E guerra
avrai…!
Capitolo due:
Mutande e raffreddore
Remus
starnutì e si soffiò il naso provocando l’ilarità
dell’intera classe di pozioni.
Lui, James e Peter avevano preso posto
uno accanto all’altro per seguire la lezione del professor Lumacorno.
Tutti e tre si stavano chiedendo dove
fosse finito Sirius. Era andato a colazione prima di
loro e poi non si era fatto più vedere. James fece scorrere lo sguardo
per tutta l’aula e fece notare a Remus che non
era presente nemmeno Amelia Jones.
Remus inarcò
le sopracciglia; seriamente James credeva che Amelia e Sirius
avessero bigiato insieme? Amelia non avrebbe mai saltato una lezione, men che
meno avrebbe passato del tempo con Sirius
volontariamente; quindi i casi erano due: o Felpato la teneva sotto maledizione
Imperio oppure entrambi avevano avuto dei problemi.
Lumacorno scrisse gli
ingredienti per la pozione sulla lavagna e poi diede loro il permesso
d’incominciare.
Peter prese a tagliuzzare
minuziosamente le zampe di rana, mentre gli altri due discutevano sulla
possibile giustificazione dell’assenza del loro amico.
James continuava a sostenere che Sirius e Amelia si fossero appartati, Remus
invece aveva scelto la via della ragione e ripeteva che era impossibile che
Amelia si fosse arresa a Felpato.
Per la serie tra i due litiganti il
terzo gode, Peter udì per caso il discorso di due ragazze che erano
sedute dietro di lui.
“Ma cosa è successo
stamattina in Sala Grande?”stava chiedendo una.
“Non lo sai! Amelia Jones ha schiantato Sirius
Black!” rispose l’altra.
Gli occhi di Peter
s’illuminarono di soddisfazione: finalmente aveva risolto l’enigma.
Scrollò il braccio di James che lo
ignorò troppo preso dalla discussione con Remus.
“Ti dico che sta con
“Dopo che l’ha lasciata su
un albero per un intero pomeriggio, credi che l’abbia già
perdonato?!” replicò Remus
mettendo un paio di ali di pipistrello nel calderone.
“Ragazzi…”
cercò d’intromettersi Peter.
“Sirius
è molto persuasivo!” spiegò James.
“Ragazzi…”
“Ma Amelia non è facile
da persuadere!” disse Remus.
“Ragazzi…”
“Cosa c’è Codaliscia?!” esclamarono
all’unisono.
“
Ora sicuramente si sarebbero congratulati
per aver scoperto la verità.
Le cose andarono un po’
diversamente da come le aveva previste Peter.
“Oppure Amelia si è
vendicata!” saltò su James.
“E Sirius
è finito in infermeria e Amelia dal preside!” continuò Remus battendo le mani come dire Eureka.
Peter riprese a mescolare
l’infuso sconsolato. Non lo avrebbero mai preso sul serio.
Sirius era steso su
un letto dell’infermeria. Aveva un braccio fasciato, una gamba ingessata
e un grosso cerotto sulla nuca.
L’incantesimo di Amelia gli
aveva, infatti, procurato una slogatura al polso, una gamba rotta e un taglio
dietro il collo.
Madama Chips
gli aveva sistemato tutto, ma per precauzione gli aveva fasciato le ferite e
aveva deciso di tenerlo lì due o tre giorni per controllarlo.
La professoressa McGrannit
gli aveva fatto visita una mezz’ora prima e con lei era venuta anche
Amelia. Aveva dubitato subito che lei fosse lì di sua spontanea
volontà e di fatti aveva scoperto di avere
ragione.
Guardò l’ora: era
l’una e mezza e nessuno dei suoi amici era ancora andato a trovarlo.
Come per esaudire il suo desiderio: eccoli comparire all’entrata.
“Ehi Felpato come stai?”
domandò James.
“Non ti mentirei dicendoti che
stavo meglio prima” rispose Sirius tirandosi un
po’ su.
