Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: ilaperla    06/11/2013    11 recensioni
Martina e Tommaso si conoscono dall'età di 13 anni. Ma qualcosa sul loro cammino li divide.
Il destino vuole che dopo 8 anni si rincontrano.
Lei studiosa, semplice e altruista
Lui misterioso e nasconde qualcosa.
Cosa sarà cambiato in questo periodo?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Perdersi, ritrovarsi e amarsi'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 photo bello_zps87d01cd2.jpg



Vi aspetto nel mio angolino.


3 anni dopo
 

“Sofia, stai attenta. Non correre così forte” Richiamo mia figlia, mentre sta correndo dietro ad una farfalla bianca sbarazzina.
Lei ride, ma testarda, continua a correre allegramente facendo svolazzare quei capelli castani con troppi boccoli, che gli ricadono gentili sulle esili spalle.

Non mi stancherò mai di guardarla e ammirarla. Mia figlia. Nostra figlia. La persona che riempie non solo le nostre vite, ma anche i nostri cuori.

“Piccoletta, hai sentito la mamma che ha detto?” L’afferra suo padre, caricandosela in spalla, facendola ridere ancora di più.
“State attenti tutti e due” Li rimprovero. Alle volte non so chi dei due è il più bambino dell’altro.

Torno ad ammirare il cielo sereno sopra di noi e mi sento in pace con me stessa.
E’ un momento di riflessione, ma sento i due ridacchiare poco lontani da me.
Sono sdraiata sul prato sotto il nostro albero. Il nostro posto segreto. Sono passati così tanti anni che nemmeno me li ricordo più, ho smesso di contarli nell’esatto momento in cui ci siamo ritrovati.
Su questo prato è iniziato tutto, ci siamo trovati per caso, eravamo due ragazzetti senza arte ne parte. Abbiamo fatto finta di non esserci accorti di quel lampo che ci colpì non appena ci guardammo, abbiamo fatto finta di non soffrire, di non esserci innamorati. Ma eravamo troppo piccoli, che ne potevamo capire dell’amore?

Ci siamo persi: per divergenze, per questioni rimaste in sospeso, per tradimenti e perché non riuscivamo a fidarci l’uno dell’altro. Ci siamo persi troppe volte, innumerevoli volte. Ci siamo persi, facendoci male l’un l’altro.

Ci siamo ritrovati: perché non c’è niente di meglio, che ritrovare un amico dopo tanti anni, ritrovarlo nello stesso modo in cui l’hai lasciato. Perché è proprio com'era quando ti sei innamorata. E può fare male innamorarsi di un amico. Ma sai in cuor tuo, che amico, quella persona, non è mai stata. Vi ritrovate, e senti dentro te quella parte di cuore che riprende a funzionare. È come se avessi dimenticato come si respiri anche col naso, visto che fino ad all’ora respiravi solo con la bocca.

Ci siamo amati: perché è questo il nostro compito. Si dice che veniamo al mondo per far felici un’altra persona. E credo proprio che noi ci siamo sempre appartenute. Due metà della stessa mela. Una mela indivisibile, perché se ne stacchi un pezzo, l’altra metà marcisce e poi muore. E non si potrebbe mai far morire un frutto così succoso.

“A che pensi, signora?” Mi domanda lui sdraiandosi accanto a me, accarezzandomi la pancia.
“Alla nostra vita” Rispondo sorridendo, con gli occhi chiusi.
“Un poema allora”
Ridacchio e sento, anche senza vederlo, che il suo viso si è fatto serio.
“A che pensi, signore?”
“A quante ne abbiamo passate”

Apro gli occhi e mi volto a guardarlo. Non ha perso niente del vecchio Tommaso che ho sempre amato, i suoi lineamenti si sono fatti più marcati, è decisamente un uomo ora. Dopo tutto quello che ha passato, anche lui è maturato troppo in fretta.
“E ne passeremo ancora tante altre. Ma l’importante è non arrendersi mai”
“Alle volte mi manca” Dice, mentre guarda il cielo sereno, con gli uccellini che cantano e passano allegri, vicini tra loro.
“Lei è sempre qui. Veglia su di noi, sulla piccola Sofia. Ci vuole bene e non ci abbandonerà mai”

Tre anni fa, prima della nascita della piccola, la mamma di Tommaso è salita in cielo, dopo una brutta settimana che l’ha vista provata e sofferente nel suo letto. Si era stancata di combattere, voleva solo riposarsi, sapendo che tutti i suoi figli sarebbero stati bene, suo marito compreso.
È come se, prima di andare a dormire, avesse rimboccato le coperte a tutti quanti. Come fa una mamma premurosa.
Ha chiuso gli occhi con un sorriso, con la sua solita voglia di dolcezza e di calma.
Manca a tutti quanti, anche quando entri in quella casa e santi sulla pelle la sensazione che manchi qualcosa. Ne manca l’anima.
Non ha potuto vedere la sua prima nipotina, ma so, per certo, che lei da lassù ci osserva e scuote il capo quando suo figlio è troppo apprensivo o troppo testardo con sua moglie e la sua mipotina.

