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Autore: Elwerien    04/01/2008    7 recensioni
"Ad un estraneo questo sembrerebbe un luogo immobile, appartenente ad un’altra epoca. In realtà questo posto si muove, vive, respira. Non è solo la polvere che regna, sono le memorie di un antico passato che sussurrano, che fanno scricchiolare le assi, che lasciano trapelare un raggio di luce dalla fessura del tetto.
Troverete la passione nelle tinte più inaspettate, spazierà dal verde smeraldo al cupo grigio, lambirà le scatole rigidamente squadrate come quelle dagli angoli rotondi e dolci. Il rosso non è per le fiamme dell’amore, la sua tinta gocciola sangue, è la morte che lo inonda."
[Prima classificata al concorso ShikaIno di Coco Lee.]
Genere: Malinconico, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Death and love [red and grey box]



Pazientate. Perché non indugiate un attimo su quella borsa di cuoio beige? È un po’ malconcia, molti squarci la attraversano. Vedete quello scintillio fra le cuciture?

[Thud. Il kunai centrò con perfezione il
bersaglio, ma Shikamaru non capì perché
l’avversario fosse ancora vivo ma solo
ansimava.
“Ha una protezione davanti al cuore” disse
una voce alle sue spalle. Ino lanciò con forza
un paio di shuriken, che si andarono a
conficcare nell’addome del nemico, ancora
ansimante a causa del colpo di Shikamaru.
Era morto.
Qualcuno si complimentò con loro. Era il
gioco di squadra, secondo il maestro Asuma.]



Una borsa d’equipaggiamento ninja. Quanti allenamenti, quante battaglie. È forse intorno a un kunai che si avvolge l’affiatamento, attraverso due shuriken che passa la sottile corda della sincronia? Sono due corpi che si muovono secondo i gesti dell’altro, due menti che conoscono i reciproci pensieri, due cuori che ancora battono separati ma che di tanto in tanto si incrociano e sobbalzano.

Vi vedo. Mi accorgo che tornate a guardare quei due scrigni, quello rosso e quello grigio, ai lati della scatolina bianca. La curiosità vi assale, non potete andare avanti senza sapere cosa contengano. Finché non avrete saggiato il loro contenuto, tutte le altre scatole vi sembreranno senza valore, ignorerete i loro seducenti mormorii, passerete oltre gli ammalianti colori e niente vi importerà della loro forma.
Ebbene, apritelo. Scoprirete che la rossa morte e il grigio amore sono legati insieme da un sottilissimo ma quanto mai forte vincolo.
Sollevate il coperchio, ora che fra le vostre mani brilla il rosso del sangue.

[Non c’è niente che splenda. Non
c’è il sole, è la pioggia dai mille aghi
che regna. L’infanzia è finita.
Finita nel sangue, annacquato dalla
pioggia che si insinua fra le ferite.
Finita soffocata dal fumo di una
sigaretta, accesa per l’ultima volta.
Non è solo la pioggia che lava via
il tempo di una vita, sono anche ben
nascoste lacrime che strappano
dall’anima l’innocenza della fanciullezza.
Giace un corpo sulla terra sconvolta.
Bagnato di sangue, di pioggia e di lacrime,
colpito a quattro punti vitali. Risuonano
due urli nell’attimo in cui la Morte lo
porta via con sé. Uno silenzioso, di donna
che tace il proprio dolore; l’altro nell’aria,
forte e assordante, di uomo
. “Asuma!!!”
Ed è la Morte, lei, che oltre alla vita del
loro sensei si prende anche la loro giovinezza].



Ghermisce. E non paga, porta con sé brani di anima.
È la Morte, la Ladra, che non si contenta di rapire solo le sue vittime, che una volta assaggiata la sua preda pretende altre cose altrettanto tentatrici. Lei, mai sazia. Le porta via con sé, nel suo Regno ben nascosto che è impossibile da raggiungere, se non attraverso il modo più estremo. E potrete cercare quanto volete, ma non troverete mai il giusto sentiero, e ciò che vi ha sottratto sarà perduto, perduto per sempre.
Ne rimarrà solo il ricordo, un evanescente fantasma dai tratti confusi, destinato a svanire.
Sale un lamento dalla scatola. Sentite? Questi ricordi vivono, sorridono, piangono e si fanno udire con l’impronta di un’ultraterrena voce lasciata loro. Ma perché chiudete il coperchio? Possibile che non lo capiate?
Vivete in un mondo in cui i due Hokage dopo il quinto non sono stati che un’icona, un baluardo, quasi un inutile tributo ad altri tempi. Ma questi capi hanno mai combattuto? Hanno mai sacrificato se stessi per Konoha?
Siete degli Immeritevoli.
Non sapete che cosa siano le gesta, che cosa voglia dire morire in battaglia, cosa significhi per gli altri rimanere.

