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Autore: Dark life    15/02/2014    3 recensioni
Sun. Giovane, bella e terribilmente triste.
Mike. Il suo idolo, l'unica persona che potrebbe salvarla.
Chester. Idolo e persona a cui pensa per superare le giornate.
Tutto cambierà una mattina, e Sun non sarà mai più la stessa. Ma nemmeno Mike..
(La mia PRIMA fanfiction...siate buoni ♥)
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chester Bennington, Mike Shinoda, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CHESTER

-Emily?-

Stavo correndo su e giù per l'intero edificio urlando quel nome, senza trovare nemmeno l'ombra di quella donna. Possibile si fosse volatilizzata così nel nulla? Dio, speravo solo che non le fosse successo nulla. Ci mancava solo quello...

Poi, all'imporviso, un lampo di genio: fuori. Doveva essere fuori, per forza. Forse era tornata in auto per aspettare Sun e dopo una "chiacchierata" come quella di prima me ne sarei andato anche io. Non aveva tutti i torti.

Iniziai a correre come un pazzo verso l'uscita accompagnato da un' insensata angoscia, o meglio, terrore. Avevo un brutto presentimento, orribile. Ma perché, cazzo, perché?

Raggiunsi la porta e sempre correndo uscii lasciandola aperta alle mie spalle. Mi voltavo da ogni parte in cetca della sua auto, sperando di ricordarmela, senza speranze. Ancora una volta corsi su e giù attraverso le file di auto guardando dentro ad ognuna, sperando di trovarci quel viso, quella donna, quella povera donna cresciuta in fretta proprio come sua figlia. Infondo avrà avuto si e no 16 o 17 anni quando scoprì di aspettare quella creatura. Un "disastro" dopo l'altro a quella poverina.

**

Finalmente la mia corsa finì e mi accasciai affannato alla portiera dopo averla vista e, probabilmente spaventata dal mio aspetto, saltò fuori dall'auto per venire a tirarmi su.

-Chester!- urla con la voce un po' rotta. Stava piangendo, ha le guance arrossate come gli occhi. -Chester, che diavolo stai facendo? Sei fradicio! Hai corso?-

-Si..posso...sedermi? Non..ce la faccio..più..- risposi col fiatone. Non speravo proprio di vederla piangere, ma sapevo che toccava di nuovo a me mettere a posto le cose.

Mike, fanculo.

-Siediti, su. Perché stavi correndo come un pazzo?- mi chiese non appena ci fummo seduti.

Notai un sacco di CD sui sedili posteriori, un pacchetto di fazzoletti vuoto (sicuramente finito pochi minuti prima) e un pacchetto di sigarette quasi vuoto. Restai ad osservare quel pacchetto per un po' prima che Emily se ne accorgesse.

-Ne vuoi una?-

-Magari dopo, grazie. Non sapevo fumassi, non sembri il tipo.-

-Infatti, è raro vedermi fumare. Solitamente lo faccio quando sono troppo stressata o agitata.- Ne prese una dal pacchetto assieme all'accendino e se la portò alla bocca. -Ti dispiace se ne fumo una qui dentro?-

-No, certo che no. Fa pure...-

La osservai mentre accendeva la sigaretta e inspirava profondamente, per poi rilasciare il fumo chiudendo gli occhi. Osservandola meglio notai che dimostrava meno anni di quelli che aveva in realtà, nonostante qualche volta le si formava una piccola rughetta vicino agli occhi e le profonde occhiaie di quel momento. Era molto bella, oggettivamente parlando.

-Mi risponderai prima o poi?- mi disse sorridendo. Quanta tristezza in quegli occhi, quanta stanchezza in quelle labbra tirate, quante lacrime in quelle occhiaie.

-Si, scusami. Ti stavo cercando.-

-Per cosa?- avvicinò nuovamente la sigaretta e ripetè gli stessi gesti di prima.

-Dobbiamo parlare. Di tua figlia e di Mike.-

La vidi irrigidirsi un attimo per poi voltarsi e squadrarmi come se fossi stato un pazzo. Accennò una risatina prima di appoggiare i gomiti alle ginocchia e fissare il volante.

-Cosa devo dire ancora?- la sua voce tremava, mentre i suoi occhi iniziavano ad inumidirsi. -Non ti è bastata la scenata? Vuoi dirmi qualcosa anche tu su come abbia rovinato la mia vita e quella di tutti?-

Iniziò a ridere ma ben presto quelle risate si trasformarono in lacrime che iniziarono a rigarle il volto e a rendere ancora più marcate quelle occhiaie sulla sua pelle candida.