“Ma…”
cominciò incerto Peter “E’ vero che
“Non infierire, ti prego”
“L’avevo detto io che
quella è un osso duro” commentò Remus
ridacchiando sotto i baffi.
“Aspetta che riprendo le forze e
vedi come la concio!”
“Comincia a guarire, poi
penserai alla vendetta” suggerì James “ Ora andiamo,
torneremo stasera…stammi bene”
Li vide sparire dietro la porta.
Incrociò le braccia annoiato. Avrebbe preferito
andare a lezione piuttosto che stare confinato per tre giorni in un letto. Un
gran vociare gli giunse alle orecchie. Incuriosito saltellò su un piede
e raggiunse la finestra che dava sul paro del castello.
Amelia, Lily e quell’altra
francese di cui non ricordava il nome, erano in riva al lago e si divertivano
schizzandosi con l’acqua.
Vederla sorridere in quel modo lo
mandò in bestia. Non solo lo aveva schiantato causandogli un male
assurdo,ma aveva anche scampato la sospensione solo
perché era una delle alunne migliori della scuola. E lui era costretto a
rimanere in infermeria e sentire gli stupidi schiamazzi di quella ragazzina,
che nonostante avesse fatto il danno, l’aveva passata liscia e in quel
momento scherzava sul lago con le sue amiche.
Irato colpì il vaso che stava
sul tavolino lì a fianco e lo gettò sul pavimento mandandolo in
frantumi.
Madama Chips
corse subito indignata e lo rimproverò. Sirius
la mandò senza tanti preamboli a quel paese, tornò nel letto e
chiuse le tendine.
Ricomparì in sala comune ben
quattro giorni dopo. Aveva ripreso la sua camminata spavalda e il braccio era
tornato a posto; solo il cerotto era rimasto perché la ferita si doveva
ancora rimarginare del tutto.
Appena ebbe messo piedi nel Dormitorio
un gran numero di ragazze gli fu addosso.
Lo tempestarono di domande sulla sua
salute. Tutti lo accolsero calorosamente; perfino Lily Evans
si avvicinò per accertarsi che stesse bene.
Sirius si accorse
che quando incrociò lo sguardo con James divenne tutta rossa e sorrise
timidamente. Stentò a credere che quella ragazza fosse la stessa che
aveva rifiutato Ramoso per tutto quel tempo.
Si sedette sul divano davanti al fuoco
e con lui presero posto due ragazze che non esitarono a far scivolare le
braccia intorno al suo torace come dei tentacoli.
L’unica che non aveva preso
parte ai festeggiamenti per il ritorno del Malandrino era Amelia, seduta
davanti al solito tavolo. Stava finendo il tema per Storia della Magia.
Mordicchiò la punta della piuma
indecisa su che come concluderlo. Era visibilmente spazientita da quel chiasso
che stavano facendo. Per quale motivo, poi? Per Black!
Si voltò verso Sirius che stava baciando una delle due ragazze. Si
staccò e giratosi verso l’altra, baciò pure quella.
Amelia distolse lo
sguardo disgustata. Il solo aggettivo che poteva caratterizzare quel
ragazzo alla perfezione era viziato; abituato
ad ottenere tutto e subito, a voler tutto ciò che non che non poteva
avere. Era la persona meno umile
che avesse mai conosciuto in vita sua.
Appoggiò la punta della piuma
sulla pergamena e riprese il suo lavoro. La risate
delle due oche che stava con Sirius le perforò
i timpani. Irritata pigiò un po’ troppo la piuma e la sua punta si
spezzò. Dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non
pietrificare quelle stupide.
Nessuno nella sala badava a lei;
nessuno tranne Sirius. Quando aveva baciato la
seconda ragazza, aveva gettato un occhio nella sua direzione e aveva notato che
Amelia era piuttosto innervosita e forse anche infastidita dal suo
comportamento, addirittura poteva giurare di aver visto nella sua espressione
una vena di…invidia .
Sorrise soddisfatto, qualcosa gli
diceva che anche Amelia Jones sarebbe caduta nella
sua tela.
