-Morality is a private and expensive luxury -Henry Adams.
-La moralità è un lusso privato e
costoso.-Henry Adams.
-Lentamente
muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia, chi non rischia
e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.-
Ode alla vita, Pablo Neruda.
Incominciò con la paura, paura e piacere e una sgomenta
curiosità di ciò che
sarebbe accaduto. (*)
E proseguì con la stessa insana curiosità.
Draco Malfoy voleva capire come, una ragazza come Hermione Granger, fosse finita in un posto come quello.
Ciò
che
non capiva è che non conta come, ma perchè.
E' che la vita sta in piedi, a volte, per caso.
E quella di Hermione, era piuttosto in ginocchio.
*** *** ***
Draco Malfoy è nuovamente lì.
Due incontri in poche sere. Ben oltre la sopportazione di Hermione.
Sebbene,
Ora sia tutto così
Diverso.
Lui la nota casualmente.
Il biondo ha una sigarette tra i denti e il sorriso -ghigno-
sulle
labbra. Si passa una mano tra i capelli nel modo più osceno
in cui riesce
consapevolmente a farlo. Lentamente i suoi piedi lo conducono da lei,
al
rallentatore. Hermione non vuole fermare il tempo, non prova il puerile
entusiastico desiderio che quell’istante si protenda all'infinito. Hermione non
vuole fermare il tempo, vuole fermare Draco.
Perché il suo arrivo è inappropriato e fuori
luogo.
-Non farò sesso con te-
Lo liquida rapida.
Certo, scopa a pagamento con chiunque sia disposto. E disponga della
somma
sufficiente. Ma ciò non la rende una prostituta, insomma,
solo se lo si cerca
sul Dizionario. Lentamente, per quattro anni Hermione ha represso
piccole parti
di se stessa, pur di sopravvivere.
Pur
di
dimenticare.
Ma interiormente Hermione Jane Granger rimane Hermione Jane Granger. Il
suo
orgoglio non si può comprare.
E
fare
sesso con Malfoy amplificherebbe la piccola voce che le grida con
forza: sporca,
sporca…Il punto, pensa , è che lei ha
ancora una morale. E non importa
quante volte dovrà dire: -Non farò sesso con te
Draco Malfoy-
perchè lo ripeterà all'infinito, pur di non
perdere quel poco di se stessa che
le è rimasto.
-Non ti ho chiesto di fare sesso con me, egocentrica mezzosangue.-
Il punto, pensa Draco Malfoy, è che Hermione è
inafferrabile. Lo è sempre stata,
fin dai tempi di Hogwarts. Indifferente e sprezzante nei suoi
confronti. Forse
l'unica. Insomma la preda perfetta per il suo orgoglio.
E non importa quante volte dovrà ripetere:
-Vuoi fare sesso con me, Granger?-
Perchè lo ripeterà all'infinito, pur di
ottemperare tale nobile scopo.
- Non farmi sembrare un Anafora vivente Malfoy. Non farò
sesso con te. Mai e
poi Mai.-
-...-
-In assoluto.-
-...-
-No.-
-Adoro le donne che mentono.-
-Sei cambiato Malfoy.- osserva Hermione, ed è vero. Sembra
più, Uh, tranquillo.
Tranquillo e perso. Come se non avesse più niente contro cui
combattere, ma
nemmeno niente per cui combattere. Rassegnato all'oblio.
-Be' sai...non sono l'unico- dice l'uomo, lanciandole un occhiata di
sbieco.
-Malfoy ti trovo...Repellente. Si, repellente è il termine
giusto, Repellente
ed agghiacciante.-
- E' solo sesso, Dio Merlino-
L'occhiata di Hermione è esemplare ed esplicita.
-Posso offrirti un caffé?-
-No.-
-E' solo un caffé, Dio Merlino.-
*** *** ***
Le
basta sentire Draco ordinare le bevande -un cappuccino ed un espresso,
agitato,
non mescolato-, per farla assalire da un ondata d'indescrivibile pentimento.
Non avrebbe dovuto accettare. Certo la sua insistenza, era
stata altamente
lodevole.
E poi, poi è entrato in gioco il suo più
terribile vizio:
Curiosità.
