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Autore: Victoria McKagan    06/07/2012    1 recensioni
Il biondo non accennava a smettere, e il suo pianto diventava sempre più forte e lamentoso di secondo in secondo.
Sembra uno gnu che gnua... gnua... si dice gnua? ...Già, ma che verso fa lo gnu?
Il suo migliore amico era sull'orlo dell'esaurimento nervoso, sciolto in lacrime fra le sue braccia, e lui stava a pensare agli gnu. Si diede nuovamente dell'imbecille.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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...No, non sono morta, anche se ogni indizio poteva portare a pensarlo. Finalmente ho ripreso questa storiella che, per il bene di tutti, cercherò di concludere entro la fine dell'estate.
Ringrazio di cuore tutti coloro che, ere geologiche fa, recensirono il quarto capitolo. Eccovi il quinto!
(Non fatevi imbrogliare dal titolo, non si parla assolutamente delle funny jokes di Duff).
Buona lettura e perdonatemi per l'incresciosa attesa.
Vick.
-



5. No Joke.
 




 
Ore 10:30 p.m.
 
 
Il motore strombazzava.
Izzy sbadigliava.
Slash russava.
Axl si imbronciava.
Duff pensava.
Amira dormiva.
E Steven puzzava.
 
Da quando erano partiti non avevano ancora mai fatto una fermata, e man mano che il serbatoio della benzina si svuotava, quello della loro pipì cominciava ad essere pieno fino all'orlo.
Stavano seguendo una superstrada che portava non si sapeva bene dove, semplicemente proseguivano senza sosta e senza meta, finché non trovarono una stazione di servizio. Una pompa di benzina rugginosa e ovviamente self service, con accanto una vecchia utilitaria parcheggiata, faceva da entrata ad un triste e scuro locale, con dietro al bancone una triste e scura donnina che versava nella tazza dell'unico cliente (probabilmente il proprietario dell'utilitaria) del triste e scuro caffè.
 
-Accosta accosta!
 
Izzy parcheggiò sul retro. -Ragazzi, scendete voi, io mi faccio una dormita.
Slash, che non si era accorto di niente, rimase beato e russante a far compagnia ad Izzy, assieme ad Amira, che Duff stette attento a non svegliare, poggiandola delicatamente sui sedili.
Lui, Axl e Steven entrarono nel bar. Alla donnina quasi venne un colpo nel vedere quei tre loschi figuri presentarsi davanti al bancone.
-Ditemi...
-Voglio un caffè, e anche bello forte, non quella brodaglia. - Disse indicando la tazza dell'uomo seduto poco più in là, e dopo essersi raschiato la gola sputò per terra.
-Io voglio un dolcetto! Voglio un dolcetto!
Duff era abituato a trovarsi in situazioni simili. E adesso, come al solito, toccava a lui riportare un po' più in alto l'immagine degradante che gli altri avevano dato di loro stessi.
-Li scusi, signora, sono molto stanchi e stanno poco bene... Gentilmente, c'è un telefono da qualche parte, qui dentro? Avrei bisogno di fare una chiamata urgente.
La signora, ancora spaurita, non aprì bocca, e si limitò ad indicare una porticina a lato del bancone.
-Grazie.
Il biondo vi sparì dentro. C'era un'altra porta, che si apriva su delle scale. Duff le salì, e si ritrovò in una specie di sgabuzzino, con un telefono malconcio appeso al muro.
Alzò la cornetta e digitò il numero.
Tu Tu Tu
-Pronto?
-Hey, Morgan... Sono Duff.
-Ciao Michael! ...Hai superato la crisi di stamane?
Silenzio.
-A dire la verità, ci sono caduto dentro... Senti, puoi farmi un favore?
-Certo.
-Se vedi... Mandy... Cioè, se mi cerca e passa di lì... Digli che me ne sono andato per un po', e che non possiamo vederci.
Ancora silenzio.
-Michael, sei sicuro di quello che stai facendo? Sei convinto che sia la cosa giusta?
...
-...Sì. Sì Morgan, lo è.
-Beh, ragazzo, sei sei felice così a me non può far altro che piacere. Ma quella povera ragazza... chiamala, chiamala tu. Sarebbe meglio...
-No. Non ce la faccio, almeno non ancora. Per favore, dammi una mano. Diglielo.
-Ok amico.
-Grazie mille Morgan. Ti sono debitore!
-Allora stammi bene! E fatti sentire qualche volta, ragazzaccio!
 
