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Autore: amu hinamori    17/11/2013    4 recensioni
la storia narra dell'avventura di una principessa ribelle, che non si è mai innamorata, ma che lo vorrebbe tanto, grazie al suo rapimento da parte di Ikuto, lei capirà cosa vuol dire innamorarsi e svelerà il mistero che si cela dietro alla sua collana a forma di conchiglia blu, tutto sulle onde del mare...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tornarono a casa, tutti quanti erano felici che Amu fosse viva, non era proprio in forma (infondo aveva appena sfiorato la morte), ma erano tutti felici. E venne l’ora anche per le principesse di andarsene, gli ultimi abbracci con i pirati, fra le lacrime delle ragazze, esclusa Amu, era venuto il momento di scegliere. Amu accompagnò le amiche sulla soglia della foresta con i cavalli, Ikuto e gli altri erano rimasti alla villa a preparare la cena.
-Allora che cosa vuoi fare?- chiese Noelle rivolgendosi a Amu.
-Sai benissimo come la penso…- rispose Amu.
-Ma tu non lo odiavi?- chiese sarcastica Angelica. Amu divenne subito rossa perché sapeva benissimo di chi stavano parlando.
-Non intendevo quello- rispose Amu imbarazzata.
-Sappiamo benissimo quello che intendevi- rispose Caren.
-Ah, ma davvero?- chiese Amu.
-Se ci fosse un bivio tu cosa sceglieresti?- chiese Angelica ad Amu.
-Che tipo di bivio?- domandò Amu.
-Se da una parte c’è il buio e dall’altra la luce, tu cosa sceglieresti?- chiese curiosa Angelica.
Amu rise, sapeva benissimo a cosa si riferiva.
-E adesso perché ridi?- chiese Noelle.
-Perché mi avete chiamata raggio di luna?- chiese Amu.
-Beh, perché sei una ribelle, di solito si dice raggio di sole, ma tu non sei così intensa da brillare come il sole, in effetti tu brilli quando c’è il buio, quando ci sono delle scelte difficili da fare- rispose Noelle.
-Bene, allora ci ha azzeccato- rispose Amu.
-Cosa?- chiesero.
-Niente, una cosa a cui stavo pensando- rispose Amu.
-Allora cosa rispondi?- chiese Angelica.
-Io non sceglierei- rispose Amu.
-In che senso?- chiese Angelica.
-Io scelgo lui, ne il trono, ne la mia vita da moschettiera, scelgo solo lui- ripose Amu mentre le ragazze montavano sui cavalli.
-E perché scegli proprio lui?- chiese Noelle.
-È semplice, è il miracolo più comune di tutti- rispose Amu.
-Dove l’ho già sentita questa frase?- chiese Caren.
-Da me, vi ricordate quello che avevo detto quando erano spariti i miei genitori?- chiese Amu.
-Se non mi sbaglio avevi detto… bho non me lo ricordo- disse Angelica.
-Avevo detto: sarebbe un miracolo se il miracolo più comune accadesse a me- rispose Amu.
-Sai una cosa?- chiese Caren.
-Cosa dovrei sapere?- ribatté Amu.
-Tu leggi troppi libri- affermò ridendo Caren.
-Lo so, e me ne vanto- rispose Amu ridendo anche lei.
-Ma la cosa più strana ma anche più bella sta nel fatto che ciò in cui tu credi e in ciò che tu desideri si avvera, prima o poi- disse Noelle.
Amu sorrise amaramente per la frase detta dall’amica.
-Purtroppo non è così- affermò Amu.
-Come?- chiese Angelica.
-Io avrei voluto che lui non mi mentisse, come si fa a voler bene a una persona se poi ti tradisce in questo modo? Spiegatemelo- disse Amu.
-Occhi in grado di vedere ciò che altri non vedono- risposero insieme.
-Uno dei miracoli più belli in assoluto, e al quale tu dai vita senza neanche rendertene conto è quello del perdono, e tu questo miracolo l’hai fatto accadere anche con il primo ministro, volevi farlo sparire ma tu riesci a vedere il lato debole delle persone e a perdonarli anche se tu ci hai sofferto- affermò Angelica.
-Si vede che sono magica- rispose Amu.
-Magari sei semplicemente Amu- affermò Caren.
