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Autore: LaMusaIspiratrice162    12/06/2013    2 recensioni
"Qui nulla è quello che sembra!"
"Ma il mio amore per te, quello non cambierà mai"
"In realtà questa sarà la prima cosa a mutare."pensai angosciato.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In questo capitolo si ritorna al passato con la descrizione dell’arrivo del piccolo Pierre al Palazzo degli Orchi! La narrazione è affidata ad un personaggio secondario che però in quell’occasione ha avuto una grande importanza, Sylvette! Vi lascio al capitolo adesso!

 

Entrai nella cucina buia appena illuminata da qualche raggio di luna che filtrava attraverso la finestra, che era stata sbarrata solo a metà. Presi dalla credenza un bicchiere da cocktail e dopo averlo riempito di ghiaccio vi versai il contenuto di un’antica bottiglia di liquore.

Mi portai alla bocca il bicchiere di cristallo e bevvi con gusto il liquido scuro, lasciandolo qualche istante in bocca per assaporarlo meglio! Solo allora notai la macchia rossa sul vetro del bicchiere e mi ricordai del mio labbro sanguinante! Infilai la mano nel taschino e con molta eleganza tirai fuori un candido fazzoletto che ebbe l’oneroso compito di eliminare il sangue dal mio viso. Bevvi ancora: non c’è nulla che accompagni i pensieri come un bel sorso di cognac! Ero amareggiato. La causa non era la partenza di Cinnamon né il pugno ricevuto da Pierre, la vera ragione era la consapevolezza. Sì la consapevolezza che quel ragazzo stesse ormai diventando come me!

La cosa mi addolorava e disgustava allo stesso tempo, nonostante la mia mente continuasse a ripetermi che avrei dovuto aspettarmelo. Improvvisamente mi ricordai del primo giorno in cui Pierre aveva messo piede nel maestoso Palazzo degli Orchi. Mi sembrò di rivedere la scena nel liquido scuro che stavo ingerendo. Come era cambiato da allora: i suoi occhi azzurri molto espressivi non erano altro che due lastre di spesso ghiaccio, che probabilmente gli circondavano anche il cuore. Bevvi un altro sorso mentre ogni tassello si posizionava al proprio posto e le immagini divenivano sempre più nitide.

 

Camminavo a passo svelto nel lungo corridoio sorpreso di quella visita inaspettata. Aprii la porta ed entrai nella grande sala dove i miei due ospiti mi stavano aspettando. Appena entrato la mia attenzione fu catturata dal ragazzino dai capelli biondi la cui espressione mi impressionò.

Mi aspettavo da un moccioso nella sua situazione capricci, stupide lacrime e singhiozzi e invece non vi fu nulla di tutto ciò. Aveva lo sguardo basso e i suoi occhi non esprimevano tristezza, ma rancore. Superata la sorpresa iniziale mi rivolsi all’uomo dall’espressione nervosa e devastata:

-Ha cambiato idea vedo, monsieur! Vedrà Pierre si troverà bene con noi.-

Il ragazzino mi congelò con lo sguardo facendomi avvertire l’assurdità delle mie parole…

Era strano ma quel bamboccio riusciva a mettermi a disagio. Quegli occhi capaci di ammaliare e manipolare qualsiasi malcapitato mi stregarono. Fu allora che mi promisi che avrei fatto di Pierre il più grande sovrano degli Orchi dopo Glace e che lo avrei aiutato a realizzare la sua vera essenza. Ero infatti convinto che lui fosse nato per occupare quel ruolo. Lo si percepiva dalla sua freddezza, dalla sua eleganza…tutte doti innate che dovevano solo essere portate alla luce!

L’uomo era in piedi ed esitava. Mi guardava furioso come se fossi stato io a rapire il suo “adorato” bambino. Stavo per ricordare a quello screanzato che era stato lui a consegnarmelo, quando lui si voltò verso Pierre. Cercava sul suo volto, sicuramente, qualche lacrima o una qualsiasi altra espressione di affetto nei suoi confronti. Su quel viso di marmo invece non vi trovò altro che indifferenza. Egli avrebbe certamente preferito dover subire uno sguardo carico di odio piuttosto che quella fredda indifferenza. Il suo dolore si manifestò apertamente in tutto il corpo: si irrigidì, strinse i pugni e impallidì di colpo. Dopo aver fatto un rapido inchino, lasciò il salone e si fermò fuori la soglia. Al riparo dai nostri sguardi, si lasciò cadere sul freddo pavimento e si abbandonò al suo dolore. Si coprì il volto con le mani e cominciò a gemere mentre le convulsioni gli agitavano tutto il corpo. L’ultima cosa che fece prima di perdere i sensi fu quella di emanare un acutissimo grido di dolore. Quando un domestico venne a chiedermi disposizioni riguardo al comportamento da tenere con quell’uomo, invitai Pierre a rispondere al mio posto.

-Portatelo via- disse, sempre facendo attenzione a non tradire la minima emozione.

-E dove lo lasciamo?-

-Abbandonatelo pure nel bosco.-concluse.

Da allora passo per passo lo nutrii di oscurità e odio fino a trasformarlo in un vero e proprio Orco. Il risultato superò le mie aspettative… Nelle sue vene non scorreva il sangue della nostra sporca razza eppure lui divenne il peggior Orco di cui si ebbe mai notizia! La cosa più devastante della sua natura era che lui si rendeva conto degli errori che commetteva e il rimorso lo uccideva lentamente.

Quando dunque commise l’azione peggiore che ogni uomo possa fare, il tormento lo fece diventare pazzo.

 

Il bicchiere mi sfuggì dalle mani e cadde a terra rompendosi in mille pezzi. Mi chinai a raccogliere i cocci quando comparve una figura che si inginocchiò accanto a me e mi aiutò. La luna illuminava i suoi capelli rossi e l’espressione preoccupata che aveva in volto.

-Sylvette, ma è stato colpito?-esclamò notando il mio labbro sanguinante e mi aiutò a rialzarmi.

-Chi è stato?-

-Non è importante, in verità…-

-E’ stato Pierre?-

Non potendo negare l’evidenza sorrisi e affermai: -Io e Pierre spesso ci comportiamo come dei bambini…ma ci lega un legame molto forte poiché condividiamo lo stesso destino.-

Lei mi guardò con uno sguardo interrogativo e mi accompagnò in camera.

 

Scusate il mio ritardo…ormai la scuola è finita e adesso sono tutta per voi!! Spero che il capitolo vi piaccia e che l’attesa non sia stata vana!  

 

  
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