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Autore: lemonade    16/05/2007    2 recensioni
C’erano baci tra loro che rimanevano nell’aria, sospesi in eterno, impigliati nel gioco di equilibrio tra possessore e posseduto.
Baci che Tristin si sarebbe preso a forza se avesse potuto e che invece si ritrovava a provocare per masochismo, perché sapeva già che non sarebbero stati colti.
Baci che Marlon anelava, ma che non arrivavano mai, che lo uccidevano nell’imbarazzo del dover chiedere, del dare gli ordini.
Baci che li vedevano bloccati su fronti opposi e che pure tentavano di emergere, che erano lì da anni, sulle labbra pulsanti e lontane.
Genere: Romantico, Science-fiction, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Alternate Universe (AU), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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every you every me 03

Something Blue

 

Da piccoli il loro colore era sempre stato il verde, per questo ora Marlon ne era nauseato.

La rivoluzione era cominciata quando avevano iniziato a scegliersi i vestiti da soli, quando nessuno li tirava più fuori dall'armadio la sera prima e li appoggiava su una sedia in modo che al mattino loro non perdessero tempo, quando erano diventati "grandi".

E Marlon aveva avvertito benissimo questo cambiamento, inorgogliendosene.

Così tutti i capi che avessero anche una sola sfumatura dell'odiato colore erano stati banditi dalla tavolozza del ragazzo e per cancellarne anche solo il ricordo erano apparse magliette arancioni e camicie bordeaux.

Il rosso. Quello sì che era perfetto per lui. L'aveva detto anche Tristin e per strappargli un commento come questo doveva stargli bene davvero.

Tristin non si era mai occupato di simili sciocchezze, lui non comprava vestiti, non gli piaceva sceglierli, e a sua discolpa si poteva dire che qualsiasi cosa indossasse su di lui prendeva una forma nuova, bellissima ogni volta.

Non era lo stesso per Marlon.

Forse complice quella magrezza artificiosa.

Non brutta o malata, ma finta, stonata in modo piacevole, come quella di un modello anoressico. Artificiosa.

I vestiti sembravano saperlo e gli si arrotolavano addosso, lo avvolgevano come garza, come se volessero abbracciarlo, proteggerlo.

Addosso a Tristin erano solo abiti, perdevano ogni importanza. Era lui che contava, il resto sembrava subordinato a questo.

O gli calzavano a pennello, come una seconda pelle, mettendo in evidenza il suo corpo sottile e tonico, quasi felino, o gli pesavano addosso larghi e distratti, in un modo vagamente sensuale, dandogli quel aria randagia ed ambigua.

Lui se li lasciava scivolare di dosso la sera, come pelli di serpente, e la mattina ci rientrava quasi a forza. Era una tale scocciatura cambiarli: implicava dover arrivare fino all'armadio, guardarci dentro, e scegliere qualcosa che si combinasse in maniera abbastanza decente con qualcos'altro.

Non era quindi così straordinario che vestisse ancora di verde, lui, apparentemente troppo indolente per ribellarsi a qualcosa.

In realtà riteneva quelle questioni mere formalità, cose superficiali ma necessarie, semplici bisogni fisiologici, come mangiare o andare in bagno. Come potevano emozionarlo?

Effettivamente bisognava ammettere anche che Tristin era la classica faccia di bronzo, orribilmente lontano e superiore a qualsiasi cosa.

Una faccia di bronzo terribilmente carina, ma pur sempre di quelle che a volte vorresti prendere a sberle.

Era sempre stato così fin da piccoli, anche quando qualche amica della madre di Marlon si era rivolta a lui con un < Oh, ma che bella bambina! > e Tristin l'aveva guardata alzando un sopracciglio, con un espressione quasi di compatimento, stranamente adulta per la sua età, mentre l'amico si rotolava a terra dal ridere.

Questa era un'altra cosa strana di Tristin: lui non era mai stato veramente bambino, neanche una volta, anche a otto anni era già un adolescente ironico e vagamente seducente, incapace di appassionarsi a qualsiasi cosa, avvolto nella sua aura da bel tenebroso.

Quasi per contrapposizione Marlon sembrava non essere mai cresciuto, nonostante le sue ossa si fossero allungate ed i suoi tratti si fossero fatti più spigolosi, i suoi occhi verdi avevano ancora la stessa luce innocente ed entusiastica dell'infanzia e nel suo carattere era rimasta immutata la capacita di cambiare velocemente idea, di volare da una cosa all'altra, di mentire e di essere sincero con la stessa disarmante purezza, di fare i capricci e di essere leale proprio come lo sarebbe un bambino.

