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Autore: silgree    06/02/2007    15 recensioni
Capita spesso, alla stazione del treno, di fare incontri casuali, inaspettati, sperati. Alcuni di questi procurano gioia, altri dolore, altri ancora fanno riemergere emozioni, vicende ormai dimenticate che portano con sé il dolore che li aveva accompagnati, intenso e pungente come lo era quel giorno di tanti anni fa. E se il destino ti facesse rincontrare una persona amata che ti ha fatto soffrire, come ti comporteresti? Prenderesti come modello gli errori adolescenziali per non ripetere di nuovo gli stessi sbagli o troveresti dentro di te la forza di amare… amare ancora? Questo dovete chiederlo a Sakura, la protagonista di questo racconto…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Li Shaoran, Nuovo personaggio, Sakura Kinomoto, Un pò tutti
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Non tutto il male viene per nuocere

“Piccola” premessa: Ciao a tutti!!!!!!!!! Questa è la seconda fanfiction che scrivo… infatti, forse, alcuni di voi hanno letto la mia primissima ff (“ccs e la forza che regola il mondo”). Dato che sono in argomento, colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che hanno commentato l’ultimo capitolo della mia precedente ff : Zoa, Evanescene88, Anto chan, LizDreamer, Sakura hime, non so come chiamarmi…

Questa è un AU, Sakura e Sharoan hanno circa 22anni, e si sono conosciuti alle superiori, dove sono accadute cose che hanno avuto una notevole ripercussione sulla loro vita, soprattutto su quella di Sakura, che per tutta la ff sarà influenzata da un ricordo in particolare… è una storia di intrighi amorosi, batticuori quotidiani, gelosie, ambientata in parte in ambito universitario… non ci sono riferimenti alle carte di Clow o alla magia (volevo scrivere qlcs di + quotidiano e reale)…

QQQuesta ff è in parte autobiografica (ma solo una piccola parte) perché, come “scrittrice”, ritengo che sia più facile e verosimile raccontare vicende ed emozioni vissute ed anche perché volevo scrivere una storia d’amore e ho preso spunto dalla mia… mai iniziata e mai finita…

Spero che la leggeranno in molti e mi farebbe molto piacere se lasciaste un commentino, tanto per farmi sapere se la storia vi piace ed è il caso di continuarla, perché non so se il genere che ho in mente possa essere interessante e abbia senso… (-_-;

Auguro a tutti buona lettura!!! baci. By silgree89

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Non tutto il male viene per nuocere

Dedico questa fanfiction a una persona molto importante, con la speranza che un giorno possa capire quanto l’ho amata.

 

 

 

Capita spesso, alla stazione del treno, di fare incontri casuali, inaspettati, sperati. Alcuni di questi procurano gioia, altri dolore, altri ancora fanno riemergere emozioni, vicende ormai dimenticate che portano con sé il dolore che li aveva accompagnati, intenso e pungente come lo era quel giorno di tanti anni fa. E se il destino ti facesse rincontrare una persona amata che ti ha fatto soffrire, come ti comporteresti? Prenderesti come modello gli errori adolescenziali per non ripetere di nuovo gli stessi sbagli o troveresti dentro di te la forza di amare… amare ancora? Questo dovete chiederlo a Sakura, la protagonista di questo racconto…

 

“La contrazione del miocardio insorge spontaneamente in particolari cardiociti modificati, detti cellule pace-maker, indicati come miocardio specifico… AHHHHHHH!!! Non riuscirò mai a ricordarmelo!!!!!”

Così una ragazza di ventidue anni ripassava alla stazione del treno l’esame che avrebbe avuto di lì a qualche ora. Gli occhi verdi fissavano le fitte pagine di un manuale, intenti a carpire qualsiasi tipo d’informazione potesse essere di importanza vitale. Il vento le scompigliava i capelli castani, lunghi fin sopra alle spalle, la bocca rosea era coperta da una sciarpa e le mani gelide reggevano con ipertensione un grande libro intitolato “Principi di medicina interna”. Riaprì di nuovo il manuale e incominciò a sfogliare le pagine con ansia maniacale, morbosa. Indugiò un poco su pag. 243 e infine richiuse il manuale con un leggero botto.

 

“Adesso basta! Ormai quel che è fatto è fatto… in fondo è un esame come tanti altri che ho superato brillantemente –pensò la ragazza- però… però è uno degli esami più difficili del mio corso e… e se non dovessi farcela?”