Rimane ancora lo scrigno grigio. Brillerà l’amore fa le sue pareti cieche, come desiderate? O forse nel suo cupo grigiore non vivranno che altri sparsi frammenti di vita, per voi senza valore, ma preziosi per coloro che quei momenti li hanno vissuti, amati, desiderati e terribilmente agognati nei momenti di solitudine e di disperazione?
Ma vedo che già sollevate il coperchio senza ascoltarmi; forse non trovate interessante la mia voce legnosa che fa vibrare le pareti, i miei respiri fatti di polvere.

[“È morto… Asuma è morto…”.
Sono scossi dai singhiozzi, devastati
dall’ingiustizia. Perché doveva accadere?
Non era giusto.
Sono davanti alla sua tomba. È angoscioso
pensare che quel corpo un tempo vivo
e forte sia ora imprigionato fra quattro
pareti di legno, stretto fra le assi. Soffocato
dalla terra e dalla mancanza d’aria.
Ma in fondo, si ripetono, lui non può respirare,
non sa che il luogo in cui riposa è terribilmente
buio e stretto, che metri di terra lo separano dal
mondo.
Non può, perché egli non è più.
Appoggiano dei fiori davanti alla lapide, e
lievemente si sfiorano. Alzano lo sguardo, e
li possiede lo sgomento. Lei vede occhi di uomo,
trasformato dagli avvenimenti.
Lui osserva nelle sue iridi che è ormai una donna,
temprata dallo stesso destino.
Per un attimo non si riconoscono.
Poi, specchiandosi l’uno nello sguardo dell’altra,
comprendono anche il proprio cambiamento,
e l’uomo e la donna si riconoscono come tali,
alla fine dell’età della loro innocenza.]



In che modo si cresce? Quali eventi spingono l’anima a maturare, ad abbandonare la meritata spensieratezza?
Alcuni dicono che è il tempo ad operare questo cambiamento, che è lui che plasma la mente. Io non credo che sia così. Cosa può fare il tempo a qualcuno che vive nelle luci della felicità e non conosce il sentiero della sofferenza? Costui rimarrà sempre giovane e spensierato, anche quando il corpo sarà quello di un adulto.
Penso piuttosto che sia il dolore che strappa l’anima dalle vie splendenti dell’infanzia, che lo precipita in più bui vicoli –o strade maestre- spesso circondati da cespugli di rovi dalle taglienti spine. Sono vie dove non troverete mai ai cigli della strada un fiore.
E quando il dolore, quello vero, vi avrà scaraventato in quei luoghi, guarderete con nostalgia indietro. Ma saprete che non potrete mai più tornare in quei già percorsi spazi dove è il regno delle cosmee e delle viole, comprenderete che l’accesso è ormai sbarrato per sempre.
E sentendovi derubati di quegli anni, serberete rancore.
Così Shikamaru e Ino hanno sofferto. E i loro occhi portano i segni di questa disperazione.
Lì, alla fine di un’infanzia che li aveva resi protagonisti come amici del cuore, saranno da adulti due personaggi che vivranno il copione dell’amore.

[Continuano a guardarsi negli occhi,
come incantati da quello sguardo
nuovo e sconosciuto. E finalmente la
realtà di una vita si manifesta,
capiscono quello che avevano sempre
saputo ma al contempo taciuto.
Sentono che non importa quello
che accadrà in futuro, che qualunque
cosa gli serbi il destino –morte, gioia,
tradimenti o rinnovato dolore- loro saprann
o affrontarla. Dimenticano per un attimo
la morte di Asuma, sono
solo loro nel presente da vivere.
E si baciano di fronte alla tomba del
loro sensei, promettendosi un avvenire
felice.
In cielo vola uno stormo di uccelli neri,
che stridono al tramonto.]



