Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: Tanit    12/05/2012    2 recensioni
Ambientata subito dopo i fatti del primo OAV. I troopers hanno liberato Seiji da Shikaisen e si apprestano a tornare in giappone dopo la battaglia appena affrontata. Il genere è Yaoi e il pairing è tra i miei due amatissimi Seiji e Touma ^^ E' la mia prima fanfiction sui troopers spero che vi piaccia.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota di Autrice: Ciao a tutte le fan e grazie mille per avere letto la mia fanfiction :-) Premetto che il tema di questo capitolo è un po' "forte" perchè tratta di una violenza subita ( lo so, sono cattivissima con i personaggi che amo ç__ç non so perchè mi piaccia tanto farli soffrire, poverini ç___ç ) Spero che la cosa non vi dia fastidio; in ogni caso nulla di troppo descrittivo; sono sadica, ma non maniaca :-P Baci.


Il treno correva veloce sulle rotaie e Seiji avrebbe voluto che bruciasse in un soffio la strada che lo separava dalla sua destinazione. Seduto in un posto accanto al finestrino, il samurai guardava distrattamente il panorama scorrergli davanti agli occhi. Si era assentato da casa all’alba, lasciando un biglietto ai suoi con la scusa che sarebbe andato un paio di giorni da un amico per questioni di studio. Ovviamente al suo ritorno avrebbe dovuto pagare le conseguenze di questa ennesima e improvvisa fuga: di sicuro i genitori gli avrebbero fatto un sacco di storie, per non parlare di sua sorella Yayoi, che l’avrebbe riempito di domande scomode alle quali sarebbe stato impossibile rispondere in maniera veritiera. Tsk … oltre che debole e piagnone, anche bugiardo; decisamente non era un buon elemento! In ogni caso non poteva agire altrimenti: era suo dovere proteggere le persone che amava, anche se questo comportava il fatto di dovergli mentire. Ripensò tristemente a Touma; chissà se aveva ascoltato il suo messaggio e cosa ne pensava. Korin sapeva benissimo che nell’ultimo periodo era stato piuttosto freddo e distaccato con il samurai dell’etere, ma davvero non sapeva come affrontarlo. Se avesse potuto ascoltare soltanto il suo cuore, di certo in quel momento sarebbe stato tra le sue braccia, ma non lo trovava onesto da parte sua: prima di coinvolgere Touma in una relazione che poteva fare male ad entrambi, era suo dovere fare chiarezza dentro di sé. L’amore che provava per Touma era troppo puro e troppo forte per poterlo sporcare con i suoi dubbi, le sue incertezze e le sue paure. Era necessario elaborare il proprio passato per potere sperare in un futuro migliore. Davanti ai suoi occhi il paesaggio cambiò e con grande gioia, il ragazzo si trovò ad ammirare il mare. Finalmente dopo un lunghissimo viaggio, fatto di svariati cambi treno, piccoli intoppi e svariate pasticche contro il mal di testa, poteva dirsi arrivato: presto sarebbe sceso alla stazione di Hagi.  Aveva attraversato praticamente tutto il paese per raggiungere quel luogo e si era sentito praticamente morire quando il convoglio aveva fatto tappa vicino alla stazione di Osaka: la città di Touma. Sapere il samurai dell’etere così maledettamente vicino a lui e non poterlo raggiungere era stato difficile da tollerare, anche per una persona controllata come lui. Ci era mancato poco che non si lanciasse fuori dal treno in corsa per andarlo ad abbracciare.
Dall’altoparlante, una voce segnalò ai passeggeri che in pochi minuti sarebbero giunti a destinazione.
Seiji si alzò composto dal suo sedile, prese la valigia che aveva precedentemente riposto nel portabagagli e barcollando si mise in fila per l’uscita. Al solito il treno, come tutti quelli che aveva avuto modo di visitare, era molto affollato, ma una volta fermo, la massa di gente in attesa per la discesa si smaltì in fretta e il ragazzo riuscì in breve tempo a raggiungere la passerella del binario sul quale era arrivato. Appena mise i piedi a terra, Seiji si sentì decisamente bene: l’aria del sud era decisamente più calda rispetto a quella del Sendai e forse per il fatto che si trovava in territorio neutro, la sentì anche meno pesante. Il ragazzo si avviò con la borsa in mano verso le scale che davano al sottopassaggio. Aveva una gran voglia di sgranchirsi le gambe, dato che aveva viaggiato per molte ore; i treni in giappone erano puntuali e veloci, ma la distanza tra la sua città e quella dell’amico Shin era decisamente troppa per poterlo considerare un viaggio breve. Camminando nella galleria sotterranea, circondato da pendolari dall’aria distratta che camminavano frettolosamente, il ragazzo notò un telefono pubblico e improvvisamente gli venne una gran voglia di sentire la voce di Touma. Con il cuore in gola si avvicinò al telefono e inserì le poche monete spicce che aveva in tasca, nell’apposito spazio; sarebbero bastati per scambiare qualche parola?  Si maledisse per non avere a portata di mano nemmeno una scheda telefonica, ma dopotutto cos’aveva di tanto urgente da raccontare a Tenku? Era già tanto se dopo il suo comportamento degli ultimi giorni Touma non gli sbattesse la cornetta in faccia. Era veramente terrorizzato all’idea di affrontarlo, anche perché nonostante sapesse bene che stava facendo la cosa più giusta a prendere tempo fintanto che non si fosse chiarito le idee, allo stesso tempo temeva che Touma lo mandasse definitivamente a quel paese. A giusta ragione, peraltro … Con la mano tremante compose il numero del compagno rimanendo in attesa e in pochi istanti raggiunse il suo orecchio il tipico suono che indicava la linea libera. Seiji sentiva la sua ansia crescere ad ogni tuuu-tuuu dell’apparecchio e nella sua mente presero forma diversi pensieri negativi, mentre la voce maligna della sua coscienza iniziò a tormentarlo:
*Magari non è neanche tornato; sarà con un altro … anzi, magari ci avrà pure passato la notte insieme * A quel pensiero Seiji sentì lo stomaco contorcersi in una morsa di dolore * no, no, no … Touma non lo farebbe mai * Ma la vocina dentro di lui rise crudelmente * … e perché mai non dovrebbe farlo? Sei stato tu a tenerlo lontano in queste settimane. Cosa credi? Di avercelo solo tu? * Korin deglutì * … Eddai Touma … ti prego rispondi! Ti prego, ti prego, ti pre … * Finalmente qualcuno dall’altro capo della linea rispose, interrompendo i lugubri pensieri del samurai della luce.
 
