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Autore: AxXx    14/11/2013    2 recensioni
Kail, principe esiliato, prigioniero e schiavo viene costretto a combattere un drago e scopre di avere un potere straordinario. La sua forza è tale da spaventare i più coraggiosi, ma qualcosa si muove nell'ombra, un potere oscuro che, in parte, condivide.
Un essere malvagio che vuole prendere il potere su tutto il Mondo Emerso, discendente della più antica delle razze.
Riuscirà a trovare la forza e la volontà di salvare coloro che lo odiano?
[Questa storia è uno spin-off della fanfiction Quando si Svegliano le Tenebre di Khallya98]
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                          RABBIA E POTERE
 
 
 
 
 
“Non puoi! Se mio padre ti scopre ti ucciderà!”
“Lo so, ma… dovevo tornare, volevo ridarvela.”
“Cosa!? E Perché? Ti ho detto che puoi andare, vai!”
“Voi siete stato gentile con me… non me la sento di farvi torto.”
Un rumore, delle guardie in arrivo, lui la spinse di lato dietro un arazzo. Le guardie li sorpassarono e i due rimasero attaccati l’uno all’altra. Erano così vicini che potevano sentire il calore dei loro corpi, non si era mai avvicinato così tanto ad una donna. Forse era sbagliato, ma di nuovo la lasciò andare.
Questa volta, il cuore gli lacrimò.
 
 
 
“Muoviti! Controlla se è morto!”
Un urlo… proteste… voci… era vivo, se ne rese conto quando tutto questo lo investì. Kail sbatté le palpebre, mentre la forte luce del sole di Makrat gli bruciava le pupille. Una furia gli invadeva il cuore, mentre una misteriosa energia gli invadeva le membra.
“Si sta muovendo! Si sta muovendo!!!” Urlò qualcuno spaventato.
Uno scalpiccio…
Vi era chi fuggiva, ma molti soldati sopraggiunsero per fermare il ragazzo che cominciava ad alzarsi. Gemeva e ringhiava mentre si rimetteva in piedi. Non capiva cosa fosse, ma una furia temibile lo stava invadendo e faticava a controllarla.
“Dannazione, uccidete quel bastardo!” ordinò Jarrod, furioso. Non era intenzione dimostrarsi debole: quel ragazzo doveva morire.
Subito i soldati impugnarono le lance, mentre altri si posizionavano sugli spalti armati di balestre e mirarono su di lui scoccando velocemente i loro dardi. La maggior parte fallirono per il puntamento impreciso, ma due gli arrivarono al ventre, mentre un terzo lo colpiva al ginocchio. Il dolore fu terribile, ma mai quanto la rabbia che lo invase.
Non voleva, sentiva che sarebbe successo qualcosa, ma non ce la fece. Le ferite gli avevano fatto perdere quel poco di concentrazione che aveva e il dolore fu come una goccia in un bicchiere pieno.
Urlò…
Un urlo che fu udito come un ruggito.
I soldati si bloccarono spaventati, mentre il corpo del giovane si ingigantiva e cambiava. La pelle veniva rimpiazzata da dure squame, gli occhi diventavano rossi come braci, le mani e le gambe si inspessivano, il volto si allungò divenendo più simile ad un rettile e, in corrispondenza della coccige, li spuntò una robusta coda che terminava con delle spine.
“Quel ragazzo è un abominio!” Urlò qualcuno, mentre di nuovo, i soldati ripartivano all’attacco.
I lancieri riprovarono ad attaccarlo e lo stesso i balestrieri ma la dure scagli del drago erano impenetrabili. Kail, intanto, era ebbro di potenza. La sua forza da drago era centuplicata mille e mille volte. Sentiva di poter ardere tutto il Mondo Emerso con le sue fiamme, raggiungere il Gorgo con le sue ali senza mai riposarsi e distruggere da solo interi eserciti.
Sentì il fuoco ne suo ventre, solleticargli la gola e lo rilasciò in una vampa, bruciando la prima linea di soldati, facendo fuggire i superstiti. Ancora inesperto, si mosse cauto su quattro zampe, avanzando verso la porta, calpestando i soldati che erano troppo lenti per fuggire.
“Fermatelo! Non deve scappare!” Ordinò imbestialito Jarrod, vedendo il drago che era suo fratello, allontanarsi.
I balestrieri tentarono di nuovo, ma di nuovo la sua difesa si rivelò impenetrabile.
“Andate alle balliste! Usate i giavellotti più grandi e ancoratelo al suolo!” Urlò di nuovo il Re del Sole, nel vedere i suoi soldati sconfitti da un solo uomo.
Ma Kail non era più un uomo. Il suo intelletto si era fuso con la forza bruta di un drago, diventando un nemico invincibile. Imbattibile e potentissimo. Lui si sentiva così, mentre abbatteva le porte dell’arena come se fossero fatte di paglia. Spinto dall’istinto,  allargò le possenti ali e si alzò in volo, catturando le correnti ascensionali che gli permisero di sollevarsi in aria. Gli sembrò di essere leggerissimo, nonostante la mole immensa. Le sue potenti ali tagliavano l’aria sollevandolo sempre più in alto. Le correnti ascensionali lo aiutarono e forte del suo nuovo potere, raggiunse il luogo dov’era stato tenuto prigioniero.
Gli schiavisti non ebbero il tempo di organizzarsi. Colti di sorpresa, la maggior parte di loro fuggì terrorizzata. Solo pochi tentarono di fermarlo con lance e spade. Uno riuscì persino a ferirlo, prima di essere arso vivo tra le accecanti fiamme del drago.
Kail si spostò con sempre maggior sicurezza, man mano che acquisiva dimestichezza con il nuovo corpo e nessuno riuscì a fermarlo. Su un tavolo vide i suoi effetti personali che gli apparvero poco più grandi di un insetto, ma per lui importantissimi. Con una zampa li afferrò: il suo spadone e il suo coltello, con un ciondolo e degli abiti, dopodiché, senza attendere oltre, si sollevò nuovamente in aria e spiccò il volo, proprio mentre i pesanti proiettili delle balliste lo puntavano.
 
