Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Aryuna    11/03/2008    4 recensioni
Kagome e Inuyasha, odiati compagni di classe e di banco da tre lunghissimi anni. Kagome, stanca di venir presa di mira dal mezzodemone, organizza una vendetta con sua cugina Kikyo, ex-fidanzata del ragazzo. L'ho scritta assieme ad Emiko92. La storia, il progetto e l'ambientazione sono mie, gli sviluppi e i dialoghi li abbiamo scritti assieme! E' la mia prima fanfict, speriamo bene! (siate indulgenti, è pure abbastanza lunga)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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La vendetta

Chiedo umilmente scusa a tutti per ieri, ma una mia amica ha avuto (e sta avendo) dei problemi, quindi è venuta a stare da me. Non sò se riuscirò a postare domani o nei prossimi giorni, cercherò di scrivere non appena avrò il tempo. In compenso (dato che avete una fortuna sfacciata!) mi sono ammalata e ho la febbre, quindi mentre lei sta a scuola io sto a casa a scrivere XD

Comunque ecco il capitolo! Attendete il prossimo, che arriverà appena possibile "A cuccia!"

San Valentino




Kagome fece le scale di corsa, acchiappò al volo un cornetto e il bento mentre si infilava la cartella e si mise le scarpe mentre apriva la porta. Un persona con sei braccia non avrebbe saputo fare di meglio. Urlò un saluto alla madre mentre correva nel cortile verso la scalinata. Questa volta, ruzzolò giù, facendosi tutte le scale rotolando.

<< Ahi ahi, che male >> si lamentò massaggiandosi il sedere. Era tutta dolorante, la sua caduta peggiore in assoluto. Si mise di nuovo a correre, anche se più lentamente, sia per la botta che per prudenza.

<< Aspettatemi! >> urlò entrando nella stazione come un razzo. Le porte della metro si stavano chiudendo, e la ragazza si infilò all’ultimo momento, dando una spinta a tutti gli occupanti del vagone. Si ritrovò circondata da sguardi ostili.

<< Ehm… scusate >> mormorò arrossendo imbarazzata. Ringraziò il cielo che doveva fare solo poche fermate. Arrivò in classe al suono della campana. Dato che aveva Kaede, era sicura di non trovare ancora nessun professore in classe. Ma questo non giustificava l’inferno che si trovò davanti quando aprì la porta.

Raggiunse Yuka e Ayumi per sapere cos’era tutto quel macello.

<< Ma come Kagome, non dirmi che non sai che giorno è oggi! >> esclamò Yuka sorpresa.

<< Ehm… >> fece lei soprappensiero.

<< Kagome, che hai fatto alla divisa? >> chiese Eri sconvolta, raggiungendola. Kagome abbassò lo sguardo, confusa, e si accorse che era tutta sporca, senza contare che aveva una bella escoriazione sul ginocchio.

<< Oh, non me ne ero accorta >> commentò lei tranquilla << sono caduta dalle scale del tempio, le ho fatte tutte rotolando >>

<< Keh! Ti avevo detto di non correre >> commentò Inuyasha, sbuffando.

<< Oh, scusa se ero in ritardo! >> rispose Kagome infastidita. Si accorse solo dopo che le tre amiche li stavano fissando. Questo era strano. Di solito, quando litigavano, tendevano ad allontanarsi, non ad ascoltare interessate.

<< Kagome, verresti un attimo con noi? >> chiesero dopo essersi consultate. Sempre più sospetta, la ragazza le seguì.

<< Non hai fatto nessun regalo a Inuyasha? >> domandarono a bassa voce, sperando di essere a distanza sufficiente. Il ragazzo rizzò un orecchio. Falsa speranza.

<< Perché? E’ il suo compleanno? >> chiese Kagome confusa. Gli sguardi che seguirono le fecero capire che le sfuggiva qualcosa di ovvio.

Vediamo… euforia in classe, sguardi curiosi attorno a lei e a Inuyasha, regali…

<< Oh no! E’ San Valentino! >> urlò Kagome, connettendo finalmente il 14 febbraio con la nota festività.

<< Signorina Higurashi, ha imparato a leggere il calendario? >> commentò la vecchia Kaede entrando in classe. Kagome si rifugiò al suo posto mormorando uno “scusi”, mentre la classe rideva. Non vedeva la faccia di Inuyasha, ma avrebbe giurato che stava ridendo anche lui. Anche perché, era quasi sicura, aveva sentito tutta la conversazione.

Alla mensa venne presa da parte da Sango e Kikyo. Questo era tremendamente sospetto.