Così stava per aprire di nuovo il medesimo libro, quando le sembrò che i suoi occhi, prima di soffermarsi sul manuale, avessero visto qualcosa a cui non voleva e non poteva credere! Per la prima volta nella mattinata, il pensiero dell’esame fu messo da parte, dissipato da qualcosa di ancora più preoccupante e incombente. Abbandonò frettolosamente il libro nella tracolla che aveva sulla spalla destra e guardò meglio nella direzione dove un ragazzo alto, magro, con capelli e occhi castani, stava apparentemente aspettando il treno.

 

“E’ proprio lui!” pensò la ragazza colta dallo stupore. E inspiegabilmente il suo cuore cominciò ad accelerare il battito e le sembrava che fosse troppo caldo per essere in inverno…

Come doveva comportarsi? La cosa più educata da fare sarebbe stato salutarlo… quella più giusta, per il suo orgoglio e per il suo cuore, fare finta di niente. Chissà se si ricordava ancora di lei, pensò la ragazza. Erano passati tre anni dall’ultima volta che l’aveva visto, tre anni da quando aveva terminato il liceo che avevano frequentato insieme.

Non si erano più sentiti, né un messaggio e, tanto meno, una telefonata non se l’erano mai scambiata. Però, nonostante l’avesse fatta soffrire, restava pur sempre un suo compagno di scuola, anche se lei l’aveva amato pur non essendo ricambiata… o almeno era quello che pensava lei…

Dopo tre anni era sicura di averlo dimenticato, che non le importasse più niente di lui. E invece quella vista inaspettata aveva fatto riemergere in lei tutti i rancori adolescenziali.

Tuttavia decise che andarlo a salutare gli avrebbe fatto in ogni modo piacere e poi questa sarebbe stata un’ottima occasione per verificare quanto era maturata negli anni. Per dimostrare a se stessa che LUI non faceva più parte della sua vita, il suo cuore non batteva più per lui… non le importava più niente di lui!

Fece alcuni passi finché non fu alle spalle del ragazzo. Respirò profondamente.

 

“Ciao Sharoan! Ti ricordi di me?” disse la ragazza con voce cordiale e un sorriso raggiante.

Il ragazzo si girò sorpreso: certo che si ricordava di lei, ma non poteva immaginare che in tre anni fosse cambiata così tanto… che fosse diventata così carina!

 

“Certo, Sakura! Come stai?” disse lui sorridendole. Sakura rimase un po’ disorientata da tutta quella cordialità e dal magnifico sorriso di lui. Forse, in una parte remota del suo cuore, avrebbe preferito che il ragazzo la trattasse con indifferenza? Ma conoscendolo, si aspettava un saluto del genere.

 

“Bene grazie –rispose in modo formale la ragazza- sono solo un po’ in ansia perché oggi ho un esame, ma… per il resto è tutto a posto”. Era proprio sicura che fosse SOLO l’esame a metterla in ansia? Tuttavia si compiacque del tono sicuro e imperturbabile con cui le erano uscite le parole di bocca. Adesso con Sharoan non balbettava più come una ragazzina!

Poi aggiunse, non sapendo cosa altro dire: “Ma tu come mai sei qui? Non ti ho mai visto da queste parti…o meglio non ti ho più visto dalla cena di classe”. Si maledì subito per aver tirato fuori quell’argomento. Se solo lui avesse saputo quanto dolore le aveva provocato!

 

“Si, in effetti –ammise Sharoan- ho frequentato l’università a Hong Kong, ma poi mi sono definitivamente trasferito qui e d’ora in poi continuerò l’università a Tokyo.”

 

“Ah! –disse Sakura sorpresa- che università…?”

Ma non finì la frase perché il fischio assordante del treno coprì le sue parole.

 

“Adesso devo salutarti perché è arrivato il mio treno” dissero entrambi contemporaneamente.

 

Sakura e Sharoan si guardarono negli occhi.

“Non dirmi che anche tu devi andare a Tokyo!” disse Sharoan sorpreso. Sakura annuì turbata.

