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Autore: Panny_    01/04/2013    5 recensioni
«MORINAGA! COSA CAZZO MI SUCCEDE?!» urlò Souichi, mostrandogli la pancia. «sto male da quando l’abbiamo fatto l’ultima volta! Mi hai drogato neh? Tipico di te, dato che la prima volta l’ho fatto con te sotto effetto di un eccitante!»
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«COME SONO FINITI I MANDARINI?» urlò Souichi, attirando il pubblico.
«Mi dispiace signore, li abbiamo finiti ieri e il nuovo carico deve ancora arrivare»
«MA IO VOGLIO DEI MANDARINI!» sbraitò lui, da risposta.
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«No... no tu non sei un mostro... Tu sei una persone incredibile.... un uomo che aspetta un bambino... è qualcosa di... di... »
«Orribile...» concluse il biondo, dandosi un pugno sulla pancia.
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I caratteri dei personaggi potrebbero cambiare nel corso della storia, negli avvertimenti aggiungerò anche l' OOC quindi vi pregherei di non scrivere nelle recensioni "Morinaga/Souichi è troppo OOC" o roba simile.
Grazie dell'attenzione. I capitoli nuovi verranno pubblicati ogni lunedì.
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg, Tematiche delicate
Capitoli:
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Nient'altro che noi-Capitolo 1


Erano passati circa due mesi da quando avevano fatto l’ultima volta l’amore. Souichi, quel giorno, era perfino eccitato e voglioso, e quel bastardo di Tetsuhiro ne aveva approfittato, venendogli all’interno dopo averlo pregato non si sa quante volte. Quando il senpai, la mattina seguente, se ne accorse lo castigò, nonostante fosse stato lui stesso ad arrendersi a quella supplica, con una delle peggiori punizioni che Morinaga potesse avere. Ed ecco che erano giunti fino ad allora senza farlo... ma non solo per quello. Era da circa un mese e mezzo, forse anche un po’ in più, che Tatsumi si sentiva continuamente male: aveva nausee, abbassamenti di pressione improvvisi che gli portavano capogiri e, come se non fosse tutto, anche se non mangiava quasi, era ingrassato di due chili. che si notavano soprattutto sulla pancia.
«MORINAGA! COSA CAZZO MI SUCCEDE?!» urlò Souichi, mostrandogli la pancia. «sto male da quando l’abbiamo fatto l’ultima volta! Mi hai drogato neh? Tipico di te, dato che la prima volta l’ho fatto con te sotto effetto di un eccitante!» continuò, per poi sedersi a terra, portandosi le ginocchia al petto, cominciando a piangere senza un motivo. Dopo poco si alzò e, come se nulla fosse successo, scese a fare colazione. Mangiò soltanto una barretta energetica seguita da una tazza di succo di frutta.
Tetsuhiro non sapeva più che fare dato che il suo senpai cambiava umore da un momento all’altro: prima malinconico, poi pazzo isterico, felice e poi arrabbiato e indovinate chi ci andava a finire in mezzo? Lui.
«Senpai, ma se l’ultima volta che l’abbiamo fatto eri anche consenziente! Dovrei chiederlo a te se hai preso una droga o roba simile!»rispose Morinaga, ormai giunto al limite, mentre beveva del caffè.
«Tu... maled-» un conato di vomito fece correre il biondo verso il bagno, come tutte le mattine da circa cinquanta giorni fino a quel punto.
Il senpai aveva assunto un colorito cadaverico, si sentiva sempre male, debole, sempre stanco, ma non osava farsi visitare: non voleva andare dal medico e perdersi un giorno di università.
«Senpai, è da troppo che va avanti così... la mattina ti svegli, fai colazione e di corsa nel gabinetto a vomitare anche l’anima... dovresti farti vedere da un medico, cosa ti costa?!» Chiese Morinaga, tenendogli la mano, mentre lui rigettava gli ultimi residui della colazione.
«Quanto sei petulante... Va beh, mi hai convinto! Andiamo a fare ‘sta visita!» dichiarò il senpai, dopo essersi alzato e lavato la faccia e i denti.
Per la prima volta, dopo tutto quel tempo, il signor Tatsumi Souichi si era deciso ad andare all’ospedale; probabilmente ne aveva abbastanza dei continui suggerimenti del suo kohai, e poi anche per una questione di salute... non poteva continuare così.
Andarono a piedi all’ospedale lì vicino, anche se si dovettero fermare una volta davanti al fruttivendolo, dato che al senpai era venuta voglia di mandarini.
