Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: haev    11/09/2013    7 recensioni
Appoggiò il braccio sul tavolo e m’indicò un segno più bianco rispetto alla sua carnagione candida, si trovava all’altezza del gomito e non era tatuato, anzi sembrava che i fiori dipinti sulla sua pelle, gli facessero da cornice.
Indicò con un dito quella riga bianca e sussurrò: «L’ho fatto perché abbiamo stretto un patto. – E mi fissò negli occhi, – O non ricordi chi ero undici anni fa?»
[...]
«Perché?» domandò.
«Sono strano, e diverso.»
«Non è una spiegazione sensata, Louis. – Rispose,– Ognuno è diverso a modo proprio.»
«Per lui è un motivo molto accattivante, me ne sto sempre per conto mio.» sputai fuori.
«Non hai amici?» chiese con un leggero tremito della voce.
Scossi il capo: «No.»
[...]
«Mi serve.» biascicò Seline.
«Da quanto non lo fai?» domandò il ragazzo scrutandola, i suoi occhi azzurri brillarono in controluce con il fuoco.
«Due mesi e cinque giorni.» ringhiò dopo aver fatto un breve calcolo.
«I soldi?» chiese prudente.
«Coglione, mi tasti il culo e non li trovi?» sorrise la ragazza.
Mentre la mano del riccio si riempiva di cento dollari, quella di Seline si riempiva con una bustina.
Genere: Mistero, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
‘And I walked this line,
a million and one fucking times,
but not this time
I don't feel any shame,
I won’t apologize.’

-Jesus of Suburbia; Green Day


 

 

5

Non si era mai sentita così giù di morale da quando era arrivata a Santa Barbara. Ben presto Seline aveva capito che i cittadini di quella stupida città non si ricordavano di lei, e se pronunciava il suo nome, solo un vago ricordo riempiva i loro occhi ciechi. Ovviamente non era passata inosservata nell’ultimo anno, una ragazzina con una chioma verde, un piercing e svariati tatuaggi non erano cose da poco, soprattutto se confermava che veniva dalla periferia della città, ma il suo rispetto fu nei cuori di tutti i cittadini che dopo svariati mesi, v’avevano fatto l’abitudine a quello scricciolo di ragazza.
Dunque Seline aveva preso sempre meno in considerazione gli abitanti di Santa Barbara, facendoli ben presto passare infondo alle sue necessità, luogo dove non avevano nessuna considerazione e quindi non contavano nulla per lei, o per il suo cuore.
Quindi, il suo morale era sempre stato positivo, anche se esprimeva al mondo la solita faccia inespressiva.
Però, da quando quel ragazzino era rientrato nella sua vita, il suo morale era calato molto, avendo degli alti e bassi.
Alcune volte Louis le dava altamente sui nervi, costringendola a mantenere i nervi saldi per non sbatterlo al muro e urlargli in faccia di vivere un po’ di più.
Quella sera, il suo umore era molto basso.
Odiava immaginarsi Louis preso a calci da James, Seline conosceva James e sapeva com’era il tipo.
Alto. Biondo. Occhi azzurri.
Un bullo di prima categoria.
Ma soprattutto odiava vedere che Louis non reagiva ai suoi pugni od ordini, anzi, proseguiva con il suo ciclo e gli consegnava una ricerca fatta prontamente. Doveva insegnare a Louis a ribellarsi.
Era un po’ di giorni che ci pensava, ma in quel momento non era quello che la preoccupava e per cui stava male.
 
«Non hai amici?» chiese con un leggero tremito della voce.
«No.» e lo vide scuotere il capo con nei suoi occhi ghiaccio un leggera accusa.
 
