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Autore: selene87    27/12/2007    7 recensioni
Ultimo capitolo
Questa è una storia che parla del Destino. Del Caso. Ma da soli non basterebbero. Questa è una vicenda che narra di un attimo. Un baleno che per magia compare, sorprendendoci, e che bisogna afferrare prima che svanisca per sempre. Basta quel battito di ciglia per cambiare la nostra vita. Cercare una cosa, per trovarne un’altra. Avere il coraggio di seguire una sensazione.  “Hermione, tu hai colto l’attimo?”
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Chapter Three

Chapter Three

A Date With Destiny”

 

 

 

 

                   «Chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo.»

                   (George Santillana)

 

 

 

 

 

L

e strade assolate di Grimmauld Place erano gremite di gente.

Uomini e donne, semplici e comuni passanti immersi nei loro fitti pensieri e, tra essi, Hermione combatteva contro il deserto della propria mente.

 

Ferma nel mezzo della piazza, la giovane aveva girato più volte su sé stessa, guardandosi attentamente intorno.

Osservava ogni minimo dettaglio con scrupolosa minuzia.

 

Si sentiva smarrita, non sapendo dove andare.

 

Quella strada avrebbe dovuto rappresentare qualcosa per lei.

Ricordarle qualcosa.

Una qualunque.

 

Ma, per quanto si sforzasse, nulla le tornava alla mente.

Né l’accenno sbiadito di un ricordo, né tanto meno l’ombra lontana di un passato.

Aveva guadagnato solo un asfissiante mal di testa, al quale contribuiva anche la risata – spensierata e sbarazzina – del bambino che giocava tra le braccia della madre, proveniente dal capo opposto della strada.

Forse in circostanze diverse avrebbe considerato quello sprazzo d ilarità piacevole e ne sarebbe stata inevitabilmente contagiata, ma in quel momento le giungeva all’orecchio come un rumore stridulo e monotono.

 

Fastidioso.

Insopportabile, come il senso di vuoto che a poco a poco iniziava a farsi strada in lei.

 

Con molta probabilità, qualcuno tra quei passanti la conosceva. Eppure la riccia non riconosceva nessuno.

 

Tutti sconosciuti.

Estranei.

 

Troppi estranei.

 

Improvvisamente la strada le apparve eccessivamente affollata.

Persone che sembravano circondarla.

Accerchiarla con i loro sguardi.

 

La confondevano ulteriormente.

 Tra tutti loro, Hermione doveva cercare qualcuno.

 

Chi?

Verso chi indirizzare il proprio sguardo mielato?

 

Per quel che ne sapeva poteva trattarsi di chiunque…

Come quel ragazzo che continuava a sorridere sornione verso la sua direzione.

…o forse nessuno.

 

Il sole splendeva dall’alto del cielo limpido e terso.

I suoi tiepidi raggi filtravano attraverso i rami degli alberi che costeggiavano le strade, rifrangendosi contro le gocce di neve sciolta, annidate tra le sottili fronde, creando, così, sublimi spettacoli di luci e colori.

 

Il vento soffiava placido e leggero, solleticandole la folta chioma.

L’aria profumava di neve e le pizzicava piacevolmente le pallide guance.

 

Forse ciò che stava cercando non esisteva.

 

In fondo, quella lettera non provava assolutamente nulla.

L’aveva solo aiutata a costruire quella labile illusione, alla qual si era aggrappata con tutte le sue forze.

Si trattava di un castello di carta, troppo fragile per reggere alle frustate del vento della delusione.

 

Rassegnata.

Avvilita.

 

La ragazza calò il capo. Vinta.

 

Gli occhi le si inumidirono all’istante.

Le lacrime chiedevano di scorrere prepotentemente, appannando quella nuova luce di cui le iridi bronzee le si erano illuminate solo la sera precedente.

 

Quando si era sentita sicura.

