Anime & Manga > Lovely complex
Segui la storia  |       
Autore: milichituli    19/02/2013    4 recensioni
Risa pensava che Otani fosse acido: non c'era umorismo o sarcasmo perchè le sue erano affermazioni.
Otani aveva la stessa idea su Risa: sempre pronta ad attaccare briga su tutto.
Ed ora si trovavano per l'ennesima volta al centro della classe e del dibattito, per niente amichevole.
«Sai che ti dico? Che sei un limone!»
«Mi staresti dicendo che sono acido?» Otani s'accigliò, portandosi le braccia al petto.
Risa sbuffò e posò le mani sui fianchi, voltando il capo. «Osi negarlo?»
«Miss aceto, lo sanno tutti che quando sei mestruata diventi irascibile!»
Risa sbarrò gli occhi esterrefatta: era la prima volta che Otani le rispondeva in quel modo. Il ragazzo non si accorse di nulla, ma l'impatto fu doloroso: il bernoccolo, provocato dal lancio del telecomando da parte di Koizumi, era piuttosto evidente.

Cinque diverse situazioni, cinque attimi vissuti e immortalati in cinque foto.
Risa e Atsushi alle prese con un album fotografico e con il passato.
Attenzione: gli eventi sono collegati fra loro! | All Hanshin Kyojin | pastpresentfuture
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Limoni sottaceto

Image and video hosting by TinyPic


Capitolo Bonus – L'effimera ideologia di Takato

 

 

 

«Mi servirebbe sapere...»
«No, aspetta: devo avere paura?»
Risa s'accigliò e fissò il ragazzo seduto al suo fianco:«Hai la coscienza sporca?»
«No, è che l'hai detto con un tono da melodramma. E poi era una semplice domanda, eh!»
Risa scosse il capo sconsolata e sospirò, soffocando una crisi di riso che sarebbe potuta scoppiare dalle sue labbra da un momento all'altro. Di certo in quegli anni aveva notato, con un certo orgoglio, che il suo lasso di sopportazione era più elevato di quanto pensasse.
«Comunque, mi piacerebbe sapere che fine ha fatto...»
«Ciao Risa, anche voi al cinema?»
Risa Koizumi/Otani dovette trattenersi dallo sferrare un pugno alla persona che interruppe il suo discorso con il neo-marito. Però era importante mantenere la calma e quindi si girò e sorrise a Chiharu e Suzuki.
«Tanaka, Suzuki, anche voi al cinema?» Otani salvò in parte la situazione con una domanda davvero scema e scontata.
«Sì, ma siamo seduti più in su».
«Beh, allora vi lasciamo andare», intervenne Risa quasi volesse invogliarli a sloggiare e lasciare libero il campo per poi riprendere il discorso, già troppo interrotto per i suoi gusti.
Per fortuna Chiharu sorrise e, una volta afferrata la mano di Suzuki, si diresse verso il proprio posto.
«Chissà dove hanno lasciato Dai-chan».
«Esatto, è quello che mi piacerebbe sapere da te», Risa fissò il marito con sguardo omicida. Gli occhi della donna erano dei tizzoni ardenti pronti ad incendiare il corpo davanti al suo. «Ebbene?»
Otani deglutì, cercando di fare il finto tonto, «Io che ne so?»
«Atsushi, di Dai-chan non mi interessa,» esordì la giovane donna, «ma nostra figlia sì».
«Ah.», Otani iniziò ad intrecciare le dita delle mani fra loro, agitato e imbarazzato come non mai.
Solo Risa aveva il potere di metterlo così tanto in soggezione e di fargli provare così tante emozioni contrastanti, tra cui la fragilità d'animo che nascondeva sempre dietro la maschera del buffone. Ma infondo a lui, quella strana sensazione, piaceva un sacco se la condivideva con una persona importante.
«Otani, mi piacerebbe sapere dov'è Hikari».
Otani sorrise e Risa si perse in quegli occhi che apparivano felici. «Non preoccuparti».
Le luci calarono e il mega schermo si illuminò facendo passare trailer di diversi film e pubblicità varie. Nonostante tutto Risa continuava a fissare il profilo del ragazzo che amava da sempre, ad osservare i capelli corvini scontrarsi fra loro e le ciglia lunghe.
Gli afferrò la mano e lo costrinse a voltarsi verso di lei. Non lo poteva vedere bene, ma le bastava per poterlo fissare negli occhi luccicanti.
«Otani, non mi devo preoccupare?»
Otani strinse la mano della moglie carezzandola sul dorso, per poi intrecciare le dita timidamente. Risa poggiò il capo sul suo petto e chiuse gli occhi: quello era sì uno spettacolo davvero fantastico e non il film che avrebbero guardato da lì a poco.
«Tranquilla, ora godiamoci un po' di tempo assieme, okay?»

