Just Friends
Suo padre era
rientrato a casa e lui, come
al solito, non l’aveva sentito rientrare.
Aveva cercato di dormire, con scarso
risultato, ma ormai era mattina e lui era sveglio. Era presto per
andare a scuola
così ne approfitto per strimpellare qualcosa con la sua
chitarra. Dopo essersi
vestito, senza badare a suo padre che dormiva, iniziò a
suonare. Era un melodia
lenta, dolce, suonare lo rilassava, gli premetteva di liberare
completamente la
mente. Erano solo lui è la sua musica, niente di
più rilassante, il suo angolo
di paradiso.
Suo padre si svegliò e dopo essersi vestito,
scese in cucina per cercare di preparare la colazione, ma visto che la
maggior
parte delle volte non facevano colazione, era incapace di preparare
qualcosa di
decente.
Tommy mise
la chitarra nella custodia e andò in cucina.
< Buongiorno,
serve aiuto? > chiese, mentre si
avvicinò a suo padre che
era vicino ai
fornelli,
< Buongiorno, siediti è pronto >
fece come gli era stato detto e suo padre posò un piatto di
pancake sul tavolo,
dall’aspetto sembravano buoni, ma quando ne
assaggiò uno, dovette ricredersi,
erano i peggiori pancake che avesse mai mangiato.
< allora, buoni eh >suo padre ne
morse uno, < come hai fatto a mangiarlo > chiese a suo
figlio,
< sembravi cosi contento di aver
cucinato, volevo assecondarti > rispose
< ma sono orribili, che ne dici se
andiamo a fare colazione fuori ? >
< devo andare a scuola, non ho tempo,
la prossima volta > si alzò dalla sedia,
andò a prendere la borsa e si
incamminò verso la porta
< ciao > salutò suo padre ma non
aspettò la
risposta.
Arrivò a
scuola e Isaac era già li ad
aspettarlo.
< sei puntuale due giorni di fila, devo
iniziare a preoccuparmi >
< la verità è che ho voglia di vederti
per questo arrivo puntuale > disse Tommy
< lo so, sono il ragazzo dei tuoi
sogni, ma non vuoi rovinare la nostra amicizia > disse Isaac,
ridendo
< mi hai scoperto e adesso come farò?
> disse Tommy, portandosi una mano al petto, facendo il
melodrammatico.
< tutto bene?
> cambiò discorso
Isaac.
Tommy odiava quella domanda “tutto bene?”
, non poteva dare un vera risposta, < vuoi davvero che risponda?
> chiese
< certo, lo sai che puoi sfogarti con
me, quindi, fai pure > appena Isaac finì di parlare,
lui sospirò < va
tutto bene, solo non vorrei essere nella mia testa >
< ho parlato con Sutan e mi ha detto
che Adam è venuto da te, credevo che fosse tutto apposto
> disse Isaac
< hai parlato con Sutan? > da quando
parlava con Sutan? Si domandò
< si, al telefono e si parliamo al
telefono, ma solo per sparlare di te e di Adam >
< cosa? > chiese confuso.
< cos’era quello? > Isaac non era
stupido, aveva notato che c’era qualcosa di diverso nel modo
in cui la ragazza
l’aveva salutato,
< cos’era cosa? > disse Tommy, fingendo di non
aver
capito,
< il sorrisino di Ashley > specificò
Isaac,
< io non ho visto niente > Tommy
faceva l’indifferente ma sapeva che il suo amico aveva capito
tutto,
< puoi
continuare a rimandare o dirmelo subito, decidi > disse Isaac,
< mi ha invitato al ballo e io ho
accettato > disse, posando i libri e camminando verso la sua
classe, sentendo la voce di Isaac alle sue
spalle
< vai al ballo con Ashley e Adam
>
< che c’entra Adam, non potevo mica
andare al ballo con lui >
< non è questo il punto, Ashley ti
piace da una vita, ma Adam sembrava averla eclissata, invece- >
venne
interrotto da Tommy
< invece niente, è solo uno stupido ballo >
< la tua testa non sarebbe incasinata,
se fosse solo uno stupido ballo > disse Isaac, riferendosi a
ciò che gli
aveva detto prima di entrare nell’istituto
< entriamo in classe e basta, okay >
Tommy chiuse l’argomento, entrando nell’alula,
consegnò la sua relazione per
poi sedersi al suo banco, seguito da Isaac.