-Allora noi ce ne andiamo- disse Noelle.
-È stato bello rivedervi ragazze- disse Amu.
-Addio- dissero Angelica e Caren lacrimando.
-Ragazze, avete ancora delle lacrime da versare, e poi non è un addio. È un semplice ciao- rispose Amu.
-Allora ciao- dissero le ragazze partendo al galoppo nella foresta.
“Proprio così, è un semplice ciao” pensò Amu sorridendo ma le lacrime iniziarono a rigarle il viso.
Iniziò a camminare senza meta, quando una luce bianca apparve davanti a lei.
-E così anche l’oscurità che ti aveva avvolta è svanita- disse la donna dai capelli color argento.
-Già- rispose Amu.
-Ora è venuto il momento di salutarci- disse la donna.
-Perché?- chiese Amu.
-Tu hai compiuto il tuo dovere, ora Ikuto deve compiere il suo- ripose la donna.
-Quindi ti devo salutare- affermò Amu.
-Io faccio parte di qualcosa che altri non possono vedere, non è un addio- disse la donna iniziando a dissolversi.
-Ma non sappiamo che cos’è perché il buio fa parte di noi, e sta a noi utilizzarlo nel modo giusto- disse Amu. La ragazza riprese a camminare quando passò davanti alla cascata e tanti ricordi le vennero alla mente.
Flashback
-Sei zuppa. Perché ti sei buttata?
-Volevo sapere che cosa brillava sul fondale…
-E allora?
-Ho trovato questo- disse lei porgendoglielo.
-È un diadema carino- disse lui, -ti starebbe bene in testa.
-No, io non metto su diademi e corone- lo fermò lei.
-Ma dai, voglio solo vedere come stai- disse lui.
Lei lo guardò, ci pensò due minuti e poi disse: -D’accordo.
Lui le mise il diadema in testa e quando la guardò vide la principessa che era in lei.
-Sai che sembri veramente una principessa- affermò lui. Lei arrossì vistosamente.
-Non dire stupidaggini Ikuto- gli rispose.
Fine flashback

Flashback
-Ma dove siamo finiti?- chiese Ikuto meravigliato.
-Non lo so- disse lei guardandosi intorno.
-Ma cos’è quello?- disse Ikuto guardando il fondale del piccolo bacino d’acqua.
-Ikuto stai attento!- disse lei, ma invano, visto che Ikuto cadde in acqua perché si era sporto troppo.
-Ahia!!!- l’urlo di Ikuto ruppe il silenzio.
Amu si avvicinò all’acqua per vedere come stava Ikuto.
-Non sopporto dire questa frase, ma: Te lo avevo detto!- disse lei aiutandolo ad uscire.
-Stai attenta, credo di essermi fatto male al ginocchio- disse lui uscendo dall’acqua.
Amu lo fece sedere per terra, per vedere la ferita di Ikuto.
-Hai una bella ferita sul ginocchio sinistro, mi dici come hai fatto? Dopotutto sei solo finito in acqua.- disse lei ridendo.
-Che ci trovi di divertente?- chiese lui.
-Niente, ora fammi vedere cosa posso fare-  disse lei.
-Tu mi vorresti medicare?- chiese lui ironico.
-Vuoi morire perché ti si è infettata una ferita, o perché hai compiuto un’impresa eroica?- chiese lei divertita.
-Vada per l’impresa eroica-
Fine flashback.

Poi arrivò alla scogliera dove Ikuto l’aveva portata qualche sera prima, il sole stava iniziando a tingere l’acqua del oceano di un lieve rossore e una lieve brezza iniziò a soffiare. Amu decise di ritornare alla villa dai ragazzi, però aveva un po’ di timore ad affrontare Ikuto.
Arrivò alla villa, salì in camera sua. Dopo essersi data una ripulita, si voltò verso il letto e vide sul comodino un vaso di vetro azzurro contenente delle rose bianche. Lei si avvicinò e iniziò ad accarezzarle poi vide il suo ciondolo accanto al vaso, lo prese in mano, e poi lo mise nella tasca, non era destinata a lei quella collana, in compenso si mise una collana con uno zaffiro blu raffigurante la mezza luna e poi uscì dalla stanza.
