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Autore: Ailis_    10/08/2012    8 recensioni
Dal prologo:
Mentre tornava al suo alloggio, Lila Cassandra Charmichael aveva la sensazione che di lì a poco sarebbe successo qualcosa di importante.
Non sapeva bene perché provasse quel fastidioso formicolio sulla pelle, ma aveva da tempo imparato a fidarsi del suo istinto.
Tuttavia, camminando per il viale alberato del campus di Harvard, non aveva paura: a pelle, era sicura che qualunque cosa fosse accaduta di lì a poco avrebbe cambiato la sua vita. [...]
“Non potevo sapere che sarebbe venuto”
“Non faccia l'ingenua con me, signorina. Lei sapeva perfettamente che la avrei cercata e nonostante ciò non si è impegnata molto per nascondersi, il che mi fa pensare che voleva essere trovata”
“Cosa vuole?” domandò solo.
“I Vendicatori” le disse semplicemente l'uomo guardandola “Voglio che lei ne faccia parte"

{Capitan AmericaxOC} {Eventuale LokixOC}
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera!
So cosa state pensando tutte.
Ma come, non è domenica! Perché ha aggiornato?
Be', sono stata coinvolta in una vacanza last minute dalle parti di Lignano e domenica perciò non sarò a casa.
Dato che non voglio farvi aspettare fino al weekend succesivo, posto ora.
Per quanto riguarda il seguito, la storia ripartirà verso fine Agosto/inizio Settembre, ma sarà mia premura avvisarvi via mp privato, se vorrete.


Dedicato a chi ha seguito la storia.
A chi l'ha recensita e mi ha procurato tanta gioia.
A chi ha amato Lila.
A chi ha parteggiato per la Steve/Lila e a chi invece la vorrebbe con Loki.
O con Thor.
A chi l'ha inserita nelle preferite e nelle ricordate.
A chi, infine, ha semplicemente letto.

Grazie, questo è per voi.



Epilogo


Da una scatoletta azzurro Tiffany puoi aspettarti proprio tutto


Dite quello che volete, ma la parte migliore è stata quando la ragazza bionda è scivolata con le gambe all'aria” insistette Tony puntando contro di loro le bacchette che fino a poco prima erano infilzate in una confezione da asporto di gamberi al vapore.
Sono contenta di sapere che mentre io vi confessavo i miei problemi tu ti perdevi a guardare le bionde in caduta libera” ribatte piccata Lila mentre abbandonava una vaschetta, oramai finita, ma dove un tempo c'era pollo alle mandorle.
No no, bambolina, diciamo solo che quello ha ravvivato l'atmosfera” ribatté Stark con il tono di chi la sa lunga.
Io ci rinuncio” si arrese Lila alzando le mani.
C'erano tutti, eccetto Thor. Persino Bruce era stato costretto a prendere parte all'uscita di gruppo.
Era quasi arrivato e la ragazza voleva stare un po' con le persone più importanti della sua vita prima di partire per una vacanza all'insegna del relax con i suoi coinquilini.
Avrebbe dovuto imbarcarsi alla volta di Maiorca -Jackson aveva prenotato un piccolo alloggio tutto per loro- il giorno dopo ed era davvero felice di quella vacanza che tanto aveva atteso. Era una vita che non andava in Spagna, da quando aveva sei anni.
Steve non l'aveva presa benissimo, ma Lila aveva fatto orecchie da mercante al suo malcontento e aveva cercato di blandirlo con ogni arte a sua disposizione per evitare il più possibile che pensasse alla sua partenza.
Era felice di quella vacanza e sarebbe sicuramente partita a cuor leggero se non fosse stato per una certa telefonata.
Il giorno prima, mentre preparava le valige, l'avevano chiamata dalla segreteria e le avevano comunicato che la sua borsa di studio, la più prestigiosa che Harvard mettesse a disposizione, era in forse.
Mancanza di fondi, così avevano detto.
Lila tremava al solo pensiero di cosa sarebbe successo se davvero le avessero tolto l'unica cosa che le permetteva di frequentare una scuola tanto prestigiosa.
Se fosse successo, non sarebbe mai riuscita a pagare la retta e avrebbe dovuto mollare. Il solo pensiero la riempiva di stizza e le faceva corrugare la fronte per la preoccupazione.

