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Autore: OpheliaBlack    12/03/2014    2 recensioni
NUOVI CAPITOLI DOPO ANNI DI ASSENZA.
SPERIAMO BENE.
GRAZIE MILLE...
-Dal capitolo 4:
Quanti?”, chiese Kòre non appena riprese il controllo dei suoi pensieri.
“Non lo sappiamo. Non molti però, quello per fortuna è certo. A dire il vero, non crediamo che sia il caso di prendersi male, forse non riusciranno nemmeno a superare le difese della casa. Ma SuperSilente ha deciso di limitare al massimo i possibili danni. Quindi tu e Malfoyuccio sloggiate. Sai, io l’ho detto al Vecchio che due o tre Punitori non sono niente a confronto delle feste alla Tana, ma non mi ha preso molto sul serio.”[...]
-Dal capitolo 13:
“Senti, Voldemort non c’è più, nessuna nuova minaccia ammazza Mezzosangue sembra presentarsi all’orizzonte e questi sono solo sogni"[...]
-Dal capitolo 18:
"Per me si va ne la città' dolente,
per me si va ne l' etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.”
-Dal capitolo 19:
"Per loro è solo un libro, è fantasia. Un capolavoro di fantasia ad essere sinceri. Ci sono varie teorie su questa faccenda:c'è chi sostiene che Dante, l'autore del libro, rubò alcuni volumi di storia della magia e ne prese spunto per scrivere la sua verità.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: Otherverse | Avvertimenti: Non-con | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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HOLA POPOLO!!! LE SCUSE E LA PARTE DOVE MI FUSTIGO PER IL RITARDO È NELLA DISCALIA INFONDO CHE INVITO A LEGGERE PERCHÈ C'È UNA SORPRESA!!!!

CAPITOLO CHE NON IMMAGINAVO COSÌ CORTO MA HO PREFERITO TAGLIARE E DARE SPAZIO ALLA PARTE DI KÒRE ED EBONY NEL PROSSIMO CAPITOLO. FORSE NON CAPIRETE UNA MAZZA VERSO LA FINE MA PROMETTO CHE NEL PROSSIMO SARÀ TUTTO PIÙ CHIARO.

ENJOY!!!

P.S. CinderNella ce l'ho fatta!!!! XD


 


 

Il mese di maggio era arrivato e, nonostante la situazione fosse più che tesa, gli studenti di Hogwarts non erano giustificati a dormire sugli allori. I G.U.F.O e i M.A.G.O erano imminenti e lo studio era triplicato per tutti.

Lysander Scamandro era intenzionato ad approfittare di quel clima da esami per cacciare via i brutti pensieri. Kòre gli aveva insegnato che quando la sua mente era satura di negatività e non riusciva a smettere di pensare, il trucco era pensare di più: concentrarsi sui compiti, sullo studio, nella lettura...tenere occupato il cervello, ricoprendo di nozioni ogni suo angolo. In questo modo, sarebbe stato talmente saturo di pensieri che si sarebbe scordato quell'unico tarlo che all'inizio sembrava proprio non aver intenzione di andarsene.

Studiava ogni giorno, concedendosi una pausa per i pasti. Se avesse continuato con quel passo, avrebbe avuto il risultato migliore agli esami.

Si stava dirigendo in biblioteca dopo due estenuanti ore di Pozioni, pronto per ributtarsi sui libri.

“Lysander!”

Il fratello gemello lo aveva raggiunto dal lato opposto del corridoio.

“Ehi Lorc...non hai lezione di Babbanologia?”, chiese curioso Lysander.

“Il professore ci ha dato il permesso di uscire prima, per ripassare. Stavo andando in biblioteca ma fuori c'è uno dei primi veri soli dell'anno. Ce lo vogliamo perdere?”, disse come al solito naturale e spensierato.

“Io devo studiare...”, cercò di dire Lysander ma suo fratello non volle sentir ragioni. Lo prese di forza e lo trascinò con sé in giardino, poco lontano dal campo di Quiddich.

“Lorcan...dobbiamo studiare!”

“Lysander...hai praticamente imparato a memoria l'intero programma del quinto anno, lo so. Fai sempre così quando sei preoccupato. Credo che solo Rose Weasley sarà in grado di fare meglio di te il prossimo anno.”

“Io non sono preoccupato.”, rispose piccato.

“Lo sei.”, ribadì tranquillamente Lorcan.

“Ok! Lo sono! E come non esserlo?! Gli unici che riescono a convivere beatamente con questo casino siete tu, nostra madre e Lullaby Mason. E lei è quasi morta! Colpita da una fattura scagliata da Albus.”

“Lily non sembra essere preoccupata...”, disse giocando con dei fili d'erba.

“Lily ha undici anni. Non le viene detto tutto.”, disse secco Lysander.

“Jocelyn e Alexander sono tranquilli...”

“Sul serio? Stiamo seriamente considerando Jocelyn Green e Alexander Zabini degli esseri umani capaci di emozioni tali come l'ansia, il dubbio e la preoccupazione?”, chiese scettico il gemello.

“Anche loro hanno un cuore. Anzi, a giudicare da ciò che mi hai raccontato riguardo Alexander e la sua storia con Gwen direi che se il suo amore è tale da giustificare un atto così estremo, deve possedere un cuore davvero molto grande.”

Ecco. Come sempre Lysander si ritrovò spiazzato dalla straordinaria capacità del fratello di stravolgere completamente il suo pensiero, utilizzando una logica degna di Priscilla Corvonero. Spesso si chiedeva se il Cappello Parlante non si fosse sbagliato smistando lui tra le menti argute dei corvi e suo fratello invece tra i tassi.