 

  • Pronto? -  Era lui … era Touma! Korin rimase per un attimo in silenzio, sentendosi la gola secca.
  • Pronto? Chi parla? – Ripetè Touma spazientito.
  • Touma … sono io! – Riuscì a dire infine Seiji
  • Seiji! – Esclamò Tenku con apprensione – Dove diavolo sei? Tu vuoi farmi morire! –
  • Devo vedere una persona … starò via un paio di giorni – Rispose esitante il samurai - … Dov’eri ieri sera? –
  • Potrei farti la stessa domanda, sai? –
  • Stupidaggini … sai benissimo che ero al dojo dei miei … -
  • Guarda che al mondo non ci sei solo tu ad avere impegni … - Ribattè Tenku esasperato. Era assolutamente intollerabile che fosse lui a doversi giustificare per una serata trascorsa fuori casa, quando il signorino “faccio-tutto-io” non si faceva trovare da giorni! – Se proprio vuoi saperlo, ero uscito con un amico! –

Seiji credette che il cuore gli si fermasse nel petto. Rimase senza parole, con la cornetta del telefono in mano, incapace di proferire parola.
 

  • Seiji … ci sei ancora? –
  • Si … - Rispose il biondo facendo leva su tutta la sua forza di spirito per rimanere calmo – Bene … spero proprio che tu ti sia divertito allora! –

Touma non fece in tempo a replicare che sentì l’altro sbattergli letteralmente il telefono in faccia. Il samurai dell’etere avrebbe voluto prendersi a pugni; ma che gli era preso? Perché non aveva detto a Seiji che l’amico di cui stava parlando era Ryo? Ora di sicuro Korin lo odiava! Accidenti alla sua boccaccia! Il fatto era che siccome Seiji l’aveva fatto innervosire, si era voluto vendicare ferendolo … e a quanto pare ci era riuscito fin troppo bene! Chissà cosa gli aveva messo in testa adesso! Il moro sospirò, passandosi la mano tra i capelli. Se soltanto avesse saputo dove Seiji si trovasse, lo avrebbe raggiunto di corsa! Ora invece gli rimaneva soltanto di attendere che l’altro si rifacesse vivo. Comunque … con chi cavolo doveva parlare Seiji?!? La faccenda si faceva sempre più preoccupante! Lui avrebbe voluto proteggerlo da tutto e da tutti, ma come poteva farlo se l’altro non gliene lasciava la possibilità? Seiji aveva tutte le ragioni a dire che lui era testardo e talvolta irragionevole, ma pure Korin quando ci si metteva, non scherzava affatto!
 
Seiji riattaccò la conversazione con rabbia. Accidenti a Touma … * Stupido! Stupido! Stupido! * Pensò sentendosi un nodo in gola e gli occhi umidi; era disonorevole e vergognoso anche solo pensarlo: ma avrebbe pagato qualunque cifra per potere scoppiare a piangere liberamente, senza sentirsi per questo uno sciocco o una femminuccia. Alla fine Touma lo aveva abbandonato e non poteva del tutto biasimarlo per questo! Se l’era voluto e di sicuro Tenku meritava qualcuno che fosse molto meglio di lui! Sorrise amaramente soffocando un singhiozzo … le cose non avrebbero potuto andare peggio di così.
 
 

  • Seiji! – Lo chiamò una voce limpida alla sue spalle.

 
Il ragazzo si voltò, trovandosi davanti proprio la persona per cui aveva fatto tutta quella strada.
 
 

  • Shin! – Esclamò Korin con un tuffo al cuore – Grazie per essere venuto –
  • Grazie a te per avermi raggiunto fin qui! – Disse l’altro sorridendogli – Era il minimo che ti venissi a prendere in stazione –

Suiko osservò Seiji con attenzione: aveva un’aria decisamente trafelata e di sicuro non soltanto per il viaggio. Poteva avvertire chiaramente lo stato di agitazione in cui versava l’animo del suo amico, sembrava quasi che avesse appena litigato con qualcuno.
 

  • Sembri stanco, dammi la valigia – Continuò il rosso facendogli strada verso l’uscita della stazione
  • Non ti preoccupare è tutto a posto – Rispose Seiji sorridendo.
  • Davvero? – Ribattè l’altro in tono pacato, posandogli una mano sul braccio – Al telefono mi sembravi abbastanza sconvolto … -

Seiji si fermò un attimo e reclinò il capo verso il basso, distogliendo lo sguardo dall’amico.
 
 

  • Si … per la verità hai ragione – Affermò – Ti spiegherò strada facendo –

 
Suiko annuì in silenzio ed entrambi ripresero il loro cammino.
 
Hagi era veramente una graziosa cittadina e una volta riposti i bagagli a casa di Shin, il quale non aveva assolutamente permesso a Seiji di pernottare in un albergo, i due ragazzi spesero il resto della giornata a visitarla in lungo e in largo. Passeggiare in quei luoghi antichi e pieni di storia, dalla incomparabile bellezza che avevano visto la nascita di molti samurai, era davvero emozionante. Le eleganti residenze di quegli antichi guerrieri, i templi e i numerosi santuari, evocavano un’atmosfera di assoluta tranquillità. Seiji colse anche l’occasione per acquistare un piccolo dono per la sorella Yayoi: un piccolo monile di ceramica, dato che la città di Shin era famosa proprio per quel tipo di artigianato. Chissà che con quel pensiero gentile, non avesse distolto la sorella dal fargli domande scomode riguardo al suo inaspettato viaggio.
I due amici tornarono a casa di Suiko solo con le ultime luci del tramonto e dopo essersi rinfrescati, si misero a tavola. Cenarono in compagnia della madre di Shin che si rivelò essere una donna minuta, dall’aspetto fragile, ma dallo sguardo dolce e dagli occhi limpidi come il figlio. La sorella del samurai del torrente era fuori città col fidanzato e non sarebbe tornata prima di qualche giorno; a Seiji avrebbe fatto piacere conoscere anche lei, dato che solo Shu fino a quel momento aveva avuto quel piacere ma pazienza … ci sarebbe stato tempo e modo per farlo in un’altra occasione.
Dopo cena, Seiji e Shin, uscirono nel vasto giardino antistante la casa dei Mouri e Korin si sorprese nel constatare quanto fosse grande la proprietà dell’amico per essere abitata da soltanto tre persone … che presto sarebbero diventate due peraltro, dato che a breve la sorella di Shin si sarebbe sposata col compagno.
 