Buttò fuori il fumo ancora una volta.

-No, Emily. Non sono qui per giudicare nessuno.- risposi più freddo di quanto pensassi. -Vedi, ho parlato con tua figlia di un paio di cose. Mi ha parlato di Mike, di te, delle sue cicatrici...- aspettai un momento per vedere la sua reazione e, come previsto, si voltò a guardarmi. Sapeva che mi aveva raccontato più di quanto avesse mai raccontato a lei. E lei non voleva altro che sapere.

-Ti..ha mostrato le sue cicatrici?- le sue mani iniziarono a tremare e le sue pupille restavano fisse nelle mie come se volessero leggerci qualcosa dentro di incomprensibile.

-Si. Ha le gambe totalmente rovinate. Mi ha mostrato quello che non è mai riuscita a mostrare a te. Ah, volevo chiarire anche che non ti ha mai detto tutto non perché non si fidasse di te, ma perché non voleva farti soffrire. Mi è sembrata una ragazza molto forte e convinta, ma allo stesso tempo debole e fragile. E' una situazione difficile, la vostra, ma si può uscirne con un po' di tempo e forza. E a voi di certo non mancano queste cose, sbaglio?- mi fissava come incantata e aspettò un po' prima di rispondere e per assimilare tutte le mie parole.

-No.. Non sbagli.- si voltò dall'altra parte e si portò la sigaretta alle labbra. Inspirò e lasciò il fumo, come se tutte le sue paure e il suo dolore, assieme ai mostri che teneva nacosti dentro, potessero uscire attraverso quel fumo.

-Già. Sai quanto ti ama quella ragazzina?- aspettai la sua reazione, che non tardò ad arrivare. Tornò seduta normale sempre con la sigaretta tra le dita. -Mi ha detto che vorrebbe essere come te, o almeno un po'. Sei il suo modello di vita, sei tutto quello che ha, anche se ora può contare su di noi, sei la sua forza. Non ti arrendere, ormai siamo a buon punto. Mike e Sun stanno parlando proprio ora e credimi, non ho MAI visto Mike in quelle condizioni. Mai. E' distrutto, vorrebbe solo mettere a posto le cose nel migliore dei modi anche se alla fine gli riesce male. E' terrorizzato-

-Perché noi siamo tranquille secondo te?!- grida voltandosi a guardarmi. -Beh, notizia dell'ultima ora: non lo siamo affatto!- finì di gridare per poi voltarsi e mormorare una cose che suonò come "Sapevo che non dovevo portarcela qui".

-Lo so che siete sconvolte, non sto cercando di difenderlo o di giustificarlo, anzi! Sto facendo praticamente tutto io, se non fosse per me quella ragazzina non sarebbe lì dentro con suo padre! Si stanno riappacificando e manchi solo tu, non puoi tirarti indietro.-

-Non voglio più averci a che fare con lui.- il suo tono di voce era cambiato totalmente, quasi sussurrava.

-E' il padre di tua figlia, ci avrai sempre a che fare con lui. Non puoi fare nulla, se non sotterrare l'ascia di guerra assieme a loro. Farà male, ma dovrai passare oltre tutto, oltre tutte le sofferenze e provare ad essere felice con tua figlia.- inaspettatamente iniziò a piangere e mi lasciò spiazzato. Non volevo farla piangere, non ero lì per farla star male.

-Come puoi chiedermi tanto?- mi chiese guardandomi, mentre la sigaretta ormai si consumava sprecata. -Come puoi chiedermi di superare tutto quello che è successo, tutto quello che è stato detto?-

-Ci sono cose che non so? Sun mi ha accennato a quella sera in cui Mike ti ha liquidata ma non ha detto altro...-

-E' perché non sa altro. E non voglio lo sappia mai, non farebbe altro che aggravare tutto.-

-Puoi spiegarmi cosa è successo esattamente quella sera?- chiesi addolcendo il più possibile la mia voce e piggiando la mia mano sul suo ginocchio.