“Non ti spaventa nemmeno un po' questa storia della Profezia, dei nuovi Mangiamorte che si fanno chiamare Punitori, nome tutt'altro che accomodante?”, chiese curioso Lysander.

“Ovvio che sia spaventato. Solo gli stupidi non conoscono la paura. Tuttavia, credo che le cose si risolveranno per il meglio. L'amore vince sempre.”, rispose Lorcan, ricordando uno dei massimi insegnamenti del vecchio Preside di Hogwarts, Albus Silente.

“Quindi, secondo te, si tratta solo di questo? L'amore che sconfigge l'odio? Luce contro ombra?”

Lorcan annuì sorridente.

“E' un tantino semplicistica come visione non trovi?”

“Chi l'ha detto che la soluzione migliore sia quella più complicata?”

“Touché, fratello.”, rispose sorridendo. Lysander sapeva bene che Lorcan lo aveva trascinato in giardino solo per tranquillizzarlo, sicuramente lo aveva visto nel pieno della sua follia da ape operaia no stop e voleva salvarlo da un tracollo emotivo imminente.

“Quello non è Frank?”, disse qualche minuto dopo Lorcan, intravedendo il giovane Grifondoro dirigersi proprio verso di loro.

Richiamarono l'attenzione del ragazzo che li raggiunse con una piccola corsa.

“Ehi ragazzi! Che facevate?”, chiese Frank.

“Lorcan mi stava illuminando con uno dei suoi lampi di genialità...tu invece?”, rispose Lys.

“Io...ecco...”, iniziò a dire Frank grattandosi il capo nervosamente, “devo vedermi con Rose.”

“Finalmente una buona notizia Frank. Sono davvero molto felice per te.”, disse Lorcan.

“Non esagerare Lorc...non è nulla di particolare...”, rispose un imbarazzato Frank.

“Mi sono perso qualcosa?”, chiese uno stralunato Lysander.

“Lys! Non dirmi che non ti sei accorto di quello che il nostro Frank prova per la giovane Rose Weasley!”, gli disse Lorcan. Lysander stava decisamente rivalutando il suo spirito d'osservazione.

“Ti piace Rose? Sul serio?”

Frank faticò a dare una risposta sensata senza balbettare o attorcigliare la sua divisa.

“Non avrai strane intenzioni vero?”, chiese assottigliando gli occhi minaccioso il gemello Corvonero.

“Ma che vai a pensare?!?! Le mie intenzioni sono più che dignitose! Rose poi ha solo quattordici anni!”, rispose allarmato Frank.

I tre ragazzi rimasero a scherzare e parlare dell'amica per un po', con annessi momenti di imbarazzo totale per il giovane Paciock.

“E' strano però...sono settimane che ci diamo appuntamento qui e Rose è sempre arrivata in anticipo.”, disse pensieroso Frank.

“A volte anche la perfetta Rose Weasley pecca.”, disse ridendo Lorcan.

“E' in ritardo?”, chiese Lysander.

“No...non ancora. Arriverà.”, disse sicuro Frank.

Quel giorno Rose Weasley non si presentò. Lysander e Lorcan avrebbero lasciato solo il giovane Paciock, evidentemente deluso dalla buca clamorosa della ragazza. Si chiese a lungo se la ragione di quel mancato incontro fosse solo una sfortunata coincidenza. Forse aveva avuto un contrattempo improvviso. Si decise anche ad andarla a cercare, pensando che le fosse capitato qualcosa di grave: passò dalla Biblioteca, poi in Infermeria, poi al Dormitorio. Nulla. Nessuno sembrava averla più vista dopo l'ultima lezione.

Frank si arrese al fatto che forse Rose si era semplicemente stancata di lui. Dal giorno in cui Albus gli chiese di tenerla occupata mentre con gli altri si incontrava con la Resistenza, la loro amicizia si era come rafforzata. Per anni lui era stato solamente l'amico dei suoi cugini, il figlio del professor Paciock, uno di famiglia certamente ma non altro. Non parlavano spesso durante l'anno scolastico, non si frequentavano intenzionalmente ed erano sempre in compagnia dei Potter-Weasley e di altri amici.

Quella notte, lui le fece compagnia per ore e, finalmente, ai suoi occhi era diventato solo Frank.


 

FLASHBACK


 

Era riuscito a trarre Rose in inganno. L'aveva convinta a venire nel dormitorio Grifondoro, nella camera che divideva con Garret, Fred e James. Mentre i due rischiavano la pelle nella Foresta e Garret era occupato in una specie di torneo clandestino di un un gioco babbano, il Poker, lui avrebbe rinchiuso la povera ragazza nella sua stanza. Superata la remora morale che la situazione gli creava (lui e lei rinchiusi in una stanza oltre il coprifuoco), si emozionò a tal punto da mettersi a pulire ogni angolo della camera.

L'ora x era arrivata. Una bussata veloce anticipò l'entrata di Rose. Appena la vide, Frank si illuminò. Era bella Rose, una bellezza forse ancora acerba ma quasi pronta a sbocciare. La cotta per la rossa, da che riusciva a ricordare Frank, c'era sempre stata. Fin da piccoli lui aveva deciso che quella strana bambini dagli occhi blu sarebbe diventata sua moglie. Certamente il pensiero di un bambino di quattro anni era notevolmente cambiato con l'avanzare del tempo e non sognava un matrimonio imminente con lei. Tuttavia, sperava in qualcosa di più, qualcosa di bello.

L'aveva accolta con i suoi dolci preferiti ed aveva gettato le basi per l'alibi dei suoi compagni. Le disse che entrambi erano impegnati in quel torneo di poker e nonostante la ragazza non condividesse la trasgressione accettò il fatto che i cugini non erano controllabili.

