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Autore: GredandForge    27/12/2012    2 recensioni
Doncaster.
Un lavoretto estivo: fare la baby sitter.
Il bimbo al quale avrebbe dovuto badare per un mese, si rivelò essere il cugino di uno dei cantanti della sua band preferita: Louis Tomlinson.
E se quel lavoro si sarebbe tramutato nella più bella esperienza della sua vita?
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 20: THE LAST DAY 

"Ma quelli sono Lottie e Martina!" esclamò Harold, scorgendo la bionda sorella di Louis, e il ragazzo gracile che dava ripetizioni ad un bambino di quattro anni, che si scambiavano tenerezze.
"Ssh!" lo ammonì la baby-sitter "Vuoi che ci scoprano?" osservò i due ragazzi con due occhi pieni di tenerezza.
Martin e Lottie si erano nascosti, ma avevano le orecchi dritte per percepire qualsiasi rumore che fosse un qualsiasi pericolo: Louis, o chi altro di loro conoscenza, sarebbe potuto spuntare fuori in qualsiasi momento. E Rachele e Harry ne erano la prova.
Certo quella non era la prima volta che quei due si nascondevano da occhi indiscreti. Forse tutto era iniziato dopo quella sfuriata di Louis anni prima, dopo quel pomeriggio dove Martin aveva riaccompagnato Lotti a casa dopo la scuola.

 

Riky aveva messo a letto Austin per l'ultima volta. Il mattino seguente avrebbe preso il volo che l'avrebbe riportata a casa.
Controllò ancora una volta che tutto fosse al proprio posto, e si sedette dietro la finestra, ammirando le stelle, pensando alla giornata appena trascorsa.
Eppure, le sembrava solo ieri quando incontrò per la prima volta la famiglia Collins in aeroporto, e successivamente Louis e la sua famiglia, i ragazzi, e tutte le mini-avventure che si erano portati dietro, coinvolgendola in prima persona.
Nell'attimo prima di chiudere gli occhi le arrivò un sms: Louis.
Io sono pronto: domani inizia l'operazione rapimento :) xo 
Riusciva ad essere ridicolo e a strapparle un sorriso anche in una situazione come quella, quando stavano per dirsi addio.
Le favole non esistono. E il "lieto fine" è solo un invenzione fatta per illudere la gente. Per farla sognare.
"Notte, mio dolce Louis" Rachele baciò lo schermo del cellulare, e si addormentò.
Una lacrima, inevitabilmente, le bagnò il volto. Erano le circa le 23 del 9 agosto.

10 Agosto.
"Allora è tutto pronto?" chiese Josh, guardando la ragazzina che aveva abitato per un mese sotto il suo stesso tetto; che per un mese era stata come una figlia, oltre che una baby-sitter; e che ora teneva per le spalle.
Lei aveva gli occhi lucidi, stra-colmi di lacrime. Annuì, tirando su col naso, mentre cercava di trattenerle, quelle dannate.
Aveva chiesto ai ragazzi -soprattutto a Louis- di non accompagnarla in aeroporto: sarebbe stato troppo doloroso. Non avrebbe retto.
Si inginocchiò per cercare di compensare il dislivello di altezza tra lei e Austin, dopo aver salutato April e Josh. Dopo averli ringraziati per averle offerto quell'opportunità; per averla sopportata per un mese intero; per essersi fidati di lei.
Gli prese le manine e lo guardò dritto negli occhi:diamine se non erano uguali a quelli di Lou! Tutto in quel bambino le ricordava Boo bear.
"Mi chiamerai a Natale per farmi gli auguri?" gli chiese abbracciandolo.
Il bimbo annuì ricambiando la stretta: "Ti terrò informata sugli allenamenti e le partite" rispose, con il viso immerso nella spalla dell'ormai ex baby-sitter. "Tieni" estrasse poi un foglio dalla tasca posteriore della salopette, staccandosi un po' dalla ragazza, e glielo porse. "Te lo mandano Alex e Sean. Sperano tu venga di nuovo. E anch'io"
Rachele lo aprì: era un disegno alquanto stilizzato, ma si capiva cosa rappresentava. Vi erano i due gemelli e Austin che giocavano a palla, mentre lei li guardava e faceva il tifo. Era alquanto approssimativo, un disegno da bambini, ma fece comunque commuovere Riky.
Abbracciò ancora una volta il bimbo.
"Promettimi che tornerai"
"Sì" singhiozzò lei "Tornerò, lo prometto" ma lo disse solo perché non voleva far soffrire oltre il bimbo. Entrambi sapevano che se vi fosse stata una possibilità, avrebbero dovuto attendere anni, prima di rivedersi. E magari l'uno avrebbe dimenticato l'altra.

