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Autore: AlyeskaGnac    05/10/2013    6 recensioni
- Ricorda che S4 League non è una realtà virtuale, se perdi la vita nel gioco, la perdi anche fuori dal gioco. -
Sei davvero sicuro di voler rischiare tutto senza la certezza di poter tornare?
- Ricorda che su S4 League vige la regola MORTE TUA, VITA MIA, lascerai che i sentimenti prendano il sopravvento o la metterai in pratica? -
Davvero riuscirai a spegnere tutte le emozioni?...Riuscirai a vincere il gioco?
*Ook, la mia prima storia ad OC che bello ** dunque, sò che l'introduzione non è molto lunga, tuttavia queste frasi riassumono perfettamente il gioco in sè, quindi per ora terrò questa, detto ciò vi lascio alla storia ^^*
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era buio li.
Il rumore che producevano i piedi toccando il pavimento in vetro era l’unica certezza che potesse assicurarmi di non essere ferma nello stesso punto da mezz’ora. Non c’era vento, niente, nemmeno un soffio…era come se l’intera stanza fosse stata messa sottovuoto.
- Siamo quasi arrivati.
Disse uno dei due uomini che mi tenevano le mani strette lungo i polsi per impedirmi di scappare, come se potessi farlo, era praticamente buio pesto e tutta la zona era sicuramente  piena di telecamere, anche se fossi riuscita a scappare mi avrebbero rinfilato dentro senza troppi problemi.
Ero andata li di mia spontanea volontà, quindi perché avrei dovuto ripensarci così all’improvviso? Forse mi ero finalmente convinta che la mia vita dopotutto non era così inutile? Forse me la sarei data a gambe prima che i giochi cominciassero per poter tornare a casa a mani vuote? No. Ero li ed ero determinata a vincere, con o senza squadra sarei arrivata alla fine e vinto il tanto ambito premio.
Il cuore batteva sempre più forte mentre della luce cominciava a farsi viva attraverso l’oscurità, il respiro si fece vagamente più irregolare mentre ci avvicinavamo. Una leggera scossa di adrenalina mi attraversò tutta la schiena mentre le porte si aprivano, ed eccola proprio li davanti a me, la centrale del S4 League.
Un grosso edificio alto forse quaranta metri o anche più si ergeva proprio davanti a me, i muri bianchi brillavano al sole accecandomi gli occhi e facendomi indietreggiare, quando mi ricordai di essere ancora trattenuta dai due individui in tenuta nera come il tunnel da cui ero appena uscita.
Mi spintonarono verso l’interno della struttura mentre spalancavo gli occhi per l’immensità di quel luogo.
Da dove venivo io non c’era nulla di tutto questo, da dove provenivo la gente pativa la fame ed era considerata benestante se poteva anche solo permettersi un letto in ospedale, come mia sorella…peccato che non fosse affatto così e che i soldi cominciavano a non bastare più, l’unico modo per poterla guarire sarebbe stato quello di vincere l’agoniato premio.
Venni portata in una piccola sala d’aspetto, rispetto a tutte le altre era quella che meno risaltava agli occhi dei presenti; notai altri ragazzi più o meno della mia età, c’era anche qualche bambino, ma nessuno sembrava superare i 19/20 anni di età.
- Ti dovrai registrare, attendi qui finchè non verrai chiamata al bancone.
Stavo per chiedere loro in cosa consisteva la mia registrazione visto che il foglietto con tutte le risposte alle domande lo avevo consegnato in modo adeguato, dopotutto ero li, quindi ero iscritta no?
- Chandra Miller.
Una ragazza sui diciassette anni si alzò da una sedia un po’ più distante dalla mia e si diresse verso il bancone, cercai di spostarmi per capire meglio in cosa consistesse la registrazione finchè non notai accanto a me un’altra ragazza con due grossi occhi verde  salvia e capelli biondi un po’ scompigliati, la pelle era piuttosto scura e tremava come una foglia…nel vero senso della parola.