 

Una bimba dagli occhioni color miele fissava il volto di un ragazzo dai crini neri, apparentemente irritato. Aveva il gomito appoggiato sul tavolino e sorseggiava il caffè. Lanciò uno sguardo severo alla bambina con i codini che stringeva il peluche a forma di lupo fra le braccia.
«Cosa vuoi?»
«Zietto, devo andare in bagno», la bimba sorrise come il diavolo ghigna all'uomo che ha commesso un peccato.
«Vieni con me, Hikari.» Mimi allungò la mano alla bimba che, la fissava ammirata, e la strinse con la sua manina.
Takato osservò la fidanzata allontanarsi con la nipotina e si lasciò andare in un sospiro liberatorio. Otani s'era presentato davanti a casa Koizumi con la bimba dicendo che lui e Risa avevano un impegno e che sarebbero stati fuori per un bel po' di tempo.
Che poi, i genitori di Risa e Takato erano andati a rilassarsi alle terme e il ragazzo s'era ritrovato con una mocciosa di due anni e mezzo in casa, dagli occhioni sgranati che lo fissavano con intensità e confusione. E Mimi che le sorrideva e la coccolava? No, questo per Takato era davvero troppo, geloso di una bimba di due anni!
«Questa - mia sorella a il suo maritino - me la pagheranno e pure cara!», chiuse gli occhi e sospirò.
Doveva essere una bella serata da passare con la sua ragazza e invece era diventato un baby-sitter, robe da pazzi e tutti i piani in fumo. Anche se la piccola Hikari lo fissava sempre con gli occhioni sgranati e curiosi, Takato girava il capo e sbuffava mentre Mimi lo rimproverava.
«Takato, ti va di guardare un bel film assieme Hika-»
Mimi scese dalle scale e si trovò davanti un Takato addormentato, con la testa appoggiata al divano e i capelli ribelli. La ragazza socchiuse gli occhi ed osservo con quanta più dolcezza nel mondo il ragazzo dormire beato e stanco.
Hikari si sedette lì accanto e continuava a stringere a sé il grosso lupo, alto quasi come lei.
«Zia,» la chiamò la bimba e quel nome lasci stupita Mimi, «guardiamo il film?»
Mimi sorrise, cos'altro poteva fare di fronte a tanta ingenuità?, e accolse di buon grado la richiesta della bimba.
Scelsero assieme un cartone animato con le principesse, Hikari amava le principesse e guardava prima Mimi e poi la principessa in questione, era convinta che lei stessa stesse vivendo in una favola essendo seduta affianco ad una ragazza bellissima.
Hikari fissò Takato e ridacchiò. «Zia, ma lui dorme, è un principesso?»
Mimi ridacchiò: «No, lui è un principe, sai?»
«Oh, allora ti dovrà baciare?»
«Cosa? Oh, no. Lui è il principe dei ghiaccioli!»
«Peccato», e tornò a seguire il film.
Poco dopo Mimi, ancora imbarazzata per il fugace discorso, si voltò verso la piccina e la trovò teneramente addormentata affianco allo zio e all'inseparabile peluche. Mimi sorrise carica d'amore e scattò una foto con il cellulare.
Dopo aver constatando che si era fatto terribilmente tardi, scrisse un bigliettino e lo lasciò sul tavolo fermato da una tazzina da caffè. Osservò ancora quella strana coppia mentre sentì un senso di solletico provenire dalla tasca dei pantaloni. Estrasse velocemente il cellulare dalla tasca e s'affrettò ad uscire dalla casa pur di non svegliare i “belli e addormentati”.
Lasciò la porta appena socchiusa dietro a sé e guardò lo schermo luminoso: Manager.
«Pronto? ...sì, certo. Prendo la metro ora e arrivo».
Si lasciò sfuggire un sospirò per poi tornare con titubanza nella casa. Si recò in salotto e sorrise ancora alla visione. Mimi si riscoprì dolce sotto quella corazza di ghiaccio che la faceva apparire una ragazza un po' brusca e dai modi spicci. Sempre schietta e diretta, abituata ad ottenere tutto subito e fu Takato stesso a darle della viziata quando lei si lasciò sfuggire qualche parola di troppo sul conto della gigantessa e il nanetto.
Infondo era pure masochista se aveva scelto l'uomo più cinico del pianeta come suo compagno, ma vederlo addormentato con la nipote accanto le donava uno strano senso di calore e le provocava un sorriso sincero sul volto.
Insinuò le dita gelide fra i ciuffi d'ebano del ragazzo e gli soffiò un bacio a fior di labbra, chiudendo gli occhi, nella speranza di non svegliarlo.
Uscì da casa Koizumi con una strana euforia, tanto che per poco non urtò una ragazza alta quanto lei mentre scendeva i gradini del vialetto.
«Mimi? Ma cosa ci fai tu qui?» Risa sembrava decisamente stupita, ma non Otani. Infondo era la stessa imbranata che si dimenticava della relazione fra la modella e il bel ragazzo studioso.
«Oh Risa, è una... ehm... storia che vi racconterò un'altra volta», e corse verso la fermata della metro, ma si girò come se avesse dimenticato di fare qualcosa: «Entrate e godetevi lo spettacolo!»
E poi sparì lasciando due sposini più perplessi che mai.

