Fanfic su artisti musicali > Adam Lambert
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Autore: Fay_8    20/03/2014    4 recensioni
Erano passati solo tre giorni, ma nessuno aveva stabilito il tempo che bisognava impiegare per innamorarsi. L’amore non ha dei tempi specifici. Accade e basta. Puoi innamorarti con una semplicità inspiegabile, basta uno sguardo, un sorriso, un voce. Pensi che non sia possibile, perchè non puoi innamorarti di una voce o di uno sguardo, ma accade. Ti ritrovi in un uragano di emozioni, che non sai spiegare, vorresti uscirne ma allo stesso tempo vorresti rimanerci dentro in eterno. Perché l’amore è così, fa paura ma vale sempre la pena di essere vissuto. Tommy lo sapeva e non si sarebbe arreso, perché lui era innamorato di Adam dalla prima volta che l’aveva visto, la prima volta che aveva ascoltato la sua voce, se ne era innamorato ogni secondo di più. Non sapeva come era possibile, ma non si sarebbe tirato indietro. Stava soltanto dando ad Adam il tempo per capire che ormai erano dentro l’uragano, insieme.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam Lambert, Tommy Joe Ratliff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Just Friends

Suo padre era rientrato a casa e lui, come al solito, non l’aveva sentito rientrare. 
Aveva cercato di dormire, con scarso risultato, ma ormai era mattina e lui era sveglio. Era presto per andare a scuola così ne approfitto per strimpellare qualcosa con la sua chitarra. Dopo essersi vestito, senza badare a suo padre che dormiva, iniziò a suonare. Era un melodia lenta, dolce, suonare lo rilassava, gli premetteva di liberare completamente la mente. Erano solo lui è la sua musica, niente di più rilassante, il suo angolo di paradiso.
Suo padre si svegliò e dopo essersi vestito, scese in cucina per cercare di preparare la colazione, ma visto che la maggior parte delle volte non facevano colazione, era incapace di preparare qualcosa di decente. 

Tommy mise la chitarra nella custodia e andò in cucina.
<  Buongiorno, serve aiuto? > chiese, mentre si avvicinò a suo padre  che era vicino ai fornelli,
< Buongiorno, siediti è pronto > fece come gli era stato detto e suo padre posò un piatto di pancake sul tavolo, dall’aspetto sembravano buoni, ma quando ne assaggiò uno, dovette ricredersi, erano i peggiori pancake che avesse mai mangiato.
< allora, buoni eh >suo padre ne morse uno, < come hai fatto a mangiarlo > chiese a suo figlio,
< sembravi cosi contento di aver cucinato, volevo assecondarti > rispose
< ma sono orribili, che ne dici se andiamo a fare colazione fuori ? >
< devo andare a scuola, non ho tempo, la prossima volta > si alzò dalla sedia, andò a prendere la borsa e si incamminò verso la porta 
< ciao > salutò suo padre ma non aspettò la risposta.

 

Arrivò a scuola e Isaac era già li ad aspettarlo.
< sei puntuale due giorni di fila, devo iniziare a preoccuparmi >
< la verità è che ho voglia di vederti per questo arrivo puntuale > disse Tommy
< lo so, sono il ragazzo dei tuoi sogni, ma non vuoi rovinare la nostra amicizia > disse Isaac, ridendo
< mi hai scoperto e adesso come farò? > disse Tommy, portandosi una mano al petto, facendo il melodrammatico.

