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Autore: gloriabarilaro    05/10/2012    3 recensioni
Demi è innamorata del suo migliore amico, Josh, un ragazzo bellissimo e piuttosto popolare che, però, preferisce passare con lei il suo tempo; la difende, la protegge, la tratta come una principessa.
Eppure tra loro c'è solo una forte, stupenda amicizia nata una sera dove entrambi avevano perso qualcosa, incoscienti del fatto di averne trovata un'altra.
Qualcosa li lega. Forse le emozioni che provano l'uno per l'altra - come dice Miley, la migliore amica di Demi - o forse qualcosa che sta per tornare; forse, qualcosa che in realtà c'è sempre stato.
E' una storia di una ragazza con qualche problema in più, che piange un po' più spesso. Perché Demi è così fragile, e lo sanno tutti: Miley, Josh, Chelsea, e anche... Selena.
[Avvertimenti: il carattere dei personaggi reali è completamente modificato. Demi non è Demi, è solo un personaggio in cui potreste trovare un po' di me.]
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demi Lovato, Selena Gomez
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.
You're the smile
on my face.
And I ain't
going nowhere.
-J.Bieber, Fall

 

  ‹‹Josh, sono stanca›› mugugnai, rigirandomi nel letto e schiacciando il viso contro il cuscino. Sì, aveva avuto la geniale idea di venirmi a svegliare perché stavo facendo tardi a scuola, diamine.
  ‹‹Abbiamo marinato la scuola la scorsa settimana, DeeDee, non possiamo saltare anche oggi: il preside mi è sembrato chiaro, no?›› mi disse, mentre frugava nel mio armadio e buttava sul mio copri-letto dei vestiti alla rifusa. Ed eccolo che sfoderava un altro dei suoi soprannomi con cui era solito a chiamarmi, e naturalmente, come erano solite le mie guance, arrossirono prendendo la stessa tonalità di colore della fodera del cuscino: rosso fuoco.
  Sbuffai, e scalciai via le coperte calde che mi avvolgevano il corpo: ‹‹Già, e anche la Turner non è stata da meno. Ditemi, perché la scuola esiste! …››
  ‹‹Demi›› mi richiamò Josh, scuotendo leggermente una mano. Lo guardai seccata, soffiandomi una ciocca di capelli che mi era caduta sul viso. Lui ridacchiò divertito, e scosse la testa. ‹‹Ascolta, non sparare cazzate. Sappiamo entrambi quanto ti piaccia studiare: prendi il massimo dei voti in tutte le materie! Quindi, non mi dire che non vuoi andare a scuola, che vorresti che non esistesse. Nessuno ti crede.›› mi rimproverò, chiudendo le ante del mio armadio.
  Feci cadere lo sguardo sui vestiti buttati sul mio letto: un paio di jeans scuri e un maglioncino di filo pesante, grigio chiaro, largo sul collo e sui fianchi, con le maniche lunghe e strette sui polsi. Mi scappò un sorriso: era incredibile il modo in cui Josh azzeccasse perfettamente ciò che volevo mettermi, ogni mattina.
  Mi voltai verso di lui, che ispezionava i vari scaffali della mia scarpiera alla ricerca di un giusto paio di scarpe. Mi alzai e andai verso di lui, alzandomi in punta di piedi per vedere oltre la sua spalla.
  ‹‹Quelle vanno bene›› gli dissi, indicando un paio di Ankle Boots in camoscio dello stesso grigio del maglione con alcune borchie sul tallone. Josh le prese e ne ispezionò il tacco da dodici centimetri, portandoseli davanti al naso. Inarcò un sopracciglio, e si voltò verso di me: ‹‹Da quand’è che ce le hai? Non te le ho mai viste addosso.›› mi chiese.
 ‹‹Non metto i tacchi quando esco con te, rischierei di ammazzarmi da qualche parte›› ridacchiai io, sfilandogli le scarpe dalle mani e facendogli la linguaccia. Lui rise e si avventò su di me, iniziando a farmi il solletico e costringendomi a piegarmi in due dalle risate fino a finire con il sedere a terra in preda a delle convulsioni dalle risate.
  ‹‹Basta… Jo, basta… Lasciami, Josh, facciamo tardi!›› protestai tra una risata e l’altra. Josh scattò di novo in piedi e sorrise: ‹‹Oh, questa è la mia Demi! Muoviti a vestirti, se non sei giù entro dieci minuti ti vengo a prendere!›› mi disse oramai sulla soglia della mia stanza, prima di chiudersi la porta alle spalle.
  Sospirai sognante, alzando lo sguardo verso il soffitto. Dio, quanto lo amo.  
 
