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Autore: Dorothea    01/11/2007    9 recensioni
Con la scusa di voler distruggere gli Horcrux e salvare il mondo, anziché frequentare il settimo anno, Harry parte in cerca di (dis)avventure.
Non sarà solo però, a rendere le sue peregrinazioni ancora più deliranti di quanto non siano già ci saranno uno svitato membro dell'ordine, una capra puzzolente, una cinesina in cerca di vendetta, un bulgaro dal vestito imbarazzante e ovviamente Ron ed Hermione. Senza contare l'intelligence decisamente poco intelligente di stanza a Hogwarts.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Capitolo 6



AVVISO IMPORTANTE:


Questo è il primo capitolo da me scritto dopo la pubblicazione di Harry Potter and the Deathly Hallows ( il precedente nonostante pubblicato dopo il 21 luglio era però stato scritto in precedenza). Voglio ribadire e sottolineare per bene quello che già avevo avvisato all’inizio del primo capitolo.

In questa fanfiction non ci sono e non vogliono esserci spoiler intenzionali.

Tutto quello che deve accadere, in che modo deve accadere e dove deve accadere me lo sono segnato per benino prima dell’inizio della pubblicazione, proprio per avere ben chiaro cosa volessi narrare e non rischiare di farmi influenzare dal vero settimo libro.

Il problema sorge con la questione degli spoiler inconsapevoli. Vuoi che certe cose erano scontatamente prevedibili o che ho una capacità di divinazione fuori dal comune o che si tratti di puro caso, non vi garantisco che alcune idee non siano casualmente simili a quelle del vero settimo libro.

Siccome non ho nessuna intenzione di modificare la fanfiction ( senza contare che se lo facessi quel poco di trama e di logica che c’è andrebbe a farsi friggere ) non posso fare altro che avvisarvi nuovamente di questa eventualità e lasciare a voi la decisione se leggere o meno la fanfiction.

Vi ripeto, i casi si similarità non sono intenzionali e non verrò di certo a dirvi quali sono ( tanto vale dirvi che succede nel libro altrimenti ^^ ) se però credete che vi possano rovinare la lettura del settimo volume, allora non proseguite oltre e accantonate questa fanfiction fino a che non avrete letto il libro.