< tutto bene? > cambiò discorso Isaac.
Tommy odiava quella domanda “tutto bene?” , non poteva dare un vera risposta, < vuoi davvero che risponda? > chiese
< certo, lo sai che puoi sfogarti con me, quindi, fai pure > appena Isaac finì di parlare, lui sospirò < va tutto bene, solo non vorrei essere nella mia testa >
< ho parlato con Sutan e mi ha detto che Adam è venuto da te, credevo che fosse tutto apposto > disse Isaac
< hai parlato con Sutan? > da quando parlava con Sutan? Si domandò
< si, al telefono e si parliamo al telefono, ma solo per sparlare di te e di Adam >
< cosa? > chiese confuso. Suonò la campanella, avvisandoli che dovevano entrare in classe, < andiamo > disse Isaac posando un braccio attorno alle spalle di Tommy e trascinandolo con se. Stavano percorrendo i corridoi quando Ashley passò accanto a loro, salutando Tommy con un cenno della mano e sorridendogli.
< cos’era quello? > Isaac non era stupido, aveva notato che c’era qualcosa di diverso nel modo in cui la ragazza l’aveva salutato, 
< cos’era cosa? > disse Tommy, fingendo di non aver capito,
< il sorrisino di Ashley > specificò Isaac,
< io non ho visto niente > Tommy faceva l’indifferente ma sapeva che il suo amico aveva capito tutto,
< puoi continuare a rimandare o dirmelo subito, decidi > disse Isaac,
< mi ha invitato al ballo e io ho accettato > disse, posando i libri e camminando verso la sua classe, sentendo la voce di Isaac alle sue spalle 
< vai al ballo con Ashley e Adam >
< che c’entra Adam, non potevo mica andare al ballo con lui >
< non è questo il punto, Ashley ti piace da una vita, ma Adam sembrava averla eclissata, invece- > venne interrotto da Tommy
< invece niente, è solo uno stupido ballo >
< la tua testa non sarebbe incasinata, se fosse solo uno stupido ballo > disse Isaac, riferendosi a ciò che gli aveva detto prima di entrare nell’istituto
< entriamo in classe e basta, okay > Tommy chiuse l’argomento, entrando nell’alula, consegnò la sua relazione per poi sedersi al suo banco, seguito da Isaac.
Le lezioni si susseguirono ed Isaac non toccò l’argomento Ashley, nonostante la ragazza continuasse a mandare sorrisini a Tommy, che lui ricambiava di tanto in tanto. Voleva riaprire il discorso ma non lo fece, avrebbe aspettato che fosse Tommy a farlo, ma Tommy non voleva parlarne, perché avrebbe significava dare importanza a quello che era successo. Sarebbe andato al ballo con Ashley, solo come amici, non c’era nulla di cui parlare. 

Le lezioni finirono e Isaac restò di nuovo a scuola per organizzare gli ultimi dettagli del ballo. Mentre Tommy uscì.
< Tommy > si voltò verso il suo di quella voce, era Ashley. La ragazza si avvicinò a lui sorridendogli < vuoi un passaggio? > chiese, mostrandogli le chiavi della moto. Tommy sorrise, erano amici, non c’era niente di male nell’accettare un passaggio, soprattutto su una moto < posso guidare io? >
la ragazza alzò un sopracciglio < ne sei capace? >
< certo che ne sono capace > disse afferrando le chiavi che Ashley gli stava porgendo. Insieme si avvicinarono alla moto, che era nel parcheggio della scuola. Tommy salì per primo, poi la ragazza si posizionò dietro di lui, stringendo le braccia attorno al suo busto e posando la testa sulla sua schiena 
< pronta? > chiese < pronta > affermò, sorridendo, Ashley.
Tommy accese il motore e partì, diretto verso la sua casa. Arrivarono in pochissimo tempo, troppo poco secondo Ashley. Liberò Tommy dalla sua presa e lo lascio scendere dalla moto < grazie, per il passaggio > le disse il ragazzo, < tutte le volte che vuoi >.
Stava per entrare ma vedendo che la ragazza non era ancora partita si voltò e senza rifletterci lo disse < ti va di entrare? > era un modo per ringraziarla, si disse mentalmente, non c’era nessun secondo fine. Ashley gli andò incontro, sorridendo < si >.
Aprì la porta e posò la sua borsa davanti all’entrata e la ragazza fece lo stesso.
< hai fame? > gli chiese Tommy, voleva essere cortese, < no > gli rispose. Restarono fermi, in evidente imbarazzo, Tommy pensò che se al posto di Ashley ci fosse stato Adam, l’avrebbe già baciato, ma Ashley non era Adam.
< tu ci hai capito qualcosa della lezione di fisica? > gli chiese per rompere quel silenzio,
< fisica è la mia materia preferita e raro che non la capisca > spiegò, lei
< beata te io non ci capisco niente >
< se vuoi posso darti una mano con gli esercizi per domani? >
< sul serio > chiese sorpreso
< ho detto darti una mano, non farti gli esercizi > precisò la ragazza
< peccato, avrei preferito che tu mi facessi gli esercizi ma mi accontenterò, vieni > le disse porgendogli la mano per portarla in camera sua, dove si trovavano i libri. Appena entrarono Tommy disse ad Ashley di sedersi e lei si mise comoda sul letto poggiando le spalle al muro, mentre il ragazzo prendeva i libri per poi accomodarsi accanto a lei  < grazie, probabilmente senza di te non avrei neanche pensato di aprirlo il libro > le disse
< non ringraziarmi prima di iniziare > disse la ragazza.