Sbatté la porta di casa e si buttò sulle scale, sino ad arrivare al piano superiore, s’accomodò in un vano della finestra accendendo una sigaretta e scrutando la via desolata della città.
Doveva riflettere.
Louis non aveva amici. Da quanto non li aveva? La risposta le arrivò alle orecchie inattesa, senza esitazioni. Seline sapeva che aveva causato un grande trauma nella vita di Louis da quando ebbe ucciso quel bambino, undici anni prima, ma non si sarebbe mai immaginata che il castano non sarebbe riuscito a riprendere le redini della sua esistenza.
Si sentì addosso il peso di quello che aveva commesso anni prima e si maledisse per ciò, era una cosa a cui non rivolgeva mai il pensiero, ma quel ragazzo la costringeva a ritornarci.
‘Fanculo. Ringhiò a sé stessa.
La cosa che più non capiva era il perché stava così male da quando aveva scoperto che Louis non aveva più amici, la lasciava stupefatta e vuota.
Il senso di colpa le invase il cuore, costringendola ad aspirare più voracemente dalla sigaretta.
Doveva far qualcosa, ma non sapeva cosa.
La soluzione arrivò dopo quarantadue minuti e tre sigarette fumate di fila.
Dimenticare.
Era più un aggrapparsi agli specchi della sua esistenza, ma sapeva che per quella notte poteva accantonare il suo cervello.
Accese lo stereo a palla su un canale in cui trasmettevano musica degli anni ’80, l’aveva trovato mentre ridipingeva casa. Solo quando fu nella doccia con l’acqua fredda che carezzava il suo corpo si rese conto che erano quasi le dieci di sera e l’avrebbero potuta denunciare per disturbo pubblico, scosse le spalle.
Un giorno di galera non l’avrebbe certo segnata.
Uscì e si vestì con un paio di Jeans neri strappati, una canottiera bianca troppo grande per il suo corpo mingherlino che metteva in evidenza i suoi seni piccoli, ai piedi i soliti anfibi neri e senza preoccuparsi del freddo, sgattaiolò fuori da casa.
Il tragitto se lo ricordava alla perfezione.
«E ora sempre dritto.» disse tra sé e sé facendo un sorriso sarcastico.
Erano circa un paio di mesi che non c’andava, molto probabilmente gli altri l’avranno data per morta, visto che di solito era sempre puntuale.
Il fatto era ch’aveva promesso a se stessa di non andarci finché non avesse scoperto qualcosa in più su Louis, ma ciò che aveva trovato aveva condannato il suo morale a tornare là.
Vide un leggero fuoco in lontananza e Seline non poté non ruotare le labbra in un sorriso sollevato.
I ragazzi erano seduti in cerchio, ridendo e scolandosi qualche birra.
Riconobbe l’inconfondibile chioma arancione di Heidi, soprannominata ‘Hei’, e il suo dilatatore gigante sul lobo destro, da lontano poté scorgere il cappotto in pelle marrone accompagnato da un paio di legging neri e delle converse, indumenti che cambiava di rado. Seline aveva supposto molto spesso che la ragazza avesse una tripla copia di quei vestiti.
Il suo occhio si posò sulla chioma riccia di Mike, voltato di spalle, le quali erano coperte con una camicia a quadri da boscaiolo.
Infine ricordò Debhora, Sharon, Gianni e Billie.
Sorpassò le sterpaglie in consueto silenzio, non voleva che gli altri s’accorgessero del suo arrivo prima che lei l’avrebbe annunciato.
Si fermò dietro un albero e osservò il gruppo di ragazzi ridere e scherzare, Seline notò che le maniche delle magliette della maggior parte di loro erano risvoltate all’indietro. Imprecò da sé sperando che ne avessero avanzata un po’.
Sbucò dall’albero e s’avvicinò lentamente, gustandosi lo sguardo stupefatto di Heidi mentre la rivedeva dopo molto tempo.
«’Sera.» disse secca, accomodandosi su un pezzo di coperta posta sull’erba umida.
«Porca puttana! – Urlò Mike al suo fianco, – Eline!»
«Seline.» corresse quest’ultima, non apprezzando il soprannome di merda che il riccio le aveva attribuito.
«Pensavamo fossi morta.» sussurrò Heidi sorridendole di cuore.
Seline ricambiò senza espressione e mormorò: «Ho avuto un po’ da fare.»
«Avevamo più roba per noi, così.» disse sarcastico Gianni.
Gianni. Seline sperava che fosse stato lui a morire, non le era mai andato a genio quel ragazzo.
Possedeva un sarcasmo che le faceva alzare i nervi a fior di pelle, e poi era stronzo, fottutamente stronzo e bastardo.
«Seline è sempre la benvenuta.» commentò Sharon, ‘la dolce’ così l’aveva soprannominata la ragazza dai capelli verdi.
«E si può sapere cos’hai fatto?» chiese Billie poggiando i gomiti sulle ginocchia e spostandosi verso la ragazza. ‘Sergente Watson’, Billie, capelli corti quasi rasati, occhi verde chiaro e viso ovale, non si faceva mai i cazzi suoi.
Seline molte volte era riuscita a deviare i suoi discorsi, altre era stata costretta a tirargli un calcio nelle palle per farlo zittire, dopo un po’ il ‘sergente Watson’ aveva compreso che Seline era una ragazza riservata, ed era bene lasciarla da sola.
«Avrà scopato come una puttana.» sghignazzò Gianni.
Nessuno rise alla sua squallida battuta.
«Se anche fosse, Gian? – Disse secca Seline, – A te nessuna te la darebbe, mentre la mia vagina piace molto, a quanto pare.»
Gli occhi neri di Gianni si ridussero a due fessure, s’alzò di colpo e afferrò un qualcosa caduto a terra, poi scomparve nel nero degli alberi.
«Birra?» domandò Debhora, ‘aggiustatrice’ Seline l’aveva soprannominata in quel modo perché era sempre la prima a profilare parola finita una discussione.
Seline afferrò una bottiglia e iniziò a trangugiare l’alcolico, la birra era una delle sue bevande preferite. Semplice, amara e calda. Dava soluzioni che nemmeno il Jack Daniels più forte avrebbe saputo dare. Mise un post-it nel suo cervello, ripromettendosi di comprare un paio di birre quando avrebbe fatto la spesa per la settimana.
«Come te la passi, Sel?» domandò il ‘sergente Watson’.
Seline arricciò il naso a sentire quell’appellativo, non potevano semplicemente chiamarla Seline? Diamine.
«Non male. Tu, Billie?» chiese poggiando la bottiglia vuota a terra.
«Ho trovato un lavoro, cara mia.» sorrise orgoglioso.
Seline alzò un sopraciglio, fino a due mesi fa, Billie illudeva al fatto che si sarebbe fatto mantenere da suo padre per i prossimi…quarant’anni.
Alzò una mano e batté un fragoroso cinque sulla mano del ragazzo, complimentandosi senza sentimento.
Heidi la scrutava da testa a piedi, cogliendo il minimo dettaglio che non andasse nella ragazza davanti a lei.
Seline se ne accorse subito, ma la lasciò fare, consapevole che ‘l’arancia’ non avrebbe trovato alcuna risposta, sapeva tenere per lei i suoi segreti.
Billie le porse un drum rollato con cura, lo accese con l’accendino di Mike e iniziò ad aspirare il fumo.
«Non ti senti con nessuno?» domandò Mike portando inesorabilmente la mano sul fondoschiena di Seline, la ragazza ebbe un leggero brivido a sentire la mano calda del ragazzo sulla sua pelle fredda.
«No.» rispose circoncisa.
«T’andrebbe una scopatina?» mormorò iniziandole a baciare il collo.
Seline rimase impassibile, Mike le era mancato sotto tutti i punti di vista. Sia come amico sia come amante. Il sesso con il riccio era eccitante e soddisfacente, molte volte in quei due mesi era stata tentata di chiamarlo e farlo venire alla sua casa per una botta e via, ma aveva stretto i denti e proseguito il suo percorso.
Ma, ora che la bocca calda e seducente di Mike scorreva sul suo collo, e la sua mano massaggiava il suo gluteo, Seline si sentiva vulnerabile.
Aveva pur diciannove anni, si necessitava di scopare a quell’età.
Seline, però, odiava essere vulnerabile.
Si spostò di lato e sussurrò: «Non è te che cerco, stasera, Mike.»
Il riccio si staccò subito e vide sul suo viso un’espressione desolata.
«Mi serve.» biascicò Seline.
«Da quanto non lo fai?» domandò il ragazzo scrutandola, i suoi occhi azzurri brillarono in controluce con il fuoco.
«Due mesi e cinque giorni.» ringhiò dopo aver fatto un breve calcolo.
«I soldi?» chiese prudente.
«Coglione, mi tasti il culo e non li trovi?» sorrise la ragazza.
Mentre la mano del riccio si riempiva di cento dollari, quella di Seline si riempiva con una bustina.
 
