Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Nausicaa Di Stelle    15/01/2013    7 recensioni
"Non so da dove cominciare! Mi sento così in colpa... e non so se esiste un modo per rimediare al guaio che ho combinato. No, non io in verità... Tutto è iniziato a causa di Tadashi e della sua imprudenza, ma chi ci ha rimesso più di tutti è stato il capitano. Non ho ancora avuto il coraggio di andare a trovarlo in infermeria per vedere come sta! Del resto, le ultime notizie non sono confortanti."
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Conseguenze inaspettate



Dalla cartella clinica di Harlock

Ore 23.10 secondo il fuso terrestre


  La temperatura del capitano continua ad aumentare. Quando è arrivato in infermeria superava di poco i 38° C. Sono passate meno di due ore ed è quasi 40°. Nonostante gli antipiretici. Poco fa gli ho somministrato la dose massima di Zakimin consentita, ma il paracetamolo non ha avuto nessun effetto significativo, se non quello di tenere la febbre al di sotto dei 41°, almeno per adesso.
  Le pulsazioni sono molto accelerate e il battito è aritmico. Sto cercando di tenere il suo cuore sotto osservazione tramite l’elettrocardiogramma, ma non è facile perché il dolore e gli spasimi improvvisi gli impediscono di restare fermo nel letto.
  E’ cosciente solo a tratti.


Ore 24.00 secondo il fuso terrestre


   La temperatura è aumentata di nuovo, mantenendosi però di poco al di sopra dei 41°. Da quando il capitano è stato portato qui, Mime non lascia mai l’infermeria e fin’ora è stata una preziosa assistente. Mi ha aiutato meglio di quanto avrebbe potuto fare Masu-san, troppo piccola per darmi una mano a tenere fermo il capitano nel suo letto, o Yuki, che con i suoi sensi di colpa rischiava di avere un crollo psicologico nel vedere Harlock in queste condizioni. Ho detto che me la sarei cavata da solo e l’ho mandata a riposare, ma non credo riuscirà a dormire, povera ragazza.
  Ho lasciato a Mime il compito di eseguire delle spugnature di acqua fresca al capitano: pur non essendo cosciente, credo preferisca di gran lunga le affusolate mani di lei alle mie, per quanto siano più esperte.
  Il battito resta molto accelerato e aritmico, le contrazioni muscolari improvvise non sono ancora cessate. Ho prelevato del sangue per analizzarlo ma è difficile avere un quadro chiaro del tipo di contaminazione che il capitano ha subito: le sostanze presenti su Eden sono così misteriose e si comportano in modi talmente imprevedibili che non sono in grado di immaginare quali saranno le conseguenze di questo contagio. Ammesso che Harlock sopravviva. E’ un’eventualità che la mia mente si rifiuta di considerare ma, come medico, non posso fare a meno di ritenerla uno degli esiti possibili di un quadro clinico così difficile.


Ore 01.40 secondo il fuso terreste


   Il capitano dorme, finalmente. Le convulsioni sono cessate, lentamente, poco fa.
La temperatura è scesa un po’ e si è stabilizzata attorno ai 40°. Spero che la dose di paracetamolo che gli ho appena somministrato lo aiuti a riportarla su valori accettabili.
   Il battito cardiaco e la pressione sanguigna restano invece ben oltre la norma. Sono intervenuto più volte per cercare di regolarizzare anche questi parametri, ma il fatto che le sostanze con cui è venuto a contatto mi restino sconosciute complica le cose e rende difficile la somministrazione di una terapia adeguata.
   Purtroppo le analisi che ho effettuato sui campioni di sangue non hanno dato i risultati ‘illuminanti’ che speravo.