Riappese la cornetta. Si voltò per tornarsene dai ragazzi, ma il cuore gli perse un battito quando si ritrovò, in quella penombra, faccia a faccia con Axl.
-Oh cazzo, vuoi farmi crepare?!
-No man, quello è il tuo lavoro. - Gli rispose con un'ironia che il biondo non apprezzò.
-Dai, andiamo.
-No, non andiamo. Parliamo.
-Ti si fredderà il caffè...
-Non dire stronzate McKagan, non è il momento.
Duff ammutolì. Poteva, mentre lo scrutava, distinguere gli occhi chiari e turbati del frontman, difficilmente confondibili con quelli di qualcun altro, che lo facevano sembrare in quel momento il più alto fra i due, sovrastando di gran lunga il bassista, se non fisicamente almeno mentalmente. Si sentiva oppresso, schiacciato dalla presenza di Axl.
-Ora, tralasciando per un istante che stiamo mandando a puttane tutto, per te.
Quelle parole lo colpirono come uno schiaffo in pieno volto.
-...Parliamo di Mandy. Amanda.
Secondo schiaffo.
-Dove sono finiti i tuoi buoni propositi, eh?! Ed il tuo "grande amore"?! Tutte stronzate, come al solito! Che cazzo ti ha fatto per illuderla in questo modo? Avevi davvero così bisogno di scoparti un'altra e infilarti nella merda per poterti sentire soddisfatto? Ok farle le corna, quello posso capirlo benissimo, ma perché con lei?! Conoscevi meglio di chiunque altro la sua situazione, l'hai sempre conosciuta. Eppure ti sei voluto rovinare la vita con le tue mani, non pensando che così facendo stavi rovinando anche la nostra, e peggio ancora, quella di una donna innamorata di te, alla quale hai mentito spudoratamente. E adesso non hai nemmeno il coraggio di affrontarla per telefono! Bravo McKagan!
Lo aveva lasciato parlare troppo a lungo, troppi schiaffi lo avevano colpito, troppo affondo era arrivata la lama del coltello di Axl.
Lo afferrò per la canotta nera, lo sbatté al muro e lo fissò in quelle iridi incandescenti.
Ultimamente gli veniva bene di sbattere la gente al muro...
Verde scuro contro verde chiaro. Ma nel suo verde scuro non c'era furia. C'era disperazione, consapevolezza, rabbia repressa. Aprì bocca per parlare ma non gli uscì un suono. Allora Axl cambiò atteggiamento.
-Senti, se ci stai ripensando, possiamo sempre tornare indietro... Un modo lo troviamo, riportiamo la ragazza al legittimo proprietario, e poi ripartiamo da dove eravamo rimasti, a costo di passare tutta la fottuta vita sotto la protezione di una scorta che ci guardi il culo anche mentre andiamo al cesso.
 ...
-Axl...
-Che c'è?
-...Perché non capisci?
Sembrava uno zombie.
- Perché, Axl? Stai... Stai parlando di lei come fosse un pacco. Non puoi essere così ottuso, Axl. Com'è possibile che tu non riesca a vederla?
La sua posizione e la sua espressione non erano cambiate, e le parole gli sgorgavano dalle labbra sotto forma di rantolo monocorde, che riusciva perfino a far barcollare la sicurezza di Axl Rose.
-Come fai... Come fai a non accorgerti della creatura meravigliosa che è? Basta che tu la guardi negli occhi. Lei parla, con gli occhi. Lei ride con gli occhi. E quel sorriso... Potrei morire felice vedendola sorridere. Quando mi parla, quando mi dice che mi ama... So che lei mi dice la verità, lo vedo. E lei sa che è quel che faccio anch'io. Non ci sono bugie fra di noi, non c'è mai bisogno di nascondersi niente. Io con lei mi sento pulito. Mi sento bene, capisci? Bene. Non ho bisogno di bere fino a mandarmi in coma il fegato quando sono insieme a lei, e non ho bisogno di fingere di essere un cazzuto bassista che suona in una cazzuta rock band di Los Angeles. E lei... Oh, lei non ha bisogno di dimostrarmi quanto è bella dentro, lo capisco da... da come si muove, come parla, quello che dice e che fa... il modo in cui abbassa gli occhi quando si sente in colpa, o quello in cui chiede scusa, o quello in cui si incazza,o quello in cui si chiude in camera da sola quando si sente male. Ogni giorno che passo con lei, so di essere migliorato un po' di più. Ma allo stesso modo, so di star facendo del male a Mandy. Se l'avessi lasciata, cosa le avrei detto? Che mi sarei inventato? Le voglio troppo bene per sbatterle un vaffanculo in faccia senza una cazzo di motivazione. Quindi non credere che io non stia male. Sto male, sto malissimo perché ho dovuto ferire l'unica donna alla quale abbia mai voluto veramente bene, e perché per tutto il tempo ho dovuto dividere con un uomo della più vile razza l'unica donna che abbia mai amato. E adesso che gliel'ho portata via, non tornerò mai indietro, a costo di farmi ammazzare. Hai capito, Rose?
 