Fece la strada di casa correndo quasi, inciampò un paio di volte nella strada.
Il drum le faceva sempre quell’effetto, per la mente di Seline la sigaretta rollata a mano era più forte di uno spinello.
Quando vide la casa gialla in lontananza, le parve di scorgere il paradiso in cui non credeva.
Entrò con il cuore che le batteva all’impazzata, le mani le tremavano leggermente.
Due mesi e cinque giorni.
S’asteneva da tutto quel lasso di tempo. Era necessario ricaderci?
Sì, lo era.
Seline odiava provare qualsiasi sentimento nei confronti degli altri. Da quando era scappata dal riformatorio aveva promesso a se stessa di non affezionarsi a nessuno, l’avrebbe condannata.
Era una promessa che voleva mantenere, una delle tante.
Quella mattina però, aveva mostrato il simbolo a Louis.
Louis.
L’immagine dei suoi occhi ghiaccio le persuase la mente, non li ricordava così belli.
Doveva aiutare quel ragazzo, e per aiutarlo doveva farlo senza sentimento. Sarebbe stata la sua migliore amica, se necessario.
L’amore di Louis avrebbe funzionato anche per lei, sapeva che il ragazzo quando amava lo faceva per davvero.
Seline non aveva mai sniffato prima, l’aveva sempre trovata una cosa complicata.
Aprì la bustina che le aveva dato Mike e ne versò il contenuto sul tavolo lustro da cucina.
Ottanta grammi di pura cocaina.
Sghignazzò all’idea che ci stava rientrando.
Prese un foglietto e l’allineò in tre righe perfette, facevano quasi paura con il riflesso della luna. Il bianco era accecante.
Rollò lo stesso foglietto che aveva usato per allinearla e lo strinse tra l’indice e il pollice.
Guardò il foglietto e la droga, un paio di volte.
Dimenticare.
Si chinò e fissò la cocaina, portò il foglio al naso e poi serrò gli occhi.
Sospirò compiaciuta e scoccò la lingua sul palato.
La testa le iniziò a ruotare vorticosamente intorno.
Proruppe in una risata di scherno pensando che avesse funzionato, e s’avvicinò al lavandino dove bevve un bicchiere d’acqua.
Il lampadario era sul pavimento, e le sedie sul soffitto.
Seline scosse la testa.
Ora anche il tavolo era sul soffitto.
Si mosse a tentoni sino alla sala, dove si buttò sul divano, un sorriso sornione veleggiava sul suo viso mentre gli occhi, dilatati in quel nero notturno, fissavano inespressivi davanti a lei.
Fissò per dieci minuti il quadro appeso alla parete girare sempre più velocemente, in un circolo.
Seline ammirava quel pezzo di carta, e sorrideva.
E intanto, dimenticava.