- Ehi…
Cercai di richiamare la sua attenzione ma sembrò non notarmi, dunque mi alzai dalla sedia allungandomi verso di lei, senza badare al giovane dai capelli verdi su cui mi ero beatamente sdraiata. Quest’ultimo mi guardò accigliato senza proferire parola, a dire la verità non mi ero minimamente accorta della sua “presenza” silenzioso com’era, sfiorai la maglietta della ragazza che si mise ad urlare d’istinto ed io volai letteralmente per terra.
Tutta l’attenzione ora era su di noi, ci guardavano con le teste leggermente inclinate di lato come se avessero appena visto qualcosa di ambiguo. Cercai di non farci troppo caso e mi ricomposi avvicinandomi alla ragazza che aveva appena urlato.
- Ehi, piacere io sono Ryden, Ryden Inuzuka.
Le offrii la mia mano in segno di amicizia e lei la strinse con riluttanza ma accettandola.
- …Sarah…Sarah Natsuko.
Sorrise leggermente, forse confortata da quel gesto, come se non lo ricevesse da molto tempo.
- Scusa se ti ho spaventata, volevo solamente chiederti se andava tutto bene visto che…tremavi.
Mi guardò con occhi sorpresi ma non disse nulla, abbassò il viso sul quale compariva qualche cicatrice e guardò in direzione del bancone, dove la giovane dai capelli viola pareva parlare con una signora in camice bianco a lei di fronte. Feci lo stesso istintivamente e vidi che la donna ora teneva stretta in mano una siringa vuota, sussultai appena la vidi inserire il grosso ago nella pelle morbida della più giovane, facendolo affondare come se stesse entrando nel burro.
- Quindi è in questo che consiste l’iscrizione?Ci preleveranno un po’ di sangue?
- Un po’? Dico ma l’hai vista quella siringa? È enorme ahahahah.
Mi girai per poter guardare il viso appartenente a quella voce; un’altra ragazza con lunghi capelli rosso ramato, ornati da qualche ciocca color grano e grossi occhi grigi che parevano leggerti fin nell’anima.
Alle parole di quest’ultima, la biondina accanto a me si strinse nelle spalle facendo comparire un sadico sorriso sulle labbra della rossa, era forse sadica?
- Andiamo non dire idiozie!
Ribattei leggermente infastidita da quel commento. Sorrise nuovamente allungando il braccio e porgendomi la mano.
- Tsk…Kate, Kate couper.
La strinsi con riluttanza e diffidenza.
- Ryden Inuzuka.
Osservai attentamente il visino delicato, la pelle chiara, pareva un angelo, eppure qualcosa in lei mi richiamava un piccolo diavolo.
Guardò la bionda accanto a me e alzò un po’ la voce per farsi sentire meglio.
- Se hai paura di una semplice siringa…pensa quando a trapassarti la pelle sarà una spada al posto di un piccolo e sottilissimo ago, ahahahahah!
La biondina si strinse ancora di più nelle spalle, avrei voluto dire qualcosa ma sentii la signora chiamare il mio nome  chiedendomi di raggiungere il bancone.
- Dammi il braccio.
Osservai il volto della donna, gli occhi erano coperti da un grosso paio di occhiali.
- A cosa serve?
Chiesi mentre inseriva l’ago all’interno del mio braccio facendomi indietreggiare leggermente.
- E per la trasformazione, vi verrà alterato il DNA per modificare le vostre capacità fisiche e mentali in modo da poter resistere di più all’interno delle aree adibite ai combattimenti, e offrirci un maggiore spettacolo visivo.
Disse l’ultima cosa sorridendo appena.
Noi eravamo questo per loro.