Si scollò quelle due ragazze, della quali già non sapeva più il nome, e la
raggiunse.
Amy era talmente
concentrata sul suo tema che non prestò attenzione alle gambe della
sedia di fronte che si spostavano strisciando rumorosamente contro il parquet.
Si decise ad alzare la testa solo quando Sirius repentino le
tolse da sotto il naso la pergamena.
“Allora sei in cerca di
guai!” disse lei.
“Ebbene sì! Ma stavolta
non ho intenzione di essere la vittima” affermò Sirius.
Amelia appoggiò il mento sul
pugno della sua mano aspettando la mossa del ragazzo.
“E se bruciassi il tuo adorato
tema?”
Amy
allargò gli occhi intimorita…no tutto
tranne quello! Aveva impiegato una vita per farlo.
“Uh…uh…ho forse
centrato il bersaglio?” ironizzò Sirius.
Amelia intuì che non serviva a
niente mostrarsi debole davanti a lui; se l’avesse buttato nel fuoco, ne
avrebbe fatto un altro ancora più bello.
“Se proprio devi…”
rispose lei.
Sirius sorrise
beffardamente; sapeva benissimo che Amelia fingeva solo di
essere spavalda, ma in realtà tremava al pensiero di dover
riscrivere due rotoli di pergamena.
“Mmm…no…bruciare
il tuo tema ti farebbe solo prendere un brutto voto, lo recupereresti subito,
quello che voglio io è un’umiliazione pubblica, voglio che ogni
persona di questa scuola ti veda scioglierti dalla vergogna e dalla
frustrazione, mentre il grande Sirius Black
avrà vinto ancora una volta!”
“ Sei l’essere più
vanesio e sorprendentemente idiota del mondo intero, magico e non!” sibilò Amelia agguantando il suo tema e
salendo le scale verso la sua stanza.
Sarà
pure come dici tu, sta di fatto che sono il migliore! Pensò Sirius abbassando appena la testa per guardare la gonna di Amy che svolazzava mentre lei
saliva i gradini.
Ritornò dai suoi amici: Peter e
Remus stava facendo una partita a scacchi magici e
James giocava con il boccino d’oro tirandolo in aria e riacchiappandolo.
“Gliene hai dette quattro?”
chiese curioso Peter.
“No…è ancora
presto, ma quando le restituirò il favore, lo farò in
grande!” rispose con una strana malignità negli occhi.
“Io…etciù…credo
che sia il caso…etciù…di finirla
con…etciù…questi scherzi da
bambini…etciù” suggerì Remus intervallando ad ogni parola uno starnuto.
“Santo Cielo Remus,
va’ in infermeria prima di infettare a tutta la sala comun…etciù!”disse James portandosi una mano alla
bocca per lo stupore… “Me lo hai attaccato!!Brutto
infame!”
“Non ho…etciù…fatto apposta!”
“Lo spero bene…ETCIU’ “ l’ultimo starnuto di James
fu particolarmente forte.
Sirius prese le
distanze dai due amici. L’ultima cosa che gli serviva era un raffreddore.
Sirius si
strofinò assonnato le palpebre per l’ennesima volta. Remus e James avevano trascorso tutta notte a starnutire e
a soffiarsi il naso e lui non era riuscito a prendere sonno.
Erano passati due
giorno dal suo ritorno in dormitorio e l’epidemia di raffreddore
si era diffusa per tutta scuola; erano pochi quelli rimasti sani.
Sia Sirius che
Amelia erano restati buoni e calmi per quel paio di giorni. Amelia, infatti,
pareva aver deciso di comportarsi da adulta; Sirius
invece stava macchinando qualcosa di veramente imbarazzante.
Finì il porridge
e si diresse verso l’aula di difesa contro le arti oscure.
Incontrò Peter che andava nella sua stessa direzione. Lo salutò
con un cenno della mano.
Questi ricambiò il saluto e si
soffiò il naso.
“No Peter! Anche
tu…no!” l pregò Sirius.