 
 
 
 
“Come sarebbe a dire fuggito!? Eravate un esercito!”
“Mio signore, non ci aspettavamo di dover affrontare un drago.. non avevamo le armi giusto e…”
“Storie, siete solo degli incompetenti! Vi solleverò dall’incarico! Radunate il consiglio e l’accademia! Esigo che ogni loro sforzo sia finalizzato a trovare Kail e portarlo qui! Vivo o morto non mi interessa!”
Il re era furibondo; non poteva credere che suo fratello fosse riuscito a scappare. Per di più così facilmente. Aveva terrorizzato la città, abbattuto una zona fortificata, ridicolizzato il suo esercito e fuggito solo con qualche graffietto. Non ci poteva credere.
I suoi araldi si misero subito a lavoro, decisi a mettersi al riparo dalla sua rabbia, contattando subito chi aveva chiesto il Re. Ma subito, un altro, fece il suo ingresso nella sala del trono. Il Re di Nuova Enwar, Taor.
“Bello spettacolo, amico mio.” Disse con uno strano sorriso.
“Sarà migliore quando lo avrò ucciso. La nostra alleanza ci più essere utile, voglio che tutti i regni si mobilitino! Che diano la caccia a quel mostro! Lo voglio morto e  la sua testa appesa ad una picca d’innanzi alle porte di Makrat!”
“La tua furia non ti aiuterà a trovarlo. Sicuramente è molto potente, l’abbiamo visto entrambi. Vuoi fermare un drago? I miei uomini sono già molto impegnati in altre ricerche, occupati tu, dei tuoi problemi.” Fu la secca risposta dell’altro sovrano.
Jarrod strinse i pugni, valutando quanto gli sarebbero costate le minacce da un punto di vista politico. Dopotutto, nulla gli impediva di farlo arrestare in quel momento per costringerlo a prendere provvedimenti. Il problema era che questo avrebbe diminuito paurosamente il suo potere e la sua influenza negli altri regni.
Alla fine, decise di optare per una formale richiesta di aiuto.
“Siamo alleati, ricordalo! Avevamo deciso di unire i nostri regni. Se è ancora valido, il nostro accordo, allora aiutami. Se non puoi aiutarmi tu, personalmente, allora solleva gli altri regni.” Disse con decisione, squadrando l’altro sovrano.
“Anche se fosse valido, l’accordo prevedeva un matrimonio… matrimonio che non c’è mai stato. Non posso aiutarti.” Concluse il sovrano di Nuova Enawer, voltando le spalle a jarrod. “Oggi devo tornare alla mia capitale per coordinare gli sforzi del mio esercito, ma cercherò di convincere qualche sovrano a darti una mano.” Aggiunse, mentre usciva dalla sala del trono.
Jarrod strinse i pugni, furioso. La sua autorità non valeva nulla, e lui odiava suo fratello. Odiava che lui avesse così tanto potere, odiava che minasse il suo e odiava saperlo vivo.
Con un urlo, tirò un pugno ad una delle colonne di pietra della sala.
La colonna si spezzò.
 