La stessa fiducia che vedeva riflessa nello sguardo di quella ragazzina immortalata nella photo che accompagnava la lettera.

 

Presa dallo sconforto, la ragazza aveva completamente perso il senso della realtà che la circondava.

Non aveva notato come la piazza si fosse improvvisamente sfollata.

Che nessuno la fissava con insistenza.

Che il ragazzo all’angolo della strada aspettava, in realtà, la ragazza che avanzava proprio alle sue spalle.

Non si era resa conto che la risata del bambino, che tanto l’aveva precedentemente tormentata, non si era affievolita, ma risuonava sempre più vicina.

 

Quando rialzò la testa, decisa nel ritornare indietro, un intenso raggio di sole le colpì inaspettatamente gli occhi, obbligandola ad arretrare di pochi passi e a coprirsi il volto con una mano.

Perse l’equilibrio, scontrandosi contro qualcosa.

 

O qualcuno.

 

“Harry” – la voce apprensiva di una donna venne subito sovrastata dal piagnucolio spaventato di un bambino.

 

Hermione trasalì nel sentire quel nome.

Improvvisamente, poche righe della missiva indirizzata a sé stessa le tornarono alla mente.

 

Harry e Ron mi staranno cercando disperatamente.

 

Quelle parole – quel nome – appariva vero.

 

Si era scontrata proprio contro quel bambino di nome Harry.

 

Qualcosa le scoppiò nel petto.

Poco sopra allo stomaco.

Un senso di calore l’avvolse vivamente, raggiungendo la profondità della gola.

Voleva gridare, urlare quel nome che portava con sé quell’ondata di tranquillità affetto.

 

La madre del bambino le si avvicino prima che potesse dar spazio al suo sfogo.

 

“La prego, mi scusi” – cominciò, porgendole la mano per aiutarla a rialzarsi – “l’ho perso di vista un solo secondo e…”

 

Di colpo le parole le vennero meno.

Voleva parlare. Sentiva nella sua mente l’eco delle parole che stava per pronunciare, ma qualcosa glielo impediva.

 

La ragazza, intanto, la osservava, cercando di scorgere qualcosa che potesse aiutarla ad associare la sua persona ad un nome, o ad un ricordo lontano.

 

I lunghi capelli scuri mettevano in risalto la carnagione rosea.

I tratti del suo volto, seppur marcati, rivelavano naturale dolcezza.

Gli occhi castani, bagnati da leggere lacrime, sembravano scoppiare di gioia.

Il loro intenso bagliore, però, sembrava forzatamente velato da un’ombra oscura.

 

“Hermione sei proprio tu?” – azzardò, avanzando di qualche passo, richiamando la sua attenzione.

 

Era davvero lei…

Era più magra, certo.

Il volto era più pallido, comprensibile.

I capelli più lunghi.

…ne era sicura.

 

Senza attendere risposta, la sconosciuta poggiò a terra il fagotto bruno che stringeva tra le braccia, avanzando con incedere precipitoso ed impaziente verso la riccia.

Incespicò nei suoi stessi passi, ma riuscì a coinvolgerla nel suo disperato abbraccio.

 

Una stretta vigorosa.

Sentita.

 

“Per Morgana Hermione!” – aveva esclamato con irruenza, staccandosi appena dall’abbraccio per stringerle le mani.

Erano fredde.

 

“ Per molto tempo abbiamo cercato di metterci in contatto con te, per avere tue notizie. I tuoi genitori dicevano che stavi bene e che ti saresti fatta risentire tu, prima o poi.”

 

Improvvisamente lo sguardo le si rabbuiò e la voce squillante si ridusse ad un impercettibile sussurro.

 

“Dopo quello che è successo pensavamo che volessi restare da sola. Almeno per un po’. Ne avresti avuto tutte le ragioni.”

“L’ importante è che tu stia bene.” – si affrettò ad aggiungere.

 

Hermione, intanto continuava a fissare la donna davanti ai suoi occhi, senza realmente osservarla.