  ‹‹Dove si sarà cacciata...›› mormorai, strizzando gli occhi per ispezionare meglio il corridoio. Quello era uno dei momenti in cui odiavo il fatto di essere bassa rispetto ai colonni che erano i miei compagni di scuola, che riuscivano a squadrarmi dall’atto in basso anche quel giorno che indossavo i tacchi.
  E tra quella confusione, non riuscivo a trovare la chioma di Miley e i suoi occhi di cristallo; mi pentì amaramente di aver detto a         Josh che l’avrei trovata da sola, che lui poteva andare tranquillo dai suoi amici. Diamine.
   Mi incamminai timida per il corridoio: magari era davanti al suo armadietto e mi stava aspettando. Cercai di fare piccoli passi per non ticchettare troppo sul pavimento e attirare attenzione, ma il mio sforzo risultò inutile quando sentì una voce stridula che conoscevo fin troppo bene esclamare: ‹‹Ah! Guardate, la Lovato a ritrovato il coraggio di venire a scuola! Ehi Devonne, in quale strano posto sei andata stavolta per sfuggirmi?››
   Mi bloccai all’istante: strinsi i libri al petto chiudendo gli occhi e sospirai rassegnata, consapevole che il giorno che mi si presentava davanti non sarebbe stato così fantastico come me l’ero immaginato mentre salivo sulla macchina di Josh, alla volta della scuola.
   ‹‹Che hai, il gatto ti ha mangiato la lingua? O te la sei mangiata da sola? Sai, non mi stupirebbe affatto...›› esclamò ancora malignamente Chelsea, accompagnata da una risatina generale. Riaprì gli occhi e mi voltai verso quella pettegola, notando un’ennesima volta quanto, anche lei, fosse più alta di me. E gracile. Avrei scommesso tutto quello che avevo che Chelsea soffrisse di anoressia, era molto magra, alta, ciocche dorate e lisce le ricadevano come sempre sulla schiena, i suoi grandi occhi verdi, un po’ a palla, spiccavano sul volto quasi scarno. Dava l’impressione di spezzarsi da un momento all’altro, ma forse ero l’unica a notarlo.
  ‹‹Ti prego Chelsea, oggi proprio no.›› la pregai con un filo di voce, riabbassando lo sguardo sulle mie scarpe. No, non poteva arrivare e rovinarmi una giornata così perfetta. Perché non mi ero puntata meglio per convincere Josh a non andare a scuola?
  ‹‹Cosa, mia piccola Demi? Vuoi dire che oggi non mi aiuterai per il compito di fisica?›› mi disse con finto tono amichevole, affiancandomi. Fece per cingermi la vita con un braccio, ma poi lo bloccò a mezz’aria, come se ci stesse ripensando, e infine lo mise attorno al mio collo con un sorrisino compiaciuto sul volto, mentre altre risate rimbombavano nell’aria.
  ‹‹No...›› dissi con un filo di voce, quasi avessi paura che lei sentisse. Ma a Chelsea McPherson non scappa niente.
  ‹‹Coooooooosa? Ma Demi, tesoro mio, io ho bisogno dei tuoi appunti.›› mi disse, battendo le ciglia piene di mascara. Scossi il capo, e mi scostai da lei, facendo cadere il suo braccio dalla mia spalla.
   ‹‹Allora dammi i tuoi stivaletti.›› scosse le spalle lei, accennando alle mie scarpe con il mento. Guardai le mi adorate Ankle Boots, e poi Chelsea. ‹‹No›› Ebbi il coraggio di dibattere, pentendomene subito dopo. Ributtai lo sguardo a terra, premendomi i libri al petto mentre un esclamazione di stupore generale si diffondeva per tutto il corridoio.
  Chelsea mi guardò con occhi strabuzzati, leggermente basita. Poi un sorriso maligno si fece strada sul suo viso, e ritornò la stessa ragazza snob e molto popolare, nonché capo cheerleader e figlia dell’imprenditore più ricco della città, la stessa ragazza che mi perseguitava da anni.
  ‹‹Vuol dire che la nostra Devonne ha bisogno delle maniere forti›› disse con aria di sufficienza, alzando le sopracciglia. Schioccò le dita, e girò sui tacchi, facendosi strada a testa alta per il corridoio e per la marea delle sue fan, nonostante avesse ricevuto un ‘no’ da una delle sue prede.
  E mentre Logan e Frank, due pezzi grossi della squadra di Rugby della scuola, si accanivano su di me con l’espressione di chi si divertiva solo se vedeva il terrore negli occhi di una persona e la campanella annunciava l’inizio delle lezioni, indietreggiai e mi poggiai con la schiena agli armadietti, per poi scivolare giù, sul pavimento, e nascondere la testa tra le ginocchia. E pensai a quanto avessi bisogno di Josh in quel momento, come un’altra serie smisurata di momenti terribili della mia schifosa vita. 


_______



Il capitolo non mi convince per niente, scusatemi davvero se non è uno dei migliori, ma si sa, la scuola è la scuola, non ti lascia il tempo di perderti anche solo quache minuto per perderti a scrivere anche solo mentalmente delle fan fiction.
In testa mi sta già frullando il prossimo capitolo,e credo che forse quello sarà molto più bello di questo, che non è decisamente uno splendore ma pazienza. So che mi capirete :)
Mi lasciate una recensione? Così, perdirvi se vi piace? mi fareste davvero felice. Un ultima cosa davvero importante:se volete che vi invii un messaggio ogni volta che aggiorno, mettete questa stroia nelle RICORDATE.
Se volete che vi invii un tweet o un dm su twitter con il link del nuovo capitolo, scrivetemi in una recensione il vostro nick eseguitemi su twittah (Sono @kidrauhlspiano)
Grazie per avermi ascoltato, ci vediamo al prossimo capitolo, babes!
Baci,
Glo.

   
 
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