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Autore: aKifer    03/06/2007    21 recensioni
Hermione ha cambiato vita, ha chiuso con la magia. Hermione è una prostituta.
E Draco, casualmente, si presenta sotto forma di cliente.
Incominciò con la paura, paura e piacere e una sgomenta curiosità di ciò che sarebbe accaduto. Mann.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 3




-Morality is a private and expensive luxury -Henry Adams.


-La moralità è un lusso privato e costoso.-Henry Adams.








-Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia, chi non rischia
e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.-

Ode alla vita, Pablo Neruda.









Incominciò con la paura, paura e piacere e una sgomenta curiosità di ciò che sarebbe accaduto. (*)
E proseguì con la stessa insana curiosità.

Draco Malfoy voleva capire come, una ragazza come Hermione Granger, fosse finita in un posto come quello.

Ciò che non capiva è che non conta come, ma perchè.
E' che la vita sta in piedi, a volte, per caso.
E quella di Hermione, era piuttosto in ginocchio.


*** *** ***


Draco Malfoy è nuovamente lì.
Due incontri in poche sere. Ben oltre la sopportazione di Hermione.

Sebbene,
Ora sia tutto così
Diverso.

Lui la nota casualmente.
Il biondo ha una sigarette tra i denti e il sorriso -ghigno- sulle labbra. Si passa una mano tra i capelli nel modo più osceno in cui riesce consapevolmente a farlo. Lentamente i suoi piedi lo conducono da lei, al rallentatore. Hermione non vuole fermare il tempo, non prova il puerile entusiastico desiderio che quell’istante si protenda all'infinito. Hermione non vuole fermare il tempo, vuole fermare Draco.
Perché il suo arrivo è inappropriato e fuori luogo.


-Non farò sesso con te-

Lo liquida rapida.
Certo, scopa a pagamento con chiunque sia disposto. E disponga della somma sufficiente. Ma ciò non la rende una prostituta, insomma, solo se lo si cerca sul Dizionario. Lentamente, per quattro anni Hermione ha represso piccole parti di se stessa, pur di sopravvivere.

Pur di dimenticare.
Ma interiormente Hermione Jane Granger rimane Hermione Jane Granger. Il suo orgoglio non si può comprare.

E fare sesso con Malfoy amplificherebbe la piccola voce che le grida con forza: sporca, sporca…Il punto, pensa , è che lei ha ancora una morale. E non importa quante volte dovrà dire: -Non farò sesso con te Draco Malfoy-
perchè lo ripeterà all'infinito, pur di non perdere quel poco di se stessa che le è rimasto.

-Non ti ho chiesto di fare sesso con me, egocentrica mezzosangue.-

Il punto, pensa Draco Malfoy, è che Hermione è inafferrabile. Lo è sempre stata, fin dai tempi di Hogwarts. Indifferente e sprezzante nei suoi confronti. Forse l'unica. Insomma la preda perfetta per il suo orgoglio.
E non importa quante volte dovrà ripetere:

-Vuoi fare sesso con me, Granger?-

Perchè lo ripeterà all'infinito, pur di ottemperare tale nobile scopo.

- Non farmi sembrare un Anafora vivente Malfoy. Non farò sesso con te. Mai e poi Mai.-

-...-

-In assoluto.-

-...-

-No.-

-Adoro le donne che mentono.-


-Sei cambiato Malfoy.- osserva Hermione, ed è vero. Sembra più, Uh, tranquillo. Tranquillo e perso. Come se non avesse più niente contro cui combattere, ma nemmeno niente per cui combattere. Rassegnato all'oblio.

-Be' sai...non sono l'unico- dice l'uomo, lanciandole un occhiata di sbieco.

-Malfoy ti trovo...Repellente. Si, repellente è il termine giusto, Repellente ed agghiacciante.-

- E' solo sesso, Dio Merlino-

L'occhiata di Hermione è esemplare ed esplicita.

-Posso offrirti un caffé?-

-No.-

-E' solo un caffé, Dio Merlino.-

*** *** ***

Le basta sentire Draco ordinare le bevande -un cappuccino ed un espresso, agitato, non mescolato-, per farla assalire da un ondata d'indescrivibile pentimento. Non avrebbe dovuto accettare. Certo la sua insistenza, era stata altamente lodevole.
E poi, poi è entrato in gioco il suo più terribile vizio:

Curiosità.