 

I due salirono sul treno e, dopo aver lottato per trovare due posti liberi, si misero a parlare spensieratamente dei “vecchi tempi”. Sakura gli raccontò che era all’ultimo anno della facoltà di scienze veterinarie. Quel lavoro l’aveva sempre affascinata fin da bambina e, anche se eccelleva in ben altre materie, le era sembrato più attuabile e soddisfacente. E inoltre sentiva nascere dentro di sé un forte senso di appagamento e potenza tutte le volte che riusciva a salvare la vita a un altro essere. Si ritrovava a vivere in uno stato in cui non c’era posto per le insicurezze, tutti i dubbi e le paure venivano spazzati via da quel soffio vitale che era in suo potere. Forse era proprio questo che l’attraeva di più di quel lavoro? Non c’era spazio per la persona titubante e insicura che era sempre stata, si era catapultata verso un mondo che, a suo avviso, ammetteva solo certezze e sicurezze nelle proprie scelte. Esisteva solo di quello, doveva per forza essere così… il mondo che aveva sempre voluto che le appartenesse. E pensare che molte delle sue insicurezze gliele aveva procurate proprio la persona che adesso aveva davanti…

 

Sharoan la stava a sentire interessato, i suoi occhi erano rivolti verso di lei. Sakura non poté fare a meno di pensare che avrebbe preferito che il ragazzo guardasse da un’altra parte o, ancora meglio, non la stesse a sentire. Quegli occhi ambrati la scrutavano in profondità e la imbarazzavano terribilmente.

Successivamente cominciarono a parlare dei loro precedenti compagni di scuola e di cosa avevano deciso di fare della loro vita.

 

“Ah! –esclamò Sharoan trionfante- lo sapevo che Tomoyo si sarebbe iscritta a psicologia! È sempre stata un genio a capire i sentimenti degli altri!”.

 

“Già!” esclamò Sakura. “ Ma non i tuoi, quelli non è mai riuscito a capirli nessuno” pensò dentro di sé la ragazza. Poi una domanda le s’insidiò con prepotenza nella gola, voleva scaturire maliziosa. Sakura non sapeva se permetterle di uscire o no, se soddisfare la sua curiosità che non si era mai spenta negli anni oppure lasciare perdere... per paura. Non era tanto la domanda in sé che la spaventava, ma la risposta. Non voleva ritornare la sedicenne gelosa e confusa, anche se non era completamente convinta di essere mai riuscita a superare quello stadio. Poi quelle tanto faticose parole uscirono dalla sua bocca e risuonarono con disinteresse:

 

“E Karen, l’hai più sentita?” disse Sakura come se niente fosse.

 

“No –disse Sharoan dispiaciuto- non ho più visto o sentito nessuno da quando sono andato a Hong Kong e per giunta ho anche dovuto cambiare numero di cellulare.”

E così non l’aveva più sentita! Sakura provò un forte senso d’euforia, di soddisfazione, ma non riusciva a capire come era possibile che i due non si fossero più sentiti. Forse Sharoan aveva mentito? No, cosa ci avrebbe guadagnato a mentire su una cosa così banale… O forse si era addirittura dimenticato di Lei? Un barlume di speranza si accese negli occhi di Sakura, ma questa provvide subito a spegnerlo: non era più la ragazzina sedicenne che si nutriva di false e ipocrite speranze.

Karen era la “migliore amica” di Sharoan ai tempi del liceo scientifico. Erano diventati praticamente inseparabili dalla seconda superiore e, proprio in quell’anno, la felicità di Sakura era andata sempre più calando, fino a svanire. Per ben quattro anni si era assillamente domandata se lei stessa per il ragazzo era soltanto un’amica, se tutti gli sguardi che le pareva di scorgere durante le lezioni erano casuali o avevano un significato più profondo, se invece le piaceva Karen e come mai…”

 

“Ehi, Sakura! Siamo arrivati a Tokyo!” disse a un tratto Sharoan.

 

“Eh? –fece la ragazza distratta- Ah! Si, scusami ero soprappensiero. Grazie!”

