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Autore: Gyll    23/09/2013    9 recensioni
"Ti stavo cercando." Disse Sebastian senza alzare gli occhi dal bicchiere.
"E io ti stavo evitando, figlio di Valentine, come anche tutti quelli della tua specie." Disse il demone accendendosi una sigaretta. Lanciò un'occhiata al Nascosto, che subito distolse lo sguardo e tornò ad asciugare i bicchieri.
"Ed è cambiato qualcosa ora?"
Cam incurvò leggermente in su un angolo della bocca prima di fare un tiro. "Forse."
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Cameron Briel, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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 "Spiegami un'altra volta perché stiamo trattando con lui. Continua a sfuggirmi il motivo." Disse Jace sistemandosi Nakir nella cintura. Come se Nakir servisse a qualcosa contro un angelo caduto. 
 Uccidere angeli caduti non era come uccidere demoni. Solo armi forgiate dal cielo o dagli inferi potevano uccidere la loro razza, e tali segreti erano stati custoditi gelosamente e non erano stati tramandati agli Shadowhunters. Forse Raziel aveva paura che un giorno i Cacciatori si potessero ribellare al cielo, oltre che agli inferi.
 "Perchè ci insegna a fare gli angeli nella sabbia." Sbuffò Sebastian. "E adesso cammina." 
 Si fermarono davanti a degli imponenti cancelli in ferro battuto arrugginito con una spada e una croce ricoperti di muschio in cima e una telecamera che non poteva vederli a lato. All'interno del perimetro Sebastian vide edifici da caserma sul punto di crollare; non proprio come si immaginava un rifugio di angeli caduti. Jace tirò fuori lo Stilo e cominciò a tracciare una runa di apertura sulla serratura.
 "Non so tu, ma io mi aspettavo qualcosa di un po' più... integro." Disse Jace grattando via la ruggine dalla punta dello Stilo. La runa si dissolse, ma non successe nulla. Jace guardò la serratura come se gli avesse appena sputato in faccia. Sebastian fece per parlare, ma Jace alzò una mano per fermarlo. "Io so fare le rune di apertura! Funzionano sempre!" Tracciò un'altra runa e questa di nuovo si dissolse, lasciando il cancello chiuso.
 "Non sei tu il problema." Disse Sebastian togliendosi la giacca e lanciandola abbastanza in alto da farla passare dall'altra parte del cancello. "Ora sappiamo che siamo nel posto giusto." Afferrò una delle sbarre e mise il piede sulla serratura per vedere se avrebbe retto il peso. Era incredibilmente solida per quanto arrugginita. Dalla serratura con un salto riuscì a mettere l'altro piede in cima al muro evitando il filo spinato.
 "Non sapevo che fossi così bravo a fare le spaccate. Hai fatto danza classica?" Disse Jace ghignando prima di venire incenerito con lo sguardo da Sebastian.
 "Chiudi quella fottuta bocca e dammi una spinta."
 Jace intrecciò le dita e, quando Sebastian mise il piede sulle sue mani, diede lo slancio per far salire Sebastian sul muro. Sebastian dovette salire sul bordo del cancello in mezzo alle punte ferrate per evitare il filo spinato. Atterrò rotolando agilmente dopo il salto di tre metri e si girò verso Jace, che con un salto solo era arrivato in cima. "Spaccone." Disse rialzandosi e infilandosi la giacca.
 Camminarono lungo il perimetro del muro, evitando gli edifici come gli era stato detto da Cam. Lentamente lo spiazzo erboso lasciò posto al cimitero. La differenza di paesaggio era minima; l'erba era sempre alta e il terreno melmoso, ma cominciarono a punteggiare il prato lapidi più o meno imponenti.
 "Sicuro che non ci siano zombie da queste parti?" Commentò Jace guardando il vasto cimitero assumere una forma a conca. Al centro svettava un mausoleo che avrebbe dato i brividi perfino ad un Incubo. Mentre camminavano un' ombra solida sfrecciò sopra le loro teste, lasciando una scia di aria ghiacciata e che puzzava di muffa, diretta verso il mausoleo. 
 "No, stanno in Louisiana. Andiamo."
 Mentre raggiungevano il mausoleo, inciampando sulle lapidi e finendo nelle sabbie mobili, incontrarono altre ombre solide. Alcune si dirigevano verso il centro del cimitero, altre volteggiavano tranquille. Non avevano una presenza demoniaca, ma il buon senso diceva a Sebastian di tenere giù le mani dalla macchia nera che galleggiava davanti a lui.
 "Siete più rumorosi di due mucche con i campanacci al collo." Disse Cam comparso all'improvviso seduto sulla lapide a forma di croce. O forse semplicemente era sempre stato lì, perfettamente mimetizzato nel contesto. Due ombre solide volteggiavano sopra la sua testa emettendo un ronzio. 
 Jace continuava a fissare Cam scettico. "Sicuro di essere un angelo? Mi aspettavo un po' più... più."
 L'angolo della bocca di Cam guizzò all'insù in un mezzo sorriso sornione. Delle mani affiorarono dal terreno afferrarono Jace per le caviglie, e prima che questo potesse gridare "ZOMBIE" e invocare Nakir, le mani lo rovesciarono a terra e si dissolsero in fumo nero. L'unico rumore era il ronzio delle ombre solide. 
 "Perchè un angelo caduto decide di smettere di snobbare noi Shadowhunters dopo secoli di asocialità?" Chiese Jace rialzandosi da terra.
 "Interessi comuni, Riccioli d'oro." Disse Cam saltando giù dalla lapide. "Sono un Demone della Cerchia. E' così difficile da credere che detesti con tutto me stesso i Cacciatori in tutina nera di Raziel?" 
 "Tu sei un angelo caduto, dalla parte dei demoni." Disse Jace indicandolo con la punta di Nakir.
 Cam alzò il mento fissando Jace pensieroso, indeciso se incenerirlo subito o più tardi pensò Sebastian. "Già. Vedo che ti piace proprio ricordarmelo con il tuo giocattolino, ma adesso dobbiamo andarcene da qui."
 "Le rune non funzionano per aprire portali qui."
 Cam lo guardò come un bambino senza speranze. "Certo che no. Sei in un punto cieco." Prima che Jace potesse aprire bocca alzò il palmo della mano e una delle due ombre solide vi si posò sopra. Era fumosa, ma al tempo stesso malleabile, tanto che Cam la allungò fino a farle assumere le dimensioni in una persona. No, di una porta. 
Girò una maniglia immaginaria e la porta/ombra si aprì, facendo uscire una ventata di aria ghiacciata che puzzava di muffa e grotte umide. Lui entrò nel buio, e a Jace e Sebastian non restò che seguirlo. 
 
 
   
 
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