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Autore: Evelyn Wright    22/06/2013    2 recensioni
Tutto ebbe inizio durante una convention di Supernatural tenutasi a Roma, la Jus in Bello. Sembrava una convention come tante altre ma parteciparvi era il sogno di una ragazzina che voleva per la prima volta fare qualcosa di pazzo e folle assieme ad un amico conosciuto in rete. Fu l'inizio di una serie di avventure che portarono la giovane ragazza a diventare parte integrante della grande famiglia di SPN ma, come al solito, i guai erano all'orizzonte e la nostra giovane protagonista dovette far fronte ad un amore ostacolato e ad una serie di altri 'inconvenienti' che le cambiarono totalmente la vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Supernatural / Cast Supernatural
Pairing: nuova coppia
Rating: giallo
Beta: nessuno
Genere
romantico, drammatico, comico (talvolta), triste.
Capitolo: 2/?

 

THANK YOU FOR LOVING ME

« Good things happen when you least expect them.»
 

Quando la sveglia suonò eravamo entrambi ancora profondamente addormentati come due piccoli angioletti. Io, in realtà, avevo sempre avuto dei problemi a letto perché mi rigiravo e rigiravo senza trovare mai pace ed ogni volta finivo per assumere le posizioni più assurde, come in questo caso. Avevo la faccia schiacciata contro il cuscino, una gamba piegata e l'altra a penzoloni per via del caldo, ma ero beata ed in pace, immersa completamente nei miei sogni.

Non ci volle molto però prima che ci svegliassimo entrambi con un sobbalzo per via della sveglia, ed all'improvviso ero completamente vigile e sull'attenti. Beh, la suoneria che avevo messo per la sveglia del cellulare era particolarmente efficace: It's my life di Bon Jovi.

Con il cuore a mille afferrai il telefono e spensi la sveglia alla velocità di un fulmine prima di riseppellire la testa sul cuscino con uno sbuffo. Ma perché dovevamo svegliarci a quell'ora del mattino? Ah, si: la colazione. Io non facevo mai colazione la mattina, abitudine sbagliatissima, ma in vacanza era d'obbligo svegliarsi presto e mangiare quindi dovevamo svegliarci. Con un grugnito, Simone fu il primo ad alzarsi dal letto e ad infilarsi in bagno e fu per questo principalmente che mi riaddormentai.

Mi riscosse lui dopo un tempo indefinito, dicendomi che era il mio turno per il bagno e come uno zombie mi alzai. Per com'ero conciata in quel momento potevo fare tranquillamente concorrenza a Samara di The Ring perché avevo i capelli che mi ricoprivano il volto quasi interamente. Non vedevo un accidenti, infatti. Inoltre li avevo lunghissimi! Arrivavano circa all'altezza del mio didietro. Non me li tagliavo ormai da circa due anni e si vedeva dalla lunghezza spropositata. Però mi stavano meglio così che corti.

Mi intrufolai nel bagno e diedi inizio al mio 'rituale del mattino' composto da: faccia, denti, capelli, occhi. Quindi sciacquai il viso per darmi una svegliata, mi lavai i denti (che mi sarei poi rilavata dopo aver fatto colazione), mi sistemai i capelli per dargli una parvenza di forma ed incominciai anche a truccarmi. Non mi truccavo mai moltissimo, solo un po' di matita e del mascara. Non riuscivo a fare altro! Ero un completo disastro e quando tentavo di mettermi qualche tipo di ombretto, non sembravo più una donna ma un panda!

Uscita dal bagno aprii la valigia e cercai dei vestiti da mettermi. Era il gran giorno, non potevo mettermi dei comuni vestiti! Naturalmente però non sapevo cosa mettermi.. un classico. Avevo circa dieci mila vestiti in quella valigia e nulla andava bene. "Questo no, quest'altro no, oddio questo proprio no" ed alla fine rimanevo continuamente a mani vuote. Potevo sempre andarci in pigiama, no?

Il mio sguardo ricadde su Simone già completamente vestito e quando si accorse di essere osservato, si spaventò. « Che c'è? Ho qualcosa sulla faccia? » ma io gli feci cenno di no, indicando invece la mia valigia. Un lampo di comprensione illuminò per un attimo il volto di Simone prima che si decidesse a darmi una mano. « Vediamo cos'hai.. » disse dando un'occhiata generale ai miei vestiti. « Questo no.. Quest'altro neanche.. Questa te lo devi assolutamente mettere per la foto con Jensen! » disse tirando fuori una maglietta marroncina parecchio scollata.