Lasciò andare il cantante paralizzato, colpito da quello che Duff gli aveva appena detto. Non era mai stato così esplicito e così aperto con lui. Nessuno lo era mai stato. E adesso aveva capito. Una volta che il bassista si fu staccato da lui, vide che non erano più soli, forse anche da un bel po'. sulla porta erano comparsi uno Slash e un Izzy parecchio assonnati, e anche Amira, che se ne stava con le braccia conserte appoggiata per metà a quest'ultimo. Le si fermò proprio davanti, le cinse le spalle, e lei in risposta gli fece una carezza di incoraggiamento sulla guancia e gli baciò rapidamente il petto, punto più alto di lui dove poteva arrivare senza doversi arrampicare.
-Non c'è modo di stare da soli in questo cazzo di posto..
Dopodiché si avviarono giù, seguiti a ruota dal resto della ciurma, per andare a vedere se la cameriera fosse caduta in balia dei folleggiamenti di Steven.
 
 
 
 
-
 
Accidenti, che situazione... Bah, beviamoci su.
Slash aveva, prima con ammicchi sensuali e poi con minacce e intimidazioni, convinto la donnina, ancora viva dopo la loro invasione, a cedergli la bottiglia di Jack che teneva dietro al bancone, e se l'era già trangugiata tutta. Decise, con quella poca lucidità rimastagli, di provare a conquistare anche la vodka.
Axl aveva protestato per il caffè freddo e "acquitrinoso", Steven aveva finito tutte le ciambelline glassate, Izzy si stava fumando una sigaretta nella penombra alla porta sul retro, mentre Amira era andata in bagno a darsi una sciacquata seguita da Duff, stando ben attenta a non farsi vedere dalla cameriera, che non avrebbe potuto sopportare oltre quei cinque animali, figurarsi trovarsi davanti anche una signorina mezza nuda.
 