Forse è curiosa (poco, pochissimo, Molto) di scoprire cosa
sia quel uomo
intento a pagare l'ordinazione alla cassa. Perchè quel
biondo griffato non
sembra neanche all'apparenza il Draco Malfoy che aveva imparato a
detestare. Ma
ormai non c'è solo che il ricordo di quei tempi. Quei
quattro anni fanno
sembrare Hogwarts secoli indietro. E in fondo, lui non le
aveva mai
suscitato nient'altro che pietà. Così arrogante,
così solo.
Sembra aver perso il suo costante atteggiamento bellico.
Draco la osserva dal bancone e trova che Hermione sia perfetta. Perfetta per
adempire al
compito assegnatogli dal suo analista qualche seduta prima: Meno
sesso...Drasticamente meno sesso,- perchè lei, signor
Malfoy, ha un problema a
tenere a freno la sua libidine, ed è, anzi, solito usarla
come sfogo. Ha
bisogno di fare un primo importante passo. Che non
la conduca
verso la camera da letto.-
E finché sarà seduto con lei è certo
che, per ora, non ci sarà sesso. Soltanto
caffé.
Patetico.
- Il tuo cappuccino.-
-Mh.-
-...-
-Avanti.-
-Cosa?-
-Chiedilo.-
-Giuro che non capisco a cos-
-So che stai morendo dalla voglia di chiederlo.-
-Non c'è assolutamente nulla da chiedere-
-Mh.-
-...-
-...-
-Come sei diventata una prostituta?-
-Questo, Draco Malfoy, non lo saprai mai.-
*** *** ***
Il caffé è ormai andato.
Così come la Burrobirra.
Così come il Whisky Incendiario.
Non che nessuno dei due sia ubriaco, ma seppur in piccole dosi, l'alcol
scoglie
molti nodi, delle volte inibitori. Tutto quello che sembrava
così strano prima
(Hermione Granger e Draco Malfoy seduti allo stesso tavolo) ora
è quasi
abitudinario. Hermione sente che potrebbe farlo più spesso.
Non è poi così
fastidioso, quando sta zitto, ovviamente.
Draco gioca con il cucchiaino dell'espresso, abbandonato sul tavolo.
Presta
attenzione a come l'acciaio colpisca il legno, ai suoi rimbalzi, al suo
rumore.
E contemporaneamente ascolta e studia Hermione.
- Come sei finito qua dentro Malfoy?-
- Mh?-
-Ad Edkins Street...tra prostituite...Sei uno degli scapoli
più ricercati di
Londra...Per Diana, ti escono soldi da ogni buco!-
-Oh, certo! di sicuro tra le svolte che hanno preso le nostre vite, la mia
è quella più improbabile-
-E' un implicita domanda?.-
-Come siamo acuti.-
-Come siamo curiosi.-
-Mh. Suppongo che sia perchè i soldi non sono tutto.-
risponde Malfoy
improvvisamente, senza il minimo nesso logico.
-Poetico.-
-Ti ho già detto cosa crede il mio analista, no?-
-E tu cosa credi?-
-Credo, Beh, credo che lui abbia ragione-
Carenze affettive.
-Vogliamo
parlare della tua infanzia, signor Malfoy?-
-No.-
-Nemmeno di sua madre?-
-No.-
-E di suo padre invece?-
Hermione punta i suoi occhi nocciola su di lui, come li aveva
puntati sui
libri a suo tempo. Cercando di leggerlo. Hermione gioca con la sua
cultura
letteraria e decide che Malfoy, se fosse un libro, sarebbe stato
scritto da
Chuck Palahniuk.
*** *** ***
Sono
fuori dal locale, nell'aria insipida, fredda e amica della notte. Draco
si è
galantemente offerto di riaccompagnarla al palo. E così
percorrono la strada
insieme. Osceni allo sguardo, per le calze a rete di lei e la camicia
di lui,
che reca ancora i segni di una dura lotta con le labbra di una donna.
Hermione lascia che sia il silenzio a parlare al posto suo.
E Draco, beh, Draco non è mai stato un maestro della
dialettica.
Ed il palo, che aveva continuato inesorabile ad avvicinarsi, li
raggiunge. Ora
attende illuminato, reclamando Hermione. Come la Mercedes reclama Draco.
-...-
-Non vuoi, vero, venire a let-
-No.-
-Tanto per sapere.-
-No.-
Draco è soddisfatto della risposta e sorride.