Passarono due ore buone a parlare, ridere e scherzare. Tutto quello che stava succedendo intorno a loro era come sparito, sovrastato dai loro sorrisi. L'aria pesante che si respirava in quei giorni si era fatta più leggera, un vento lieve di primavera.

“Quanto dovrebbe durare questo torneo?”, chiese la ragazza.

“Molto. Molto a lungo.”, rispose nervosamente.

“Sai chi è stato ad insegnare a Garret come si gioca a poker?”, chiese Rose camminando per la stanza.

“Credo suo padre...i suoi sono babbani.”

“Esatto. Il padre di Garret venne ospite alla Tana qualche anno fa. Insegnò a nostro nonno a giocare a poker come un professionista. Lui, a sua volta, lo insegnò agli uomini di casa.”

“Ah ah...”, rispose poco convinto.

“La cosa divertente è che mio nonno non aveva capito la metà delle regole del poker e James era pessimo a giocare.”

Lo sapeva. Ingannare Rose Weasley era quasi impossibile e il suo giochetto non avrebbe retto ancora per molto.

“Rose...”, cominciò lui ma le parole gli si bloccarono in gola nel momento in cui la ragazza gli si avvicinò abbracciandolo.

“Grazie.”, disse sempre stringendogli le spalle.

Frank rimase stupito da quell'abbraccio e dalle parole di Rose.

“Non so cosa stia succedendo o perché la mia intera famiglia sia nuovamente coinvolta ma so che avrei passato una serata terribile e in preda all'ansia se non fosse stato per te. Hai sempre saputo come calmarmi sin da piccola.”

“Loro stanno agendo con buone intenzioni Rose. Siamo solo stanchi di non sapere nulla, stanchi che tutti ci dicano che dobbiamo aspettare.”, rispose Frank sperando che la ragazza capisse.

“Non è per quello che non ho voluto partecipare. Anche io voglio sapere, due delle mie migliori amiche potrebbero essere potenziali criminali! Sarei disposta a tutto ma se per scoprire la verità è necessario mentire, ricattare e rovinare il futuro di un innocente...non lo accetto.”, disse seria Rose. Frank intravedette nelle sue parole un chiaro riferimento alla storia di Gwen e al comportamento tenuto da Scorpius.

“Rose...Malfoy ha solo-...”

“Non voglio più nemmeno sentire il suo nome Frank! Per favore...”

Il ragazzo acconsentì alle sue parole e la serata procedette sino a quando, in piena notte, James e gli altri riportarono scuola una malridotta Jocelyn Green.

FINE FLASHBACK


 

***


 

“Sul serio?”

Alexander Zabini si era trovato davanti Fred Weasley, James Potter ed Albus Potter che lo fissavano con quello che lui aveva definito “il tipico cipiglio da eroe.”

“Sei stato convocato nell'ufficio del Preside da nostro padre. Vogliamo venire con te.”, disse Albus.

“Dovresti smetterla di frequentare troppo la tua famiglia Albus. Stai diventando scemo. Non potete presentarvi con me, non ho diritto ad invitare degli ospiti.”, rispose sfacciato Alexander.

“Voi non potente entrare ma io sì.”

La figura di Rose Weasley apparve alle spalle di Alexander Zabini. In mano reggeva il mantello dell'Invisibilità.

“Come hai fatto a-...”, iniziò a dire James , sicuro che il mantello si trovasse al sicuro nella sua stanza.

“Non è difficile corrompere Garret.”, rispose secca.

“E di grazia piccola Weasley...come credi di poter entrare?”, chiese con il solito ghigno sarcastico Alexander.

“Non è ovvio? Io sto sotto al mantello, dietro di te.”

“Tu non ci vai da sola.”, disse Albus.

“E chi mi dovrebbe accompagnare sentiamo...tu Al? Sei ancora in convalescenza dopo il tuo attacco a mia madre e voi due”, disse indicando Fred e James, “siete quasi un metro e ottanta se non di più. Non ci starete mai sotto questo coso!”

“Vi consiglio di sbrigarvi. Sono in ritardo.”, disse annoiato Zabini.

“Va bene, va bene. Rose”, disse James, “stai super attenta e non farti scoprire.”

La ragazza si diresse verso l'ufficio del Preside insieme ad Alexander Zabini. Aveva dato buca a Frank e di questo se ne rammaricava moltissimo ma da quando lei e sua madre erano state attaccate da Albus non era più riuscita a smettere di pensare. Sentiva dentro di sé una nuova minaccia in avvicinamento, qualcosa che avrebbe messo nuovamente a dura prova la sua famiglia.

Alexander sogghignò sommessamente osservando Rose.

“Beh? Che hai?”, chiese bruscamente lei.

“Moi? O nulla di che...mi chiedevo solo cosa penserebbe il giovane Malfoy di questo tuo cambio di rotta.”

“Ma di che diamine stai parlando? Io non ho cambiato nessuna rotta e poi non mi interessa minimamente l'opinione di Malfoy.”

Zabini affondò le mani nella tasche sospirando.

“Docile e nobile Rose Weasley”, disse calmo, “hai appena corrotto Tubby affinché ti facesse entrare nel dormitorio maschile Grifondoro e rubato il mantello di tuo cugino. Stai per intrufolarti ad una riunione segreta con la mia complicità. Hai fatto un bel passo dalla parte dei cattivi non trovi?”

“I cattivi sono quelli che hanno quasi ammazzato Jo-Jo, quelli che tengono prigioniera Ebony e controllano Kòre. Tu e Malfoy siete solo dei ragazzini viziati ed egoisti, ben lontani dall'essere considerati una minaccia.”, rispose acida.