«COME SONO FINITI I MANDARINI?» urlò Souichi, attirando il pubblico.
«Mi dispiace signore, li abbiamo finiti ieri e il nuovo carico deve ancora arrivare»
«MA IO VOGLIO DEI MANDARINI!» sbraitò il senpai, da risposta.
Morinaga cercava di calmarlo, invitandolo a volere un altro tipo di frutta dato che quello mancava, ma Souichi non ne voleva sapere.
«Morinaga... se non mi procuri dei mandarini... ti ammazzo... » Minacciò il sempai, facendo deglutire il povero Morinaga che desiderava sapere al più presto una ragione logica a quello strano comportamento.
Senza che se ne accorgessero, un piccolo camioncino passò di lì e parcheggiò qualche metro più avanti.
Un giovanotto che scaricava la merce, sentendo le grida del biondo, si avvicinò di corsa e gli porse un mandarino; il carico era appena arrivato. Souichi lo guardò come se fosse il suo Dio e prese a sbucciare il mandarino, per poi gustarselo sorridendo.
«Grazie!» dissero in coro Tetsuhiro, Souichi e il fruttivendolo. Dopo la scenata, Morinaga pagò e raggiunse Souichi che lo aveva preceduto di circa cinquanta metri.
Continuarono a camminare fino a giungere alla grande struttura ospedaliera. Varcarono la soglia e si sedettero su delle poltroncine rosse in sala d’attesa. Un’infermiera si avvicinò loro e chiese cosa dovessero fare.
«Una visita medica... A proposito, spero che il medico sia libero... probabilmente è la prima e l’ultima volta che lo convinco a venire all’ospedale... »
Souichi mise il broncio e lo guardò di sottecchi.
Aveva decisamente assunto un’espressione tenera, ma allo stesso tempo poteva incutere timore. L’infermiera li fece attendere un pochino, regalando loro un dolce sorrisino. Attesero circa un quarto d’ora, per poi vedersi arrivare un giovane ragazzo che poteva avere sì e no tra i venticinque e i trent’anni. Li invitò nel suo studio, chiedendo loro quali sintomi avesse il biondo.
«Nausee mattutine, voglie improvvise, cambiamento d’umore, abbassamento della pressione improvviso e capogiri dovuti ad esso. Bene, facciamo un prelievo del sangue, lo analizzerò e vi dirò cosa succede.» Disse il dottore, dopo aver letto gli appunti riguardanti i sintomi, alzandosi e prendendo un capillare,  appoggiandolo su un carrellino insieme a dell’ovatta, alcool, una siringa e un laccio emostatico. Invitò il senpai a sedersi sul lettino e ad alzare la manica della maglia. Il dottore prese il laccio e glielo legò al braccio destro, per poi mettere un po’ di alcool su un batuffolo d’ovatta e strofinarlo su una piccola parte del braccio. Gli penetrò la carne con l’ago e prelevò un piccolo campione di sangue, per poi prendere un cerotto dal taschino e attaccarglielo sulla ferita da cui usciva un po’ di sangue, togliendo il laccio emostatico, e infine mettere il sangue nel capillare, lasciandolo il contenitore sulla superficie del carrellino, chiuso ermeticamente.
«I risultati saranno pronti tra circa quindici minuti, vi prego di aspettare in sala d’attesa.» disse accompagnandoli alla porta e porgendo il capillare all’infermiera che prima li aveva “accolti”. Il giovane dottore bisbigliò qualcosa all’orecchio della ragazza che se ne andò un po’ confusa e stranita.
Aspettarono un quarto d’ora, ma dei risultati neanche l’ombra. Il tempo continuava a passare, fin quando dal laboratorio non si sentì un urlo.
« È una cosa impossibile!» gridò il dottore. Souichi cominciò a temere il peggio. Tetsuhiro, vedendolo preoccupato, gli accarezzò la testa e lo rassicurò. L’infermiera uscì dal laboratorio.
«Voi due... state insieme?» chiese con un finto sorriso.
«INSIEME? È una cos-» Morinaga tappò la bocca del senpai che cercava di dimenarsi e di togliersi la mano dalla bocca.
«Sì, è da sei anni ormai...»
«Quando l’avete fatto l’ultima volta? Siete venuto?» Souichi era diventato rosso come un peperone e morse la mano che gli tappava la bocca. Tetsuhiro gemette leggermente per il dolore, per poi dichiarare un po’ timoroso che l’avevano fatto circa due mesi fa, e, sì, era venuto come non faceva da tanto.
Souichi voleva sprofondare.