- Beh...allora.-
-Addio, Malfoy-
-A domani Granger- dice Malfoy si avvia verso la macchina.
*** *** ***
-Signor Potter, c'è una persona che le vorrebbe parlare.-
Harry James Potter si concede il tempo per finire una lettera.
Brevemente
abbozza un "cordiali saluti" e sigla il foglio col suo nome. Pulisce
gli occhiali con l'estremità della cravatta, prima
d'inforcali nuovamente sul
naso.
E' provato e stanco dal suo lavoro d'ufficio. Ci sono giorni in cui
arriva
dannatamente ad odiarlo, desiderando semplicemente di andarsene. Ma non
l'ha
mai lasciato. La parte più umile di lui non ammetterebbe mai
quanto adori
quella posizione di prestigio e l'avere una segretaria personale ed il
titolo
del quale può vantarsi: Harry James Potter, Capo
del Consiglio Esecutivo
Auror.
Suona così maledettamente bene.
Si schiarisce la gola e pigiando sul tasto "On" del citofono,
risponde alla donna in attesa:
-Falla entrare.-
Le imponenti porte dell'ufficio si aprono, lasciandogli intravedere il
mondo al
di là da esse, colorato e vivo. Ed Harry è
desolato dalla montagna di
scartoffie che lo separa da esso.
-Potter.-
-Uhm-
Dice Harry e sembra quasi un "Uhm" di puro dolore. Ha imparato ad
accettare, a convivere ed addirittura -ma non ammetterà mai
neppure questo- ad
amare quella persona, ma ci sono momenti, e questo
è uno di quelli, dove
preferirebbe chiudersi in una stanza con un venditore porta a porta,
piuttosto
che avere a che fare con lui. Draco Malfoy, dal
canto suo, sembra
particolarmente vivace, mentre sprofonda su una sedia che protesta
cigolando.
-Non ci crederai mai, Potter-
-Uhm.-
-Ho incontrato una donna.- Harry leva gli occhi al cielo. E'
particolarmente
annoiato dell'intera giornata e l'ultima cosa che vuole è
Draco Malfoy, nel Suo
ufficio, a dirgli "non crederai mai che ho incontrato una donna.",
come se tutte le bellissime creature che Draco aveva portato alle cene
del
venerdì a casa Potter si fossero rivelate transessuali.
-Non mi dire, Malfoy...Com'è a letto?-chiede, decisamente
ironico.
-Ah- Draco si porta una mano al cuore. -Mi ferisci Potter! Non me la
sono
portata a letto.-
Harry solleva gli occhi dalla scrivania, dove gli aveva tenuti con ostinazione per numerosi minuti, sperando che ignorandolo, Draco sarebbe semplicemente
sparito in un "Puff" d'illogicità. Le uniche donne con cui Malfoy non aveva ancora condiviso le
coperte
erano sua madre e la segretaria di Harry, che il ragazzo aveva
accuratamente
scelto anziana e rotonda.
-Sei diventato gay?-
chiede, e non può evitare di scostare appena la sedia.
-Dio Merlino, No!-
-Allora sono attonito e molto sollevato.-
-E' la Granger...- aggiunge Draco con nonchalance.
-Come?-
-Ho incontrato la Granger.-
E Harry si sente cadere dalla sedia.
***
*** ***
-Hermione.-
Lei sobbalza. Perchè sebbene Draco sia il solo a saperla
qui, il solo a sapere
il suo vero nome, questa non è la sua voce. E' meno roca,
quasi dolce. Eppure
c'è una nota esasperata in essa. Hermione sente il cuore
mancarle un battito. E
una crescente paura s'impadronisce di lei. Alle sue spalle, potrebbe
esserci il
suo peggiore incubo. Ed ha paura di voltarsi.
-Hermione.-
ripete la voce, la sua voce. E' una voce stanca,
grave, provata. Al
contempo Giudice e Imputato. Perchè lui si sente colpevole
di averla lasciata
cadere. Lei sente il suo respiro. Saranno distanti metri, ma lo sente.
E'
nasale e marcato. E pieno di dolore. Soffocato dalla situazione.
Così, lentamente, muove il piede sinistro, ruota le spalle,
gira il bacino.
Lentamente si volta.