Tristin no, i suoi lineamenti sembravano antichissimi, statici. Femminili quasi, certo, ma come quelli di una donna adulta, non di una ragazzina.  Lui era una sfinge, aveva quel non so che di etnico e non identificabile che lo rendeva bellissimo e sfuggevole.

I capelli neri, un po' lunghi per un ragazzo, lisci come seta, gli sfioravano le guance con movimenti fluidi, quasi liquidi ed aveva occhi dello stesso colore di Marlon, ma satanici e sornioni, sempre sul punto di chiudersi. Le labbra invece erano piene, morbide, da mordere, non era possibile osservarle troppo a lungo senza trovarsi inevitabilmente a pensare al sesso ed allora sorridevano senza pietà, mostrando i denti quasi fossero zanne.

Il viso era un ovale perfetto, la linea della mascella scendeva dolce e regolare, senza sorprese sulla sua pelle dorata, scurita da quella che sembrava un'abbronzatura perenne mentre era solo la sua carnagione naturale.

La stessa che faceva sembrare Marlon accanto a lui ancora più pallido e roseo, più ordinario sebbene neanche lui lo fosse, si trattava semplicemente di un fascino diverso, più duro ed affilato, più uomo.

Oltre al colore degli occhi dunque, l'unica altra cosa che avessero in comune era, ironia della sorte, la taglia dei vestiti.

Questo aveva cementato una specie di catena di montaggio in cui Marlon comprava abiti che gli piacevano e che stavano bene a lui, poi inevitabilmente se ne stufava e finivano da Tristin, che non se ne lamentava mai.

Per questo motivo quando il ragazzo dai capelli castani entrò come una furia nella stanza e guardando l'amico ordinò serissimo < Spogliati. > l'unica reazione dell'altro fu di corrugare lievemente le sopracciglia prima di obbedire.

Poi gli tirò una maglia.

Una maglia blu petrolio, con ancora il cartellino del prezzo attaccato.

< è nuova. > constatò il moro, rigirandosela fra le mani, preferiva decisamente gli abiti smessi dell'amico, avevano sempre quel odore familiare di casa e di bucato.

< Non ti fare illusioni, - sbuffò Marlon, incrociando sul petto le braccia magre - l'ho comprata per sbaglio. >

Tristin la indossò e subito la sentì sua, allungò le maniche sulle mani ed infilò i pollici nell'apposito foro, prima di ravviarsi i capelli e continuare a sbirciarla, quasi imbarazzato.

< Bhe? >  chiese, aspettando di sentirsi dire qualcosa come "Sì, quel colore fa proprio schifo." o "Va bene, toglitela!". Marlon a volte aveva bisogno di vedere i propri vestiti addosso a lui, per ignoti motivi, dopodiché o li adorava o li riportava direttamente al negozio.

Pensò che quella maglia era veramente troppo bella per essere rispedita al mittente, ma che forse era un po' smorta per gli standard dell'amico ed i tribal grigi che spuntavano dal fondo non avrebbero certo perorato la causa.

L'altro lo guardò per qualche secondo, poi si avvicinò a lui e con un gesto secco strappo il cartellino.

< La tieni? > s'informò Tristin senza mostrarsi molto interessato.

< La tieni tu! - esclamò, poi aggiunse, come se ci avesse improvvisamente ripensato - è in prestito. >

Il moro si grattò un braccio e si ravviò nuovamente una ciocca di capelli che gli era scivolata sul viso, cercando di abituarsi a quella sensazione strana. Gli piaceva anche così, stranamente azzeccata sopra i pantaloni sformati di una vecchia tuta ed i piedi scalzi, come sempre quando era a casa.

< Che c'è, che non va? > sbottò spazientito Marlon, che non aveva ancora smesso di studiarlo.

< Niente, solo. - gli somigliava, gli somigliava troppo, semplice ma con quel qualcosa di dark ed evanescente che tutti gli avevano sempre attribuito. - . è blu. >

< eh?! - ci rimase l'altro - Non ti piace il blu? >

< No, non è questo. Mi piace. > miagolò l'altro, con quel tono per nulla convinto che lo faceva imbestialire.

< Ma? > incalzò.

< No, niente ma. - cercò di rassegnarsi e sembrare sicuro Tristin - Mi piace. Punto. >

< Bene, amico. - disse allora Marlon, avvicinandosi con un sorriso fino a poggiargli una mano sulla spalla - Perché te lo devo proprio dire. Il verde mi ha rotto anche addosso a te! >

Il moro stese le labbra in un sorriso canzonatorio e scosse lievemente la testa, ma si sarebbe potuto abituare agli abiti nuovi.