“Come ti pare Weasley. Sappi solo che la linea di demarcazione tra bene e male è molto meno netta di quanto tu creda.”

Arrivarono a destinazione e Rose, dopo aver raccomandato ad Alexander di aprire bene la porta per permetterle di entrare, si mise il mantello.

Lo scoglio principale era superato. Una volta entrata Rose doveva solo stare ben attenta e mettersi in disparte.

“Grazie di essere venuto Alexander.”, disse il professor Riddick, curatore della Casa Serpeverde e insegnante di Pozioni. Era un uomo abbastanza giovane, molto elegante e dai modi gentili. Tutto il contrario di quello che era Severus Piton.

“Dovere Signore. In cosa posso essere utile?”

Tra i presenti vi erano i genitori di Rose, suo zio Harry e sua zia Ginny, Draco Malfoy, qualche Auror tra cui Derek e Temperance, quelli che sembravano essere i membri della Resistenza, il professor Paciock, Jocelyn Green con il fratello e Theodore Nott.

Tutti erano rimasti sorpresi nell'apprendere che il capo della Resistenza fosse lui, per il semplice fatto che tutti lo credevano morto.

In seguito alla guerra, le famiglie dei Purosangue coinvolte con il Signore Oscuro furono arrestate e sottoposte a dure misure repressive e di controllo. In molti sostennero che si trattava di una specie di crociata, una caccia alle streghe fomentata dal desiderio di vendetta. Il padre di Theodore ebbe l'infausta sorte di perire per la causa di Voldemort ma fu abbastanza sveglio da non far marchiare il figlio a differenza di Draco Malfoy. Il Marchio Nero, utilizzato in passato da Tom Riddle per richiamare a sé i suoi Mangiamorte, diventò il nuovo metodo di controllo del Ministero. Rose si ricordò che una volta Ebony lo definì il GPS dei maghi: ogni spostamento era intercettato dal Dipartimento Auror che era riuscito a convertire la fattura oscura del marchio in una specie di incantesimo localizzatore. Questa assurda invasione della privacy terminò dopo qualche anno, grazie alle battaglie pacifiche messe in atto dal padre di Zabini ed altri figli e parenti di Mangiamorte, tra i quali vi era anche Theodore Nott.

Dopo circa sei o sette anni dalla fine delle ostilità, quello strano ragazzo sempre timido e riservato era partito per non si sa dove, in cerca, a detta dei tanti, di una nuova vita. Le cronache dei suoi mirabolanti viaggi intorno al mondo divennero presto materiale per giornalisti e scrittori che sostenevano di averlo visto combattere contro draghi rarissimi e scovare nuovi tesori. Era una specie di leggenda vivente anche se molti lo ritenevano un ciarlatano. La notizia della sua morte scosse l'animo di molti sino a quanto un agricoltore francese dichiarò di aver visto chiaramente la figura di Theodore Nott aggirarsi nei suoi campi. Da quel momento in poi, l'opinione pubblica si divise tra i sostenitori della sua morte e quelli che invece lo ritenevano vivo e vegeto. Evidentemente avevano ragione i secondi.

“Ragazzo”, disse proprio Theodore, “a nome anche della Resistenza voglio porti le mie più sentite condoglianze per la perdita di tuo padre. E' morto per una buona causa.”

“Mi sarebbe piaciuto saperlo prima ma grazie.”, rispose secco Alexander.

“Sei qui per un motivo preciso Alexander. Dobbiamo sapere qualunque cosa. Lo so che tu hai già detto che eri allo scuro di tutto ma devi davvero sforzarti. C'è altro che potresti esserti dimenticato?”, chiese Harry Potter.

“Vorrei essere più d'aiuto ma sul serio...ho detto tutto quello che sapevo. Appena capì che la Dolohov e la Rookwood nascondevano qualcosa mi sono limitato a farmi gli affari miei sin quando Ebony mi ha chiesto la parola d'ordine per entrare nel nostro dormitorio.”

Bugia. Grossa bugia. Rose dovette trattenere una risatina. Alexander si era dimenticato di menzionare il patto con Scorpius per il cuore di Gwen, la storia di Adam ed Ebony...

“Cosa ti ha offerto in cambio?”, chiese il professor Riddick.

“Come prego?”, chiese stranito Zabini.

“Ebony Rookwood. Per farsi dare la parola d'ordine...cosa ti ha dato in cambio?”, chiarificò l'uomo.

Bella mossa pensò Rose. Si notava che era stato un Serpeverde.

“Il nome di quello che ha ucciso mio padre.”, ripose con la rabbia negli occhi il ragazzo, “Celsus Groveling.”

“Idiota. Celsus era ed è un idiota.”, rispose Nott.

“Lo conosci?”, chiese Ron Weasley.

“Ho avuto la sfortuna di averci a che fare qualche volta...”, rispose il Capo della Resistenza.

“Avrei una domanda.”, disse Zabini.

“Dì pure ragazzo...”, rispose un uomo accanto a Theodore.

“Killian, giusto?”, chiese per conferma Alexander.

L'uomo annuì con il capo e lo invitò ad andare avanti con la domanda.

“Perché mio padre si è messo a proteggere Hezel Dolohov?”

“So quello che pensi...non è così.”, intervenne Draco Malfoy.

“Che significa?”, chiese il Preside.

“Mio padre aveva l'abitudine di trovarsi sempre nuove amiche, non so se mi spiego...Se Hezel fosse una di quelle non mi stupirei.”, rispose acido Alexander.

“Non lo è. Non lo è mai stata. E non parlare così di tuo padre!”, lo ammonì nuovamente Malfoy.