 

Diversi anni dopo.

 

«Signorina, non provare ad uscire da quella porta!»
«Papà, ma vado a studiare in biblioteca,» la ragazzina alzò gli occhi al cielo esasperata, «non sto mica scappando in direzione di Kyoto!»
Otani aggrottò la fronte. «Kyoto, eh?»
«Sei esasperante, sappi che io esco lo stesso!» ribatté la ragazza, afferrando la tracolla con i libri e dirigendosi verso la porta.
«Questo ti costerà il cellulare e le uscite...»
«...prendilo pure il cellulare e bloccami le uscite: io a scuola di vado lo stesso!»
Otani ghignò: «..e niente musica!»
Hikari si voltò di scatto, «No, la musica no!»
«Oh sì, signorina. Hai voluto dormire fino a tardi e non pulire camera tua? Mi sta benissimo, ma ora paghi le conseguenze, signorinella».
Hikari era tremendamente rossa in volto e per il padre non canzonarla era davvero uno fare a botte con se stesso. E cedette, eccome, a quella voglia irrefrenabile di far diventare smpre più violaceo il volto della figlia.
«Ma papà, avevo promesso a Dai-chan che...»
«Niente “ma” ho detto che resti a casa e così sarà».
«Però io...»
«Kari-chan, ne vogliamo parlare seriamente?»
«Ahhh, non mi chiamare così! Non lo sopporto!»
E vedendo il volto della giovane diventare paonazzo, l'uomo si lasciò andare in una sonora risata di gusto.
«Dai, vai allora. Ma sbrigati prima che cambi idea -e che tua madre torni a casa».
Hikari sorrise, ma si ravvede bene dal saltare al collo del padre, si girò e iniziò a correre nel vialetto verso la porta, lasciando l'uomo con il sorriso sul volto e la convinzione delle proprie idee.

«Eh già, Takato...», Mimi si portò le braccia al petto e fissava il marito come una gatto che guarda il topo prima di farne il proprio pasto.
«No, hai ancora quella foto?»
«Esattamente e se non vai a cambiare il pannolino di Sou, io con un semplice “click” la spedisco ai tuoi colleghi e verrai preso per i fondelli a vita».
Takato dovette alzarsi dal letto a mala voglia e dirigersi svogliatamente verso la camera del pargoletto urlante. «Giuro che me la pagherai, Mims».
«Parla, parla. Più il bimbo piange e più io mi arrabbio».
Takato prese in braccio il piccolo Sou, dieci mesi di strilli e poppate. Uscì nel corridoio e incontrò la moglie che posò un bacio sulla fronte del bambino.
«Le tue ideologie bizzarre non smetteranno mai di stupirmi, eh?»
Takato sorrise con sguardo bonaccione e alzò le spalle. «Chissà se anche lui, come la piccola Hikari, riuscirà a comprendere l'effimera arte del dormire».

 

 

due chiacchiere con milichituli
Ragazzuoli, buon dì. Mi sono resa conto che Koizumi Junior, ovvero Takato, è un vero e proprio ghiacciolo vivente e che a Manabe ho fatto fare un brutta fine (qualcuno ha letto il manga?).
(non) MI DISPIACE! Davvero, ma Mimi era troppo carina con Takato. E Manabe, per quanto possa essere dolce, carina e coccolosa non la sopportavo per niente: troppo rumorosa per Takato. Poi si sa, i gusti sono gusti e d'altronde io non sono la creatrice del manga ma solo una poveraccia che scrive FanFiction invece di studiare.
Però questo è l'ultimo (cioè, ho completato una raccolta!) e mi fa strano pensare che non scriverò più nulla di questo racconto un po' strano. Mi trasmetteva una sorta di allegria e tanta gioia, ma credo che sia stato molto merito vostro e dei commenti dolcissimi. Io non li merito, davvero, anche perchè posto questo capitolo con 5 giorni di ritardo ed ho dovuto modificarlo un po'.
Ringrazio tantissimo Potta, Nadynana, Calinee, Chappy_s girlfriend, Jade, Vegeta_isBig & two_hands per aver recensito la storia e aver avuto la forza di seguirla tutta; e anche tutti coloro che hanno seguito la mia storia, anche chi l'ha solo letta. Grazie di cuore!

Spero che queste letture vi siano state gradite (cause di effetti collaterali non sono a discapito dell'autrice, ma a prevenzione del lettore) e vi saluto con tutto l'affetto che posseggo al momento, prendo il treno e scappo prima di scoppiare a piangere davanti al piccì.

milichiutli, ma oggi sono solo Martii

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lovely complex / Vai alla pagina dell'autore: milichituli