 

 

 

 

***

Non so perchè, ma questa storia dei vestiti mi piace parecchio. O_ò

Premettendo che non sono una patita di moda, riconosco cmq il fascino di scambiarsi i vestiti con gli amici, di consigliarsi a vicenda, di pensare "ehi! quella è proprio da lui!", e di essere gelosi quando si vede una propria maglietta stare mille volte meglio addosso ad un altro, non solo per via del fisico, ma anche del modo di portarli.

Mi piace analizzare anche questo genere di cose, così pensavo che se vi viene qualche idea in proposito (a quei pochi temerari che sono arrivati fin qui), potete dirmela ed io cercherò di trasformarla in un altro episodio (ho notato che in altre raccolte va di moda fare richieste, per esempio sulle coppie di naruto.)

Per quanto riguarda la situazione "Oh, ma che bella bambina!" è praticamente un tributo "Beating out of time", della meravigliosa Elrohir. *__*

(dato che all'inizio questo testo non era pensato per la pubblicazione non ho visto niente di male nel lasciarlo, tanto più che sono meno di due righe, ma nel caso infastidisca qualcuno non mi farò problemi a toglierlo. )

Purtroppo in questo periodo, un po' per la maturità, un po' per il pc e la connessione che vanno a farfalle, non sempre ho il tempo di scrivere o pubblicare (quando invece ce l'ho, manca l'ispirazione >.< ) quindi i miei aggiornamenti non saranno mai regolari.

 

Ma passiamo alle recensione che, anche se poche, mi hanno fatto moltissimo piacere:

Whity: non ti preoccupare ^^' gli studi già scritti verranno sicuramente pubblicati e cmq non basta una fiction con poche recensioni a farmi passare la voglia di scrivere, che c'è ed è tanta ;) , solo che fa piacere vedere il proprio lavoro apprezzato, o quanto meno preso in considerazione >.< ...

Va beh! Grazie per il commento, spero che ti sia piaciuta e che continuerai a leggere ^__^

Killer: sono feliche che idea e stile ti piacciano, per quanto riguarda la lunghezza dei "capitoli" non posso promettere nulla, perchè il primo era un prologo mentre il secondo è stato tagliato... questo era più o meno di 2 pag, il prossimo sarà ancora di 2 e quello dopo di 4 (anche se lì effettivamente credo di aver allungato un po' troppo... lascerò al tuo giudizio! ;) )

So che è abbastanza snervante leggere capitoli che finiscono prima di cominciare (infatti x me la lunghezza standard di capitolo di solito sono 7pag) ma in questo periodo sono un po' svuotata e quindi mi vengono cose abbastanza brevi... sorry ç_ç

Se ti va di leggere qualcosa di più sostanzioso prova "Bacini&Rock'n'Roll", l'altra mia storia. So che è abbastanza squallido farsi pubblicità da sola, ma la considero un po' il mio masterpiece XD e quindi se ti sono piaciuti questi frammenti ti piacerà di sicuro anche quella ^__^

Rugerfred: Beh, grazie ^^ anche a me cmq non dispiaccione le shojo ai, ma ci tengo a farti sapere che una ragazza alta uno e 60 non è poi così tappa ( potere dell'autoconvinzione! °__°)

No dai, a parta gli scherzi, mi fa molto piacere che tu abbia letto qualcosa di mio, anche se questa non è proprio la cosa migliore che ho scritto.

Seconda cosa: sei l'amico di Jesus che giocava a ragnarok con noi? In tal caso sono contenta di averti rincontrato di nuovo nell'infinito spazio della rete (una volta è un conto, ma due è da pazzi! XD)... Io ero Effi, (priest), Dora (sniper), Talula (sinx) ed un altra decina di pg ^^''

Jesus: Lemmy? cos'è tutta questa confidenza? ù_ù... io non ho mai abbreviato il tuo nick!

Sì... Ok... magari l'ho fatto... ma è solo perchè è lunghissimo, mica posso scriverlo per esteso ogni volta, nessuno mi ridarà mai il tempo perso a digitare tutte quelle lettere... >.<

Hai visto chi mi ha recensito? Non è un tuo amico? (e fu così che scoprii di aver sbagliato completamente persona... w le figure di merda!)

x quanto riguarda la long-shot di Paradise, sono bloccata nel solito calo di ispirazione dovuto un po' al casino quotidiano, quindi se riuscirò la riprenderò in mano più avanti, in un momento di calma, ma per ora non mi va di pubblicare qualcosaltro che rimarrà lì fermo ad oltranza. Accontentati degli studi! XP

 

Grazie a tutti per aver letto, lasciatemi un commentino se vi va ^.^

*baci*

Lem

  
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