Arrossii perché non ricordavo neanche di averla messa in valigia ma annuii. « Per oggi può andare bene questo.. » disse tirando fuori una camicia sul violetto/rosella e decisi di dargli ascolto. Si, era carina. Mi rinfilai in bagno e mi cambiai d'abito, lanciando il pigiama sul mobiletto posto accanto al lavandino. Beh, i jeans c'erano ma era anche giusto che ci fossero. Che mi mettevo, una gonna? Neanche morta. Mi sarei sentita ridicola, fuori luogo ed anche parecchio in imbarazzo. Le avevo portate, anche se non ne avevo molte, ma per le uscite serali. Non ero neanche certa di indossarle per quell'occasione! Non ero il tipo da gonne.

Con questa convinzione uscii dal bagno, pronta ad affrontare la colazione e la convention. Oddio, stavo per avere un attacco di panico in piena regola ma se io stavo male, poi chi pensava a Simone? « Roberta? Tutto apposto? » chiese lui, probabilmente notando la mia faccia sul verdognolo, ma lo tranquillizzai con un lieve sorriso. « Prima o poi dovevo pur avere una crisi di nervi.. Meglio ora che dopo! » dissi poi prendendolo per un braccio per trascinarlo come la sera prima fuori da quella camera.

Il corridoio era pieno di gente! Ma da dov'erano spuntate fuori tutte quelle persone? Scioccata, continuai a trascinarmi dietro Simone giù per le scale perché no, l'ascensore proprio no ed io non volevo rimanere da sola. Scendemmo nell'area dedicata al ristorante e trovammo un piccolo tavolo libero che prenotammo mettendoci sopra un po' di succo di frutta preso al volo solo per far capire che lì c'erano sedute delle persone mentre noi giravamo per cercare qualcosa da mangiare.

Afferrai un cornetto, un po' di nutella e fui tentata di prendere anche il latte solo perché mi andava ma poi pensai che non ci c'entrasse un ciufolo con il resto. E se mi veniva mal di pancia? No, meglio non rischiare. Aspettai che anche Simone finisse di cercare ciò che desiderava mangiare e poi ci sedemmo entrambi al tavolo per gustarci la nostra colazione in santa pace. Beh, non proprio.

Non eravamo mica soli in quella sala ed il vociare di ragazzi ci arrivava chiaro e forte fino alle nostre orecchie che però ascoltavano volentieri gli sprazzi di conversazione che riuscivamo a captare dalla nostra postazione. Ovviamente l'argomento principale era la convention che sarebbe iniziata quel pomeriggio verso le 15:00.

Gli ospiti erano quasi arrivati del tutto, mancavano solo Jensen e Misha che sarebbero arrivati l'indomani per la cerimonia d'apertura con tutti gli ospiti. Questo significava che Jared Padalecki era da qualche parte nascosto e la voglia di scovarlo era troppa, solo che era impossibile per una come me rintracciarlo. Come facevo? Non sapevo neanche con esattezza dove alloggiasse, anche se forse aveva una camera proprio all'Hilton. Possibile? Vabbé, non ero una specie di stalker quindi non mi ero informata.

Ma ora che ci pensavo erano già arrivati anche Sebastian Roché e Richard Speight! Adoravo questi due e non vedevo l'ora di conoscerli dal vivo, anche se probabilmente non avremmo che potuto scambiarci solo poche parole. Meglio di niente.. almeno avrei potuto dire di averci parlato! « Ehy! Ti sei praticamente imbambolata.. » disse Simone ed io ripresi a mangiare con un lieve sorriso che spuntava al di sopra del cornetto che tenevo tra le mani. « Stavo immaginando la scena in cui io parlo con Balthazar e Gabriel! »confessai con una risatina che contagiò anche Simone.

Ero convinta che anche lui stesse pensando al momento in cui avrebbe incontrato di persona l'attore che interpretava il suo personaggio preferito, ossia quell'armadio a due ante di nome Jared Padalecki, e risi quando i suoi occhi lo confermarono perché si, nonostante non ci fossimo mai visti di persona, riuscivamo adesso a capirci con un solo sguardo come due veri gemelli.