Angolo autore. 

Buongiorno, buon pomeriggio o buonasera!

Vi devo chiedere scusa per due cose: la prima è il ritardo. Sono partita per sei giorni al mare e non ho potuto aggiornare, già aggiorno ogni morte di papa, figuriamoci questa volta.
Mi scuso enormemente, davvero.
Però, mi avete regalato delle bellissime recensioni, quindi, continuerò questa storia, sì sì, solo che dovete avere un po' di pazienza.
La seconda cosa per cui devo scusarmi è come ho impostato la pagina: il fatto è che mi sono letteralmente scordata come si metteva al centro e quindi ho dovuto metterlo così, per di più, efp ha cambiato il suo modo del codice html, quindi peggio ancora.
Spero che quest'impostazione vi piaccia comunque. c:

Ora, passiamo al capitolo!
Punto di vista di Seline! V'avviso che ci saranno altri capitoli con il suo pov's, ma non molto, infondo, il protagonista principale è Louis.
Allora, qui, scopriamo qualcosina in più sulla ragazza misteriosa.
Come ha fatto arrivare a Santa Barbara, il suo carattere.
Ciò che le causa Louis, ahw, quante robbe.
E poi, la sua compagnia! Che ve ne pare? Heidi? Mike? E Billie, Gianni, Debhora e Sharon? 
Seline alla fine si droga, lo rifarà per voi? 

Fatevi sentire, bellissime. c:

A presto,

Giada.
 
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: haev