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Autore: Shiroohiohi    21/12/2013    1 recensioni
Orihime Inoue, sola, ignara della realtà terribile che la circonda, si trova catapultata in un universo a noi tristemente ben conosciuto: le mura del campo di concentramento di Auschwitz. Ma forse... E' davvero "sola" all'interno di questo incubo?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Espada, Gin Ichimaru, Inoue Orihime, Sosuke Aizen
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Orihime continuava a sentirsi tirare da quella mano coperta dal guanto freddo di pelle nera. I pochi fari tenuti accesi dalle sentinelle, per controllare che i prigionieri non scappassero, non erano abbastanza forti per permetterle di vedere distintamente quello uomo. Distingueva la linea delle spalle sotto il tessuto pesante dell'uniforme, che lo rendeva più minaccioso di quel che, forse, poteva essere realmente. Chiuse gli occhi per qualche secondo pregando che quello non fosse l'ultimo contatto fisico delle sua vita. D'un tratto uno scricchiolio ovattato la costrinse ad aprire gli occhi: la terra si confuse con le mattonelle fredde e bianche di una stanzetta: piccola e illuminata da una luce fioca che rendeva tutto più surreale. Venne spinta su una sedia, mentre il suo aguzzino richiudeva la porta. Lo guardò nel silenzio e nel terrore. Si voltò. Occhi verdi, freddi, labbra sottili e pelle bianca, caratteristiche che, quando mischiate alla perfezione formano Ulquiorra Shiffer. Si fissarono, lui impassibile, lei terrorizzata. Dopo qualche minuto entrò, da un'altra porta di legno un uomo: era vecchio e con le gambe storte. Un sottile e malmesso paio di occhiali tondi gli sovrastavano il naso secco.
- Buonasera signore.- balbettò appoggiando a terra una borsa di cuoio, Orihime si senti rassicurata da quel dettaglio, ne aveva viste tante come quella, era la tipica borsa da medico. Provò a sorridere al vecchio, ma lui subito distolse lo sguardo, cercando quello di Ulquiorra che subito si avvicinò a passa deciso alla giovane afferrandole per i capelli corti che gli scappavano da in mezzo alle dita. Scoprì l'orecchio, il vecchio subito capi e apri la borsa, piena di boccette e fiale. In silenzio le pulì la ferita e tutto intorno, anche il collo e le diede un panno per pulirsi il sangue dalle mani. Una volta finito prese un ago e il filo, Ulquiorra lo fermò tirandogli uno schiaffo sullo mano scheletrica, tanto forte che paresse volesse rompergliela: - No!- disse fermo - richiede troppe cure.- gli mise in mano due proiettili, il vecchi sgranò gli occhi. -M-ma signore.. Questo le farà male..-
- Tanto peggio per lei.- esordì mentre Orihime cercava di capire, ma inutilmente, prima che potesse aprire bocca Shiffer le piegò la testa di lato, stringendo i capelli con tutta la forza che riusciva a metterci. Il vecchio ruppe uno dei proiettili facendo cadere sulla ferita un po' di polvere da sparo.. Orihime cominciò a tremare. -L-la prego..- gemette spaventata - la prego, signore..-
Gli occhi lucidi e gonfi di lacrime si rifletterono sulle lenti sottili degli occhiali. Il vecchi distolse lo sguardo, impegnato in quella tortura in cui l'aveva costretto l'uomo a pochi passi da lui. Quando il proiettile fu svuotato completamente, la ferita era un grumo di polvere grigia, pronta a scoppiare avvicinata ad una qualunque scintilla. - procedi!- ordinò Ulquiorra fermo. Il vecchio tentennò guardando la ragazza, ancora terrorizzata l'uomo. Sembrava che dietro alla patina vitrea degli occhi verdi ci fosse un barlume di eccitazione in quello spettacolo raccapricciante e patetico. L'anziano tirò fuori un pacchetto di fiammiferi dalla tasca, Orihime lo guardò spaventata mentre, sistemava tra le dita il bastoncino di legno, facendolo scorrere sul lato ruvido della scatola. Chiuse gli occhi non appena il rumore della fiamma di fece sentire con uno sbuffo grigiastro di fumo, sentì il calore del fuoco avvicinarsi all’orecchio e lo sfrigolio della polvere da sparo che si incendiava… Dopo di che, più nulla. Il Grido della ragazza si stagliò contro i vetri sottili come un fulmine a ciel sereno. Tutti lo sentirono, ma solo uno fu estasiato da quel dolore straziante. Ulquiorra ne fu inebriato, come una ventata di aria fresca, come una sigaretta dopo una notte passionale, mentre Orihime ricadeva sulla sedia, svenuta.
- Magnifico.-
  
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