Adesso che farai?” le domandò Natasha dall'altro capo del tavolo.
Partirò per la Spagna, ovviamente. E quando tornerò si vedrà”
Potresti chiedere a Fury. Sono sicuro che lo S.H.I.E.L.D ti accoglierebbe tra le sue fila volentieri” se la rise Barton e Lila rabbrividì alla prospettiva.
Ehi, sono già una Vendicatrice almeno una volta al mese. Mi basta così, grazie”
Lila alludeva al fatto che il buon vecchio direttore dello S.H.I.E.L.D avesse deciso che dovevano mantenersi tutti in allenamento, pronti per quando e se fosse arrivata un'altra minaccia. Così, una volta al mese, erano tutti gentilmente invitati a presentarsi sul elivelivolo per una sessione intensiva di allenamento che aveva anche lo scopo, come Lila immaginava, di mantenerli in contatto.
Non che lei ne avesse bisogno, d'altronde. Steve faceva parte di ogni sua giornata, da quando si svegliava a quando andava a letto la sera.
Sentiva al telefono Tony a sere alterne e una volta a settimana chiamava anche Bruce, Natasha e Clint, cosa che faceva gonfiare le bollette in maniera esorbitante. Ma non le importava: l'unica cosa realmente importante era sentirli il più vicino possibile.
L'idea di essere buttata fuori da Harvard la riempiva di segreta paura: i cambiamenti la mandavano in crisi, ecco.
Perciò, nell'intimo della sua anima, quella sera non era felice, ma solo profondamente impaurita.
Si alzò e andò a sedersi in braccio a Steve.
Come ogni volta che lui la stringeva sé, si sentì a casa e un po' della sua paura scomparve, come la rugiada che al mattino evapora al sole.

Verrai a New York, se dovessero toglierti la borsa di studio?” le domandò Tony, strappandola dal suo sogno ad occhi aperti fatto di tenere carezze e strette di mano delicate.
Penso di sì. Simon e Dave saranno emozionatissimi di riavermi a casa” cercò di scherzare, ma l'idea le strinse lo stomaco.
Vivono qui?” le chiese ancora Tony.
Ah ah, a Greenwich”
Sai, spero che tu non ci tenga troppo alla prospettiva di tornare” le fece presente mentre si alzava.
Lila aggrottò la fronte nella classica espressione di chi non capisce e seguì con curiosità i movimenti di Tony che, aperto un cassetto, tirò fuori un plico di fogli.
Glieli porse mentre sorseggiava un bicchiere di scotch con un sorrisetto poco rassicurante.
Lila prese ciò che le aveva lanciato e iniziò a leggerli. Arrivata a metà della prima pagina, pensò di avere le allucinazione e dovette iniziare di nuovo da capo.
Quando finì la lettura alzò lo sguardo. Aveva riletto due volte tutto il documento, ma non riusciva a credere ai suoi occhi.
Doveva essere un sogno, ecco. A breve si sarebbe svegliata e avrebbe scoperto che la giornata doveva ancora iniziare.

E' uno scherzo?” gli domandò scuotendo il documento con l'aria di chi ha poca voglia di scherzare.
No no, sono serissimo”
Allora deve essere un sogno” affermò Lila con convinzione.
Tony sbuffò “Non riesci proprio a pensare che sia vero?”

Ma non può esserlo! Insomma, questo è... troppo, ecco!”
Cosa?” domandò Steve cercando di afferrare il plico di fogli che Lila sbandierava neanche fosse un ventaglio.
Lui mi ha offerto una borsa di studio” si decise a chiarire la ragazza senza guardarlo “Una borsa molto generosa da parte delle Stark Industries” spiegò alla fine.
Ed è una cosa brutta?” le domandò Steve che proprio non riusciva a capire dove fosse il problema. Quel omaggio da parte di Tony avrebbe risolto ogni problema di Lila, ma lei non sembrava soddisfatta.
Affatto, ma la tua fidanzata sembra non pensarla così” la prese in giro Tony.
Senti, tu non puoi offrirmi una cosa tanto prestigiosa, ok? Nessuno mi conosce, nessuno sa quali sono le mie capacità” si lagnò Lila.
E' la mia industria, posso farlo. So quanto sei brava e so che non c'è candidata più meritevole”
“Ma...”