« Non combinare troppi pasticci, prima che ci caccino fuori a calci! » disse lui ed io annuii imbarazzata perché davvero, non volevo combinare guai come mio solito ma che ci potevo fare se finivo sempre col fare cose stupide quando mi sentivo in imbarazzo? O cadevo, o inciampavo, o parlavo a sproposito, o dimenticavo cosa dovevo dire, o perdevo il filo del discorso o finivo con l'inclinare la testa di lato perché non avevo capito la domanda. Il solito.

Poi ovviamente si aggiungeva anche la difficoltà dell'inglese. E se mi dimenticavo il significato di alcune parole? O se non mi ricordavo come si traduceva una parola? Non volevo neanche pensarci. No, non poteva accadere o mi sarei sentita morire dall'imbarazzo! Ma obiettivamente poteva succedere. Eccome!

« E se non capisco quello che dicono? E se mi dimentico l'inglese? » chiesi improvvisamente preoccupata mentre le gambe incominciavano a muoversi impazzite sotto al tavolo per il nervoso. Bene, ed ecco la fase due della crisi di nervi. Altro che! Quel viaggio mi avrebbe ucciso. « Tranquilla.. Calma.. Respira! » disse lui alzandosi di colpo dal tavolo. Ma dove caspita stava andando? Che mi lasciava lì? In realtà era andato a prendere un bicchiera d'acqua.

Ecco, ero una persona orribile. Non mi aveva abbandonata e nella mia testa, tra la crisi di panico ed il cuore impazzito, avevo trovato spazio per insultarlo a dovere. Mi porse comunque il bicchiere d'acqua e lo svuotai in un secondo, sentendomi comunque sempre un po' più agitata del dovuto. « Grazie.. Sappi che comunque te ne stavo dicendo di tutti i colori quando pensavo che mi stessi abbandonando qui.. » dissi per amore di sincerità.

Avevo capito che era sempre meglio essere sinceri con le persone, anche se a volte sarebbe stato più saggio rimanere in silenzio. In questo caso credevo che fosse meglio che sapesse, forse anche per conoscermi un po' meglio. Certo, ero stata abbandonata parecchie volte quindi avevo una sorta di 'crisi dell'abbandono'. Era nato tutto così: pian piano le persone se n'erano andate ed io avevo imparato a stare bene anche da sola. Soffrivo però se rimanevo da sola, mica ero di legno! Avevo un cuore e dei sentimenti e per quanto cercassi di non darlo a vedere, continuavo a soffrire lo stesso per i torti subiti. Era stato lo stesso anche per Simone ed era questo che ci aveva uniti all'inizio. Un passato uguale e sentimenti comuni.

« Immagino.. Ma siamo qui insieme, ricordi? E' la nostra avventura. » disse ed io annuii. Che strano però che avessimo bisogno di ricordarcelo ogni volta. Non poteva essere più semplice? Non capivo davvero perché non potessimo smettere di credere che fosse tutto un sogno, ma probabilmente non ci riuscivamo perché avevamo smesso di credere che delle cose belle potessero capitarci. Uno squillo provvidenziale del telefono che tenevo accanto al piatto però ci salvò dai nostri stessi pensieri. Ma chi poteva mai essere al telefono?

Ovviamente mia madre. Strano anzi che non mi avesse bombardato di messaggi e chiamate sin da ieri. Le avevo mandato io un messaggio prima di andare a dormire, ma per una madre non è mai abbastanza, soprattutto se la tua 'bambina' è in giro da sola per Roma o per qualsiasi altra città senza colei che l'ha messa al mondo. Chiaccherammo un po' di cose futili e banali, ma mi tenne circa mezz'ora al telefono. Avevo le orecchie in fiamme anche se avevo cercato di poggiare il telefono ad intervalli quasi regolari. Un orecchio addirittura mi fischiava!

Nel frattempo anche Simone aveva ricevuto la prima telefonata della giornata e quindi non mi sentii troppo in colpa per averlo lasciato in balia di se stesso. Una volta finita comunque la chiamata, ci rendemmo conto che erano già le 09:30. Bene, ed ora?