<< Allora Kagome, hai fatto un regalo a Inuyasha? >> si informò subito Sango, euforica. Kagome immaginava il perché: prima Miroku le aveva detto di incontrarsi dietro alla scuola all’uscita.

Lanciò un’occhiata a Kikyo. Sapevano entrambe quale sarebbe stato il “regalo” di Inuyasha.

<< Forse… non lo so se glielo faccio >> disse mantenendosi sul vago << E tu? Hai fatto qualcosa a Miroku? >>

Sango esibì un timido sorriso di conferma.

<< Comunque, stasera l’ultimo anno ha affittato un locale per fare una festa di San Valentino >> disse Kikyo, con disinteresse << se vuoi venire… dillo anche al resto della tua classe>>

E così fece. Per fortuna il professor Sengoku mancava, e gli urli che seguirono quell’annuncio non procurarono troppi problemi.

<< Che bello, una festa di San Valentino! Non sei contenta Kagome? >> disse Yuka allegra. La ragazza annuì, soprappensiero. Chissà se Inuyasha sarebbe venuto. Doveva assolutamente venire. Sbirciò con la coda dell’occhio il gruppo dei ragazzi, che probabilmente parlavano di strategie per abbordare ragazze alla festa. Inuyasha stava seduto sul banco, come al solito. Kagome non capiva se stesse partecipando o meno alla conversazione. Il ragazzo drizzò le orecchie, sentendo chiamare il suo nome.

<< Ehi, Inuyasha, tu vieni? >> chiese un ragazzo con coraggio. Forse era solo una sua impressione, ma a Kagome sembrava che lo avessero scelto a sorte, grazie alla morra cinese, per fare quella domanda. Inuyasha sbuffò, voltandosi da un’altra parte.

<< Keh! Io non perdo tempo in queste cose >> rispose scontroso. Kagome gli avrebbe tirato una scarpa, se non fosse che doveva fingere di non sentire.

<< Ma dai! Viene pure Kagome >> tentò di convincerlo il ragazzo. Pessima idea. Inuyasha lo fulminò con lo sguardò, pietrificandolo. Non disse una parola, si limitò a fissarlo per qualche secondo, prima di voltarsi nuovamente. Kagome, dal canto suo, lo stava fulminando a sua volta.

Da quel momento, i compagni di classe terrorizzati non toccarono più l’argomento.

All’ora di educazione fisica, Kagome ne approfittò per avvicinare l’hanyou.

<< Che sguardo inceneritore >> commentò sedendogli accanto. Cercò di ignorare gli sguardi incuriositi di Yuka, Eri e Ayumi.

<< Origli le mie conversazioni? >> chiese lui scontroso. Oggi ha la luna storta pensò la ragazza.

<< Tu origli le mie >> rispose piccata. Inuyasha sbuffò, voltandosi dall’altra parte.

<< Allora, vieni o non vieni? >> chiese Kagome, fingendosi indifferente.

<< Perché dovrei venire? >> domandò lui, voltandosi a guardarla scocciato.

<< Non rispondere a una domanda con una domanda! >>

<< Tu dimmi il perché! >>

Kagome sbuffò, infastidita. Che testardo, orgoglioso, geloso e cafone! Geloso…? Sorrise impercettibilmente.

<< E’ un vero peccato. C’erano proprio tutti, ci saremmo divertiti. Sango, Miroku, Ayame… Hojo... >> disse rallentando la lista, resistendo alla tentazione di guardare la sua reazione << …Koga… >>

Inuyasha drizzò le orecchie, guardandola con la coda dell’occhio.

<< Oh bè, vorrà dire che dovrò andare a comprargli dei cioccolatini, non sarebbe carino presentarsi ad una festa di San Valentino senza >> commentò la ragazza, giocando con una ciocca di capelli.

Inuyasha si voltò a fissarla, e lei sostenne il suo sguardo. Sentirono suonare la campana di fine lezioni.

<< Potrei fare un salto >> propose lui, ma Kagome sospirò.

<< Ok, andrò a comprare i cioccolatini >> disse alzandosi rassegnata. Inuyasha ringhiò.

<< E va bene! Vengo! >>

<< Non venire se non ti va >> disse lei a quel punto. Lo sguardo di Inuyasha era davvero minaccioso. Si sarebbe messa paura se non fosse che era abituata.

<< Ti odio >> sibilò lui tra i denti.

Lei gli fece una linguaccia, soddisfatta, prima di andarsene. Incrociò Sango mentre usciva dal cancello. La ragazza si stava dirigendo all’appuntamento.