Stavano studiando da un’ora < basta > disse esasperato Tommy, lanciando il libro lontano da lui < questi esercizi sono impossibili > Ashley rise, < ridi di me? >
< si > rispose onestamente, lei si alzò e raccolse da terra il libro per posarlo sulla scrivani e poi sedersi di nuovo vicino a Tommy < credo che ti serva una pausa >
< tu credi, io ne sono sicuro > lei rise ancora, < sono così divertente? >
< no, è che è bello >
< bello? >
< si, è bello stare con te >
< e te ne sei accorta dopo quattro anni > disse senza rifletterci, ma ormai l’aveva detto
< cosa? > chiese confusa
< niente, pensavo ad alta voce > si giustificò

< è la prima volta che passiamo del tempo insieme, da soli > disse lei
< ti dispiace? > chiese lui
< veramente, ne sono felice- si alzò dal letto- avevo sempre desiderato conoscerti meglio, ma tu stavi sempre con Isaac, non riuscivo mai ad avvicinarmi > gli spiegò
< cosa? Ero il quello che non riusciva mai ad avvicinarsi > disse Tommy
< no, ero io > disse lei
< io >
< io >
< io >
< io > continuarono così, finche entrambi non iniziarono a ridere. Erano due idioti, avevano sprecato tutto questo tempo. 
Questo tempo in cui le cose erano cambiate, almeno per Tommy.
< finalmente siamo qui no? > disse la ragazza, ritornando a sedersi accanto a lui
< già, siamo qui > si voltò verso di lei e per un attimo gli sembrò di essere ritornato indietro nel tempo, a quando immaginava soltanto di essere lì con lei; adesso ci erano davvero, ma a lui importava ancora?.... non era sicuro. Ashley era bella, gentile e simpatica, si ricordava il giorno in cui l’aveva conosciuta. Isaac aveva organizzato un festa e tutti i ragazzi della scuola erano stati invitati, diversamente da lui, il suo amico aveva un vita sociale. Le feste non facevano per lui e anche quella di Isaac non faceva eccezione, come al solito si annoiava. Poi una ragazza gli era caduta addosso, la prima cosa che aveva visto di lei erano i suoi capelli. Ashley aveva i capelli biondi, ma erano senza dubbio erano tinti visto che un piccola parte, laterale, rasata, era scura e anche le sue sopracciglia lo erano. Dopo che la ragazza si era rialzata, aveva visto i suoi occhi, scuri, marroni, completamente diversi da quelli di Adam. Lui, le aveva sorriso e l’aveva aiutata a mettersi in equilibrio, lei aveva ricambiato il sorriso e poi era ricaduta, inciampando su se stessa, a Tommy era sembrata adorabile. Avevano parlato per tutta la sera, di musica ovviamente, ed avevano scoperto di avere gusti in comune, ma dopo quella festa, non si erano visti molto. Si erano incontrati ad altre feste, a scuola tra una lezione e l’altra avevano scambiato qualche parola, ma niente di più, finora.
Adesso erano lì. Ashley lo guardava e lui si sarebbe avvicinato, se la sua mente non avesse continuato a pensare ad Adam, rimase a fissarla, senza realmente guardarla, restando più che altro a guardare un punto, standosene nei suoi pensieri. La ragazza si avvicinò e mise una mano sulla sua spalla, posò le sue labbra su quella di Tommy, lui rimase fermo, non ricambiò il bacio ne si ritrasse, restò fermo, la ragazza continuò a tenere le labbra sulle sue. Era un bacio casto, niente paragonati a quelli che si era scambiato con Adam, pensò e ancora una volta, riportò la sua mente ad Adam, ma la ragazza che schiudeva le labbra sospirando direttamente sulle sue lo distrasse, facendogli dischiudere anche le sue, il bacio non era più casto come prima, le lingue si accarezzavano e Tommy si rimproverò mentalmente, quel bacio non aveva senso, ma l’aveva desiderato per quattro anni e ricambiarlo gli sembrava naturale.
Ashley portò le mani trai suoi capelli e lui capì che doveva allontanarsi, ma fu preceduto dalla voce di suo padre.
< ma cosa … e Adam? > chiese suo padre dopo essere entrato nella sua camera. Tommy pensò, due volte consecutivamente, gli spettava un premio, aveva un tempismo perfetto, solo che questa volta non gli importava che avesse interrotto quello che stava facendo.
< chi è Adam? > chiese Ashley, < puoi darmi un’ attimo > si rivolse alla ragazza prima di uscira dalla camera, per parlare in privato con suo padre.

