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Autore: lamialadradilibri    22/01/2014    3 recensioni
Una serpe può entrare nel cuore di una Grifona? E se - per ipotesi - ci riuscisse, cosa le farebbe? Se ne prenderebbe cura, o lo strapperebbe e distruggerebbe fino all'ultima goccia di sangue?
(Cap. 1)
« E poi andiamo, » continuò, sorprendendola. « chi vorrebbe aiutare Draco Malfoy? ».
Annuì, convinta. « D’accordo. Ma a pranzo voglio la torta ».
(Cap. 9)
Stava per andarsene, delusa da sé stessa, quando sentì qualcuno tossicchiare. Si voltò, terrorizzata d'aver incontrato, erroneamente, la McGranitt o chissà chi altri, ma non era nessuno di non voluto.
Perché lì, davanti a lei, c'era Draco.
[...] E, un secondo dopo, lui la baciò.
(Cap. 11)
[...] “Quindi è importante, per te.”
“Non dovrebbe?” sbottò. “Draco. È stato il mio pri... Secondo bacio” [...] “Non bacio chiunque! E io, be', credevo d'essere importante per te. Perché tu lo sei per me, sei importante. O almeno così credevo, io..”
[...] “Tu... sei così importante. Per me. Però sei anche così... difficile”.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 19°
SCUSA.





***
Quando una persona tocca il fondo, non se ne accorge subito. E così Tina se ne stava lì, impuntata con quell’aria trionfante. Sì, fino a poco prima aveva pensato che fosse tutta colpa del Karma, del suo cattivo comportamento, della sua condotta scorretta ... e forse era davvero così. Tuttavia non le importava più: ora ciò che contava era l’essere scagionata, liberata. Da colpevole o innocente. Non era importante. Lei volva tornare fuori, insultare Eléna, correre, scrivere... E non l’avrebbe fatto. Mai più.
Draco le aveva tolto questa libertà. In un secondo, lei capì chi era il vero nemico. L’aveva sempre tenuto d’occhio, sì, ma come preda. Aveva perso di vista ciò ch’era importante per la sua vita: eliminare Draco Malfoy. D'altronde, cos’altro si sarebbe potuta aspettare da un mangia morte? Se la Granger era ancora viva, al suo fianco, era per miracolo! Avrebbe dovuto capirlo. Draco era un demone, un demone da eliminare.
La porta si spalancò. Non entrò nella stanza né la preside, né Eléna  - tra l’altro: perché non s’era ancora mossa a farlo?! -, né tantomeno la Granger, o Draco.
Entrò Rossana.
Rossana, ma ciao! – tentò di dire, inutilmente, Tina. S’irritò, sentendosi privata di ciò che le premeva più d’avere: la parola. Sua madre, bravissima giornalista*, le aveva sempre detto: « La parola è l’unico modo per conquistare la vittoria! ». E lei ce l’aveva fatta. Tina no – e immaginava che sua madre non ne fosse, ancora, al corrente. Appena l’avesse saputo... sarebbe successo il finimondo.
“Ciao, Tina.” La poté salutare Rossana. Ma con una voce disumana, da uomo. Sorrise. I suoi denti erano marci.
Tina capì perché, sin da quand’era entrata, s’era sentita un po’ a disagio. No, non perché l’aveva quasi uccisa.. ma perché quella non era Rossana!
Che diavolo sei?
“Una non-morta.”
Tina sobbalzò, sudando freddo. Non riuscì ad alzarsi: chi cazzo l’aveva legata al letto? E soprattutto, perché non se n’era accorta prima?
Puoi sentirmi? Parlo?, domandò, col cuore a mille ed il fiato corto.
Rossana sorrise ancor più. Dalla sua bocca uscì un lungo verme scuro, che andò lentamente a posarsi sulla sua guancia, lasciando dietro sé una scia di unto. “Certo che no. Ma ho diverse capacità. Posso leggere il pensiero.”
Dunque... una non-morta.
“Sì.”
Rossana non disse nient’altro di più. Il verme ricominciò la sua risalita, fino al suo occhio. Tina lo guardò con orrore passare sotto la palpebra e... E entrare nell’orbita. S’aspettò che Rossana urlasse – per il dolore, almeno! – ma lei restò impassibile. Anzi, sorrise.
“Poiché sono una non morta, è nella mia natura decompormi man mano. Questo non l’ho detto a Hermione. Si sarebbe spaventata.”
E come finirai?
“Da quando t’interessa della fine che farò, sciocca?”
Tina deglutì. Aveva davanti a sé ... un morto vivente. Un non-morto, sì. La cosa la disgustò e preoccupò. Provò ancora a liberarsi, causandosi soltanto bruciore a polsi e caviglie.
Cosa vuoi.
“Te.”
Me?
Rossana ghignò. “La tua vita. Sei proprio un’idiota.”
Tina deglutì a vuoto, dolorosamente. Rossana aveva tutti i motivi per i quali volerla uccidere.
Ma Tina si credeva più forte. Lei l’avrebbe scampata, non Rossana. Un’insulsa non-morta!
“Oh, invece non sarò io a morire, Tina” la sfotté Rossana, avvicinandosi. Un odore acre investì Tina, che s’appellò a tutta la forza che aveva in sé per non vomitare o lamentarsi. La situazione era già abbastanza rivolta contro di lei, meglio non scatenare ancor più l’inferno.
“Sei proprio furbetta, eh?”, commentò Rossana, avanzando d’un passo.
Smettila!
La non-morta ridacchiò, divertita più che mai. “Di fare cosa, di grazia?”.
Di leggermi la mente!
“Posso fare anche questo.”
Tina neppure la vide. Un secondo dopo, Rossana era davanti a lei, s’ergeva come una dea potente e indistruttibile, con un ghigno che non prometteva nulla di buono.
“Bu!” continuò, imperterrita, Rossana. Non le importava più né di sé, né degli altri. Nemmeno della sua reputazione. Infondo, non aveva nemmeno più una reputazione. Era una non-morta, e la cosa le stava piacendo più del previsto. Inoltre, alcune persone le erano apparse in sogno. L’avrebbero aiutata, a patto che lei facesse qualcosa per loro.
Rossana, io ... non farmi del male! Ho perso la calma, e così ...
“Così mi hai ammazzata. Purtroppo per te, quasi ammazzata.” Rossana sorrise così tanto che scoprì le gengive – rosse –, rendendosi ancor più spaventosa agli occhi di Tina, che si coprì la bocca ormai inutile con una mano.
 