Forse è curiosa (poco, pochissimo, Molto) di scoprire cosa sia quel uomo intento a pagare l'ordinazione alla cassa. Perchè quel biondo griffato non sembra neanche all'apparenza il Draco Malfoy che aveva imparato a detestare. Ma ormai non c'è solo che il ricordo di quei tempi. Quei quattro anni fanno sembrare Hogwarts secoli indietro. E in fondo, lui non le aveva mai suscitato nient'altro che pietà. Così arrogante, così solo.

Sembra aver perso il suo costante atteggiamento bellico.


Draco la osserva dal bancone e trova che Hermione sia perfetta. Perfetta per adempire al compito assegnatogli dal suo analista qualche seduta prima: Meno sesso...Drasticamente meno sesso,- perchè lei, signor Malfoy, ha un problema a tenere a freno la sua libidine, ed è, anzi, solito usarla come sfogo. Ha bisogno di fare un primo importante passo. Che non la conduca verso la camera da letto.-

E finché sarà seduto con lei è certo che, per ora, non ci sarà sesso. Soltanto caffé.

Patetico.

-
Il tuo cappuccino.-

-Mh.-

-...-

-
Avanti.-

-Cosa?-

-Chiedilo.-

-Giuro che non capisco a cos-

-So che stai morendo dalla voglia di chiederlo.-

-Non c'è assolutamente nulla da chiedere-

-Mh.-

-...-

-...-

-Come sei diventata una prostituta?-

-Questo, Draco Malfoy, non lo saprai mai.-

*** *** ***




Il caffé è ormai andato.
Così come la Burrobirra.
Così come il Whisky Incendiario.

Non che nessuno dei due sia ubriaco, ma seppur in piccole dosi, l'alcol scoglie molti nodi, delle volte inibitori. Tutto quello che sembrava così strano prima (Hermione Granger e Draco Malfoy seduti allo stesso tavolo) ora è quasi abitudinario. Hermione sente che potrebbe farlo più spesso. Non è poi così fastidioso, quando sta zitto, ovviamente.
Draco gioca con il cucchiaino dell'espresso, abbandonato sul tavolo. Presta attenzione a come l'acciaio colpisca il legno, ai suoi rimbalzi, al suo rumore. E contemporaneamente ascolta e studia Hermione.

- Come sei finito qua dentro Malfoy?-

- Mh?-

-Ad Edkins Street...tra prostituite...Sei uno degli scapoli più ricercati di Londra...Per Diana, ti escono soldi da ogni buco!-

-Oh, certo! di sicuro tra le svolte che hanno preso le nostre vite, la mia è quella più improbabile-

-E' un implicita domanda?.-

-Come siamo acuti.-

-Come siamo curiosi.-

-Mh. Suppongo che sia perchè i soldi non sono tutto.- risponde Malfoy improvvisamente, senza il minimo nesso logico.

-Poetico.-

-Ti ho già detto cosa crede il mio analista, no?-

-E tu cosa credi?-

-Credo, Beh, credo che lui abbia ragione-

Carenze affettive.

-Vogliamo parlare della tua infanzia, signor Malfoy?-

-No.-

-Nemmeno di sua madre?-

-No.-

-E di suo padre invece?-



Hermione punta i suoi occhi nocciola su di lui, come li aveva puntati sui libri a suo tempo. Cercando di leggerlo. Hermione gioca con la sua cultura letteraria e decide che Malfoy, se fosse un libro, sarebbe stato scritto da Chuck Palahniuk.

*** *** ***

Sono fuori dal locale, nell'aria insipida, fredda e amica della notte. Draco si è galantemente offerto di riaccompagnarla al palo. E così percorrono la strada insieme. Osceni allo sguardo, per le calze a rete di lei e la camicia di lui, che reca ancora i segni di una dura lotta con le labbra di una donna.
Hermione lascia che sia il silenzio a parlare al posto suo.
E Draco, beh, Draco non è mai stato un maestro della dialettica.

