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Autore: Yoan Seiyryu    13/11/2013    3 recensioni
[Iniziativa "Accidentally in Love - OUAT Strangest Crack Couples Ever!"]
Raccolta di Crack totalmente fuori dal comune con prompt per ognuna di loro.
1. Jefferson + Aurora
2. Alice + John Darling
3. Wendy + Hook
4. Mulan + Hook
Per l'elenco delle crack potete trovare tutto all'interno della prima one-shot insieme ai relativi prompt.
Ve ne lascio alcune: Alice + Hook, Wendy + Hook, Mulan + Robin, Aurora + Robin, Will + Ruby, Will + Aurora, Charming + Belle ecc.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I

 Jefferson + Aurora: 


Prompt:
A: «Non capisco questo mondo. Questa...come la chiamate? "Tecnologia". E' tutto così...diverso.»

J: «La diversità è solo un punto di vista, è questione di abitudine. Prova a vivere in un mondo dove tutti sono pazzi, finirai per diventarlo anche tu.»










 

You're not Alone







 
Non era stato facile adattarsi ad un mondo di cui non conosceva nulla. Scegliere di cambiare aveva rappresentato per lei un motivo di speranza, un modo per ricominciare a tessere le fila della propria vita.
Aveva patito la solitudine per anni, dopo che era rimasta vittima della maledizione del sonno, ma ritrovarsi sola da sveglia era stato un colpo ancora più duro da affrontare. Filippo l’aveva salvata, ma alla fine aveva scelto Mulan e rimanere confinata nella Foresta Incantata non l’avrebbe aiutata a ricucire le ferite che si era creata. Seguire Mary Margaret ed Emma nella loro fantomatica Storybrooke si era dimostrata una scelta semplice e forse sarebbe riuscita a ricominciare una nuova vita, completamente diversa da quella che aveva vissuto fino a quel momento.
Eppure, nonostante fosse a Storybrooke già da qualche mese, non riusciva ancora ad abituarsi ad un mondo come quello, ad una città i cui meccanismi non le erano ancora chiari. Le era stato offerto un posto alla redazione del quotidiano ‘Mirror’ dove al momento lavorava come giornalista. Scrivere era una liberazione, anche se spesso si ostinava ad usare carta e penna anziché lo strano macchinario che le avevano dato in uso.


