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Autore: LightsWillGuideYou    14/03/2014    1 recensioni
Nel 1832 Rose entra a far parte de Les Amis, dove incontra tante nuove persone, scettiche all'inizio di avere una donna nel gruppo, ma successivamente simpatiche e rispettose nei suoi confronti. Solo uno sembra non voler avere molto a che fare con il resto delle persone. Si occupa solo dei suoi progetti di cambiare il mondo. E quest'uomo si chiama Etienne Enjolras
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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C'era un angolo, esterno al Cafè Musain, dove potevi stare quando desideravi che nessuno ti disturbasse. Era discretamente buio anche nel giorno più soleggiato dell'estate più calda, e alla gente faceva ribrezzo andarci, dato che era il luogo dove i peggiori criminali venivano giustiziati dalle forze armate. Les Amis avevano deciso quel locale come luogo d'incontro anche al fine di riportare ogni passante a questo fatto, per ricordare quanto, a volte, i tribunali potevano essere terribili.

Quando Rose, tremante, si accucciò nell'angolo più remoto, le sembrò di sentire ancora il sangue dei poveretti morti per un'idea di libertà.. O forse era solo l'odore di morte che l'aveva circondata fino a quel momento. 'Nine era morta, se ne era andata per sempre. Appena l'aveva vista accasciarsi completamente tra le braccia di Marius, in pace con se' stessa, non era riuscita a sopportare quell'orrendo spettacolo. Aveva guardato Enjolras, che invece sembrava quasi impassibile davanti al disastro che le sue decisioni stavano causando, mentre la pioggia gli bagnava delicatamente il viso, e nel sentire le lacrime cominciare a bagnarle gli occhi, si era girata disgustata e si era nascosta in quel posto in cui, era certa, sarebbe stata per un po' sola. La piccola Grantaire portò le ginocchia al petto e poggiò la fronte su di esse, lasciando che silenziosamente le lacrime le rigassero il viso.
Come potevano credere che quella cosa sarebbe finita bene? Eponine era una semplice ragazza di strada che aveva voluto fare la coraggiosa senza sapere a che cosa stava andando incontro.. Rose lo sapeva, ed era sicura che nel giro di due giorni la sua famiglia avrebbe pianto piegata sul suo corpo senza vita. O forse no. Forse il fatto che li avesse abbandonati per unirsi a quell'idea di libertà li aveva lasciati talmente delusi e disgustati che non ne volevano sapere più di lei e, anzi, avrebbero festeggiato nel sapere del suo decesso e che loro avevano avuto ragione, che erano sempre stati dalla parte della barricata giusta. Gli mancavano, non poteva continuare a nasconderlo a se' stessa. Avrebbe ucciso un intero esercito per stare ancora una volta tra le braccia della madre, sapendo che lì dentro era al sicuro.. Forse erano le stesse sensazioni che aveva provato 'Nine in quei pochi secondi fra le braccia di Marius.


Sentì un lieve insieme di passi, regolari e veloci, che si facevano più forti man mano che si avvicinavano. Velocemente, R alzò la testa e fece passare la manica non imbrattata di sangue della camicia sulle guancie per eliminare qualsiasi accenno di lacrime. Sapeva che faceva buio e che qualcuno di accorgesse di quel particolare era improbabile, ma ormai conosceva perfettamente ogni singolo passo dei ragazzi, e sapeva che la persona che si stava avvicinando a lei si sarebbe accorta del minimo particolare.
Come temeva, Gavroche si affacciò incertamente sull'angolo per controllare che si trovasse lì. Sorrise debolmente nel vedere il sorriso di R e non aspettò un attimo a dire, cercando di sembrare allegro.


-Eccoti, R.! Tutti ti stanno cercando da un sacco di tempo.. E. cominciava a pensare che te ne fossi andata.


Sobbalzò nel sentire quell'unica lettera che sembrava significare così tanto per lei ma che la spaventava allo stesso tempo. Davvero stava preoccupando per lei, in quel momento? Sentii le sue guancie ancora lievemente umide diventare più calde, sentendole prendere una strana sfumatura rosea. No, non poteva arrossire a sentire che Enjolras si preoccupava per lei, proprio no! Si ricompose e schiarì la voce, cercando di non far sentire che quest'ultima tremava ancora dal pianto.


-Sì, piccolo.. Arrivo subito. Datemi solo un'altra decina di minuti e sarò da voi pronta a combattere!