Eravamo solo dei burattini utilizzati per il loro piacere e divertimento, noi eravamo gli animali all’interno di quel Colosseo, non i gladiatori, noi eravamo le bestie legate ad una catena e costrette a ucciderci a vicenda, in un'altra vita forse avrei odiato quel gioco, in un'altra vita in cui Kim potesse correre e ridere forse avrei vomitato alla sola vista del suo programmatore, ma in questa vita era l’unica salvezza per ognuno di noi.
Tutte le persone presenti sono qui per motivi personali, tutti con la stessa determinazione, e adesso comincio seriamente a chiedermi se davvero avrò qualche piccola possibilità di vincere in mezzo a questi ragazzi che sembrano atleti preparati ad esso.
Mi allontanai e i tizi in tenuta nera erano già li ad aspettarmi, mi presero per i polsi costringendomi di nuovo a seguirli; i corridoi erano lunghi e larghi, il muro pareva cristallo per quanto era lucido, il pavimento brillava letteralmente, sembrava una visione impossibile e surreale, sembrava davvero difficile credere un posto del genere esistente visto cosa in realtà si trovava al di fuori, nel mondo reale.
- Questa sarà la tua camera per tutto il tempo in cui alloggerai qui.
Traduzione: Questa sarà la tua camera fino a che non verrai uccisa da qualche giocatore.
- Immagino ti abbiano spiegato che ognuno condivide una stanza con qualcuno, i giocatori sono in molto e le stanze non sono sufficienti, il tuo compagno è già arrivato e dovrebbe trovarsi nella sala allenamenti, ti consiglio di andarlo a cercare e farti mostrare la zona.
Aprii la porta azzurro mare per osservare l’interno di quella spaziosa “camera” che sembrava essere un appartamento, ci sarebbero tranquillamente state più di due persone!
 
***
Non era ancora il mio turno, ero li da circa mezz’ora ad aspettare che quella sottospecie di “infermiera” gridasse –Kate Couper- ma non l’aveva ancora fatto! Sbuffai spazientita e scocciata, odiavo attendere.
- Raffredda i bollenti spiriti nanetta.
Mi girai verso il mio compagno di stanza, odioso come poteva esserlo una vespa mentre prendi il sole tranquilla in spiaggia, e mi specchiai in quelle iridi violacee screziate di rosso.
- Chiudi il becco stupido idiota!
Risposi a mia volta irata. Quello stupido Damian Hart aveva la straordinaria capacità di farmi incazzare come nessuno ci riusciva, e il problema era che spesso mi ritrovavo senza riuscire a controbattere alle sue odiose e sprezzanti frecciatine.
- Se quella vecchiaccia non mi chiama immediatamente giuro che darò fuoco all’intero reparto!
Damian sorrise, probabilmente gli faceva piacere vedermi così in “difficoltà”.
- Su, ti stanno risparmiando l’ago più grosso ahahah.
Gli lanciai un occhiataccia facendolo zittire subito, ma mantenne sul viso il solito ghigno malefico.
- Mi chiedo cos’abbia sbagliato durante l’iscrizione per ritrovarmi un compagno di squadra del genere…
Sospirai rassegnata all’idea di dover condividere la stanza con quell’individuo dalle scarse doti d’intelligenza...visto che sembrava non tenere affatto alla sua vita, poiché continuando così sarebbe sicuramente morto per mano mia.
 
***
- Puoi andare.
Ritirai il braccio un po’ dolorante, in fin dei conti non aveva fatto così male come mi aspettavo.
Diedi un'altra occhiata alla donna in camice bianco, prima di andare a cercare il mio compagno di squadra;
l’enormità di quel edificio mi spaventava, era come se i corridoi t’inghiottissero viva.
- Masamune? Masa dove sei?
Urlai  per chiamarlo ma non ottenni nessuna risposta quindi proseguii verso le stanze, fino a che sentii la serratura di una porta scattare e vidi un volto familiare comparire sulla soglia.
- Uhm?Ehi ma tu sei Sarah!