Ore 03.20 secondo il fuso terrestre


  Questa dovrebbe essere una cartella clinica ma al momento non riesco a pensare a un posto migliore dove scrivere quello che è successo. E credo di avere proprio bisogno di mettere nero su bianco due righe per riordinare le idee...
Avevo appena mandato Mime a prendere dell’alcool nella sua stanza. La mia riserva era finita (si capisce, con una nottata così lunga e difficile!), anzi, stavo giusto sorseggiando l’ultimo bicchierino, con Mi acciambellata tra le mie gambe che dormiva, quando il bip bip allarmato proveniente dai pannelli di controllo mi ha fatto sobbalzare. Ho capito subito cosa doveva essere: l’elettrocardiogramma dava segnale piatto. “Ecco, troppo bello per essere vero”, mi sono detto “Troppo bello che il capitano stesse davvero migliorando”.
   Ovviamente mi sono precipitato di là. Ma la scena non era proprio come me l’ero figurata... Nel letto non c’era più nessuno: vuoto e disfatto, mi guardava come un enigma. Ma quando ho alzato lo sguardo l’ho visto, ho visto il capitano. All’inizio ho stentato a riconoscerlo, è naturale: chi non avrebbe avuto dei dubbi?
Era in piedi davanti allo specchio, nudo, e mi dava le spalle. In un primo momento ho pensato persino che fosse Tadashi, ma le differenze erano troppe... A cominciare dall’altezza: anche in quelle condizioni, il capitano resta più alto di Daiba almeno di una testa. E poi cosa ci sarebbe stato a fare Tadashi in infermeria, nudo, davanti allo specchio?
   Ho chiamato il capitano a bassa voce, per non spaventarlo. In certi momenti è meglio usare molta prudenza, per non provocare traumi in soggetti potenzialmente in uno stato di squilibrio psichico. Quando ha sentito il suo nome, però, si è voltato subito e mi ha guardato con occhi spiritati, increduli. Ho temuto che non mi riconoscesse. L’ho chiamato di nuovo, avvicinandomi con cautela e lui mi ha risposto, con un filo di voce. Mi sembrava scosso. E del resto, chi non lo sarebbe stato nel ritrovarsi, nel giro di così poche ore, talmente diverso? Nel ritrovarsi con almeno la metà dei propri anni? Perché quello che avevo davanti era solo un ragazzo che non poteva avere più di quindici anni.
   Il capitano si è lasciato cadere sul letto, gemendo e stringendosi la testa fra le mani.
Che mi è successo?” gli ho sentito dire.
Vorrei tanto saperlo anch’io” stavo per rispondergli, ma mi sono guardato bene dal farlo. Per il suo bene, dovevo riuscire il più rassicurante possibile.
   In quel momento è entrata Mime e ne sono stato proprio felice. Lei almeno sa come prendere Harlock nei momenti difficili. Forse era già entrata da qualche istante, ma mi sono accorto di lei solo quando mi è passata accanto, con il fruscio inconfondibile della sua veste. Ha preso la coperta dal letto e l’ha gettata addosso al capitano, avvolgendolo con dolcezza, poi si è seduta accanto a lui sulla sponda del letto e gli ha messo una mano sulla spalla. Harlock ha sospirato e lei gli ha sorriso con gli occhi, in quel suo modo così espressivo. Avrei voluto lasciarli soli ma in qualità di medico di bordo dovevo rendermi conto di quali fossero le reali condizioni psicologiche del capitano, così sono rimasto un po’ indietro a seguire il loro dialogo, in attesa di poterlo visitare in modo approfondito.
Sono contenta che tu stia meglio, Harlock, e soprattutto, che tu sia ancora vivo!” ha detto Mime.
   Santa donna, solo lei poteva riuscire a trovare qualcosa di buono in un momento simile! Ma del resto ha ragione: abbiamo ancora il nostro capitano, mentre avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa di mostruoso o di insenziente. O avrebbe potuto morire.
   Harlock ha sospirato e l’ha guardata, non proprio rincuorato.
Suppongo che dovrei essere felice perché avrebbe potuto andarmi peggio... molto peggio.”
Mime l’ha accarezzato scompigliandogli i capelli e lui l’ha guardata sbalordito, sgranando tanto d’occhi. Capisco che non debba avergli fatto per niente piacere quel tipo di confidenza da parte sua... Se il loro rapporto, in privato, è mai stato di qualche natura diversa dall’amore platonico, beh... non credo sia mai stato vicino a quello tra madre e figlio o, nella migliore delle ipotesi, tra sorella maggiore e fratello, come era in quel momento.
Non hai più la cicatrice, hai visto?” ha continuato Mime.
   Sul momento Harlock sembrava non aver capito, poi si è riscosso ed è tornato a guardarsi allo specchio.
Io... non ci avevo fatto caso, ero troppo preso a rendermi conto di quanti anni mi fossero stati improvvisamente tolti e di come fosse cambiato il mio corpo nel suo complesso.” ha risposto.
   Ha osservato per un po’ la sua immagine riflessa, poi con gesti lenti, quasi seguisse un rituale, si è tolto la benda dall’occhio destro. Non so come sia possibile, per ora la medicina non ha una risposta per una cosa del genere ma... ci vedeva! L’occhio destro era al suo posto, perfettamente ricostituito e, a quanto pare, ci vede come l’altro.
   A quel punto, infatti, sono intervenuto io in qualità di medico e ho voluto visitare Harlock con la cura che le circostanze mi richiedevano e devo dire che l’esito è piuttosto confortante: il nostro capitano sembra godere di ottima salute, nonostante la febbre e i dolori delle ore precedenti. Inoltre è ancora nel pieno delle sue facoltà mentali e in possesso di tutti i suoi ricordi. Ha riconosciuto tutti i membri dell’equipaggio, che gli ho mostrato attraverso delle schede, sa dove siamo e cosa stiamo facendo e questa non è una cosa da poco se teniamo conto che c’è ancora una guerra da combattere! E una nemica come Raflesia che ora più che mai è alle porte.
Forse dovremo accontentarci di avere un capitano in miniatura (si fa per dire, dato che è sempre uno stangone), ma non un capitano menomato delle sue conoscenze. Sarà ancora la nostra guida contro Raflesia, il nostro stratega, il nostro leader carismatico... O almeno... lo spero.
   Harlock ha detto che si sentiva meglio e voleva lasciare l’infermeria ma ho insistito perché passasse qui il resto della notte, in modo che potessi tenerlo sotto controllo, del caso la situazione fosse mutata improvvisamente. Fortunatamente, fin’ora è tutto tranquillo.
   Aspetterò ancora un paio d’ore, poi chiamerò Yuki: il capitano ha chiesto di lei, voleva sapere se stava bene, dato che non riusciva a ricordare come si erano messi in salvo e se Kei fosse rimasta ferita. Ma ho preferito lasciarla riposare ancora un po’, povera Yuki: credo ne abbia di bisogno dopo quello che ha passato. Però sono sicuro che sarà molto contenta di sapere che il capitano è fuori pericolo: si sentiva così in colpa.
   Spero solo che questa novità su di lui non la turbi troppo... Dopotutto, ora, hanno praticamente la stessa età. E si sa come sono i giovani. Non mi devo dimenticare però che il capitano resta pur sempre un uomo maturo, coscienzioso e responsabile. Avrà giudizio per tutti e due.


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