Scese in sala da pranzo, ma non trovò nessuno, si guardò intorno: tutte le luci della casa erano spente, tirava solo un po’ di vento. Amu andò in cucina, non trovò nessuno neanche li, sentì poi delle voci provenire dal salotto. Si avvicinò alla stanza ma non trovò nessuno, in compenso c’era una luce fuori dalla casa, Amu uscì sul balcone.
-Tanti auguri!-
-Mio dio, ma cosa succede qui?- chiese Amu sbalordita.
-Non so se tu te lo sei dimenticata: oggi è il tuo compleanno- le disse Kukai sorridente.
-Non dirmi che te lo eri dimenticata?- domandò scherzando Pierre.
-A dirla tutta sì- confessò Amu imbarazzata. Tutti scoppiarono in una fragorosa risata. Amu li raggiunse in giardino e ringraziò per lo splendido regalo. L’unica nota stonata era che mancava qualcuno di importante: Ikuto.
-Ok, ora mettiamo in atto la seconda parte del piano- disse Utau.
-Ovvero?- chiese Amu.
-Ikuto è andato da qualche parte e tornerà tra poco, l’unica cosa da fare è metterti a posto- affermò Keith guardandola.
-Che cosa?- chiese Amu.
-In poche parole ti devi cambiare vestito- disse Utau spingendola di sopra, in camera. Fece mettere un abito bianco con delle rose blu che decoravano la gonna del vestito che le arrivava fino alle ginocchia, fece in modo che i capelli di Amu fossero raccolti in una crocchia ma che diverse ciocche cadessero sulla schiena della ragazza.
-Sai Ikuto era spaventato- disse Utau mentre metteva un po’ di trucco sul viso di Amu, la ragazza si fissò nello specchio.
-Dici sul serio?- chiese.
-Ma certo, ti vuole tanto bene- affermò Utau posando il pennello.
-Allora perché lo ha fatto?- chiese Amu abbassando il capo.
-Questo non lo so, ma so una cosa…- rispose Utau.
-Cosa?- chiese Amu.
-Non lo ha fatto di sua spontanea volontà- rispose Utau guardandola.
-Non ci credo-
-Cosa?-chiese la bionda.
-Non ci credo, è impossibile che qualcuno consegni qualcun altro alla persona che la vuole uccidere, per di più tutto quello che è successo prima era tutto una bugia- affermò Amu.
-Amu, ti dico la verità perché so come ti senti: tutto quello che è successo in questa casa, tutto quello che è successo con Ikuto era reale, non era niente di inventato-
-Non metto in dubbio quello che è successo con voi, ma con Ikuto…non ci credo, non ha avuto neanche il coraggio di dirmi la verità- affermò Amu.
-Ti chiedo solo di ascoltarlo- disse Utau. Amu si voltò, le sorrise e poi le disse: -Non ho niente da rimetterci-
Verso circa le nove le ragazze scesero giù in giardino, ora era anche arrivato Ikuto, cercava di sorridere e di fingersi felice, ma Amu notò che Ikuto era tutto fuori che felice. Passò la serata ridendo e scherzando, Amu non si divertiva così da tantissimo tempo. Quando aiutò Utau a sparecchiare, Ikuto se ne andò via verso la spiaggia.
Amu quando tornò in giardino non lo trovò si girò in torno ma non lo vide, poi Yoru le disse che era andato sulla spiaggia. Amu non sapeva cosa fare se andare da lui o no. Voleva sbattergli in faccia tutti i suoi sentimenti, gli voleva dire che lo amava sopra ogni cosa, che lui era tutto per lei.
-Se gli vuoi parlare è meglio che lo fai subito-
-Tu dici?- disse Amu rivolgendosi a Keith.
-Non posso dirti i suoi sentimenti, ma ti posso dire che tutto quello che è successo non è accaduto perché Ikuto lo voleva- rispose Keith, ma Amu era già sparita, poi la rivide sul suo cavallo.
-Non c’è bisogno che lo difendete a spada tratta, anche se lo volessi, non potrei fargli del male- disse Amu partendo di corsa verso la spiaggia.
“È vero, non ho ne il coraggio ne la forza di fargli del male, però lui ha fatto del male a me e io voglio sapere perché. Non gli sto chiedendo tanto!” pensò Amu mentre attraversava la foresta, quando arrivò al limite di essa, scese dal cavallo e iniziò a camminare, quasi subito incontrò con i piedi la sabbia, alzò il capo ma non vide nessuno, si guardò attorno, ma non c’era nessuno. Quando il suo sguardo si posò sul posto segreto vide Ikuto sul orlo del promontorio.