La riconobbi subito, era la ragazza che avevo incontrato poco prima, ma notai nei suoi capelli castano scuro qualche ciocca blu notte, erano così belle, le incorniciavano gli occhi indaco screziati di azzurro.
Mi si avvicinò velocemente sorridendo e tentai di ricambiare a mia volta ma con scarsi successi, ero troppo spaventata da tutta quella situazione per poter sorridere.
- Ti prego mi dai una mano a trovare la sala allenamenti? Mi hanno detto che molto probabilmente il mio compagno si trova li ma non so come arrivarci…
Riflettei bene sulla frase, aiutarla a cercare il compagno significava andare in giro in compagnia, quindi non da soli, in conclusione affrontare tutti quei corridoi con qualcuno accanto sarebbe stato meno sconfortante e forse sarebbe anche riuscita a trovare Masamune.
- S-si certo.
- Ottimo allora andiamo!
Mi afferrò la mano correndo dritta davanti a sé quando fui costretta a fermarla facendola voltare verso di me,  fissandomi con un espressione assai confusa.
- Ecco…la sala allenamenti è dalla parte opposta.
Vidi la sua espressione cambiare radicalmente e passare dalla confusione all’imbarazzo.
- Eheheh…si scusa.
 
***
In pochi minuti raggiungemmo la sala allenamenti e potei ammirarla come il resto di tutta la struttura.
Era piuttosto grande, ma totalmente diversa da come se l’era immaginata; le pareti parevano fatte in alluminio, schermi e computer riempivano quello che sembrava essere l’atrio mentre altra gente vestita di bianco elaborava dati grazie ad essi, ed in fine, una cupola si ergeva in mezzo, occupando tutta la stanza.
Ryden guardò con aria interrogativa quella gigantesca palla.
- E’ li che si svolgono gli allenamenti e le simulazioni.
Spiegò Sarah.
- I programmatori posso modificare a loro piacimento la struttura dell’interno, gli allenatori ci prepareranno al meglio per darci la minima possibilità di passare al turno successivo.
Mi avvicinai di più per osservare un televisore affisso alla parete, due ragazzi stavano combattendo con armi che non avevo mai visto.
- Quando si è dentro se l’energia non si esaurisce del tutto si può ancora avere la speranza di tornare a casa, ma in genere è piuttosto raro…tuttavia fanno in modo che tutte le squadre passimo il primo turno, anche le perdenti, più dura lo spettacolo più incassano, di conseguenza cercano di farci durare a lungo…anche sé…
La interruppi, avevo sentito abbastanza, già ero insicura su me stessa, così non mi aiutava di certo.
- Sarah…ascolta…ce la farai ok? Abbiamo tutti le stesse possibilità in fondo, se le nostre abilità e caratteristiche cambiano all’interno della Metch Zone potremmo sfruttare al meglio queste ultime per sopravviere capisci?
Mi guardò titubante, poi abbassò lo sguardo come se avessi detto la cosa più idiota del mondo.
- Lo sai vero…che si gioca a squadre? Per quanto tu possa saperne potremmo anche divenire avversarie, e non so sé hai notato che non ho un carattere particolarmente forte, come potrei uccidere un essere umano?
- Ma allora perché sei qui? Se non sei sicura cosa ci fai qui con noi?
La vidi aprire la bocca per ribattere, ma poi si concentrò su qualcosa dietro di me e sorrise. Mi voltai in quella direzione notando un ragazzino dai capelli neri con un simpatico ciuffetto rosso .
- M-Masa-san!
Corse verso di lui alla velocità della luce, dunque era quello il suo compagno?
- Ehi Sarah! Ho appena terminato il mio allenamento, come al solito sono stato il numero uno!
- Bravissimo Masamune!
Era totalmente diversa da come appariva un minuto fa, sembrava si fosse tolta un peso dal cuore.
Masamune mi notò.
- E quella chi è?
- Si chiama Ryden e mi ha aiutata a trovarti!
In verità ero io a cercare il mio compagno di squadra, ma potremmo dire che andava bene anche così.
