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Autore: Circe    25/11/2013    4 recensioni
Tutto si svolse durante un'estate. Una sola estate di sogni e di amore, l'unica davvero felice per il giovane Severus.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Epilogo

Come ogni bel sogno che si rispetti, prima o poi doveva infrangersi con la dura realtà.

La dura realtà di me stesso di Severus Piton e della mia triste vita. Io sono il ragazzino silenzioso e studioso coi capelli sporchi che gli ricadono sugli occhi scuri, sul viso scarno e smagrito. Il ragzzino che nessuno desidera e ha mai realmente desiderato.

Quando mai la mia vita è andata realmente bene? Mai.

Quando questa aveva seguito il corso che io avevo sempre desiderato? Mai.

Eppure non desideravo molto: impegnarmi nello studio della magia, imparare sempre nuove cose, diventare un mago potente e rispettato. L’avrei fatto con l’impegno e la mia bravura, ma prima di tutto desideravo lei… desideravo Lily sopra ogni cosa.

Invece non avrei dovuto sperare che proprio il prezioso amore per Lily si potesse salvare dal mio infausto e solitario destino.

È bastato lo spegnersi dell’estate, il declinare dei colori vivi e della luce del sole, è bastato il cambio del vento leggero, perché iniziasse a spegnersi anche il suo amore per me.

Sev, fra poco ricomincia la scuola… ti allontanerai da quei tuoi amici, non è vero? Non mi piacciono affatto.” diceva in tono preoccupato.

Avrei abbandonato persino i miei amici, se solo me ne avesse dato il tempo. Se solo non si fosse allontanata per prima lei da me.

Con l’arrivo dell’inverno, i meravigliosi e caldi colori dell’amore che avevano fatto da cornice alla più splendida delle estati, si trasformarono improvvisamente in un azzurro limpido, ma freddo glaciale; nel silenzioso e insulso bianco opaco. Il bianco di un’onda che si infrange sugli scogli, trasportata dal freddo vento del nord, l’onda che si spezza e si distrugge infrangendosi con la dura e corrosiva superficie della roccia fredda, cupa e sferzata sempre dallo stesso vento del nord.

L’onda si rompe in mille pezzi, in mille cristalli freddi e pesanti che finiscono a morire sulla spiaggia.

Così mi sentivo io, così si sentiva il mio cuore in quell’inverno in cui lei mi abbandonò, in cui il suo sorriso dolce e sincero, spontaneo e contagioso si posò altrove, lontano da me. Mi sentivo come l’onda, spezzato e disperato, morto sulla spiaggia, assorbito e soffocato da mille granelli di indifferenza, inutile e dolorosa come la sabbia.

Lily finì per allontanarsi da me definitivamente, l’inutile e disperato Mocciosus che tanto la amava e la desiderava, non era più nei suoi pensieri. Se n’era andata per finire fra le braccia del grandioso James Potter, colui che giocava a Quiddich e che le faceva una corte spietata e sapiente da immemorabile tempo.

Fu un colpo durissimo. Da cui non mi ripresi mai.

Un colpo da cui non volli riprendermi e che non volli mai dimenticare: non potevo odiare Lily, e odiare ciecamente Potter non mi era d’aiuto. Lei sarebbe stata il mio amore per sempre, a lei sarebbero stati legati tutti i miei ricordi più belli, tutti i colori meravigliosi, il calore più esplosivo e luminoso di quell’estate.

Ricordavo tutto di lei.

Il suo profumo dolce, quel pomeriggio caldo e assolato in cui facemmo l’amore nel prato, fra l’erba, dopo che finalmente mi disse che mi amava e che voleva star con me, che non aveva più timore.

Era un profumo dolce di fragola che aveva sulle labbra e fra i capelli: mi faceva sentire la persona più felice dell’universo. Poi le dolci lentiggini che le ricoprivano leggere la pelle candida del viso, che le donavano quell’aria dolce e innocente, ma in un certo senso birichina… le donavano in maniera straordinaria.

La gonna leggera che si alzava e si posava giocherellando sulle cosce, leggermente scostata dal vento e fiorata sempre più arditamente dalle mie mani esitanti e desiderose. Mi faceva sognare.  La piccola collanina che le contornava il collo e le spalle, rossa come i suoi capelli, quelle piccole pietre che le illuminavano anche lo sguardo.