Capitolo 6
Prima fermata: Godric’s Hollow

La mattina seguente al matrimonio, Harry, Ron e Hermione erano nell’ingresso di casa Weasley zaini in spalla e pronti a partire. Mamma Weasley piangeva sommessamente nel suo fazzoletto di stagno, alla fine Ron le aveva svelato che non stavano partendo per una tour musicale, ma che andavano a far vedere i sorci verdi a Voldemort, tacendole però qualsiasi riferimento agli Horcrux.
    « Fate i bravi » singhiozzò mamma Weasley « Soprattutto tu, Harry » disse abbracciandolo e spaccandogli qualche costola « Mi raccomando, state lontano dai pericoli. »
    « Ehm, mamma, guarda che stiamo andando a far fuori Voldemort » le ricordò Ron.
    « Non si contraddice la mamma! » lo rimproverò Molly voltandosi verso di lui « Tu, Ronnie caro, lavati sempre le orecchie dopo i pasti e indossa la maglia di lana se dovesse fare freddo. » Ron annuì con un grugnito scocciato.
    Mentre la signora Weasley passava a scassare l’anima a Hermione, Ginny si avvicinò a Harry « Harry, io ti aspetterò mentre sarai impegnato con i tuoi doveri di eroe » disse in modo così sdolcinato da far venire un attacco di diabete alla stessa autrice, quindi figuriamoci agli altri.
    « Spacca il culo a Voldemort anche da parte mia, se non ti spiace » continuò Ginny.
    « Per te questo e altro, mia adorata » disse Harry facendole il baciamano « Per te sarei disposto perfino a morire. »
    « Beh, non è detto che non ti capiti mentre spacchi il culo a Voldemort » gli fece notare la ragazza prima di scoppiare a ridere come una scema.
    « Grazie per il sostegno morale » la ringraziò Harry mestamente « Cambiando discorso, ti ho preparato un regalo per il tuo compleanno » e così dicendo le porse una scatola infiocchettata.
    « Oh, grazie Harry, sei proprio dolce » lo ringraziò prendendo il pacchetto.
    « Eppure non mi sembrava di essermi dolcificato » disse Harry esaminandosi le vesti in cerca di granelli di zucchero.
    Quello che c’era nel pacchetto viene bellamente ignorato dalla narrazione, tanto del regalo di Ginny non gliene frega nulla a nessuno, men che meno all’autrice, che ha scritto questa scena solo per poter ficcare la alquanto discutibile battuta sull’ “essere dolce”.
    Finalmente il triumsvitato riuscì a partire e, camminando nella foschia mattutina, si diresse alla fermata dell’autobus. Alla fermata dell’autobus fecero una brutta scoperta: la tabaccheria era chiusa per ferie, i tre dovettero così rinunciare a comprare i biglietti dell’autobus. Per nulla preoccupati della mancanza del biglietto Harry e Hermione si addormentarono nei loro sedili, mentre Ron fissava il paesaggio che scorreva veloce al di là dei finestrini, esperienza che gli dava ispirazione per la composizione dei suoi poemi pastorali.
    Ovviamente il giorno in cui non hai il biglietto dell’autobus è anche lo stesso in cui i controllori salgono a dare un’occhiatina. I controllori erano tre: uno che controllava i passeggeri partendo dal fondo dell’autobus, uno che controllava i passeggeri partendo dalla cima e un terzo che o vagava per l’automezzo intralciando i colleghi o parlando con l’autista, ignorando bellamente il cartello che vieta a te di parlare all’autista, ma non vieta all’autista di parlare a te.
    « Biglietti » disse imperioso un controllore con i baffi rivolgendosi a Ron, dal momento che sia Harry che Hermione ronfavano come locomotive.
    « Uh? » chiese Ron impanicato.
    « Mi dia il biglietto signore » ripetè il controllore muovendo la mano leggermente impaziente.
    « Lei non può chiedermi il biglietto » rispose pratico Ron.
    « Eccome se posso chiederglielo, anzi, mi sembra di averlo appena fatto. »
    « Lei non può perché da che mondo è mondo il biglietto non esiste » spiegò con fare ovvio. Il controllore lo fissò senza capire se sembrasse stupido o lo fosse sul serio. « Proprio così » continuò Ron « Nessuno è mai riuscito a dimostrarne l’esistenza, quindi, fino a prova contraria, continuerà ad essere un’entità metafisica. Quindi, come vede, non posso proprio soddisfare questo suo segreto e perverso desiderio di possedere un biglietto. »
    « Una bella multina potrebbe forse essere una prova abbastanza consistente sull’esistenza dei biglietti?» chiese malefico il controllore aprendo il libretto delle multe.
    « Uh, altrochè! Lei è proprio bravo a convincere la gente, lei è un convincitore nato! E’ già, perché se non fosse nato lei non potrebbe essere qui e non esisterebbe proprio come il biglietto di poco fa, e per farla esistere qualcuno dovrebbe arrivare e fare una multa. » Ron si voltò a guardare a destra e sinistra come si aspettasse l’arrivo di un controllore di controllori.
    « Ora che ha delirato a piacimento, mi da questo biglietto? » sospirò il controllore ormai vicino a una crisi di nervi.
    « Ah, ok, ma lei quanto me lo paga? » chiese Ron.
    « Eh? »
    « Si, insomma, non si aspetterà che le doni un preziosissimo biglietto! » esclamò oltraggiato.
    « Signore, crede di essere divertente? Mi faccia vedere il suo biglietto. O devo dedurre che non ce l’ha? »
    « Ehi, ma questo è un legilimens! » esclamò sconvolto voltandosi verso Harry, che ovviamente non gli rispose, dato che dormiva.
    « Legili che? Per caso mi sta offendendo?! » chiese il controllore effettivamente offeso.
    « Oh, no, non mi permetterei mai! » si difese Ron d’improvviso servizievole, chinandosi a baciare le scarpe del controllore « Quindi non vorrà di certo multare un giovine fanciullo educato come me? »
    « Basta! Mi faccia vedere questo biglietto. »
    Ron gli porse il biglietto del cinema di due giorni prima.
    « Sta facendo lo spiritoso? » sbuffò il controllore.
    « Le sembra che stia raccontando barzellette? » sbottò Ron irritato.
    « Orazio, abbiamo un problema » disse esasperato rivolgendosi al collega, che ora cercava di raggiungerlo evitando il terzo che saltava la corda nel corridoio.
    « Che succede Gianni? Un altro senza biglietto? » chiese Orazio.
    « Probabilmente è anche senza biglietto, ma più di ogni altra cosa manca di cervello. Credo sia scappato dal manicomio. »
    « Ma no! Non sono matto! Guardi, lo chieda ai miei amici » e così dicendo si affrettò a svegliare Hermione « Hermione, digli che non sono pazzo! »
    « Eh? » chiese la ragazza strofinandosi gli occhi assonnata. Sussultò quando vide i due controllori guardarla arcigni.