< sono un po confuso > disse suo padre
< perché? > chiese
< un giorno ti trovo con Adam e un giorno ti trovo con … >
< Ashley >
< credevo che ti piacesse quell’Adam? >
< infatti > confermò
< allora perché c’è una ragazza in camera tua? > gli domandò suo padre
< studiavamo, siamo solo amici e andiamo anche al ballo insieme > rispose, senza prendere fiato, dicendolo più a se stesso che a suo padre
< vai con lei al ballo? > Tommy era esasperato. Andava con Ashley al ballo e allora? perchè si soffermavano su quel particolare.
< allora, non posso mica andarci con Adam >
< pechè, Tommy se ti piace un ragazzo non dovresti nasconderlo >
< non è per questo >
< allora cos’è? > chiese suo padre
< lui non frequenta la mia scuola, perché è più grande di me, ma non chiedermi quanti anni ha, perché non lo so e ora ti prego non arrabbiarti > usò il momento peggiore per dirglielo ma voleva distogliere l’attenzione da Ashley.
< non dovrei arrabbiarmi, mi hai mentito > suo padre alzò leggermente la voce, ma mantenne la calma,
< non ti ho mentito, semplicemente non te l’ho detto > gli fece notare Tommy,
< non sai quanti anni ha, sai qualcosa di lui, oltre al suo nome? >
< sa cantare, porta la macchina e se proprio vuoi saperlo, bacia molto bene > gli rispose
< lasciamo perdere Adam Lambert, parliamo di Ashley >
< papà > disse sbuffando, dovevano proprio parlarne, pensò.
< sai che ti dico, non mi interessa, fai quello che vuoi, ma almeno ragiona prima di farlo, adesso esco, ti lascio qui con quella ragazza, non fare niente di stupido > disse, prima di scendere le scale ed uscire.

Una volta fuori suo padre prese il cellulare e chiamo Isaac < pronto >
< Isaac, sono Jack il padre di Tommy >
< signor Ratliff, tutto bene? > domandò, non aveva mai ricevuto una chiamata da Jack
< si, volevo chiederti se sapevi dirmi dove posso trovare Adam >
< Adam? >
< si, so che lo sai, quindi, dimmelo, per il bene di Tommy >
< io non posso > disse il ragazzo
< voglio solo parlarci > lo rassicuro, facendogli capire che era in buona fede
< mi dispiace ma- > Isaac venne interrotto
< ricordi quando ho sorpreso te e Tommy ubriachi, tu madre non l’ha mai saputo, vuoi davvero che glielo dica >
< così non vale > si lamentò Isaac, < si che vale > Jack sapeva di aver giocato sporco, ma voleva parlare con Adam,
< no lei è un genitore non dovrebbe ricorrere a certi giochetti >
< Isaac, dove trovo Adam? > insistette
< al Neon Lights, la prego non- > dopo aver detto il nome del locale, venne interrotto di nuovo
< grazie, sei un bravo ragazzo > disse staccando la chiamata. 