-No, non lo puoi fare- disse Amu ansimando, iniziò a correre verso il promontorio, era ancora molto stanca, ma non le importava, non poteva lasciar Ikuto.
Quando arrivò al inizio della salita, Ikuto non si accorse che Amu era dietro di lui.
-Perdonami- disse Ikuto singhiozzando. “Sta piangendo…” pensò Amu.
-Perdonami Amu, è tutta colpa mia! Ti ho fatta cadere in una trappola costruita per distruggere i tuoi sentimenti, la cosa che mi fa più male è che sono stato proprio io farti del male utilizzando i sentimenti che provavo come esca per farti del male- continuò Ikuto piangendo, -e adesso l’unico modo per non farti più del male è fare in modo che io sparisca per sempre…-
ad Amu si fermò per un attimo il battito cardiaco.
-No non lo fare Ikuto- sussurrò, ma quel sussurro non arrivò a Ikuto. Amu prese tutto il coraggio che aveva e poi urlò: -NON LO FARE IKUTO!
Il ragazzo sentì la voce di Amu dietro di lui, il ragazzo si voltò lentamente e vide la ragazza a qualche metro di distanza da lui.
-Ti prego non lo fare- disse lei facendo qualche passo per raggiungerlo.
-Non ti avvicinare- esclamò Ikuto fermando Amu, -voglio che tu te ne vada- continuò.
-No- disse Amu.
-Amu-
-No, io non mi muovo da qui- disse Amu.
-Vuoi proprio vedermi morire- disse Ikuto.
-Io non te lo permetterò- rispose Amu lacrimando.
-Cosa credi di fare? Non riuscirai a farmi cambiare idea- disse Ikuto voltandosi verso il mare.
Amu iniziò a correre per cercare di fermarlo, ma Ikuto si voltò e Amu lo sfiorò con il corpo e lo oltrepassò.
-NO!!- urlò Ikuto, e con uno scatto la prese per il braccio sinistro e la riportò indietro e la strinse a sé. Lacrime di Ikuto cadevano sulla testa di Amu, la ragazza ricambiò l’abbraccio che aveva creato Ikuto per salvarla dalla caduta. Rimasero così per chissà quanto tempo, poi sciolse l’abbraccio e guardò Ikuto negli occhi.
-Io non ti permetterò che tu sparisca dalla mia vita- disse Amu.
-Amu…- sillabò Ikuto. Amu appoggiò le mani sul viso di Ikuto e iniziò ad asciugargli le lacrime.
-Ma perché? Perché lo fai Amu?-
-Cosa?-
-Continui a far sembrare tutto facile, fai di tutto per nascondere il tuo odio per me- rispose Ikuto.
-Io non sto nascondendo niente- disse la ragazza.
-Non ti credo-
-E perché no?-
-So benissimo che mi vorresti vedere morto, che mi vorresti far sparire per sempre dalla faccia della terra, quello che mi chiedo è perché non lo fai?-
Amu abbassò il capo, non poteva nascondergli la verità non in quel momento.
-Non ti voglio nascondere che in parte ero venuta per fermare il primo ministro, non potevo permettere che facesse del male a te o a qualcun altro, ma sono venuta anche per rivederti- disse Amu.
-Eri venuta per vedere me?- chiese Ikuto.
-Sì- rispose Amu.
-E te ne sei pentita?-
-Per niente-
-Amu- disse Ikuto.
-Dimmi-
-Chiudi gli occhi- le ordinò Ikuto.
-Che cosa?-
- Chiudili- ripeté Ikuto.
Amu li chiuse, dopo qualche secondo sentì le braccia di Ikuto stringerla in vita e poi, come un battito di farfalla, Ikuto posò le sue labbra sue quelle di Amu lasciandole un dolce bacio. La ragazza rimase interdetta per il gesto del ragazzo ma non tardò molto a rispondere al bacio. Quel momento durò qualche istante, poi i due si staccarono ma non si allontanarono più di qualche centimetro avendo paura che uno dei due sparisse.