Stavo per raggiungerli quando una voce alle mie spalle mi fermò.
- E così…sei tu Ryden Inuzuka.
Incrociai uno sguardo ambrato, freddo e penetrante, due bellissimi occhi dorati mi scrutarono dalla testa in giù facendomi arrossire per quell’esame così attento. Un ghigno divertito si formò sul viso olivastro del giovane davanti a me.
- Piacere…io sono Ryuga Kishatu e sfortunatamente per te sono il tuo compagno di stanza.
Non mi mossi ancora concentrata su quelle sfere dannatamente attraenti. Aveva detto sfortunatamente?
- P-perché sfortunatamente?
Il ghigno sul suo viso diventò più ampio.
- Perché io sono il futuro vincitore di S4 League, sono l’imperatore drago!
Un brivido percorse la mia schiena, avevo sentito parlare di lui poco prima della mia iscrizione.
Nel paese da cui proveniva lui i giocatori si allenavano duramente prima di poter prendere parte alle sfide, Ryuga era stato riconosciuto imperatore per aver letteralmente ucciso più di 123 esseri umani durante le prove dei Death Metch, inutile dire che lo chiamavano drago per il semplice fatto che la sua armatura, in particolare quella che pareva essere una “corona”, ricordava molto le sembianze di un drago. Non aveva pietà per nessuno, sicuramente non mi sarei sentita molto sicura nel dormire in una stanza con un potenziale serial killer.
- Ecco io sono Ryden Inuzuka, molto piacere.
Cercai di apparire meno impaurita, ma i suoi occhi fissi nei miei ametista non aiutava minimamente.
- Pff…forza muoviti.
- A fare cosa?
- Per allenarti, e cos’altro sennò?
 
***
Non mi ero soffermato più di tanto ad osservarla, o meglio, non mi soffermai più di tanto sul corpo ,ma quegli occhi erano davvero rari da vedere. Impacciata cercò di leggere le istruzioni per l’allenamento, si vedeva che la mettevo in soggezione, evidentemente come tutti gli altri era a conoscenza della mia “fama”.
- S-scusa…non è che potresti spiegarmi brevemente le regole? So che il tempo disponibile per gli allenamenti non è molto perciò vorrei cominciare il prima possibile.
Indugiai un attimo sulla risposta, poi le feci cenno di seguirmi e la portai davanti al monitor principale della sala.
- All’Interno della zona la prima cosa che dovrai fare sarà scegliere il tuo abbigliamento, le tue future armi e il tuo istinto, dopo ciò  è una continua rincorsa…vince l’ultimo che resta “tutto intero”. In questa fase analizzeranno le nostre abilità per poterle sfruttare al meglio…e immagino che te lo sia già sentito ripetere parecchie volte da quando sei qui.
Annuì affermando ciò che avevo appena detto.
- Non ci sono regole, l’unica regola è vincere, se non vinci muori.
Tentennò leggermente, forse si aspettava qualcosa di più, ma del resto il vincitore finale era uno solo, uno che prevaleva anche tra tutti i suoi compagni di squadra, per questo lui era il più adatto per quel gioco, per questo lo avevano chiamato a partecipare, in genere le persone finiscono con l’affezionarsi l’un l’altro, ma a lui non sarebbe mai capitato, non provava pietà o rimorso…e non era l’unico tra i giocatori ad avere quel carattere così freddo e spietato, ce n’era un'altra, un avversario che sarebbe stato davvero temibile.
 
***
- Quindi se ho capito bene…io entro li e combatto…giusto?
Sembrava assorto nei suoi pensieri , infatti non appena lo chiamai sussultò leggermente.
- Si per il momento si, le regole sui vari metch verrano spiegate più avanti.
Si allontanò lasciandomi davanti all’entrata della cupola, decisi che la cosa migliore da fare sarebbe stata testare subito l’ambiente virtuale.