    « Il suo amico ci sta rendendo la giornata degna di essere dimenticata » le disse il controllore Gianni con le mani sui fianchi anziché all’estremità delle braccia « E non sono nemmeno le dieci di mattina. »
    « Oh no, i controllori! » gemette Hermione « Proprio oggi che non siamo riusciti a comperare i biglietti! »
    « Lo dicevo io che non avevano i biglietti » disse Orazio sorridendo malizioso e aprendo il taccuino delle multe.
    « Accidenti, confundo!» esclamò la ragazza movendo rapida la bacchetta. I due controllori assunsero per un attimo un’espressione vitrea « Grazie per averci mostrato i vostri biglietti » disse Gianni riconsegnando il biglietto del cinema a Ron. Detto questo i due controllori corsero a fondare la chiesa del Sacro Biglietto, dimenticando il terzo collega che rimase a saltare la corda nel corridoio fino alla fine dei suoi giorni.
    « Wow, sei stata fantastica Hermione! » esclamò Ron soddisfatto « Già mi vedevo intrappolato in una camicia di forza sulla strada del manicomio. »
    « Dobbiamo assolutamente procurarci dei biglietti » disse Hermione ansiosa « Non possiamo confondere tutti i controllori che incontriamo. »
    « Però anch’io stavo facendo un bel confundus, e senza bacchetta per di più » disse compiaciuto Ron lustrandosi le unghie.
    « Ma non stavi per essere portato al manicomio? » gli fece notare Hermione.
    « Quisquilie » sorvolò Ron, cercando di coinvolgere la ragazza in quell’azione che la Salani chiamerebbe “pastrugnare”.
    Per sua sfortuna in quella si svegliò Harry che voleva giocare a Uno « Dai dai, giochiamo a Uno che oggi mi sento fortunato! »
    Sospirando rassegnati Ron ed Hermione accontentarono l’amico e per il resto del viaggio non fecero altro che fare emozionanti partite a Uno, partite in cui Harry perse sempre, come se non bastasse Harry perse pure il portafoglio e l’autrice un altro neurone.
    Godric’s Hollow si trovava nel Galles. Questo per pura mia decisione, dal momento che, nel primo libro, quando Hagrid lo porta nel Surrey dai Dursley, Harry si addormenta mentre sorvolano Bristol, quindi come posto di provenienza il Galles è abbastanza plausibile.
    Dopo questa inutile lezione di geografia, i tre amici scesero alla stazione delle corriere di Londra per poi prendere un treno che li portasse in Galles. Sfortuna vuole, o meglio vuole l’autrice che di proposito ha cambiato tutti i cartelli alla stazione dei treni, che i tre scemi sbagliassero treno e finissero in Belgio. Come questo sia possibile però non so. Tornare indietro fu un po’ problematico, in quanto all’improvviso e soprattutto senza motivo venne indetto uno sciopero dei treni, degli aerei, delle barche e degli autostoppisti. E ovviamente non potevano usare la smaterializzazione accompagnata, primo perché è un metodo di viaggio che non si addice alle grandi percorrenze, secondo perché Hermione non sapeva come Godric’s Hollow fosse fatto, quindi non poteva visualizzare nella sua mente il luogo di destinazione.
    Una volta che l’autrice ebbe finito di plasmare le leggi magiche a suo piacimento e una volta che lo sciopero ebbe termine, il triumsvitato giunse finalmente al paese natale di Harry.
    « Che faticaccia » sospirò Hermione « Tutto questo casino solo perché l’autrice approfitta di qualsiasi espediente per far passare i giorni, in modo tale che la fine della storia coincida con giugno, il periodo dei casini e della resa dei conti. »
    « Poco importa, quel che conta, oltre al pallottoliere è che siamo infine giunti! » esclamò gioioso Harry « Terra Natale, finalmente sono da te! » e così dicendo si inchinò a baciare il terreno.
    « Dai, ma che fai! » lo rimproverò Hermione « Ti sembra igienico? »
    « Di sicuro più del metodo di Ron di lavarsi i denti, ovvero con lo scopino del water. »
    « Oh dio che schifo » gemette Hermione coprendosi la bocca con la mano voltandosi a guardare Ron, che ora mangiava con gusto delle noccioline scadute.
    I tre si incamminarono fino a giungere al cimitero, da ormai sedici anni nuova residenza di James e Lily. Al cimitero fecero una brutta scoperta: qualcuno aveva profanato le tombe e imbrattato le lapidi con lo spray rosso.
    « Oh no! » gemette angosciato Harry mettendosi le mani tra i capelli « Vandali e teppisti, profanatori e insudiciatori! » urlò arrabbiato scagliando in aria il pugno con fare minaccioso.
    « Proprio una cosa immorale » disse Ron scuotendo la testa disgustato « Ormai nessuno mostra più rispetto » aggiunse prima di prendere una bottiglietta spray e scrivere “vandali con i sandali” e “teppisti macchinisti” sulla tomba più vicina.
    « Harry calmati » gli disse Hermione « Queste non sono le tombe dei tuoi genitori. »
    « Ah, ecco perché sopra c’è scritto Guascone il Furbacchione e Genziana la vecchi anziana. » disse Harry sollevato « Ma Genziana la vecchia anziana come veniva chiamata da giovane? Genziana la giovane anziana? » chiese Harry quando scese dalla gru che lo teneva sollevato.
    Riflettendo su questa domanda, che sono sicura d’ora in poi tormenterà tutti i vostri sonni, Harry Ron ed Hermione continuarono a girare per il cimitero finché le tombe dei genitori non vennero individuate. Le tombe di James e Lily non erano né profanate né imbrattate, in compenso erano state scambiate tra loro le foto dei due coniugi, James era venuto con gli occhi rossi e Lily era inquadrata da dietro.
    Con gli occhi pieni di lacrime Harry depose un mazzolino di fiori appassiti sulle tombe « Mamma, papà » disse con voce rotta dall’emozione « Vedrete, vi renderò orgoglioso di me. »
    « Questo si che darà una svolta alle loro vite » disse Ron sarcastico prima di ricevere delle manganellate da Hermione. Quando Harry ebbe finito di prosciugare le proprie ghiandole lacrimali, i tre se ne andarono finalmente a visitare le rovine rimaste della vecchia dimora dei Potter.
    Ignorando il cartello che avvisava di pericolo di crollo, i tre superarono il nastro protettivo e si diressero a quel che rimaneva della casa. Il piano terra sembrava non aver riportato ingenti danni, ma il piano superiore era completamente distrutto. Ne rimaneva in piedi solo un pezzo di parete annerita su cui era ancora appeso un manifesto della sagra della zucchina marcia.