Avevamo un mucchio di tempo libero prima dell'inizio della convention ed era un gran bel problema dato che non sapevo cosa fare. Perché cavolo non avevo infilato in valigia un gioco da tavolo? Ma, aspetta! Forse avevo delle carte da UNO nascoste in uno scompartimento segreto della valigia. Si, si! Me l'ero portate. Mi ricordavo ancora come a notte fonde fossi sgattaiolata in camera di mio fratello per prenderle di nascosto. Era uno dei suoi giochi preferiti ed ovviamente non voleva che io le prendessi.

Le avevo prese comunque, naturalmente, ed immaginavo già le urla terrificanti che sarebbero risuonate per tutto il quartiere quando sarei tornata a casa, ma tanto.. ormai c'ero abituata. Così invitai Simone ad alzarsi dal tavolo ed a salire in camera, non svelando neanche sotto tortura l'idea che mi era venuta, così.. tanto per giocare.

Una volta in camera tirai fuori le carte e la macchina fotografica ed iniziammo a giocare. Che altro potevamo fare, le capriole? Ah, ma certo! Le capriole! Okay, nonostante avessi quasi 23 anni ero rimasta la solita bambina che ero tanto, tanto tempo fa. Era tradizione fare le capriole sul letto dell'hotel! Ogni volta, anche nelle gite scolastiche, facevo le capriole e non avrei smesso solo perchè avevo 20 anni (anno più, anno meno). Ero ancora una bambina dentro!

« Dai che è divertente! » dissi tentando di convincere Simone ad imitarmi dopo la prima capriola. Lui non ne aveva proprio l'intenzione. « Guarda che non le so fare! Mi spezzerei il collo! » disse lui sedendosi sul suo letto senza muovere più un muscolo. « Uffa! Bene, allora faccio un'ultima capriola e poi ti aiuto ad imparare! » dissi convinta, notando però il pallore improvviso che era comparso sul viso di Simone. No, proprio non gli piaceva l'idea. Continuammo così fino all'ora di pranzo.. tra giochi, risate, tentativi di convicerlo falliti e tante, tante foto.

***

La tensione era praticamente salita alle stelle in quelle ore, anche se avevo cercato in tutti i modi di tenere la mente occupata in giochi ed altre cavolate varie. Solo che in quel momento sembrava davvero tutto maledettamente reale! Forse erano le risatine delle persone che incrociavamo lungo i corridoi od i loro sguardi eccitati, ma le cose avevano incominciato a farsi terribilmente serie.

Non riuscii a mangiare molto, solo un po' di pasta, per via dello stomaco completamente chiuso e non appena vedemmo che l'ora era ormai giunta, ci alzammo come se stessimo per andare al patibolo. Di cosa avessimo paura poi non ne ho tutt'ora idea, ma realmente sembravamo dei condannati a morte.

Probabilmente avevamo solo paura di sembrare ridicoli ma c'eravamo abituati in un certo senso dato che di gaff ne avevamo fatte parecchie nella nostra vita, ma molto probabilmente eravamo semplicemente agitati perché stavamo per realizzare un nostro sogno: vedere i nostri attori preferiti.

Si, io trovavo che gli attori di SPN fossero molto più bravi di molti altri che recitavano in film anche di alto livello, magari anche di quelli candidati agli Oscar. Non so.. Forse sbagliavo ma mi emozionavo di più per una loro interpretazione che per quella di molti altri. Li trovavo bravi, molto bravi e nessuno avrebbe mai potuto farmi cambiare idea. Anche per questo ero agitata. Non erano solo gli attori di una serie che mi piaceva, ma erano i modelli a cui mi ispiravo. Vederli dal vivo era strano e terribilmente irreale, ma allo stesso tempo meraviglioso.

« A-andiamo? » la voce tremante di Simone mi riscosse dal mio stato catatonico e lo guardai leggermente allucinata perché non mi ero neanche accorta di essermi fermata in mezzo al corridoio. Non avevo sentito le voci, non avevo sentito i corpi degli altri ragazzi in fila così vicini al mio e non avevo neanche sentito la mano di Simone poggiata sulla mia spalla. Wow. Ero messa proprio male! « S-si.. Certo. » dissi e continuai a camminare al suo fianco seguendo il fiume di persone che si stava per riversare nell'enorme salone dove si sarebbe tenuta la convention.

Arrivati ad un certo punto ci chiesero di mostrare i nostri pass ed io alzai il mio con mano tremante. Ma che follia era mai questa? Cos'era tutto quel terrore immotivato? Non ero venuta a Roma per divertirmi? Troppa ansia.. troppa immotivata ansia! La presenza di Simone però mi rassicurava perché non ero completamente sola. Che caspita avrei fatto senza di lui? Mi sarei fermata in mezzo al corridoio probabilmente e non sarei neanche entrata nel salone per vedere la cerimonia d'inizio.