- Guarda chi si rivede! La ragazza dagli occhi viola!
Mi voltai verso Kate che era appena ricomparsa alle mie spalle, affiancata da un giovane dai capelli blu…no forse erano viola…blu/viola.
- kate…
Feci un mezzo sorriso, meno male che Sarah non era nei paraggi.
- Dunque dunque…hai già provato la sala degli allenamenti?
- Stavo giusto per farlo.
- Uhm, ho un idea.
Questa volta fu il ragazzo a parlare, un ghigno malizioso comparve sul suo viso, come se avesse avuto la più grande delle idee.
- Il grande Damian Hart ha avuto un idea!...Sentiamo l’ennesima cazzata.
Damian Hart, un altro nome noto come quello di Ryuga, anche lui aveva superato una serie di esami per prepararsi ai giochi, aveva un indole decisamente sadica, il compagno perfetto per Kate.
Damian roteò gli occhi contrariato e cercò d’ignorare la rossa.
- Perché non disputate un incontro nell’arena?
A quel punto lo stesso sorrisetto snervante con un che di malefico comparve anche sul viso di Kate, l’unica che invece sembrava totalmente contrariata, confusa e sconcertata ero io.
- M-ma io non ho ancora provato la sala, non ho la minima idea di come utilizzare tutta quella roba!
- L’esperienza sul campo è sempre la più utile no?
Indietreggiai portando le mani davanti al petto in segno di disapprovazione.
- Ho capito però…
- Non vorrai mica tirarti indietro spero…non ti facevo così codarda.
A quel punto divenne una questione d’orgoglio, e se c’era una sola cosa che io non ero capace di fare questa era mettere da parte l’orgoglio, e spesso mi ritrovavo nei guai a causa di ciò.
- D’accordo, accetto la sfida.
-Perfetto, partiamo subito allora.
 
***
- A quanto pare quelle due si sfideranno a duello…
- uhm?
I giovani si girarono verso le due ragazze.
- Ma quella è la tipa che mi si era buttata addosso poco prima della registrazione!
- kyoya che dici?!
Una ragazza dai capelli azzurri come il cielo gli saltò addosso facendogli perdere l’equilibrio.
- Chandra se non sbaglio era dopo di te.
Mosse i lunghi capelli viola, socchiudendo gli occhi per osservare meglio la scena.
- Si Chris è vero…la faccenda si fa interessante.
 
***
Di nuovo, gli uomini in tenuta nera mi condussero verso l’entrata della sala allenamenti, era bianca, lucida, con una piccola porta bianca anch’essa, sembrava di essere in un altro mondo.
- Una volta dentro scegli le tue armi e combatti, è tutto.
Se ne andarono lasciandomi davanti alla porta; allungai la mano verso la maniglia dorata per poterla aprire, quando mi sentii afferrare per le spalle.
- Ascoltami bene, velocità e astuzia sono fondamentali in questo tipo di scontro…
Fu così che li rividi, quegli affascinanti e magnetici occhi ambrati. Ryuga mi stava tenendo per le spalle scuotendomi appena per accertarsi che lo stessi ascoltando.
- Eh?
Non capii il senso del suo discorso.
- kate è una sadica, proprio come Damian e se l’intuito non m’inganna hanno anche lo stesso livello di forza, usa la velocità a tuo vantaggio, l’arena cambierà ogni venti minuti, non è semplice adattarsi ad ogni tipo di zona quindi cerca di terminare la sfida prima della fine dei primi venti minuti, nasconditi se puoi,qualunque cosa all’interno dell’arena è lecita, procurati un arma, quella che sai usare meglio, e combatti.
Lo guardai stranita, perché mi stava dando tutti quei consigli? Voleva forse aiutarmi?
Mi lasciò andare allontanandosi velocemente, sussurrai un grazie sapendo che da quella distanza non lo avrebbe comunque sentito, ma lo vidi inclinare leggermente il capo verso destra…che avesse davvero capito?