“E’ colpa di James…etciù…stamattina ha starnutito nel mio
latte!”
Sirius si
allontanò disgustato. A costo di nascondersi per un mese nel ripostiglio
delle scope, avrebbe evitato tutti per non ammalarsi.
La professoressa Morgana Zacharias era appoggiata alla cattedra. Aveva i lunghi
capelli neri sciolti sulle spalle e indossava un abito viola di velluto.
Iniziò a spiegare
L’Incanto Patronus. Seduto davanti ai quattro
malandrini, c’era il loro zimbello per definizione: Severus
Piton.
James diede una gomitata a Sirius indicando Severus.
Mocciosus...gli sillabò a bassa
voce e un ghigno perfido si dipinse sulla bocca di Felpato.
James estrasse la bacchetta dalla
tasca e mormorò “Wingardium…etciù… Leviosa”
Piton invece di
levitare, venne sbalzato in avanti finendo addosso
alla professoressa.
James non si preoccupò minimamente
del danno che aveva fatto e si unì alle risate con tutta la classe.
La professoressa si tirò in
piedi insieme a Piton. Aveva i capelli scompigliati e
il mantello era sgualcito. Il suo volto, solitamente sorridente, mandava tuoni,
fulmini e saette.
“Chi è stato?”
La mano di James scattò in
aria. Il ragazzo senza esitare ammise di essere il colpevole.
L’aula esplose in una serie di
applausi. James era compiaciuto: nessuna punizione avrebbe potuto cancellare la
sua fama.
Sirius si
aggrappò al banco per rialzarsi; a furia di ridere era scivolato a
terra.
Amelia, nel posto dietro al suo, lo
squadrò da capo a piedi… “Patetico” disse.
“Stronza”
gli rispose.
Amy strinse gli
occhi, poi si girò verso Lily furente; le serviva l’appoggio della
sua amica.
Ma la rossa era troppo presa dal
contemplare James Potter per prestarle attenzione.
Amy fece un paio
di calcoli. Allora i casi erano due: o il mondo andava al contrario o tutti
avevano preso una bella botta in testa.
Perfino Turchese era diventata
un’accanita fan del quartetto Potter-Black-Lupin-Minus;
soprattutto di Remus. Non faceva altro che parlare di
quanto fosse intelligente, gentile e simpatico.
“Potter”
l’esclamazione della professoressa la distolse dai suoi pensieri
“Sai che questo ti costerà una punizione?”
“E’ il prezzo della
gloria, professoressa”
Amelia si schiaffò una mano in
fronte. Esisteva persona più presuntuosa di James Potter?
Sì…si
disse…Sirius Black!
Quella sera stessa Amelia, Turchese e
Lily andarono in Sala Grande per cenare.
Una brutta sorpresa attendeva la
povera Amy.
Tre pezzi di spago erano stati appesi
alle pareti della Sala e una serie di mutande, reggiseno e canottiere era stata
fissata con delle mollette da bucato.
Lily shockata si voltò verso
Amelia: non c’era più. Era già uscita e stava marciando con
i pugni stretti lungo i fianchi, diretta verso gli spogliatoi del Quidditch.
Cinque minuti dopo un urlo si sparse
per il parco.
Gli ultimi rimasti alle docce erano Sirius e James. Entrambi per poco non finirono al San Mungo
dallo spavento.
“SIRIUS BLACK!!!!!!”
gridò Amelia spalancando violentemente la porta.
Si bloccò notando che Sirius era nudo ad eccezion fatta per l’asciugamano
che aveva legato in vita. James guardò prima il volto
della ragazza che, se inizialmente era rosso dalla rabbia, ora era bordeaux
dalla vergogna; poi quello dell’amico che aveva assunto
un’espressione maliziosa.
Intuì di essere di troppo,
inventò una scusa e se la filò lasciandoli soli.
Amelia si ricompose un attimo; non
poteva farsi vedere in imbarazzo da Sirius Black.