“Dopo la fine della guerra la famiglia Zabini ritenne saggio allontanarsi per un po' da tutto e da tutti. Blaise fu spedito in Polonia, da alcuni lontani parenti di sua madre. Il caso volle che in quella casa vi prestasse servizio una ragazza poco più che maggiorenne dall'iride viola, Hezel Karol.”, disse Theodore.

“La sua famiglia d'origine l'aveva diseredata in quanto non seppe adempiere al suo ruolo di Guardiana. Che ci crediate oppure no esiste una specie di esame ed Hezel non lo passò.”, spiegò Killian.

“Hezel non fu una delle tanti amanti di tuo padre perché si affezionò a lei quasi come a una sorella. E cercò pure di salvarla dallo sposare Ater Dolohov proponendosi lui stesso come possibile marito. I suoi genitori però avrebbero ricavato molto più denaro dalla dote offerta dai Dolohov.”, aggiunse Noah Green.

“Non sappiamo come sia riuscita a scappare né come sia stata in grado di fingere la sua morte pure con gli Auror ma sta di fatto che abbiamo una prova certa che sia ancora viva.”, disse Draco.

“E sarebbe?”, chiese Alexander.

“Abbiamo riesumato il cadavere. Almeno, quella era l'intenzione. Immaginate che bella sorpresa quando abbiamo scoperto che non c'era nessun cadavere da riesumare.”, disse Ron Weasley.

“Mi viene da vomitare...”, disse verde in volto il povero Neville che aveva già figurato nella sua mente l'immagine di uno scheletro.

“E voi non sapevate che Zabini proteggeva la madre di Kòre?”, chiese in tono accusatorio Derek.

“Lo sospettavamo ma non ne eravamo certi e sinceramente c'erano cose più importanti a cui pensare.”, rispose severamente Theodore.

“Con il senno di poi ci saremmo tutti comportati in maniera differente Gellant.”, lo redarguì il tenente Longbridge.

“Tuo padre”, riprese Theodore, “era custode di un altro segreto, questa volta per lo meno lo sapevamo anche noi.”

“Sul serio?!”, intevenne Jocelyn. Era da molto tempo che Rose non sentiva la sua voce. Era più marcata, più ferma, più cattiva. Quello che le era successo doveva averla toccata nel profondo.

“Jo...”, provò a dire suo fratello.

“Jo un bel niente Noah! Sapevate che c'era un pezzo della Profezia nascosto qui a scuola e non ce lo avete detto!?”

“Non è stato per mancanza di fiducia in voi. Lo abbiamo fatto per proteggervi.”, le rispose Killian.

“Proteggerci da cosa?!”, strillò Jo-Jo.

Killian e Theodore si guardarono imbarazzati, quasi come se sapessero benissimo il motivo ma avessero timore di dirlo.

“Proteggervi dalla tentazione di fare indagini e porre domande scomode alle persone sbagliate.”, provò a rispondere Noah.

“Ma sei scemo??!? E questo che cosa cavolo vorrebbe dire?!”

Noah riconobbe di aver detto una cosa che poteva apparire del tutto senza senso.

“Signore...io credo che tanto vale dire la verità. Sono tutti adulti adesso.”, disse rivolgendosi al suo Capo.

“Noah giuro che quando fai il misterioso ti spaccherei la faccia!”

“Chi ormai è adulto?”, chiese Harry Potter.

“Calmati Jocelyn...ora tutto vi sarà più chiaro.”, disse Killian.

Nel frattempo Alexander si era seduto su una poltrona mentre Rose era rannicchiata su una colonna alla sua sinistra.

“Una volta passata l'estate in Polonia Blaise fece ritorno ad Hogwarts, già a conoscenza di una parte della Profezia. Si può dire che fosse lui il primo tra noi a scoprirla. Io, Killian e altri lo venimmo a sapere solo due anni dopo.”, spiegò Theodore.

“Quindi voi la sapete?”, chiese Ginevra Potter.

“Se così fosse, non avremmo messo in piedi una Resistenza. Purtroppo, da quando tu e il resto di quello che era l'Esercito di Silente avete distrutto la Sala delle Profezie esse sono solo parole al vento. Hezel pronunciò l'intera Profezia, niente e nessuno ne prese atto.”, disse Theodore non nascondendo un sorrisetto sarcastico.

“Fortunatamente,”, continuò il Preside, “la giovane Hezel sfruttò il suo potere di Guardiana per cercare di scovare dentro di sé qualche stralciò di quella Profezia. Gli esaminatori dei Guardiani di Anime devono essere degli idioti dato che lei riuscì a mettersi in contatto con gli spiriti che gliela pronunciarono tutta. Salvo poi fargliela dimenticare.”

“Molto utile.”, disse sarcastico Malfoy.

“Come facevano gli spiriti ad esserne a conoscenza?”, chiese Hermione.

“I morti sanno sempre almeno una cosa in più dei vivi.”, disse saggiamente il professor Riddick.

“Hezel la scrisse tutta quanta su dei foglietti, in ordine sparso. Ne affidò un pezzo a Blaise, uno a Susan e chissà quanti altri e a quante altre persone. Doveva averla spaventata a tal punto da ritenere molto più saggio rendere il suo ritrovamento il più complesso possibile.”, disse Killian.

“Noi crediamo che ne abbia lasciato un pezzo anche a Legacy o a qualcuno della sua cerchia. Purtroppo, Hezel si era fidata di alcune persone sbagliate. La parte affidata alla signora Strogstone già la sapete...”, disse Theodore per poi interrompersi.

“Allora? Vai avanti, di cosa parla la parte affidata a Blaise? Per quale assurdo motivo io e le altre avremmo rischiato di cedere a chissà quale tentazione?!”, chiese stizzita Jocelyn.