  • E’ tutto molto bello qui – Disse Seiji guardandosi attorno con ammirazione – Questo parco è qualcosa di sublime –
  • Ah ah … è tutto grazie a mia madre; anche se a causa della salute non dovrebbe, passa gran parte del suo tempo a curare le sue piante – Replicò Suiko con fare allegro - … vieni, c’è anche un laghetto con i pesci –

In cielo ormai le luci della sera erano scomparse e avevano lasciato il posto a un limpido cielo stellato. Seiji non potè fare a meno di pensare a Touma. Aveva sbagliato a sbattergli giù il telefono a quel modo non era da lui agire in maniera tanto impulsiva, ma venire a sapere che l’amico si era visto con chissà chi, l’aveva fatto fremere di gelosia. Sapeva benissimo che Touma lo amava e che non avrebbe mai fatto nulla per ferirlo e ora a mente lucida, si rendeva conto di essersi comportato male nei suoi confronti. Aveva aggiunto a tutto il resto, anche un altro motivo per dovere essere perdonato … ultimamente non ne faceva davvero una giusta!
 

  • Mi fa piacere che tu sia venuto a trovarmi – Disse improvvisamente Shin – In genere è Shu che mi trovo sempre tra i piedi nel week end ah ah ah –
  • Ma figurati – Rispose Korin – Anzi … grazie a te per avermi invitato; spero di non essere di disturbo! –
  • La vuoi smettere di essere sempre così formale? – Lo rimproverò l’altro - … la casa è grande, inoltre mi hai fatto veramente preoccupare al telefono … cosa ti succede? –

Seiji chinò il capo e continuò a camminare a testa china, non sapendo proprio da dove inziare … aveva nel cuore un tale groviglio di emozioni, che era difficile scegliere cosa lo preoccupasse di più: se l’ingarbugliato rapporto con Tenku, la faccenda delle armature o la terribile esperienza della prigionia.
 

  • Hai litigato con Touma, per caso? – Gli chiese Shin guardandolo con aria indagatrice.
  • I … io … Diciamo di si – Rispose Korin arrossendo lievemente

Shin sorrise silenziosamente e si fermò sul posto, guardandolo con un velo di malizia
 

  • Siete diventati molto intimi ultimamente, non è così? Non che non lo siate sempre stati, però credo che qualcosa si sia in un certo senso … evoluto, o mi sbaglio? –

Il samurai della luce avvampò. Era davvero così evidente il sentimento che provava per Tenku? O forse era Shin ad essere particolarmente ricettivo per quanto riguardava i rapporti umani. Probabilmente entrambe le cose … doveva ammettere che non aveva mai conosciuto nessuno che fosse empatico quanto Shin. Lui riusciva sempre a cogliere e ad analizzare ciò che gli altri avevano nel loro animo: era una sua dote innata. Korin però non era certo che questo fosse propriamente un vantaggio per il samurai del torrente. Tante … troppe volte egli aveva sofferto in silenzio per non pesare sul gruppo, preoccupandosi più del benessere dei suoi Nakama, piuttosto che di se stesso e Seiji l’aveva sempre ammirato per questo.
 

  • Ecco … noi ... – Balbettò Korin nervosamente, sobbalzando poi quando l’amico gli posò una mano sulla spalla con aria rassicurante.
  • Seiji … va tutto bene. Non serve che tu nasconda i tuoi sentimenti. Non con me … non coi noi – Disse Shin guardandolo negli occhi con una dolcezza infinita nello sguardo.

Il biondo lo guardò ridacchiando nervosamente
 

  • Non ti si può proprio nascondere nulla, eh? – Sospirò con aria rassegnata.

-    … comunque che è successo? Perché avete litigato? – Incalzò Shin
 

  • Non è che abbiamo propriamente litigato … la colpa è mia: diciamo che è un brutto periodo –
  • Questo mi era abbastanza chiaro – Annuì Shin

I due ripresero il cammino ed arrivarono a un bel laghetto, circondato da meravigliosi alberi di ciliegio e Korin non potè fare a meno di pensare allo spettacolo che potevano offrire al momento della fioritura. Tutto era molto curato, anche la deliziosa panchina di pietra antistante allo specchio d’acqua che era attorniata da aiuole fiorite.
- Adesso mi vuoi dire qual è il problema? – Iniziò Shin lanciando un sasso nell’acqua e facendolo rimbalzare. Il ragazzo sapeva quanto l’amico fosse riservato e non voleva essere invadente, però sentiva che Korin aveva bisogno in qualche modo di buttare fuori la pena che aveva nel cuore. di qualunque cosa si trattasse.
Seiji sospirò e si mise al suo fianco, nascondendo le mani in tasca.
 

  • Nell’ultimo periodo ho pensato e ripensato a molte cose – Rispose in tono calmo – Non dirmi che anche tu non hai mai nutrito dubbi sulla vera natura delle nostre armature … esse sono state generate per combattere e uccidere ma nonostante questo, noi continuiamo a servirci di loro … -
  • Se lo facciamo è soltanto per un fine benefico … - Protestò Shin - Nessuno di noi vorrebbe combattere, ma è necessario farlo per proteggere il nostro mondo dalle forze del male –

Seiji sorrise tristemente
 

  • Già … difendere il mondo dal male con la violenza … e non ti sembra un controsenso? –

Suiko rimase in silenzio per qualche attimo, non sapendo davvero cosa ribattere. Tutti loro erano stati attraversati da quel genere di dubbio ma nessuno aveva davvero avuto il coraggio di affrontarlo seriamente … forse perché faceva troppo male ammettere di potere essere degli strumenti nelle mani di qualcosa più grande di loro.
 

