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Autore: Trafalgar Norah    17/09/2012    1 recensioni
Hogwarts, ultimo anno per i Malandrini. Un anno speciale, in particolare per il giovane Black, fatto di cambiamenti e di cose inaspettate.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 1

 

Gli studenti del settimo anno cominciavano ad uscire dall’aula di Divinazione. Lily Evans, per la prima volta in vita sua, era stata la prima a fuggire dalla lezione. Aveva sceso le scale quasi volando e, sempre correndo aveva percorso i corridoi del Castello fino a ritrovarsi di fronte all’ingresso. Si sedette poggiando la schiena contro il muro, cercando di riprendere fiato.

“Lily, che ci fai qui?”

La rossa voltò il capo verso l’amica, che si era appena seduta accanto a lei. “Potter” mormorò col fiatone.

Alyssa alzò gli occhi al cielo: “Ti ha chiesto ancora di uscire? Ti ha detto che sei l’amore della sua vita? Ha parlato di nuovo di matrimonio e figli?”

Lily annuì stancamente: “Mi ha rotto per tutta l’ora di Divinazione… appena la Cooman ha finito sono scappata via, ma lui mi ha seguita, continuando a blaterare… quindi io ho cominciato a correre per levarmelo di torno”

“Sono sette anni che minacci di Schiantarlo o fargli una Fattura… prenditi la soddisfazione, no? Non puoi fare più danni di quelli che ci sono già”

“Non posso Aly, mi farei prendere dai sensi di colpa”

Alyssa soppesò le parole dell’amica, rendendosi conto che aveva ragione: lei non era in grado di fare male ad una mosca, come avrebbe potuto fare del male a Potter? Per quanto lo detestasse, o almeno era quello che sosteneva, non sarebbe mai arrivata a tanto.

“Beh, io non ho nessun problema a farlo”

“Ma non lo farai” protestò Lily.

“Perché?”

“Aly, non si può”

La mora sbuffò, dandole una piccola spinta: a volte l’estrema bontà dell’amica le dava sui nervi. Lily era decisamente troppo gentile, non riusciva a tenere il muso a nessuno, e si scusava anche quando non doveva.

Lil… dico solo che una lezione non guasterebbe”

“James è testardo, non servirà. Dovresti capirlo, siete uguali!”

“Cosa?” esclamò la mora. Era sicura di aver capito bene, ma non poteva credere che l’amica le stesse dicendo una cosa simile.

“Brian Davies, Julian Abbott, Alan Crow… continuo la lista?” chiese Lily con un’occhiata eloquente.

“Che c’entrano loro?”

“Potter non si arrende, e nemmeno tu; nel suo caso, lui non capisce che mai e poi mai avrà possibilità con me, mentre tu non capisci che nella tua vita c’è qualcuno che può darti tutto l’amore che meriti. Ed entrambi non volete ammetterlo” affermò la rossa con decisione.

Tra le due calò il silenzio: Lily sapeva di aver toccato un tasto dolente, ma non si sarebbe mai stancata di fare quel discorso con Alyssa.

La mora evitava di guardarla, tenendo gli occhi bassi. Giocherellava con una ciocca di capelli, come faceva sempre quando era arrabbiata e stava per dire qualcosa che non pensava affatto.

“Aly, quello che è successo non deve…” iniziò Lily, ma fu prontamente interrotta dall’amica.

“Andiamo a pranzo” mormorò alzandosi.

 

James Potter era seduto al tavolo di Grifondoro, assieme a Remus e Peter. Era ormai ora di pranzo, e la Sala Grande si stava riempiendo di studenti.  Ogni tanto James lanciava uno sguardo alla porta, sperando di veder entrare il suo migliore amico, che dopo Trasfigurazione aveva pensato bene di sparire chissà dove, lasciandolo solo con Remus a Storia della Magia.

“Secondo te che fine ha fatto il pulcioso, Rem?”

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo: “Per la millesima volta James, non lo so. Sarà andato a dormire, a farsi qualche ragazza…”

“Che succede Potter, non riesci a stare due minuti senza la tua fidanzatina?” chiese Frank Paciock ridacchiando.

James esibì un’espressione drammatica: “Ebbene sì Frank… ogni  minuto senza di lui è una vera agonia per me”

“Smettila di dire cazzate Ramoso” disse una voce alle sue spalle.

Sirius Black era appena sbucato da chissà dove, e aveva preso posto vicino all’amico. Senza una parola, si era impadronito della pirofila di pasta fumante che si trovava di fronte a lui, e aveva iniziato a riempirsi il piatto, esagerando decisamente con le dosi.

James lo osservò, inarcando un sopracciglio: “Beh?”

“Beh cosa?”

“Dove sei stato? Cos’hai fatto? Chi ti sei fatto? Perché mi hai lasciato solo? Rispondimi cagnaccio!”

“Per prima cosa ho seguito Alyssa Riley giù nelle cucine, abbiamo conversato educatamente, poi ho preso un thè con qualche elfo domestico, progettando di allagare la Sala Comune delle serpi”

James scosse la testa, sapendo che la maggior parte di quel discorso era una grossa balla.