S'imbarcò, e prese posto: sedile vicino all'oblò, almeno avrebbe potuto osservare le nuvole.
Ed era proprio quel che stava facendo, quando qualcuno le si sedette accanto. Pensò che fosse un qualche turista, fino a quando non parlò: "Ti avevo detto che ti avrei rapita!"
Indovinato, Louis William Tomlinson era sull'aereo, seduto accanto a lei, pronto per andare in Italia con Rachele.
Avreste dovuto vedere la sua faccia...

 


EPILOGO

Com'è finita? Be'... 

"Maggiiie, ci sono zia Lottie e zio Martin con Juliet! Scndi" urla la mamma dal piano di sotto. Credo sia salita di qualche gradino per essere sicura che la sua voce mi trapassi i timpani.
"Arrivoo!" sbuffo, sistemandomi allo specchio i miei capelli lunghi e castani.
Osservo la mia figura riflessa: è incredibile la mia somiglianza tra me e papà. 
Credo che lei e papà abbiano fatto un qualche patto col diavolo, o qualcosa di simile per far si che io e Tom somigliassimo a loro due, quasi come se fossimo le loro copie perfette. Soprattutto Thomas e la mamma: due gocce d'acqua. A volte la gente li prende per fratelli.
Peccato non succede anche a me e papà: noi siamo "marito e moglie".
Insomma, ho solo diciassette anni, non trenta!

Thomas è l'unione di mia madre e mio padre. La prova del loro amore. Il primo genito tanto desiderato, coccolato,e trattato come un principino.
Fino a quando non sono arrivata io, ovvio.

"Muoviti" mugugna mio fratello, poggiato alla stipite della porta, in camera mia. "Possibile che tu stia sempre davanti allo specchio? Sei insopportabile"
Lo spintono un po', e corro al piano di sotto, in salotto, prima che lui possa prendermi e torturarmi.
Mi rendo conto che con loro c'è anche zio Harry, e questo vuol dire solo una cosa: regali! 
Oh, a proposito, io non mi sono neanche presentata: piacere, Margaret Rachel Tomlinson. Ma potete chiamarmi Maggie...








Angolo dell'autrice: 
E ora potete far partire in anticipo i fuochi d'artificio per San Silvestro, gente questo era l'ultimo sospirato capitolo.
Spero vi siate divertiti, che abbiate sorriso e a volte vi sia scappata anche una una risata. Ma soprattutto, spero che la storia vi sia piaciuta. Vi lascio naturalmente con la frase che vi ha accompagnato per tutto questo viaggio: a me non è piaciuta per nulla, mi fa schifo!; e prendo anche io le mie meritate vacanze da EFP, e dal fandom de gli One Direction.
Anche se so che non dureranno a lungo, visto che ho altre due storie in "work in progress". Nulla che abbia a che fare con questi cinqua idioti, tranquille, ho finito di torturarvi. c':

Bene bella gente, sappiate che vi ho amato, che vi amerò fino alla fine dei votri giorni (forse sto esagerando) e che è arrivato vermanete il momento di salutarci.
Spero passiate un buon San Silvestro e una buona Epifania,
non mangiate troppi dolci,
Andy.

P.s.: Cosa vi ha portato Babbo Natale? (Se sono Iphon 5, e biglietti del concerto non lo voglio sapare. Se cominque avete bisogno di un insulto gratuito potete comunque scrivermelo c':) 

Le note sono più lunghe della storia, ma pazienza, una giusta mai io.

   
 
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