  • E’ vero … sembra un controsenso, ma che altro potevamo fare se non combattere? La vita delle persone che amavamo era in pericolo ed eravamo soltanto noi gli unici a potere fare qualcosa di concreto … forse le armature non sono del tutto votate al bene, ma ci sono state utili! –
  • Noi e le armature ci siamo usati a vicenda … è questo quello che vuoi dire? – Chiese Korin osservando l’amico con attenzione.
  • Beh … se vuoi metterla su questo piano … si –

Seiji sospirò.
 

  • Sai cosa mi ha fatto più male, mentre ero prigioniero di Shikaisen? – Disse in un sussurro - … il fatto che voi tutti siate stati costretti a tornare a combattere per causa mia; il fatto che potevo essere la causa della vostra morte e tutto per colpa della mia debolezza –
  • Seiji … che dici? – Mormorò Suiko mettendogli una mano sulla spalla – Tu non sei affatto debole … sei stato ingannato e preso di sorpresa; sarebbe potuto succedere a chiunque di noi! Non devi fartene una colpa! –
  • Me la faccio eccome invece – Esclamò l’altro distogliendo lo sguardo e stringendo i pugni – Non sai quanto mi odio … per essere caduto nella trappola del nemico, per avere messo a rischio la vostra vita, per non essere stato abbastanza forte da impedire che l’armatura della luce venisse usata per uccidere degli innocenti! … -
  • Seiji … - Ripetè Shin scosso. Vedere l’amico tanto disperato gli faceva male; anche perché non sapeva veramente cosa fare o cosa dire per poterlo consolare e sentirsi così impotente lo gettava in uno stato di profonda frustrazione.

Korin intanto, era un fiume in piena … si era tenuto tutto dentro per troppo tempo e ora che finalmente aveva qualcuno con cui sfogarsi, parlare di tutto ciò che gli passava per la mente, gli sembrava la medicina migliore per il suo animo ferito.
 

  • Shin … con voi ho passato dei momenti meravigliosi, siete troppo importanti per me e non voglio assolutamente perdervi per colpa di una stupida lotta di cui nemmeno capiamo il motivo! –  Il samurai del torrente lo abbracciò e Seiji lo lasciò fare; aveva bisogno del suo supporto e anche solo la presenza di Shin in qualche modo riusciva a rassicurarlo. Non aveva bisogno che l’amico gli dicesse nulla di che, bastava che fosse li con lui, ad ascoltarlo. – … Ma nonostante questo ho il terrore di incontrarvi di nuovo tutti assieme – continuò il biondo - ho paura che questo possa sfociare in una nuova battaglia … in una nuova assurda guerra. Ho il terrore di trovarmi di nuovo imprigionato e di sentirmi senza speranza … pieno di dolore e di paura e … - Seiji

emise un singhiozzo e la sua testa bionda si nascose sul petto dell’amico, che prese ad accarezzarlo dolcemente.
 

  • Lo vedi … sono un vigliacco – Disse Korin tremante – Non faccio altro che piagnucolare come una femminuccia –

Sta tranquillo Seiji, sei solo sconvolto da quanto ti è successo … sei stato imprigionato per parecchio tempo è logico che tu ti senta ancora male; ci vuole tempo … - Il samurai del torrente ricordò i terribili momenti nelle mani di Arago, quando erano stati incatenati nei sotterranei del castello. In quell’occasione era stato proprio Korin il supporto suo e di Shu nel momento del dolore e della tortura … nonostante tutto quello che avevano passato, il samurai non aveva mai vacillato, mostrando una forza d’animo fuori dal comune. Cos’era cambiato quella volta? Cosa aveva fatto realmente perdere all’amico la sua determinazione? Forse aveva veramente perso la fiducia nelle armature e nella lotta contro il male? …e dopotutto … non aveva forse tutte le ragioni di averlo fatto? Quelle armature erano state per tutti loro solo fonte di dolore e di sofferenza! Era un fatto oggettivo e innegabile! Shin era turbato: come poteva supportare il suo nakama? Come poteva dire a Seiji che si stava sbagliando e che tutto quello che era successo loro era legittimo? Non poteva! La virtù di Suiko era quella della fiducia, ma come poteva trasmetterla a Seiji, se nemmeno lui era più certo che la loro lotta fosse veramente giusta?
 

  • Inoltre … c’e anche un’altra cosa … - Disse il samurai della luce, con angoscia – Io … non avrei voluto parlarne con nessuno, ma se non lo faccio muoio … -

Seiji si sentiva in colpa: sapeva bene che vomitare addosso a Shin tutta la sua ansia e la sua sofferenza, non avrebbe di certo fatto bene all’amico, che tendeva ad interiorizzare tutti i loro problemi, facendoli suoi. Però ormai il dado era tratto e non si poteva tornare indietro. Nemmeno lo stesso Shin glielo avrebbe permesso. Korin sarebbe stato sincero con lui fino in fondo, almeno questo glielo doveva.
 

  • Vai avanti … - Gli disse Shin stringendolo un po’ di più a sé.
  • E’ una cosa che è successa quando mi hanno imprigionato – Continuò Seiji incerto - … Dio, non so nemmeno se si tratta di un ricordo o di un incubo generato da quel maledetto … - Il ragazzo fece una pausa, quasi dovesse riprendere fiato, poi riprese a parlare – Ero in una stanza buia, immobile, vedevo tutto sfuocato e i suoni mi giungevano ovattati … poi ho sentito che mi stavano legando le mani … ho visto diverse figure davanti a me, i soldati di Shikaisen immagino, che ridevano tra loro … - Seiji si staccò dall’abbraccio di Shin e si strofinò il viso con una mano; i suoi occhi erano rossi e lucidi; il viso pallido - … All’improvviso uno di essi mi si è avvicinato, tanto che potevo sentire il suo fiato sul mio viso e ha iniziato a toccarmi … - Seiji fremette e nascose il viso tra le mani, mentre Shin si sentì gelare, temendo che il resto del racconto nascondesse un segreto davvero troppo pesante per potere essere sopportato, anche da una persona forte come Seiji. – … Ad un certo punto mi ha detto * siamo in dieci qui … se ti violentassimo tutti e dieci, che faresti? * - Shin impallidì e arrancò fino alla panchina, sentendo l’improvviso bisogno di sedersi. I suoi occhi verdi erano fissi sull’amico con un’espressione incredula.
  • Dimmi che non è successo … ti prego, dimmi che non è successo quello che credo – Disse sgomento.