I suoi occhi incomparabilmente verdi e penetranti, come tutta la natura attorno a noi.

La sua pelle candida, il corpo caldo e fremente… di desiderio e timore.

Eravamo così legati, così vicini e uniti che il mondo e la magia erano per noi, tutto in quel luogo e in quel momento, tutto insieme, non avevamo bisogno di nulla, eravamo tutto l’uno per l’altra.

Era così per entrambi, la perfezione di un attimo che diventava eterno.

Quel pomeriggio avevo lavato e pettinato con cura i capelli, avevo indossato i vestiti puliti, quelli più belli che possedevo. Tutto per essere al meglio per lei.

Avevo rubato qualche goccia di dopobarba da mio padre, per sembrare grande, adulto e desiderabile. La amavo, volevo essere bello per lei.

“Sei bellissimo, Sev!” mi aveva detto vedendomi. E io timido non le credevo.

Sorrideva e mi baciava “A me piaci tantissimo!”

Le accarezzavo con dolcezza le guance, le baciavo le labbra e ridevamo felici.

Lentamente, fra uno scherzo e l’altro avvicinavamo i nostri corpi sensualmente l’uno all’altro, la nostra pelle si toccava, le mani si intrecciavano con desiderio ed incertezza.

Poi, nonostante le piccole stupide avversità di quella prima volta, i dubbi, la vergogna e le incertezze, era successo. Era accaduto che ci fossimo uniti.

Nel calore, nel desiderio, nel pieno dell’estate.

Fu bellissimo.

Mi sentivo unito per sempre a lei, legato da un’esplosione di felicità e piacere, sentimenti e desiderio travolgente e sconosciuto, mai provato prima.

“Ti amo, Sev.” mi disse infine guardandomi  negli occhi con infinita dolcezza. La abbracciai sperando di non doverla mai lasciare allontanare dalle mie braccia.

“Anch’io, Lily, non sai quanto.” risposi in un sospiro.

Eravamo felici.

Era bastato fare l’amore con lei per sentirmi una persona nuova, pronta a tutto, forte e potente come non mai. Volevo stare sempre al suo fianco e proteggerla da tutto.

Mi sentivo cresciuto e maturato, mi sentivo un uomo… ed ero finalmente felice, completo.

Successe tante volte quell’estate che ci amammo così… che riuscivo persino a sperare che non ci saremmo mai più separati, nemmeno per un istante. Erano volte sempre più belle, sempre meravigliose, a volte più dolci, a volte più appassionate: eravamo sempre più uniti.

Fino al momento in cui è ricomparso lui…

Fino al momento in cui il freddo inverno ha preso il posto del calore dell’estate. Le divise scolastiche, i colori diversi delle case di appartenenza, il freddo dell’autunno, il desiderio di tornare alle Sale Comuni. La pioggia, la nebbia, il grigiore di quei giorni lontani.

Gli amici sbagliati… i miei, i suoi… le litigate continue. Quando le lacrime iniziarono a mescolarsi con la pioggia battente, sempre più spesso, le mattine, i pomeriggi, le sere, allora cominciai a capire che l’avrei persa.

Ebbi terrore, paura, angoscia. Tutto cambiava.

Fino al momento in cui i colori dell’amore lasciarono definitivamente il posto all’unico colore possibile: il nero della notte, dell’odio e della solitudine.

Questo colore, buio, oscuro, tetro e lugubre ha poi accompagnato tutto il resto della mia vita… ho scelto io di non abbandonarlo mai.

Senza di lei, comunque, nulla avrebbe mai assunto nessun altro colore possibile.

...................................

Ringraziamenti:

Questo è l'ultimo capitolo di questa breve storia su Severus e Lily! Spero di non aver reso Lily troppo stronza, ma di aver fatto intendere almeno in parte che gli eventi l'hanno allontanata.

Per quanto riguarda Sev, ho provato a dare forma e voce al suo dolore grande per aver perso l'unica cosa bella della sua vita.

Ringrazio tutti per aver letto e recensito! E seguito fino alla fine nonostante i ritardi!

Per qualsiasi commento domanda ecc risponderò alle eventuali recensioni!

Ancora grazie

Circe

   
 
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