L'uomo, perchè la guerra lo ha reso adulto prematuramente,
si stringe in un
cappotto nero ebano, Armani. Le sue spalle sono imponenti, le mani
grandi e,
riesce ad immaginare Hermione, ruvide. Mani da uomo. Pure i capelli, i
suoi
capelli, suoi e solo suoi, sono diversi, più corti. Gli
occhi cerbiatti di
Hermione incontrano quelli dell'uomo. E le viene da piangere.
Perchè quelli,
sono occhi diversi.
Ed Hermione capisce.
Harry James Potter non è più lo stesso.
- Ah- mormora. Ed è la cosa più intelligente che
riesca a dire. "Ah"
pensa Hermione è praticamente perfetto.
Harry avanza un piede, avanza un passo. E lei automaticamente
indietreggia.
Perchè è tutto sbagliato, dannatamente sbagliato.
Lui non dovrebbe essere lì.
Non dovrebbe vederla. Non così, non così in basso.
Harry è avanzato ancora, mosso dall'incontrollabile
nostalgia dell'affetto. La
schiena di Hermione batte, vivamente, contro il palo, il suo palo, che
ora è un
ostacolo nella grande fuga da lui. Scuote la testa e cerca di
respingerlo a
parole.
Ma lui la cinge.
Le sue mani che si aggrappano alla schiena di lei, fino a farle male,
unghie
nella carne. La stringe perchè ha bisogno di sentirla
lì, viva e presente. La
stringe quanto più riesce, nella paura che lei sparisca di
nuovo. La stringe
come voleva fare da anni, occhi lucidi e mani tremanti. Affonda il
volto nei
suoi capelli, castani ramati rossi, unici di Hermione Jane Granger .
Lei sente
i fremiti di lui, il suo fiato interrotto da singhiozzi. Lei sente
tutto,
tramite qualcosa che si maschera da abbraccio, ma in realtà
è molto di più.
-No!- mormora e i suoi esili polsi si imputano contro il petto di lui,
spingendolo
indietro.
-No-. ripete Hermione, in un puro, irrazionale dolore. Non dovrebbe
abbracciarla.
Lui, lui non dovrebbe volerla abbracciare. Perchè lei, di
fronte allo smascherante
affetto di Harry, si sente colpevole di essere una prostituta.
- No...tu.- le sue guance si tingono di rosso.- Vattene, Harry, vattene.-
Harry non la lascia andare, non la lascerà
più andare. La stringe con
più forza, ignorando Hermione e qualsiasi tipo di
dialettica. Ignorando i pugni
di lei sul petto di lui.
- Vattene.- la voce di Hermione è incrinata da singulti e
lacrime e pianto..-
Vattene, vattene, dannazione, Vattene.-
Perchè ogni secondo che Harry l'abbraccia qualcosa
in Hermione muore.
O forse si risveglia. E più è lungo il
contatto più lei è scossa nel
profondo. Più la voce che grida Puttana
si fa forte e insistente
e odiosa. Di fronte a lui non può più fare finta.
Fare finta che il suo sia
solo un lavoro, fare finta che sia stata la scelta più
logica, fare finta che
la donna in quei vestiti sia la solita Hermione Jane Granger.
Vergogna.
Perchè finalmente capisce, che tra tutti, lui
Harry James Potter non doveva
vederla così.
Così cambiata.
***
*** ***
Crack.
Draco solleva lo sguardo e vede Harry.
E' lì, in piedi, in una perfetta simmetria col resto
dell'appartamento. Non si
chiede che diavolo ci faccia Potter a casa sua, ad
un increscioso orario
notturno. Non lo chiede perchè lo sa. Sapeva che avrebbe
incontrato Hermione.
Sapeva che sarebbe arrivato, per questo è ancora sveglio,
mentre il suo
orologio segna le tre del mattino.
-Potter.- dice, dal suo angolo del divano, birra in una mano, sigaretta
nell'altro. E quel Potter suona così comprensivo e vicino.
-L'ho vista.- dice Harry con frustrazione e la reminescenza della
lacrime,
perché solo a parlarne la voce diventa roca e gli occhi
lucidi.
-...-
-E' una puttana, Malfoy! Una puttana!- dice e Draco vorrebbe fermargli le mani, prima che le unghie raggiungano l'osso del cranio.
-CAZZO!- grida Harry e colpisce il muro con le nocche, ora livide e
rosse.