“Anche io lo penso” Afferma Tommaso, tornando a sorridere.
Si alza su un gomito e torna ad accarezzarmi la pancia.
“Come sta lui?”
Sorrido e appoggio la mia mano sopra la sua.
“Sta dormendo. Credo che gli piaccia questo posto”
“A tutti piace. Guarda Sofia come si scatena, ha trovato il suo habitat naturale”
Torniamo a guardare nostra figlia, che ora si è seduta sull’erba e sta chiacchierando amabilmente con altri due bambini.
“Dici che stiamo facendo un buon lavoro con lei? Saremo bravi anche con il nuovo arrivato?” Domanda lui, preoccupato.
“Il mestiere dei genitori non c’è scritto da nessuna parte come si fa. Si impara tutto strada facendo. Si sbaglierà alcune volte, ma che in porta? Dopo tutto noi due abbiamo sbagliato un sacco di volte”
Lui scoppia a ridere e mi bacia sulle labbra, un bacio leggero e semplice, ma che come sempre mi fa passare i brividi sulla schiena.
“Su, è ora di tornare a casa. Dobbiamo prepararci” Dice lui, alzandosi e dopo avermi aiutato a rimettermi in piedi, va a prendere Sofia. Cosi, ci dirigiamo in macchina per tornare alla nostra casa.
 
“Mamma, mamma, voglio il vestitino blu” Dice Sofia, mentre le infilo l’accappatoio di winnie the pooh, dopo il bagnetto.
“Quello con la gonellina a pieghe?” Domando io, prendendola in braccio e appoggiandomela su un fianco.
Lei risponde affermativamente con la testa, mentre la porto nella sua cameretta.
L’appoggio in piedi sul lettino e le do un bacio sulla fronte, lei sorride contenta, facendo assottigliare i suoi occhi, una caratteristica solo della mia piccola.
“Che fanno le mie donne?” Domanda Tommaso, entrando nella stanza.
“Papà” Lo chiama Sofia.
“Dimmi piccola” Si avvicina lui, mentre io mantengo nostra figlia per le manine.
“Posso dare il regalo io a Davide?” Domanda lei, a modo suo, con occhi da cucciolo.
“Ma certo tesoro. Quando arriviamo a casa degli zii glielo porti tu. Ok?”
Lei asseconda felice con le testa.
“Non dovresti prenderla in braccio. Il suo peso ti stringe la pancia” Mi rimprovera lui, accarezzandomi.
Alzo gli occhi al cielo, il suo voler controllare tutto non è cambiato e mai cambierà.
“Non mi pesava. E poi non stava sulla pancia. Ma sul fianco”
Lascio Sofia, seduta sul letto e mi allontano per trovare l’abitino.
Quando mi giro trovo loro due che giocano, mentre Tommaso fa il solletico ai piedini di sua figlia. E questa immagine, come ogni volta che li sorprendo insieme, mi riempie il cuore. Meravigliandomi sempre di quanti progressi stiamo facendo.
 

“Ecco i soliti ritardatari” Ci apre la porta Matt, con alle calcagna un Davide decisamente troppo euforico.
“Pia” Chiama lui, allungando le manine verso Sofia.
I modi di parlare di mio nipote sono ingegnosi e divertenti.
“Non guardare me Matt, io ero pronto da due ore” Si toglie dai guai Tommaso, alzando le mani.
“Ma stai zitto, che il vanitoso tra noi tre sei proprio tu” Lo rimbecco, dandogli uno scappellotto sul braccio.
“Ciao piccolino, tanti auguri” Mi abbasso all’altezza di Davide per lasciargli un tenero bacio tra i capelli e allungando il regalo a mia figlia, che orgogliosa glielo passa a suo cugino e insieme lo portano sul tavolo stracolmo di doni.
“Dov’è Miranda?” Domando alzandomi, con una piccola fitta alla pancia.
“Stai bene?” Domandano in sincrono i due e io scoppio a ridere.
“Mi sembra che siate voi in attesa. Sto bene!”
Loro si guardano perplessi, ma li lascio stare ed entro in casa.