Sempre senza guardarlo, Seiji riprese il suo doloroso racconto.
 

  • Ti giuro che in quel momento mi sono sentito morire. Avrei voluto scomparire per sempre dalla faccia della terra … gli chiesi perché volessero farmi una cosa tanto orribile … che cosa gli avessi fatto – Gemette il ragazzo – Lui mi rispose semplicemente che ero un nemico … che meritavo tutto quello e che se avessi tentato di fuggire, lo avrebbero fatto veramente … -

Shin si sbottonò la camicia attorno al collo, come se si sentisse strangolare … non poteva essere vero … non poteva essere capitato DAVVERO a Seiji.
 

  • Li ho sentiti discutere tra loro … sembrava che litigassero per qualcosa, ma io ero troppo stordito per ascoltare quello che dicevano. Poi mi tre di loro mi hanno afferrato e mi hanno trascinato in una stanza … hanno iniziato a strapparmi i vestiti … a toccarmi e poi … e poi … - Seiji a quel punto non riuscì più a controllarsi e iniziò a singhiozzare sommessamente. Suiko, si alzò da dove era seduto e lo prese tra le braccia stringendolo forte. Shin non sapeva che dire … non sapeva cosa pensare … avrebbe soltanto voluto che Seiji non avesse dovuto sopportare tutto quello schifo … tutto quel dolore e tutta quella disperazione.
  • Ti prego Shin perdonami … perdonami … - Singhiozzò il biondo tremando tra le braccia dell’amico.
  • … e di cosa dovrei mai perdonarti? – Disse Suiko cullandolo leggermente – Tu non devi scusarti di nulla, hai capito?

Seiji si sentiva incredibilmente ingiusto a scaricare tutta la sua disperazione su Shin. Sapeva benissimo quanto l’amico potesse essere rimasto toccato dal suo racconto  e non voleva che egli stesse male per causa sua.
- Avevo sempre immaginato che la prima volta fosse con Touma e invece … - Sussurrò serrando gli occhi  – … Invece mi sono ritrovato gettato su un pavimento gelato, con addosso uno che ero troppo stordito e sconvolto anche per ricordarmi la faccia che aveva, mentre gli altri due mi tenevano fermo … non che avessi avuto modo di reagire visto quella specie di torpore in cui mi teneva il potere di Shikaisen. Rivedo tutto annebbiato, come in sogno; ma è stato vero … Dio se è stato vero – Continuò il ragazzo - … Ricordo ancora il suo corpo premuto su di me, il suo fiato sul collo … le sue parole crudeli, le risate degli altri. Poi, quando ha … finito …sono svenuto e non ho idea di cosa possa essere accaduto. Quando mi sono svegliato ero legato nel luogo dove mi avete trovato e sono iniziati gli incubi indotti da Yagyu perché facessi loro prendere il controllo della mia armatura e …Shin … -
Seiji sollevò il capo e per la prima volta da quando aveva iniziato il suo racconto, incontrò lo sguardo dell’amico.
 

  • … non credo che vi ringrazierò mai abbastanza, per avermi tirato fuori da quell’inferno –

Suiko annuì senza dire una parola; era troppo sconvolto per potere replicare alcunché e a dire il vero non c’era poi molto da aggiungere. Riusciva soltanto a chiedersi come poteva essere possibile arrecare a una persona come Seiji tanto dolore. Ora, nonostante non riuscisse ad accettarlo, tutto gli risultava più chiaro … la soffernza di Seiji, la sua confusione, l’incrinatura della sua forza d’animo. Sarebbe stato impossibile per chiunque superare tanto facilmente un’esperienza simile. E tutto per cosa? Perché una maledetto pazzo voleva ottenere il controllo delle loro armature.
Già … le armature. Alla fine si tornava sempre allo stesso punto: era come un cane che si rincorreva la coda. Seiji aveva perfettamente ragione ad avere perso fiducia nella loro crociata contro l’impero degli youja: la colpa di tutto era sempre e solo di quelle maledette armature!
Improvvisamente, nell’aria si sollevò una rigida brezza ed entrambi i ragazzi furono attraversati da un brivido di freddo.
 

  • Inizia a fare fresco … - Disse Shin all’amico – Rientriamo –

Korin annuì silenziosamente e insieme si avviarono verso l’interno della villa.
 
Una volta nel soggiorno, Shin notò con sollievo che sua madre si era già ritirata nella sua camera. Meglio così: non avrebbe saputo mascherare di certo la sua espressione turbata e anche il povero Seiji non era da meno. Suiko non ricordava di averlo mai visto tanto sconvolto in nessun’altra occasione. Il samurai del torrente preparò un tè bollente sia per se che per l’amico; aveva decisamente bisogno di qualcosa di caldo per scongelare un po’ il freddo che sentiva dentro l’anima! Portarono le tazze nella camera degli ospiti, in cui Seiji avrebbe passato la notte e si sedettero sul letto. Shin osservò con un velo di tristezza Korin bere la bevanda calda rannicchiato in un angolo con la schiena contro il muro e le gambe raccolte; gli faceva una tenerezza infinita vedere proprio lui tanto indebolito e  vulnerabile.
 

  • Va un po’ meglio? – Gli chiese quieto
  • Si, grazie – Annuì il biondo – Grazie per … per ESSERCI. Pensavo che avrei dimenticato, che avrei superato questa cosa da solo … - Continuò con un’aria quasi colpevole - … mi sento uno sciocco egoista! Con tutti i problemi che abbiamo … ci mancano solo i miei piagnistei per … per … una cosa così –
  • Stai scherzando spero? Mi sembra di sentire parlare Ryo! – Protestò Shin – Quello che ti è successo non è certo una sciocchezza … anzi è … è … - Non trovava nemmeno le parole per definirlo; Shin non avrebbe saputo dire come avrebbe reagito al suo posto! – Comunque … ora mi è tutto molto più chiaro, hai fatto bene a parlarmene! Non potevi continuare a tenerti tutto dentro, qualsiasi persona normale impazzirebbe! –

Seiji finì in un sorso il te e posò la tazza sul comodino.
 