- Attenzione, Kate Couper E Ryden Inuzuka sono pregate di entrare nell’arena.
Era il momento di andare, questa sarebbe stata la mia prima sessione di allenamento/sfida all’interno dell’ S4 Legue.
 
***
- Tsk, la farò a pezzi.
Dissi poggiando la mano sulla maniglia.
- Vacci piano tigre, ti ricordo che è solo un allenamento.
Vidi con la coda dell’ occhio qualche ciuffo dei suoi bizzarri capelli azzurro/viola e sbuffai, sapevo che era solo un allenamento, ma volevo mostrare a quel dannato programmatore quanto valessi, gli avrei lasciati tutti a bocca aperta si!
- Ryden non ha la minima idea di come si combatta, sembra che abbia sempre vissuto nascosta dal mondo, tuttavia mi trasmette qualcosa…voglio sfidarla e vedere di cosa è realmente capace, chi lo sa? Magari ha del bel potenziale nascosto da qualche parte.
Conclusi la frase sorridendo, non vedevo l’ora di cominciare e sgranchirmi le gambe, al contrario di quella novellina avevo già avuto esperienze simili.
- Bene, io vado. A dopo Damian.
- Fa attezione.
Mi fermai un secondo prima di spingere la maniglia ed entrare nell’arena.
 
***
Per la seconda volta nella giornata mi ritrovai al buio, ma questa volta ero nel buio più totale, solo grazie all’udito potevo sentire vari suoni indefiniti, poi una voce parlò chiara.
- Ryden sarò la tua “manager”fino a che non verrai uccisa da qualcuno, in questa stanza potrai scegliere il tuo istinto, le tue armi e i vestiti che utilizzerai in campo, ogni volta che vinci un metch la tua squadra guadagna vari premi che possono distinguersi in tre categorie: Comuni/Rari/Leggendari.
Cercai la sagoma nell’oscurità, ma niente, non vedevo niente e sembrava non esserci nessuno, almeno non in modo concreto.
- E’ inutile che mi cerchi, sono un computer…ora stammi bene a sentire, quali tra questi quattro  istinti base scegli?
Improvvisamente una grossa schermata comparve davanti a me, seguita da un’altra e un’altra ancora, ero circondata da quattro schermate, ciascuna raffigurante un animale.
- Volpe…astuzia, lupo…agilità, gatto…velocità, drago…potenza.
Fui tentata di scegliere il drago, la potenza era sicuramente ciò che mi serviva, ma in quel momento mi ritornarono in mente le parole di Ryuga: velocità e astuzia, dovevo puntare o sulla volpe o sul gatto.
Riflettei a lungo, in fondo ero piuttosto astuta di mio quindi me la sarei dovuta cavare con quello che già avevo, contro un potente attacco sicuramente mi avrebbe dato maggiori probabilità di schivarlo e programmare un attacco a sorpresa.
Vada per il gatto.
Sfiorai con le dita la superficie del pannello e subito sparì seguito dagli altri tre.
- Bene, adesso veniamo alle armi: Armi a distanza o da attacco ravvicinato?
- Distanza.
Di nuovo si aprirono altri pannelli, questa volta erano 7 e ognuno presentava una diversa arma.
Optai per le due pistole gemelle e due sai, se dovevo giocarmi tutto sulla velocità allora dovevo farlo bene.
- Ottimo, adesso i vestiti, vista le due scelte appena fatte ti consiglierei qualcosa di comodo per poterti muovere meglio.
Feci come consigliato dalla voce e dai nuovi pannelli comparsi scelsi una canotta blu notte, un paio di shorts neri con riflessi argentei ed una felpa nera che lasciai aperta a metà del busto.
- Perfetto, ora sei pronta, buona fortuna.
Venni investita da una forte luce, così forte che fui costretta a chiudere gli occhi, e li riaprii solo quando sentii un leggero venticello muovermi le ciocche blu confondendole con quelle castane, ora si che pareva di essere davvero in un altro mondo.