Trovò Miroku appoggiato al muro, con una scatola giallina in mano, bucherellata.

<< Ciao >> lo salutò, arrossendo tremendamente.

<< Ciao >> rispose lui andandole incontro << scusa se te lo do ora, ma non penso che sia una buona idea portarlo alla festa. Anche adesso me lo ha portato mio nonno Mushin >>

Sango annuì, sorpresa dalla naturalezza del ragazzo.

<< Aspetta! >> lo bloccò arrossendo ancora di più << prima posso darti il mio? >>

<< Mi hai preso un regalo? >> chiese lui sorpreso.

<< Cos’è tutta questa sorpresa? >> domandò lei imbronciata << Ovvio che te l’ho fatto. Li ho fatti io >>

Gli porse una scatola rossa, contenente dei cioccolatini a forma di cuore.

<< Oh Sango. Ti sei ricordata che adoro la tua cucina >> esclamò osservando la scatola commosso. Sango divenne un pomodoro.

<< Bene, ora è il mio turno >> disse sorridendo, porgendogli la scatola. Fu in quel momento che Sango sentì un debole miagolio.

<< Ma cosa…? Oddio, è un amore! >>

Appena sciolse il nastro, una piccola nekomata le saltò in braccio. Era panna con striature nere sulle zampe e sulle due code, e aveva un grosso fiocco rosso sul collo.

Sango la coccolò emozionata.

<< Miroku, è bellissima! Ti adoro… ma che dico, ti amo! Da morire >> disse allegra stringendo la piccola nekomata. Il ragazzo sorrise compiaciuto.

<< Allora, come la chiami? >> chiese curioso. La ragazza ci pensò su.

<< Kirara>> decise infine, sorridendo. Miroku le porse il braccio per accompagnarla a casa, ma Sango gli fece notare che aveva le braccia occupate.

<< Non è un problema >> rispose il ragazzo passandole un braccio sulle spalle. Sango si accoccolò sul suo petto. Era talmente felice! Di slancio, lo baciò, lasciandolo di stucco.

<< S… Sango… stai bene? >> chiese lui preoccupato dalla reazione della ragazza.

Lei sorrise.

<< No, affatto. Sono troppo felice >> rispose stringendosi a lui. Miroku sorrise abbracciandola.

<< Devo tornare a casa ora. Ci vediamo alla festa >> disse. Sango rimase un po’ delusa. Voleva stare un po’ da sola con lui.

<< Va bene >> disse, prima di baciarlo di nuovo << ti aspetto >>

Corse in direzione di casa, e appena arrivata prese il telefono, compose il numero di Kagome e rimase in attesa. Occupato. Sango attaccò pensierosa, mentre carezzava Kirara. Per fortuna non c’era nessuno dentro casa, o ci sarebbe stato un bel litigio su chi potesse coccolare per primo la nekomata.

La ragazza riprese la cornetta, e compose il numero di Kikyo. Occupato. Sbuffando riappese, ma questo non poté intaccare il suo ottimo umore.

Le due linee erano occupate per due motivi molto semplici. Le due cugine stavano parlando tra loro.

<< Allora, quindi lo tiro da parte e gli metto il rosario >> riassunse Kagome, ancora titubante.

<< Si, esatto. Cerca di non farti vedere da Sango, si arrabbierebbe >> gli ricordò Kikyo << ma comunque fammi un cenno quando ti serve una mano per portare via eventuali scocciatori >>

<< Sì >> rispose l’altra dopo un po’ << e poi gli dico “stupido” >>

Le lunghe pause di Kagome fecero riflettere Kikyo. Qualcosa non andava.

<< Kagome, sicura di volerlo fare? Se hai paura lasciamo perdere >> propose quindi. Non voleva che la cugina attuasse la vendetta se non se la sentiva. Anche perché era lei quella che si stava esponendo di più.

Kagome rispose rapidamente di non preoccuparsi, con voce allegra. Riattaccò con la scusa di dover studiare.

Ma non riuscì affatto a concentrarsi sullo studio. Si sentiva una morsa sullo stomaco. Aveva mentito a Kikyo. Non sapeva se mettere o meno il rosario a Inuyasha. Ultimamente era così cambiato, era così diverso. Però, lo era solo perché lei aveva fatto la smorfiosa. Se non lo avesse fatto, lui sarebbe rimasto quello di sempre.

Continuò a tormentarsi fino all’ora di cena, mentre si preparava per la festa e mentre ci andava insieme a Sango. Ascoltò distrattamente l’amica mentre raccontava del regalo di Miroku e di quanto era stato dolce, carino, gentile, e molti altri aggettivi che non colse.