Aveva lo sguardo assorto nel nulla.

 

“Dopo quello che è successo.”

 

Eccolo lo sprazzo di luce che cercava.

Un indizio che non l’aiutava a superare il buio del suo passato, ma lo definiva.

 

Cos’era accaduto?

Chi era quella donna?

…e perché i suoi capelli ora erano più chiari?

 

“Mi spiace.” – esordì amareggiata, assumendo un espressione greve –“ Anche se lei mostra di conoscermi, io non so chi lei sia.

 

Sentì la presa sulle proprie mani allentarsi.

Il volto dell’estranea impallidì all’istante, mentre i suoi occhi si scurivano inspiegabilmente.

Non avevano perso solo la loro lucentezza, ma avevano effettivamente cambiato sfumatura.

 

“Ma cosa dici?” – chiese sommessamente.

“Sono io Herm. Sono Tonks.”

 

La ragazza distolse lo sguardo.

Troppo faticoso reggere allo sconforto rifulgente in quelle iridi cangianti.

Le doveva delle spiegazioni.

 

“Poco tempo fa, mi sono risvegliata in una stanza del St Mary's Hospital.” – iniziò spiegare

“Non ricordavo nulla: né il mio nome, né qualunque cosa della mia vita passata. Sapevo solo che il mio nome era Hermione Granger.”

 

Le parole uscivano a fatica.

 

Intanto, Tonks l’ascoltava in silenzio.

L’incredulità stampata sul suo volto.

 

“Con il tempo ho cercato di rassegnarmi, di ricominciare a vivere, ma era qualcosa mi diceva che c’era qualcosa che non andava. Poi a casa ho trovato una lettera dove era indicato questo posto e al suo interno c’era questa photo.” – terminò estraendo l’istantanea e porgendola alla donna.

 

La metamorfomaga la raccolse esitante.

 

Lo sguardo ancora puntato sulla figura della riccia.

Da quando la conosceva, non l’aveva mai vista così profondamente afflitta.

Scoraggiata dal dubbio.

 

Fece scorrere, poi gli occhi, sulla photografia.

Era babbana e raffigurava l’Hermione di un tempo.

 

Fiera ed orgogliosa ragazzina.

Coraggiosa strega.

 

Quella era Hermione.

 

Indossava l’uniforme di Hogwarts.

Lo stemma Griffyndor risaltava sul grigio del maglione.

I suoi brillanti colori richiamavano quelli del cravattino a righe rosse e oro.

 

La rigirò tra le mani.

Sul retro della diapositiva era riportato qualcosa, probabilmente scritto di pungo della stessa ragazza.

 

Settimo anno.

 

“Qualunque cosa tu sappia, Ti Prego, aiutami.” – la supplicò.

 

La madre aprì bocca per parlare, ma il piccolo Harry le si avvicinò, strattonandola per i pantaloni.

“Mamma, sta nevicando. Io ho freddo, andiamo a bere una cioccolata calda?”

 

Hermione scosse la testa.

Aveva fallito di nuovo.

Si sentiva ancora più avvilita di prima.

 

“Posso offrirne una anche a te?” – l’invito di Ninphadora la prese alla sprovvista.

“Ti prometto che farò di tutto per aiutarti.” – disse infine.

I tre, insieme, si avviarono verso la caffetteria all’angolo.

 

***

 

Il cielo era diventato di un profondo color plumbeo.

Il chiacchierio del locale faceva da sottofondo all’ansia che animava Hermione.

Ansia di conoscere.

Di sapere.

Finalmente.

 

Avevano ordinato una cioccolata calda e due thè.

Uno alla menta.

 

Aveva storto il naso disgustata, quando la donna lo aveva ordinato, ma Tonks le aveva assicurato che si trattasse della sua varietà preferita.

 

Almeno quello era un punto di partenza.

 

La cameriera si era mostrata servizievole, nonostante l’eterna indecisione del piccolo.