-Credo sia il caso di trovarti dei vestiti, prima che Slash ti dichiari suo patrimonio individuale... Ho visto come ti guarda, sai.
-E tu lascialo guardare. ...Poi cos'è questo patrimonio individuale? Hai una laurea in economia nascosta nella custodia del basso?
-Sono un economista nato, io. Te l'ho detto, ho amministrato una famiglia di dieci persone tutto da solo quando ero piccolo!
-Oh, sì, certo.
Il bassista incrociò le braccia al petto e mise su un broncio contorto che di tenero non aveva niente, sembrava più una zucca di Halloween. Non poté non strapparle un bacio.
Amira si staccò da lui. Con gli occhi abbassati sulle mattonelle, si poteva notare bene il suo tormento.
-Hey, rilassati.
-Rilassati? Come diamine dovrei fare a rilassarmi, spiegamelo! - Sbottò.
Non seppe come risponderle.
-Senti, io sono convinto che tutto finirà bene.
-Ho messo nei casini una band.
-A dire la verità è stato Slash, ha fatto tutto lui...
-Andiamo, sai cosa intendo.
-Sì, lo so, volevo sdrammatizzare un po'. Ma poi, perché "hai"? Abbiamo, se mai! Non puoi sempre prenderti tutti i meriti! - Le fece il solletico. Lei lo allontanò un attimo, tornando seria.
-Quelle cose che hai detto prima… Beh, è stato bello.
-Che cosa è stato bello?
-Sentirtele dire.
-Come se fosse la prima volta.- Si baciarono di nuovo, con più trasporto, più a lungo e con tanto amore... Quando Izzy piombò in bagno.
-RAGAZ... Oh... Scusate, ma è una situazione di emergenza. E non è il caso di mettersi a sfornare bassistini proprio adesso. Dicevo... Ci sono visite fuori.
-Che vuol dire visite fuori?!
-Ci sono gli amici del nostro inseguitore che sentivano la nostra mancanza. Ora capisci cosa voglio dire?!
-Oh porco di un cane..
Usciti dal bagno trovarono Steven in agitazione, Slash in condizioni deplorevoli spaparanzato su uno sgabello, e Axl in preda a una crisi di nervi.
-Oh cazzo cazzo cazzo, oh santo cazzo. Calma, respira, calma. CALMA UN CAZZO!!!
Duff sparì per un momento, per poi tornare con una giacca brutta e malconcia e un paio di jeans larghi, che porse ad Amira.
-Magari non ti far vedere dalla cameriera, sarebbero suoi. Axl, vieni qua.
Axl gli si avvicinò di corsa.
-Ascoltami, quell'uomo ha le chiavi della sua auto accanto a lui, sul bancone, le vedi? Ecco, prendile.
Axl, senza troppi problemi, passò accanto all'uomo intento a bere, gli sfilò le chiavi da sotto il naso e andò a caricarsi Slash in spalla.
-Hooo tante noci di cocco splendideee!
-Slash, falla finita!
Izzy si accorse che la cameriera aveva visto tutto, il furto di chiavi e di vestiti, ma era rimasta troppo sconvolta per muovere anche solo un dito. Meglio così.
-Steven, dammi una mano, muoviti!
Il batterista prese Slash per l'altro braccio, aiutando a trasportarlo fuori, Amira si infilò la giacca, Izzy prese le chiavi da Axl e Duff spinse tutti fuori.
Uscirono dalla porta anteriore proprio mentre quattro brutti tipi entravano da quella sul retro, dopo aver controllato (e devastato) quella che doveva essere la macchina delle loro prede.
L'utilitaria era già aperta: Axl e Steven, con Slash a carico ed Amira, si buttarono sui sedili posteriori, Izzy al volante e Duff al posto del passeggero.
-Metti in moto, metti in moto! …AAAAH!
Un brutto ceffo era a due metri da loro, e stava tirando fuori da sotto la giacca quella che sembrava un'arma da fuoco, ma erano riusciti a sgommare via prima che il malfattore potesse inquadrarli e premere il grilletto verso la testa del povero Izzy. Il colpo, partito ugualmente, colpì per fortuna il paraurti posteriore.
Si ritrovarono di nuovo a sfrecciare sulla superstrada. Per colpa del terrore che li aveva attanagliati, nessuno di loro riuscì ad aprire bocca finché non ebbero percorso almeno una ventina di chilometri.
 
-Ragazzi... Io... Io credo di essermela fatta addosso.
-Oh no, Steven! Che schifo, cazzo!
Il senso di disgusto generale nei confronti delle perdite del batterista li risvegliò tutt'ad un tratto.
-Porca puttana! - Esclamò Axl. Tutti gli prestarono attenzione, interrogativi.
-Gli strumenti!
...
E dopo, fu il Panico.
 
Una sequela di bestemmie, ingiurie, improperi di ogni genere si levò dai ragazzi, aumentando di intensità quando realizzarono che assieme alla strumentazione, nel pick-up avevano anche i soldi, carte di credito comprese.
-Presto, chiama Niven e fa' bloccare le carte di credito!
-E con cosa lo chiamo, imbecille?! Il telefono era alla stazione di servizio che abbiamo appena abbandonato di corsa, non credo proprio ce ne siano altre nelle vicinanze, e nel caso ci fossero, non penso neanche di volermici fermare!
 
  
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