“Quale mente perversa potrebbe
appendere la mia biancheria in Sala Grande?”
“Quella che è stata
schiantata da un certa persona che conosciamo tutti e
due!”
“Ma come ti sei permesso?Sono
cose private! Hai violato la mia privacy…frugare nel mio baule! Solo un
cafone come te poteva farlo e…e…ti vuoi
rivestire di grazia?!”
Alla fine non ce
l’aveva fatto; averlo lì davanti coperto solo da un pezzo
di stoffa la metteva in difficoltà.
“Sarei lieto di farlo dato che
sto crepando di freddo, ma tu come al solito sei in
mezzo alle scatole!” replicò il ragazzo.
“Ok, io esco, tu ti cambi, poi
ti rifaccio i connotati!”
Si diresse alla porta e con
l’intento di allontanarsi poggiò la mano sulla maniglia della
porta; ma qualcosa
andò storto: non accennava a girarsi.
Ergo non poteva aprire la porta, ergo
non poteva uscire, ergo doveva stare con Black.
Panico.
Cercò di forzarla
ma non servì a niente.
“Beh…ti sei imbambolata?!” le domandò Sirius.
“Non si apre”
“Come non si apre?”
“NON SI APRE!”
“Allora usa la bacchetta…per
essere una che prende il massimo dei voti, non sei troppo sveglia”
Amelia si dondolò un po’
sui piedi come
una bambina che ha appena combinato un disastro.
“Non ce
l’ho” mormorò.
Sirius
allargò gli occhi “Che razza di strega sei?”
“Sai com’è! Non aveva
previsto di dover venire fino qua! Invece di fare tanto il saputello, aprila
tu!”
“Non porto la bacchetta
quando gioco a Quidditch”
“Ed ora come fai a
vestirti?” chiese Amelia temendo di saper già la risposta.
“Per me puoi anche restare.
Detto tra noi: non sei certo la prima a vedermi nudo”
Amelia si scandalizzò ancor di
più. Decise di girarsi dall’altra parte. Se lui era un pervertito,
non voleva dire che doveva esserlo per forza anche lei!
“Puoi girarti ora, santarellina!” la schernì
lui.
“ E adesso?” insistette
Amelia.
“E adesso cosa?”
“Che facciamo?”
“Dato che non ho chiuso occhio
tutta notte, io mi stendo sulla panca e provo a riposare un po’. Tu
fa’ quel che vuoi”
“ E stiamo qui….?”
“James sa dove siamo…ci
verrà a prendere”
“Perfetto…allora posso
stare tranquilla se sono nelle mani di quell’imbecille del tuo
amico” ironizzò.
Due ore dopo Sirius
era ancora sulla panca, mentre Amy non la smetteva di
camminare avanti e indietro per la stanza. Sembrava stesse aspettando davanti
ad una sala parto.
Credeva d’impazzire; sola chiusa
con Sirius Black per chissà quanto tempo. Ma
possibile che ogni volta la sfortuna andasse a beccare lei? Ci sarebbero state
centinaia di ragazze che avrebbero dato via la loro nonna pur di passare una
notte rinchiuse negli spogliatoi del Quidditch insieme a Sirius
e invece il destino chi aveva scelto? Lei! L’unica sulla faccia della
terra a non importarle del ragazzo.
Aumentò il passo pestando i
piedi.
“Ti dispiace piantarla! Mi gira
la testa a furia di guardarti andare avanti e indietro!” le fece presente
Sirius.
“Allora tappati gli
occhi!” fu la risposta secca di Amy “Ma dov’è finito Potter!!!”
“Datti una
calmata…arriverà”
“Uffa!!!!”
si lamentò lei sedendosi sulla panca accanto a lui “ Non posso
nemmeno vedere Luke!”
Le orecchie di Sirius
si rizzarono come quelle dei segugi “Luke…Luke…Phennon? Il fratello
di May Phennon?”
“Si
esatto…perché?”
“Ti vedi con quel tipo?”