-Io ti amo- disse poi Ikuto, la ragazza alzò il capo e lo guardò negli occhi, -io ti amo più di ogni altra cosa- disse Ikuto.
Amu lo abbracciò mettendo le braccia attorno al collo del ragazzo, non ci poteva credere glielo aveva detto.
-Ikuto- disse la ragazza.
-Dimmi-
-Hai appena fatto un miracolo- affermò Amu.
-Un miracolo sarà se tu finirai questa giornata illesa visto che hai sfiorato la morte per ben due volte- disse Ikuto ridendo, anche Amu rise.
-Anche quello, ma tu hai fatto in modo che il miracolo più comune accadesse me, non so davvero come ringraziarti- disse Amu sciogliendo l’abbraccio.
-C’è qualcosa che potresti fare…- disse Ikuto.
-Cosa?- chiese Amu. Il ragazzo le si avvicinò all’orecchio e le disse: -Voglio sapere quello che provi per me.
-Devo proprio dirtelo a parole?- chiese Amu.
-Perché c’è un altro modo?- chiese Ikuto.
-Beh un altro modo ci sarebbe…- disse Amu.
-Allora qual è?- domandò Ikuto avvicinandosi al viso della ragazza, qualche centimetro di distanza separava le loro labbra.
-Questo- disse Amu dandogli un bacio appassionato. Quando si staccarono Amu disse: -Credo che questa sia tua- facendogli vedere il ciondolo a forma di conchiglia.
-Ma se è tua- constatò Ikuto.
-Bene, ora voglio che la tieni tu, e non voglio un no come risposta, intesi?- disse Amu.
-D’accordo- disse Ikuto arrendendosi. Amu si avvicinò e gli mise la collana al collo.
-Ora però ho io qualcosa da darti- disse Ikuto.
-Cosa?- domandò Amu.
-Questo- disse Ikuto tirando fuori una scatoletta nera lunga con su un fiocco bianco.
-Ma che cos’è ?- chiese Amu.
-Aprì- disse Ikuto. La ragazza sciolse il fiocco bianco e alzò il coperchio della scatoletta. Gli occhi della ragazza s’illuminarono. Tirò  fuori una catenina d’argento con un cuore.
-Ma è bellissima- disse Amu guardando Ikuto.
-Buon compleanno Amu- disse Ikuto.
-Ma non ti dovevi disturbare- disse Amu.
-Invece sì, guarda- disse Ikuto prendendo la collana in mano, -da una parte c’è il tuo nome, e dall’altra c’è il mio, così ti ricorderai sempre del mio nome.
-Come potrei mai dimenticarmi del tuo nome?- chiese Ikuto.
-Beh, magari, altro stregone, altro incantesimo, e ti dimentichi di me- disse ridendo.
-Ti assicuro che questo non accadrà mai più- disse Amu.
Ikuto sorrise, poi disse: -Dai voltati.
Amu si voltò e Ikuto le mise la collana al collo. Poi Amu si voltò verso di lui che le diede un leggero bacio e la abbracciò.
-Sapessi quanto ti amo- disse Ikuto.
-Sicuramente io di più- disse Amu.
-Io ancora di più di te- ribatté il ragazzo.
-Io di più-
-Io molto di più-
-Io mooooolto di più-
-Io ancora di più-
-Senti vuoi passare la notte a continuare a contestare?- chiese Amu ridendo.
-Se questo mi aiuta a dimostrarti tutto il mio amore e a chiederti scusa, lo posso fare per l’eternità- rispose Ikuto.
-Basta che la smetti di pensare a quello che è successo, che ti fa solo del male- disse Amu stringendolo.
-Come posso dimenticare il modo di come mi sono innamorato di te- disse Ikuto.
-Non lo so, ma so una cosa- disse Amu.
-Cosa?-
-Che non potrei mai farti del male perché ti amo troppo, e so che questo vale anche per te- rispose Amu.
Ikuto le diede un bacio che fece sembrare gli altri baci niente in confronto a quello.


Fine.
Angolo autrice
Che emozione! La storia è terminata, non ci posso credere! Vi voglio ringraziare tutti dal profondo del cuore.
E pensate sempre a questo quando si parla di amicizia o di amore: sono dei semplici miracoli comuni, ma che sono i più belli!
Amu Hinamori.
  
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