Grossi e alti alberi circondavano un immenso Colosseo all’interno del quale vidi comparire il conto alla rovescia, tre…due…uno.
Quel luogo era così ben fatto che per un momento mi chiesi come potesse essere davvero tutto frutto di semplici computer e avanzatissima tecnologia, poi guardai i miei nuovi abiti, erano esattamente come quelli che avevo scelto e in un certo senso mi stavano anche piuttosto bene; Le due pistole erano agganciate entrambe ai lati della cintura compresa negli shorts, una per lato, proprio come i sai. Incredula avanzai di qualche passo dirigendomi verso il Colosseo, li avrei sicuramente incontrato Kate e dato inizio allo scontro, dovevo elaborare una tecnica.
SPLASH.
Interruppi i miei pensieri per prestare attenzione alla pozzanghera che avevo appena calpestato, mi chinai su di essa osservando nel riflesso il mio viso, i miei occhi. Un raggio di sole si riflesse dritto su di essi e li vidi dilatarsi come quelli di un gatto, il vento soffiò nelle mie orecchie come se volesse portarmi un messaggio, anche i miei sensi erano diventati quelli di un gatto.
Mi alzai riprendendo il cammino, mentre ancora non riuscivo a capacitarmi di quel magnifico lavoro svolto dai realizzatori, ma dovetti scattare all’indietro non appena mi accorsi della presenza di qualcuno proprio dietro di me e schivai, per un pelo, il pugnale.
- Ahahahah molto bravo gattino!
La osservai, la mia attenzione non potè  non ricadere sulle grandi orecchie pelose che le erano spuntate in testa.
Lupo.
Dunque anche lei era rimasta sull’incremento delle capacità evasive, questo avrebbe potuto mettermi in difficoltà considerando la notevole potenza che sicuramente aveva e la notevole velocità che l’istinto le aveva conferito.
La vidi estrarre un altro pugnale e scagliarlo nuovamente contro me, fortunatamente riuscii a schivare anche questo, poi corsi in direzione del Colosseo sperando di trovare un luogo adatto per nascondermi momentaneamente.
- E’ inutile che scappi, tanto di prenderò!
Un altro pugnale mi passò appena sopra la spalla, kate era agile, ma la mia velocità era nettamente superiore alla sua e raggiunsi  la meta guadagnando un buon distacco e nascondendomi dietro una colonna tozza e rovinata.
La sentii ringhiare di rabbia, probabilmente voleva concludere in fretta quella questione, di una cosa ero certa, non mi sarei mossa di li fino a che non avrei avuto la certezza di poterla affrontare faccia a faccia.
- Andiamo Inuzuka vieni fuori! Smettila di nasconderti codarda!
Portai una mano sulla pistola sinistra, spostandomi leggermente verso l’esterno, poi sentii di nuovo il suono del vento, il modo in cui accarezzava le mie orecchie e subito mi vennero in mente quelle da lupo di Kate, e lo sentii…
ANDIAMO INUZUKA VIENI FUORI! SMETTILA DI NASCONDERTI!
Il suono portato dal vento, fu a quel punto che mi venne un idea…
 
 
Note: Ma ciao a tutti ^^ si lo sò che ci ho messo davvero tanto per scrivere solo il primo capitolo che per giunta fa anche abbastanza schifo ç_ç però mi sono impegnata e spero che in fondo in fondo vi sia piaciuto, ci tengo ad avvertire le creatrici degli OC che dal secondo capitolo in poi riceveranno un messaggio nel quale chiederò di rispondere ad altre domande, vi spiegherò poi tutto nel e-mail, spero anche di essere riuscita a caratterizzare abbastanza bene i vostri OC, o comunque i due principali che ho utilizzato per questo capitolo, pian piano inserirò anche gli altri ^^ ora vi lascio, devo andare, un bacione*3*
 
  
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