-Cazzo! Cazzo!- ogni parola scandita da un colpo.
-CAZZO!- Harry vuole solo sdraiarsi, vuole solo che qualcuno lo
abbracci e lo
culli, (possibilmente non Draco), dicendogli che tutto va bene, che
quella
Hermione non era la sua Hermione. Che in realtà non
è mai cambiata, non si è
venduta. Ma sopratutto che non lo ha realmente cacciato.
Perchè è quello che ha
fatto. Ha puntato due occhi imploranti, spaventati, feriti su di lui ed
è rimasta
in silenzio e singhiozzi.
Ed Harry ha capito di doversene andare.
Che non c'era posto per lui, nella vita di lei.
-Non è cambiata.- dice Draco che è un ottimo
Legimens.
-ZITTO!- grida Harry.
-Harry.- Ripete Draco lentamente, lasciando cadere la lattina vuota
sul divano.-Non è
cambiata.- e lo crede sul serio. Perchè lui, in lei, ha
visto la stessa forza
che inconsciamente invidiava ad Hogwarts.
-Vado a prenderla.- dice.
Crack.
***
*** ***
E'
buio, dannatamente buio.
La luce del lampione non basta più ad illuminarle la vita.
E' buio e la notte non è più amica, ma fredda e
immensa e indifferente.
Hermione si è rannicchiata su se stessa, posizione fetale.
Abbracciando le sue
ginocchia. Ha smesso di piangere, ma il bruciore degli occhi
è ancora vivo.
Crack.
Draco Malfoy abbassa lo sguardo su di lei. Così debole,
così fragile. Le va
incontro, mano che desidera posarsi sulla sua spalla. Ma solo quando la chiama
-Granger-,
Hemione alza finalmente la testa. E nei suoi occhi c'è solo
rabbia.
-Perché glielo hai detto?!- grida, alzandosi in piedi e
spintonando il biondo.
-Cosa?!-
-Perché lo hai fatto?! Perchè ad Harry-
-Lui.non.doveva.vedermi.così.- puerilmente Hermione fa
erronei collegamenti. E'
colpa di Draco. E' tutta colpa di Draco se è infine
costretta a fronteggiare
l'entità del suo lavoro. Se ha realizzato che ogni notte,
per soldi, ha venduto
pezzi di se stessa. Se finalmente, di fronte ad Harry, ha provato
vergogna.
-E' il tuo migliore amico, dannazione.- si difende Draco, non tanto
sulla
difensiva, quanto sull'offensiva.
-Tu mi fai schifo.- grida Hermione, vomitando su di lui tutta la sua
frustrazione. -Sei malato. Ma.La.To. Provi piacere nell'essere odiato e
nel
distruggere le persone. Sei…disgustoso.-
-Piantala.- minaccia Draco, spingendola indietro a sua volta, in un inaspettato scatto d'ira.-Chiudi
quella
cazzo di bocca. Okay, Granger?-
Hermione è stupita ed interdetta. Quello era il suo momento,
il suo momento di
essere giustamente turbata. Di gridare, piangere, odiare; quella
rabbia doveva essere
puramente sua. Ma imprevedibilmente Draco sembra condividerla.
-Non me ne frega un cazzo di come ti senti. Smettila di essere
così egoista,
Per merlino. E pensa a Harry. Pensava che tu fossi morta! O
peggio. Hai
passato quattro anni a dimenticare, ma per lui l'ossessione di trovarti
cresceva. Harry si sente responsabile, Granger.
- Dannazione.- impreca ad alta voce Draco. -Io l'ho visto piangere. E
non è un
bello spettacolo. Quindi ora apri la tua piccola testolina da
Caposcuola e
ascoltami bene: non me ne frega un cazzo di farti soffrire per puro
divertimento, non ruota tutto intorno a te. Si tratta di Harry, cazzo,
solo di
Harry. E dello spettro di un amicizia che ancora lo ossessiona.-
Hermione schiude le labbra, nella perfetta esaltazione
dell'incredulità. Senza
parole. Per tutto, (troppo) quello che ha sentito. E le domande che
la
sommergono rimangono intrappolate nei polmoni, mentre colpa e consapevolezza si fanno
più
forti e presenti. Hermione appoggia la schiena al palo e si lascia
scivolare
sull'asfalto, per la seconda volta in poche ore. Nuovamente spiazzata.