<< Ehi, Kagome, tu cosa regali a Inuyasha? >> domandò poi Sango, per la seconda volta in quella giornata. Kagome strinse impercettibilmente la borsetta contenente il rosario.

<< Nulla >> rispose con tranquillità.

<< Nulla? >> ripeté Sango perplessa << Come nulla? >>

<< Esatto. Tanto so che lui non mi regalerà nulla, e non voglio metterlo in difficoltà. E poi non siamo ancora così legati da poterci regalare qualcosa >> spiegò la ragazza. Sango decise di lasciar perdere la discussione, cominciando ad elencare i disastri che Kirara aveva fatto in casa solo il primo giorno: squarciato cuscini, rotto vasi, morso e graffiato tavoli, e così via in una lunga lista.

Kagome rimase a pensare a quello che aveva detto. Davvero non erano così legati? Sango non sapeva delle notti di luna nuova, di come l’aveva abbracciata, del distributore…

La ragazza avvampò, e l’abito giallo pastello fece risaltare il rosso del suo viso. Questo causò non poche domande da parte di Sango. Kagome fece un sospiro di sollievo quando arrivarono alla festa, perché la ragazza si dedicò totalmente a Miroku. Kagome sperava che Miroku non facesse il cascamorto con qualcuna, o le sarebbe toccato consolare Sango.

Il locale era tremendamente affollato, e la ragazza cominciò a cercare Inuyasha con lo sguardo. Inutile dire che fu lui a trovare lei.

<< Ho sentito il tuo odore >> disse una voce alle sue spalle. Kagome non fece in tempo a voltarsi che Koga saltò tra lei e l’hanyou, prendendogli le mani. O almeno pensava che fossero le mani di Kagome. Perché Ayame, prontamente, si era infilata tra lui e lei, e appena sentì la stretta di Koga lo prese per i polsi, per nulla intenzionata a lasciarlo andare.

<< Sempai, vieni a prendere il mio cioccolato? L’ho preparato apposta per te! >> esordì la ragazza portandoselo via, verso una statua di cioccolato con un grosso biglietto su cui era scritto “Per Koga♥”.

Kagome osservò la scena sconvolta, prima di voltarsi verso Inuyasha, altrettanto sconvolto.

<< Ehm… ciao >> lo salutò, arrossendo leggermente. Perché arrossiva? Stava per compiere l’atto più crudele e infame della sua vita e arrossiva?

Inuyasha fece per rispondere, quando Koga saltò nuovamente davanti a Kagome con una scatola di cioccolatini.

<< Oh Kagome, questi sono per te >> esordì con gli occhi luccicanti, mentre Kagome sospirava rassegnata. Inuyasha si mise in mezzo, squadrando Koga. Subito la folla attorno si dileguò allontanandosi il più possibile.

<< Che cosa vuoi, cucciolo pulcioso? >> ringhiò Koga minaccioso e infastidito.

<< Cosa vuoi tu? E’ un tuo hobby saltare in mezzo a due persone che parlano? >> rispose l’altro con un tono talmente scuro da spaventare perfino Kagome. Ma la ragazza si riprese subito, e si infilò tra i due spostando Inuyasha, che, incredibilmente, si fece spostare.

<< Non litigate anche oggi! >> li sgridò rassegnata, prima di rivolgersi a Koga << Koga, senti, grazie per il regalo, ma è meglio se lo regali ad Ayame no? Io non ho del cioccolato per te, e sarebbe carino se tu la ricambiassi >>

<< Allora lo rifiuti? >> disse lui con una faccia da lupo bastonato, che fece pena anche a Kagome. Ma la pena svanì subito non appena Koga si concentrò su Inuyasha.

<< Se non ti fossi messo in mezzo l’avrebbe preso >> ringhiò adirato, quando Ayame, con molta tranquillità, gli sfilò il cioccolato di mano.

<< E’ per me? >> disse allegra correndo via << Grazie sempai! >>

Koga, dapprima immobile, cominciò a rincorrerla per tutto il locale, urlando che era per Kagome. Ma la ragazza lupo lo mangiò fino all’ultimo cioccolatino, ignorandolo.

Inuyasha, sempre più sconvolto dall’andamento della serata, si voltò verso Kagome, che nel frattempo era sparita.

<< Ragazze, ma cosa volete? >> si lamentò Kagome con Ayumi, Eri e Yuka.

<< Kagome, non ti lamentare così! Non pensi che dovresti dargli una possibilità? >>

<< Ma a chi? >> domandò esasperata, prima di venir spinta dalle tre nella folla, perdendole di vista. Si voltò, e si accorse di essere finita davanti ad Hojo. Il ragazzo sembrava sorpreso quanto lei.