  • Mi dispiace di averti assillato con i miei problemi –
  • La vuoi smettere di dispiacerti? – Sbottò Shin – Siamo o non siamo amici? Poi Seiji … se vuoi la mia opinione, credo che dovresti parlarne anche con Touma –

Korin guardò l’amico come se fosse improvvisamente impazzito.
 

  • Stai scherzando? – Esclamò irrigidendosi – No … no … non glielo posso dire; Touma non dovrà mai sapere nulla di tutto questo! Non avrei mai più il coraggio di guardarlo in faccia! –
  • Se lo ami veramente, devi fidarti di lui … ed essere sincero con lui –
  • Io mi fido di lui – Replicò l’altro stringendosi su se stesso - … ho soltanto paura che poi non mi guardi più con gli stessi occhi. Che possa giudicarmi in qualche modo … macchiato  –

Shin gli posò una mano su un ginocchio, osservandolo con intensità
 

  • Questo non devi nemmeno pensarlo! Tu sei sempre il Seiji di prima e Touma ti ama, lo capirebbe anche un cieco! –
  • Non so se sono più la persona di prima! – Ribattè Korin sommessamente - … e non soltanto per quello che … quello che mi hanno fatto; ma anche perché temo di non credere più in tutto quello per cui abbiamo combattuto –

Shin lo osservò in silenzio; cosa poteva dire? Non poteva certo biasimare l’amico dopo tutto quello che aveva passato.
 

  • Shin … il mio cuore è offuscato dalla paura e dall’incertezza. Devo prima capire delle cose di me stesso; devo capire il senso del nostro gruppo, il mio ruolo nella nostra battaglia e soprattutto … - la sua voce si incrinò – Devo capire il perché di tanta violenza –

Suiko annuì. Avrebbe voluto dire a Seiji che in realtà anche lui aveva gli stessi dubbi e perplessità riguardo le armature e la lotta in cui erano invischiati loro malgrado, ma non gli sembrava il caso di gettare benzina sul fuoco. Seiji aveva già abbastanza dolore e sofferenza da elaborare, senza che lui incrementasse il suo disagio caricandolo anche del proprio. Capiva bene lo sgomento e la confusione dell’altro. Avevano passato gran parte della loro vita ad essere addestrati e a ragionare come samurai prima e a combattere come tali in seguito; il tutto tramite l’ausilio delle armature, che avrebbero dovuto essere un qualcosa di totalmente positivo. Ora tutte le loro convinzioni stavano venendo meno … stava venendo meno il senso della loro lotta, la loro identità di gruppo, la loro stessa natura di samurai. Se hai passato la vita a credere di essere qualcosa, nel momento in cui quel qualcosa non esiste più … allora che diavolo sei? Cosa rimane di te?
Shin non lo sapeva, non sapeva più niente. Era certo solo di una cosa: che nessuno di loro meritava di soffrire a quel modo; tantomento Seiji … e forse conosceva qualcuno che meglio di lui sarebbe riuscito a tirarlo su di morale.
 

  • Touma ti manca, non è vero? – Gli chiese improvvisamente

Korin si girò verso l’amico; gli occhi lucidi, il volto tirato …
 

  • Da morire … - Rispose con voce tremante.
  • Allora vai da lui … - Concluse Shin – Il vostro rapporto è più importante di qualsiasi altra cosa! –

Il samurai della luce non replicò, ma dalla sua espressione combattuta, Shin capì che nonostante il suo disagio, non sarebbe riuscito a rimanere ancora per molto lontano da Tenku. Quando tutte le luci si spengono, l’unica verità a cui aggrapparsi rimane quella dell’amore.
 
… e indubbiamente quei due si amavano immensamente.
 
Altrove, Touma era seduto alla sua scrivania, cercando invano di pensare a qualcos’altro che non fosse Seiji. Aveva provato a distrarsi facendo qualche ricerca al computer, ma non c’era verso di togliersi dalla mente Korin e l’assurda telefonata del giorno appena trascorso. Spesso Seiji gli diceva che avrebbe dovuto tagliarsi la lingua prima di parlare e aveva ragione! Certe uscite poteva anche risparmiarsele! Possibile che dovesse sempre ferire le persone che amava? … e dire che nemmeno lo faceva apposta! Gli veniva proprio spontaneo; che razza di dote gli era toccata! Tra i rimorsi e i ripensamenti, sprofondò nel sonno quasi senza accorgersene. Quando si svegliò, si ritrovò ancora davanti al computer acceso e con la schiena a pezzi. Aveva dormito chissà per quante ore rannicchiato sulla seggiola e ora non c’era un distretto del suo organismo che non gli facesse male. Intontito si rialzò, stirandosi con cautela. Che razza di ora poteva mai essere? Gli sembrava di avere dormito un secolo! Con riluttanza si trascinò in cucina e guardando l’orologio sopra al tavolo, notò con sorpresa che erano già le tre del pomeriggio!
 

  • Accidenti a me … - Si disse, accorgendosi di avere anche un certo appetito.

Aprì il frigorifero alla ricerca di qualcosa di commestibile e vide con gioia gli avanzi del padre della sera prima; una scaldata e via … il pasto era pronto! Certo, non erano i pranzetti di Shin, ma si sarebbe accontentato.
Divorò tutto in fretta poi si concesse un bel bagno caldo; il tempo fuori era buono e ne avrebbe volentieri approfittato per farsi una bella camminata e magari leggere un buon libro seduto da qualche parte in una zona con un po’ di verde. Tornare al grigiore della città dopo essersi abituato a vivere nella casa di Nasty, completamente immersa nella natura, era decisamente un po’ triste da accettare. Inoltre se presto avrebbero aperto le scuole, non ci sarebbe stato molto tempo per le scampagnate; senza contare che un po’ di aria fresca gli avrebbe probabilmente schiarito le idee e svuotato da mente dal pensiero costante di Korin. Con calma si preparò, indossando abiti comodi: un paio di jeans e una maglietta chiara. Non aveva mai prestato molta attenzione al suo abbigliamento, al contrario di Seiji, che era sempre così accurato in tutto ciò che faceva … Tsk! Seiji! Ecco che ricominciava a ripensare a lui … ormai quel ragazzo era il suo chiodo fisso; non che non lo fosse stato quasi dal primo momento che lo aveva visto, ormai un paio di anni prima. Prese dalla sua stanza un piccolo zainetto, abbastanza grande da contenere un libro di biochimica che aveva trafugato dallo studio del padre e fece per incamminarsi verso la porta, quando il campanello dell’ingresso suonò, sorprendendolo non poco.
 -  Ah … ma allora in questi giorni sono decisamente ricercato! – Disse indispettito. Suo padre e sua madre non erano di certo; Ryo ormai era partito col padre, quindi di sicuro doveva essere per forza qualche scocciatore. Senza nemmeno rispondere al citofono spalancò la porta e con sua grande sorpresa si trovò davanti due occhi violetti che lo guardavano intensamente da sotto una cascata di capelli biondi.
 