- E, Merlino Santo, Granger! Harry si è sposato, sta per
avere un figlio. Vuoi
veramente perderti la nascita di Lily? Non pensi di essere mancata
troppo a
lungo? - continua Draco con più insistenza.
-Io…- Hermione affonda la testa tra le mani e si sforza di
pensare. Di
reprimere quel caotico susseguirsi di emozioni e
riottenere la
sua caratteristica razionalità. -Si è sposato?-
chiede infine, con una flebile pallida
voce.
-Si è sposato.- ripete Draco, il tono più
tenue.
-Malfoy...Perché, mi dici tutto questo?- Chiede infine Hermione. Ed
è la domanda più
inappropriata ed insignificante che potesse trovare. Ma la
più insistente che
ha trovato, davanti ad un accalorato Draco Malfoy.
-Perchè? Merlino! Granger, che diavolo di domanda
è? Oh, dannazione. Se osi dirlo allo sfregiato ti maledico, intensi? Dio,
uh. Io…gli
voglio bene. A Harry, insomma, beh a Potter. Non ho voglia che...uh,
soffra
ancora.-
Hermione
è basita, piacevolmente sorpresa. Quasi addolcita dall'imbarazzo di lui.
-Non sono Gay.- specifica Malfoy, fraintendendo il silenzio.
-Ah-
-Granger?-
-Mh?-
-Passo a prenderti Venerdì. Ti porto a cena dai
Potter.-
-Io...io non so se ne sono capace.- mormora con
difficoltà Hermione, per
la prima volta in vita sua rassegnata in partenza.
-...-
-Non so se...riuscirò a rivederlo. Io, Dio, insomma
guardarmi. Sono una
...puttana, Malfoy. Non mi riconosco nemmeno, come posso affrontare
Harry?- Harry
e la sua delusione.
-Questo è ridicolo.- sbotta Draco improvvisamente.
Lei solleva la testa e, palesemente perplessa, lo interroga con gli occhi.
Draco espira con sufficienza, si avvicina e con senile attenzione si
siede
accanto a lei. Osservandola senza veli dice.
- A me sembri la stessa arrogante, spocchiosa, irriverente Hermione
Jane
Granger.-
-Perché tu mi conoscevi estremamente bene.- sbotta lei
sarcastica.
-Abbastanza.- ammette Draco, accendendo una sigaretta, nel tentativo di
palesare
noncuranza. E di dare meno peso alle sue parole. -Ti ho sempre
osservato. Ad
Hogwarts, sai?-
-Non capisco.- dice Hermione ed effettivamente non ha
ancora capito
nulla. Il che è raro e frustrante
-Be'. Tu, Voi, avevate tutto. Buoni amici e una famiglia. Forse vi
invidiavo...FORse-.
Ed Hermione sussulta.
Internamente grata. Vorrebbe abbracciarlo, ma rimane comunque...beh,
Malfoy.
Però, inaspettatamente, è quel
Malfoy che le ha fatto dimenticare la
rabbia l'angoscia e l'ha inconsciamente tranquillizzata. E' quel
Malfoy
che seduto accanto a lei, sprofonda nell'imbarazzo.
-Draco.- Dice e il nome di
lui suona improvvisamente
così dolce e sentito. E si trasforma dal mezzo scelto dal
padre per incutere
timore, in qualcosa di commovente. Si trasforma in un richiamo. Il
profondo
dolce amaro richiamo di Hermione. Un cercarsi negli animi. E' qualcosa
che va
diretto a cuore, pensa lui, il mio nome va diretto al cuore, quando lo
pronuncia lei.
-Draco.- ripete guardando gli occhi grigi, che un Malfoy sorpreso ha
appena
sollevato dall'asfalto. -Grazie.-
Draco scatta in piedi.
Le donne sono una razza senza fede, ha sempre pensato, per questo non
mi
innamorerò mai. Ora, però, nella via delle
puttane, Hermione sorride, dice il
suo nome e dice "Grazie". E Draco non può far altro che
arretrare
confuso. Perchè, Merlino, nessuno gli ha mai detto un "Grazie"
così. Credendoci
davvero.
-Devo andare.- dice con troppa fretta, spaventato dalla piega che
quella
conversazione potrebbe prendere.