 
 
 
 
Kail si risvegliò.
Era in mezzo ad un campo di grano. Le spighe dorate si sollevavano verso il cielo, solleticandogli la pelle e riparandolo dai brucianti raggi solari. Notò che era vicino alle foreste limitrofe ai campi intorno a Makrat.
Faceva fatica a muoversi, si rese conto che indossava solo un paio di pantaloni, ma accanto a lui c’erano i suoi effetti personali, comprese le sue armi. Si alzò confuso. Per qualche istante gli fu difficile elaborare gli avvenimenti del giorno, poi, come un maglio, i ricordi lo investirono nuovamente.
Le fiamme…
Il fuoco…
Le urla…
Le ferite…
Il sangue…
E il potere. Un potere immenso, una forza inaudita, incontrollabile come un fiume in piena, come un vulcano che esplode, come un tornado furioso, come un terremoto terribile.
Se la ricordava bene, così come la sua mutazione. Ma era tornato umano… o almeno ne era convinto.
Cosa gli era successo?
Non aveva risposta… o forse la temeva.
Decise di trovare un nascondiglio per riprendere le forze e schiarirsi le idee. Si alzò e si incamminò nella boscaglia che conosceva bene. Era passato qualche anno, ma ricordava bene quel posto, e sapeva come orientarsi. Non ci mise molto, infatti a trovare la grotta in cui si nascondeva tre anni fa, quando era da poco fuggito dal castello e ucciso suo padre.
Era una grotta abbastanza grande e profonda da ospitare comodamente una persona, il soffitto a volta, liscio e alto, quasi fosse stato scavato.
Kail si sedette stanco su una delle tante rocce che puntellavano la grotta e tentò di addormentarsi senza successo. La sua mente era invasa da pensieri e preoccupazioni. Temeva il potere che aveva scatenato, temeva doverlo usare e aveva paura di far del male agli innocenti. Aveva ucciso spesso, ma era sempre stato guidato dalla necessità e dalla difesa.
Adesso quei poteri potevano portarlo ad essere un pericolo per tutti.
Si alzò e si concentrò, cercando di capire. Sentì di nuovo quell’energia primordiale attraversargli il corpo come un ondata di fuoco. Il suo corpo mutò di nuovo, ma non del tutto.
Adesso aveva mantenuto fattezze parzialmente umane, ma il corpo era ricoperto di auree squame, dure come l’acciaio, il viso, allungato, era una maschera di drago che incuteva timore con la bocca irta di denti aguzzi. Sulla schiena torreggiavano due potenti ali e aveva una lunga coda.
“Cosa sono diventato!?” Urlò alla volta, emettendo un ruggito adirato e furioso, facendola tremare.
Non capiva, voleva sapere perché era cambiato così e così all’improvviso. Pensò a lungo, cercando di capire quale fosse la spiegazione a tutta quella faccenda e, alla fine, giunse ad un’unica conclusione: magia.
Qualcuno doveva avergli fatto un incantesimo, una maledizione, probabilmente un sigillo. Doveva capire come romperlo, se fosse stato possibile.
Sapeva dove andare. Nelle montagne ad est di Makrat i maghi avevano degli insediamenti dove aiutavano i cavalieri a far partorire i draghi per poi incantare le loro uova e renderli più forti sul campo di battaglia.
Se c’era un mago che poteva spiegargli cos’era successo, era un mago che stava lì, che conosceva i draghi e i loro poteri e, forse, anche le magie che li riguardavano.
 
 
 
 
 
 
 
Note del Pazzo
Salve gente, come vi trovate? Spero bene perché io sono sommerso di roba da fare. Dopo ANNI sono riuscito a mettere questo capitolo del cavolo ed eccomi qui. Ho fatto del mio meglio, spero di essere anche un po’ migliorato. Comunque sia, da qui in poi l’avventura (Quando continuerà che ho un po’ di robe da fare) si farà più interessante… e appariranno personaggi riguardanti la storia di Menphy. Ringrazio ancora Khallya98 che mi ha permesso di scrivere questa storia.
A presto.
AxXx

 
  
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