    Il triumsvitato entrò nella casa diroccata e quello che Harry scoprì non gli fece tanto piacere. Già non gli era molto piaciuto scoprire, tre anni prima, che suo padre era davvero arrogante come Piton gli aveva sempre detto, ora gli piaceva anche meno trovare ammassi di bottiglie di alcolici vuote, a indicare che suo padre era davvero un ubriacone come zia Marge sosteneva da sempre. Come se non bastasse scoprirono che Lily doveva essere svitata anche più di quello che sosteneva zia Petunia, a giudicare dalla sua collezione di code di procioni investiti e gli appunti su orrende canzoncine deliranti scritte da lei stessa per onorare un gufo di ceramica che teneva su una mensola in camera da letto. Girovagando per la casa e ficcanasando tra gli effetti personali, Harry si rese conto che in effetti suo padre era disoccupato come diceva sempre zio Vernon e che tutto l’oro conservato nella camera blindata l’aveva vinto con una giocata fortunata al superenalotto.
    « Non voglio crederci, i miei genitori erano esattamente come i miei zii li hanno sempre descritti » gemette Harry distogliendo lo sguardo dai libri di James, che andavano dalla storia di Batuffolino il coniglietto morbidino a un manuale per migliorare la propria tecnica al gioco del lupo mangia frutta.     « Ehi, Harry, hai visto nella credenza? » gli chiese Hermione dalla cucina « A quanto pare tua madre possedeva un orrendo servizio di piatti con sopra stampate le foto di cibo in putrefazione. »
    « Oh mio dio! » gemette Harry.
    « E tuo padre aveva una collezione di sonaglini per infanti davvero notevole » aggiunse Ron guardando in una cassapanca « Questo è il resto dei quello che abbiamo visto mi da l’idea che tuo padre fosse un tipo un po’ infantile. »
    « Basta, è meglio se ce ne andiamo » sbottò Harry esasperato « Preferire non venire a scoprire altro sui i miei genitori » aggiunse avviandosi verso l’ingresso.
    Ron lo seguì scavalcando la casetta rosa di Barbie di James rimasta sul pavimento del soggiorno, ma Hermione si fermò avendo scorso una porta in cui non erano entrati.
    « Ehi, Harry, qui non abbiamo guardato » lo richiamò indietro Hermione.
    Harry fece dietro front e raggiunse l’amica « Spero che dentro non ci siano album di foto oscene. »
    Dentro c’erano effettivamente album di foto oscene, ma oltre a questo c’era anche qualche cosa di molto più allettante: una grossa spada bastarda.
    « Capperi » esclamò Harry afferrando l’elsa compiaciuto « Il babbo sarà anche stato infantile, ma sapeva anche il fatto suo. Mi sarà utilissima, la userò per far rotolare qualche testa. »
    Caricatosi la spada in spalla, Harry e i suoi compari uscirono dalla casa e se ne andarono a prendere il treno per tornarsene a Londra, a Grimmauld Place, per preparare le ultime cose prima del viaggio per distruggere gli Horcrux.
    Nel frattempo, dopo aver lasciato Voldemort, Draco era giunto nel suo ufficio. E ci ha messo due capitoli per farlo? Si, perché Draco non aveva un ufficio, aveva quindi dovuto affittarne uno in uno scantinato puzzolente di Nocturn Alley, sotto il falso nome di Pomezio Cippirimerlo, in modo da evitare che il ministero lo localizzasse.
    Trovato l’ufficio aveva poi dovuto portarci la sua amata scrivania in mogano stile liberty, la poltrona imbottita ereditata da zia Carmela, lo schedario ammaccato vinto alla pesca della parrocchia due anni prima e soprattutto la sua collezione di fumetti dei fantastici quattro.
    In seguito aveva dovuto affrontare l’arduo compito di trovare una segretaria che si occupasse di tenere in ordine le sue scartoffie e lo aiutasse ad attuare i diabolici piani che il signore oscuro gli aveva affidato. Mise un annuncio sulla Gazzetta del Profeta, indicando il suo vero nome e la via dell’ufficio perché era un po’ pirla, ma il ministero era ancora più pirla di lui quindi non se ne accorse.
    Draco aveva indicato alle aspiranti segretarie di presentarsi da lui quel pomeriggio per un colloquio di lavoro. All’ora stabilita il ragazzo si accomodò dietro la scrivania e intimò alla prima di entrare. Un aspirapolvere fece il suo ingresso nella stanza.
    Draco la fissò per un attimo prima di alzare gli occhi al cielo esasperato « Proprio spiritoso » disse sarcasticamente « Un’aspirante segretaria, ah ah ah, sarebbe anche ora che l’autrice la smettesse con queste battutine idiote che non fanno ridere. E soprattutto riciclate » aggiunse dando un’occhiata alle fanfiction precedenti dell’autrice.
    Offesa per essere stata chiamata battutina riciclata, l’aspirapolvere se ne andò con il naso per aria, non prima però di aver spettinato l’accurata acconciatura del ragazzo, reo di aver insultato l’autrice.
    « Ma porca di quella miseria! » imprecò Draco sistemandosi la chioma davanti allo specchio « Ci avevo messo ben tre ore per pettinarmeli! E poi non mi garba che la mia chioma lucente venga toccata da un aspirapolvere plebea qualunque. »
    « Se vuoi ci penso io a pettinarti, trottolino amoroso » disse Pansy con voce zuccherosa entrando nell’ufficio.
    « Oh no, e tu da dove salti fuori? »
    « Sono una delle aspiranti segretarie » spiegò lei.
    « Ah, preferivo l’aspirapolvere! » esclamò scioccato Draco correndo alla porta e dando un’occhiata a destra e sinistra per vedere se l’aspirapolvere era ancora nei paraggi.
    « Io sono molto meglio di quella vecchia aspirapolvere scassata, ciccino » disse Pansy mettendo il broncio « Vedrai, sono bravissima a tenere organizzati i documenti e faccio anche un ottimo caffé, mi basta andare a prenderlo al bar qui all’angolo. »
    « Beh, vedremo se sarai meglio anche delle altre candidate » le disse Draco maligno.
    Per sfortuna del mangiamorte nessun’altra desiderava avere quel lavoro, così dovette assumere Pansy e con lei pure Fiocchetto, il disgustoso barboncino dai denti storti della ragazza.
    « Bene, mettiamoci al lavoro » esordì Draco sedendosi dietro la sua scrivania « Dobbiamo fare in modo che Potter vada di sua sponte nell’antro del signore oscuro. Avevo pensato ad un imperius, ma poi mi sono ricordato che lo sfregiato è in grado di contrastarlo. »
    « Perché non gli mandiamo un invito per partecipare alla sfilata di moda organizzata del Signore Oscuro? » propose Pansy spazzolando il pelo immacolato di Fiocchetto.
    Draco la guardò esasperato « Dubito che possa funzionare. Tu ce lo vedi il signore oscuro ad organizzare sfilate di moda?! »
    « Ma non ha importanza, mica deve organizzarle sul serio, è solo una scusa per attirare Potter » disse Pansy « Dracherello, ogni tanto dimostri l’intelligenza di una mangusta pazza. »
    « Lascia perdere la sfilata, pensiamo a qualcos’altro » tagliò corto Draco alzandosi e cominciando a camminare per la stanza « Bisogna trovare qualche idea… » aggiunse pensieroso misurando la stanza con lunghi passi « …senza insospettirlo però, altrimenti il piano va a rotoli… tu cosa mi consigli Pansy? » chiese alla ragazza.