  • Seiji! – Esclamò a bocca aperta.
  • Posso entrare? – Chiese l’altro con una nota di emozione nella voce

Il samurai dell’etere annuì, scostandosi dall’uscio per permettergli di passare e una volta chiusa la porta alle sue spalle, rimase a fissarlo incredulo, quasi credesse di avere le allucinazioni. Pensò che fosse carino invitarlo a sedere e offrirgli qualcosa, dopotutto Seiji era sempre stato molto ricercato nelle maniere e non voleva fare la solita figura del cafone, ma non fece in tempo a proferire parola che Korin gli si gettò letteralmente tra le braccia, catturando le sue labbra in un bacio. Tenku, sebbene al colmo della sorpresa, fu ben felice di ricambiare lo slancio di affetto dell’altro e lo baciò con passione, affondando le sue mani tra le chiome bionde di Seiji. In un attimo tutte le sue inquietudini sparirono magicamente: esistevano solo lui e la meravigliosa creatura a cui era avviluppato.
 

  • Mi mancavi troppo – Gli sussurrò Seiji in un orecchio – Non ce la facevo più a starti lontano –
  • Seiji … l’altro giorno, ero uscito con Ryo … non esiste nessun altro per me, ci sei solo tu … solo tu … io … -
  • Sttt … lo so! – Replicò Korin posandogli un dito sulla bocca – Non sono più arrabbiato –

Touma emise un sospiro di sollievo
 

  • Credevo che non mi avresti rivolto più la parola … non avevi mai reagito così –
  • Ah ah … è che ero geloso … credevo ti fossi stancato di me – Replicò il biondo rattristandosi e arrossendo leggermente. Aveva sempre un certo pudore nell’esprimere i propri sentimenti, soprattutto se questi avevano a che fare con Touma.
  • Sciocco … come potrei mai fare a meno di te? A dire il vero io pensavo la stessa cosa! -
  • Hai ragione, nell’ultimo periodo sono stato davvero incostante – Ammise Seiji – Mi devi scusare, è che sono ancora troppo confuso … ho talmente tante paranoie in testa che a volte non ci sono per me stesso, figuriamoci per gli altri! – Ridacchiò nervosamente.
  • Questo ha qualcosa a che vedere con noi due o con quello di cui mi hai parlato … quella notte? – Gli chiese Touma con aria estremamente seria.

Seiji gli prese il volto tra le mani, osservandolo intensamente
 

  • Guardami … io ti amo, ti amo, hai capito? E’ l’unica certezza che ho in questo momento. Non devi pensare MAI  che io abbia qualche dubbio su me e te -
  • Va bene – Disse Tenku un po’ più sollevato - ... posso sapere chi dovevi vedere con tanta urgenza? –

Korin sospirò
 

  • Sono stato da Shin – Rispose con riluttanza – Avevo bisogno di confrontarmi con lui –
  • Ah … con Shin ti puoi confidare e con me no? – Ribattè l’altro visibilmente risentito – Posso capire che lui sia più comprensivo e predisposto all’ascolto, ma dopotutto sono io la persona che dici di amare, o no? –
  • Gli ho detto niente di più e niente di meno rispetto a quello di cui ti ho già parlato la sera che siamo stati assieme. Volevo sapere anche il suo pensiero a riguardo. – Si giustificò Korin
  • … e dunque? –
  • Niente … ha cercato di rassicurarmi sulla bontà delle armature, ma non ti nascondo che mi è sembrato alquanto turbato. Credo che anche lui nutra i miei stessi dubbi, o almeno in parte … -
  • Umh … come tutti noi del resto – Ribattè Touma – Dopotutto interrogarsi su ciò che si fa è … saggio – Il samurai dell’etere sorrise e prendendo il compagno per un braccio, lo condusse fino al soggiorno.
  • Vieni, avrai sete! –

Seiji si lasciò guidare; aveva sete si … ma di lui. Si sedettero sul divano, abbracciandosi stretti; quelle poche settimane trascorse l’uno lontano dall’altro erano state una tortura per entrambi e ora dovevano recuperare, in termini di baci e carezze. Nel leggero e amabile tocco di Touma, Korin era certo di potere scordare un giorno, tutto il male che gli era stato fatto. Secondo Shin avrebbe dovuto dire al compagno ciò che era accaduto, ma lui non poteva … era certo che se l’avesse fatto, avrebbe rovinato tutta l’atmosfera magica che veniva a crearsi tra loro in quegli istanti magici in cui si scambiavano il loro amore. Inoltre lui voleva solo dimenticare … dimenticare tutto quanto, come se non fosse mai realmente successo; illudersi che si fosse trattato soltanto di un orribile incubo.  Forse un giorno, quando la ferita avesse smesso di sanguinare e fosse stato in grado di rielaborare il tutto con un più sano distacco, avrebbe potuto parlargliene … ma ora era troppo presto. Troppo presto! Ricacciò nel profondo del suo animo tutte le immagini terribili che piano piano gli riaffiorarono alla mente, mentre la mano di Touma si intrufolava sotto la sua camicia  per accarezzargli con delicatezza i pettorali. Forse, se fosse stato suo … suo totalmente, tutto il dolore che provava sarebbe scomparso come neve al sole. Non poteva permettere che le azioni aberranti di quei maledetti rovinassero anche la sua vita intima, oltre che la sua coscienza di guerriero. Il ragazzo si abbandonò all’altro, ricambiando le sue attenzioni, baciandolo e toccandolo con desiderio. Sapeva soltanto una cosa: che non voleva perderlo per nessuna ragione al mondo … e in quel momento non contava nient’altro; né le armature, né la lotta contro le forze del male. Nulla che non fossero loro due. Baciò Touma sul collo, sentendolo imprecare garbatamente mentre armeggiava con la cintura del jeans … era sempre così tenero e buffo; così totalmente autentico in tutto il suo essere che era impossibile non fidarsi di lui.
Improvvisamente, mentre erano dediti a quell’attività così intima, sentirono una chiave girare nella serratura della porta e una voce squillante di donna gridare:
 