Le lezioni si susseguirono ed Isaac
non toccò l’argomento Ashley, nonostante la
ragazza continuasse a mandare
sorrisini a Tommy, che lui ricambiava di tanto in tanto. Voleva
riaprire il
discorso ma non lo fece, avrebbe aspettato che fosse Tommy a farlo, ma
Tommy non voleva parlarne, perché avrebbe
significava dare importanza a quello che era successo. Sarebbe andato
al ballo
con Ashley, solo come amici, non c’era nulla di cui
parlare.
Le lezioni
finirono e Isaac restò di nuovo a scuola per organizzare gli
ultimi dettagli
del ballo. Mentre Tommy uscì.
< Tommy > si voltò verso il suo di
quella voce, era Ashley. La ragazza si avvicinò a lui
sorridendogli < vuoi
un passaggio? > chiese, mostrandogli le chiavi della moto. Tommy
sorrise,
erano amici, non c’era niente di male
nell’accettare un passaggio, soprattutto
su una moto < posso guidare io? >
la ragazza
alzò un sopracciglio < ne
sei capace? >
< certo che ne sono capace > disse
afferrando le chiavi che Ashley gli stava porgendo. Insieme si
avvicinarono
alla moto, che era nel parcheggio della scuola. Tommy salì
per primo, poi la
ragazza si posizionò dietro di lui, stringendo le braccia
attorno al suo busto
e posando la testa sulla sua schiena
< pronta? > chiese < pronta >
affermò, sorridendo, Ashley.
Tommy accese il motore e partì, diretto
verso la sua casa. Arrivarono in pochissimo tempo, troppo poco secondo
Ashley.
Liberò Tommy dalla sua presa e lo lascio scendere dalla moto
< grazie, per
il passaggio > le disse il ragazzo, < tutte le volte che
vuoi >.
Stava per entrare ma vedendo che la
ragazza non era ancora partita si voltò e senza rifletterci
lo disse < ti va
di entrare? > era un modo per ringraziarla, si disse
mentalmente, non c’era
nessun secondo fine. Ashley gli andò incontro, sorridendo
< si >.
Aprì la porta e posò la sua borsa davanti
all’entrata e la ragazza fece lo stesso.
< hai fame? > gli chiese Tommy,
voleva essere cortese, < no > gli rispose. Restarono
fermi, in evidente
imbarazzo, Tommy pensò che se al posto di Ashley ci fosse
stato Adam, l’avrebbe
già baciato, ma Ashley non era Adam.
< tu ci hai capito qualcosa della
lezione di fisica? > gli chiese per rompere quel silenzio,
< fisica è la mia materia preferita e
raro che non la capisca > spiegò, lei
< beata te io non ci capisco niente
>
< se vuoi posso darti una mano con gli
esercizi per domani? >
< sul serio > chiese sorpreso
< ho detto darti una mano, non farti
gli esercizi > precisò la ragazza
< peccato, avrei preferito che tu mi
facessi gli esercizi ma mi accontenterò, vieni > le
disse porgendogli la mano
per portarla in camera sua, dove si trovavano i libri. Appena entrarono
Tommy
disse ad Ashley di sedersi e lei si mise comoda sul letto poggiando le
spalle
al muro, mentre il ragazzo prendeva i libri per poi accomodarsi accanto
a lei
< grazie, probabilmente senza di te non avrei neanche pensato di
aprirlo il
libro > le disse
< non ringraziarmi prima di iniziare
> disse la ragazza.
Stavano studiando da
un’ora < basta
> disse esasperato Tommy, lanciando il libro lontano da lui
< questi
esercizi sono impossibili > Ashley rise, < ridi
di me? >
< si > rispose onestamente, lei si
alzò e raccolse da terra il libro per posarlo sulla scrivani
e poi sedersi di
nuovo vicino a Tommy < credo che ti serva una pausa >
< tu credi, io ne sono sicuro > lei
rise ancora, < sono così divertente? >
< no, è che è bello >
< bello? >
< si, è bello stare con te >
< e te ne sei accorta dopo quattro anni >
disse senza rifletterci, ma ormai l’aveva detto
< cosa? > chiese confusa
< niente, pensavo ad alta voce > si
giustificò
< è
la prima volta che passiamo del
tempo insieme, da soli > disse lei
< ti dispiace? > chiese lui
< veramente, ne sono felice- si alzò
dal letto- avevo sempre desiderato conoscerti meglio, ma tu stavi
sempre con
Isaac, non riuscivo mai ad avvicinarmi > gli spiegò
< cosa? Ero il quello che non riusciva
mai ad avvicinarsi > disse Tommy
< no, ero io > disse lei
< io >
< io >
< io >
< io > continuarono così, finche
entrambi non iniziarono a ridere. Erano due idioti, avevano sprecato
tutto
questo tempo.