-D'accordo..- fece l'ultimo tiro da quella sigaretta prima di spegnerla del tutto e ricominciare a parlare. -Quella sera avevo chiamato Mike perché venisse a casa mia. Dovevo dirgli una cosa importante e al telefono sembrò contento di venire... Gli preparai il suo piatto preferito e tutto andò bene finchè non gli dissi che dovevamo parlare e che avevo una sorpresa fantastica.-

Sorrise e chinò la testa per nascondere altre lacrime. -Sai, ero così felice di aspettare un bambino da lui. Ha sempre amato i bambini perciò pensai che sarebbe stato felice anche lui di quella notizia, ma mi sbagliavo. Terribilmente. Mi chiese se stessi scherzando e quando confermai che era tutto vero iniziò a sbuffare e ad agitarsi. Mi chiese più volte dove avevamo sbagliato, mi disse che non doveva andare così. Non era quella la vita che si aspettava. Non era lui quello. Pensò anche che non fosse suo il bambino, quindi mi chiese anche con chi fossi stata a letto oltre a lui. E non me ne fregava niente, io ero lì e speravo fosse solo l'agitazione e che passasse presto per poter iniziare a vivere con lui. A crescere quel bambino con lui, ma lui non voleva. Non voleva vivere con me, non voleva passare la sua vita con me, non voleva quel bambino. Mi chiese se avessi mai pensato di abortire. Essendo giovane non potevo certo tenerlo. La verità è che io quel bambino lo volevo, lo volevo tantissimo. Quando ho scoperto di essere incinta ho subito immaginato a come sarebbe stato crescere e avere una famiglia con Michael, ho pensato a che bravi genitori saremmo diventati. A quanto felici saremmo stati insieme, insieme a quella creaturina che sarebbe nata. Invece no, lui sembrava quasi schifato da tutto ciò. Aveva paura, lo so, ma anche io ne avevo. Sapevo che la cosa sarebbe andata bene o male, e quella era la mia paura più grande. Lui se ne andò, lasciandomi da sola a crescere con mia figlia.-

-In tutto questo tempo non sei mai riuscita a trovare un uomo che potesse essere la figura maschile che è sempre mancata a Sun?- chiesi un po' stralunato.

-Mai. Ma sai qual è la cosa buffa? E' il perché. Non sono mai riuscita a trovare un altro uomo...In realtà non ho mai voluto, perché io amavo alla follia Mike. Lo amavo come non mai, l'ho amato più della mia stessa vita. Avrei dato qualsiasi cosa pur di vederlo sorridere, era il mio tutto. Era il mio mondo, capisci? E ho continuato ad amarlo riufiutando l'idea di rifarmi una vita per me e per mia figlia. Non sopportavo l'idea di amare qualcun'altro, ormai amavo lui e basta. Lui e Sun. Poi quando è nata l'ho suito amata con tutta me stessa. Come potevo non amarla, era ed è identica a lui. Ogni volta che la guardo vedo anche lui, vedo la vita che non ho avuto, vedo quello che lui si è perso. Vedo il mio mondo.-

-Emily, tu lo ami ancora, non è così?- gli chiesi, sapendo già la risposta.

-Che domanda stupida, certo. Hai sentito quello che ti ho detto fin'ora? E' stato tutta la mia vita, mi ha dato la cosa più bella che mi potesse mai capitare, mi ha amata anche lui. Sono stata ricoverata una volta per aver tentato il suicidio. I miei genitori mi hanno cacciata di casa subito dopo e in quel momento ho incontrato lui. E' stato come ritrovare la luce infondo ad un tunnel troppo buio e lungo. Ho sempre pensato di essergli di peso, ma lui mi faceva sempre ridere, mi distraeva quando ero un po' troppo fredda o triste perché sapeva che non c'era niente di buono nella mia testa, mi portava a mangiare il gelato come se fossi la sua bambina ed era proprio così che mi chiamava. Ci amavamo e sapeva che se mi avesse abbandonata sarebbe sicuramente successo qualcosa di terribile. Forse sarei riuscita nel mio intento. Lui mi ha salvato la vita, come potrei non amarlo?-

 

 

 

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Sono tornataaaaa! Pensavate fossi sparita, eh! E invece no!...

Ok, avete il mio permesso per lapidarmi all'istante!

Non potrò mai scusarmi abbastanza per il ritardo abnorme. Oltretutto ho avuto il coraggio di pubblicare questa oscenità.. ewe

Crocifiggetemi!

*si frusta* ma vi prego abbiate pietà per questa povera ragazza con due o tre materie da recuperare! *faccia d'angelo*

Comunque sia, vi prego di lasciare una recensione, anche negativa e se ci sono degli errori mi scuso in anticipo e magari segnalate.

Ringrazio chi legge, segue e recensisce questa sottospecie di cacchetta (che sta per giungere al termine mi sa..)

Detto ciò, un bacione e ci vedremo..non so quando.

Addio. *scappa*

Dark life

  
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