di vendertela. Anzi, sarà ben felice di farlo, per lui è un’entrata in più.” Disse il ragazzo, fermandosi ad ascoltare l’amico.

 

“Sinceramente non so perché non l’ho ancora fatto. Ad essere sincero, non so neanche perché vorrei farlo.” Rispose Orlando, un po’ perplesso.

 

“Come sarebbe a dire che non lo sai? Cioè, vorresti sborsare dei soldi di tasca tua senza motivo?”

 

“No, hai capito male. Il fatto è che non c’è un motivo in particolare…vedi, quando Amina tornerà, mi piacerebbe tanto poter dividere questa casa con lei. Vorrei che fosse, beh, il nostro nido d’amore. Dentro quei quattro muri sono successe così tante cose…mi dispiacerebbe che la casa non fosse nostra.”

 

“Forse hai ragione. Dai, continuiamo a correre, altrimenti sforiamo sulla nostra tabella di marcia.” E cominciò a incamminarsi, seguito a ruota da Ob.

 

Passarono ancora molti giorni da quello, e la scena di ripeteva incessantemente. Finché, una calda mattina di luglio, quel cartello era scomparso. L’avevano venduta, e lui non aveva fatto niente per evitarlo. Preso dalle scalmane, corse verso la Petite Fleur, nella speranza che Oaudesy sapesse qualcosa. Varcò la porta in men che non si dica, non badando nemmeno alla segretaria che aveva cominciato a dargli del matto.

 

“Mark, dove sei? Vieni fuori, per favore!” Urlò, guardando in ogni stanza.

 

“Ma cos’è tutto questo baccano?” In un attimo notò il ragazzo. “Si può sapere che ti è preso Orlando? Ti pare questo il modo di irrompere nel mio ufficio?”

 

“C’è una cosa che devo assolutamente sapere. A chi hai venduto quella piccola casa che, un tempo, avevi dato in affitto ad Amina?”

 

“Non ne ho la più pallida idea. Siamo riusciti a concludere l’affare due settimane fa, ci hanno pagato proprio ieri. Ci dovrebbero venire ad abitare entro il prossimo mese, non so dirti altre notizie.”

 

“Porca vacca.” Disse, sbattendo i pugni sul tavolo. “Accidenti a me…”

 

“Posso esserti utile?” Chiese, gentilmente, l’uomo.

 

“No, adesso è il libretto degli assegni l’unica cosa che mi può servire…”

 

Tuttavia, anche se avevano acquistato la ‘loro’ casa, non l’avrebbero avuto vinta.  Dopotutto, se solo avesse voluto, avrebbe potuto sborsare una bella cifretta per acquistarla. Continuò a passarci davanti ancora per molti giorni finché, una mattina, non vide qualcuno seduto placidamente sul porticato. Quella volta non era con Elijah e così, cogliendo l’attimo, attraversò il cancello di legno. A occhio e croce doveva essere una donna, visto che i suoi lunghi capelli neri svolazzavano al vento. Stava leggendo un rivista e teneva la testa bassa. Suo marito, probabilmente, doveva essere in casa. Si avvicinò e lei finché non le si sedette di fronte. Non si era accorta della sua presenza.

 

“Mi scusi, ha comprato lei questa casa?” Domandò Orlando. Lei fece cenno di sì con la testa. “Senta, deve assolutamente vendermela. Sono disposto a sborsare qualsiasi cifra.”

 

“La casa non è in vendita, mi dispiace. Visto che c’era il cartello, perché non si è rivolto al vecchio proprietario?” Disse lei, a voce bassa.

 

“Perché non ho mai avuto la forza di farlo. Mi deve credere, questa casa ha un enorme valore affettivo per me…la devo avere, ad ogni costo. Farò tutto quello che vorrà.”

 

“Mi dica, qual è il motivo che la spinge a tanto?”

 

“Questa era la casa della mia ragazza. In questo momento non si trova qui, in America, e ho pensato che fosse una bella cosa regalarle la sua vecchia dimora come pegno del mio amore. Sarebbe il nostro piccolo ‘rifugio’. E’ per questo che sono disposto a comprarla, a costo di firmare un assegno con molti zeri.” Disse seriamente. Lei, imperterrita, continuava a leggere la sua rivista. “Mi sta ascoltando?” Chiese, un po’ irritato.

 

“La sente questa musica?” Rispose noncurante.

 

“Cosa? La musica?”

 

Si fermò un attimo in vibrante ascolto, tendendo l’orecchio verso la finestra aperta, da dove arrivava, tenue, la musica di una chitarra. Dapprima pensò che si trattasse di una presa in giro poi, sentendo attentamente, si accorse di aver già sentito quella melodia. Dove…non se lo ricordava proprio.

