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Autore: GeeFuckingWay    22/06/2013    1 recensioni
Dal primo capitolo "Se sono strano?
Assolutamente si! Prendete un dizionario, cercate l'aggettivo "strano" , ci hanno direttamente stampato una mia foto, non è vero?"
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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This is just another story.

3- Who are you?


Questa storia inizia ad interessarvi, non è vero?

Beh, in caso contrario non vi trovereste ancora ad ascoltare il seguito.

Bene, bene, bene.
Fino a che punto ero arrivato?
Ah! Si, giusto! Ora ricordo.

Ero davvero felice di aver parlato con Frank, quello che pareva essere l'amico da me sempre desiderato e dopo avergli detto il motivo (la prima scusa che mi era venuta in mente) per cui mi trovavo da quelle parti l'avevo invitato a fare una passeggiata con me.

"Allora, dove si va, Gerard, giusto?" mi aveva chiesto Frank per poi sorridere.

Ah, il sorriso più bello e spensierato che avessi mai visto.

Mentre mi guardava in attesa di una risposta il sole illuminava i suoi splendidi occhi così chiari e così raggianti da poter far risplendere le strade di Belleville.

E poi i suoi capelli, ah, i suoi capelli così neri da essere in contrasto con tutta quella luce.

E le sue labbra così sottili eppure così perfette di un leggero rosso che appariva acceso rispetto alla sua pelle pallida e dall'aspetto quasi cadaverico.

In attesa di una mia risposta il suo volto si era fatto interrogativo e Frank mi fissava con le sopracciglia aggrottate probabilmente perchè cercava di capire cosa mi stesse passando per la testa.

"P-potremmo andare al parco qui vicino, se ti va" avevo risposto quasi balbettando.

Ehi, ve l'avevo detto che le persone non mi piacevano ed essendomi trovato di fronte all'unico essere umano che aveva suscitato la mia simpatia e curiosità giustamente mi sentivo nervoso, no?

Comunque, torniamo al mio racconto.

Dopo esserci incamminati non riuscivo a distogliere lo sguardo dal ragazzo da poco conosciuto.
No, no, non lo fissavo come un bambino osserva il suo nuovo giocattolo che poi dopo qualche giorno finirà nel "dimenticatoio", lo guardavo incuriosito e con il desiderio di sapere di più su di lui ma Frank pareva non essersi ancora accorto del mio sguardo fisso sulla sua persona e camminava con le mani in tasca.

Per le strade di Belleville non giravano molte persone in quel momento e la cittadina sembrava essere forse più tranquilla di quanto già lo fosse di solito.

"Ti va di sederci lì, su quella panchina?" mi aveva poi domandato Frank voltandosi verso di me e incrociando subito il mio sguardo che era ancora fisso su di lui.

Così avevo annuito accennando un sorriso e insieme a Frankie (si, lo voglio chiamare Frankie!) ero diretto verso una vecchia panchina nel parco, su quel legno un po' rovinato e qualche erbetta selvatica che si intrecciava alle sue gambe in ferro battuto arrugginito.

Dopo esserci seduti Frank aveva sfilato dalla sua tasca una pacchetto di sigarette e, dopo aver preso uno di quei bastoncini dal sapore e dall'aroma che crea dipendenza l'aveva portato alle labbra accendendolo con precisione e chiudendo gli occhi alla prima boccata.

Ero rimasto lì, incantato da quei movimenti così naturali e così comuni osservandoli come incantato.

"Allora, hai detto che ti occupi dello studio della natura di Belleville?" mi aveva chiesto Frankie guardandomi.

Ma non smettevo di osservarlo perchè..perchè mi ricordava qualcuno.

Avevo già visto quei tratti del viso così perfetti.
Avevo già provato quelle particolari sensazioni eppure non riuscivo a ricordare.
E continuavo ad essere quasi stregato dalla sua presenza.

Avevo poi scosso la testa come si usa fare quando si vuole scacciare un pensiero dalla testa.

"Ehm, si, diciamo di si" avevo risposto in imbarazzo.

Ma non potevo trovare un scusa migliore, eh?
Non mi giudicate, ve l'ho già detto, avreste fatto lo stesso al mio posto!

Il problema si è presentato quando mi ha chiesto quale fosse il mio compito in senso pratico.

"A volte valuto la p-purezze dei c-corsi d'acqua" è stata l'unica frase che ero riuscito a dire.

Frank aveva annuito aggrottando nuovamente le sopracciglia e mostrando interesse.

Subito dopo aveva squillato il telefono di Frankie e portandoselo all'orecchio dopo aver ascoltato per pochi secondi aveva risposto "D'accordo Mary, arrivo" e dopo avermi lasciato il suo numero su un foglietto era andato via.

Mary.

Avevo già sentito quel nome, era quasi familiare alle mie orecchie.

Certo, lo so che è un nome molto comune eppure fidatevi c'era di più dietro quelle quattro lettere.

Ma ormai, il ragazzo che nuovamente aveva adottato l'aggettivo di "misterioso" era andato via, lasciandomi su quella panchina pieno di domande.
  
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