Mia madre mi avrebbe probabilmente uccisa dopo tutti i soldi che avevo speso per questa follia e se avesse anche solo avuto il sentore che non mi stessi divertendo, beh.. mi avrebbe uccisa una volta arrivata a casa. Si, quella donna era terribile e quando si arrabbiava lo era ancora di più!

« Sediamoci.. Su! » disse Simone ed io lo seguii a ruota. Ero confusa.. si vedeva? Tutti che ridevano, che si sbracciavano per salutare l'altro, che aspettavano con ansia ed io che non riuscivo a capire cosa fare. Era terribile! Una catastrofe! E poi tutto ebbe inizio..

Entrarono tutti insieme, Jared Padalecki in testa, e la folla esplose in applausi entusiasti e urla che avrebbero potuto far diventare sordo chiunque. Mi tappai per un attimo le orecchie, completamente stordita dalla ragazza che mi sedeva accanto, ma poi scoppiai a ridere senza un motivo e quello diede la svolta che cercavo disperatamente. Ma ero matta? C'erano i miei attori lì davanti e non urlavo anche io? Diedi una gomitata leggera sul fianco di Simone per fargli capire che ero tornata in me ed anche lui tornò a sorridere come prima.

Si, ero tornata cavolo! Ero semplicemente impazzita per un po'. Il primo a prendere il microfono fu ovviamente Jared Padalecki che salutò il pubblico con un enorme sorriso stampato sul viso. Adoravo il suo sorriso così spontaneo e gentile. Simone era naturalmente entusiasta e lo vedevo cercare di tendere il collo per non perdersi neanche un dettaglio di quello che succedeva sul palco. Accanto a Jared vedevo sia Richard che Sebastian, ma ero anche lieta di vedere Matt Cohen, Rob Benedict, Ty Olsson e Brock Kelly. Da qualche parte doveva anche esserci Genevieve Cortese ma forse non avrebbe partecipato attivamente alla convention avendo un bambino piccolo da tenere d'occhio.

Contro ogni più funesta aspettativa, non era affatto difficile capire quello che gli attori dicevano e da quel momento capii che non avevo nulla da temere e che il divertimento era assicurato, soprattutto dopo aver visto Richard e Jared improvvisare una specie di balletto di benvenuto ai nuovi partecipanti alla convention.

***

A fine giornata avevo le idee parecchio confuse perché erano accadute talmente tante cose da essere andata completamente nel pallone. Ricordavo i discorsi assurdi sugli angeli di Sebastian, la dolcezza di Jared nel parlare di suo figlio, la mia quasi caduta quando per un attimo ero uscita durante il panel di Richard e Rob perché dovevo urgentemente sgranchirmi le gambe e la risata di Jared Padalecki, si proprio lui, che aveva assistito alla mia quasi morte, ossia alla mia quasi caduta. Ma dico, chi ce l'aveva messo quel tappeto in mezzo ai piedi!?

Lo guardai per un attimo accennando una smorfia di disappunto per la mia figuraccia, alzando infine le spalle come a dire "capita a tutti!" mentre tremavo tutta per l'assurdità della situazione. Jared, circondato da circa dieci mila persone, mi salutò con la mano ed andò via. Era quasi sera e la sessione dei panel stava per terminare, quindi mi riavviai di nuovo verso la sala per recuperare Simone ed andare finalmente a cena. Volevo raccontargli subito tutto ma qualcosa mi tratteneva.. forse la consapevolezza che non era poi niente di così eccezionale.

Jared Padalecki mi aveva solo sorriso, mica mi aveva detto chissà che cosa! Ma alla fine glielo raccontai comunque mentre eravamo a cena. Lui era incredulo, forse perché un sorriso valeva più di mille parole, ma il discorso si chiuse lì. Sembrava che fossi delusa, vero? In effetti era un po' così perché sognavo sempre in grande.