Questo tempo in cui le cose erano cambiate, almeno per Tommy.
< finalmente siamo qui no? > disse
la ragazza, ritornando a sedersi accanto a lui
< già, siamo qui > si voltò verso
di
lei e per un attimo gli sembrò di essere ritornato indietro
nel tempo, a quando
immaginava soltanto di essere lì con lei; adesso ci erano
davvero, ma a lui
importava ancora?.... non era sicuro. Ashley era bella, gentile e
simpatica, si
ricordava il giorno in cui l’aveva conosciuta. Isaac aveva
organizzato un festa
e tutti i ragazzi della scuola erano stati invitati, diversamente da
lui, il
suo amico aveva un vita sociale. Le feste non facevano per lui e anche
quella
di Isaac non faceva eccezione, come al solito si annoiava. Poi una
ragazza gli
era caduta addosso, la prima cosa che aveva visto di lei erano i suoi
capelli.
Ashley aveva i capelli biondi, ma erano senza dubbio erano tinti visto
che un piccola
parte, laterale, rasata, era scura e anche le sue sopracciglia lo
erano. Dopo
che la ragazza si era rialzata, aveva visto i suoi occhi, scuri,
marroni,
completamente diversi da quelli di Adam. Lui, le aveva sorriso e
l’aveva aiutata
a mettersi in equilibrio, lei aveva ricambiato il sorriso e poi era
ricaduta,
inciampando su se stessa, a Tommy era sembrata adorabile. Avevano
parlato per
tutta la sera, di musica ovviamente, ed avevano scoperto di avere gusti
in
comune, ma dopo quella festa, non si erano visti molto. Si erano
incontrati ad
altre feste, a scuola tra una lezione e l’altra avevano
scambiato qualche
parola, ma niente di più, finora.
Adesso erano lì. Ashley lo guardava e lui
si sarebbe avvicinato, se la sua mente non avesse continuato a pensare
ad Adam,
rimase a fissarla, senza realmente guardarla, restando più
che altro a guardare
un punto, standosene nei suoi pensieri. La ragazza si
avvicinò e mise una mano
sulla sua spalla, posò le sue labbra su quella di Tommy, lui
rimase fermo, non
ricambiò il bacio ne si ritrasse, restò fermo, la
ragazza continuò a tenere le
labbra sulle sue. Era un bacio casto, niente paragonati a quelli che si
era
scambiato con Adam, pensò e ancora una volta,
riportò la sua mente ad Adam, ma
la ragazza che schiudeva le labbra sospirando direttamente sulle sue lo
distrasse,
facendogli dischiudere anche le sue, il bacio non era più
casto come prima, le lingue si accarezzavano e Tommy si
rimproverò mentalmente, quel bacio non aveva
senso, ma l’aveva desiderato per quattro anni e ricambiarlo
gli sembrava naturale.
Ashley portò le mani trai suoi capelli e
lui capì che doveva allontanarsi, ma fu preceduto dalla voce
di suo padre.
< ma cosa … e Adam? > chiese suo padre dopo
essere entrato
nella sua camera. Tommy pensò, due volte consecutivamente,
gli spettava un
premio, aveva un tempismo perfetto, solo che questa volta non gli
importava
che avesse interrotto quello che stava facendo.
< chi è Adam? > chiese Ashley, <
puoi darmi un’ attimo > si rivolse alla ragazza prima
di uscira dalla camera, per parlare in
privato con suo padre.
<
sono un po confuso > disse suo padre
< perché? > chiese
< un giorno ti trovo con Adam e un
giorno ti trovo con … >
< Ashley >
< credevo che ti piacesse quell’Adam?
>
< infatti > confermò
< allora perché c’è una ragazza
in
camera tua? > gli domandò suo padre
< studiavamo, siamo solo amici e andiamo
anche al ballo insieme > rispose, senza prendere fiato,
dicendolo più a se stesso che a suo padre
< vai con lei al ballo? > Tommy era
esasperato. Andava con Ashley al ballo e allora? perchè si
soffermavano su quel particolare.
< allora, non posso mica andarci con
Adam >
< pechè, Tommy se ti piace un ragazzo
non dovresti nasconderlo >
< non è per questo >
< allora cos’è? > chiese suo padre
< lui non frequenta la mia scuola,
perché è più grande di me, ma non
chiedermi quanti anni ha, perché non lo so e
ora ti prego non arrabbiarti > usò il momento
peggiore per dirglielo ma
voleva distogliere l’attenzione da Ashley.