Anche quella mattina Aurora si era fermata da Granny’s per la colazione, cosa che non mancava mai di fare, prima di recarsi alla redazione del giornale. Ruby si era sempre dimostrata gentile nei suoi confronti, lei e Belle l’avevano aiutata ad adattarsi meglio in quel mondo che ai suoi occhi appariva completamente privo di senso. Se non fosse stato per loro probabilmente non se la sarebbe cavata da sola.
- Cioccolata calda con panna, dico bene? – le domandò Ruby senza mancare mai di sorriderle.
Aurora annuì  - Sì, ti ringrazio.
- Arriva immediatamente – la rassicurò facendole l’occhiolino.
Aurora si sforzava di sembrare felice, di essere soddisfatta e contenta di quel posto, ma non poteva nascondere a se stessa che un velo di malinconia le ricoprisse gli occhi. A volte si sentiva terribilmente a disagio, era abituata ad una vita così diversa che tutta quella normalità e quotidianità ripetuta le stava stretta. Ma non desiderava in alcun modo far notare qualcosa di simile né a Ruby, né a tutti gli altri che avevano fatto tanto per lei. Doveva solo rimboccarsi le maniche e cancellare le ferite che si era trascinata dietro. Dopo esser sprofondata in un sospiro pesante si voltò ed incrociò lo sguardo di un uomo che se ne stava seduto da solo ad un tavolo accostato alla finestra. Spesso lo vedeva arrivare la mattina per fare colazione e non l’aveva mai visto in compagnia di qualcuno, se non di se stesso. Era solo, proprio come lei.
- Ruby, chi è quel tipo lì in fondo? – domandò Aurora esprimendo curiosità per la prima volta.
La ragazza si sporse leggermente per poter guardare nella direzione indicata, poi si strinse nelle spalle e commentò semplicemente   - Si chiama Jefferson ed è piuttosto particolare, se ne sta sempre sulle sue. Di solito accompagna sua figlia a scuola e poi viene qui a prendere un tè. Oltre lei non ha altri affetti qui in città, deve sentirsi molto solo – confessò i suoi pensieri.
Aurora si sentì improvvisamente attratta da quella somiglianza al suo perenne stato d’animo, tant’è che non perse tempo e chiese a Ruby di preparare un’altra cioccolata calda. Aveva visto bene, Jefferson anche mostrava uno sguardo carico di malinconia, come se per tanto tempo fosse stato costretto a caricarsi di un grande peso, troppo da sopportare da solo.
- Posso avere l’ardire di offrirti un po’ di compagnia?
Aurora si era avvicinata al suo tavolo portando con sé due tazze di cioccolata fumante. Rimase in piedi di fronte a lui in attesa di una risposta, sperava davvero che la accogliesse con un sorriso.
Jefferson le scoccò uno sguardo incuriosito e finì per osservarla da capo a piedi. Indubbiamente era molto bella, nonostante i lineamenti del viso giocassero ancora a mantenere i tratti di una fresca adolescenza che doveva ancora maturare.
- Concesso. Ma solo perché sono terribilmente annoiato e tu qui rappresenti una novità – finalmente sorrise e le fece cenno di accomodarsi.
Aurora non aveva avuto dubbi, il suo sorriso valeva davvero quella cioccolata, soprattutto perché era davvero particolare come Ruby lo aveva definito. Si sedette e posò entrambe le tazze sul tavolo.
- Perché sarei una novità?
- Per essere una neo-giornalista non sei molto informata. Avevi la possibilità di rimanere nel luogo da cui provieni e invece hai scelto di raggiungere questa prigione. Immagina lo scalpore dell’intera città – Jefferson si limitò a commentare per poi fare un’alzata di spalle e ringraziare con un cenno la cioccolata che gli aveva offerto.
Non che amasse quel sapore dolce e denso, ma in quel momento era curioso di gustarlo sul palato e scoprire l’effetto che faceva. Aurora non desiderava svelare nulla di sé, poiché si sarebbe costretta ad una confessione del passato che le avrebbe riportato alla mente spiacevoli ricordi.
- Il vero problema è che non riesco ancora ad abituarmi. Non capisco questo mondo. Questa… come la chiamate? ‘Tecnologia’. E’ tutto così diverso.
Jefferson non riuscì a trattenere un sorriso di scherno, che in realtà era riferito più a se stesso e a quello che aveva sofferto lui in un più recente passato.
- La diversità è solo un punto di vista, è questione di abitudine.  Prova a vivere in un mondo dove tutti sono pazzi, finirai per diventarlo anche tu.
Aurora sgranò lievemente gli occhi, non era del tutto certa di aver compreso che cosa intendesse dire, tant’è che batté le palpebre due e più volte per scandire ogni parola che aveva ascoltato.
- Io potrei davvero impazzire stando qui, soprattutto se cercano di farmi scrivere con quell’oggetto diabolico – sorrise lei, era davvero tanto tempo che non lo faceva in modo così fresco e sincero.
- Allora spiegami, come ti sei abituato a questo mondo? Non hai perso la testa? – domandò con curiosità mentre lasciava annegare la malinconia nella cioccolata calda che andò a sorseggiare.
Un po’ di panna le era rimasta all’angolo delle labbra ed ora sembrava una ragazzina curiosa che aveva voglia di scoprire il mondo senza compiere alcuna fatica. Jefferson lesse la speranza nei suoi occhi e questo gli piacque molto, tant’è che decise di non avvertirla di quel particolare.
- Non ho mai detto di essermi abituato e quanto a quello, beh, vedi… non posso dire di aver conservato una certa stabilità mentale – sorrise all’idea che quelle parole avrebbero potuto metterla in allarme.
Aurora invece non comprese che quello non era affatto sarcasmo, ma verità, infatti si limitò a prenderlo ancora più in simpatia. Trascorrere con lui il tempo della colazione si era dimostrato piacevole ed una volta che si era dovuta allontanare per andare a lavoro, non poteva che pensare di esser rimasta particolarmente soddisfatta di quella nuova conoscenza.