Theodore Nott prese un lungo respiro.

Il vero amore non conosce guerre né confini, la sua fiamma non trema, non si affievolisce. Il loro sangue, blu e rosso, si tingerà come l'iride viola. I giovani amanti che il destino infausto ha separato sin dalla nascita, risorgerà dalle ceneri.”

Tutti i presenti si presero qualche minuto per riflettere sulle parole di Nott. Negli sguardi di molti, la giovane Rose vide la perplessità, lo sbigottimento, l'enorme sforzo mentale al quale stavano sottoponendo i loro cervelli al fine di capire cosa volesse dire tutto quanto.

Che cosa sciocca. Per lei era così chiaro, così ovvio, così lampante. A stento si convinse a non uscire allo scoperto in quel momento perché sapeva bene che anche sua madre aveva capito tutto. Così come suo padre.

Ron Weasley guardava un punto indefinito tra le sue scarpe e quelle del cognato Harry che gli stava accanto.

Hermione si sedette su una sedia, sospirando e portandosi le mani sui capelli.

Draco Malfoy era imperscrutabile.

“Sono solo io oppure anche voi altri non ci avete capito molto?”, chiese Derek.

“Herm? Che sta succedendo?”, chiese Ginevra Potter.

La donna non riusciva a parlare. Come poteva confessare di aver mentito a quella che era come una sorella per lei? Per tutti questi anni lei aveva recitato la parte delle moglie perfetta, madre impeccabile, ottima lavoratrice, eroina del mondo magico. Nessuno immaginava l'enorme peso che si portava sul cuore, l'unica macchia del suo passato, una macchia che non rimpianse mai di avere e che mai tentò di cancellare.

Hermione Weasley, la donna delle risposte, avrebbe tanto voluto non dover rispondere. Prima che potesse finalmente prendere coraggio, la risata sommessa di suo marito Ron la fece sussultare. Tutti i presenti osservarono la reazione a dir poco assurda dell'uomo.

“Stai seriamente ridendo Ronald?”, chiese Hermione.

L'uomo cercò di ricomporsi e, sempre intervallando risate e parole riuscì a mettere insieme una frase di senso compiuto:

“Scusa...ahahah! No davvero cara, ridere non è proprio la reazione corretta ahahaha! Ma devi ammettere che è tutto molto ironico! Insomma dai! Tu e Draco Malfoy vivete una relazione clandestina durante il vostro ultimo anno e durante tutto quel periodo c'è il pezzo di una Profezia nascosta in un quadro che decanta il vostro amore. Divertente, non trovi anche tu Malfoy?”

Draco era inebetito e non solo dalla scoperta che una parte della Profezia riguardava lui ma anche dal fatto che Hermione avesse raccontato tutto quanto a suo marito.

“Lui lo sapeva?”, chiese proprio quest'ultimo alla donna.

“Certo che lo sapevo Malfoy...mia moglie non sarebbe riuscita a sposarmi con un tale peso sulla coscienza!”, rispose con ira Ron Weasley.

“Hermione....”, riuscì a sussurrare Ginny Potter, in un misto di sconcerto, inquietudine e sbigottimento.

Alexander Zabini si guardava intorno preoccupato. Sperava che Rose sarebbe stata in grado di non farsi scoprire, magari reagendo malamente a quelle rivelazioni. Da un certo punto di vista era dispiaciuto per lei. Draco Malfoy era riuscito a riabilitare il nome della sua famiglia con gli anni ma di certo non era molto apprezzato all'epoca del Signore Oscuro. Suo padre gli raccontava spesso di come lui e Draco fossero spesso vittima di scherzi, prese in giro, a volte vere e proprie spedizioni punitive durante il loro ultimo anno ad Hogwarts, dopo la sconfitta di Voldemort. Hermione Weasley aveva avuto una storia con quello che all'epoca era conosciuto come uno dei partecipanti alla morte di Albus Silente.

“Ok...questo è imbarazzante.”, disse Temperance Tudor.

“A dire il vero la Profezia va avanti”, disse Theodore interrompendo qualsiasi genere di discorso che si sarebbe potuto creare in quel momento, “e non è riferita alla storia tra Malfoy ed Hermione.”

“Che significa?”, chiese Ron Weasley.

Della loro sorte il fato solo è a conoscenza, il loro amore non potrà essere consumato in tempi di pace. Essi riusciranno in ciò in cui i loro predecessori hanno fallito, avranno il coraggio di combattere.”

“Io continuo a non capire.”, disse Derek Gellant, beccandosi l'ennesima gomitata da parte di Temperance.

“Anche Blaise inizialmente non capì molto. Era convinto che si trattasse di Draco e Hermione ma non si capacitava di queste ultime righe. Loro hanno obbiettivamente consumato il loro amore in tempi di pace.”, rispose Theo.

“Questo è poco ma sicuro...”, aggiunse ironico Ron, riferendosi alla relazione passata della moglie. Sapeva bene che i due non si limitavano a baci e carezze.

“Blaise era sempre preoccupato.”, disse Draco Malfoy pensieroso, “più la storia con la Granger andava avanti, più lui sembrava sospettoso, paranoico a volte più di me.”

“Era convinto che foste voi due ma evidentemente si sbagliava. Avete sposato altre persone ed avete condotto vite completamente separate.”, aggiunse Killian.

“Quindi siamo punto e capo. Ottimo.”, disse Harry Potter, sedendosi e sospirando.

“Suggerisco di prenderci una notte per riflettere sugli elementi che abbiamo. Domani mattina saremo tutti meno stanchi e scossi. Potremo ragionare.”, disse saggiamente il Preside congedando tutti.