I vostri passi sollevano la polvere, con le vostre goffe mosse l’avete sollevata. Ora aleggia lieve in quest’aria soffocante, crea un’atmosfera quasi fatata. Un raggio di sole penetrato da una fessura la ferisce e la illumina. Ne scompone la sua natura corpuscolare, crea impensabili giochi di luce. Ma subito svaniscono, come un gioco infantile riposto quando si cresce, non appena la polvere torna a toccare terra.
Su cosa avete posato lo sguardo? Cosa guardate con timore?
Ah, vedo. Quella scatola di un rosso cupo, la più appartata, la più scura. Sembra ardere, è il realismo di un colore tanto intenso.
È posta a sinistra, nello scaffale più basso. Ha i bordi rovinati, il cartone che la riveste è pieno di pieghe. Vi fa paura? Fate bene. Forse è l’istinto che ve lo dice, forse dalla scatola si levano muti lamenti e ne sgorgano invisibili lacrime -che voi percepite.
Quella è la scatola più crudele, più triste, quella che contiene più dolore, quella il cui contenuto fa agonizzare l’anima. Non apritela, se non volete soffrire. Non apritela, se non volete farne uscire del sangue, non toccatela -no!- non fatelo, se non volete che le vostre mani si riempiano di brucianti piaghe, che le ustioni di come mille fiamme si propaghino dai vostri palmi su tutto il corpo. Questa è la scatola dell’amore, dell’eroismo, della morte. In questa scatola sta la fine di un vecchio mondo e l’inizio di una nuova era.
Uscite da qui. Non siete degni di conoscerne il contenuto. Andatevene. Lasciate in pace questi ricordi, non tormentateli più con le vostre mani voraci, non frugate più fra gli scaffali con i vostri sguardi indagatori.
Andatevene.
Non siete più i benvenuti.
Cosa fate? Non avvicinatevi! Uscite, uscite subito. Non afferrate la scatola, non aprite il coperchio, lasciate in solitudine ciò che contiene.



Stupore nei vostri volti.
Tenete fra le mani una scatola vuota.

***




Ammetto di sentirmi un po’ immodesta a dirlo, ma… ebbene sì. Ho vinto il concorso! XD
Sento di dover ringraziare Coco Lee, non solo per i giudizi dettagliati che ha scritto per ognuna di noi ma anche per avere aperto il contest: c’era bisogno di nuove ShikaIno su efp! E quelle che ho letto fino ad ora erano davvero belle, complimenti davvero a tutte le altre partecipanti! Vi consiglio di leggere le loro storie, i nomi li trovate nel link che ho messo nel prologo. E ricordate… w le Mosche Bianche!

Passiamo ora ai commenti dello scorso capitolo:
Per Queen of Night: sono felice che tu abbia ricevuto questa impressione dal narratore! In effetti volevo che il lettore venisse un po’ rapito da questa atmosfera polverosa che regna nella soffitta e che si sentisse un po’ partecipe dei fatti. Ah, e a proposito di “cose buffe”: ieri dopo averti lasciato la recensione ho dato un’occhiata alle tue storie preferite e ho notato che molte le ho lette anch’io^^
Per Kaho chan: mi è piaciuto come hai descritto la fanfiction nel tuo commento! Grazie, mi sento commossa *.* e l’impressione che hai avuto è giustissima: dopo c’è un baratro, altroché… mi sono sentita quasi crud… ma non dico nient’altro per non anticipare!
Per Final Alex: oh, mi dispiace… ç_ç spero che la depressione non sia durata a lungo: in effetti scrivere cose tristi è una mia prerogativa! Sono contenta che la mia storia ti piaccia, mi auguro che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
Per Sprully: Grazie anche a te! In realtà come hai visto la scatola non è verde smeraldo ma grigia, spero che vada bene lo stesso! Anche tu hai colto nel segno nell’interpretazione… ho immaginato in effetti che i ricordi, così come la soffitta, fossero vivi ma imprigionati dalla polvere che li fa restare ancorati alla “vecchia era” –si vedrà nel prossimo capitolo, il penultimo.
Per Giò: sono contenta che il primo capitolo non ti abbia delusa! Grazie mille per le belle parole della recensione, spero che anche questo ti sia piaciuto… l’idea delle scatole piace anche a me, mi è venuta in mente una volta che stavo mettendo in ordine la mia stanza… a qualcosa allora serve XD!
Per Queen_of_Sharingan91: sono io che dico “Oh Kami”: mi lasci sempre delle recensioni bellissime! Davvero, sono felicissima che lo stile che ho usato per la narrazione e il fatto dei ricordi ti piaccia così tanto, e hai usato delle parole molto gradite per dirmelo. Grazie, sono commossa *ç*
Per Skiblue: oh, un’altra fan ShikaIno, che bello… allora non siamo in pochi! Ringrazio tanto anche te; è bello ricevere recensioni così particolareggiate. Temevo a dire il vero che la voce narrante a lungo andare potesse diventare troppo “logorroica”, ma noto che per fortuna vi è piaciuta!
   
 
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