Era indeciso tra la cioccolata a latte e quella a nocciola.

 

La madre lo osservava estasiata.

Deliziata della piccola fossetta sulle guance.

 

Nell’attesa, Hermione aveva raccontato alla donna della lettera che aveva trovato.

 

Le aveva raccontato del senso di smarrimento e di ansia che traspariva da ogni parola.

Non era semplice descriverlo, esporre quei sentimenti, per quanto fossero veri.

Avrebbe potuto raggirare l’ostacolo mostrandole una lettera, visto che l’aveva riposta accuratamente nella tasca del cappotto, eppure qualcosa – un istinto – le diceva che quello era il posto più sicuro dove tenerla.

Così, nel raccontarle il suo contenuto, aveva anche volutamente taciuto su certi dettagli.

 

Come il senso di colpa che la dilaniava per essere scappata da qualcuno per cercare qualcosa che in realtà non avrebbe dovuto cercare.

 

La metamorfomaga, dal canto suo, continuava ad osservare la photo.

Come dirle che in realtà quella era una scuola di “Magia e Stregoneria” e non un “Istituto per Studenti Particolarmente Dotati”, come le avevano raccontato i genitori?

 

La ragazza che aveva seguito l’ordinazione, intanto, arrivò con un vassoio, sul quale erano riposta tre tazze fumanti.

Le poggiò sull’elegante tavolino e si congedò augurando loro la buona giornata.

 

Harry si tuffò subito sulla sua tazza, sporcandosi teneramente il piccolo ansino.

Hermione rigirava svogliatamente il cucchiaino nella sua tazza di thè.

Il liquido era di un intenso color ambrato ed emanava in piacevole profumo di menta fresca.

Si bloccò improvvisamente, come sorpresa da una rivelazione.

 

Le ricordava qualcosa, ma non sapeva esattamente dire cosa.

 

“Hermione.” – intervenne Tonks – “Scusa, ma non ti è mai capitato qualcosa di strano in questo periodo?”

 

La ragazza la osservava stranita, non capendo il senso di quella domanda.

 

“Mi spiego, ti è mai capitato di fare qualcosa di strano quando sei particolarmente arrabbiata o provi intensamente qualcosa?”

 

Ecco, così la domanda appariva molto più chiara.

 

“Veramente, non saprei.” – si giustificò, portando la tazza alle labbra.

 

Tonks sospirò sconsolata.

Era dura.

Lo sapeva.

Va bene, sarebbe andata dritta al sodo.

Il tatto non aveva mai fatto per lei.

 

“Hermione sei una strega.”

 

In quello stesso istante, l’intero locale si era voltata nella loro direzione, al rumore di una tazza che si infrangeva contro il pavimento, riversando sulla ceramica bianca l’intero liquido ambrato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ringraziamenti:

LaDyDeMeTra: Vale, tesoro. I tuoi commenti mi lusingano sempre. Sono contenta che Hermione ti piaccia e spero che continui a piacerti, nonostante i progetti futuri^^

Non ti ringrazierò mai abbastanza, mi segui in tutto.

Non so cosa farei senza di te*__*.

Ti voglio bene scricciola.

 

Aeris_chan: Tesoro*_* Sei tu che mi emozioni con le tue recensioni. Spero che mi perdonerai la lunga attesa, ma sarà l’ultima.

Hai perfettamente ragione. L’intera ff è permeata di un’atmosfera malinconica, specialmente la parte della lettera.

E’stata complicata, ma mi è piaciuta tantissimo.

Non preoccuparti, non parli mai a vanvera. Mi fanno sempre piacere le recensioni come le tue.

Grazie mille.
Sei fantastica.

 

will80: Serpe sinceramente non ricordo il livello de nostro rapporto quando ho postato questo capitolo. Era il mio compleanno, ma forse ancora non eravamo arrivate alla consacrazione cn la faccia di vald su msn. LOL

Socia sei a Parigi, chiissà quando leggerai questo capitolo.