 

Anche lei sorrise e Gavroche si girò. Le sembrò di sentirlo correre dal suo Apollo a dirgli che non c'era da preoccuparsi e che stava bene. Ma l'idea di ritornare in quel capo di battaglia la spaventava parecchio. Come avrebbe fatto a guardare in faccia Marius, dopo l'accaduto? Come avrebbe potuto passare accanto al corpo accasciato al suolo di Eponine senza battere ciglio, come se non le importasse? Sospirò ed alzò la testa al cielo, chiudendo gli occhi e lasciando che le ultime gocce di pioggia le bagnassero la fronte e gli occhi in modo da nascondere le ultime lacrime rimaste. Quello fu l'unico momento in cui si sentì in pace con sé stessa. Fece muovere la mano sana lungo il braccio ferito, sentendo le pieghe della camicia di E. strappata che le coprivano la striatura della pallottola. Sciolse lentamente il nodo che teneva la bendatura ferma e, con cautela, tolse il tessuto cercando di non causare dolore nei punti in cui il sangue secco aveva reso la pelle lacerata e il materiale una cosa sola. Fece un paio di volte delle smorfie, ma preferiva lasciare la ferita aperta per farla guarire prima.

Alzò lo sguardo, pronta a rimettersi in piedi, ma trovò davanti a lei la figura possente di Enjolras che la osservava. Da quanto tempo era stato lì? Il ragazzo sospirò, vedendo come R. aveva goffamente tolto la benda dal braccio. Fece un passo versò quella minuta figura rannicchiata in fondo al vicolo.

 

-Dovresti tenercela ancora per un po'. Avresti potuto metterc..
-Non ho bisogno che tu mi dica che cosa fare e che cosa no, Etienne.

 

Il modo in cui lo aveva interrotto e come lo aveva chiamato fecero risalire dentro di lui la rabbia che aveva provato quando lo aveva chiamato per nome la prima volta, poche ore prima. Nonostante tutto, però, non riusciva ad arrabbiarsi, anche se sapeva che urlare lo avrebbe fatto sentire meglio. Come poteva quella ragazzina non capire che anche lui aveva capito come sarebbe finita? Erano arrivate notizie dalle altre barricate e la metà degli insorti si era arresa miseramente. Stava andando tutto per il verso sbagliato! In più quel nuovo volontario.. Non si fidava di lui! Gavroche gli aveva ripetuto più volte che era il padre della tanto famosa Cosette e che era sicuro, ma lui non riusciva ad abbassare la guardia. E in più c'era Grantaire che non faceva altro che scombussolargli la vita. Da quando era arrivata, aveva continuato a sentire il bisogno di fare di meglio, di sembrare anche più leader di quello che non fosse già. Ed adesso eccola lì, a piangere dopo aver visto una delle sue poche amiche morire e con un solco da pallottola sul braccio. Come poteva trattarla male? Sospirò e si avvicinò a lei, offrendole la mano.

Rose lo guardò, incerta se fosse un trucco o chissà che cosa. Era la prima volta che gli offriva il suo aiuto. Posò la mano sinistra sulla sua e goffamente si tirò su appoggiandosi completamente sulle braccia del suo Apollo. Barcollò, nel sentire le gambe riabituarsi alla posizione dopo essere state per così tanto tempo piegate, ed E. la prese velocemente per evitarle una caduta. I due si guardarono negli occhi, per un istante che sembrò infinito, e in quel momento a Rose sembrò di notare, oltre quello sguardo di ghiaccio, una persona che sapeva quello che stava accadendo veramente, ma che non voleva abbandonare per non deludere le persone che per tutti quei mesi aveva alimentato con idee rivoluzionarie e libertà. Sorrise goffamente e recuperò l'equilibrio sulle proprie gambe, dando una veloce pacca sulla spalla di E.

 

-Vedrai, in un modo o nell'altro ne usciremo vivi..
-Come posso crederti, R.? Siamo una delle poche barricate rimaste, nessuno ci appoggia più e non voglio per nessuna ragione deludere i ragazzi.. Te in particolare..
-E., credimi, se ci saranno delle persone che deluderai, io sarò sicuramente l'ultima di quella lista. Non ti rendi conto che quello che hai fatto, anche se non finirà bene, a lacerato la corazza della Francia? Nulla sarà mai come prima, da oggi in poi!

 

Enjolras sorrise debolmente, e successivamente Rose lo stesso. Dopo mesi, era riuscita ad aprire di un minimo il ragazzo, riuscendo a capire che cosa stava provando senza che la sua mania da leader lo nascondesse. Gli strinse una mano e, sorridendo debolmente, si allontanò da lui, girandosi ad osservarlo un'ultima volta nel buio del vicolo del Cafè Musain.

 

-Quando arriverà il domani, c'è una vita alla quale dare inizio!

 

Entrambi sorrisero un'ultima volta, prima che Rose si allontanasse per raggiungere gli altri. Enjolras rimase lì, fermo, ad osservare lo straccio della sua camicia tinto di un rosso fuoco, mentre nel cielo i raggi di luce cominciavano a tingere quella massa scura, dandole un tono meno terrificante e mettendo fine a quella lunga e tremenda notte dove troppe cose erano successe. Ma la rivoluzione era appena cominciata!

 

Red, the blood of angry men
Black, the night that ends at last!

  
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