Scusami! Se potessi tornare indietro ...
“Non puoi!” tuonò Rossana, e appoggiò la sua mano sulla gola di Tina. Le scostò la mano dalla bocca e osservò la sua espressione piena d’orrore, spaventata più che mai. Si sentì potente. “Nessuno può tornare indietro. Rimediare agli errori è un dono che non c’è concesso, Tina.”
Se solo potessi... Oh, cielo! Rossana. Siamo state amiche!...
Rossana le afferrò la gola con dita e unghie e strinse. Strinse e strinse e strinse. “Oh amica mia. Questo non avresti dovuto dirlo...!”
 
“Una non-morta? Oh, Herm, dimmi che scherzi!” si lagnò Ronald, con un principio d’infarto; aveva una mano al cuore e una brutta cera. Harry non se la sentì di commentare – non aveva parole, solo ... bestemmie – e si limitò ad osservare Draco Malfoy che, impassibile, osservava il divertente quadretto. Lo odiava, quel Malfoy. Per più motivi: primo, aveva portato via a Ron e a lui la mente del trio, Herm; secondo, era una serpe; e ultimo motivo, era un Mangiamorte, causa indiretta di tutte le morti della guerra. Anzi, di più: causa indiretta della guerra. L’avrebbe volentieri strangolato a mani nude, per vedere la sua anima sudicia uscirgli dal corpo, ma si costrinse ad accennare un sorriso. Per Hermione. Lo faceva solo per lei.
“Sì... Sentite, ragazzi. È un po’ complicato. Lei è una spia. Va eliminata.”
“Una non-morta non si può eliminare” osservò Harry. Draco s’irrigidì all’istante, ma non ci badò: anzi, rigirò il coltello nella piaga, intuendo cosa fosse accaduto. “Si elimina da sé. Si decompone, man mano che il tempo passa.”
A Malfoy uscì un gemito strozzato dalle labbra. Mmh. Interessante. E così, tra i due c’erano più segreti del previsto.
“Come...?” dissero all’unisono sia Herm che Ron. Lui sembrò sul punto di svenire, e lei ... Be’, lei si sentì ovviamente tradita.
“Proprio così” affermò d’un tratto Draco. Harry serrò i denti. Odiava quando il ragazzo faceva l’alfa della situazione, perché no, non lo era. Era un truffatore.
Quindi gli rubò – ancora – la parola, furente: “Malfoy, perché non hai detto subito ad Hermione la verità?”. Ormai la situazione era chiara: Draco sapeva cos’era un non-morto ed Herm no. Chissà che assurdità le aveva raccontato?
“Già, perché?” sussurrò lei, sorpresa. Sorpresa. La sua amica ch’era cambiata. Sarebbe dovuta essere stata furente, incazzata. Avrebbe dovuto iniziare a parlare a più non posso, urlando, piangendo dall’ira anche, perché no. Ma era sorpresa.
“Io... Non volevo scioccarti. So cos’era per te Ross.”
Idiota.
Harry osservò, impotente, Hermione limitarsi ad annuire. Avrebbe voluto urlarle, forte, che con Malfoy non sarebbe andata da nessuna parte. Solo tranelli e bugie. Inganni.
Ma si limitò ad attendere.
“Oh. Be’, grazie. Ma preferirei mi dicessi subito la verità. Sai, per una questione di ... rispetto.”.
Draco la osservò accigliato per qualche secondo e poi, al contrario d’ogni ipotesi, si limitò a scrollare le spalle. Come se dicesse: sì, hai ragione tu. Malfoy stava dunque dando ragione a qualcun altro? A una natababbana, per di più?
Harry si sentì sgomentato. Qualcosa era cambiato, e lui era stato troppo preso a scegliere tra l’amicizia e l’amore per rendersene conto.
Era un idiota. Un immenso idiota.
 