 
**




Ruby l’aveva invitata a trascorrere insieme una serata al Rabbit Hole, convincerla non  era stato facile, visto che Aurora non amava  quello strano locale in cui si era trovata a dover affrontare troppo spesso le avance di sconosciuti che avevano esagerato con l’alcool.
- Davvero, non riesco a capire: cos’è un cocktail?
Ruby scoppiò a ridere di fronte a quella domanda, nonostante fosse arrivata lì da qualche mese ancora non era ancora riuscita a memorizzare ciò che le aveva con cura insegnato.
- Provalo e vedrai che ti piacerà! – le consigliò dopo che si accomodarono ad uno dei tavoli.
Aurora rimase a fissare il bicchiere che le avevano portato ed inclinò appena la testa per studiarne il contenuto. Non era particolarmente compiaciuta, soprattutto perché aveva osservato gli effetti su Ruby stessa qualche sera prima. Alla fine si decise e ne mandò giù un lungo sorso, come se fosse acqua, tanto da generare un improvviso rantolo di tosse che la fece arrossare completamente in viso.
- E’ terribile! Non si può avere un sidro di mele? – domandò poco dopo essersi ripresa, mentre Ruby rideva divertita di fronte a quella reazione così inaspettata.
- Come non detto, magari la prossima volta andrà meglio.
Aurora era piuttosto certa che in futuro non avrebbe provato più nulla di simile, non era abituata a qualcosa di così forte che le faceva girare la testa, infatti lasciò il suo cocktail a Ruby che ne aveva approfittato per mandare giù anche la sua parte. Ovviamente non le dispiaceva, si sarebbe liberata di quel sapore terribile che aveva ancora sul palato. Dopo aver trascorso due ore all’interno del locale, Aurora si decise ad uscire per poter tornare a casa, aveva detto a Ruby di aver bisogno di una passeggiata e così era riuscita a sgattaiolare via.
Indossava dei tacchi alti che l’amica le aveva prestato ma non aveva mai avuto un buon equilibrio, tant’è che mentre usciva dal Rabbit Hole finì per inciampare e uno dei due tacchi si ruppe a causa del forte urto.
- Miseriaccia! [1] Ruby mi ucciderà – dannò se stessa per non esser stata più attenta, ma ormai non si poteva tornare indietro.
Infelice, sola e con un tacco rotto preferì togliersi direttamente le scarpe e camminare a piedi nudi per strada. Era una cosa che le capitava di fare sempre quando si trovava nella Foresta Incantata, da bambina era solita giocare nel bosco del suo reame, libera dalle scomode calzature che era costretta ad indossare a corte. La sensazione però non era affatto la stessa, la strada che stava percorrendo non era morbida come l’erba fresca e verde.
- Non ti conviene, sai?
L’aveva riconosciuta, quella voce. L’aveva riconosciuta eccome. Lei e Jefferson si incontravano al Granny’s ogni mattina ed erano soliti fare colazione insieme, l’una sapeva sempre che l’altro vi sarebbe stato  e non vi era nemmeno bisogno di chiedere un appuntamento, lo strano modo di approcciarsi degli abitanti di quella città. Ruby le aveva spesso consigliato di chiedergli di uscire, ma Aurora non ne comprendeva il senso, non era più naturale aspettarsi alla medesima ora di ogni giorno? Che bisogno c’era di richiedere forzatamente l’attenzione altrui?
- Fare cosa? – domandò di rimando lei quando si voltò per incontrare i suoi occhi cupi.
Era trascorsa appena qualche settimana, ma ogni volta che incrociava il suo sguardo, sentiva un brivido correrle lungo la schiena. Era inevitabilmente attratta da lui, ma ciò che aveva provato per Filippo era decisamente diverso, non poteva credere che si trattasse davvero di quello.
Jefferson si avvicinò ed indicò una bottiglia di vetro rotta proprio nella direzione della sua passeggiata di rientro.
- Camminare in quel modo. Anche in questo mondo ci sono dei pericoli, dovresti fare più attenzione.
Aurora lanciò uno sguardo alle schegge di vetro e ritrasse appena i piedi nudi, ritrovandosi vicino a lui che le si era fermato accanto.
- Che ci fai qui?
Jefferson avrebbe voluto ridere, ma si rese conto che in quel modo poteva rischiare di offenderla. Si era talmente imbarazzata per lo stato di cose in cui l’aveva trovata che aveva voltato subito argomento.
- Volevo rinfrescarmi le idee.
- Posso farlo anche io?
- Nessuno te lo impedisce, ma ti consiglio di indossare le scarpe.
Aurora lo guardò e si morse le labbra, mostrandogli come le aveva ridotte. Jefferson questa volta non si trattenne e scoppiò a ridere di gusto.
- Vorrà dire che zoppicherai un pochino, in fondo non c’è niente di strano.
- Ancora una volta non riesco ad abituarmi a questo mondo, ma tu ti adatti anche a questo, sei diverso dagli altri – disse mentre andava ad infilarsi nuovamente le scarpe, costretta a fare leva più su una gamba che sull’altra.
- Forse siamo matti entrambi – sussurrò lui che le porse un braccio perché vi si potesse appoggiare.
Aurora sorrise all’angolo della bocca e accolse quel gesto che apprezzò più di mille altre cose.
- Io non sono matta! – replicò corrugando la fronte – non so come funziona in questo mondo, ma volevo solo farti capire che mi piaci – suonava decisamente con una nota stonata.
Jefferson sorrise alla sua prima esclamazione e fece qualcosa che Aurora non si sarebbe aspettata per niente al mondo. Le depositò un bacio sulla fronte, un bacio dolce che non aveva altro significato rispetto a quello di ‘non sei più sola’. Lui non rispose a quella confessione e lei non approfondì minimamente la questione, ma non avrebbe ritirato per niente al mondo ciò che aveva osato rivelare.