Ed il palo, che aveva continuato inesorabile ad avvicinarsi, li raggiunge. Ora attende illuminato, reclamando Hermione. Come la Mercedes reclama Draco.

-...-

-Non vuoi, vero, venire a let-

-No.-

-Tanto per sapere.-

-No.-

Draco è soddisfatto della risposta e sorride.

- Beh...allora.-

-Addio, Malfoy-

-A domani Granger- dice Malfoy si avvia verso la macchina.

*** *** ***



-Signor Potter, c'è una persona che le vorrebbe parlare.-

Harry James Potter si concede il tempo per finire una lettera. Brevemente abbozza un "cordiali saluti" e sigla il foglio col suo nome. Pulisce gli occhiali con l'estremità della cravatta, prima d'inforcali nuovamente sul naso.
E' provato e stanco dal suo lavoro d'ufficio. Ci sono giorni in cui arriva dannatamente ad odiarlo, desiderando semplicemente di andarsene. Ma non l'ha mai lasciato. La parte più umile di lui non ammetterebbe mai quanto adori quella posizione di prestigio e l'avere una segretaria personale ed il titolo del quale può vantarsi: Harry James Potter, Capo del Consiglio Esecutivo Auror.

Suona così maledettamente bene.

Si schiarisce la gola e pigiando sul tasto "On" del citofono, risponde alla donna in attesa:

-Falla entrare.-

Le imponenti porte dell'ufficio si aprono, lasciandogli intravedere il mondo al di là da esse, colorato e vivo. Ed Harry è desolato dalla montagna di scartoffie che lo separa da esso.

-Potter.-

-Uhm-

Dice Harry e sembra quasi un "Uhm" di puro dolore. Ha imparato ad accettare, a convivere ed addirittura -ma non ammetterà mai neppure questo- ad amare quella persona, ma ci sono momenti, e questo è uno di quelli, dove preferirebbe chiudersi in una stanza con un venditore porta a porta, piuttosto che avere a che fare con lui. Draco Malfoy, dal canto suo, sembra particolarmente vivace, mentre sprofonda su una sedia che protesta cigolando.

-Non ci crederai mai, Potter-

-Uhm.-

-Ho incontrato una donna.- Harry leva gli occhi al cielo. E' particolarmente annoiato dell'intera giornata e l'ultima cosa che vuole è Draco Malfoy, nel Suo ufficio, a dirgli "non crederai mai che ho incontrato una donna.", come se tutte le bellissime creature che Draco aveva portato alle cene del venerdì a casa Potter si fossero rivelate transessuali.

-Non mi dire, Malfoy...Com'è a letto?-chiede, decisamente ironico.

-Ah- Draco si porta una mano al cuore. -Mi ferisci Potter! Non me la sono portata a letto.-

Harry solleva gli occhi dalla scrivania, dove gli aveva tenuti con ostinazione per numerosi minuti, sperando che ignorandolo, Draco sarebbe semplicemente sparito in un "Puff" d'illogicità. Le uniche donne con cui Malfoy non aveva ancora condiviso le coperte erano sua madre e la segretaria di Harry, che il ragazzo aveva accuratamente scelto anziana e rotonda.

-Sei diventato gay?-
chiede, e non può evitare di scostare appena la sedia.
-Dio Merlino, No!-

-Allora sono attonito e molto sollevato.-

-E' la Granger...- aggiunge Draco con nonchalance.

-Come?-

-Ho incontrato la Granger.-

E Harry si sente cadere dalla sedia.

*** *** ***





-Hermione.-

Lei sobbalza. Perchè sebbene Draco sia il solo a saperla qui, il solo a sapere il suo vero nome, questa non è la sua voce. E' meno roca, quasi dolce. Eppure c'è una nota esasperata in essa. Hermione sente il cuore mancarle un battito. E una crescente paura s'impadronisce di lei. Alle sue spalle, potrebbe esserci il suo peggiore incubo. Ed ha paura di voltarsi.

-Hermione.-

ripete la voce, la sua voce. E' una voce stanca, grave, provata. Al contempo Giudice e Imputato. Perchè lui si sente colpevole di averla lasciata cadere. Lei sente il suo respiro. Saranno distanti metri, ma lo sente. E' nasale e marcato. E pieno di dolore. Soffocato dalla situazione.
Così, lentamente, muove il piede sinistro, ruota le spalle, gira il bacino. Lentamente si volta.