Alexander fu l'ultimo ad uscire dalla stanza per assicurarsi che Rose lo seguisse.

Ginevra ed Harry Potter seguirono due strade separate, la prima ignorando completamente l'amica Hermione. Draco Malfoy era indeciso su cosa fare e cosa dire. Aveva appena scoperto che la sua relazione segreta non era poi così segreta e nella sua mente iniziarono ad affiorare ricordi di quando Blaise lo mise in guardia riguardo ai suoi sentimenti verso la Granger. Ora gli era tutto più chiaro.

“Dobbiamo scoprire chi siano questi due amanti.”, disse atono Ronald Weasley.

“E come? Potrebbe trattarsi di chiunque...”, disse Draco.

“Dalla Profezia si capisce che debbano essere giovani, uno Purosangue e l'altro no. Non è molto ma almeno è qualcosa da cui partire.”, riprese Hermione, “ci lavorerò su insieme alla squadra della biblioteca e vedo cosa riesco a scoprire.”

“Cosa credi di trovare sui libri?”, le chiese sprezzante il marito.

“Non conosco solo i libri Ronald ho anche altre risorse.”, rispose acidamente.

“Che hai intenzione di fare?”, chiese curiosamente Draco.

“La coppia che stiamo cercando è osteggiata dal mondo intero e quindi si staranno nascondendo. Per quanto possano essere bravi lasceranno degli indizi da qualche parte. Se il loro amore è davvero così forte, prima o poi verrà fuori anche senza il nostro intervento. Dobbiamo solo accellerare i tempi.”, rispose Hermione.

“Sono certo che tu e Malfoy sapete bene come scovare una relazione clandestina. Buon divertimento.”

Ronald Weasley sparì velocemente dal corridoio lasciando il resto del gruppo che poco a poco si disperse verso varie direzioni.

Alexander Zabini sapeva di stare camminando ancora accanto alla Weasley. Doveva riportare il mantello ad Albus che si trovava nel dormitorio.

“Ora puoi levarlo. Via libera.”, disse il ragazzo.

Rose si sarebbe potuta togliere il mantello molto prima ma le era servito per coprire le sue lacrime. Sua madre e suo padre le avevano mentito per tutti quegli anni, decantando il loro grande amore come se fosse stata una benedizione, qualcosa di impossibile da ripetere. Invece, l'eroina del mondo magico ebbe una relazione con colui che non aveva mai perso l'occasione per deriderla, umiliarla e quasi ucciderla.

“Weasley...”, provò a dire Alexander.

“Zitto Zabini. Non ne voglio parlare.”, lo gelò la ragazza.

“Come ti pare.”, rispose disinteressato il ragazzo. Per un attimo aveva pensato che sarebbe stato educato chiederle come si sentisse e ci aveva provato. A dire il vero, sperava che gli rispondesse in quel modo, non sarebbe riuscito a portare avanti una conversazione del genere, soprattutto senza Jocelyn che se n'era andata subito dopo la riunione.

Come se la situazione non fosse già abbastanza tesa ed imbarazzante, la figura di Scorpius Malfoy fece la sua apparizione dinnanzi al dormitorio Serpeverde.

“Che ci fai tu qui?”, chiese duramente Rose.

“E' il mio dormitorio fino a prova contraria. Jocelyn è già tornata, vi stiamo aspettando tutti dentro per il resoconto della riunione.”, ripose a tono Scorpius. Rose lo guardava con odio e disprezzo e per quanto la cosa lo facesse stare male non era intenzionato a cedere e chiedere scusa.

“Io me ne torno in camera mia.”, disse Rose buttando addosso ad Alexander il mantello dell'Invisibilità ed incamminandosi a passo svelto verso la torre Corvonero.

“Fossi in te la seguirei Malfoy.”, suggerì Zabini.

“Perché dovrei?”, chiese stranito il biondo.

“Perché quello che sto per dire a Potter e compagnia preferirai sentirlo dalla rossa.

Scorpius rimase sbigottito dalla risposta del suo Capitano ma decise di seguire il suo consiglio e rincorse Rose.

“Weasley!”, urlò per farla fermare ma senza successo.

“Weasley!!!”

“Rose!”

Dannata ragazza. Siccome non accennava nemmeno a diminuire il passo, Scorpius accelerò e le prese il braccio per farla voltare.

“Che vuoi!?!?”

“Spiegazioni.”, ripose secco Malfoy.

“Tu vuoi delle spiegazioni? Perché non le chiedi al tuo paparino?”, gli ripose Rose incatenandolo con lo sguardo.

“Che diamine stai dicendo Weasley?”

“Ricordi che volevamo scoprire chi fosse la Mezzosangue di cui si era invaghito tuo padre? Siamo stati talmente sciocchi da non capire che avevamo la soluzione a portata di mano! Era il solito cliché: lui il nemico mortale e lei la nobile paladina della giustizia.”

Scorpius non riusciva davvero a capire. Era sovrastato dall'odio e dalla crudeltà con cui Rose gli si stava rivolgendo.

“Non ci arrivi vero Malfoy? Era mia madre. La Sanguesporco con cui Draco Malfoy se l'è spassata l'ultimo anno era Hermione Granger!”

Suo padre e la madre di Rose. Draco ed Hermione. Una Granger e un Malfoy. Lo sguardo di Scorpius divenne vuoto, spento. La forza con cui ancora teneva stretto il braccio della ragazza scomparve, in modo da permettere a Rose di liberarsi e fuggire via.

Scorpius non se ne rese nemmeno conto. Una marea di interrogativi invasero la sua mente: sua madre sapeva? Altri sapevano? Perché nessuno glielo aveva mai detto? Perché tenerlo nascosto dopo tutti questi anni?