Ma anche Hermione, troppo presa da Draco e Ross, non s’era accorta del cambio di Harry. Non s’era accorta che Harry, sempre più, s’era avvicinato a... Eléna.
La stessa Eléna che le arpionò il braccio, eccitata.
“Hermione Granger, di nuovo!”
Hermione le lanciò un’occhiata in tralice. Proprio in quel momento, doveva arrivare proprio quella persona?
“Eléna.” Commentò, acidamente. Riversò la sua ira verso Draco su di lei. Draco le aveva mentito ... D’accordo, l’aveva fatto in buona fede – lei n’era certa -, ma le aveva comunque detto una bugia. E l’idea che Ross, che non era più la stessa Ross, si stesse... Decomponendo, la mandò in crisi. “Cosa vuoi, esattamente?”
Eléna le lanciò un’occhiata storta. “Quanta rabbia!” commentò, avvicinandosi ad Harry. All’inizio Hermione pensò d’afferrarla, credendo volesse importunare anche l’amico, ma poi lui la abbracciò. Un abbraccio vero, dolce.
Hermione boccheggiò. Harry e... L’arpia? Oh, no.
Stava già per urlare, ma Ron glielo impedì. Le afferrò il polso con delicatezza, un tocco proibito, e l’avvicinò a sé. “Hermione, non c’è tempo.” Le sussurrò, con un’aria da orsacchiotto. E la convinse.
Hermione abbandonò l’idea d’attaccare Eléna, di stringerle le mani al collo, e sospirando s’allontanò. Harry gli avrebbe seguiti, e Draco ...
Oh, Draco!
La rossa si voltò, sorpresa di sé stessa. Per un momento – solo uno – aveva agito come se fosse tutto come prima: era andata da Ron, il suo migliore amico, e s’era lasciata guidare.
Ignorando Draco alle sue spalle.
“Draco? Vieni...?” sussurrò, sperando che egli non le facesse una scenata.
Hermione si voltò, esitando.
Draco la fissò, senz’alcuna espressione. E senz’alcuna espressione, prese qualcosa dalla tasca della sua divisa, la stracciò e la gettò a terra.
Solo dopo che lui le fu affianco, rivolgendo un breve saluto a Ronald, Hermione realizzò cos’era quella cosa ormai distrutta.
La sua lettera.
 
*”bravissima” nel senso ch’era una giornalista di tutto rispetto, tutta d’un pezzo, che ha sempre scritto la verità.

 
***
ANGOLO AUTRICE - un po' in ritardo, ma pazienza.
Veramente non ho scuse per il ritardo, perché ci è crollata un po' la scuola, quindi eravamo a casa, eppure... Dài, non sono così tardi no? (sì!!).
Dunque... Non c'è niente in particolare da dire su questo capitolo. Cioè, sì, c'è... ma voi avete benissimo potuto leggere cos'e' successo, no?
Tina. Tina, madonna. E' morta? E' morta?
Dovrete attendere per saperlo. Chissà se qualcuna la vorrà ancora viva?
E Ron? Che Herm abbia cambiato ,,priorità''?
Davvero, se lo facesse, la odierei ( è un TUO personaggio! TU decidi ciò che fa! - Em sì ok.. Va be' dai ).
Duuunque. Cos'altro dire? Sì, vero ... Harry e ELENA. Per l'amor di dio! Io già la detesto.. vedrete che fine farà! (muahahah!).
Vi lascio! A presto <3
Vi lascio con questa foto dove Daniel e Tom sono bellissimi :3 Non commentiamo il soggetto dietro ahaha :')
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