In quel momento Sakura provò davvero una grande ondata di gratitudine verso Sharoan perché, pur non rendendosene conto, il ragazzo aveva interrotto i suoi frustranti pensieri e non le aveva dato il tempo di ricordare cosa era successo dopo. Per fortuna…

 

Scesero dal treno e fecero un pezzo di strada a piedi. Sakura si sentiva stranamente in imbarazzo e non faceva altro che pensare a quanta strada avrebbe dovuto ancora percorrere insieme a lui. Non sapeva dove il ragazzo doveva fermarsi, ma sperava che questo sarebbe accaduto presto. Al tempo stesso le dispiaceva salutare Sharoan. Lui sembrava così calmo e naturale…

 

“Allora ciao, tanto ci vedremo domani” disse Sharoan. Sakura, che era stata immersa nei suoi pensieri per tutto il tragitto, non si era resa conto di essere già arrivata davanti alla sua università. Vide Sharoan dirigersi verso l’entrata dell’edificio. Sgranò gli occhi. All’improvviso fu presa da un presentimento che si faceva sempre più lampante, a mano a mano che vedeva il ragazzo avvicinarsi all’edificio. No! Non poteva essere vero! Tutto ma non questo!

 

“Come? –disse la ragazza cercando di rimanere calma, ma in realtà non lo era- vorresti dire che frequenti la mia stessa università?”

 

“Sì, suppongo di sì –disse Sharoan, sorpreso dalla reazione eccessiva della ragazza- pensavo che tu sapessi che la sede è la stessa. Non ti avevo detto che studio medicina?”

Sakura evitò di rispondere a questa domanda. Era quasi certa che Sharoan non glielo avesse detto ma, siccome per tutto il percorso aveva pensato ad altro, probabilmente poteva anche non aver sentito bene. E, in questo caso, avrebbe fatto la figura dell’idiota. Si limitò ad emettere un “Ah!” che suonava poco convinto e shockato.

I due di salutarono e si incamminarono verso due aule diverse, ma tutte e due sotto lo stesso tetto.

Sakura pensò che, in fondo, poteva anche andare peggio… se non altro, almeno non frequentavano gli stessi corsi quindi non avrebbe dovuto… Stop! Si fermò di colpo e ripensò all’ultima frase detta da Sharoan “…tanto ci vedremmo domani…”

Era questa la dolce e al tempo stesso terribile realtà: avrebbe visto quel ragazzo tutte le mattine!

*

“Vada pure signorina Kinomoto. Ha passato l’esame con trenta.” Così le aveva detto il commissario d’esame, quella mattina. Come aveva intuito, il professore aveva insistito molto sulla circolazione sanguigna e sui vari parametri. E lei aveva dimostrato una conoscenza molto ampia e approfondita dell’argomento.

Mentre camminava per la vie del centro, pensò a quanto fosse sottile e inconsistente la differenza fra conoscere la struttura del cuore e conoscere la legge che lo regola... la prima aiutava a salvare le vite, la seconda invece era sconosciuta alla mente umana e probabilmente nessuno avrebbe mai compreso gli arcani meccanismi dell’amore.

Si specchiò nella vetrina di un negozio: i suoi occhi non erano più così belli e scintillanti da tempo. Il suo viso era dolce e rilassato, ogni parte di lei sembrava rinata. Attribuì quella improvvisa rinascita di buon umore all’ottimo esito dell’esame. Non voleva dare retta a quella voce che nella sua coscienza faceva forza sulle altre… a quella voce dentro di lei che non si era mai spenta del tutto e che adesso trovava il pretesto per tormentarla di nuovo… quella voce che la ragione, da sola, non sarebbe riuscita a sopprimere a lungo…

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Allora? Che ve ne pare? Non so se siete arrivati a leggere fino in fondo o se, appena letto il titolo, siete scappati XD A proposito del titolo, sono rimasta indecisa fino alla fine xkè all’inizio volevo intitolarla “Quando ci si mette il destino” ke sarebbe stato un titolo più sensato, pensando a quello che ho in mente… ma poi mi è venuto in mente che spesso nella nostra vita dobbiamo affrontare cose che ci sembrano insuperabili e per questo ci fanno soffrire. Ma dobbiamo andare avanti e, anche se tutto non va come vorremmo, non dobbiamo rassegnarci e continuare a lottare perché ogni attimo sofferto nel presente è un attimo vissuto nel futuro e quindi… non tutto il male viene per nuocere! ^-^

Cmq, per quanto riguarda la storia, come vedete i personaggi principali sono sempre Sakura e Sharoan… di tanto in tanto si trova qualche riferimento a Tomoyo o a Chiharu… e poi entreranno nella storia dei personaggi inventati da me! Nei prossimi capitoli (se la storia vi piaccia) si scoprirà in parte cosa è successo alle scuole superiori che Sakura e Sharoan hanno frequentato insieme…

Fatemi sapere che ne pensate…

 

  
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