Nei miei soliti sogni un episodio del genere si sarebbe trasformato subito in un momento perfetto per stringere amicizia ma nella realtà non sarebbe mai successo ed era ora che me ne facessi una ragione. Nella mia mente si era però già formata l'immagine di Jared che mi chiedeva come stavo e che si assicurava che non avessi avuto un capogiro per mancanza di zuccheri, condito tutto ovviamente da una chiaccherata amichevole che ci avrebbe portati a stringere amicizia, ma nella realtà non succedevano queste cose. Un sorriso era anche più di quello che si potesse realmente sperare! Era per questo che ero un po' delusa.

Le cose nella realtà facevano sempre più schifo di quello che ci si aspettava. Probabilmente Simone mi avrebbe presto catalogata come 'lunatica' dato che non facevo altro che cambiare umore di continuo. Prima ero allegra, poi spaventata, poi eccitata e poi di nuovo triste. Mi odiavo da sola quindi perché non poteva odiarmi anche lui per questi sbalzi di umore improvvisi?

« Va tutto bene? » chiese infatti lui vedendomi in quello stato pietoso ed io come al solito non potei fare a meno di dire la verità. « Passerà.. E' che ancora non ho imparato a non sognare troppo. Lo sai tutti i sogni assurdi che ho fatto su questa convention.. te li ricordi no? » chiesi e lui mi fece cenno di 'si' con la testa, invitandomi poi a continuare il discorso.

« Bene.. Sai, alla fine speravo davvero che almeno uno di quei sogni si avverasse.. Sono una stupida, Simone! Non mi basta mai quello che ho.. Invece dovrei essere felice di quel sorriso che Jared mi ha regalato perché è tutto quello che posso realmente sperare di avere da loro. » dissi e vidi la mano di Simone che si allungava verso il tavolo per stringere la mia per un po' di conforto. « Grazie.. » dissi stringendola forte. Il bello era che non avrei mai voluto intristire anche Simone ma evidentemente era l'unica cosa che riuscivo a fare.

Complimenti Roberta, complimenti davvero. « Scusami comunque.. Sono davvero una persona orrenda. La parte della strega mi sta a pennello! » dissi cercando veramente di fargli capire quanto mi dispiacesse per quella situazione, ma lui scosse la testa per non permettermi neanche di continuare a scusare come invece stavo tentando di fare prima che quasi mi tappasse la bocca.

« Va tutto bene.. Io sono qui se hai bisogno di me. » disse ed io lo apprezzai sinceramente. Era anche per questo che mi trovavo bene con lui: c'era sempre quando avevo bisogno di aiuto ed io c'ero sempre per lui se avevo bisogno. « Prometto che da domani sarà diverso! Non rovinerò questa vacanza.. Ti farò divertire, fosse l'ultima cosa che faccio! »giurai più a me stessa che a lui.

Si, i pensieri cupi li avrei tenuti per me e la parola d'ordine sarebbe stata 'divertimento'. Come? Domani avrei avuto tutto il tempo per farmi venire in mente qualcosa, anche se avevo qualche idea sul cantare qualche canzone. « Possiamo salire se hai finito di mangiare.. » disse lui continuando a tenermi per mano e solo quando mi alzai anche io, gliela lasciai. Il mio gemellino che si preoccupava per me.. era un vero tesoro prezioso. Ringraziavo il cielo che avessi avuto la fortuna di conoscerlo.

« Andiamo! » dissi alzando il braccio verso il cielo per dimostrare il mio entusiasmo, sebbene ancora la tristezza di prima non fosse del tutto passata. Simone non mi lasciò per nessuna ragione al mondo e decise di salire le scale accanto a me solo per tenermi d'occhio.

Dopo tre rampe di scale comunque percorremmo il corridoio fino alla stanza numero 125, che aprimmo con la chiave magnetica che tenevo in tasca. Come al solito facemmo di nuovo a turno per il bagno e, quando toccò a me, presi il pigiama ed il mio beauty case per darmi una rinfrescata veloce. Cercavo nel frattempo di inventarmi qualcosa per passare il tempo perché non desideravo ancora andare a letto, non con quel broncio comunque. Mmm.. storie horror? Sapeva tanto di pigiama party ma che importava? Era una specie di pigiama party.. solo che mancavano i partecipanti dato che eravamo solo in due, senza contare il fatto che i partecipanti di solito erano femmine! Ma questi erano dettagli di poco conto.

