Lui con lei, e qualche canarino di troppo!

“Hermione”
Una voce mi riscuote: da quanto tempo sono qui?
E’ Harry, ovviamente. Mi stupisco ancora di quanto questo ragazzo sia cresciuto: è molto più attento e perspicace rispetto a qualche anno fa.
Vedo che guarda un punto sopra la mia testa, ammirato.
Alzo gli occhi. Canarini. Quando li ho evocati?
Colgo l’occasione.
“Oh, ciao, Harry.. mi stavo esercitando.”
Lo osservo, nonostante tutto non ha eliminato il suo lato timido e impacciato:
“Si… sono.. ehm.. proprio venuti bene..”
Guardo negli occhi il mio migliore amico. Lo capisco. Ormai con un’occhiata capisco cosa sta pensando.
E’ indeciso, sta sperando che io non abbia visto nulla.
Speranza vana, occhi e cuore hanno visto e soprattutto il secondo ne sta pagando le conseguenze.
Mi fa tenerezza, decido di togliergli ogni dubbio.
“A quanto pare Ron si sta godendo i festeggiamenti.”
Mi stupisco, non è la mia voce. E’ acuta, tesa.
“Ehm.. davvero?”
Ora mi sta indisponendo, so che non pensa davvero quello che dice, ma così non mi aiuta.
“Non far finta di non averlo visto” Ribatto. Forse sono stata un po’ troppo dura.
Continuo addolcendo il tono.
“Non si stava praticamente nascondendo, no..”
Nascondendo, nascondendo, nascond…
La mia mente si è bloccata ancora prima che gli occhi vedano.
Un’ implorazione. Non qui ti prego, non ora, non un altro colpo.
Inutile, come tutto questa sera. Entra lui, e, con mio sommo orrore, lei lo segue.
“Oh.” Dice lui, non è mai stato bravo a formulare frasi di senso compiuto.
“Oops!” Dice lei, se l’è trovata giusta: due cime.
Esce subito, forse qualcosa l’ha capito anche lei.
L’aria nella stanza è carica di tensione.
Lo fisso, e in quei secondi solo una domanda nella mente:
Perché? Perché mi hai fatto questo? Perché è da giorni che mi tratti male?
E’ lui che parla per primo, con Harry:
“Ciao, Harry! Mi stavo chiedendo dove eri finito!”
Certo Ronald, mi hai ferita è vero, ma non prendermi ulteriormente in giro. Ti prego.
Ma con questa sua frase palesemente falsa è riuscito a farmi smuovere.
E ora un nuovo sentimento sostituisce la tristezza e l’incredulità.
Rabbia. Furia cieca.
Mi alzo. Decisa. Calma. Glaciale.
“Non dovresti lasciare Lavanda fuori ad aspettarti.”
Lavanda, il mio cervello ha finalmente dato un nome, smesso di appellarla semplicemente “lei”.
E’ reale ormai, non posso più girarci intorno. No.
“Si chiederà che fine hai fatto.” Infierisco.
Ma non mi basta.
Voglio fargli provare almeno una piccola parte del dolore che sto provando io in questo momento.
Mentre mi dirigo verso la porta lo vedo scambiarsi uno sguardo sollevato con Harry.
Un’altra ondata di rabbia mi spinge ad alzare la bacchetta.
No, Ronald Weasley. Non pensare nemmeno un secondo di potertela cavare così.
La mia bravura con gli incantesimi non si limita a trasfigurare qualche animale o a produrre un getto d’acqua.
“Oppugno!”
Vedo Harry guardarmi spaventato. Ci parlerò più tardi.
Ora devo solo uscire. Non guardo neanche Ron che cerca di tenere lontano i canarini.
Non lo sento mentre mi urla qualcosa.
Ancora una volta ho solo bisogno di aria.
Ma Hermione Granger non è infallibile. Non è indistruttibile. Nemmeno insensibile.
Un singhiozzo scappa dalle mie labbra appena prima che la porta sbatta.
E lacrime bollenti cominciano a farsi spazio nei miei occhi subito dopo.

NOTES:

Si, sono tornata con questo seguito.. Non so, mi frulla nella testa l'idea di continuare il sesto libro dal punto di vista di Hermione per quanto riguarda la sua storia con Ron... Ma è solo un'idea!
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo! Speriamo che appreziate anche questo!
Ringrazio anche il solito Pad, che mi sostiene sempre! :)
A presto,
Ila