Ste, seriamente parlando(cosa più unica che rara)Grazie a te. Per tutto.

Sei sempre pronta con la padella per ogni sgarro e beh questo è importantissimo per me.

Grazie per esserti rivolta a me quando ti serviva di aiuto.

Spero che questo capitolo ti sia piaciuto Serpe.

Lovva ho ricevuto il messaggio della cartolina, spera per te che arrivi presto, altrimenti tu rispedisco a Pari solo per rinviarmela.

Love.

 

8marta8: Grazie mille per i complimenti per la canzone. Io praticamente la adoro. Cmq, anche se sembra strano, le cose si risolveranno e i pezzi torneranno al loro posto, così sarà più chiara anche la posizione di Hermione.

Un Bacio.

 

HermyKitty: Ele, Pulcina. Non dare mai nulla per scontato con me. La mai mente è subdola e diabolica, ma penso ke tu l’abbia capito.

Herm non ha trovato il numero 12, non ancora, almeno.

Ma basta attendere.

Per il tuo ritorno avrò postata sicuramente il 4 capitolo.

Mi mancherai stellina.

Domani ti scrivo la mail.

Torna presto.

 

Maglodra: Sister^^ Povera la mia Anna. Sei raffreddata. Love spero che Serendipity ti tiri su di morale.

Non commuoverti perchè ti ringrazio. Lo farò sempre. Sei l’unica persona che conosca che abbia il coraggio di inserire una citazione di “Amami” nella firma.

Ti adoro Tesora vicina vicina.

Forse per la fine dell’anno arriverà anche la shot. Tu prepara i fazzolettini.

Ti lovvo.

 

AuraD: Ciao. Benvenuta tra le lettrici di Serendipity. Spero di non averti persa per la lunga attesa. Le risposte alle tue domande arriveranno negli ultimi due capitolo, quando finalmente la storia si scioglierà del tutto.

Grazie per aver letto e commentato.

 

Dreamer1989: Mory tu non puoi scrivermi una shot per ogni capitolo ma ti lovvo anche per questo.

Ogni tua singola parola mi emoziona fino all’inverosimile e pensare che queste sensazioni scaturiscono dai miei scritti è estremamente gratificante(cm parla ricercato la Dea, visto??)

Vero, tu non hai indizi, ma sei riuscita ad afferrare tutto. Ogni singola sfumatura.

Sono onorata di aver ricevuto le prime due recensioni dopo la tua pausa.

Mory non devi assolutamente riprendere la mano, pikkè non l’hai persa. Sei capace di farmi morire con le tue parole.

Ti adoro moglia.

 

Piperina: Capa non so pikkè, ma ho voglia di sputartiLOL.

No scherzo.

Questo secondo capitolo è stato il PRIMO in assoluto che tu non hai mai letto.

PANICO.

Però me la sono cavata.

Sai che ce ne sarà un altro che non leggerai mai.

Iva ti adoro per tutto e in tutto.

Perché mi dici che son perfetta anche se non lo sono.

LOL

Ti sei subita questo altro parto su msn.

Cosa farei senza di te love?

NULLA.

Adesso, però, ti tocca quello più duro. IL parto per eccellenza, perché anche quello passa per mano tua.

Love

 

Valval: Ti prego, scusami per l’atroce ritardo.

Sono contentissima che la storia ti piaccia ed incuriosisca.

Waaaaaaaa mi rendi iper felicissima.

Non ringraziarmi perché scrivi, anzi grazie a te per leggere e soprattutto commentare ciò che scrivo.

E grazie infinite per avermi inserita tra i tuoi autori preferiti.

Un bacio.

 

Un Grazie anche a Babi.

La mia unica Tati, alla quale è dedicata l'intera FF.

Grazie per riuscire a farmi sbrillare per ogni cosa.

 

   
 
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