Senti, Lils, prendila così: voglio averti nella mia azienda, un giorno, e la borsa di studio serve a questo, ok? Ti ho vista al lavoro e sì, forse qualcuno metterà in dubbio le tue doti all'inizio, ma so che strabilierai tutti. O li prenderai a calci, dipende”
Lila rimase in silenzio, soppesando le sue parole. Non poteva negare che era un'offerta sensazionale: impossibile che trovasse qualcosa di meglio.
Però era proprio quello il problema. Non aveva mai avuto tanto gratuitamente e faceva fatica ad accettare l'idea che qualcuno le potesse offrirle tutto così. Era abituata a guadagnarsi le cose, a sudare per averle.
Un dono del genere era inaspettato e non sapeva bene come accoglierlo.
Non era solo denaro, per Lila. Era la possibilità di restare ad Harvard, vicina a New York, accanto a suo fratello, a Dave e a Steve e, non ultimo, la possibilità di finire una cosa che amava profondamente.
Ma non riusciva ad accettare.
Aveva paura che se si fosse cullata troppo in quel momento, presto avrebbe scoperto che era davvero solo un'illusione e che lei restava senza prospettive per il futuro.
Sarebbe stato terribile, una botta davvero dolorosa.

Devo prendere un po' d'aria” disse e uscì di fretta sulla passerella al di là della vetrata. Sotto di lei, New York brillava di mille luci diverse e il caos della città arrivava fin lì. Con tutto quell'inquinamento luminoso era impossibile vedere le stelle, benché l'appartamento di Tony fosse davvero in alto.
Le dispiaceva perché le stelle erano la sua passione -era un'astrofisica, dopotutto- e le conciliavano la riflessione.
Quando era piccola avrebbe tanto voluto sfiorarle, toccare con le punte delle dita la polvere che le ricopriva, solo che non riusciva mai a capire come raggiungere il suo scopo. E allora si arrabbiava, puntava i piedi e se la prendeva con loro per essere così lontane e irraggiungibili.
Sorrise e in quel momento Steve le si affiancò. Si appoggiò con i gomiti sulla balaustra accanto a lei.

Non voglio parlarne” iniziò, prevenendo ciò che di sicuro le avrebbe detto.
In realtà ero venuto per chiederti una cosa”
Dimmi” lo incitò lei rivolgendogli un sorriso. Lui le carezzò i capelli e le scostò una ciocca dal viso.
Adorava quando Steve le toccava la chioma: era tremendamente rilassante il modo in cui le sue dita si attorcigliavano intorno alle ciocche e il tocco dei suoi polpastrelli sulla sua nuca le faceva venire i brividi.

In realtà avrei voluto che questo che sto per dirti fosse la vera rivelazione della serata, ma credo che Tony mi abbia battuto” iniziò con una smorfia risentita che fece sorridere Lila “comunque, il punto è che io ti ho fatto una promessa, tempo fa. Ti ho detto che ti avrei seguita dovunque avessi voluto andare e lo farò, quando arriverà il momento” si affrettò a spiegare quando la vide sussultare.
Ma mi è venuta in mente una cosa e mi sono reso conto che sarà un problema”
Di cosa stai parlando?”
Buona, Lils. Ora ci arrivo” fece una pausa solo per voltarsi verso di lei e frugare nelle tasche alla ricerca di qualcosa.
Comunque, dicevo che tu mi avrai sempre accanto, Lils. E a questo proposito, ho una cosa per te”
A quel punto Steve tirò fuori un pacchetto azzurro dalla tasca dei pantaloni.
Lila sentì il cuore farle una doppia capriola nel petto perché quella scatolina era perfetta per contenere... ma no, non poteva essere.
La fissò con tanto d'occhi, con il cuore a mille quando realizzò che quello non era un azzurro comunque, ma un azzurro Tiffany.

Aprila, dai” la incoraggiò Steve con un sorriso porgendole l'oggettino.
Lila lo prese e lo scartò con dita tremanti per poi trovarsi di fronte a un cofanetto di velluto blu notte. Alzò gli occhi di scatto e guardò Steve. La situazione era sempre più equivoca e il povero cuore di Lila non avrebbe retto, ne era sicura.

Aprilo” ripeté lui con un sorriso soddisfatto. Vedeva la sua esitazione, il suo timore ed era contento perché era proprio la reazione che voleva ottenere.
Lei aprì la confezione, ma non trovò l'anello che si aspettava di trovare. Fu quasi con un sospiro di sollievo che accolse la vista che le si presentò agli occhi: una chiave argentata.
Superata l'iniziale leggerezza, alzò lo sguardo su Steve. Una chiave? Cosa voleva dire?
Lei era un genio, certo, ma proprio non riusciva a capire.

Cosa vuol dire?” fu costretta a chiedere.
Vuol dire che non ti sto chiedendo di sposarmi. Ti sto dicendo che ho un apparentemente a Brooklyn e che è aperto per te, sia che tu voglia venirci ogni tanto o per sempre, quando ti sarai laureata. Puoi avere uno spazzolino e un cassetto per te e un phon o qualcosa di più romantico di un phon” le disse precipitosamente, con la stessa espressione insicura che aveva quando parlava di sentimenti con lei.
Lila non era come le altre e con lei doveva andarci con i piedi di piombo quando si trattava di emozioni.
A volte aveva paura di dire qualcosa che la facesse correre via a gambe elevate.