L'uomo, perchè la guerra lo ha reso adulto prematuramente, si stringe in un cappotto nero ebano, Armani. Le sue spalle sono imponenti, le mani grandi e, riesce ad immaginare Hermione, ruvide. Mani da uomo. Pure i capelli, i suoi capelli, suoi e solo suoi, sono diversi, più corti. Gli occhi cerbiatti di Hermione incontrano quelli dell'uomo. E le viene da piangere. Perchè quelli, sono occhi diversi.
Ed Hermione capisce.

Harry James Potter non è più lo stesso.

- Ah- mormora. Ed è la cosa più intelligente che riesca a dire. "Ah" pensa Hermione è praticamente perfetto.

Harry avanza un piede, avanza un passo. E lei automaticamente indietreggia.
Perchè è tutto sbagliato, dannatamente sbagliato. Lui non dovrebbe essere lì. Non dovrebbe vederla. Non così, non così in basso.


Harry è avanzato ancora, mosso dall'incontrollabile nostalgia dell'affetto. La schiena di Hermione batte, vivamente, contro il palo, il suo palo, che ora è un ostacolo nella grande fuga da lui. Scuote la testa e cerca di respingerlo a parole.


Ma lui la cinge.
Le sue mani che si aggrappano alla schiena di lei, fino a farle male, unghie nella carne. La stringe perchè ha bisogno di sentirla lì, viva e presente. La stringe quanto più riesce, nella paura che lei sparisca di nuovo. La stringe come voleva fare da anni, occhi lucidi e mani tremanti. Affonda il volto nei suoi capelli, castani ramati rossi, unici di Hermione Jane Granger . Lei sente i fremiti di lui, il suo fiato interrotto da singhiozzi. Lei sente tutto, tramite qualcosa che si maschera da abbraccio, ma in realtà è molto di più.

-No!- mormora e i suoi esili polsi si imputano contro il petto di lui, spingendolo indietro.

-No-. ripete Hermione, in un puro, irrazionale dolore. Non dovrebbe abbracciarla. Lui, lui non dovrebbe volerla abbracciare. Perchè lei, di fronte allo smascherante affetto di Harry, si sente colpevole di essere una prostituta.

- No...tu.- le sue guance si tingono di rosso.- Vattene, Harry, vattene.-

Harry non la lascia andare, non la lascerà più andare. La stringe con più forza, ignorando Hermione e qualsiasi tipo di dialettica. Ignorando i pugni di lei sul petto di lui.

- Vattene.- la voce di Hermione è incrinata da singulti e lacrime e pianto..- Vattene, vattene, dannazione, Vattene.-

Perchè ogni secondo che Harry l'abbraccia qualcosa in Hermione muore.
O forse si risveglia. E più è lungo il contatto più lei è scossa nel profondo. Più la voce che grida Puttana si fa forte e insistente e odiosa. Di fronte a lui non può più fare finta. Fare finta che il suo sia solo un lavoro, fare finta che sia stata la scelta più logica, fare finta che la donna in quei vestiti sia la solita Hermione Jane Granger.

Vergogna.

Perchè finalmente capisce, che tra tutti, lui Harry James Potter non doveva vederla così.

Così cambiata.

*** *** ***



Crack.

Draco solleva lo sguardo e vede Harry.
E' lì, in piedi, in una perfetta simmetria col resto dell'appartamento. Non si chiede che diavolo ci faccia Potter a casa sua, ad un increscioso orario notturno. Non lo chiede perchè lo sa. Sapeva che avrebbe incontrato Hermione. Sapeva che sarebbe arrivato, per questo è ancora sveglio, mentre il suo orologio segna le tre del mattino.

-Potter.- dice, dal suo angolo del divano, birra in una mano, sigaretta nell'altro. E quel Potter suona così comprensivo e vicino.

-L'ho vista.- dice Harry con frustrazione e la reminescenza della lacrime, perché solo a parlarne la voce diventa roca e gli occhi lucidi.

-...-

-E' una puttana, Malfoy! Una puttana!- dice e Draco vorrebbe fermargli le mani, prima che le unghie raggiungano l'osso del cranio.