“Quel tipo ha un nome! E poi
no…cioè…stasera avrebbe dovuto invitarmi ad uscire per la
prossima gita a Hogsmade”
Sirius sbuffò
tra il divertito e l’infastidito.
“Problemi?” chiese Amelia.
“Beh…niente da dire
sull’aspetto fisico; ma ha il cervello grande come un’arachide.
Dalla più intelligente della scuola mi aspettavo qualcosa di
più”
“ E che cosa ti fa pensare ti
avere un QI più alto?”
“Mi stai paragonando a quel
bell’imbusto?” esclamò Felpato saltando a sedere come se
fosse stato punto da una vespa.
“No, paragonare vorrebbe dire
metterti sul suo stesso piano e lui è di gran lunga migliore di
te!” specificò Amelia.
Per Sirius
questa era l’offesa più grande che gli si
potesse fare. Luke Phennon
era uno scimmione che non sapeva ancora distinguere la destra e la sinistra.
“Senti un po’ ragazzina!
Non hai il diritto di giudicare: fino a poco tempo fa, tutti ti ritenevano una
sfigata!”
La mano di Amelia partì
fulminea verso la guancia di Sirius. Il ragazzo le
bloccò il polso.
“Non ti conviene” la
minacciò.
Lei tolse il braccio dalla presa del
ragazzo e disperato mugugnò “Voglio uscire da qui!”
“Se fossi stata Regulus, saresti già morta!”
“Chi è Regulus?”
“Mio fratello…soffre di
claustrofobia”
“O mio Dio…ce ne sono
altri come te?”
“ E ti sorprenderebbe sapere che
sono perfino peggio di me!”
“Stento a crederlo”
“Se al mio posto ci fosse stata
mia madre, ti avrebbe già strangolata con le sue mani”
“ E perché mai?”
“Beh…tu…sei Mezzosangue”
‘Sta volta non
riuscì a fermare la mano di Amelia. Le cinque dita risaltavano sul
bianco della pelle di Black.
In quel momento la porta si
aprì e James Potter comparì sulla soglia. Amelia non persa tempo,
si alzò e scappò fuori scostando malamente
Ramoso.
Sirius era restato
immobile. Ci mise dieci secondi a realizzare cosa aveva fatto. Non voleva dire
Mezzosangue, bensì babbana. Gli era uscito dalla bocca di getto, neanche
ci aveva pensato.
Si precipitò fuori pure lui e
la chiamò a gran voce. La ragazza era, però, già lontana e
non poteva o non voleva sentirlo.
Capì di averla combinata
grossa: negli occhi di Amelia aveva letto avvilimento. L’aveva
mortificata definendola una Mezzosangue ed era proprio l’ultima cosa che
avrebbe voluto fare. Per quanto fosse odiosa, isterica
e fastidiosa, nemmeno lei si meritava quell’insulto.
Se possibile l’astio che Sirius provava verso la sua famiglia aumentò ancor
più.
Nel suo dormitorio Amelia stava tirando
tutti gli accidenti che conosceva contro Black.
Lily d’altro canto non la stava
ascoltando: era stesa sul letto con occhi sognanti.
Amy
cominciò seriamente a preoccuparsi; che si stesse davvero innamorando di
James Potter?
Dall’altra parte della torre dei
Grifondoro, nel dormitorio maschile…
“Anche tu
Felpato…chiamarla Mezzosangue!” stava dicendo James.
“Mi è scappato;
c’è da dire, però, che quella ragazza riesce a tirare fuori
il peggio di me!”tentò di difendersi Sirius.
“Con tutte le volte che
l’hai offesa… non credo che questa faccia la differenza”
constatò Remus saggiamente.
“Ma vi rendete conto che solo un
muro ci separa dalle ragazze!” disse James cambiando discorso.
Tastò la parete come se fosse l’entrata di una stanza del tesoro
“Quanto darei per poter sentire quello che dice la mia Lily”
“Usa il condotto di
aerazione” disse con semplicità Peter.
James lo guardò enigmatico.