“Si vede come avete conversato educatamente, guarda la sua faccia”

Sirius si sporse leggermente, notando con disappunto che la ragazza era seduta in fondo al tavolo da sola.

“Io non c’entro nulla” disse il ragazzo.

“Ah certo, è ovvio” lo prese in giro James.

Il giovane Black gli lanciò un’occhiataccia, dopodiché si alzò e la raggiunse.

“Mi posso sedere?” domandò, prendendo posto accanto a lei.

“L’hai già fatto”

“Sei arrabbiata per prima? Non ti ho fatto nulla, non capisco perché tu debba comportarti così”

“Non lo sono. Ora puoi lasciarmi in pace?”

Sirius si voltò verso l’amico: “Jamie, avevo ragione io!!” urlò, facendo voltare tutti i presenti nella sala.

“Black, chiudi quella bocca, o almeno riempitela con del cibo”

“Solo dopo che mi avrai detto cosa sta succedendo”

“Black, levati dalle scatole”

“Non ci penso nemmeno”

“Ti ho detto che non sono arrabbiata con te”

“Fin qui ci sono arrivato cara, dispongo di una certa intelligenza. Quello che voglio sapere è perché sei arrabbiata”

“Aspetta e spera Black” detto questo, la ragazza si alzò e corse fuori dalla Sala Grande.

 

“Sirius, non è questo il modo” lo rimproverò Remus, non appena il moro tornò a sedersi con i suoi amici.

“Bene, grande conquistatore, vuoi spiegarmi tu come si fa?” chiese l’altro imbronciato.

Remus alzò gli occhi al cielo.

“Devi parlarle con gentilezza Sirius…”

“Ci sto provando…”

“E mostrarti sinceramente interessato ai suoi sentimenti”

“Cosa stavo facendo prima?”

“Devi mostrarti meno arrogante, farle capire che sei lì per lei e non per aggiungerla alle tue conquiste”

“Rem, ma l’hai vista la scena sì o no?” chiese Sirius spazientito.

“Certo” rispose tranquillamente l’altro “Per questo ti sto facendo questo discorso”

Sirius sgranò gli occhi: non aveva fatto nulla di male! Non era colpa sua se Alyssa aveva sempre le palle girate!

“Senti, quella ragazza ha qualcosa che non va. È sempre arrabbiata, non si fa avvicinare da nessuno e se provi a rivolgerle la parola è capace di ringhiarti contro! Io ci provo a capirla ma…”

“Non ci provi abbastanza” affermò James, assumendo un’aria da saggio.

“Disse colui che dopo sei anni non ha ancora capito un tubo della Evans”

James inarcò un sopracciglio, indeciso se attaccare l’amico o meno, ma Remus gli fece segno di lasciar perdere, e non gli parve il caso di contraddirlo.

“Sirius, James ha ragione. Sei andato da lei, con quella tua aria strafottente e tronfia, e la prima cosa che hai fatto è stata discolparti; poi hai voluto sapere cosa avesse, ma solo per farsi gli affari suoi, non le hai offerto una spalla su cui piangere, e…”

“Ehi, ehi, ehi, frena lupastro, non volevo solo farmi gli affari suoi” protestò, facendo il verso all’amico.

Remus gli lanciò un’occhiata eloquente: se anche le intenzioni di Sirius fossero state delle migliori, il ragazzo non era certo in grado di dimostrarlo. Era abituato a trattare le ragazze come oggetti, le sue conversazioni con una ragazza erano scarse, se non quasi nulle, e limitate ad una sola formula: “Me la dai?”

Chiunque al castello di Hogwarts era a conoscenza del passatempo preferito di Sirius Black, fantasmi e ritratti mobili compresi. Che se ne parlasse bene o male, le sue notti di sesso folle erano sulla bocca di tutti.

Qualunque ragazza sana di mente in quella scuola, avrebbe stretto un patto col diavolo pur di assaporare quel piacere, che veniva descritto come leggendario da coloro che l’avevano provato.

E il moro non poteva fare altro che esserne compiaciuto; per lui non c’era niente di meglio che camminare nei corridoi e sentire le studentesse bisbigliare, passarsi una mano tra i capelli e vederle arrossire, strizzare l’occhio ad una di loro, facendola sciogliere come il ghiaccio al sole.

Sirius Black viveva delle attenzioni che quelle dolci fanciulle riservavano solo a lui, ma che lui non riservava a loro.

Di conseguenza, non era assolutamente capace di far capire ad Alyssa l’interesse che provava nei suoi confronti. Il che, non giocava certo a suo favore.

 

 

 

 

 

 

Ecco il capitolo 1!!! Scusate il ritardo, ma sono sotto esami… disperazione!!!!

Ringrazio chiunque abbia letto il prologo, specialmente Eneria e Kira_Iris!!

Spero che anche questo capitolo vi piaccia,

baci e a presto!!

 

  
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