 

“Mi scusi, sa dirmi chi è il cantante?” Chiese, leggermente stupito.

 

“Provi a ricordarselo…una chitarra…un bravo cantante…tanti alberi…un’isola…un parco naturale…”

 

“Non vedo come lei…un momento, come si chiamava?! Oddio…Veci…Voti…Ve…Vecchioni! Ecco chi era! Come fa a sapere tutte queste cose?” Cominciò a dubitare. Possibile che fosse davvero lei?

 

“Sogna, ragazzo, sogna…è questa la canzone. La tua memoria è proprio quella di un elefante” Alzò la testa “Non è vero Orlando?”

 

Non appena incontrò quegli occhi, capì immediatamente chi aveva di fronte. Amina.

 

“Amy, sei proprio tu?” Riuscì a malapena a dire, sgranando gli occhi.

 

“E chi sennò, razza di scemo! Non ci si vede da un anno e mi saluti così? Guarda che me ne torno in Italia e…” Non fece in tempo a finire la frase che si trovò le labbra di lui appoggiate alle sue. Rispose, felice, a quel bacio.

 

“Tu sei completamente pazza! Perché non mi hai avvertito del tuo ritorno?”

 

“Volevo farti una sorpresa!” Rispose, sorridendo.

 

“No, tu volevi farmi morire di crepacuore!” L’abbracciò di nuovo, come per sapere se non si trattava di un sogno.

 

“Andiamo, sei contento di vedermi, no?”

 

“Questa non è neppure una domanda da fare!” La fissò un attimo. “Che fine hanno fatto i tuoi bei capelli rossi? Se avessi visto quelli, ti avrei riconosciuta sicuramente.”

 

“Il mio colore naturale è il nero. Visto che avevano cominciato a cadermi i capelli, ho deciso di non tingerli più. Non ti piaccio?” Chiese, timidamente.

 

“Come potresti? Ogni giorno che passa sei sempre più bella.” La guardò negli occhi. “Dimmi, non mi lascerai mai più?”

 

“No, non lo farò più. Non mi allontanerò mai più da te. Questa, d’ora in poi, sarà la nostra casa.”

 

“Allora, andiamo ad inaugurarla.” La prese in braccio e la portò dentro. Niente e nessuno li avrebbe mai separati, ora ne erano sicuri.

 

Anche se questa storia è finita, la loro è appena cominciata ma, non appena si sono chiuse quelle porte,  noi non abbiamo più poteri. D’ora in poi, tutto ciò che accadrà sarà solo vostro e, chissà, che non sarebbe successo sul serio. Ma ora, è giusto lasciarli alla loro vita e voi, che avete seguito questa storia, porterete qualcosa nel cuore. Magari un semplice sorriso, magari uno di loro.

 

Fine.

 

Sapete, mi viene quasi da piangere. Non avrei mai creduto che sarei riuscita a mettere la parola ‘fine’ a questa storia. E’ cominciata per caso, come comincia ogni mio racconto. Pensavo che sarebbe rimasto chiuso dentro di me, invece è uscito fuori. Ed ora, mi sembra giusto fare i miei ringraziamenti. Vorrei dedicare questa fic, in particolar modo, a due persone speciali: Itsuki86 e Kaori28. Perché, essendo loro amica (dal vero, logicamente!^^), mi hanno sempre sopportata e, soprattutto, mi hanno sempre spronata ad andare avanti. Che vi voglio bene, lo sapete già, però non smetterò mai di dirlo! Inoltre, vorrei ringraziare tutti quelli che hanno recensito e, per questo vi cito ognuno di loro: JulyAneko, Moon, Dolcemaia, Persephone, Lella, Eldariel, Lili, Sindar, Keira, kia.linus87, Mandy, frodina178, OrlieLove, Valentina, _Kiria_, Luthien, diandraflu, _Kristel_ (anche la mia influenza…la causa di tutto!^^). Se qualcuno ha letto ma non ha mai recensito, pazienza! Non ho mica il dono dell’ubiquità!^^ Se, quando pubblicherò il capitolo, avrà recensito qualcun altro che non ho citato…beh, scusatemi! Ringrazio Orlando Bloom, Elijah Wood e chiunque altro attore del quale ho usato il nome: un enorme EXCUSE ME per avervi fatto fare delle cose strampalate!^^ Esigenze di copione. E ora, visto che ho annoiato tutti, vi saluto perché, finalmente, ho finito di scrivere. Arrivederci e…alla prossima storia! Bacini Shi*

  
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