Capitolo
2
La
casa era buia quando
Megan vi entrò.
Poggiò
le chiavi che
tintinnarono rumorosamente nello svuotatasche all’ingresso.
Una
luce si accese in
camera da letto, nella loro camera da letto, e sentì il
rumore di passi
avvicinarsi.
Poggiò
la busta con la
spesa sull’isola di marmo bianco in cucina, da piccola ne
aveva sempre
desiderata una immaginandola esattamente lì, nella casa dei
suoi sogni.
Aprì
il frigo ed iniziò
a posare uova e frutta con una punta di delusione.
Aveva
pensato di poter
dimostrare che il padre aveva torto, che si sbagliava quando diceva che
Magnus
li odiava, ma aveva evidentemente fallito. I suoi occhi verdi da gatto
l’avevano
guardata con una freddezza disarmante, non aveva lasciato spazio a
dubbi. Aveva
semplicemente deciso che lui non aveva e non poteva avere sorelle.
<<
Hey piccola,
com’è andata la tua passeggiata? >>
Megan sorrise alla sua voce e si
voltò.
Jason
era poggiato con
la spalla, a braccia conserte, vicino lo stipite della porta, a torso
nudo con
indosso solo i jeans chiari che sembravano fondersi con il candore
della pelle
del ventre.
Dimostrava
circa
ventidue anni, anche se in realtà ne aveva più di
duecentocinquanta.
I
capelli biondo oro
gli ricadevano in dolce onde sfiorandogli le spalle, gli occhi grigi
come i
cieli primaverili che promettono pioggia ma che sai nascondono il sole,
una piccola
cicatrice sullo zigomo intaccava la perfezione da film che avrebbe
avuto senza,
ma che lei amava esattamente per questo motivo, la mascella un
po’ squadrata la
faceva impazzire, doveva ammetterlo, e quelle labbra.. oh quelle
labbra.
Le
sorrise come faceva
sempre. Come se fosse la donna più bella e più
dolce del mondo, anche se lei
sapeva che non era così.
<<
Allora?
>> le domandò mentre il sorriso gli si
allargava.
<<
Cosa? >>
Megan cadde dalle nuvole, si era persa a contemplarlo come faceva
spesso. Jason
rise e le andò in contro a piedi scalzi.
<<
Ti ho chiesto
com’è andata la tua passeggiata? >>
<<
Non puoi
chiedermelo mezzo nudo ed aspettarti veramente che io ti risponda
>> lui
rise di nuovo ed allargò le braccia permettendo alla strega
di rifugiarcisi.
Lei gli avvolse le braccia intorno al ventre e poggiò la
guancia contro il suo
petto freddo e sordo mentre lui l’avvolgeva in un abbraccio
come una
rassicurante coperta e le poggiava il mento sui capelli.
<< Ancora non
mi hai risposto, piccola.
>> le ricordò facendo vibrare il petto.
<<
New York me l’aspettavo
diversa. Magari con più colori o cose stravaganti. Ti ho
svegliato? >>
Si
spostò un po’ ed
alzò il viso per guardarlo negli occhi e lui la
baciò dolcemente.
<<
No >> la
baciò di nuovo ma vennero interrotti da un miagolio
dall’altra parte della
stanza.
Ombra,
il gatto tartarugato
adottato l’anno prima dalla coppia, strusciava con la coda
alzata contro la
porta. Li guardò con gli occhi color ambra e
miagolò di nuovo.
<<
Mi sa che qui
qualcuno ha fame >>
<<
E non è l’unico
>> disse Jason aprendo il frigo e prendendo una
bottiglietta di sangue.
Quella roba sapeva di cibo precotto ma, purtroppo, doveva
accontentarsi. La
svitò e la mise nel fornetto a microonde mentre la sua
ragazza svuotava una
scatoletta di cibo per gatti nella ciotola viola di Ombra.
Viola,
come gli occhi
della ragazza che amava. L’aveva comprata esattamente per
quel motivo, perché anche
in quel negozio, anche se era solo, c’era sempre qualcosa che
le ricordava lei.
Qualche volta, andando per negozi, sentiva una canzone che gliela
ricordava
oppure pensava “ questo le piacerebbe”. Lei era
sempre con lui, anche quando
erano lontano chilometri.
Il timer del fornetto
suonò, lui si voltò solo
per prendere la bottiglia e poi tornò a guardarla mentre
metteva a posto le
cose che aveva comprato nutrendosi sia del sangue che della sua vista.
Perdonatemi se il primo capitolo e l'intro fanno un po' schifo. Se non lo faccio ora, appena possibile provo a migliorarli un po'.
Nel frattempo.. Cosa ne pensate di questo?
Le recensioni, anche negative, servono per migliorarsi.
Grazie a tutti. A presto.