-CAZZO!- grida Harry e colpisce il muro con le nocche, ora livide e rosse. -Cazzo! Cazzo!- ogni parola scandita da un colpo.


-CAZZO!- Harry vuole solo sdraiarsi, vuole solo che qualcuno lo abbracci e lo culli, (possibilmente non Draco), dicendogli che tutto va bene, che quella Hermione non era la sua Hermione. Che in realtà non è mai cambiata, non si è venduta. Ma sopratutto che non lo ha realmente cacciato. Perchè è quello che ha fatto. Ha puntato due occhi imploranti, spaventati, feriti su di lui ed è rimasta in silenzio e singhiozzi.
Ed Harry ha capito di doversene andare.

Che non c'era posto per lui, nella vita di lei.

-Non è cambiata.- dice Draco che è un ottimo Legimens.

-ZITTO!- grida Harry.


-Harry.-
Ripete Draco lentamente, lasciando cadere la lattina vuota sul divano.-Non è cambiata.- e lo crede sul serio. Perchè lui, in lei, ha visto la stessa forza che inconsciamente invidiava ad Hogwarts.

-Vado a prenderla.- dice.


Crack.

*** *** ***


E' buio, dannatamente buio.
La luce del lampione non basta più ad illuminarle la vita.
E' buio e la notte non è più amica, ma fredda e immensa e indifferente.
Hermione si è rannicchiata su se stessa, posizione fetale. Abbracciando le sue ginocchia. Ha smesso di piangere, ma il bruciore degli occhi è ancora vivo.

Crack.


Draco Malfoy abbassa lo sguardo su di lei. Così debole, così fragile. Le va incontro, mano che desidera posarsi sulla sua spalla. Ma solo quando la chiama -Granger-, Hemione alza finalmente la testa. E nei suoi occhi c'è solo rabbia.

-Perché glielo hai detto?!- grida, alzandosi in piedi e spintonando il biondo.

-Cosa?!-

-Perché lo hai fatto?! Perchè ad Harry-

-Lui.non.doveva.vedermi.così.- puerilmente Hermione fa erronei collegamenti. E' colpa di Draco. E' tutta colpa di Draco se è infine costretta a fronteggiare l'entità del suo lavoro. Se ha realizzato che ogni notte, per soldi, ha venduto pezzi di se stessa. Se finalmente, di fronte ad Harry, ha provato vergogna.


-E' il tuo migliore amico, dannazione.- si difende Draco, non tanto sulla difensiva, quanto sull'offensiva.

-Tu mi fai schifo.- grida Hermione, vomitando su di lui tutta la sua frustrazione. -Sei malato. Ma.La.To. Provi piacere nell'essere odiato e nel distruggere le persone. Sei…disgustoso.-

-Piantala.- minaccia Draco, spingendola indietro a sua volta, in un inaspettato scatto d'ira.-Chiudi quella cazzo di bocca. Okay, Granger?-

Hermione è stupita ed interdetta. Quello era il suo momento, il suo momento di essere giustamente turbata. Di gridare, piangere, odiare; quella rabbia doveva essere puramente sua. Ma imprevedibilmente Draco sembra condividerla.


-Non me ne frega un cazzo di come ti senti. Smettila di essere così egoista, Per merlino. E pensa a Harry. Pensava che tu fossi morta! O peggio. Hai passato quattro anni a dimenticare, ma per lui l'ossessione di trovarti cresceva. Harry si sente responsabile, Granger.

- Dannazione.- impreca ad alta voce Draco. -Io l'ho visto piangere. E non è un bello spettacolo. Quindi ora apri la tua piccola testolina da Caposcuola e ascoltami bene: non me ne frega un cazzo di farti soffrire per puro divertimento, non ruota tutto intorno a te. Si tratta di Harry, cazzo, solo di Harry. E dello spettro di un amicizia che ancora lo ossessiona.-

Hermione schiude le labbra, nella perfetta esaltazione dell'incredulità. Senza parole. Per tutto, (troppo) quello che ha sentito. E le domande che la sommergono rimangono intrappolate nei polmoni, mentre colpa e consapevolezza si fanno più forti e presenti. Hermione appoggia la schiena al palo e si lascia scivolare sull'asfalto, per la seconda volta in poche ore. Nuovamente spiazzata.