Dopo il matrimonio, Matt e Miranda, hanno cercato e subito avuto un erede. Il piccolo Davide, fisicamente un piccolo Matt, ma caratterialmente tutta la mamma, è arrivato a dare gioia a tutti noi.
È un concentrato di allegria, risa e gioia, in un unico ometto di tre anni compiuti.
Girovago in casa alla ricerca della mia amica. La casa è piena di gente che è venuta a festeggiare, insieme ai genitori, i tre anni del piccolo.
Scovo Luca con la sua nuova fiamma e corro a salutarlo. È da un sacco di tempo che non lo vedo. Dalla nascita di Sofia si potrebbe dire.
Lo trovo cambiato, si è lasciato crescere i suoi capelli, perennemente ordinati, ora hanno un ciuffo gentile che si liscia, sbarazzino, dietro le orecchie. La sua amica, Carla, conosciuta in uno dei suoi viaggi all’estero, è simpatica e spero che sia la volta decisiva anche per lui.
Saluto qua e la le persone che sono in salotto, senza riuscire a trovare il mio obiettivo.

La porta della cucina è socchiusa e affacciandomi, trovo Miranda che è affacciata al balcone.
“Che fai?” Domando entrando dentro e chiudendo la porta alle mie spalle.
Lei sussulta e si porta una mano sul cuore.
“Dio, mi hai fatto perdere dieci anni di vita!”
Io ridacchio e mi avvicino a lei, che mi sorride e mi tocca la pancia allegramente.
“Come stai il mio bad boy?”
“Ti sei fissata con questo soprannome?” Sbuffo. “Mio figlio non sarà di certo un cattivo ragazzo”
Lei scoppia a ridere.
“Non ci giurerei. Ti ricordo con chi l’hai concepito. Tuo marito. E di sicuro non è che è stato, negli anni, proprio un ragazzo esemplare”
Le lancio un’occhiata omicida e lei alzando le mani, arresa, torna a guardare il sole calare in mezzo agli alberi della sua villetta in campagna.
“Perché sei qui tutta sola?” Le domando affacciandomi al balcone.
“Stavo pensando” Risponde e io insieme a lei, mi perdo a guardare quell’enorme palla rossa che sta scomparendo a poco a poco.
“Più che altro ricordavo il tempo che scorre” Fa un sospiro.
“Il tempo sta correndo troppo in fretta. Ricordo che solo ieri Davide emetteva i suoi primi vagiti, poi tutto a un tratto ha iniziato a gattonare di qua e di la, a mettere a soqquadro tutta la casa, le sue prime paroline e tutto il resto. Mi sono sentita grande tutto a un tratto, capisci? Come abbiamo fatto a trovarci qui? Io ricordo che solo pochi giorni fa, eravamo ancora in quella stanza al campus, tra film e pop corn. Alle volte mi mancano quei momenti Martina”
La sento trattenere un singhiozzo, che arriva subito dopo.
“Hei, ma che stai dicendo? È vero, alle volte mancano anche a me tutte quelle cretinate, maggiormente i tuoi discorsi mentre dormivi. Ma non è la vita vera quella, siamo andate oltre, siamo cresciute e ora guardati. Hai una famiglia meravigliosa. Sei stupenda. E devi essere orgogliosa del piccolo Davide”
Lei si asciuga una lacrima e mi abbraccia.
“Saranno gli ormoni” Si giustifica, affondando il viso sul mio collo.
“Non mi dire che….”
“No, non ti dico niente! Perché non è niente sicuro, devo ancora controllare tutto. E No, Matt non sa niente. Gli prenderebbe un coccolone e non mi va di vederlo stecchito il giorno del compleanno del suo pupetto”
Scoppio a ridere, seguita da lei.
Non ci credo, io tra un po’ esco dalla gravidanza e ora ci entra lei.
“Sappi che, ovviamente, ci sono per qualsiasi cosa” Le asciugo la lacrima, mentre lei asseconda con la testa sorridendo.
Siamo cresciute è vero, ma restiamo le solite ragazzine alle prime armi.
 

“Che ci fai tutta sola qui?” Domanda Tommaso uscendo fuori al balcone, abbracciandomi da dietro.
Mi lascio andare sulla sua spalla, cullandomi nelle sue braccia e perdendomi nel suo solito profumo.
“Volevo prendere una boccata d’aria. Dentro c’è tanta gente”
“State bene?” Domanda al mio orecchio appoggiando una mano sulla pancia.
Mi giro e gli allaccio le braccia al collo.
“Stiamo bene e non vedo l’ora di vedere il nuovo arrivato”
“Manca poco” Dice lui emozionato, appoggiando la fronte alla mia.
“Però mi prometti una cosa?” Gli domando.
“Tutto quello che vuoi”
“Mi prometti che non darai di matto come hai fatto in precedenza con Sofia? E mi prometti che mi vorrai bene anche se avrò qualche chilo in più?”
Lui scoppia a ridere e mi abbraccia stretta.
“Non ho dato di matto con Sofia. Ero ansioso. Eri entrata in quella stanza da dieci ore e nessuno si decideva a darmi vostre notizie”
“Ma non c’era bisogno di aggredire l’infermiere”
Ridacchia e mi passa una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Non l’ho aggredito. È una leggenda quella. E poi, ero preoccupato. Molto, molto preoccupato”
“Ci sono io con tuo figlio, non devi angosciarti”
Mi sorride e io appoggio la guancia al suo petto, mentre mi perdo ascoltando il suo battito del cuore.
“E poi per quanto riguarda i chili in più… Sei stupenda qualsiasi cosa tu faccia. E ti amo, ricordalo sempre”
Si abbassa e mi bacia tra i capelli.
Ed è tutto così perfetto, questa sera, noi e il nostro futuro.
“Ti amo anche io e così sarà sempre”
“Per sempre”
E in quel momento un calcio si pone tra noi, come a voler dimostrare che il per sempre esiste e che sarà a nostro favore. Finalmente.
 