    « Che dovresti cambiare la carta da parati » rispose guardando disgustata quella che già c’era appesa alle pareti « Sul serio, questa qui con le mele marce è davvero brutta. Io ti consiglio di metterla rosa con i pallini bianchi, il rosa è sempre così caruccio mentre i pois sono molto di moda ultimamente. »
    « Chi se ne frega della carta da parati! » ruggì Draco rabbioso.
    « Ma Drachino tenerino, per essere rilassati e in pace con se stessi è bene che gli ambienti in cui si sta siano piacevoli e confortevoli. Infatti tu sei già bello stressato, è deciso, cambieremo la carta da parati. »
    Così Draco dovette accompagnare Pansy per tutti i negozi di Diagon Alley alla ricerca della carta da parati rosa che lei amava tanto, indossando baffi finti e lenti bifocali per non farsi riconoscere. Dopo solo sei ore di ricerca trovarono la tanto agognata carta, tornati all’ufficio passarono il resto del pomeriggio ad attaccarla. Non ancora soddisfatta del risultato ottenuto, Pansy costrinse Draco a cambiare l’arredamento e quindi a trasportare graziosi mobiletti bianchi, tappeti rosa vaporosi, quadretti di ameni scorci campagnoli e vasi di rose. Finita la ristrutturazione l’ufficio di Draco assomigliava terribilmente a quello della Umbridge, ovvero rischiavi un attacco di diabete ogni volta che ci mettevi piede.
    Esausto da tutto il lavoro, Draco si stravaccò di peso sulla poltrona « Sono sfinito! E devo ancora ideare un piano per l’oscuro signore » mormorò strofinandosi gli occhi « Ora mi devo occupare di quella faccenda e non voglio dover pensare ad altro finché non avrò trovato un modo per catturare Potter! »
    « Dracherello, secondo te su questo tavolino ci sta meglio il vasetto di ceramica o la cornice di stucco? »
    Draco la guardò stancamente « Bruciali entrambi » rispose con voce piatta.
    Tornando ai nostri eroi, detti anche Harry, Ron ed Hermione, bisogna dire che tra un imprevisto e un’altro riuscirono ad arrivare a Grimmauld Place nel primo pomeriggio di un non precisato giorno di metà agosto. In cucina trovarono Tonks piangente come un salice seduta al tavolo e Remus in piedi dietro lei che le dava leggeri colpi consolatori sulle spalle.
    « Su su, Tonks castoro, non fare così. »
    « Castoro?! » chiese Ron non credendo alle sue orecchie « Perché la chiami in codesto nome? Manco avesse i denti grossi, giusto Hermione, fino al quarto anno, veniva chiamata così alle sue spalle. »
    « Volevo dire “tesoro” » si corresse in fretta Lupin mentre Hermione si rammaricava nello scoprire certe cose « Un semplice errore di battitura da parte dell’autrice. »
    « Castoro o meno, si può sapere che accade? » chiese Harry curioso « Perché Tonks piange? Ha per caso aperto qualche fanfiction ed ha scoperto che tu, Remus, hai avuto lunghe relazioni non-platoniche con Sirius? »
    « Eh? » chiese Tonks alzando lo sguardo verso Harry e poi girandosi a guardare Lupin scioccata.
    « Non dargli credito, cara, sono solo deliri dei fan » le spiegò Remus tranquillamente « E sai che in quanto a deliri i fan di Harry Potter non li batte nessuno. Tieni, prendi un cioccolatino. »
    « Cosa è successo? » chiese Hermione prendendo posto al tavolo.
    « Nessuno ha fatto domanda per il posto di Difesa Contro le Arti Oscure » cominciò a spiegare Lupin mentre Tonks ricominciava a piangere sommessamente con il volto nascosto tra le braccia « La professoressa McGranitt ha gentilmente chiesto che si offrisse qualcuno dell’ordine, così abbiamo fatto a chi estraeva la paglia più corta. E Tonks ha avuto un po’ di sfortuna » disse Lupin stringendo la spalla della ragazza « Sarà la nuova insegnante di difesa. »
    « Condoglianze » dissero in coro Ron, Harry ed Hermione.
    « Vedrete che andrà tutto bene » disse Lupin tranquillo « Io non ho riportato danni particolari. Su cara, adesso ci facciamo una cioccolata calda e vedrai che tutto s’aggiusterà. »
    « E chi saranno gli insegnanti di Pozioni e di Trasfigurazione? » chiese Hermione curiosa.
    « Di pozioni rimarrà Slughorn » disse Lupin trafficando ai fornelli.
    « Avrei creduto che se ne sarebbe andato » esclamò Harry sorpreso.
    « A dire il vero era quello che voleva fare » Lupin prese il cacao e cominciò a scioglierlo nel latte « Ma poi ha scoperto che Silente gli ha fatto firmare un contratto che più o meno lo costringeva a restare a Hogwarts finché Silente in persona non lo avesse congedato. »
    « Quindi è costretto a rimanere ad Hogwarts ad insegnare fino alla fine dei suoi giorni? » chiese Hermione scandalizzata. Lupin si strinse nelle spalle.
    « E trasfigurazione chi la insegnerà? »
    « L’uomo sconosciuto. » rispose pronto Lupin.
    « E chi sarebbe? »
    « Ah non so, un po’ tutti se lo chiedono, » E con un’alzata di spalle Lupin mise sul fuoco la sua amata bevanda. Hermione sospirò e scambiò un’occhiata con i due amici.
    « Noi andiamo nel salone » disse Hermione dopo alcuni minuti « A… ehm… sistemare alcune nostre faccende. »
    « Ah, preparate la scaletta dei concerti? » chiese Lupin d’improvviso interessato.
Harry, Ron e Hermione lo guardarono senza capire.
    « Ma si, il concerto, l’altro giorno al matrimonio si andava dicendo che sareste partiti per un tour europeo. Badate bene che, appena esce, dovrete autografarmi il disco. »
    « Ehm, a dire il vero non c’è e non ci sarà nessun concerto » rivelò Hermione « Era solo una copertura per confondere le acque, partiremo per sconfiggere Voldemort in realtà. »
    « Sul serio? Ma… in che modo pensate di riuscirci? » chiese scettico.
    « Di questo non possiamo parlare » si intromise Harry « E’ una questione tra Silente e me, ho promesso di non rivelare i particolari. »
    « Capisco » sospirò Lupin « Qualsiasi cosa abbiate intenzione di fare comunque, vi servirà tutta la fortuna possibile. »
    « Già, ma non quanta ne servirà a Tonks per superare indenne l’anno scolastico! » rise Harry facendo piangere ancora più forte la ragazza.
    Lasciata Tonks nell’impresa di imitare Mirtilla Malcontenta e Lupin che ormai stava indossando l’impermeabile, il triumsvitato si ritirò in salotto a fare il punto di quello che avrebbero portato con se.
    « Bene » esordì Hermione non appena ebbero preso posto al tavolo circolare « Vediamo di fare un inventario di tutti gli oggetti che abbiamo, poi li riporremo negli zaini che per l’occasione ho munito di incantesimo alleggerente. »