  • Touma-kuuuunnnnn, sorpresa sorpresaaaaaaaaaaaaa –

Entrambi i ragazzi balzarono in piedi, ricomponendosi alla bell’e meglio, giusto in tempo per non essere colti in fragrante dalla madre di Tenku, che inaspettatamente era tornata in anticipo dal suo viaggio di lavoro.
 

  • Mamma! Che ci fai qui??? – Esclamò Touma rosso in volto come un peperone.
  • Mi hanno anticipato il volo di ritorno e così eccomi qui! – Disse la donna con entusiasmo – Non sei contento? … oh, ma c’e anche il tuo amico Date-Kun! Ciao!!! –
  • Hem … buonasera signora – La salutò Seiji sorridendo cordialmente.
  • Bene ragazzi, allora stasera andremo tutti e tre a cena assieme, va bene? – Cinguettò con entusiasmo l’altra – Lasciatemi solo il tempo di sistemarmi! Date-kun … verrai, non è vero? Non accetterò un no come risposta! –
  • Ce … certo, grazie mille – Replicò Seiji con un lieve inchino.
  • Bene, bene! – Concluse la donna sparendo oltre la porta, lasciando i bagagli nel corridoio.
  • Ma i tuoi non erano separati? – Chiese Seiji a Touma, guardandolo con stupore.
  • Si … ma mia madre viene e va quando le pare … lei è fatta così e a mio padre non dispiace, in fondo sono rimasti in buoni rapporti! –
  • Capisco – Replicò il biondo sorridendo - … mi sa che dovremo rimandare il nostro … discorso –
  • Ah ah … non credere che mi sfuggirai ancora per molto; non penserai che ti lasci tornare a casa questa sera – Ridacchiò Touma dandogli un buffetto su una guancia – Mi sa però che finchè ci sarà lei … saremo costretti a dormire separati … uff … mio padre non si sarebbe accorto nemmeno della tua presenza, ma mia madre è abbastanza impicciona -
  • Non temere, sapremo aspettare – Concluse Korin sfiorandogli le labbra con un bacio.

Chissà … forse l’arrivo della madre di Touma era stato in un qualche modo provvidenziale; forse era meglio non bruciare troppo le tappe.
Dopotutto erano insieme … contava solo questo.
Improvvisamente il telefono di casa squillò, interrompendo la loro conversazione.
 

  • Touma-kuuuuuuuuuunnnnnnn vai tuuuuuuuuuuu – Gridò la madre di Tenku dal bagno.
  • Ok, ok vado! – Disse il ragazzo a voce alta, mentre Seiji ridacchiava. Era incredibile quanto fossero rumorosi quei due! In casa sua invece avevano tutti un atteggiamento così posato! In ogni caso quella loro genuinità gli piaceva: la trovava in un qualche modo divertente e autentica.

Touma nel frattempo sollevò la cornetta con aria corrucciata
 

  • Pronto! – Disse in fretta
  • Pronto … Touma, sei tu? … sono Shin! –
  • Eh?! Ciao!!! – Rispose Tenku sorpreso
  • Seiji è lì con te? – Chiese Suiko senza tanti preamboli
  • Si, si certo … è qui! –

Dall’apparecchio, Touma sentì Shin sospirare sollevato.
 

  • Bene … - Disse – Volevo solo avvertirti di una cosa … -
  • S..si? – Domandò il samurai dell’etere sempre più confuso
  • Guarda che se lo farai soffrire in qualche modo, dovrai vedertela con me! …- Esclamò il rosso in tono intransigente - Quindi quando ti salterà in mente di dire una delle tue solite sparate, conta fino a cento, ok? –
  • Emh … ma … ma … Shin –
  • Touma … Seiji ti ama. Cerca di stargli vicino, ok? – Disse Shin con fermezza - … … ha bisogno di te, mi raccomando –
  • Certo che gli starò vicino … non chiedo di meglio che stargli accanto! – Rispose Tenku.

Dalla cornetta provenne l’allegra voce di Shu che lo salutò da lontano.
 

  • Shu ti saluta – Disse Shin - … è appena arrivato per il week end! Ora ti lascio ma mi raccomando, ricordati bene quello che ti ho detto! Seiji sta attraversando un periodo molto difficile e solo tu puoi aiutarlo per davvero! –
  • Cercherò di farlo – Confermò il moro sospirando, congedandosi da Suiko.

Tornò nel soggiorno, dove Seiji lo aspettava guardando il telegiornale alla televisione.
 

  • Tutto bene? – Gli chiese il biondo sorridendo
  • Si … nulla di importante – Replicò inquieto Tenku.

Se prima era in pensiero per Seiji, ora si sentiva ancora più preoccupato. La telefonata di Shin gli aveva fatto capire che la situazione era piuttosto seria, altrimenti l’amico non l’avrebbe chiamato facendogli quelle raccomandazioni. Korin era sempre stato per loro un punto fermo; in genere era lui a sostenere i suoi nakama e non il contrario. Quella nuova situazione lo faceva sentire inadeguato e impotente. Si sedette accanto al biondo e gli sfiorò una mano con la sua, sperando ardentemente che almeno la sua vicinanza gli avrebbe arrecato un po’ di conforto.
Fuori dall’appartamento, il sole iniziava a volgere al tramonto e le prime stelle della sera li videro l’uno accanto all’altro, intenti a scambiarsi un fugace bacio d’amore. 



 

  
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