Una bella storia alla Supernatural tanto per rimanere in tema, no? Si poteva fare se Simone era d'accordo. Tanto avevamo capito entrambi che la fantasia non ci mancava. « Stasera storie horror? » chiesi quando finalmente uscii dal bagno. Lui era sorpreso ma, al contrario di quello che pensavo, fu subito d'accordo col cimentarsi in questa impresa.

« Mmm.. Vediamo.. » dissi mentre tentavo di immaginare una storia plausibile. Non ero brava nel creare delle storie horror ma prima o poi avrei dovuto tentare! C'era una prima volta per tutto. Alla fine uscii fuori una storia assurda che di raccapricciante non aveva nulla a parte il sangue che scorreva a fiotti. Niente, eravamo proprio negati. Anzi, io ero negata perché la sua trama stava uscendo fuori bene. Era piena di vampiri, sangue ed anche un amore folle quindi non era niente male. Era la mia a fare veramente schifo. Era ambientata in un bosco e vedeva di mezzo una specie di creatura mezza umana che assaltava tutti i poveri malcapitati che girovagavano per il bosco. Fantasia portami via! Davvero una trama interessante.

Ridemmo per mezz'ora solo per quello! « Okay, sono un vero disastro! Non proporrò mai più questo gioco in vita mia. » dissi alzando le braccia in aria come per arrendermi all'evidenza. Simone rideva con la testa poggiata contro il cuscino ed io lo imitai ben presto, sospirando leggermente.

« Va tutto bene ora? » chiese lui visibilmente preoccupato ed io gli risposi di si mentre giocherellavo con il lenzuolo. Alzavo un po' le gambe in aria, facevo stretching.. chiari segni di nervosismo. Volevo evitare il discorso e lui lo capì. « Guarda! » dissi all'improvviso e mi alzai in piedi per fargli vedere il mio perfetto arabesque di cui andavo molto fiera.

L'unica cosa che mi era rimasta di anni passati a fare danza. Avevo mollato tutto quando avevo capito di essere portata per il teatro e la recitazione. La danza non mi avrebbe mai potuto portare da nessuna parte, quindi avevo lasciato perdere. Il teatro però era sempre stata la mia passione e nonostante sapessi che ci fossero poche possibilità, non potevo smettere perché era come uccidere una parte di me. Recitare era la mia vita e tutto ciò che desideravo.

« Non me lo avevi mai detto di essere una ballerina! » disse lui sorpreso ed io accennai qualche passo di danza solo perché mi andava. « E non mi hai ancora sentito cantare! Domani vedrai.. » dissi con una strana luce negli occhi che non faceva presagire nulla di buono.

« Ah, c'è ancora una cosa che non ti ho mostrato.. ma te lo farò vedere domani! » dissi con un sorriso prima di balzare sul letto per afferrare il mio telefono. « Domani dobbiamo svegliarci alle 07:15, vero? La cerimonia d'apertura inizia alle 09:00. » dissi piangendo internamente di non poter dormire qualche oretta in più. Adoravo dormire! Succedevano tante cose belle nei sogni.

« Spero in un risveglio migliore di quello di stamattina.. » grugnì Simone già mezzo addormentato e con la testa schiacciata contro il cuscino. « A chi lo dici! 'Notte Simo.. » dissi e spensi la luce sperando con tutto il cuore di riuscire a mantenere la promessa.








Angolo autrice: Ed eccoci alla fine del secondo capitolo della mia storia! Yeeeeeeeee! *lancia cuoricini a tutti* Ero così ansiosa di postare che non ho voluto aspettare ancora qualche giorno per farvi leggere questo capitolo, che come avete sicuramente capito  è di transizione come il primo. Sentivo di non avervi ancora presentato completamente la protagonista e quindi ho pensato di rimediare con questo capitolo, rivelandovi altri dettagli su di lei. Non preoccupatevi però perché questo è l'ultimo capitolo di transizione! Dal prossimo le cose incominceranno a farsi più interessanti e vedrete l'entrata in scena di tutti gli attori di SPN presenti alla convention. Il terzo capitolo è in fase di stesura, quindi tra un paio di giorni dovrei averlo finito! Ringrazio tutti coloro che hanno letto questa storia - perché vi vedo anche se non lasciate commenti! - ma vorrei ringraziare specialmente Nerea_V che ha commentato il precedente capitolo.. Spero che anche questo vi sia piaciuto ed alla prossima. Ne leggerete delle belle! Un bacione, vostra Evelyn.

   
 
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