    « Munirli anche di incantesimo allargante magari? » propose Harry.
    « Non ce ne è bisogno, sono zaini prodotti dalla ditta Mary Poppins S.p.A., sigla che sta per spaziali, quindi hanno tutto lo spazio che serve. Ebbene, che oggetti abbiamo con noi? »
    « Tra gli oggetti più importanti » esordì Harry « Ci sono le bacchette, lo specchietto per comunicare con Ginny e ripeterle allo sfinimento quanto la amo, il mantello dell’invisibilità e le formine per infornare biscotti. Non si sa mai. »
    « Bene » disse Hermione segnandoli su un rotolo di pergamena « Che altro? »
    « Uno spioscopio portatile regalatomi da Ron che non funziona. »
    « Ehi, ve’ che funziono benissimo! Hermione può confermarlo. »
    « Intendeva che lo spioscopio non funziona » gli spiegò Hermione arrossendo « Altre cose? »
    « I detonatori non ricordo come si chiamano regalatimi da Fred e George. »
    « Marmellata d’albicocche fatta in casa dalla mia mamma. »
    « Il flauto regalatomi da Hagrid e la spada bastarda di mio padre. »
    « Una corda da saltare. »
    « Sapone di Marsiglia. »
    « Pongo blu. »
    « Cibo per piccioni. »
    « Rotolo di carta igienica, e nessuno venga a dirmi che è inutile. »
    « Vocabolario di latino. »
    « Un fischietto che non funziona. »
    « Bavagli. »
    « I fumetti di Martin Higgs il babbano matto, un po’ di letture ricreative ci vogliono sempre. »
    « Sale e pepe. »
    « Tonno in scatola. »
    « Marionette. »
    « Una gomma già masticata. »
    « Estintore vuoto, dal momento che l’abbiamo usato due capitoli fa. »
    « Un pacco di quattro salti in padella Findus. »
    « Un ghiacciolo alla menta sciolto. »
    « Il volante di una Volvo. »
    « Un pezzo di libreria Ikea dal nome impronunciabile. »
    « Un cd dei Maroon Five che potremmo anche distruggere, per quel che vale. »
    « Un perizoma di Ginny. »
    « Un che di mia sorella ?! »
    « Ignora quello che ho detto, Ron. »
    « Ah ok. »
    « E last, but non least, detto in inglese che così fa più figo, il medaglione falso di R.A.B. »
    « Harry, è falso » gli fece notare Hermione.
    « Lo so, ma lo teniamo non come amuleto, ma come ricordo di quello che è costato è di quello che resta ancora da fare. »
    « Come preferisci » Hermione aggiunse il medaglione alla lista, posò la penna e diede un’occhiata al pezzo di pergamena « Accidenti, mi sa che battiamo il record di oggetti inutili. »
    « Ti ricrederai Hermione, quando il tonno in scatola ci avrà salvato la vita » disse Harry con voce seria.
    « Sarà. Ad ogni modo la prima cosa che dobbiamo fare è capire chi si celi dietro lo pseudonimo di R.A.B. »
    « Accidenti Hermione, non abbiamo fatto altro che romperci il cervello su questo alla fine del libro scorso » si lamentò Ron alzandosi ed dirigendosi verso l’arazzo con l’albero genealogico dei Black.
    « Ma a quanto pare non ce lo siamo rotto abbastanza perché ancora non sappiamo che pesci pigliare » ribattè stizzita Hermione.
    « Io voto per il salmone » disse Ron esaminando l’albero genealogico « Cotto al forno è una prelibatezza. »
    « Che diamine c'entra il salmone io proprio non capisco… » cominciò Hermione, ma Ron la interruppe con uno strillo.
    « Ehi, ma avete visto?! Qui, sull’albero genealogico della famiglia di Sirius! Il filo con cui è intrecciato è d’oro! Potremmo sfilarlo e guadagnarci un bel gruzzoletto. »
    « Ron, non sarebbe una cosa carina da farsi! » lo rimproverò Hermione « E poi Harry non approverebbe, vero Harry? »
    « Ad essere sinceri approverei eccome, purtroppo deve esserci un incantesimo anti-sfilacciatura, perché quando ho tentato di farlo io tre anni fa non mi è riuscito. »
    Hermione sopirò stancamente « Lasciate perdere il filo d’oro, piuttosto concentriamoci su R.A.B. »     I tre ragazzi passarono così il resto della giornata a spremersi le meningi su chi potesse celarsi dietro lo pseudonimo di R.A.B, Ron a dire il vero si impegnava poco, occupato com’era a ridere per la strana pronuncia dei nomi degli antenati di Sirius.
    Ore più tardi i tre ragazzi erano ancora nel salone senza aver cavato un ragno dal buco. Hermione pensava strenuamente con le la fronte aggrottata, Harry si dondolava sulle gambe posteriori della sua sedia e Ron continuava ad ammirare l’arazzo dei Black, sgranocchiando un biscotto ai cereali.
    « Non saprei proprio chi potrebbe essere » sospirò Hermione passandosi stancamente una mano tra i capelli « Non mi viene in mente nessuno il cui nome abbia queste iniziali. »
    « Ehi, ehi, ho trovato! » urlò Ron all’improvviso lasciando cadere il biscotto dalla sorpresa « Non potrebbe essere che R.A.B stia per “rubo ai bastardi”? »
    Hermione lo guardò stancamente « Dubito Ron. »
    « Beh, perché no? Del resto il nostro uomo ruba e di certo Voldemort è un bastardo. »
    « Si, ma che senso avrebbe? Uno firma con il suo nome, non con le iniziali della sua professione, sempre che di professione si possa parlare… » Hermione continuava a blaterale, ma Ron ormai non le prestava più attenzione, essendosi voltato nuovamente ad ammirare l’arazzo dei Black.
    « Forse dovremmo rimandare la questione R.A.B. per il momento » propose Harry « Focalizziamoci su qualcosa d’altro in attesa che magari a Hogwarts Ginny trovi qualche cosa su di lui. »
    « A Hogwarts ho già guardato ovunque » ribattè Hermione « E’ assai improbabile che possa trovare– »
    « Ehi, avevate mai notato? » la interruppe Ron pappandosi uno yogurt alla vaniglia « Le iniziali del nome del fratello di Sirius sono anch’esse R.A.B.! Guarda te che coincidenza. »
    Harry ed Hermione sobbalzarono così forte che il nostro eroe cadde dalla sedia già in precario equilibrio.
    « Cosa hai detto? » balbettò Hermione trattenendo a fatica l’emozione « Il fratello di Sirius fa R.A.B di nome? »
    « Beh, non esattamente, non si chiama Rab, ma Regulus Alphard Black. »
    Harry e Hermione dalla gioia presero a fare il girotondo intorno al tavolo, facendo versi di giubilo e urlando come indemoniati, mentre Ron li guardava stralunato « Uh? Che vi piglia? Colpa della salsa che c’era negli hot dog che abbiamo preso in Victoria Station? Fortuna che non li ho mangiati ed ho preso il tramezzino alle cimici. »
    « Ron ma non capisci? » gli chiese Hermione con un sorriso che andava da un orecchio all’altro « il fratello di Sirius altri non era che R.A.B! In effetti Sirius ci aveva detto che era un mangiamorte! »