«E-Ecco... beh, come dire... c-congratulazioni, aspettate un bambino... Sei... gravido da circa un mese...» disse indicando il senpai.
A Morinaga brillavano gli occhi, Souichi svenne.
Sia la ragazza, sia il moro cercarono di farlo riprendere; ci misero circa dieci minuti per fargli riacquistare conoscenza. Il biondo era incredulo. Cominciò a piangere, ma non di commozione.
«Tu... Tu mi hai fatto diventare un mostro... » biascicò asciugandosi gli occhi e non degnando Morinaga di uno sguardo.
«No... no tu non sei un mostro... Tu sei una persone incredibile.... un uomo che aspetta un bambino... è qualcosa di... di... »
«Orribile...» concluse il biondo, dandosi un pugno sulla pancia.
«Non fare così...» Disse Morinaga, fermandogli un altro pugno che stava per colpire il suo ventre, di nuovo.
«Signore, se mi permette, credo che il suo compagno abbia ragione... un bambino è la cosa più bella che ci possa esistere a questo mondo... però, se vuole... può abortire...» sussurrò la signorina, prendendo le mani di Souichi strette tra le sue.
«Domani tornate qui, faremo un’ecografia per vedere la condizione del feto»  disse autoritario il medico uscendo dallo studio, sorridendo a malapena. L’uomo rimase sconvolto, ma poteva rivelarsi davvero interessante... Probabilmente poteva diventare famoso grazie a quell’individuo.
Di certo non era una cosa che capitava tutti i giorni... esistevano rarissimi casi, anzi, probabilmente quello era l’unico uomo  che dopo aver avuto una relazione con tanto di orgasmo interno, possa rimanere gravido.
Tutti erano felici, tranne il senpai. Quest'ultimo non aveva completamente accettato quella relazione tra se stesso e il kohai, nonostante fossero passati tutti quegli anni, figurati avere un bambino da un lui. Era inaccettabile dato che anche egli stesso era un uomo.
Ritornarono a casa. Souichi corse in bagno e si chiuse all’interno. Morinaga lo aveva seguito, ma non era riuscito ad acciuffarlo. Lo sentiva piangere da dietro la porta e il cuore gli si stringeva in petto.
«Souichi... se non vuoi avere un bambino con me... puoi abortire... L’ha detto anche l’infermiera...»
Quelle parole dolevano, ma se il suo amore non era pronto ad accogliere un bambino, non poteva forzarlo. Nonostante sia un caso più unico che raro un uomo incinto...
Chissà come aveva fatto a generare un embrione...
Ma se in futuro avrebbero voluto averne uno, potevano adottarlo...
Intanto Souichi nel bagno, continuava a colpirsi il ventre, piangendo disperatamente. Prese un rasoio e si tagliò sulla pancia. Il sangue usciva copioso dal suo ventre, sporcandogli i pantaloni. Morinaga era riuscito ad entrare utilizzando una chiave di riserva che aveva per tutte le stanze. Lo vide sporco di sangue e che piangeva. Lo abbracciò di slancio, accarezzandolo e gettando nel cestino il rasoio sporco.
«Lasciami... lasciami in pace maledetto!» gridò Souichi, dandogli un pugno, ma Morinaga lo teneva ben stretto, doveva fargli sentire che in un momento del genere, lui c’era. Quando si calmò –per così dire, dato che continuava a piangere - il kohai prese dell’ovatta e del disinfettante, curando, in seguito, le lesioni che si era provocato il suo senpai.
Si sentiva altamente in colpa, ma allo stesso tempo era anche felice: nel suo cuore giaceva ancora una piccola speranza... poteva tentare di convincerlo e avere una famiglia insieme all’uomo che amava da undici anni circa, sperando che col tempo potesse accettarlo.
«Io ho deciso di abortire.» dichiarò Souichi, serio, smettendo di piangere.
Ed ecco che a Tetsuhiro si spezzò il cuore in tanti piccoli pezzettini; nonostante tutto, l’ultima fiamma di speranza non era andata a farsi benedire dopo quelle crude parole. Morinaga, comunque, lo accarezzò, cominciando a piangere in silenzio, lasciando che dagli occhi scendessero solo lacrime, mentre dalla sua bocca neanche un gemito. No, lui non si sarebbe arreso per nulla al mondo. 

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Ecco il primo capitolo di questa long... spero vi piaccia >⍵< 
Il prossimo lo pubblicherò tra una settimana... Va beh, ecco per voi il primo capitolo! *ha l'impressione di averlo già detto* 
Sayoonara minna e buona lettura :)

                                                                               
  
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