 

-Fine-
 

Io non avrei mai giurato di arrivare a questo punto. 
Quando ho iniziato questa storia era solo per gioco, non mi sarei mai aspettata di ricevere così tanto appoggio e così tante belle parole. Non mi aspettavo niente di quello che invece è accaduto. 
Ho sempre amato scrivere, scrivevo dall'età di 10 anni, quando le cose mi andavano male ero solita aprire il mio diario e scrivere, scrivere veramente tanto. Era il mio modo di sfogarmi.
Poi ho scoperto Efp, una scoperta sensazionale, ho iniziato prima da lettrice silenziosa, poi sono diventata tutto all'infuori di "silenziosa". Ho preso in mano il coraggio e ho deciso di pubblicare questa storia..

 

 
Tommaso esiste veramente, ci giocavo insieme alla mia migliore amica quando avevamo 15 anni. Tommaso ha gli stessi problemi del protagonista, ha una vita difficile alle spalle, però purtroppo non ho più contatti con lui. 
Oggi, come se fosse destino, ero in paese a fare delle commissioni e mi è passato accanto. Come se volesse dare l'addio a questa storia.

 

 
Martina in parte potrei essere io, indecisa, fifona, ma con tanta voglia di vivere e spero sempre di avere quella carica per affrontare la realtà.
 

 
Miranda esiste veramente e racchiude insieme le mie due migliori amiche.
 

 
Matt prende le sembianze di mia sorella maggiore, perennemente ficcanaso e perennemente combattente per sua sorella.
 

 
Liliana esiste anche lei veramente, stessa fastidiosità, solo che nella storia, in un mondo perfetto, le ho concesso la redenzione.
 

 
Marcello potrebbe essere benissimo il mio assistente nella tesi di laura, non mi rifiuto.

Il gruppo universitario esiste veramente, le mie adorate MAIE. 

Perdersi, ritrovarsi e amarsi sarà sempre nel mio cuore. Proprio come tutte voi.

Ringrazio tutte le persone che mi hanno inserito nelle preferite.
Ringrazio tutte le persone che mi hanno inserito nelle seguite.
Ringrazio tutte le persone che mi hanno inserito nelle ricordate.
Ringrazio chi mi ha supportata, chi mi ha incoraggiata, chi mi ha sopportata e anche chi non mi ha proprio sopportata.
Ringrazio chi è rimasto in silenzio, ma sempre con la sua presenza.
Ringrazio chi è stato con me dall'inizio, a chi si è perso per strada e chi si è aggiunto ultimamente.
Io non sarei niente senza voi tutti.
Perchè, il bello di un novellino che scrive, è proprio la partecipazione.

Ci tenevo a ringraziare una delle mie migliori amiche che è stata la prima a leggere quello che scrivevo, incoraggiandomi (fastidiosamente :D) a pubblicare puntualmente e che legge ogni mio delirio. Grazie Tonellina ♥
Ringrazio quella che è diventata la mia amica fondamentale, conosciuta proprio con questa storia, a cui non riesco a fare a meno. Grazie Giulia ♥

Vi ricordo che questa storia avrà un seguito, facendo dei salti temporali nel passato e nel futuro.
Prenderò a pubblicare il primo capitolo la prossima settimana se riesco. Non so come farvi ad avvisare tutti quanti, perciò vi prego di rimanere in aggiornamento, per chi volesse leggere ancora dei nostri protagonisti, o qui su efp o su facebook o su twitter. Oppure venite direttamente nella mia pagina di efp e cliccate sulla storia.
Spero di vedervi tutti anche li.

Vi lascio l'altra mia storia, sperando che vi facciate un salto.
Sono sempre io, però con personaggi diversi.

 

(cliccate sul banner)

 
Per qualsiasi cosa mi trovate su:
- Facebbok
- Ask
- Twitter
- Tumblr

Come diceva uno: Non esculo il ritorno.

Ci sentiamo presto. Un bacione a ogni singolo di voi. Siete stati formidabili!! :*
P.s. Vado a cliccare su "completa" e credo scoppierò a piangere.

 
 
  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ilaperla