Mi stai chiedendo se voglio un cassetto e un phon?” ridacchiò lei, cogliendolo del tutto impreparato.
"Ti sto chiedendo di venire a vivere con me”
Lila spalancò gli occhi e per un attimo Steve pensò di essere stato troppo diretto.
A sorpresa, lei gli regalò il più magico dei suoi sorrisi “Sì, verrò a vivere con te” esalò alla fine.
Lila si aggrappò al collo di Steve e si avvicinò alle labbra di lui con un sorriso e gli occhi luccicanti di felicità.

Non so se te l'ho mai detto” mentì “ma ti amo e non ci sono parole per dirti quanto” sussurrò sulle labbra di lui.
Steve sorrise “Credimi, non mi servono le parole perché ti amo allo stesso modo”
Detto ciò, Lila lo mise a tacere con un bacio.
Era un bacio di quelli seri, di quelli che lo facevano impazzire. Crebbe lentamente e da delicato divenne un fiume in piena, passionale.
Si baciavano senza una pausa, con una foga quasi disperata. Lila voleva assaporare ogni sfumatura del sapore di quelle labbra, voleva che il sapore di Steve le rimanesse impresso nell'anima.
Le loro lingue danzavano e, presi dal vortice della passione, indietreggiarono fino a che Steve non si trovò con le spalle al muro. Quando le passò un braccio intorno alla vita quasi la sollevò da terra e Lila si aggrappò con tutta sé stessa al suo collo.
Sarebbe rimasta così per sempre e al diavolo tutto! Quello era un momento perfetto e neanche un'altra guerra avrebbe potuto rovinarlo.
La mano di Steve, quella libera, accarezzava la schiena di Lila in tutta la sua flessuosa lunghezza mentre lei gli mordicchiava il labbro inferiore: sapeva che lo faceva impazzire.
Secondi, minuti o forse ore dopo Steve le posò le mani sui fianchi e la scostò quel tanto che bastava per poterla guardare negli occhi.

Credo che a questo punto non mi resti che accettare l'offerta di Tony. E poi vivrò qui, a New York, con te nella nostra casa” mormorò Lila con voce strascicata.
Steve si chinò e le sfiorò con le labbra la spalla scoperta “Credo di essere l'uomo più felice della terra” le disse.
Lila gli rivolse uno dei suoi mezzi sorrisi, così pieni di malizia e divertimento da fargli venire le farfalle allo stomaco.

Mi dispiace disturbarvi, ma Lila avrebbe un contratto da firmare. E poi c'è la torta” li richiamò Tony e Lila ridacchiò.
Non devi firmare per forza” le ricordò Steve mentre si avviavano mano nella mano.
Ma c'è la torta!” lo prese in giro lei e poi sorrise ancora e gli strinse leggermente la mano. Era il suo modo di dirgli che andava tutto bene, che lo voleva. Il suo sorriso poi, luminoso come le stelle, gli diceva che era felice.
Avete finito di sbaciucchiarvi sul mio terrazzo e di degnarci della vostra presenza?” li sbeffeggiò Tony con un sorriso mentre Bruce scartava una confezione enorme.
Divertente” Lila arricciò il nasino in un'espressione fintamente stizzita. Clint stava armeggiando con una bottiglia di champagne, ma Lila lo fermò.
Aspetta. Nat, passami quella penna”
Natasha fece quanto le aveva chiesto e, con uno svolazzò, autografò il documento che poco prima sventolava con tardo ardore.

Bene, signor. Stark. Soddisfatto?” rise.
A quel punto Clint stappò la bottiglia e i sei Vendicatori alzarono i calici. Vollero brindare a lei e al suo futuro, ma Lila li costrinse anche a sollevare i bicchieri per loro, i salvatori della terra.
Non disse niente, ma mentre sorseggiava lo champagne e ascoltava Tony battibeccare con Steve non riuscì a trattenere un sorriso.
Aveva sbagliato: quella non era la fine, ma un altro inizio. Vedere Steve al suo fianco che le stringeva la mano le trasmise una sensazione di grande speranza. Fu con una stretta allo stomaco che si rese conto che era suo, davvero suo. E lo sarebbe stato sempre e per sempre, proprio come nelle fiabe in cui non aveva mai creduto.


Fine...










   
 
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