< non dovrei arrabbiarmi, mi hai
mentito > suo padre alzò leggermente la voce, ma
mantenne la calma,
< non
ti ho mentito, semplicemente non te l’ho detto > gli
fece notare Tommy,
< non sai quanti anni ha, sai qualcosa
di lui, oltre al suo nome? >
< sa cantare, porta la macchina e se
proprio vuoi saperlo, bacia molto bene > gli rispose
< lasciamo perdere Adam Lambert,
parliamo di Ashley >
< papà > disse sbuffando, dovevano
proprio parlarne, pensò.
< sai che ti dico, non mi interessa,
fai quello che vuoi, ma almeno ragiona prima di farlo, adesso esco, ti
lascio
qui con quella ragazza, non fare niente di stupido > disse,
prima di
scendere le scale ed uscire.
Una volta fuori suo
padre prese il
cellulare e chiamo Isaac < pronto >
< Isaac, sono Jack il padre di Tommy
>
< signor Ratliff, tutto bene? >
domandò, non aveva mai ricevuto una chiamata da Jack
< si, volevo chiederti se sapevi dirmi
dove posso trovare Adam >
< Adam? >
< si, so che lo sai, quindi, dimmelo,
per il bene di Tommy >
< io non posso > disse il ragazzo
< voglio solo parlarci > lo
rassicuro, facendogli capire che era in buona fede
< mi dispiace ma- > Isaac venne
interrotto
< ricordi quando ho sorpreso te e Tommy
ubriachi, tu madre non l’ha mai saputo, vuoi davvero che
glielo dica >
< così non vale > si lamentò Isaac,
<
si che vale > Jack sapeva di aver giocato sporco, ma voleva
parlare con Adam,
< no lei è un genitore non dovrebbe
ricorrere a certi giochetti >
< Isaac, dove trovo Adam? >
insistette
< al Neon Lights, la prego non- >
dopo aver detto il nome del locale, venne interrotto di nuovo
< grazie, sei un bravo ragazzo >
disse staccando la chiamata.
Mentre il padre di
Tommy si dirigeva al
locale, suo figlio cercava di sistemare la situazione con
Ashley.
Salì le scale
ed entrò in camera sua, Ashley era ancora seduta sul letto
La ragazza posò una mano sul suo braccio
< ho capito > disse semplicemente, Tommy alzò
lo sguardo che aveva tenuto
basso e la guardò,
la ragazza sorrise < deve essere speciale Adam >
< credo di si > disse, lei si alzò
< al ballo possiamo andarci insieme lo stesso no? > gli
chiese
< certo > lei sorrise, Tommy
ricambiò < adesso continuiamo gli esercizi,
altrimenti vai malissimo al test
> disse la ragazza, prendendo il libro di fisica. Restarono sul
letto, Ashley
spiegava, Tommy cercava di capirci qualcosa, ma era contento di aver
sistemato
le cose, almeno con Ashley. Adesso gli restava chiarire le cose con
Adam, dopo
che suo padre li aveva sorpresi in camera sua, non aveva avuto sue
notizie.
Jack entrò
nel locale, che era ancora
chiuso al pubblico, infatti venne bloccato dal responsabile < mi
dispiace ma
siamo ancora chiusi >
< si lo so, mi scusi, ma mi hanno detto
che qui potevo trovare Adam Lambert >
< Adam, certo è di là > gli disse
indicando i camerini < grazie > si incamminò
nel lungo corridoio cercando
il camerino di Adam, dove lui è Sutan, stavano guardando i
regali che erano
stati gettati ad Adam, sul palco la sera precedente.
< guarda questo > gli mostrò un
reggiseno leopardato < ti starebbe benissimo > gli disse
Sutan
< dai vieni qui > Sutan gli si
avvicinò, per fargli indossare il reggiseno < stai
fermo > disse Adam,
< sta fermo tu carotina >
Sutan gli infilò l’indumento,
abbottonandoglielo addirittura < ti ci vuole un po’ di
rossetto >
< Sutan, non prendere niente > disse
al suo amico, che stava armeggiando col beautycase,
La porta del suo camerino si aprì per mostrargli il padre di Tommy, che lo fissava dalla testa ai piedi, per poi soffermarsi sul suo reggiseno, che indossava sopra i suoi abiti, < non è come sembra? > si giustificò Adam, sentendo di dover dire qualcosa, < e come sembra? > chiese Jack
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Angolino di Fay :
Salve!
Allora, ho aggiornato più tardi del solito e con un
capitolo schifoso. Sono sicura che ci saranno 3'000 errori, mi dispisce. Comunque, tralasciando la mia incapacità di scrivere decentemente, grazie ha tutte quelle persone che stanno seguendo la storia. Grazie.