- E, Merlino Santo, Granger! Harry si è sposato, sta per avere un figlio. Vuoi veramente perderti la nascita di Lily? Non pensi di essere mancata troppo a lungo? - continua Draco con più insistenza.

-Io…- Hermione affonda la testa tra le mani e si sforza di pensare. Di reprimere quel caotico susseguirsi di emozioni e riottenere la sua caratteristica razionalità. -Si è sposato?- chiede infine, con una flebile pallida voce.

-Si è sposato.- ripete Draco, il tono più tenue.

-Malfoy...Perché, mi dici tutto questo?- Chiede infine Hermione. Ed è la domanda più inappropriata ed insignificante che potesse trovare. Ma la più insistente che ha trovato, davanti ad un accalorato Draco Malfoy.

-Perchè? Merlino! Granger, che diavolo di domanda è? Oh, dannazione. Se osi dirlo allo sfregiato ti maledico, intensi? Dio, uh. Io…gli voglio bene. A Harry, insomma, beh a Potter. Non ho voglia che...uh, soffra ancora.-

 

Hermione è basita, piacevolmente sorpresa. Quasi addolcita dall'imbarazzo di lui.

-Non sono Gay.- specifica Malfoy, fraintendendo il silenzio.

-Ah-

-Granger?-

-Mh?-

-Passo a prenderti Venerdì. Ti porto a cena dai Potter.-

-Io...io non so se ne sono capace.- mormora con difficoltà Hermione, per la prima volta in vita sua rassegnata in partenza.

-...-

-Non so se...riuscirò a rivederlo. Io, Dio, insomma guardarmi. Sono una ...puttana, Malfoy. Non mi riconosco nemmeno, come posso affrontare Harry?- Harry e la sua delusione.

-Questo è ridicolo.- sbotta Draco improvvisamente.
Lei solleva la testa e, palesemente perplessa, lo interroga con gli occhi.
Draco espira con sufficienza, si avvicina e con senile attenzione si siede accanto a lei. Osservandola senza veli dice.

- A me sembri la stessa arrogante, spocchiosa, irriverente Hermione Jane Granger.-

-Perché tu mi conoscevi estremamente bene.- sbotta lei sarcastica.

-Abbastanza.- ammette Draco, accendendo una sigaretta, nel tentativo di palesare noncuranza. E di dare meno peso alle sue parole. -Ti ho sempre osservato. Ad Hogwarts, sai?-

-Non capisco.- dice Hermione ed effettivamente non ha ancora capito nulla. Il che è raro e frustrante

-Be'. Tu, Voi, avevate tutto. Buoni amici e una famiglia. Forse vi invidiavo...FORse-.

Ed Hermione sussulta.
Internamente grata. Vorrebbe abbracciarlo, ma rimane comunque...beh, Malfoy. Però, inaspettatamente, è quel Malfoy che le ha fatto dimenticare la rabbia l'angoscia e l'ha inconsciamente tranquillizzata. E' quel Malfoy che seduto accanto a lei, sprofonda nell'imbarazzo.

-Draco.- Dice e il nome di lui suona improvvisamente così dolce e sentito. E si trasforma dal mezzo scelto dal padre per incutere timore, in qualcosa di commovente. Si trasforma in un richiamo. Il profondo dolce amaro richiamo di Hermione. Un cercarsi negli animi. E' qualcosa che va diretto a cuore, pensa lui, il mio nome va diretto al cuore, quando lo pronuncia lei.

-Draco.- ripete guardando gli occhi grigi, che un Malfoy sorpreso ha appena sollevato dall'asfalto. -Grazie.-

Draco scatta in piedi.
Le donne sono una razza senza fede, ha sempre pensato, per questo non mi innamorerò mai. Ora, però, nella via delle puttane, Hermione sorride, dice il suo nome e dice "Grazie". E Draco non può far altro che arretrare confuso. Perchè, Merlino, nessuno gli ha mai detto un "Grazie" così. Credendoci davvero.

-Devo andare.- dice con troppa fretta, spaventato dalla piega che quella conversazione potrebbe prendere.