    « Cosa?! E chi l’avrebbe mai detto! Quindi Regulus con R.A.B. non ha in comune solo le iniziali, ma anche l’identità! Le coincidenze non smettono di stupirmi! »
    « Harry, se Regulus è R.A.B. allora il vero medaglione potrebbe essere qui in casa » esclamò Hermione.
    « Hai ragione. Nessuno ne ha mai visto uno per caso? »
    « Ricordo di averne visto uno quando abbiamo fatto le pulizie due anni fa… il professor Lupin ha fatto il mercatino con le cianfrusaglie di questa casa, però… » cominciò pensierosa Hermione, ma prima che potesse finire il suo monologo Harry corse con furia verso la porta « Lupin, quel maledetto, scommetto che se l’è intascato lui! » urlò uscendo dalla sala e correndo verso la cucina.
    Giunto a razzo in cucina balzò sul professor Lupin e lo prese per il collo « Parla cane, parla! Dove lo hai messo? » urlò minaccioso sbattendo l’agonizzante professore contro il piano del tavolo.
    « Harry, no! » gridò Hermione giungendo in cucina con una scivolata « Stai sbagliando tutto! »
    « Ah giusto, parla lupo, parla! » si corresse Harry.
    In tutta risposta il lupo… ehm il professor Lupin rantolò. Nel frattempo Tonks era rimasta a piangere sulla sua sedia non degnando di attenzione il tentato omicidio del suo compagno.
    « Cheff.. coffa ho fatto… » boccheggiò il professore cercando di liberarsi dalla stretta del ragazzo.
    « Il medaglione che c’era di là?! Che ne hai fatto?! A chi l’hai venduto?! »
    « Harry smettila! » urlò Hermione colpendo l’amico con un’abile mossa di tae-kwon-do che lo spedì nel caminetto (s)forunatamente spento.
    « Serata movimentata » disse Ron entrando in cucina e rovesciando il resto dello yogurt alla vaniglia in testa a Tonks che continuò bellamente a piangere « Non era un granché » spiegò con un’alzata di spalle allo sguardo interrogativo di Hermione.
    « Si può sapere che succede? » chiese irato il professor Lupin sistemandosi la veste « Sapete, non è che gradisca particolarmente l’essere strozzato così senza un motivo. Ma anche con un motivo! »
    « Dov’è il medaglione di Serpeverde?! » urlò Harry brandendo l’attizzatoio in modo minaccioso « Era di là, prima che tu facessi il tuo pulcioso mercatino delle pulci! »
    « Harry, il professor Lupin non può averlo venduto! » disse Hermione trattenendolo per un braccio « Abbiamo esaminato gli scatoloni quella mattina, ricordi? E non c’era! »
    « Ah, giusto » ammise Harry riponendo l’attizzatoio.
    « Credo che qualcuno qui debba scusarsi » disse Lupin incrociando le braccia.
    « Già » disse Harry con faccia dispiaciuta « Hai sentito Ron?! Scusati subito con Tonks per averle rovesciato lo yogurt in testa! » e accompagnò le sue parole con un calcio negli stinchi dell’amico.
    « Se il medaglione non è stato venduto allora deve essere ancora qui in casa » disse saggiamente Hermione ignorando le alte grida di Ron che piangeva stringendosi la gamba « Faremo meglio a cercarlo.»
    Rimesso in sesto Ron ( non poteva essere rimesso in quinto per qualche oscuro motivo ), i tre ragazzi si misero d’impegno nel buttare sottosopra la casa nel tentativo di ritrovare il tanto agognato medaglione di Serpeverde. Dopo ore di infruttuose ricerche Hermione si buttò a sedere su un vecchio divano polveroso « Oh no, sta a vedere che l’abbiamo gettato insieme alla spazzatura » gemette.
    « Io a cercare nella discarica non ci vengo » disse categoricamente Ron massaggiandosi la schiena dolorante.
    In quella entrò Lupin reggendo una tazza di camomilla e con una sciarpa intorno al collo « Come va ragazzi? » chiese con voce flebile. I ragazzi lo guardarono esasperati « Uh, immagino male. Non ho mai visto un medaglione in questa casa, e si che l’ho esaminata bene quando ho fatto il mercatino » portò la tazza alle labbra e bevve un sorso di liquido fumante « Accidenti che mal di gola, hai proprio una stretta ferrea Harry, in effetti Mundungus me l’aveva detto, ma mai avrei immaginato di provarlo sulla mia pelle. »
    « Mundungus! » urlò Harry balzando in piedi così all’improvviso da far sobbalzare il professor Lupin che gettò per aria la tazza con la camomilla e fuggì via strillando di terrore.
    « Quello non era Mundungus, era Lupin » gli fece notare Ron.
    « Voglio dire, Mundungus quel bastardo, ha svaligiato più volte questa casa! Se lo sarà intascato lui! »
    « Harry, hai ragione! » disse Hermione alzandosi a sua volta « Bisogna rintracciarlo, chiediamo al professor Lupin se sa dov’è. »
    Harry, Ron ed Hermione corsero giù per le scale, Ron in realtà si lasciò scivolare dalla balaustra, ma tant’è che arrivarono di sotto ed entrarono in cucina. In cucina Tonks stava indovinate facendo cosa? No, non stava piangendo, finalmente aveva smesso e ora cercava di rilassarsi intrecciando cestini di vimini. Ogni tanto però le scappava ancora qualche singhiozzo. Lupin invece, per riprendersi dallo spavento, stava preparando le zucchine ripiene per cena.
    « Sapete dov’è Mundungus? » chiese Hermione.
    Lupin si tolse il cappello da chef e si mise una zucchina dietro l’orecchio sinistro « E’ ad Azkaban. »
    « Cosa, ancora per quella storia del travestimento da Infero? »
    « Eh già, poveraccio, in realtà stava venendo ad una festa in maschera che avevo organizzato io, ma gli Auror non gli hanno creduto » spiegò rimettendosi il cappello in testa.
    « Tonks poteva intercedere per lui » disse contrariato Harry.
    Per la prima volta da quando è iniziato il capitolo Tonks si mise a sghignazzare « Ih ih ih, è stato troppo divertente! Io ero lì quando lo hanno arrestato e Dung continuava a implorarmi di dire che si trattava della festa in maschera di Remus e io facevo lo gnorri e dicevo: “Remus? Remus… Remus… non conosco nessuno con questo nome.” Dovevate vedere la sua faccia! Era uno spettacolo quando lo trascinavano via! » e si mise a ridere di gusto.
    « Non facevo Tonks così bastarda » commento Ron.
    « Già, neanch’io » ammise Lupin guardando la ragazza allucinato.
    Mentre Tonks rideva di gusto, Harry fece alcuni passi verso il tagliere del pane « Sapete che cosa ci tocca fare, vero? » chiese afferrando il coltello e rigirandoselo tra le mani « Andare ad Azkaban! » così dicendo si voltò di scatto e lanciò il coltello centrando in pieno il cappello da chef di Lupin, il quale si mise a strillare spaventato e fuggì a gambe levate.
    E con questo finale ad effetto e pure un po’ assurdo, per non dire inutile, si conclude il capitolo.