Mentre il padre di Tommy si dirigeva al locale, suo figlio cercava di sistemare la situazione con Ashley. 
Salì le scale ed entrò in camera sua, Ashley era ancora seduta sul letto < tutto bene? > domandò la ragazza, Tommy si avvicinò a lei, mantenendo le distanze < Ashley > disse, per poi fermarsi, come faceva a dirgli che quel bacio era stato insignificante, come faceva a dirgli che i quattro anni in cui era stato innamorato di lei, erano diventati niente, in confronto ai quattro giorni in cui era stato con Adam, come faceva a dirgli che andavano al ballo solo come amici, non voleva farla soffrire, ma mentirle sarebbe stato peggio. Baciarla, gli aveva fatto capire, che non provava niente per lei. Quando si erano baciati non aveva sentito le “farfalle nello stomaco” e non gli erano venuti i brividi, significava qualcosa no? E a lui bastava, per capire che la cotta per Ashley era diventata un ricordo, da quando aveva guardato gli occhi di Adam.
La ragazza posò una mano sul suo braccio < ho capito > disse semplicemente, Tommy alzò lo sguardo che aveva tenuto basso e la guardò, 
la ragazza sorrise < deve essere speciale Adam > Tommy sorrise, Ashley era bella, simpatica e sveglia, gli dispiaceva quasi non esserne innamorato.
< credo di si > disse, lei si alzò < al ballo possiamo andarci insieme lo stesso no? > gli chiese
< certo > lei sorrise, Tommy ricambiò < adesso continuiamo gli esercizi, altrimenti vai malissimo al test > disse la ragazza, prendendo il libro di fisica. Restarono sul letto, Ashley spiegava, Tommy cercava di capirci qualcosa, ma era contento di aver sistemato le cose, almeno con Ashley. Adesso gli restava chiarire le cose con Adam, dopo che suo padre li aveva sorpresi in camera sua, non aveva avuto sue notizie.

 

Jack entrò nel locale, che era ancora chiuso al pubblico, infatti venne bloccato dal responsabile < mi dispiace ma siamo ancora chiusi >
< si lo so, mi scusi, ma mi hanno detto che qui potevo trovare Adam Lambert >
< Adam, certo è di là > gli disse indicando i camerini < grazie > si incamminò nel lungo corridoio cercando il camerino di Adam, dove lui è Sutan, stavano guardando i regali che erano stati gettati ad Adam, sul palco la sera precedente.
< guarda questo > gli mostrò un reggiseno leopardato < ti starebbe benissimo > gli disse Sutan
< dai vieni qui > Sutan gli si avvicinò, per fargli indossare il reggiseno < stai fermo > disse Adam, < sta fermo tu carotina > 
Sutan gli infilò l’indumento, abbottonandoglielo addirittura < ti ci vuole un po’ di rossetto >
< Sutan, non prendere niente > disse al suo amico, che stava armeggiando col beautycase, < vieni qui > Sutan si avvicinò di nuovo a lui mostrandogli il rossetto rosso che aveva trovato < allontanati > si ribellò Adam spingendo le mani sul petto di Sutan per allontanarlo, < su > il suo amico avvicinò il rossetto al suo viso sporcandogli le labbra e il mento, per poi scoppiare a ridere < sei perfetto > gli disse. Adam si guardò allo specchio < grazie, Sutan >.

La porta del suo camerino si aprì per mostrargli il padre di Tommy, che lo fissava dalla testa ai piedi, per poi soffermarsi sul suo reggiseno, che indossava sopra i suoi abiti,  < non è come sembra? > si giustificò Adam, sentendo di dover dire qualcosa, < e come sembra? > chiese Jack

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Angolino di Fay :  Salve!
Allora, ho aggiornato più tardi del solito e con un capitolo schifoso. Sono sicura che ci saranno 3'000 errori, mi dispisce. Comunque, tralasciando la mia incapacità di scrivere decentemente, grazie ha tutte quelle persone che stanno seguendo la storia. Grazie.

  
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