[1] Bloooooooooody Hell! 








// Nda: 

Salve a tutti! Questa folle raccolta prende spunto dall'iniziativa nata da me e dall'autrice BlackFool, amando entrambe le crack abbiamo deciso di scrivere su quelle più assurde possibili, abbinando un prompt per ognuna. 
Nel caso voleste partecipare, vi lascio qui sotto l'elenco delle coppie e i relativi prompt. Non è obbligatorio scrivere su tutte, l'unica regola è inserire lo stralcio di dialogo che vi lasciamo all'interno della storia. In più nell'introduzione potete apporre la scritta ---> [Accidentally in love - OUAT Strangest Crack Couples Ever]. 

Colgo l'occasione per segnalare la storia di BlackFool, ha dato inizio alla raccolta con una splendida Mulan/Robin ---> http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=2274441

Ed ecco qui la lista: 


Hook e Alice
H: «Fermi tutti, l'orologio si è fermato.»
A: «Ti sembra il momento di pensare a uno stupido orologio?»

Wendy (adulta?) e Hook
W: «Tu non sei un vero pirata.»
H: «Ah sì? Posso dimostrarti il contrario.»

Alice e John Darling
A: «Tu credi che i gatti possano sorridere?»
J: «Non me lo sono mai chiesto. Però fanno le fusa. Forse è il loro modo di sorridere?»

Hook e Mulan
H: «Non mi piace parlare con una spada puntata alla gola, tesoro.»
M: «Ma così ho la garanzia che tu non faccia qualcosa di stupido»

Mulan e Neal
M: «Non mi è ancora chiaro, sai. Cos'è un...film?»
N: «E' difficile da spiegare per chi non sa nemmeno cosa sia una televisione.»

Mulan e Robin Hood
RH: «Puoi arrabbiarti se vuoi. Puoi anche piangere, se preferisci. Non sarai meno forte, questo lo sai?»
M: «Non posso permettermelo. Nessun deve vedermi così...nessuno!»

Will e Aurora
W: «Cento anni? Bloody Hell! Pagherei per farmi un pisolino del genere!»
A: *sguardo che uccide*

Will e Ruby
R: «Il rosso è il colore del sangue.»
W: «Ma anche delle cose vive. E noi lo siamo. Siamo vivi.»

Jefferson e Aurora
A: «Non capisco questo mondo. Questa...come la chiamate? "Tecnologia". E' tutto così...diverso.»
J: «La diversità è solo un punto di vista, è questione di abitudine. Prova a vivere in un mondo dove tutti sono pazzi, finirai per diventarlo anche tu.»

Jefferson e Ruby
R: «Se sapessi cosa ho fatto, non mi rivolgeresti più la parola.»
J «Non sei l'unica ad avere ombre nel tuo cuore»

Jefferson e Red Queen
RQ: «Viaggiare tra i mondi? Non porta nulla di buono, mio caro. Wonderland non è un luogo come gli altri, può cambiare le persone.»
J: «Chi ha detto che sto cercando il buono di questo mondo?»

Regina e Neal
N: «Grazie per essere stata un'ottima madre per Henry.»
R: «E adesso per ringraziarmi meglio me lo porterai via?»

Emma e Cyrus
C: «E' il tuo compleanno, esprimi un desiderio.»
E: «Ho paura dei desideri. I desideri portano a sperare.»

Rumpel e Snow
R: «Un cuore puro come il tuo mi farebbe comodo, dearie.»
«Vieni a prenderlo, Dark One.»

Charming e Belle
B: «Mi sono sempre chiesta che cosa si provi ad essere un eroe.»
C: «Non c'è niente di speciale nell'essere eroi. Prima o poi, a tutti noi è richiesto di esserlo.»

Aurora e Robin Hood
RH: "E cosa sarebbe questa cosa che ti ho rubato, e che rivuoi indietro?"
A: "Il mio cuore, furfante. Non avevi alcun diritto di prendertelo...non ti apparteneva!"

 
   
 
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