-Io, tu. Tieniti libera Venerdì- dice, mentre si allontana
camminando
all'indietro verso la macchina.
Hermione sbuffa sufficiente e si appresta a ripete: -Non
farò ses-
-No, Merlino, NO.- interviene Draco, impedendole di terminare la frase.
Terribilmente spaventato dalla possibilità di volerlo
davvero. E non solo la
parte del sesso: ma anche il risveglio e i baci sotto le coperte e la
colazione
condivisa. E' spaventato dalla possibilità di desiderare tutto. Tutto di
Hermione.
-Per la cena a casa dei Potter, ovvio.-
-Io non-
-Passo alle sei-
-Non ho niente.-
-Cosa?- sbotta Draco, desideroso di lasciare la barca, per
navigare
in acque più tranquille.
-Non ho niente da mettermi.-
-Ah. Beh. Non ti preoccupare. Sono pieno di vestiti da donna.-
Hermione solleva un sopracciglio e Draco si corregge prontamente. -Di
mia
madre. Vestiti di mia madre...Non sono Gay.- Specifica per la terza volta nell'arco
di una
giornata. Decisamente troppe per non intaccare la sua virilità.
-Io amo Harry James
Potter.- lo
sbeffeggia Hermione, rievocando il suo discorso appena conclusosi.
-Non ho detto quello, dannazione.-
-Harry. Potter.- Continua la ragazza, con lo stesso tono con cui da
bambina
pronunciava: Principe. Azzurro.
-Ci si vede Venerdì, Granger- taglia corto Draco,
decisamente frustrato.
-A venerdì, carA-
E prima di poter rendersene conto, le labbra di Hermione si schiudono
in un
sorriso.
Note Dell'autrice:
*Liberamente tratto da "Morte a Venezia" di Mann.
Uhm, difficile descrivere il terzo capitolo..
Ci sono momenti in cui mi dispiace di non essere così brava
a scrivere. In cui
mi sento frustrata dal non poter esprimere a pieno i sentimenti dei
protagonisti. Ci sono momenti che mi sembrano, logorroici?
Però, ogni tanto,
c'è una piccola frase, un breve periodo, che mi fa sorride
pensare di poter
migliorare. Andare oltre. E che questo capitolo, in fondo, non sia poi
così
male.
Riguardo al: Down inside I am bleeding. Chi di voi riconosce la frase?
Viene da
un film famosissimo, ugualmente conosciuto ed evitato. Probabilmente
tutti ne
hanno sentito parlare ma nessuno lo ha visto...
Grazie per le recensioni, gente! E' appagante! [Perchè meta
di voi ha
commentato nuovamente il primo capitolo? tutto ciò
è inquietante!]
Gemellina: Le tue recensioni sono così
allucinanti che mi fanno sorridere
ogni volta xD [Dopo un'iniziale perplessità
°_°],
lady_slytherin: Oh Be’, non farci caso,
non sei di certo la prima a non
capire un acca dei miei discorsi [Capita anche a me, il più
delle volte],
JiuJiu91: Grazie! [Dico solo due cose, sarò anche
lolita, ma tutto il mio
appoggio continua ad andare a Tom, rispetto a Mark],
MartyMalfoy: Accontentata! d il prossimo arriverà
velocemente anch'esso!
SweetChocolate: Gli errori di battitura, per quanto
orribili e orribili
siano, sono il mio più gran problema. Ho una dannata carenza
di tempo,
Chris87: Invece sono ancora viva! peggio del
prezzemolo! AH!
Celest$e4ever: Non ho la più pallida idea
da dove io abbia tirato fuori
l'associazione Hermione-Prostituta, ma volevo creare una combinazione
improbabile, ma plausibile, senza uscire dal personaggio. Spero di
esserci
riuscita.
White_Tifa: Il mondo di Draco è
irrisoriamente collegato con quello di
Harry Potter [Magari se trovo il tempo, spiego la nascita della loro
amicizia].
Dal prossimo capitolo quindi, Cena a casa Potter, si
scoprirà ancora molto di
più sulla sua quotidianità
JosephineAntoniette:Più che altro il
titolo non mi convince proprio...
Herm90: Grazie! Il desiderio di renderla plausibile
è la cosa che più mi
preme. Non volevo creare personaggi OOC.
Fatemi sapere se il capitolo non è troppo, Uh, compatto e
pesante.