-Io, tu. Tieniti libera Venerdì- dice, mentre si allontana camminando all'indietro verso la macchina.

Hermione sbuffa sufficiente e si appresta a ripete: -Non farò ses-

-No, Merlino, NO.- interviene Draco, impedendole di terminare la frase. Terribilmente spaventato dalla possibilità di volerlo davvero. E non solo la parte del sesso: ma anche il risveglio e i baci sotto le coperte e la colazione condivisa. E' spaventato dalla possibilità di desiderare tutto. Tutto di Hermione.

-Per la cena a casa dei Potter, ovvio.-

-Io non-

-Passo alle sei-

-Non ho niente.-

-Cosa?- sbotta Draco, desideroso di lasciare la barca, per navigare in acque più tranquille.

-Non ho niente da mettermi.-

-Ah. Beh. Non ti preoccupare. Sono pieno di vestiti da donna.-

Hermione solleva un sopracciglio e Draco si corregge prontamente. -Di mia madre. Vestiti di mia madre...Non sono Gay.- Specifica per la terza volta nell'arco di una giornata. Decisamente troppe per non intaccare la sua virilità.

-Io amo Harry James Potter.- lo sbeffeggia Hermione, rievocando il suo discorso appena conclusosi.

-Non ho detto quello, dannazione.-

-Harry. Potter.- Continua la ragazza, con lo stesso tono con cui da bambina pronunciava: Principe. Azzurro.

-Ci si vede Venerdì, Granger- taglia corto Draco, decisamente frustrato.

-A venerdì, carA-


E prima di poter rendersene conto, le labbra di Hermione si schiudono in un sorriso.









Note Dell'autrice:

*Liberamente tratto da "Morte a Venezia" di Mann.




Uhm, difficile descrivere il terzo capitolo..
Ci sono momenti in cui mi dispiace di non essere così brava a scrivere. In cui mi sento frustrata dal non poter esprimere a pieno i sentimenti dei protagonisti. Ci sono momenti che mi sembrano, logorroici? Però, ogni tanto, c'è una piccola frase, un breve periodo, che mi fa sorride pensare di poter migliorare. Andare oltre. E che questo capitolo, in fondo, non sia poi così male.


Riguardo al: Down inside I am bleeding. Chi di voi riconosce la frase? Viene da un film famosissimo, ugualmente conosciuto ed evitato. Probabilmente tutti ne hanno sentito parlare ma nessuno lo ha visto...



Grazie per le recensioni, gente! E' appagante! [Perchè meta di voi ha commentato nuovamente il primo capitolo? tutto ciò è inquietante!]

Gemellina:
Le tue recensioni sono così allucinanti che mi fanno sorridere ogni volta xD [Dopo un'iniziale perplessità °_°],
lady_slytherin: Oh Be’, non farci caso, non sei di certo la prima a non capire un acca dei miei discorsi [Capita anche a me, il più delle volte],
JiuJiu9
1: Grazie! [Dico solo due cose, sarò anche lolita, ma tutto il mio appoggio continua ad andare a Tom, rispetto a Mark],
MartyMalfoy:
Accontentata! d il prossimo arriverà velocemente anch'esso!
SweetChocolate: Gli errori di battitura, per quanto orribili e orribili siano, sono il mio più gran problema. Ho una dannata carenza di tempo,
Chris87: Invece sono ancora viva! peggio del prezzemolo! AH!
Celest$e4ever: Non ho la più pallida idea da dove io abbia tirato fuori l'associazione Hermione-Prostituta, ma volevo creare una combinazione improbabile, ma plausibile, senza uscire dal personaggio. Spero di esserci riuscita.
White_Tifa: Il mondo di Draco è irrisoriamente collegato con quello di Harry Potter [Magari se trovo il tempo, spiego la nascita della loro amicizia]. Dal prossimo capitolo quindi, Cena a casa Potter, si scoprirà ancora molto di più sulla sua quotidianità
JosephineAntoniette:Più che altro il titolo non mi convince proprio...
Herm90: Grazie! Il desiderio di renderla plausibile è la cosa che più mi preme. Non volevo creare personaggi OOC.



Fatemi sapere se il capitolo non è troppo, Uh, compatto e pesante.

 

  
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