<< Higurashi, ci sei anche tu! >> esclamò allegro e sorridente. Kagome cercò di concentrarsi su lui e sulla ricerca di Inuyasha contemporaneamente.

<< Sono contento che tu sia venuta… >> cominciò il ragazzo arrossendo. Ma dove si è cacciato Inuyasha? pensò lei, osservando la folla.

<< …perché vedi, io ho pensate che sarebbe stato carino… >> continuò Hojo, sempre più rosso, abbassando lo sguardo. Kagome si sentì tirare per il polso.

<<… regalarti del cioccolato >> terminò porgendogli una scatola di cioccolatini. Si accorse di avere davanti Eri, che lo guardava rassegnata.

<< Kagome se né andata >> disse sospirando. Almeno poteva tenerla d’occhio mentre ci parlava!

<< Inuyasha, non mi tirare! >> si lamentò Kagome, sedendosi su un piccolo divano. Inuyasha si sedette accanto a lei con fare offeso. La ragazza si accorse che stavano in una zona appartata del locale, male illuminata. Kikyo le lanciò un’occhiata da lontano, e si mise a fare la guardia con fare disinteressato. Era il momento. Kagome si sentì morire, e si voltò a guardare Inuyasha. Era decisamente offeso.

<< Che hai? >> chiese lei per rompere il silenzio. Non voleva pensare a quello che stava per fare.

<< E me lo chiedi? Se non mi fossi messo in mezzo avresti accettato il regalo di Koga >> ringhiò lui, ma mantenendo basso il tono di voce.

<< Se non lo avessi fatto avreste litigato >> si giustificò la ragazza << e poi che ti importa? Ormai ce l’ha Ayame >>

Lui sbuffò infastidito. Ci mancava solo questa!

Kagome decise di utilizzare il metodo dei sensi di colpa.

<< D'altronde, tu non mi hai fatto nessun regalo, quindi con che diritto ti arrabbi? >> disse con fare offeso. Fu molto più tagliente del dovuto. Inuyasha deglutì, ma riprese subito il controllo.

<< Nemmeno tu >> rispose, sicuro di aver centrato. Il sorrisino di Kagome gli fece capire che si sbagliava. Allora, abbassando le orecchie, distolse lo sguardo.

<< E va bene, scusa! >> disse in imbarazzo << Il fatto è che non sono bravo a fare i regali >>

<< Non fa nulla, non avrei dovuto rinfacciartelo. Non sono arrabbiata, davvero >>. Inuyasha non era molto convinto. Kagome infilò la mano nella borsetta, alzando gli occhi al cielo.

<< Su, chiudi gli occhi >> ordinò, ma il ragazzo la guardò perplesso.

<< Perché? >> chiese tra il curioso e l'infastidito.

<< E dai! >>

<< Dimmi il perchè! >>

<< E va bene >> disse lei alzandosi << vado a prendere il cioccolato di Koga >>

<< Tanto l'ha mangiato Ayame >> commentò lui con tranquillità. Kagome rimase un attimo in silenzio.

<< Allora vado a dare il regalo a Koga >> decise voltandosi, ma lui si irriggidì e le prese il polso.

<< Va bene >> ringhiò chiudendo gli occhi. In quel momento, Kagome capì che era arrivata alla scelta finale. E non aveva più tempo per scegliere.

Con un rapido gesto prese il rosario e glielo mise al collo senza pensarci. Quando lui aprì gli occhi, osservò il rosario perplesso.

<< Che cos'è? >> chiese confuso. Kagome fece per rispondergli, ma richiuse la bocca. "Stupido", doveva solo dirgli stupido. Quella parola rimaneva nella sua mente, opprimente e pesante. Gli veniva voglia di urlare, di dire una qualunque altra cosa, ma la prima parola che avrebbe detto avrebbe distrutto tutto quello che c'era tra loro due.

Si alzò improvvisamente, e corse via, lasciandolo di sasso. Sgomitò fra la folla fino all'uscita, e corse verso casa senza pensarci. Non dovevano parlarsi finché Inuyasha non si fosse tolto il rosario.

Il ragazzo cercò di seguirla, ma la perse tra la folla. Lì il suo profumo era confuso, e non si accorse che era uscita dal locale. Quando se ne accorse, capì che era già lontana. Avrebbe potuto seguirla, ma in quel momento si sentiva troppo confuso per farlo. Che cosa le era preso così, d'improvviso?

  
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