Improvvisamente, riaffiorano in lui una serie di ricordi, degli episodi e delle frasi che se analizzate a dovere, gli avrebbero permesso di capire subito tutto quanto.

C'erano i libri babbani che suo padre non gli impediva di leggere, i musei babbani che da piccolo aveva visitato, gli apprezzamenti verso Rose alla cena prima di Natale.

“Scorpius! Che ci fai in giro a quest'ora?”

La voce autoritaria del protagonista dei suoi pensieri lo raggiunse. Suo padre gli arrivò davanti, con il solito sguardo sospettoso.

“Non dovresti essere nel tuo dormitorio?”, chiese serio Draco senza ricevere alcuna risposta.

“Stai bene?”, chiese stavolta leggermente preoccupato.

“Hermione Granger...”, ripose semplicemente Scorpius.

Draco Malfoy capì immediatamente. Il suo volto non lo tradì mostrando stupore o agitazione ma quando chiese al figlio come l'avesse scoperto, la sua voce si incrinò.

“Mamma lo sa?”

“Alexander Zabini non ha decisamente ereditato la dote di farsi gli affari suoi dal padre.”

“Non è stato Alexander.”

“Jocelyn Green?”

“C'era Rose Weasley alla riunione, nascosta dal mantello di Albus.”

“La figlia di Hermione quindi lo sa...lei invece ha decisamente ereditato tutto da sua madre...”, rispose sarcastico.

“Non mi hai riposto.”

“Sì. Astoria lo ha sempre saputo.”

Scorpius Malfoy si mise a ridere.

“L'avrei dovuto capire molto tempo fa! Questo spiega molte cose.”

“Non che debba giustificare a mio figlio quasi quindicenne le mie azioni ma è finita. Sono sempre stato fedele a tua madre sin dal primo giorno del nostro matrimonio.”, disse freddo Draco.

“No papà. Tu non mi devi giustificare proprio niente tranquillo. Puoi scoparti tutte le Mezzosangue che ti pare e piace!”

A quelle parole Draco Malfoy reagì prendendo suo figlio per le spalle, avvicinando i loro visi e stringendo saldamente.

Scandendo ogni singola parola, sospirò rabbioso:

“Lei. Non. Era. Una. Scopata. E NON OSARE MAI PIU' UTILIZZARE QUESTO TIPO DI LIGUAGGIO.”

Normalmente Scorpius si sarebbe spaventato e ritratto subito indietro di fronte all'ira del padre ma quella volta non era intenzionato a farlo. Era arrabbiato, era confuso ed era tutta colpa sua. Prima che però potesse dare sfogo alla sua rabbia inveendo contro Draco, il rumore di vetri rotti fece scattare suo padre che lasciò la presa sul figlio per afferrare subito la bacchetta.

Accanto a loro vi era una finestra infranta. Una specie di fumo nero-grigio, aleggiava al di sopra dei cocci rotti.

Scorpius era finito a terra dopo la spinta del padre.

“Scorpius! Alzati!”, gli ordinò Draco.

“Che roba è?!”, chiese spaventato, facendo ciò che le aveva detto suo padre e sfoderando anch'egli la bacchetta.

Il fumo iniziò a prendere una forma più definita. Draco vi riconobbe subito un uccello, forse un corvo.

“Non può essere...”, disse sconcertato.

“Cosa non può essere?”, chiese il figlio.

Dei sussurri quasi impercettibili provennero da quello strano fumo.

Île du Sang. Île du Sang. Île du Sang.

“Isola del sangue?”, azzardò Scorpius grazie a quel poco di francese che sua madre gli aveva imposto di imparare.

Il corvo si dissolse quasi subito e, come se avesse preso fuoco, si posò a terra della cenere grigia.

“Papà...che significa? Cos'era quel coso?”

“Era un Patronus. Il Patronus di Kòre. Dobbiamo cercare San Potter, muoviti.”, disse sbrigativo Draco.

“Che succede?”, chiese il figlio seguendo il padre.

“Un bel casino Scorpius. Un gran bel casino.”


 

TO BE CONTINUED....


 

SCUSATEEEEE!!! sono una brutta persona lo so. Non ho aggiornato per tempo ma non mi uccidete! Sono un po' presa in sto periodo!!!

Beh che dire,,, ecco qui! Signore e signori preparatevi perché stiamo giungendo alla fine di questa storia, credo che arriverò al 30esimo capitolo o giù di lì. Ebbene sì. Sarà una fine non fine: diciamo che ho deciso di seguire le orme di zia JKR, ad ogni libro un anno di scuola. Qui siamo giunti quasi alla fine del quarto anno per Rose e Scorpius, il quinto per gli Kòre, Ebony ecc... Per quelli che seguono questa storia e si sono appassionati(mica tanti ma va bhe io continuo lo stessoXD) non temete! Ci sarà ovviamente un seguito!!! Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, recensite, preferite, odiate, sputateti su...insomma fate tutto quello che vi sentite di fare!

Volevo fare una proposta indecente a coloro che mi seguono di più: la mia è una storia in evoluzione ed io non ho immaginato una fine o un proseguo definito. Ho solo una linea generale che sviluppo mano a mano che scrivo. Siccome questa storia è anche vostra, volevo sapere come la fareste continuare, cosa vorreste che accadesse, degli episodi che vorreste che io raccontassi. Mi farebbe davvero piacere costruire qualcosa anche con voi e magari così facendo spingo tutti i lettori silenziosi ad esprimere un parere o ad insultarmi pesantemente. =) ASPETTO LE VOSTRE RISPOSTE SE VI VA!!!!

ALLA PROSSIMAAAAAA


 

  
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