***

Perdono, perdono, perdono!
Lo so, sono in un ritardo inammissibile -___-
Guardate però il lato positivo: adesso che lo avete aspettato così a lungo, vi godrete di più la lettura di questo capitolo ^__-
Sono comunque felice di essere riuscita a postare perché sono tre giorni che ci provo e non ci riuscivo per colpa della connessione lenta è__é
Ma bando alle ciance e passiamo alle vostre bellissime recensioni!

Hermione93: ti ringrazio moltissimo per la recensione, sia per i complimenti al capitolo scorso che a quello ancora precedente. Rigurgito e Conato mancheranno a tutti tranne che alla famiglia Weasley XD Beh, in un qualche modo dovevo far uscire Orlando dalla storia ^__- E’ sempre colpa di Harry, qualsiasi sfiga accada è merito suo ^__^ Grazie ancora!

Anakina: ma allora delirare sulle ciambelle è una cosa comune ^^ Io sono così fissata con i buchi che mi hanno perfino regalato un libro ( serio!, però) sull’argomento! Non prima che io sia andata a cercarlo in biblioteca con risultati tragicomici però… Quel “crepa dobby” erano secoli che lo volevo usare, doveva stare nel mezzo-scemo, ma poi per qualche motivo è stato eliminato ( mmh, forse perché Dobby c’entrava poco? Ma anche qui comunque ci sta come i cavoli a merenda… ) Ti ringrazio tantissimo per i complimenti e la recensione! A presto ^__-

Giuly Potter: Forse un bel disclaimer all’inizio che avvisa che la fanfiction “nuoce gravemente alla salute” dovrei mettercelo ^^ Ehm, non so se sia una buona idea fare la mossa segreta dei sailor in pubblico, credo sia segreta proprio per non mettere troppo in imbarazzo la propria dignità XD Grazie mille per i complimenti, spero questo capitolo ti abbia divertito, risultando però meno nocivo ^^ Da parte mia ho cercato di non metterci noci ( uh, questa si che è brutta -___- )

TonksGiuly: Ti ringrazio molto, anch’io non apprezzo mai molto l’uso di volgarità eccessiva per far ridere ( una volta ogni tanto ci può anche stare, ma in genere tendo ad evitarlo ). Grazie anche per aver letto il mezzo scemo. Ehm, si, ci metto un po’ ma poi alla fine il capitolo nuovo arriva sempre, spero la tua impazienza sia stata ripagata ^^

Elena: mi fa piacere che ti diverta! Fino al capitolo scorso è materialmente impossibile che mi sia fatta ispirare, perché fin lì l’ho scritta prima di leggere il libro, quanto ai seguenti… beh, cerco di evitarlo ^^ Poi è inevitabile che in qualche cosa ci abbai preso ( certo che se proprio devo prenderci in qualche cosa preferirei fossero i numeri del superenalotto piuttosto che Harry Potter XD ) In quanto alla parodia del settimo… posso sbilanciarmi a dire che ci sono mooolte probabilità che possa farla. Più avanti però ^^ Grazie mille per la recensione e i complimenti!

Sara: beh, qualcuno doveva morire, ma soprattutto mi serviva qualcuno che distraesse i mangiamorte XD Sembra sul serio che mi stia antipatica la coppia Bill/Fleur? Perché in realtà non mi dispiace per niente ^^ A me invece la coppia Harry/Ginny piace abbastanza, ma non preoccuparti, non avranno molte occasioni per pomiciare in questa fiction ^^ E si, sono in parecchi a voler aiutare Harry, non è detto che non ci sia chi abbia i suoi interessi… ma non dico altro ^^ Per quanto riguarda gli spoiler, vale quello che ho scritto nell’avviso di inizio capitolo e di inizio fiction, di sicuro comunque non verrò a dirvi a chiare lettere quello che succede o non succede nel settimo libro. Ti ringrazio moltissimo per la recensione e i complmenti!

Yavanna92: ti ringrazio moltissimo, ci tengo che anche la scrittura non sia del tutto “da buttare via” Insomma, è vero che un lettore leggendo una fanfiction comica presta più attenzione al contenuto che alla forma, ma non per questo ritengo debba essere del tutto trascurata ^^ Grazie mille per i complimenti!

Per quanto riguarda i disclaimer ricordo che tutti i personaggi non mi appartengono e non li uso a scopo di lucro, il gioco Uno è un noto gioco di carte ed è proprietà di non so chi perché non ho più la scatola sulla quale controllare, i Fantastici Quattro appartengono alla Marvel comics, Findus Volvo e Ikea sono marchi registrati dai rispettivi proprietari. I Maroon Five appartengono a se stessi, ultimamente ce l’ho con loro perché li sento ovunque e mi rimangono in testa contro la mia volontà >__<
L’espressione “Vandali è teppisti” appartiene a mia sorella che adora dirla quando le smonto i palazzi di cartone durante le partite a Hotel. Il fatto che Godric’s Hollow possa essere in Galles l’ho letto da qualche parte, non ricordo esattamente dove, forse sul Lexicon o qualche sito simile. Per il secondo nome di Regulus ho deciso di dargli quello di suo zio Alphard, mentre Pansy non è tanto una parodia della Pansy dei libri, ma più che altro della Pansy che spesso mi è capitato d’incontrare nelle fanfiction.
In attesa del prossimo capitolo ( che non vorrei metterci una vita a preparare ) potete dare un senso alla vostra vita visitando il mio blog/sito personale/archivio di scemate, ogni tanto ci posto qualche idiozia che non può essere pubblicata qua sul sito, come ad esempio il vecchio Libro delle Ovvietà, che qualche lettore di vecchia data forse ricorderà ^^
Il link c’è nella mia pagina autore, ma ve lo metto pure qua nel caso siate pigri come me QUI
Detto questo vi saluto, ricordate di recensire altrimenti vi cadranno le orecchie ^^
Ciao ciao!

   
 
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