“Vedi quella grata. Dietro ci
sono dei piccoli tunnel che collegano tutte le stanze per far circolare meglio
l’aria” spiegò Peter.
“Peter…io…io…ti
adoro!!!!!!” strillò James ringraziandolo
in tutte le lingue del mondo.
Peter era al settimo cielo: finalmente
aveva fatto qualcosa per il suo idolo, finalmente si era reso utile.
Sirius levò
magicamente la grata ed entrò nel canale quadrato seguito da James. Le ragazze non avrebbero avuto
più segreti. Un sogno che si avverava.
Tirandosi spintoni a vicenda,
arrivarono sulla camera delle ragazze. Si fermarono coperti dalla grata; quella
sarebbe stata un’ottima postazione per origliare.
Lily e Amelia erano le uniche due
ragazze presenti e non si erano accorte di niente.
“Lily” cominciò Amy “A te è mai pesato il fatto di essere
babbana?”
Lo stomaco di Sirius
si ribaltò. Era tutta colpa sua se Amy non si
sentiva più a suo agio tra i maghi.
“Affatto…perché?”
“Oggi Black mi ha chiamata
Mezzosangue”
“COSA????”
“Non che m’interessi la
sua opinione, ma se anche gli altri la pensassero come lui?”
“Allora vuol dire che sono degli
stupidi e non sono nemmeno degni di rivolgerti la parola”
“Sei un disastro, Sirius!” gli sussurrò James all’orecchio
dopo aver sentito le parole di Amy.
Sirius
abbassò il capo rendendosi conto di aver sbagliato.
“Etciù!!!!” starnutì Lily contagiando subito anche
Amelia.
“Che palle questa epidemia di
raffreddore” disse questi.
“Non dirmelo”
concordò Lily.
James cominciò a tirare su con
il naso. Sirius lo fissò preoccupato. Era
diventato tutto rosso, aveva gli occhi lucidi e sembrava si stesse trattenendo
dal fare qualcosa.
Intuendo subito cosa stava accadendo,
gli tappò il naso. Qualche
secondo e James fece cenno di star bene. Sirius
mollò la presa. Grossissimo errore. James piantò uno starnuto da Guinnes dei primati. Sirius
abbassò le palpebre terrorizzato. Erano fritti.
Gli occhi di Amelia saettarono sulla
grata. Considerando il fatto che, sebbene fossero a Hogwarts, i pezzi di ferro
di norma non starnutivano, sospettò che qualcuno stesse facendo il furbo
nascondendosi nel condotto di aerazione.
Puntò la bacchetta contro quello. James e Sirius caddero nel
dormitorio poiché si erano sbilanciati
nell’istante in cui la grata
era saltata via.
“TU!!!!!!!”
gridò Lily arrabbiatissima “Pensavo fossi cambiato, invece sei
sempre il solito!”
Dalla sua bacchetta uscirono scintille
di vari colori che andarono a colpire il sedere del ragazzo dandogli piccole
scosse elettriche.
James usò le mani per
proteggersi e corse verso
Sirius era ancora
lì a fissare Amelia. Avrebbe voluto scusarsi ed
dirle che non era stata sua intenzione insultarla in quel modo, ma Lily lo
prese per le spalle e lo scaraventò sulle scale.
Sirius rotolò
per qualche gradino e atterrò con un tonfo sordo sul parquet delle Sala Comune.
Rimase stupito: tutti i suoi compagni
Grifondoro si stavano soffiando il naso freneticamente.
Si ritenne molto fortunato a essere
ancora sano.
“Beh” disse camminando
verso i suoi amici “Pare proprio che io sia immune al raffred…
e…etciù!”
O
no! L’ho preso anch’io….
“Benvenuto nel club,
amico” gli disse James dandogli una pacca sulla spalla.
“Fazzoletto?” Remus gliene porse gentilmente una scatola.
Sirius glielo tolse
in malo modo dalle mano e, gettando un’ultima
occhiataccia verso i tre che lo stavano prendendo in giro, soffiò forte
il naso nel pezzo di carta.